Le Solide Utopie

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L’alternativa della transizione Transizione come stile di vita p 3 Per saperne di più Il consumo critico e il boicottaggio p 4 A proposito di reti fra botteghe Gli amici di Ponte Solidale raccontano p 6 Transition life L’esperienza di un nostro socio p 8 Pagine di informazione per i soci e i simpatizzanti della Cooperativa Quetzal di Modica | distribuzione gratuita

Tu guardi alle cose che ci sono e ti chiedi: perché? Io invece sogno cose che non si sono mai viste e dico: perché no?” ~ Jonathan Swift

Due impegni con il cuore Opinioni e informazioni sul prossimo referendum e sulla festa dei giovani in Bottega — di Saro Guarrasi Questo numero del nostro giornale sarà un po’ diverso dal solito, perché a giugno ci sono due appuntamenti da non dimenticare: il 4 giugno la Cooperativa organizza la festa dei giovani e il 12 e 13 giugno ci sarà in tutta Italia il referendum. I no e tutte le loro motivazioni

Partiamo dall’impegno nazionale: il 12 e 13 giugno andiamo a votare tutti! Il 12 e 13 giugno c’è il referendum: i “NO” hanno le loro ragioni. Non importa se preferite che i beni pubblici e vitali per la popolazione siano gestiti da gente che si fa solo i propri interessi privati o che pensiate sia efficace che una multinazionale con sede a Camberra

gestisca il vostro acquedotto – e poi per farle causa o per mandare un reclamo ve la sbrigherete da soli – e che vi metta una bella bolletta salata, come è già successo a Santa Croce Camerina, avamposto in provincia del progresso della gestione privata dell’acqua. E rispettiamo l’opinione di quelli che pensano che il nucleare sarebbe proprio una bella soluzione, anche se costruire una centrale ha costi enormi, tempi di realizzazione lunghissimi e produce scorie che sarebbe comodo solo spedire su un’altra galassia e poi perché pensate che non bisogna mai essere così pessimisti da pensare che si rompa, tanto quando poi succede davvero non c’è più né ottimismo

N° 3 – MAGGIO 2011

né pessimismo né persone né futuro in una grande area, ma succede raramente. E accettiamo anche il fatto che siate convinti che sia meglio avere dei ministri stabili al loro posto di comando e inamovibilmente in grado di governare anche se sospettati o indagati per essere corruttori o corrotti, evasori o ladri, magnaccia o pedofili o stupratori perché potrebbero essere tutte accuse pretestuose per boicottare il governo. Insomma comunque la pensiate, andate a votare e convincete a votare almeno altre 5 persone che non ci andrebbero per insipienza, ignavia, disinformazione, mal di pancia, schifo, stanchezza, influenza, anarchismo professo, ecc. Ne va del futuro di tutti per decenni, ma anche della dignità di una nazione censurata. Ricordiamo, infine, che trattandosi di referendum abrogativi, se volete ad esempio dire no al nucleare, occorre votare “sì”, ci raccomandiamo, sembra incoerente ma è cosi’, si dice sì all’abolizione del decreto-legge. Sul perché di questo numero

Il giornale che avete in mano è in gran parte realizzato dai ragazzi che da qualche mese ci stanno dando una mano in Cooperativa: Agata, Sabrina e Giulio, i queli si sono avvicinati con entusiasmo al mondo del commercio equo e dei nuovi stili di vita e che ci hanno proposto di coinvolgere i loro coetanei su questi temi. Questo numero sarà distribuito nelle scuole superiori di Modica affinché i giovani lo possano guardare, leggere, commentare. Soprattutto li aspettiamo tutti, aspettiamo anche voi, anche se siete meno giovani! Alla festa del 4 giugno alle ore 19 in Bottega e poi in Laboratorio: ci saranno arte, musica, giocoleria, cibo, parole, colori… Chi vorrà potrà poi anche accompagnare per un pezzetto di strada più da vicino la cooperativa, accostandosi ai sogni di cambiamento, di transizione verso il futuro, di solidarietà, scoprendo l’ebbrezza di guardare più in là del proprio naso, un po’ sulla sinistra dove sta il cuore, un po’ in alto per ricordarci di sognare e un po’ in basso dove i nostri preziosi piedi ci portano ovunque ■


Scuola ed economia I paradossi di un sistema produttivo disumanizzato e fuori dal mondo — di Sara Ongaro MAGGIO 2011 – N°3 Registrazione al Tribunale di Modica 3/2011 — Anno I

Giornale di informazione gratuito per soci, simpatizzanti e consumatori della Cooperativa Quetzal – la Bottega Solidale

direttore responsabile Angela Allegria

redazione

Rachele Baglieri, Sara Ongaro

progetto grafico Elio Di Raimondo

impaginazione Rachele Baglieri

hanno collaborato a questo numero

Saro Guarrasi, Rachele Baglieri, Peppe Arena, Coop. Ponte Solidale, Agata, Sabrina, Giulio, Rosa Modica, Enzo Puma, Monia Berti, Sara Ongaro

stampa

Ideal Print tipografiaidealpreint@gmail.com

cooperativa quetzal Corso Umberto I, 223/a 97015 – Modica (rg) tel. e fax 0932-752321 www.quetzalmodica.it PRESIDENTE

Saro Guarrasi AMMINISTRATORE DELEGATO

Fabrizio Nardo CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Rachele Baglieri, Saro Guarrasi, Marinella Melieni, Angelo Migliore, Fabrizio Nardo

Se desideri collaborare, diventare socio o se vuoi fare un’esperienza di volontariato nell’ambito del Commercio Equo e Solidale, contattaci subito a questo indirizzo:

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Nonostante tutti dicano che c’è la crisi economica e quindi credono che le cose costino sempre più care, sarebbe invece da stupirsi di quanto le merci costano poco, consideriamo che per arrivare nel nostro armadio vestiti, borse e scarpe viaggiano per migliaia di km e coinvolgono il lavoro di migliaia di persone in tutto il mondo con processi spesso laboriosi e non naturali (per la progettazione, ricerca, design e poi per la realizzazione e la commercializzazione) o che per arrivare alla nostra tavola i cibi passano da meccanismi di selezione, allevamento o coltivazione con uso massiccio di varie sostanze non naturali e che poi i prodotti vanno ulteriormente trattati e trasportati. Il costo nascosto delle nostre merci, lo facciamo pagare ad altri. Insomma alla fine costano così poco, perché nel prezzo non sono inclusi tanti costi che qualcun altro paga: per esempio i lavoratori che non vengono pagati giustamente e sono sfruttati anche per 10-14 ore di lavoro o l’ambiente che viene inquinato oltre misura dagli scarti e dalle scorie di produzione o dai diserbanti e fertilizzanti usati in agricoltura. Il prezzo lo paga salato il Congo costretto alla guerra dalla crescita di produzione dei nostri computers e cellulari perché solo lì esistono le miniere del coltan necessario a produrli. E lo pagano anche le popolazioni cacciate con la forza dalle terre dove hanno sempre abitato per la deforestazione necessaria a produrre carta, carbone, mais o il foraggio per nutrire i sempre più numerosi bovini necessari per l’ aumentato consumo di carne di tutto il mondo o le popolazioni sommerse dalle inondazioni provocate dal buco dell’ozono causato dai gas serra dei nostri trasporti sempre più esagerati (milioni di auto private, milioni di voli aerei). Tanto che ridurre le emissioni di gas serra, fino ad arrivare a emissioni zero, come si dice in un articolo più avanti, sarebbe un obiettivo di sopravvivenza per l’umanità! Ma il concetto che andrebbe afferrato velocemente è che tutto è connesso: chi ci addestra a capirlo, anzi a sentirlo in una passeggiata in campagna? Le merci oltre al costo economico in euro hanno un costo energetico che nessuno scrive sull’etichetta: qualcuno ci insegna forse a calcolarlo? L’informazione e la scuola c’entrano con il mondo che abbiamo? In alcuni articoli si parla di sobrietà: dobbiamo ridurre i consumi. Mangiamo troppo, usiamo troppi cellulari, troppe auto, troppo di tutto! Il Pianeta sta collassando a causa degli alti consumi e del loro allargamento a fasce della popolazione più ampie: quale telegiornale ci allerta che l’umanità sta andando incontro alle sfide più grandi che abbia mai dovuto affrontare per la sua sopravvivenza? Quale scuola può formare dei cittadini consapevoli della situazione e li può attrezzare per le esigenze di domani? Quale laboratorio ci aiuta a sviluppare la creatività necessaria a inventare futuri sostenibili che oggi non riusciamo nemmeno lontanamente a immaginare? In quale materia calcoliamo il costo energetico del nostro cellulare? E quale libro di fisica spiega perché la seconda legge della termodinamica dice che l’economia basata sul libero mercato è una cazzata incompatibile con la sopravvivenza del Pianeta? L’umanità di domani, se ci sarà, ci guarderà come trogloditi. E quale scrittore o videogioco ci mostrano che nel futuro rideranno di noi che siamo così folli da apprezzare macchine che vanno a 150 all’ora per schiantarsi meglio o che abbiamo bisogno di sostanze chimiche per riuscire a fare tutte le cose naturali per la specie umana come rilassarsi, far l’amore, dormire, defecare? Penseranno a noi sorridendo per quanto eravamo arretrati e stupidi, con tre auto per famiglia, ammazzati di lavoro per avere più soldi per comprare più cose per non avere tempo da passare con i nostri cari perché bisogna lavorare ancora di più, sempre più insoddisfatti, tristi, depressi, incapaci di sognare, con petrolio al posto del sangue nelle vene visto che ormai c’è petrolio anche nell’insalata, nel latte materno, in ogni abito che indossiamo e in tutte le tonnellate di plastica che si sommergono fino a toglierci il respiro ■

L’umanità di domani, se ci sarà, ci guarderà come trogloditi

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IL POTERE DI SAPER FARE | Idee per uno stile di vita sostenibile

L’ALTERNATIVA DELLA TRANSIZIONE Come sopravvivere alla fine del petrolio e vivere meglio. — di Giulio Criscione

Purtroppo la preoccupazione principale per l’uomo del XXI secolo è vivere nelle comodità che le strumentazioni di oggi ci offrono, anche se questo comporta molto dispendio di energia globale che anno dopo anno consuma sempre di più il nostro fantastico pianeta terra. La corsa al petrolio da parte dei grandi stati sta prosciugando il pianeta e questo potrebbe portare a una crisi energetica globale e al crollo del sistema economico basato sul petrolio, dopo un forte rialzo del suo prezzo. la teoria del piccolo petrolio Nel 1956 da King Hubbert fu teorizzato il “picco del petrolio”, in altre parole la capacità massima di estrazione dai giacimenti disponibili nel mondo. Dal picco ha inizio una fase di declino per i giacimenti che vanno esaurendosi. Il problema più grande è il nostro attaccamento al petrolio, utilizzato per quasi tutte le attività umane, finché le fonti di energia rinnovabile non saranno diffuse in alternativa. Col passare degli anni, questo problema diventerà irrisolvibile, provocando sempre più guerre. La domanda che sorge spontanea è: perché i nostri grandi personaggi politici non si mobilitano per controllare il problema? La risposta è semplicissima: ovviamente il “giro” del petrolio muove molto denaro che porta quindi a grandi interessi economici di pochi potenti, che chiudono gli occhi e li fanno chiudere agli altri, facendo finta di non vedere le problematiche mondiali legate al petrolio (inquinamento, esaurimento, ecc.). E dunque se i nostri politici

non vogliono aiutarci, chi meglio di noi stessi può farlo? Per questo nascono modelli di transizione, dove l’obiettivo principale del progetto è preparare la comunità ad affrontare il picco del petrolio. Tutti i partecipanti del “progetto”, sono continuamente incitati a fare meno uso possibile di energia non rinnovabile. la permacultura e la transizione Uno dei maggiori esempi di transizione è la “permacultura”, che inizialmente era nominata “agricoltura permanente” e consisteva nell’utilizzo di sistemi di diversificazione con l’inserimento di piante perenni e modi di coltivare più rispettosi. Dunque quello della transizione è una delle migliori alternative e una delle migliori soluzioni per un punto di incontro fra essere umano e natura. La transizione si basa su alcuni principi fondamentali, che guidano l’uomo a condurre uno stile di vita particolare che non danneggia né

se stesso né la terra: la convinzione di riuscire a realizzare le proprie idee, è uno dei punti fondamentali della transizione che attira l’attenzione di molte persone e soprattutto di giovani. Informarci è un nostro dovere e con la transizione ci arrivano informazioni certe delle quali bisogna prendere consapevolezza. Uno dei tanti obiettivi è cercare di avere uno stile di vita sobrio e che sia a “emissione zero” di gas serra. La transizione si basa su rapporti umani che tramite la condivisione di idee si rinnova sempre di più. Ha una base positiva, incitando sempre di più i partecipanti a cambiare concretamente stile di vita. Quella della transizione è una soluzione non per peggiorare la situazione del nostro pianeta, ma piuttosto per migliorarla. Inoltre, è basata sul nostro bene più prezioso, ovvero, le relazioni umane che supportano un mondo di scarsità energetica. Essa è una soluzione che l’uomo deve prendere davvero in considerazione perché dà grandissime soddisfazioni, sia a livello morale che civile ■

◖ Per Far Le Brevi ◗ Seminario di autodifesa dai consumi per genitori e insegnanti, conduce Sara Ongaro: 21 e 22 maggio. Per info: associazioneattinkite@gmail.com. A passo di danza. Per due mesi, guidate da Floriana, abbiamo danzato. Nella sede nomade di Attinkité, stavolta a casa di Grazia Maria, in quella stanza diventata tana, prato, specchio, mare aperto, ogni giovedì si è ritrovato un gruppo di donne danzerine, in ascolto della musica, esterna e interna di ciascuna, quella che ha bisogno di essere coccolata e cullata e quella che erompe con violenza e solennità per dire cose che non sempre le parole saprebbero. La danzaterapia conduce ciascuno a incontrare una parte misteriosa e semplice di sé e a metterla poi in comune con gli altri. Quando si danza tutto diventa possibile. Anche vivere.

◖ Venerdì 6 maggio in anteprima stampa e sabato 7 durante l’Assemblea AGICES è stato presentato il Rapporto Annuale 2011, relativo ai dati 2009 delle Organizzazioni socie: un atlante ragionato che presenta volumi, andamento e valori del Commercio Equo. Con 79 milioni di euro di fatturato, 270 Botteghe del Mondo e 4700 volontari, le 92 Organizzazioni Socie AGICES investono in “buona occupazione”, educazione e relazione con i produttori ◗ 3

◖ Sabato 7 e domenica 8 maggio si è svolta la 23ª Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale: due giorni intensi di partecipazione – con ben 51 Soci presenti (record delle ultime Assemblee) – e confronto su questioni fondamentali per il futuro di AGICES. La giornata di sabato è cominciata con il convegno “L’età adulta del Commercio Equo e Solidale”, una preziosa occasione di confronto sul movimento, arricchita dalla testimonianza di alcune Organizzazioni equosolidali ◗


Per saperne di più I miglioramenti che un cittadino può apportare attraverso un consumo quotidiano più critico e consapevole — di Sabrina Bonomo Il ruolo del consumatore La nostra società è ormai invasa dal consumismo, ossessionata dalla globalizzazione, che induce a nascondere gli sfruttamenti che si trovano dietro quelle “marche” che crediamo ci facciano stare bene. Noi come pubblico, consumatori, spettatori, siamo il bersaglio di innumerevoli pubblicità che ci bombardano, perché ci troviamo alla base della piramide del consumismo. In ciò influisce anche il linguaggio che è importante per indurre il consumatore ad acquistare un determinato prodotto, anche attraverso l’uso di messaggi subliminali, presenti in modo implicito. L’individuo però in quanto consumatore ha il compito e la forza di influire sul circuito dell’economia. Numerose indagini svolte negli ultimi anni dimostrano che l’85% delle ricchezze di tutto il mondo è in mano al 10% della popolazione; mentre il 50% della popolazione più povera possiede solo l’1% delle ricchezze. È da questi dati che scaturisce l’importanza di un’azione.

Come agire attivamente sull’economia Nasce dunque un interrogativo: attraverso quali modalità è possibile intervenire sul circuito dell’economia?

Un primo passo potrebbe essere leggere l’etichetta di un qualsiasi prodotto per scoprirne la provenienza e i componenti di cui è fatto. Un’altra azione più complessa e impegnativa può essere il boicottaggio, uno strumento per impedire l’acquisto o l’utilizzo di prodotti e/o beni che danneggiano la nostra società da un punto di vista ambientale, sociale o etico.

“ Quando si parla di

consumo critico ci si riferisce anche ad un consumo consapevole ” Come si organizza un boicottaggio? Per mettere in piedi una vera e propria azione del genere bisogna ad esempio scegliendo in modo chiaro l’obiettivo da bersagliare. È consigliato scegliere solo un prodotto come bersaglio per evitare così di avere degli insuccessi. Dando un tempo limitato a questa azione per evitare il diluirsi degli effetti; coinvolgendo il maggior numero di persone; coinvolgendo anche i media per dare più peso all’azione e per evitare una sconfitta (sono da considerare anche le conseguenze in ambito penale e civile). Per chi preferisce non osare il boicottaggio c’è anche il consumo critico che possiamo definire un processo di consapevolezza

Per dettagli e approfondimenti

“Guida al consumo critco” di CNMS, EMI, 2008

dell’atto di consumo. Quando si ragiona in termini di consumo critico pensiamo ad un consumatore realmente sovrano che sceglie come indirizzare i suoi acquisti. È la conoscenza che rende liberi anche come consumatori e solo attraverso di essa si ha la possibilità di trasformarsi “in veri strumenti per il cambiamento dello status quo socio-economico”. Diritti e doveri del consumatore Il consumatore critico sa di non avere solo diritti, ma anche dei doveri e quindi non rimane inerte di fronte ai crescenti problemi che riguardano l’ambiente, i diritti umani, la libertà e la democrazia. Solo quando un consumatore diviene consapevole del suo ruolo può realmente trasformare i suoi acquisti in un confronto con le aziende produttrici. Sono queste le informazioni che permettono di andare oltre le false informazioni trasmesse dalle pubblicità e che riescono a dare valore ai nostri acquisti. Quando si parla di consumo critico non ci si riferisce solo ad un consumo legato alla solidarietà, e quindi al rispetto dei diritti di chi lavora un prodotto, ma anche ad un consumo responsabile, quindi attento alla sostenibilità ambientale (in Bottega per esempio si trovano anche prodotti come scarpe ecologiche, pannolini e assorbenti lavabili o biodegradabili). È questo l’obiettivo a cui miriamo: la trasformazione del cittadino, non più spettatore, ma protagonista attivo e responsabile dei cambiamenti del mondo di cui fa parte ■

QUELLO CHE È GIUSTO È GUSTO | Proposte gastronomiche con ingredienti della Bottega

Muesli misto Una ricetta molto semplice e adatta alla stagione estiva. Potete trovare in Bottega le confezioni di Muesli esotico, con quinoa, frutta secca e cioccolato.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE 8 cucchiai di muesli esotico 2 pesche 2 albicocche 2 prugne 2 bicchieri di yogurt 1 cucchiaio di noci sgusciate e di mandorle succo di un limone

PROCEDIMENTO

❶ La sera prima mettete a bagno il muesli in poca acqua. ❷ Il muesli si gonfierà durante la notte. ❸ Al mattino eliminate l’eventuale acqua in eccesso (sarebbe meglio non ce ne fosse). ❹ Mettete il muesli in una capace terrina. ❺ Aggiungete la frutta tagliata a pezzi, i semi oleosi, il limone e lo yogurt. ❻ Mescolate il composto con non troppa energia. ❼ Potete aggiungere dello zucchero di canna per addolcire. ❽ Conservate in frigo per fare freddare. Si mantiene per poco tempo e va consumato nell'arco di 24/48 ore.

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❾ Suddividete poi il composto in 4 ciotoline di vetro monoporzione per servirlo ai vostri ospiti. ❿ Per rendere la presentazione più originale è possibile decorare il composto con del cioccolato liquido a filo o con riccioli di cioccolato bianco.

a cura di Rosa Modica


Tempo di scelte Il Commercio Equo e Solidale come scelta concreta per la realizzazione di grandi cambiamenti e per un futuro migliore per tutti — di Agata Rizza

Agire oggi per un futuro migliore Ci sono due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani; perciò, “oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e principalmente vivere”. Ed è proprio pensando all’oggi e proiettandoci verso il futuro, che dobbiamo agire; magari, iniziando proprio dall’economia, un’economia alternativa: Commercio Equo e Solidale. Avete anche voi voglia di cambiare? Con CTM Altromercato, un consorzio di organizzazioni senza fini di lucro che importa e distribuisce prodotti alimentari e di artigianato dal Sud del Mondo, si può. Con il Commercio Equo e Solidale, Fair Trade in inglese, quella forma di attività commerciale, nella quale l’obiettivo primario non è soltanto il profitto dei prodotti, ma anche la lotta allo sfruttamento e alla povertà

“ È brutto svegliarsi

e trovare un mondo che non ci soddisfa più” legate a cause economiche, politiche o sociali, si può. Si può dire: basta! Basta, a questo stile di vita basato su un modello economico, il cui obiettivo è la continua accumulazione dei beni materiali. Basta, alle pubblicità che ci tartassano e ci trattano solo come consumatori senza pensare che prima di tutto siamo persone. Basta,

MUESLI è un alimento sano, completo, ricco di proprietà nutritive che, nel caso del muesli Altromercato, originano da ben 6 prelibatezze da tutto il mondo. Una ricetta esclusiva ed un gusto unico che sono il risultato dell'incontro di cacao, mango, uvetta, banana, quinoa e zucchero: la quotidiana necessità di energia garantita dalla qualità ed il sapore della frutta, del cioccolato e dei crispies alla quinoa. Gli ingredienti del muesli esotico Altromercato provengono dai diversi progetti e sono miscelati in Italia presso lo stabilimento Lameri di Cremona che si occupa anche del confezionamento. Lo zucchero Mascobado proviene dalle Filippine; le banana chips sono banane essiccate e fritte provenienti da Lloilo City, la capitale delle Filippine; l'uvetta proviene dal Sud Africa; il mango dal Burkina Faso e la quinoa real dalla Bolivia. Il 53% dei prodotti proviene dal Commercio Equo e Solidale.

lasciar decidere agli altri cosa sia giusto e cosa sia sbagliato per noi. Oggi è possibile cambiare e diventare consumatori critici. Noi consumatori, abbiamo però dei doveri: il dovere di riflettere sugli effetti globali dei nostri stili di vita, sull’ecosistema e la società. Se riflettessimo sulle conseguenze dei nostri acquisti, tutto cambierebbe. La scelta come azione critica Per iniziare a essere consumatori critici, bisogna convincersi che possediamo un grande potere: la scelta. È, infatti, principalmente scegliendo che tipo di prodotto acquistare che di conseguenza assumiamo il potere di premiare o punire le aziende, modificando in questo modo le loro politiche commerciali. Inoltre, riappropriandoci della facoltà di scelta ci trasformiamo in consumatori responsabili. Per questo, non basta pretendere il rispetto di giusti criteri nella produzione e commercializzazione; ma il consumatore responsabile deve anche attivarsi per cambiare la società, promuovendo in prima persona lo sviluppo di forme economiche e sociali alternative. Il Commercio Equo e Solidale promuove proprio queste forme, mettendo in risalto valori come: il rispetto, la dignità del lavoro, l’equilibrio tra essere umano e natura, la trasparenza nei confronti dei consumatori, la solidarietà e la giustizia.

Gente di Quetzal

Io a ventidue anni, avevo smesso di dormire e al mio risveglio avevo trovato uno stile di vita e una realtà che mi rendeva infelice. In quel momento, ho fatto la mia scelta. Ho scelto di essere una consumatrice critica e responsabile. anche tu puoi diventare consum-attore E voi non siete stanchi della solita economia? No problem, siete ancora in tempo! È brutto svegliarsi e trovare un mondo e un modo di vivere che non ci soddisfa più, ma “non c’è più tempo per essere pessimisti”, per fermarsi, per non lottare per un mondo migliore. È il momento di rischiare, mettersi in gioco, scoprire e innamorarsi dei propri sogni e ideali, ma soprattutto renderli concreti. Perché il mondo ha bisogno di grandi cambiamenti; perché siamo noi che facciamo la nostra storia e tramite essa bisogna gridare a tutti cosa non vogliamo più e cosa vogliamo per noi, per i nostri figli e le future generazioni ■

di Monia Berti

Lavoro alla Bottega Solidale da qualche mese: a 37 anni è il mio primo vero lavoro dopo anni di assiduo precariato e… mi piace! E guardando indietro non saprei bene quando è cominciata di preciso tutta la storia. Forse è sempre stata scritta in qualche piega dell’anima, imboscata tra i desideri, tanto che mi sembra di essere sempre stata qui! Ed è chiaro che Quetzal non è la Bottega ma sono le persone che la abitano, che l’attraversano, che la scompongono e la ricompongono. Non è scritto da nessuna parte che il commercio equo o il consumo critico siano la soluzione per un mondo più giusto, ma la potenza di questa cooperativa è proprio l’apertura a percorsi possibili. Vi trovi un cantiere dove si costruiscono possibilità, si tenta, si sperimenta, ognuno propone ed esiste l’ascolto. Qui anche sbagliare è una possibilità e ti permette di imparare. Sono qui perché ogni giorno ho tanto da imparare e questo è il mio modo di essere felice ■ 5


A proposito di reti fra botteghe

TANTE BELLE COSE! | Recensioni World reggae Putumayo World Music 2009

La Cooperativa Ponte Solidale di Perugia descrive l’incontro con Asma e Ghadir — di Stefania Guerrucci

€ 15,00

Sono infine partite con un forte abbraccio, l’invito ad andarle a trovare presto e l’idea di Ghadir di tornare per aprire un ristorante in Italia! Quattordici giorni intensi di incontri e racconti, parlando di saponi, di occupazione militare e resistenza, della dura vita quotidiana, della dignità delle persone, dell’integrazione dei generi… e poi le risate, le passeggiate. Questa, in poche parole, la prima visita in Italia dalla Palestina di Asma Atatra e Ghadir Ghazawna, rappresentanti di AOWA – Association of Women’s Action for Training and Rehabilitation, associazione di donne presente sull’intero territorio palestinese che promuove il ruolo attivo della donna nella società. Grazie ad un progetto da noi promosso e coordinato, con il contributo della Chiesa Valdese e la collaborazione di Ctm Altromercato, il gruppo AOWA di Jenin ha potuto produrre un primo lotto di saponi artigianali, ora presenti nelle Botteghe del Mondo. E ora finalmente anche questo viaggio delle due rappresentanti. Hanno così viaggiato “eroicamente” da sole, con i treni che le hanno portate presso varie botteghe (a Bologna da ExAequo, a Torino da Mondo Nuovo, a Verona dalla Rondine, a Forlì e Cesena da Equamente, a Trento da Mandacarù); hanno incontrato volontari, soci, clienti, amici, sostenitori e anche altri produttori (Sasha – India e Parc – Palestina) e il laboratorio di cosmesi Gala, dove hanno potuto progettare idee per il futuro. Le abiamo salutate con un pranzo conviviale a Ponte San Giovanni, luogo dove ha sede la nostra bottega e dove stiamo portando avanti un progetto sul “quartiere sostenibile”. Durante e dopo il pranzo, cucinato dalla cooperativa Afoulki (nuova realtà di donne di varie nazionalità di Perugia), Asma e Ghadir hanno raccontato la loro esperienza e la loro visione della situazione della loro terra. Cosa ci resta ancora nell’animo? La loro forza, tenacia, speranza, i sorrisi e la bellezza delle relazioni che si creano e portano a così preziose esperienze ■

Putumayo è un’etichetta statunitense specializzata in world music, nata nel 1993 con connotazioni proprie del commercio solidale; in particolare, finanzia progetti di sostegno per le comunità a cui appartengono gli artisti che produce. Questo disco raccoglie i più bei pezzi della musica reggae. Se la musica è la lingua universale, il reggae è certamente il dialetto più diffuso. Il ritmo sincopato del reggae si sposa bene con la maggior parte degli altri stili musicali e innumerevoli artisti di tutto il mondo l’hanno incorporato nella loro musica. Inoltre, il reggae è stato a lungo uno strumento sociale e politico. Jimmy Cliff fu il primo degli artisti reggae ad ottenere fama mondiale nel 1972; pochi anni dopo, quando Bob Marley iniziò il suo tour internazionale, la popolarità del reggae scoppiò in tutto il mondo. In questo album troviamo il reggae di artisti africani cone gli Alpha Blondy, Maria de Barros, Majek Fashek, Kaïssa, così come di artisti provenienti dall’ Europa, tra cui la band reggae Kana o addirittura dal mondo arabo, come nella selezione algerina di Intik. Insomma, si tratta certamente di un album che non può non far parte della vostra collezione, e che potete ascoltare ed acquistare in Bottega.

SCONFINIAMO | Dai nostri inviati negli “altrove” del Pianeta

dalla capitale italiana — di Rachele Baglieri roma, 11 maggio 2011 — L’aria che si respira oggi è da fine del mondo. Le strade di Roma appaiono stranamente vuote e praticabili, nelle vie regna un insolito silenzio e questa brezza fredda squarcia i raggi di una giornata solare come a ricordare l’imminente disastro. Camminando per le vie della stazione, in quello che viene denominato il quartiere “chinatown”, sono tantissime le saracinesche abbassate e con le motivazioni più disparate: “Chiuso per malattia fino alla fine di maggio”, “chiuso per ferie fino al 13 maggio”. La ragione è sempre la stessa, anche se si ha paura a pronunicare quella parola che fa tremare al solo pensiero: il terremoto, predetto da Raffaele Bendandi, l’uomo che si dice avesse trovato un sistema per prevedere i terremoti, che colpirà la capitale l’11 maggio radendola al suolo. L’orario è imprecisato, anche se qualcuno prova a indovinare indicando tra le 16,30 e le 17, ma la soluzione per la mag-

gior parte delle persone è univoca: non andare a lavorare e ripararsi altrove, anche se ciò volesse dire tornare in Cina per qualche giorno. Può una profezia tenere sotto scacco un’intera città della portata di Roma? Perché se è vero che in molti hanno approfittato dell’occasione semplicemente per prendersi un giorno di ferie in più, è pur vero che per tutta la città si è diffusa una sorta di misteriosa empatia così che basti anche solo guardarsi negli occhi per strada per capire che il pensiero è tutto volto a Bendandi e a questo destino così infame! Le ore scorrono lente in una giornata che appare sterile e incolore, ma la sera non tarda a giungere, e del terremoto ancora nemmeno una vibrazione. Non in Italia, almeno! Infatti, intorno alle ore 19 una scossa di terremoto si abbatte sulla zona della Murcia, nella Spagna meridionale. In pochi minuti la notizia 6

si diffonde, e il silenzio innaturale viene rotto da un immenso sospiro generale, chiuso dal colpo di clacson di un auto per strada come a dire che tutto è tornato come prima e che il peggio è ormai passato. A voler spiegare scientificamente la cosa intervengono numerosi studiosi che affermano che non vi è di fatto nessun elemento validament fondato che dimostri che a Roma poteva esserci un terremoto e di quell'entità, portando avanti tutte le loro sicurezze basate su studi scientificamente certi. La Spagna piange i suoi morti e a Roma torna quell'allegria di certe giornate primaverili tipiche di questo periodo. Questa vicenda viene archiviata come la brutta storia “der callaro de turno” che ha solo voluto impressionare i romani tenendoli col fiato sospeso. Era solo una bufala, e non c’è alcuna coincidenza con l’evento sismico in Spagna. Tutto torna alla normalità, e a chi prova a porsi delle domande o a cercare delle risposte su questa giornata viene risposto con spirito caustico: “Er libbro der perché sta sotto er culo de Pasquino” ■


CON PAROLE SUE | Opinioni sotto i riflettori

INTERVISTA A ENZO PUMA

FOTO: FACEBOOK

Il couchsurfing: un altro modo di viaggiare. — di Sara Ongaro

Abbiamo realizzato un’intervista a Enzo Puma, ragazzo che da qualche anno pratica il couchsurfing, un modo alternativo di concepire il viaggiare. ILLUSTRAZIONE: TOON-FX

Vorremmo che ci parlassi della tua esperienza di couchsurfing, pratica poco conosciuta in Italia, ma molto interessante per chi vuole vivere e viaggiare in modo diverso: come hai iniziato? Per caso, anni fa avevo dato una mano per la logistica a chi stava organizzando un’iniziativa per bambini a Modica. Uno degli ospiti mi aveva parlato di questa cosa e siccome sono curioso sono andato a vedere il sito www. couchsurfing.org: basta iscriversi e scrivere un proprio profilo. È tutto gratis, basta avere una mail. Si crea quindi una rete di scambio di ospitalità? Sì, si può offrire un posto letto (anzi un divano), ma non è necessario, anche solo il proprio tempo per un caffè insieme. Queste diverse opzioni si indicano nel profilo. Come descriveresti la gente che vi fa parte? Mi piace molto leggere i vari profili perché la gente scrive cosa le piace, che libri legge, la propria filosofia di vita; si creano gruppi di affinità: quelli che “lasciano il lavoro e partono”, quelli che “vogliono andare a Cuba prima che Fidel se ne vada”, gli amanti della birra, del cioccolato, dei tatuaggi, oppure quelli che viaggiano con la famiglia, con gli animali, o chi si cerca avendo idee simili o per gli amanti della bici, per i gay, per i vegetariani… E trovi cose incredibili: tipo una ragazza che in un paesino sperduto della Groenlandia offre la disponibilità per un drink insieme! Quelli che poi arrivano io non li definisco nemmeno “turisti”, ma “viaggiatori”, perché non arrivano con la guida, cercando monumenti, cioccolato, ecc… Ma vengono per incontrare persone, cercano un punto di vista diverso, più interno alla realtà. Ci racconti di qualche tuo spite? Io ho avuto circa 50 esperienze di ospitalità. Mi ricordo una coppia di portoghesi in bicicletta che stava viaggiando verso la Nuova Zelanda; una signora canadese di 62 anni che è stata 2 mesi in Sicilia e poi è partita per il Tibet: per chi è abituato alla vita quotidiana sono cose fuori

dal mondo! Io un po’ le invidio, però sono un po’ troppo per me… già sono considerato abbastanza fuori così. Poi ho ospitato un ragazzo giapponese che era in viaggio da tre anni con il sacco a pelo. Gli italiani sono pochi. Ho ospitato una coppia di Padova in vacanza che anche per una settimana preferisce il couchsurfing. Un portoghese e un brasiliano stavano facendo a piedi tutta l’Europa e hanno anche un blog che aggiornano sempre.

Il couchsurfing è un’esperienza che consiglieresti? Io ho avuto tutte esperienze positive, qualche volta c’è poca comunicazione e a tanti non la consiglierei perché so che hanno un altro modo di viaggiare, molto comodo e non sono abituati ad adattarsi. Ma io preferisco sempre un museo in meno e una persona in più. Poi non è facile aprire casa propria, io ospito in una casetta a parte, ma per esempio a Madrid mi sono sentito quasi a disagio quando il ragazSei sempre riuscito a comunicare con questi zo che mi ospitava mi ha lasciato a casa da solo ospiti? con la chiave perché lui usciva molto presto: La comunicazione potrebbe essere un per lui era normale! Le cose negative problema. Si usa quasi solo l’inglese e che ho sentito sono che a volte si il mio è maccheronico. trovano dei parassiti o qualcuno Ma ti accorgi che tante volte non che vuole ospitare “solo ragazIL SITO INTERNET serve la lingua; quando si crea ze” per provarci, ma di solito del couchsurfing feeling, c’è addirittura la voglia già leggendo il profilo riesci di rivedersi. Insomma la lingua a capire con chi hai a che fare www.couchsurfing.org è importante per approfone io non sono favorevole a dire la conoscenza, ma non è censurare i profili (per esempio necessaria! di chi indica preferenze razziali o altro) perché credo che sia meglio E tu hai usufruito del divano di qualcuno che ti la trasparenza piuttosto che la cosa sia ha ospitato? nascosta. Poi dopo essere stato ospitato puoi Una volta sola! Sono stato in Spagna. Prima ho lasciare un commento nel profilo di chi ti visionato un po’ di profili mettendo per esemha ospitato e anche questo dà indicazioni ai pio la lingua come condizione. successivi ospiti. Ho scelto quattro città: a Burgos sono andato a A Modica quanti siete? trovare una coppia che avevo ospitato qui; poi Iscritti sono una decina, ma solo in 2 siamo mi sono capitati due couchsurfers che ospitavaattivi. no per la prima volta; il ragazzo di Valladolid è venuto dopo a trovarmi qui e mentre ero là, La rete dei couchsurfers ha una struttura? visto che studiava italiano, mi ha portato alla A giugno ci sarà un incontro di 3 giorni a S. sua lezione di italiano! Vito Lo Capo per conoscersi e scambiarsi espeQual è la principale ragion d’essere del courienze. Alcuni che sono molto presenti sul sito chsurfing? e lo moderano diventano delle figure Non è di sicuro economica! Ho ospitato una di riferimento a livello nazionale, vanno anche coppia di sessantenni, lui ingegnere e lei profesalla televisione a parlare di couchsurfing, ma soressa che sono venuti in bicicletta dalla Sviznon esiste una struttura. zera o due professori polacchi con due bambini Progetti per il futuro? piccoli in giro per l’Europa in bicicletta, uno L’Andalusia e il Portogallo sarebbero le mete tirato in un carrellino e l’altro dietro la bici che che mi piacerebbero prossimamente. poteva anche vedersi i dvd con i cartoni animaPer adesso leggo profili ■ ti, mentre i genitori pedalavano! 7


Un’altra edicola è possibile

Transition life

micro-rassegna stampa a cura di Sara Ongaro

Dal racconto di Peppe a Giulio, Sabrina e Agata. Ho trent’anni. Ho è che la gente ormai ha perso l’abitudine a vissuto per un periodo relazionarsi e porsi in ascolto del prossimo. al nord. Stanco della La difficoltà più grande è stata vedere le società di oggi e inpersone a me care non sostenermi in questo soddisfatto dello stile mio cambiamento. Ma non mi sono arreso, di vita che conduceanzi sono andato dritto per la mia strada vo, ho conosciuto il ed è stato bello vedere le stesse persone che “movimento” Transition Town. Ho iniziato prima non comprendevano il mio percorso, la mia transizione cambiando stile di vita interessarsi invece all’argomento! Non avevo e anche creando nel mio appartamento paura, era più uno stato emotivo: ero insoddiun piccolo orto sul balcone. Tornato sfatto dello stile di vita che conducevo, non a Modica, mi sono avvicinato alla permaculero felice. Conducevo una vita frenetica che tura e ho deciso di creare un piccolo gruppo mi rendeva stressato, triste e la cosa brutta in Transizione, mettendo a disposizioera vedere il mio cattivo umore ricadere ne le mie conoscenze per chi fosse sulle persone che mi stavano vicino. Non interessato. Mi ha spinto ho paure, perché se nell’essere infelice a iniziare la mia Transizione non riuscivo a trovare soluzioni, ora IL SITO INTERNET la volontà di fare qualcosa invece posso dire di aver trovato la della transizione per una società che non via d’uscita e quindi riacquistato funziona più. Ho capito la mia serenità, posso dire di aver transitionitalia.wordpress.com che non si riesce proprio a ripreso in mano la mia vita! Per cominciare a transitare fare niente solo con la poliI cambiamenti nel mio modo di navigando in rete tica istituzionale. Transition vivere sono stati tanti: riguardo al significa fare concretamente: fumo, poi il diventare un consufare politica vera, una politica matore più consapevole, iniziare a gestita da tutti. Il gruppo di transizione produrmi da me le piccole cose che necessia Modica è nato a cena con amici parlando di tano per la nostra tavola, ma il primo passo è interessi comuni; poi abbiamo coinvolto altre stato effettuare un utilizzo più consapevole persone. Il nostro vuole essere semplicemendell’acqua. Quello che mi sento di consigliare te un gruppo che informa altre persone inteè che le soluzioni ci sono e i desideri di una ressate alle iniziative di transizione. Si cerca società più giusta possono concretizzarsi. di formare un altro gruppo, un po’ come una Che non bisogna pensare sempre ai problecatena, evitando allo stesso modo di creare mi, perché le soluzioni a essi si trovano se si staticità di potere. Per questo nel gruppo vogliono cercare e di conseguenza non sono non esiste un leader, ma una semplice guida più “problemi”, perché sono tali finché non che forma altre persone che a loro volta si hanno una soluzione. Consiglio inoltre di faranno guida di altri gruppi di Transition. sfruttare al massimo le proprie capacità e La difficoltà iniziale è stata la mancanza di di soddisfare le proprie curiosità in modo dialogo con gli altri: la mia perplessità era genuino e sano.Se hanno un sogno, non di non riuscire a spiegarmi e di non essere devono pensare che sia stupido o irreacapito. La cosa che ho notato con dispiacere lizzabile, bisogna agire con coraggio ■

Agenda Quetzal

AAM Terranuova è la rivista dell’ecologia e del vivere naturale sempre più seguita e amata anche a Modica (ormai in Bottega va a ruba): se in tanti ci garantite l’acquisto ne possiamo anche far arrivare più copie: dà tanti suggerimenti utili, tante notizie importanti e tante provocazioni. Nel numero di maggio potete leggere: un’ intervista a Simone Perotti dal titolo “Avanti tutta”, su come sia possibile scalare marcia nel nostro stile di vita, vivendo con pochissimi soldi e autodeterminando i propri bisogni. Un dossier dal titolo “Viaggiare lento” che mette in evidenza come sia possibile fare vacanze sostenibili sulle tratte secondarie delle ferrovie dello Stato insieme alla bici, in Sardegna con attività sociali che si sono messe in rete e in Sicilia presso gli orti sinergici e poi gli itinerari antimafia.

È la rivista di chi guarda all’economia con gli occhi aperti: 30 giorni di altre notizie che trovate dai venditori di Terre di mezzo, nelle Botteghe del mondo o che potete ricevere in abbonamento. Nel numero di maggio si parla de “Il gusto dolce dell’indipendenza”, sulla bella storia della Cooperativa Manduvirà (Paraguay) di coltivatori della canna da zucchero che diventeranno il primo produttore socio del Consorzio CTM Altromercato. Sono riusciti ad affrancarsi dallo zuccherificio che requisiva il loro prodotto a prezzo bassissimo, prima affittando un altro zuccherificio per fare loro la lavorazione e ora con il progetto di un loro zuccherificio che CTM finanzierà. A pagina 47 si trova un interessantissimo articolo dal titolo "Vacanze in transizione", sui vari percorsi vacanzieri in Inghilterra (a vedere la prima città in transition fuori dalla società dal petrolio), in Liguria e Basilicata fra ecovillaggi e laboratori di autoproduzione.

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appuntamenti in bottega

gli altri appuntamenti

giugno 2011

maggio 2011

SABATo 4 · ore 19 — (E)venti d’arte in Bottega: lo sguardo dei giovani

VENERDI, SABATO E DOMENICA 27/28/29 · dalle ore 9 in poi — 3^

sulle cose del mondo

festa regionale dei Gas di Sicilia — Verso la Rete di Economia

SABATO 25 · ore 20 — Cena sociale condotta dalla cuoca Elena Curzio.

Solidale Siciliana a Gela.

Per info e prenotazioni rivolgersi in Bottega.

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