Le Solide Utopie

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Turismo responsabile Coop ."Viaggi e Miraggi" p 3 Progetto Europeo Fysic Il punto di vista degli ivoriani p 4 A proposito di reti fra botteghe Coop. Monimbò (Perugia) p 6 Una visita a Carmagnola Assocanapa si raccontap 8 MAGGIO/GIUGNO 2013

Pagine di informazione per i soci e i simpatizzanti della Cooperativa Quetzal di Modica | distribuzione gratuita

la prima volta e a Modica erano almeno 60 anni che non si faceva più - abbiamo incontrato il Sindaco e ascoltato la proposta di Emiliene (a nome degli ivoriani) di un gemellagio fra due città, Modica e Grand Bassam, legate dal cacao e dall’essere Patrimonio dell’UNESCO; abbiamo sentito finalmente una particolare attenzione da parte di giornali e radio che ci hanno seguito e intervistato come non avveniva da tempo, nonostante tutto quello che in questi anni abbiamo fatto in città. UN PROGETTO PIÙ UNICO CHE RARO

se vuoi andare veloce, vai da solo! Se vuoi andare lontano, va insieme ad altri! ~ Proverbio africano

ENERGIA AFRICANA per QUETZAL e per Modica! Un racconto del Progetto Europeo

Fysic - Youth in action — di Sara Ongaro

Quasi tutto questo numero è dedica-

to all’evento che ci ha appena sconvolto la vita: ventotto ragazzi del progetto europeo Fysic -Youth in Action ospiti presso Quetzal provenienti da Italia, Rep. Ceca, Togo e Costa d’Avorio. Qui troverete frammenti della loro permanenza: alcuni articoli sui temi trattati, altri con protagoniste le associazioni che erano partner o relatrici nel progetto (Coop. Monimbò di Peru-

gia, AEJT della Costa d’Avorio, Coop. Viaggi e Miraggi, Eric Agbokou dal Togo). Abbiamo imparato tantissimo, abbiamo sperimentato insieme, abbiamo ballato indossando i loro abiti africani per l’ultima festa insieme, ci siamo commossi nel fare insieme la lavorazione dalle fave di cacao al cioccolato – per gli africani produttori dei semi era

Questo progetto ha messo insieme Paesi europei e africani. Proprio i ragazzi e le ragazze ivoriani e togolesi hanno dato alle giornate non solo un tocco e un’energia straordinari, ma anche una consapevolezza politica, soprattutto nei laboratori su cacao e commercio equo, impossibili se fosse stato solo fra europei (si veda l’intervista a p. 7). Per una settimana abbiamo sperimentato una salutare biodiversità che ha accresciuto la forza stessa del progetto: parlavamo inglese e francese, ma c’erano anche l’italiano, il ceco e ben 5 lingue africane!! ENORMI POTENZIALITÀ

Abbiamo avuto davanti agli occhi enormi potenzialità per il futuro, ricchissimi incontri per tante realtà di Modica perché abbiamo coinvolto in pieno tutta la nostra rete e tutti hanno tenuto un seminario o una comunicazione sulla loro storia e le loro azioni: da Il Clandestino, all’AVIS, da Singola Camera da tè, alla Coop. Etnos, all’Hosteria della Musica, ai Tetti di Siciliando, a Crisci Ranni, alla Coop. L’Arca. Ringraziamo per l’entusiasmo e l’energia che ci è stata donata: per i prossimi mesi saranno il nostro alimento! ■


Alternare scuola e lavoro è una bella idea! MAGGIO/GIUGNO 2013 Registrazione al Tribunale di Modica 3/2011– Anno II

Giornale di informazione gratuito per soci, simpatizzanti e consumatori della Cooperativa Quetzal – la Bottega Solidale

direttore responsabile Pippo Gurrieri

redazione

Sara Ongaro

hanno collaborato a questo numero 4D e 5D Liceo "Raeli" Noto, Concetto Di Rosa, Martina Imbesi Francesca Piccinini, Barbara Andreani (Coop. Monimbò), Eric Komi Agbokou, Angelo Migliore, Teresa La Fiandra, Sara Ongaro stampa

Ideal Print tipografiaidealprint@gmail.com

cooperativa quetzal la bottega solidale Corso Umberto I, 223/a 97015 – Modica (rg) tel. e fax 0932-066374 www.quetzalmodica.it

Commissario e vice-Commissario: Francesco La Fauci e Anna Di Gregorio

Se desideri collaborare, diventare socio o se vuoi fare un’esperienza di volontariato nell’ambito del Commercio Equo e Solidale, contattaci subito a questo indirizzo:

cultura@quetzalmodica.it

Segui le nostre iniziative e tieniti aggiornato sulla realtà del commercio equo e solidale: www.facebook.com/ QuetzalModicaBdM

4D e 5D del Liceo “Raeli” di Noto Noi alunni del Liceo delle Scienze sociali “M. Raeli” di Noto, abbiamo incontrato, nell’ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro, il commercio equo e solidale e la Cooperativa Quetzal. Sara Ongaro e Marcello Potenza, nostri tutors d’azienda, ci hanno illustrato le modalità relative a questo nuovo modello di commercio. L’obiettivo di questo breve ciclo di lezioni era quello di prepararci ad affrontare un’esperienza lavorativa presso la Cooperativa “Quetzal” a Modica, che produce cioccolato modicano, utilizzando materie prime (cacao, peperoncino, cannella, ecc…) provenienti dal circuito del commercio equo e solidale (Messico, Filippine, Repubblica Domincana, ecc). Per noi studenti, questa iniziativa si è rivelata molto interessante: ci ha permesso di conoscere un tipo di commercio alternativo che, rispetto a quello attualmente in voga con la globalizzazione, garantisce i diritti dei piccoli produttori agricoli e si proietta al miglioramento del Terzo mondo. Abbiamo conosciuto le specifiche attività della Cooperativa, relative alla produzione, al confezionamento, ...questo momento è distribuzione ed alla vendita del servito per proiettarci alla cioccolato modicano, di cui è stato recentemente richiesto all’Unione nel mondo del lavoro, europea, dal Consorzio dei produttori partendo da un di cui la Cooperativa non fa parte, il marchio I.G.P. contesto locale... Abbiamo realizzato lo stage lavorativo presso il laboratorio dolciario e presso il punto vendita della Cooperativa, avendo l’occasione di capire dall’interno il funzionamento delle varie attività e di collaborare, anche se per un solo giorno alla loro riuscita. Concretamente abbiamo curato il confezionamento del prodotto ed il suo imballaggio, con il supporto dei tutors aziendali, dei tutors scolastici e dei dipendenti della Cooperativa, i quali si sono mostrati disponibili e, soprattutto, molto pazienti ad insegnarci le tecniche di confezionamento del cioccolato. Per ultimo, fermandoci a Modica nella pausa pranzo, abbiamo anche potuto apprezzare i prodotti gastronomici locali, quali le focacce modicane e gli ‘mpanatigghi. Dal punto di vista formativo e professionale, questo momento è servito per proiettarci nel mondo del lavoro, partendo da un contesto locale che vuole favorire, attraverso l’impegno di ciascuno, una maggiore sensibilizzazione verso questo nuovo e alternativo modo di fare commercio, nel rispetto dei produttori ma anche dei consumatori e fornendo molte informazioni che raramente si acquisiscono quando semplicemente si fa la spesa. ■ Grazie all’ottima esperienza reciprocamente fatta con il primo, qui descritto dai protagonisti, un secondo stage avrà luogo nel mese di maggio con altre classi della stessa scuola.

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TURISMO RESONSABILE | Idee per uno stile di vita sostenibile

Il turismo responsabile: viaggiare non è scoprire nuove terre, ma avere nuovi occhi di Martina Imbesi (Coop. Viaggi e Miraggi) Viaggiare, che passione! Voglia di staccare, desiderio d’avventura, curiosità, ricerca della propria dimensione; quali che siano le motivazioni questo impulso ciclico al nomadismo pare essere presente in ciascuno di noi. E in effetti ormai il turismo è la principale industria del globo. Pellegrini, mercanti, religiosi, esploratori, da sempre il viaggiare è quasi considerato un diritto inalienabile dell’uomo, occidentale ovviamente.

Il diritto alla vacanza Eppure a pensarci bene il diritto alla vacanza, e l’effetto di dipendenza che tale attività comporta, è un concetto teorico i cui confini è forse l’ora di delimitare. La pochezza morale che caratterizza il turismo di massa fa leva su meccanismi psichici del consumatore, spinto ad acquistare pacchetti all-inclusive che ripropongono l’ambiente familiare, alieno da rischi e dal contatto con gli indigeni, in cui persino il cibo e il sapone sono quelli di casa. Tracciando una linea di demarcazione tra “turista” e “viaggiatore” Terzani notava che: “L'industria turistica è orribile non solo per fenomeni come la pedofilia e il mercato del sesso, ma perché ha creato una mentalità da prostituzione. Si vende

tutto di un luogo e delle persone che lo abitano pur di fare soldi. Come a Firenze, trasformata in un'enorme bottega. Il turista scende da un aereo con l'aria condizionata e viene prelevato da un autobus con l'aria condizionata. Negli alberghi trova la cucina internazionale che è uguale dappertutto e si lava con un sapone che è lo stesso a Roma e a Timbuktu. Viaggiare è qualcosa di diverso. Bisogna darsi tempo. Chi pensa di fare tutto in tre giorni, visitando ogni

...Nasce il Turismo responsabile con l'intenzione di scrivere una nuova pagina del Turismo... ora qualcosa, ha finito di vivere il viaggio, non può mai lasciarsi andare. Bisogna prepararsi alla scoperta, leggere qualcosa di bello, ritrovare la poesia del viaggio." E’ da questo disagio che nasce la necessità di restituire ai locali il diritto di sentirsi protagonisti, di preservare la propria identità: e così alla metà degli anni Novanta in

Italia si fa strada una nuova idea di viaggio, più rispettosa dei paesi e delle genti. Nasce il Turismo Responsabile con l’intenzione di scrivere una nuova pagina del turismo. Un modo di viaggiare caratterizzato da una duplice preoccupazione: per l'ambiente dei luoghi visitati dal turista, e per il benessere e l’identità delle popolazioni che vi abitano, mantenendo l'integrità culturale, i processi quotidiani, la diversità biologica, i sistemi di vita dell'area in questione, in maniera che le comunità locali siano beneficiarie e non vittime dello sviluppo turistico. Riproponendosi di archiviare la visione cartolinesca del turista-consumatore, il Turismo Responsabile gli da un ruolo attivo e operativo; appellandosi a una nuova religione del viaggiare i cui dogmi siano: Rispetto-Condivisione-Conservazione. Una nuova maniera di viaggiare, che nasce dalla voglia di mettersi in gioco, di arricchirsi, possibilità di scoprire e lasciarsi scoprire. Una percezione vergine che si abIl turismo responsabile in Italia:

www.aitr.org, www.viaggiemiraggi.org, www.viaggisolidali.it, www.ramviaggi.it

◖ Per Far Le Brevi ◗ Dal 30 giugno al 7 luglio si terrà a Modica il “4° LABORATORIO DI TESSITURA. Fra trama e ordito sul sentiero del nostro cuore ascoltando dove fili e domande ci portano”: per chi vuole imparare, per chi è solo curiosa, per chi ha già tessuto ma vuole riprendere con altre, per chi è artista nell’anima o artigiano nella sostanza, per tutti quelli che cercano e creano. Per chi viene da lontano e prima si prenota è disponibile l’alloggio. I pasti in comune sono disponibili per tutti insieme a suggerimenti per dormire e mangiare. A scelta possono essere organizzati momenti al mare, meditazione, trekking, tai qi. Per info e iscrizioni: 0932-752321, 3408200267, saroesara@gmail.com

Nelle Filippine Ruth Salditos, dirigente della cooperativa PFTC che produce lo zucchero mascobado è stata accusata di far parte di un gruppo armato e di aver ucciso una persona in un’azione militare. Saro e Sara l’hanno conosciuta personalmente e molto apprezzata per integrità e dedizione. L’accusa è molto pesante, è assolutamente incompatibile con la persona di Ruth ed è tipica di quando si vuole eliminare un attivista sociale. Le organizzazioni di commercio equo italiane hanno lanciato una campagna per la sua liberazione. Qualche anno fa era toccata la stessa sorte a un altro dirigente della stessa Cooperativa. Aggiornamenti nel prossimo numero. ◗ ◖

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IL PROGETTO EUROPEO FISYCYOUTH IN ACTION A MODICA Il progetto dal punto di vista degli ivoriani Spiegare l’economia solidale a dei giovani ivoriani?! All’inizio noi della Communauté Abel eravamo scettici: ci sembrava utopistico pensare di offrire lavoro nell’ambito del commercio equo e del turismo responsabile, a dei ragazzi che vivono in contesti in cui è difficile trovare qualunque impiego (figuriamoci in settori di nicchia e misconosciuti a queste latitudini!). Ma l’utopia è quello che ha sempre guidato il progetto del Gruppo Abele a Grand Bassam, dove da trent’anni si fa formazione professionale, alfabetizzazione, sostegno educativo, alimentare, sanitario, animazione sociale. Cos’è l’AEJT Così abbiamo accettato la sfida di partecipare al progetto Fysic. Abbiamo ritenuto importante che a realizzarlo fosse un’associazione che sosteniamo da tempo: l’AEJT, l’Association Enfants et Jeunes Travailleurs. Si tratta di un’organizzazione internazionale, composta da giovani tra i 12 e i 30 anni, impiegati nell’economia informale. In Costa d’Avorio ha il riconoscimento ufficiale del governo e la coordinazione nazionale ha sede a Grand Bassam, nei locali di una delle strutture della Communauté Abel. La rete dell’AEJT, compre tutto il territorio nazionale, con 12 sezioni, 79 gruppi di base e oltre 9.000 membri nelle maggiori

città. I principali obiettivi di AEJT sono promuovere i diritti di giovani e bambini lavoratori; migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro; implementare le capacità e le conoscenze dei suoi membri. Questi obiettivi sono perseguiti attraverso attività di mobilitazione e sensibilizzazione; attraverso la partecipazione a corsi di formazione e attraverso iniziative di lobbying. Grazie alle capacità di mobilitazione di AEJT sono stati selezionati 60 giovani che hanno partecipato ad una prima fase di formazione teorica in Costa d’Avorio, su come si possano avviare attività generatrici di reddito nell’economia solidale.

di Francesca Piccinini

leberrimo cioccolato le fave di cacao che avevano portato dal loro Paese (principale produttore mondiale, in cui però non esistono impianti di trasformazione), hanno scoperto la fiducia che… “si può fare!”. Non so se riusciranno davvero a farlo come si propongono ora, ad attivare un circuito di turismo responsabile a Grand Bassam (città appena entrata nel patrimonio dell’Unesco) o ad aprire un magasin du monde ad Abidjan, in cui presentare prodotti locali selezionati coi criteri di Quetzal. Sicuramente abbiamo gettato dei semi, che ci impegneremo con tutte le forze a far crescere. ■

Dallo scetticismo all’entusiasmo A sei di questi è stata offerta la partecipazione al workshop di Modica, esperienza che ha definitivamente cancellato tutto lo scetticismo dell’inizio: la loro reazione entusiastica ci ha fatto capire non solo quanto possa essere importante dal punto di vista umano un’occasione di incontro e scambio con coetanei provenienti da altre culture, ma anche che non è prematuro iniziare a diffondere nei Paesi in via di sviluppo, l’idea che tale sviluppo si possa fare in modo sostenibile. A Modica, grazie alla Cooperativa Quetzal, hanno toccato con mano cosa significa commercio equo, sono riusciti loro con le loro mani, a trasformare nel ce-

QUELLO CHE È GIUSTO È GUSTO | Proposte gastronomiche con ingredienti della Bottega

GNOCCHI DI QUINOA di Teresa LaFiandra

INGREDIENTI (6 persone) 250g di quinoa, 600 ml di latte, 1kg di spinaci, 70 g di parmigiano grattugiato, 2 tuorli d'uovo, sale q.b., uno spicchio d'aglio, un cucchiaio di olio extravergine d'oliva , burro per la teglia. Per la besciamella : 500 ml di latte, 50 g di burro, 50 g di farina, noce moscata e sale q.b.

PROCEDIMENTO Sciacquare la quinoa sotto l'acqua corrente e unirla al latte messo a scaldare sul fuoco; Mondare gli spinaci e cuocerli in padella con un cucchiaio d'olio e uno spicchio d'aglio. Quando sono ben cotti tritarli con un frullatore; Mescolare di tanto in tanto il latte e la quinoa fino al completo assorbimento del primo; toglierli dal fuoco e aggiungere gli spinaci tritati, i tuorli d'uovo e il formaggio grattugiato; Preparare la besciamella unendo al latte il burro, la farina , una spolverata di noce moscata e il sale e cuocere mescolando fino a quando non raggiunge una consistenza densa ma ancora fluida;

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Imburrare una teglia da forno e stendere un velo di besciamella sul fondo; Fare delle palline con il composto di spinaci e quinoa , adagiarle sulla teglia e ricoprirle con la besciamella e una spolverata di parmigiano; Infornare a 180° in forno già caldo; Cuocere fin quando la besciamella sul fondo non sobbolle leggermente, spegnere e gratinare la vivanda.


“UN PROGETTO RIVOLUZIONARIO!” Le valutazioni finali — di Sara Ongaro Nel costruire il programma del progetto a Modica abbiamo pensato sia di mostrare in pratica la nostra rete sul territorio (per cui i partecipanti hanno anche mangiato e dormito in diverse realtà con cui collaboriamo tutto l’anno), sia creare occasioni di incontro con realtà modicane che potessero offrire loro spunti o momenti di scambio e conoscenza delle reciproche situazioni e infatti Eric ha concluso “Ascoltando e vedendo così tante e diverse esperienze, ci ha martellato l’idea: se lo fanno loro, possiamo anche farlo noi!” Il pomeriggio con Piero, Francesco e Andrea, componenti della redazione de "Il Clandestino" è stato interessante per discutere di democrazia e dei rischi di dire la verità se a qualcuno dà fastidio, di coraggio e di scelte etiche portate avanti costi quel che costi. Non sono temi estranei ai ragazzi africani che vivono in contesti più violenti, dove l’impunità regna, con presenza di interessi economici inscalfibili e da non mettere in discussione: Joel avverte subito che l’idea di pagare il cacao a un prezzo giusto come fa il commercio equo, e non da fame come di solito avviene, può disturbare molto. Con l’AVIS si è parlato dell’importanza del fare rete su un territorio con aziende, associazioni, ecc. Con Etnos hanno visto un’esperienza concreta di turismo.

Dinamiche di cambiamento Che il progetto metta in atto un processo di cambiamento profondo viene fuori da tanti commenti: Edinam dice che ci aiuta a cambiare il nostro punto di vista, a scoprire che abbiamo nelle nostre mani

tante risorse e possibilità ma di solito non le usiamo, fino a farle concludere che il programma che abbiamo svolto è decisamente rivoluzionario! Anche Andrea Mecozzi, il coordinatore del progetto, sottolinea che è sorprendente, dalla società italiana che manifesta in tanti modi la volontà di non cambiare, guardare questi giovani che credono fermamente che cambiare è possibile, lo desiderano e lo mettono in pratica. Il colonialismo ha fatto capolino in moltissimi discorsi, perché da lì partiamo e non si può parlare di cacao senza ricordarselo (essendo “merce coloniale” per

ma in diversi sottolineano che l’auspicio iniziale che si diventasse una famiglia, si è davvero realizzato. Il progetto è stata anche una bella esperienza di ascolto e incontro: Misha dice che considerando quanto differenti sono le nostre culture di partenza – uomini e donne, europei e africani, cristiani, atei e mussulmani- è un miracolo che per 6 giorni siamo stati così bene insieme e che le incomprensioni siano state così piccole.

Il progetto è stata anche una bella esperienza di ascolto ed incontro eccellenza insieme a caffé e té): ma Edinam afferma con forza che venire da noi è stato come entrare in una casa di amici in Africa, altro che colonizzatori!

“Siamo diventati una sola famiglia” Paul dice: “Con questo progetto ho capito che veramente la conoscenza è potere”: se conosciamo il cacao fino in fondo, siamo persone diverse, possiamo pensare al futuro in modo diverso. Grande commozione in Ismael che nella valutazione finale commenta solo che il problema è che la settimana è già finita,

Quinoa: una storia lunga 5000 anni La quinoa (Chenopodium quinoa) viene coltivata da oltre 5000 anni sugli altipiani pietrosi delle Ande a 4000 metri sul livello del mare ed è cibo essenziale per le popolazioni andine. Appartiene alla famiglia delle chenopodiacee, come gli spinaci o la barbabietola ed è un alimento particolarmente ricco di proprietà nutritive: contiene fibre e minerali, come fosforo, magnesio, ferro e zinco, ed è un'ottima fonte di proteine vegetali. Non contiene glutine Altromercato è stato un pioniere nell’importazione della quinoa in Italia. Le prime confezioni sono arrivate sugli scaffali delle Botteghe Altromercato già nel 1998, ben 15 anni fa. Grazie a quest’attività Altromercato ha avuto modo di intessere relazioni, commerciali e non solo, con

Gente di Quetzal

IL PROGETTO NELLA LINGUA MADRE

TOGO - Ne edzibe yayi kaba là, wo deka yi! Ne edzibe yayi dzidzifé là, yi le hatsotsomé!

Concetto Di Rosa

Mi rendo conto che sono entrato nella cooperativa in un momento difficile e di crisi. Conoscevo già diversi dei suoi membri da anni e la cooperativa dalla sua nascita e apprezzavo il suo operato. Alla fine ho aderito perché invitato da un altro socio, volendo dare il mio sostegno a quel particolare momento a un’organizzazione che ritengo importante per la nostra città e per il suo lavoro in solidarietà con il Terzo Mondo. Fino a quando vedrò che il mio contributo può servire mi farà piacere restarci. ■

Anapqui, un’associazione di contadini boliviani che opera nel rispetto dei principi internazionali del fair trade.

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A proposito di reti fra botteghe Coop. MONIMBÓ di Perugia si presenta: — di Barbara Andreani L’Associazione Monimbò nasce a Perugia nel 1992 per iniziativa di un gruppo di persone che gestivano alcuni banchetti per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni dei lavoratori nelle aree più povere del Mondo. Il punto vendita si è poi trasferito nel centro di Perugia e nel 1997 Monimbò si è trasformata in una cooperativa sociale senza fini di lucro. Nel corso degli anni centinaia di volontari hanno dato il loro contributo dedicandole tempo e passione. Nel 2005 nasce la bottega di Terni. Monimbò è la più importante organizzazione di commercio equo dell'Umbria e conta oggi quasi 300 soci e decine di volontari impegnati nella promozione del consumo critico e di una maggiore attenzione ai diritti dei produttori, della finanza etica, dell’educazione alla multiculturalità e del turismo responsabile. Le due botteghe oltre ad occuparsi della vendita dei prodotti, creano momenti di informazione e sensibilizzazione, organizzano incontri nelle scuole, attività culturali. Monimbò ha costituito, insieme alle altre botteghe umbre, l’Associazione Umbria EquoSolidale. che ha giocato un ruolo determinante per l’approvazione della Legge Regionale n. 3/2007 per la diffusione del commercio equo e solidale. Organizza dal 2001, insieme ad UES, Altrocioccolato, festa del cacao equo e solidale: quest'anno si svolgerà, dal 18 al 20 ottobre, a Città di Castello. Tra le diverse campagne, attualmente, la cooperativa sta promuovendo la campagna Fair Trade Beyond 2015, lanciata dal WFTO (organizzazione mondiale del commercio equo) e ripresa in Italia da AGICES. La richiesta è che il fair trade venga considerato mondialmente uno degli strumenti per contrastare la povertà; per questo Monimbò ha chiesto e ottenuto la firma del Sindaco di Perugia per l'assunzione di precisi impegni per sostenere e promuovere il commercio equo anche nelle scelte che competono l'amministrazione. Da diversi anni, inoltre, la Cooperativa Monimbó sostiene il progetto di importazione diretta MAARIFA- Kenya (realizza manufatti in cuoi, in particolare sandali decorati con perline, oltre che cinture, portachiavi, fermagli per capelli e bigiotteria): è un progetto di mutuo aiuto nato per creare l’opportunità di lavorare insieme con uno scopo comune: far crescere la propria attività e migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. www.monimbo.it SCONFINIAMO | Dai nostri inviati negli “altrove” del Pianeta

Souvenir: che senso ha viaggiare? - di Martina Imbesi La prima volta che misi piede in un paese arabo rimasi piacevolmente colpita dalla strana familiarità con cui mi si presentava. L’odore di cuscus mi riportava indietro nel tempo, alla cucina di mia nonna, alle sue maniche arrotolate e i piccoli granelli di semola appiccicati alle sue mani. La presenza delle donne velate non disturbava la mia visione: non erano poi così distanti dall’aspetto composto che assumeva mia nonna quando usciva dal perimetro domestico. L’incarnato niveo e gli occhi azzurri di Nesrine, la prima persona autoctona con cui venni in contatto, erano molto distanti dai colori mediterranei che avevo immaginato di trovare. Nessun uomo imbottito di tritolo che minacciava di farsi esplodere, nessuna necessità di velarmi per preservare la mia incolumità. L’imperialismo

culturale, triste retaggio del passato coloniale, ha finito per imporsi nella mente dei più creando immagini distorte, deformi, lontane anni luce dalla realtà. Certo non si può nascondere che tristi fatti di cronaca ci raccontano di pratiche primitive, di donne escisse o infibulate, di donne lapidate, casi di violenza inaudita e inaccettabile, che non hanno, però, nulla a che vedere con l’Islam. In Occidente fa paura il fanatismo religioso, ma non l’adorazione di marche e di modelli di vita esasperati, l’ostentazione di corpi di plastica, mercificati, l’annichilimento dei cuori e delle coscienze. Del resto a Vandana Shiva non è mai stato ingombrante il sari nel portare avanti le sue battaglie e non credo che Benazir Bhutto fosse costretta ad indossare il velo. Sarebbe bello, piut6

tosto, se nel fare la valigia prima di partire, lasciassimo nei cassetti di casa preconcetti e sovrastrutture culturali e riempissimo i nostri bagagli di voglia di ascoltare, di assaporare, di conoscere quello che hanno da dire le persone, sentire sulla pelle l’odore delle loro storie, capire quale sia la loro verità. Lasciando librare nella nostra mente parole e sentimenti di uomini e donne reali. Altrimenti che senso avrebbe viaggiare?


CON PAROLE SUE | Opinioni sotto i riflettori

INTERVISTA ad ERIC KOMI AGBOKOU dell’Associaione EFD, Togo — di Sara Ongaro Sei stato a Modica per 6 giorni con 6 ragazzi e ragazze togolesi per il progetto Youth in Action: cosa si portano a casa? Questi 6 giorni hanno trasmesso un nuovo modo di pensare e vivere ai nostri ragazzi: per la prima volta sono venuti in Europa e hanno fatto un’esperienza di incontro con 18 giovani di altri paesi, diversi per formazione e aspettative. L’esperienza di relazioni interculturali fa sì che si torni a casa con speranza per nuove sfide, come creare il proprio lavoro e magari produrre cioccolato. Nel tuo paese sei un animatore: puoi spiegare perché e come sei diventato psicologo e perché oggi lavori in Togo nell’EFD? Ho un sogno: un giorno gli Africani vivranno in Africa senza povertà, corruzione e guerre. L’africa è un continente ricco con molte persone intelligenti e ben qualificate. Non si capisce perché i Paesi africani continuino ad essere i più poveri del Pianeta. I problemi sono sempre gli stessi…c’è qualcosa che non funziona! Dopo i miei studi in Germania sono tornato in Togo con un chiodo fisso: accompagnare una nuova generazione di giovani leaders che potessero capire di essere i co-attori del loro destino e del destino dell’Africa. Possiamo riscrivere la nostra storia e dare speranze alla nuova generazione cambiando il nostro modo di pensare e lavorando sodo. È lo scopo della nostra associaizone EFD (cioè “Enfants, Football, Development” ovvero "Bambini, Calcio e Sviluppo"). Quando abbiamo iniziato la nostra azione abbiamo capito che la povertà non è mancanza di risorse, ma mancanza di innovazione e creatività. Questo deriva dal nostro sistema educativo che non le promuove. È un’eredità del colonialismo francese: siamo formati per ricevere ed eseguire ordini, non per creare qualcosa, siamo educati a sottostimarci e a credere che non possiamo fare niente perché non siamo niente. Con l’associazione cerchiamo di mettere in discussione questo. I bimbi e i giovani sono i nostri soggetti di riferimento. Il calcio è lo sport più amato in Africa, non ha bisogno di soldi: una palla si fa con una noce di cocco o con quattro stracci. Usiamo il calcio per raggiungere la gente e promuovere valori. Lottiamo per un’educazione migliore e il diritto di tutti all’amore e alla speranza.

Cosa ti ha colpito maggiormente di quello che avete fatto a Modica?

Il fatto che il procedimento per ottenere il cioccolato dalle fave di cacao è così semplice! Ma in Africa ci hanno sempre detto che per fare il cioccolato servono investimenti milionari, tecnici e macchinari. Non si capisce come mai tutto ciò sia tenuto nascosto ai contadini africani che sono i principali produttori di cacao al mondo! È incredibile come i nostri governi o chi ci ha preceduto non abbia mai avuto la curiosità di vedere cosa succede alle fave esportate in Europa. Continuo a pensarci: è assurdo!! Qual è la situazioen del Togo e che ruolo può avere il commercio equo e solidale? Il Togo è il 128° paese più corrotto al mondo. Secondo il rapporto 2012 della Banca Mondiale il Togo è al 162° posto su 183. Il commercio equo è la miglior opzione per far crescere l’economia del Togo, perché lo sforzo dei contadini può essere efficace se sono pagati giustamente. L’economia del nostro paese è basata sull’agricoltura ma i contadini non hanno possibilità di accesso al credito, né informazioni sul mercato dei loro prodotti. Speriamo di condividere le informazioni assunte a Modica con i contadini dei nostri Paesi. Pensiamo che il commercio equo possa risolvere molti problemi legati a corruzione e povertà. L’emigrazione in Europa è vista come una via d’uscita possibile per molti ragazzi in Togo? Se i ragazzi non hanno alcuna speranza per il loro futuro in patria, allora l'emigrazione è una via per sopravvivere. Il motivo per cui questo progetto europeo mi piace molto è che dà la possibilità a giovani del Nord e del Sud del mondo di pensare insieme al loro futuro. Con questi progetti la direzione cambierà in futuro: l’emigrazione non sarà più verso l’Europa, ma verso l’Africa! Ringrazio l’Unione Europea per pensare al migliore futuro per i nostri giovani. Dovrebbe capire che è infinitamente meglio investire soldi in questi progetti che nelle guerre in Africa. Il modo migliore di prevenire le guerre è far incontrare i giovani e farli pensare al loro futuro. ■

“Il modo migliore di prevenire le guerre è far incontrare i giovani”

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MODICA CON GLI OCCHI DEGLI ALTRI “Modica sembra una città di pensionati: dove sono i giovani?” (Veronique e Felix, Costa d’Avorio e Togo)

il 75% della popolazione in Togo ha meno di 18 anni “Sono stata sveglia stanotte e ho visto che dalle 4 alle 7 qualcuno ha bruciato plastica: come è possibile?” (Kaçka, Rep. Ceca) “È una città simpatica e accogliente!” (Edinam, Togo) “Per la strada nessuno parla inglese!” (Misha, Rep. Ceca) “Mi ha colpito che il lattoniere che è un lavoro di grande creatività non ha nessun giovane che impara da lui il mestiere” (Paul, Togo)


Un’altra edicola è possibile

Una visita a Carmagnola:

micro-rassegna stampa a cura di Sara Ongaro

Assocanapa si racconta — di Sara Ongaro Essendo diventati il nostro fornitore dei semi ta confusione e poca chiarezza: per esempio siamo di canapa decorticati, siamo stati a visitarli. Nella l’unico Paese in cui non è stato definito il livello mipianura di Carmagnola, vicino a Torino, troviamo nimo di THC, cosa che lascia sempre un margine di l’edificio con il magazzino, gli uffici e la lavorazione. incertezza e rischio per chi la coltiva e lavora. Assocanapa è un'associazione nata nel 1998 per promuovere la canapa. Nei primi anni i soci fondatori si Assocanapa dà assistenza legale ai produttori rimboccano le maniche e lavorano alla creazione di in tutti i casi di problemi e fa parte della commisuna macchina che possa lavorare le balle di canapa sione ministeriale che va discutendo di tutti i punti appena raccolte e trasformarle in fibra e canapulo. controversi. Ha un'ottima reputazione, tanto che i Sognano una macchina che come una mietitrebbia loro prodotti vengono presi ad esempio anche dalla vada di campo in campo. Ma la conclusione è Guardia di Finanza per valutare derivati dalla canapa un macchinario molto costoso e imposimportanti dall'estero. È sorprendente il lavoro sibilitato a muoversi e quindi poco di ricerca che svolgono continuamente in IL SITO INTERNET conveniente (la canapa dovrebbe collaborazione con moltissime universiSULL’ARGOMENTO essere trasportata da lontano) tà sia in termini di analisi e studio della però tuttora funzionante nella pianta che di progettazione per migliowww.assocanapa.org loro sede. rare la filiera. E così per esempio si è Coordinamento Nazioscoperto un cannabinoide, il CBD, annale per la CanapicolFederica, instancabile tuttofatagonista del THC, fondamentale a scopi tura in Italia re, mi racconta che oggi Assocanaterapeutici (contro i tumori della pelle). pa è in contatto con quasi tutti i coltivatori di canapa in Italia, anche perché tutti si Assocanapa si occupa di canapa a 360°: dai rivolgono a loro per i semi: sono infatti anche ditta semi alla trasformazione, dai tessuti all'alimentare sementiera, l’unica con l'autorizzazione dall'ente (hanno produttori che lavorano la farina o i semi e europeo che certifica la canapa e i livelli di THC. Venquindi realizzano pasta e dolci), dai cosmetici all'edono semi italiani, soprattutto di varietà Carmagnodilizia (corde, materiale isolante, mattoni in calce e la e semi francesi (che sono anche bio). Purtroppo a canapulo). E magari prossimamente anche la nostra causa delle proibizioni alla coltivazione della canapa cioccolata...■ e a causa dell’abbandono della produzione per l’introduzione delle fibre sintetiche, tantissime varietà locali italiane, in particolare quelle del sud Italia, sono andate perse irrimediabilmente. Oggi in Italia, a dispetto dell’essere anche sovvenzionata con un contributo, se ne coltivano solo 500 ettari (ogni ettaro ne produce 100 quintali); è usata soprattutto per produrre semi (con cui poi si fa l’olio) e fibra o canapulo (utilizzato molto in bioedilizia come isolante). Oltre che pochi semi, che impediscono di estendere le coltivazioni, in Italia oggi mancano anche i macchinari per lavorarla. A livello legislativo si scon-

Agenda Quetzal

AAM Terranuova è la rivista dell’ecologia e del vivere naturale sempre più seguita e amata anche a Modica. Nel nuovo numero potete leggere: p. 27 "Benvenuti alla Casa del Cibo". A Roma la Casa del Cibo è un luogo di divulgazione della cucina popolare, ecologica, alchemica, opposta alla gastronomia degli chef e infatti la definiscono un'arte magica e "matrircale", a contatto con le materie prime e la natura e cresce intorno a tante relazioni in Italia e all'estero. p. 30 "Vivere in comunità : armonia e movimento". Intervista a due componenti dell'ecovillaggio Città della Luce dove 25 persone fra i 3 e gli 80 anni vivono insieme vicino ad Ancona; ciascuno alvoro in autonomia con porgeti apporvati dalla comunità e utili al suo benessere, infatti tutti mettono in comune lo stipendio. accolgono wwoofer e visitatori in ricerca e fanno parte della RIVE, la rete Italiana dei Villaggi Ecologici che si ritrova quest'anno dal 25 al 28 luglio a Blera (VT) presso Il Vignale. p. 60 "Zanzare: difesa efficace senza tossine". Si racconta perché è meglio evitare piastrine, diffusori aromatici e zampironi che sono nocivi anche per gli umani, soprattutto se asmatici. Si propone di mettere zanzariere, tolgiere ristagni di acqua nei sottovasi e in giardino. Un principio attivo il DEET presente in molti prodotti è dannoso pe ril sistema neurologico: evitarlo soprattutto sui bambini. p. 70 "Cistite: ecco le cure naturali". Si racconta quanto siano inutili gli antibiotici, mentre andrebbe ripristinato l'equilibrio intestinale con un'alimentazione ricca di cereali integrali, verdura e frutta, tisane. Gramigna ed equiseto sono un ottimo rimedio della nonna e olio di tea tree o di mirtillo rosso e mannosio sono importanti.

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appuntamenti in bottega

15 giugno ModicAltArt: saremo presenti nello spazio di S. Niccolò

Ogni venerdì ore 17 Gomitoli e chiacchiere in Bottega

LUNEDÌ 21 · ore 18 — Lettura per bambini e festa di primavera

maggio 2013

giugno · luglio 2013

28 e 30 — nuovo stage scuola-lavoro Liceo Raeli di

Noto, in laboratorio

giugno 2013

30 giugno - 7 luglio — laboratorio di tessitura e non solo, con Attinkité

gli altri appuntamenti

9 giugno: ORE 19:30 presentazione di alcuni produttori locali per una

maggio 2013

spesa sana a Km 0 - SEGUE ore 20:30 Cena sociale con i prodotti sani e

da Venerdì 17 a Domenica 19 · Terra Futura (Firenze)

genuini tra km 0 e commercio solidale condita con la musica dei gruppi

dal 25 al 26 · — 4 passi per un futuro migliore (Treviso)

Shurhuq- musica del Sud e Tarantia che ci accompagneranno anche nelle

giugno 2013

danze del dopo cena

1 e 2 — 4 passi per un futuro migliore (Treviso)

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