Le tre sfide da fronteggiare Come sopravvivere alla crisi p 3 Diritti dell'infanzia La giornata dei diritti dell'infanzia p 4 A proposito di reti fra botteghe Percorsi didattici: Padova si racconta p 6 Le vie del cacao Resoconto del percorso sensoriale p 8 Pagine di informazione per i soci e i simpatizzanti della Cooperativa Quetzal di Modica | distribuzione gratuita
Il destino imprevisto del mondo risiede nel ricominciare il cammino per percorrerlo con la donna come soggetto.” ~ Carla Lonzi
Un caloroso sostegno – 2 Parole di sostegno alla Cooperativa da parte del Presidente di WFTO-Europe — di Giorgio Dal Fiume proseguiamo nella pubblicazione di editoriali di personalità di livello nazionale che da anni ci conoscono e che anche in questo momento così travagliato per noi vogliono fare arrivare il loro sostegno. dopo il professore ercole ongaro, storico e membro del comitato etico di banca etica, è ora la volta di giorgio dal fiume, ex presidente di ctm altromercato ed attuale presidente di world fair trade organization europa (wfto - europe), che ci esprime il proprio autorevole appoggio. Ho incontrato i rappresentanti della Cooperativa Queztal di Modica quasi 15 anni fa, e subito mi hanno impressionato: rappresentavano infatti la Bottega del Mondo più a Sud d’Europa (poi ho saputo che ancora
più a Sud c’è quella di Malta)! Che anche nella bella ma remota Modica si fosse sviluppata una Bottega del Mondo, e che anzi avesse intrapreso una sua autonoma attività produttiva, era per me uno degli indicatori delle potenzialità di sviluppo del Fair Trade, e della capacità di attrattiva e radicamento delle Botteghe del Mondo. imprenditorialitÀ sociale al sud
Poi negli anni di attività nel Consorzio Ctm Altromercato ho avuto modo di conoscerli bene, e di visitarli parecchie volte. Ciò mi ha permesso di associare alla prima
N° 8 – NOVEMBRE 2011
impressione una notevole meraviglia: a Modica la Coop. Quetzal aveva sviluppato una vera e propria imprenditorialità sociale, promuovendo fortemente il commercio Equo, producendo posti di lavoro (non al “nero”), investendo in un progetto che ha “colonizzato” il resto d’Italia (il primo cioccolato modicano equo e solidale), partecipando con costanza a tutte le iniziative nazionali riguardanti il Fair Trade, viaggiando ad incontrare produttori. Per anni è stata inclusa nelle “buone prassi” del Commercio Equo italiano, oggetto di visite e studio. Per molti anni Quetzal ha quindi rappresentato una sfida vinta, non (solo) nei confronti dei problemi del Sud del mondo, ma soprattutto nei confronti dei tanti problemi sociali ed economici che la nostra Italia si porta dietro, e che notoriamente affliggono in modo particolare il nostro Sud: disoccupazione, corruzione, malavita organizzata, lavoro nero… piÙ passione spesso significa piÙ conflitti
Poi, ho saputo dei problemi interni nati, dei litigi, delle scissioni. Il Fair Trade non è immune da questi pericoli, ed anzi associando a questioni economiche anche aspetti ideali, ed essendo basato sulla passione dei singoli, sono ancora maggiori – rispetto al mondo economico o associativo – i rischi di litigi e rotture. Da noi si discute su tutto, la partecipazione alle scelte è molto diffusa, ogni decisione non condivisa può mettere in discussione la motivazione di chi opera nelle Botteghe del Mondo. Forse è quello che è accaduto anche a Modica. non possiamo perdere il contributo di quetzal!
Nessuno da fuori può trarre giudizi o conclusioni. Tranne una: perdere la Cooperativa Quetzal sarebbe stata una disgrazia per tutto il movimento del Fair Trade. Per questo il mio caloroso augurio a trovare vecchie e nuove motivazioni per proseguire e continuare a dare un prezioso contributo a tutto il movimento ■
Canapa da riscoprire La riscoperta della canapa e il suo utilizzo in un nuovo progetto in Cooperativa — di Sara Ongaro NOVEMBRE 2011 – N°8 Registrazione al Tribunale di Modica 3/2011 – Anno I
Giornale di informazione gratuito per soci, simpatizzanti e consumatori della Cooperativa Quetzal – la Bottega Solidale
direttore responsabile Pippo Gurrieri
redazione
Rachele Baglieri, Sara Ongaro
progetto grafico Elio Di Raimondo
impaginazione grafica Rachele Baglieri
hanno collaborato a questo numero Monia Berti, Marcello Potenza, Angoli di Mondo, Aurora Chiaramonte, Giorgio Dal Fiume, Rosa Modica, Danila Cotroneo, Sara Ongaro
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cooperativa quetzal Corso Umberto I, 223/a 97015 – Modica (rg) tel. e fax 0932-752321 www.quetzalmodica.it PRESIDENTE
Saro Guarrasi AMMINISTRATORE DELEGATO
Fabrizio Nardo CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Rachele Baglieri, Saro Guarrasi, Marinella Melieni, Angelo Migliore, Fabrizio Nardo
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Da qualche tempo si assiste anche in Italia a una riscoperta della pianta della canapa, dopo che per anni ne era stata vietata la coltivazione, perché alcune varietà contengono nelle infiorescenze femminili delle sostanze psicotrope chiamate THC cioè Tetraidrocannabinolo. Ormai moltissimi negozi vendono prodotti di abbigliamento, arredo, carta, alimentari di canapa e molte aziende si stanno dedicando alla coltivazione e alla trasformazione industriale della pianta.Dietro richiesta e sollecitazione di un’azienda che commercializza prodotti di canapa, Emunà B.H., anche noi abbiamo iniziato a produrre una barretta della nostra cioccolata con semi decorticati e tostati di canapa. Ma la canapa ci interessa come pianta ingiustamente bistrattata a causa delle vicende sociali dell’Occidente alle prese con il problema della dipendenza, vicende che hanno portato alla sparizione di una pianta preziosa e dalle mille qualità agrarie, nutrizionali e tecniche. Fino agli anni ’50 del 1900 l’Italia era uno dei principali produttori mondiali di canapa. In alcuni Paesi, come l’Inghilterra, era addirittura obbligatorio per i contadini dedicare una parte dei loro campi a questa coltivazione, importantissima per l’industria navale, per esempio. Oggi in Italia ci troviamo nella paradossale situazione in cui da una parte la legge 309/90 continua a vietarne la coltivazione (salvo se autorizzata) e dall’altra il Ministero dell’Agricoltura commissiona addirittura studi di sviluppo, perché essa sarà una delle risorse industriali del futuro. La pianta è originaria dell’Asia Centrale, ma si adatta incredibilmente a tutte le condizioni climatiche. È quasi naturalmente biologica, perché cresce così fitta da impedire a qualsiasi altra erba infestante di proliferare, evitando così l’uso di diserbanti. È interamente biodegradabile. Quasi tutte le sue componenti sono utilizzabili (lo stelo per la fibra, la corteccia è ricca di peptine, dai semi si produce olio o si consumano direttamente o in emulsione per produrre latte di canapa simile al latte di riso, dai fiori si estrae un olio essenziale per l’industria farmaceutica che arriva a costare 10.000€ al litro!). I semi di canapa che sono appunto commestibili sono ricchi di Omega 3 e Omega 6, proteine, vitamina E e impiegati in terapie per alcune malattie soprattutto del sistema immunitario. Speriamo quindi tutti che questa pianta riconquisti la piena legalità e non si continui, per difenderci dall’uso improprio che qualcuno ne fa, a vietarla impedendone così tutti gli usi positivi e utilissimi che se ne possono fare. Noi vogliamo contribuire alla sua riscoperta e l’abbiamo abbinata alla cioccolata: benvenuta Lona! ■
“La canapa
ci interessa come pianta bistrattata”
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IL POTERE DI SAPER FARE | Idee per uno stile di vita sostenibile
LE TRE SFIDE DA FRONTEGGIARE La crisi economica e finanziaria mondiale attanaglia soprattutto i cosiddetti Paesi Sviluppati, in particolare quelli occidentali. Quali sono le vere sfide da affrontare? — di Fabrizio Nardo La crisi economica e finanziaria mondiale attanaglia soprattutto i cosiddetti Paesi Sviluppati, in particolare quelli occidentali. Iniziata con il collasso del mercato immobiliare e finanziario nordamericano, la crisi ha investito lentamente la zona euro, in testa Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia. Probabilmente si estenderà a paesi come Francia, Belgio e chissà …. Le sfide da fronteggiare Ma sono realmente queste le vere sfide da fronteggiare? Pare proprio di no. Gli economisti non hanno dubbi. Rincorrere i mercati finanziari è una partita persa in partenza. La soluzione è semplice: regolamentazione e tassazione delle transazione. Quando gli stati lo capiranno, si potrà cominciare a porre sul tavolo le questioni serie. Quali sono? Tre. Climate change, rivoluzione energetica, sovrappopolamento demografico. Queste sono le sfide da cui dipenderà il futuro del Pianeta Gaia e quindi del genere Umano. cambiamenti climatici e catastrofi naturali I cambiamenti climatici mettono in ginocchio ogni giorno milioni e milioni di persone. Noi occidentali abbiamo occhi e orecchie solo per gli uragani che colpiscono la costa est e sud-est degli Stati Uniti, piuttosto che le bombe d’acqua che in queste settimane hanno devastato la Toscana (Lunigiana e isola d’Elba) e la Liguria (Genova, le Cinque Terre). Nessuna
notizia trapela delle catastrofi naturali che da mesi colpiscono la Thailandia e l‘Indonesia, per esempio. Molti altri paesi devastati dalla siccità. Popolazioni intere messe in ginocchio dalla distruzione di beni e raccolti. rivoluzione energetica ed energie rinnovabili Dal 2008 siamo entrati nell’era della Rivoluzione energetica. Termine coniato dagli addetti ai lavori, in cui si fondono fenomeni e tecnologie legate alle fonti di energia rinnovabile (fer). La diffusione della microproduzione d’energia elettrica prende il posto sempre più delle megacentrali termoelettriche. L’avvento delle smart grid. Le reti di distribuzione dell’energia elettrica intelligenti in grado di consentire la convivenza di piccoli produttori e consumatori di energia con grandi produttori e consumatori di energia elettrica. Le distanze da percorrere si accorciano e si riducono le perdite di veicolamento dell’elettricità. Il tutto governato da un sistema intelligente a nodi, molto simile al web. Un internet dell’energia. Le nostre città diventeranno smart cities. Le tecnologie di gassificazione igcc (Integrated Gasification Combined Cycle) che si sposano con quelle di cattura e stoccaggio della CO2, ccs (Carbon Capture and Storage), rendendo ambientalmente sostenibile l’uso di fonti fossili pesanti (carbone, residui petroliferi).
temi correlati per un benessere da condividere Infine, nessuno dice che oggi il pianeta Gaia ospita oltre sette miliardi di persone. Una pressione demografica imponente che per il solo numero non farebbe paura al pianeta. Il condizionale è d’obbligo se consideriamo che le aree del Pianeta più popolose stanno vivendo un boom di sviluppo industriale mai visto prima. Le nazioni più popolose (India e Cina) oltre a diventare le fabbriche del pianeta (periodo 2000-2008) ormai sono diventate nazioni consumatrici di beni. Ogni anno oltre 100.000.000 persone si affacciano al consumismo di tipo occidentale. Un benessere che è bello condividere, ma impossibile da sostenere per l’ecosistema terrestre. Questi sono i tre temi sul tavolo che aspettano di essere affrontati con la giusta attenzione. Impongono una revisione del modello di sviluppo, degli stili di vita, dei rapporti tra popoli, dell’accesso e dello sfruttamento delle risorse. Tre temi intercorrelati tra loro che una volta sfuggiti di mano scatenerebbero una reazione a catena impossibile da controllare, da governare. L’8 novembre il parlamento australiano ha approvato l’introduzione della carbon tax. Un buon inizio, seppur tardivo! ■
◖ Per Far Le Brevi ◗ Tutte le attività e i laboratori Attinkité sono sospesi per la pausa natalizia, ma sono davvero numerose le iniziative che riprenderanno da gennaio e delle quali vi aggiorneremo. Intanto desideriamo augurarvi buone vacanze lasciandovi con le parole di Hessel, intellettuale progressista da sempre impegnato contro le ingiustizie del mondo contemporaneo: “A noi compete di vegliare tutti insieme affinché la nostra società resti una società di cui possiamo essere fieri. Non questa società di sospetti verso gli immigrati, dove si rimettono in causa le pensioni, i diritti acquisiti. Auguro a tutti voi di trovare il vostro motivo per indignarvi. È prezioso. Quando qualcosa è fonte di indignazione, come è successo a me con il nazismo, allora si diventa militanti, forti e impegnati. Prenez le relais, indignez-vous!”
◖ AGICES promuove la campagna per il congelamento del debito, lanciata dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo e invita le Organizzazioni Socie a fare altrettanto: la proposta è di firmare e diffondere il documento che propone un’altra via d’uscita dal debito. La sospensione sarà relativa alla parte di debito posseduto dai grandi investitori istituzionali che detengono oltre l’80% del suo valore. I piccoli risparmiatori vanno esclusi ◗
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◖ La giornalista Mona Eltahawy è stata arrestata il 23 novembreal Cairo e detenuta per diverse ore dalle forze di sicurezza egiziane. Mona ha dato la notizia del suo rilascio intorno alle 10.30 attraverso Twitter, scrivendo di essere stata arrestata da funzionari del ministero dell’Interno e da membri dei servizi segreti, e di essere stata picchiata e violentata da membri di una formazione paramilitare. Mona si trovava in Egitto per seguire i disordini degli ultimi giorni ◗
Diritti dell'infanzia Il 20 novembre è ricorso l'anniversario della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza — di Marcello Potenza Il commercio equo mette in primo piano il rispetto dei bambini e dei ragazzi, soprattutto a livello di sfruttamento del lavoro. Ma le realtà in cui i bambini sono ancora schiavi, sfruttati, oppressi, privati dei loro diritti fondamentali sono davvero tante, e in larghe parti del sud del mondo questa realtà rappresenta la regola.
vede riconosciuti diritti e garanzie a favore dei minori, ma costituisce un punto di riferimento culturale: i minori sono soggetti di diritto, e in quanto tali vanno educati, protetti e messi in condizione di esprimersi.
commercio equo come possibilitÀ di rispetto e dignitÀ A chi ci viene a far visita in bottega o al laboratorio di cioccolato raccontiamo sempre come vittime di un mondo “adulto” stanno le cose, presentiamo il commercio equo In tutto questo i diritti dei bambini e solidale come una modalità concreta e dei ragazzi hanno un ruolo fondamentale. per svincolarsi da una logica di beneficenza Riconoscere nelle nuove generazioni non gli una tantum, e per dare spazio ad una relazione adulti di domani, ma i bambini e i ragazzi di che si fonda sulla dignità e sui diritti, sopratoggi, interpreti di questo tempo, preziose tutto i diritti dei bambini. In questo risorse da ascoltare e comprendere, senso acquistare prodotti di spesso vittime incolpevoli di un commercio equo rappresenta Per dettagli e approfondimenti mondo “adulto” indubbiamente una garanzia che funziona male, competitivo e che ci sembra perfettamenwww.unicef.it giudicante… Dare il giusto spazio te in linea con lo spirito la convenzione sui diritti e le giuste risorse alla loro educadella Convenzione onu. dell’infanzia zione, al bellissimo percorso verso riappropriazione ed equil’autonomia e la libertà di divenire librio pienamente se stessi. Intervenire con Tuttavia la pur lodevole sensibilità legaforza nella loro tutela, nella loro cura laddove ta a scelte di consumo critico non può da sola manca o è messa in pericolo dalle conseguenze bastare. Il cambiamento legato ai diritti, ingiuste di un sistema malato. alle pari opportunità, all’equità nelle relazioni Alzare lo sguardo verso il disagio e sentire ad una più giusta distribuzione lo come un’emergenza che ci appartiene, della ricchezza è una questione che ha più che ci interroga, che ci dà voglia di intera che fare con un percorso di riappropriazione venire in prima persona…Tutto questo, e di equilibrio. Riappropriazione del nostro ese tanto altro ancora, rappresentano una sere creature a cui necessita possedere davvero gran bella occasione che possiamo decipoche cose, essenziali e significative. dere di cogliere o lasciare al vento ■
FOTO: FACEBOOK
Sono passati ventidue anni Domenica 20 novembre ricorre l’anniversario della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, promulgata a New York nel 1989 e recepita come legge italiana nel maggio 1991. E’ una legge molto importante, che non solo
minori e status Sembra una riflessione scontata ma non è così. I retaggi culturali che vedono nei bambini e nei ragazzi degli individui da “guidare” sono ancora forti, e questo rappresenta una significativa interferenza rispetto alla capacità degli adulti di far emergere e interpretare ciò che i minori hanno da dire o da esprimere. Guardare il mondo da una realtà di commercio equo e solidale dà una lettura sulla condizione dei minori che rimane davvero preoccupante.
Equilibrio dentro noi stessi, con il nostro corpo, la nostra emotività, i nostri più profondi bisogni umani di relazione e differenziazione. Questo lento, complesso, meraviglioso processo può darci la voglia e la forza di cercare l’altro nel desiderio di cambiare insieme; può darci la lucidità di svincolarci sempre di più da un sistema assurdo e inumano; può farci desiderare una realtà diversa, una diversa politica, una diversa economia in cui investire e per cui lottare.
QUELLO CHE È GIUSTO È GUSTO | Proposte gastronomiche con ingredienti della Bottega
Biscotti al cocco Questa ricetta è semplice da eseguire e adatta alle sere natalizie da trascorrere con amici e parenti. Potete trovare in Bottega lo zucchero Picaflor e il baccello di vaniglia.
INGREDIENTI 500 gr di farina di cocco 500 gr di zucchero Picaflor 7 albumi 1 tuorlo 200 gr di farina bianca 1 baccello di vaniglia sale
PROCEDIMENTO
❶ Montare a neve gli albumi in una grande terrina. ❷ Aggiungere la farina di cocco e lo zucchero continuando a mescolare con un cucchiaio di legno, sempre con delicatezza. ❸ Mescolare delicatamente dal basso verso l'alto. ❹ Prendere la sacca dei dolci con imbuto e riempirla con il composto ottenuto. ❺ Pizzicare lievemente il tubo della sacca e formare su un piatto - teglia da forno, ricoperto con l'apposita carta da forno, dei piccoli mucchietti di composto ben distanziati tra loro. ❻ Preriscaldare il forno.
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❼ Mettere la teglia in forno a 160° per 15 minuti sino a quando saranno ben dorati.
❽ I biscotti divranno risultare asciutti in superficie ma morbidi all'interno.
❾ Lasciateli raffreddare prima di servirli. a cura di Rosa Modica
No a violenza sulle donne Perché il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, non sia solo una ricorrenza — di Danila Cotroneo
contro ogni discriminazione In memoria di questo orrore nella stessa data del 1981, un mese prima dell’entrata in vigore della “Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne”, si tenne la prima Conferenza di donne latinoamericane a Bogotà in Colombia. In quella occasione fu proclamata la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. L’Onu ha ufficializzato la ricorrenza nel 1999. La consapevolezza delle donne ha portato all’assunzione del concetto di femminicidio, un neologismo con il quale si nomina ogni
VANIGLIA fa parte della linea di spezie Altromercato, ricca di aromi di giustizia: 14 varietà diverse, macinate o essiccate, 8 mix di spezie e 3 cofanetti regalo in confezioni artigianali. Le spezie Altromercato sono 100% commercio equo e solidale: sono raccolte, essiccate e confezionate a mano nei loro Paesi di origine, selezionate secondo le conoscenze antiche delle erbe e dei loro poteri. Il gruppo di Podie che produce la vaniglia Altromercato è Matale Farmer Group - Kandy District. Sono prodotte in contesti «piccoli», di economie familiari, che evitano gli intermediari e non ricadono nello sfruttamento, per una vita dignitosa e di emancipazione. Vengono coltivate secondo sistemi non intensivi di rotazione dei terreni, seguendo le stagionalità delle piante, accudendole con processi manuali e rispettando i principi dell’agricoltura biologica. Ogni confezione di vaniglia è accompagnata da alcune ricette.
forma di discriminazione e violenza rivolta contro la donna “in quanto donna”. violenza di genere e femminicidio È violenza di genere in ogni sua forma, la punizione quotidiana per ogni donna che non accetta di ricoprire il proprio ruolo sociale. Indossa molteplici vesti: stupro, percosse, aggressioni, intimidazioni psicologiche. È strutturale, perché legata alla relazione tra i sessi e alla trasformazioni delle identità e dei ruoli maschili e femminili. La definizione di femminicidio è quanto mai calzante in relazione alla situazione delle donne messicane, sottoposte a una strage permanente, in particolare nella zona di Ciudad Juarez. Il dato essenziale è che si tratta di dinamiche strutturali di violenza estrema, alimentate dall’indifferenza se non dalla connivenza delle istituzioni, accompagnate dalla certezza dell’impunità, aventi come obiettivo l’esclusione del genere femminile dal godimento dei diritti e dall’esercizio della democrazia. Casi di femminicidio in italia Nell’ultimo quinquennio i casi di femminicidio in Italia sono passati da 84 nel 2005 a 127 nel 2010, con una crescita annuale costante. Se nel 2009 le donne uccise sono state 119, di cui 83 italiane e 36 appartenenti alle comunità immigrate, nel 2010 su 127 vittime le migranti uccise sono state 27 (9 in meno) e le italiane 100 (17 in più). I responsabili sono stati in maggioranza uomini in relazione di intimità con le vittime: mariti (36%), conviventi(18%), parenti (13%), con l’immancabile aggiunta di ex mariti, ex conviventi ex compagni.
Gente di Quetzal
Di fronte all’evidenza del fenomeno, da una parte si assiste al ripugnante ritorno all’utilizzo delle categorie sessiste del delitto d’onore, del raptus di gelosia, di gesto folle dell’uomo tradito o abbandonato. Categorie che servono
FOTO: DONNE DA SUD
le sorelle mirabal e il loro coraggio Da trent’anni esatti, il 25 novembre è un giorno particolare per tutte noi: è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Anche quest’anno intendiamo vivere questa data al di là della retorica stanca. Non vuote parole, ma pratica quotidiana. Non ricordo sterile, ma azione concreta per riempire di contenuti le politiche di genere. Per dare forza alla lotta per i diritti umani, di cui la violenza sulle donne è la violazione più praticata. L’anniversario è di quelli tristi e drammatici. Il 25 novembre del 1960, dopo aver visitato i mariti in carcere, le sorelle Mirabal trovarono la morte in un campo di canna da zucchero dove erano state trasportate per essere pugnalate e strangolate. Patria Mercedes, Minerva Argentina e Antonia Maria Teresa, tre donne unite dal sangue e dagli ideali politici, attiviste dominicane contro la dittatura di Rafael Leonidas Trujillo degli anni ’60, imprigionate e torturate più volte, e infine giustiziate.
ad attenuare le responsabilità, addossando alle donne vittime, in quanto donne, il ruolo di provocatrici e complici dei reati che subiscono. Dall’altra, le esigue risorse ai centri antiviolenza, oggetto di tagli, riguardano il danno già avvenuto, cioè la violenza conclamata e denunciata. Risorse che vengono solo in parte ripristinate dall’ultimo piano nazionale contro la violenza e lo stalking dell’ex ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna. NÉ ricovero, nÉ cura Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che il problema non deve e non può essere trattato in termini di “ricovero o cura”. Questo male sociale e connaturato alla struttura della relazione tra i generi, richiede risposte in termini di occupazione, di indipendenza anche in termini di disponibilità abitativa, di promozione di un piano nazionale di sensibilizzazione e prevenzione. Ogni azione che non terrà conto di una trasformazione culturale sarà vana ■
di Aurora Chiaramonte
Faccio parte della Cooperativa da alcuni anni ormai, lavorando in laboratorio dove cerco di esprimere al meglio le mie capacità e potenzialità, trasformandoli in vera e propria passione. Mi piace molto anche il contatto con le persone, specie quando vengono a trovarci gruppi o scuole. In quei momenti, insieme al valido aiuto di Marcello, attraverso l'animazione, i racconti e i giochi cerco di trasmettere i valori fondanti del commercio equo, quegli stessi che ci legano ai produttori dei Paesi del Sud del Mondo. In alcuni momenti il lavoro è faticoso ma condivido le ore lavorative con delle straordinarie colleghe e colleghi, riuscendo spesso a trasformare i momenti più faticosi in brevi momenti fatti di risate che restituiscono la carica necessaria per andare avanti. Oggi posso dire di avere la medesima passione che mi animava i primi giorni e che rende il mio lavoro qualcosa di più di una semplice occupazione ■ 5
A proposito di reti fra botteghe
TANTE BELLE COSE! | Recensioni NEW ORLEANS CHRISTMAS
La responsabile del gruppo educazione di Angoli di mondo (Padova) presenta i percorsi didattici 2011 - 2012 ideati dalla Cooperativa — di Monica Baldessari Guarda, mamma, le opere africane che abbiamo fatto a scuola! - esclama un bimbo orgoglioso davanti alla vetrina dedicata alla “Scuola Solidale” nella nuova bottega che la Coop. Sociale Angoli di Mondo ha inaugurato a Padova lo scorso primo ottobre. Una storia lunga 25 anni, quella di Angoli di Mondo: nata come Associazione, dal 1998 è anche Coop. Sociale. L’impegno sul territorio è quello di sensibilizzare sulle problematiche relative alle relazioni Nord-Sud del mondo e promuovere consumi responsabili per un buon uso delle risorse e un maggior rispetto dell’ambiente. All’attivo cinque Botteghe del Mondo (tre a Padova e due in provincia), un mercatino dell’usato, un magazzino di prodotti del Com.E.S. rivolto a gruppi, GAS. e associazioni, la gestione di tre Ecocentri e del Centro di Documentazione “E.Ramin”, sede operativa del Gruppo Educazione, al suo secondo anno di attività nelle scuole. Nell’incontro “Com.E.S. (tai)? Merendiamo??” di venerdì 21 ottobre, evento conclusivo della campagna “Equo per tutti 2011”, sono stati presentati al pubblico, oltre alle nuove attività didattiche, numerosi esempi di laboratori tenuti durante lo scorso anno scolastico in scuole di ogni ordine e grado. In apertura l’intervento di Eleonora Dal Zotto, Coordinatrice del Comitato di Gestione del Registro Agices, incentrato sull’importanza di trasmettere alle nuove generazioni quel senso critico che permetterà loro, crescendo, di fare quotidianamente scelte consapevoli e rispettose del prossimo e dell’ambiente, cominciando per esempio da una semplice “merenda solidale”. A seguito le testimonianze di realtà, radicate sul territorio padovano, in rete con Angoli di Mondo sul fronte delle attività didattiche: Biorekk come GAS di prodotti biologici, Tesori per il vending di prodotti del Com.E.S., Viaggi&Miraggi per il Turismo Responsabile, CEOD Il Battello e Scuola Primaria G. Gozzi per i percorsi didattici sperimentali ■
Putumayo World Music 2009 € 15,00
Putumayo è un’etichetta statunitense specializzata in world music, nata nel 1993 con connotazioni proprie del commercio solidale; in particolare, finanzia progetti di sostegno per le comunità a cui appartengono gli artisti che produce. Questo disco è un mix di ottimismo, festa e danza. Non importa dove vi trovate, il Natale ha un suono unico. Le voci dei carolers che vanno di porta in porta, i cori che cantano la messa di mezzanotte, o la canzone che parla di uno sfortunato incidente della nonna con una renna fanno tutti parte di ciò che ha il suono e la melodia del Natale. A New Orleans, la musica riflette l'amore profondo della città per rendere nuove antiche tradizioni natalizie. Famose canzoni sono cantate con un sentire diverso, mentre le canzoni recentemente composte recuperano con affetto i ricordi delle vacanze preferite. Con New Orleans Christmas, Putumayo ha catturato la voce unica e vibrante di questa città con una raccolta di canzoni natalizie decorata con i sapori blues, jazz e swing per i quali la Crescent City è famosa. Da Big Al Carson e i suoi Santa Claus Revelers a Ellis Marsalis, si tratta certamente di una chicca che non può mancare agli appassionati di musica e di world groove in particolare, e che potete ascoltare ed acquistare in Bottega.
SCONFINIAMO | Dai nostri inviati negli “altrove” del Pianeta
da Genova — di Sara Ongaro
genova, 10 novembre 2011 — Quando ci siamo sentiti nel primo pomeriggio di venerdì scorso, hai purtroppo percepito il nostro scoraggiamento. Il gruppo delle volontarie e delle operatrici aveva appena finito di allestire la bottega per la campagna natalizia, e nel giro di una mattinata – malgrado fossimo presenti in forze e avessimo tentato il possibile per salvare la bottega – tutto era stato sommerso da oltre un metro e mezzo di acqua e fango. Grazie a te, e ai tanti soci Agices che ci hanno chiamato o contattato in questi giorni, il groppo in gola e la tentazione di fermare ogni cosa è durato lo spazio di un pomeriggio. Veramente in queste occasioni si percepisce che c’è chi ha cura di te, della tua esperienza associativa, del tuo progetto. Grazie davvero a tutti. Negli ultimi tre giorni oltre 90 turni di lavoro hanno permesso di smaltire le cose da gettare, togliere il fango, iniziare a pulire. Moltissimi
giovani, arrivati con il passaparola, tramite il gruppo scout, figli dei soci. Anche loro hanno contribuito in energia per reagire e ripartire. Mi hai chiesto di dirti sinceramente come stanno le cose, per informarne i soci : ieri sera abbiamo stimato i danni in circa 60 mila euro, di cui 40mila per merce a magazzino o in esposizione, e circa 20mila per danni alla struttura e per oltre 20 giorni di chiusura della bottega. Stiamo facendo il possibile per riaprire la bottega entro fine mese e riuscire così a recuperare almeno in parte il fatturato atteso per Natale. Un impegno che come operatori , volontari e soci della bottega di Genova, sapremo affrontare anche grazie alla vostra vicinanza. queste sono le parole commosse di cristiano calvi, presidente della bottega solidale di genova in una lettera indirizzata al presidente di agices e a tutti coloro che si 6
sono dimostrati vicini nei giorni dell'alluvione. la bottega solidale di via tommaseo infatti è stata devastata dall’alluvione del 4 novembre. a sconfinare stavolta è stato un fiume. ma chi potrebbe lamentarsi se non lui stesso? la liguria frana e sono anni che gli ambientalisti lanciano l’allarme. . il problema non è se l’allarme c’è stato o no, se la gente lo ascolta o no. Il problema è che abitiamo in troppi e male in luoghi molto fragili, dove la maggior parte di tempo, soldi e forze dovrebbe essere dedicata a restaurare quotidianamente l’ambiente, non a espandere le case e ad accrescere il pil. stanno facendo di tutto per riaprire per il natale. il movimento del commercio equo con agices e ctm sta organizzando una raccolta fondi che sarà per genova, per cercare di dare un sostegno concreto per aiutarli a riprendersi da questo brutto momento, ma sarà anche per eventuali nuove emergenze dele botteghe di questo tipo. per chi volesse contribuire basterà effettuare un versamento sul conto corrente bancario it 72 I050 1803 2000 0000 0109 482 di banca popolare etica intestato a associazione assemblea generale italiana del commercio equo e solidale (agices), roma, indicando nella causale “contributo a sostegno delle organizzazioni di commercio equo colpite da calamità” ■
CON PAROLE SUE | Opinioni sotto i riflettori
A PROPOSITO DI VEGETARIANI Abbiamo intervistato Biagio Battaglia, comisano, animalista, pacifista, per alcuni anni responsabile della LAV e felicemente vegetariano da più di venti anni.
Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a questa consuetudine? Non riesco a viverla come una consuetudine, né come una “scelta di vita”. Ho semplicemente seguito un “istinto” interiore: non sopporto la responsabilità di dover fare violenza ad un altro animale per il piacere del palato. Una parte del nostro modo di alimentarci non é solo fondata sul superfluo, ma soprattutto sulla violenza nei confronti del pianeta e nei confronti degli altri umani, oltre che sull'uccisione indiscriminata di un numero incalcolabile di altri esseri senzienti. A 16 anni ho deciso di diventare “fratello” degli altri animali, di rinunciare alla carne (e al pesce). Di punto in bianco, come spinto da una profonda nausea. Ho detto basta, senza tentennamenti, ad alimentarmi causando sofferenza. Tutto partì dall'arrivo a casa mia di un piccolo randagio, morto di fame, infreddolito e inzuppato di pioggia. Da lì nacque un semplice ed ineluttabile ragionamento logico: com'è possibile concedere diritti ai cani e ad altri animali “protetti” e poi trattare mucche, maiali, cavalli, galline, tonni, salmoni e agnelli come semplici prodotti da squartare e ridurre in poltiglie impacchettate? Qualche anno dopo conobbi la leggendaria “signorina Maria Distefano”, pioniera dell'animalismo nella nostra provincia fin dagli anni sessanta. ti capita spesso di dover dare spiegazioni? Ho sempre evitato la militanza “ideologica” e la “predica”. Il tempo mi ha dato ragione: rinunciare alla carne è un moto di coscienza, nulla da spartire con l'intellettualismo. Chi più di frequente contesta la tua scelta? Difficile essere contestato dagli amici, da semplici conoscenti o da persone appena incontrate, anzi di solito lo stupore e la curiosità li rende più "aperti" all'ascolto… I peggiori, paradossalmente, sono stati proprio i compagni di strada impegnati in politica,
ILLUSTRAZIONE: MATULO AMINI
FOTO: BIAGIO BATTAGLIA
Senza mangiare carne: verso un'umanità più profonda. Intervista a Biagio Battaglia. — di Sara Ongaro
nei movimenti pacifisti, nel mondo cattolico impegnato. Uno strano corto circuito dei valori: fin quando ti fai in quattro contro la guerra ingiusta di turno o contro il nemico capitalista tutto scorre limpido e liscio; quando inizi a parlare di diritti degli animali, di solito, si viene snobbati per “eccentricità”. Tanti dimenticano o “occultano” le parole di Gandhi, Tolstoy, Einstein, Fromm, di centinaia di profeti dei valori dell'umanesimo contemporaneo. Negli anni ti è capitato di cambiare le motivazioni, i comportamenti pur rimanendo vegetariano? Si, all'inizio ero proiettato alla riduzione della sofferenza animale in genere, poi con il passare degli anni e con l'esperienza mi sono accorto che rinunciare alla carne mi aveva garantito un'armonia ed una pace
“Ho detto basta, senza tentennamenti, ad alimentarmi causando sofferenza” interiore inaspettata. Oggi sono convinto che esser vegetariani o vegani significhi essenzialmente scegliere una strada di pace e di “fratellanza” con gli altri esseri viventi. Oggi sto iniziando ad approfondire anche il mio rapporto con gli alberi. A volte ho la sensazione, chiara e potente, che oltre quelle cortecce ci siano "energie" ben più complesse e ricche di quanto comunemente si immagini. Oggi essere vegetariano per me significa non solo un atto di giustizia, ma dare pace alla mia interiorità, dare energia ai miei valori. Concretamente come ti organizzi? la gente spesso ha difficoltà a capire cosa mangia un vegetariano. Non ho mai curato eccessivamente l'organizzazione dei pasti. Sono un randagio… 7
Mangio quel che trovo in giro. Non è per niente difficile. Nella nostra tradizione d'altronde non mancano le verdure, la frutta, la pasta, i legumi e poi, se si evita solo la carne e il pesce, restano a disposizione una innumerevole sfilza di derivati come le uova e i latticini. La gente che ha difficoltà a capire cosa mangia un vegetariano penso sia gente che non sa cosa mangia quotidianamente. Di solito è gente pigra, poco incline all'innovazione. Ai vegetariani non manca nulla. Solo qualche cadavere in meno nel frigo di casa. Cosa ne pensi dei vegani? Mi vergogno di non esser riuscito a mantenere una alimentazione vegana per più di sei mesi... Troppo complicato per uno come me che vive in strada la maggior parte della sua giornata. In passato era difficile anche l'evitare la carne. Oggi invidio certi miei amici tedeschi o inglesi che possono usufruire di localini, biobar, attrezzatissimi in tal senso. Spero in un futuro in cui le prossime generazioni iblee possano scegliere cosa mangiare senza doversi sentire “eccentrici” od obbligati a mangiar quel che offre l'oste di turno. Quale è stata la situazione in cui come vegetariano ti sei sentito più a tuo agio? Nel periodo in cui vivevo con altri tre miei amici vegetariani alla Verde Vigna. I miei fantastici anni novanta. Mangiavo da dio con tre specialisti della cucina! Indimenticabile! E poi c'era gente di passaggio da ogni angolo d'Europa e tutti preparavano le loro specialità in versione vegetariana o vegan. E in quale ti sei sentito più a disagio? Purtroppo in certi eventi pubblici organizzati da associazioni ambientaliste o da movimenti strarivoluzionari. I pranzi o le cene finivano (e finiscono) sempre a grigliate di salsiccia ed altre schifezze simili. Niente di più orripilante. Ecco perchè: “Umanità, Natura, Animali… o si salvano o si perdono, insieme!” ■
Le vie del cacao Un percorso attravero i cinque sensi. — di Monia Berti
«Meraviglioso vivere la cioccolata in tutti i sensi!», Scomporre un' esperienza, come quella Grazia, Andrea, Alice (SR). «Una dieta equilidi mangiare del cioccolato, utilizzando un brata è avere del cioccolato in entrambe le mani», solo senso alla volta, significa recuperare una Giusy e Ciccio. «Fantastico!!!», Emanuela lentezza e un attenzione che nel quotidiano (Mascalucia). «Mi piace tanto il cioccolato perché abbiamo perso; toccare le materie prime, è saporito», Piero. «Cioccolato=Felicità. Ciao ascoltare i rumori della produzione, guardare da Taormina», «Cioccolato è… una goduria chi lavora con sapienza questo alimento così dei sensi», «Una bella scoperta!», «Il cioccolato ab- antico, annusare gli odori che abitano un labobiam gustato e abbiamo riflettuto! Complimenti», ratorio di produzione, di cioccolata modicana, «Un percorso accattivante attraverso e in fine ricomporre il senso del cacao l’uso di sensi che, di solito, sono gustando alcuni ottimi cioccolati, assopiti», Tony. «Dal tatto al significa smontare un meccanismo Per dettagli gusto…emozioni indescrivibiche al momento della ricomposie approfondimenti li!!!», «Io non amo il cioccolato zione non torna perfettamente ma mi pare buono», España. a posto… avanza qualche pezzo, on.fb.me/sbM4Oe «Il bacio al cioccolato che me- L'evento completo e dettaglia- perché dietro ogni cibo c’è una raviglia!!!», «Capire e sapere storia, ci sono delle persone, to sulla nostra pagina FB cosa mangiamo non è sempre e quindi degli affetti , delle memofacile, ma importante riscoprire rie che nella fretta del quotidiano odori e sapori spesso dimenticati vengono ignorate per non inceppare è fondamentale», Federica. la macchina dell’efficienza perché dobbiamo «Un percorso molto interessante per cui ne è valsa correre, fare presto e bene, senza perdere la pena davvero», Rosario, Reggio Calabria. tempo dietro a sciocchezze, poco redditizie, «Prima di oggi gustavo il cioccolato con un senso come le emozioni. da adesso anche con gli altri», Luca. «Piacevole Nel nostro percorso sensoriale, abbiamo voquesto nuovo modo di gustare il cioccolato!!!». Così luto evocare il sesto senso, proprio per recupealcuni dei tantissimi visitatori della mostra rare il valore dei rapporti umani che iniziano “Le vie del cacao”, scrivono nel libro che con il cibo e si rinsaldano quotidianamente abbiamo lasciato a loro disposizione a attorno alla tavola o ad una buona tavoletta fine percorso. Da un’iniziativa del CCN La di cioccolata, ancor più buona se prodotta seMelagrana, in collaborazione con Casa Don condo i principi del rispetto e della solidarietà. Puglisi e Bonajuto, la Cooperativa Quetzal ha Credo che gli ospiti del nostro percorso abbiacurato e realizzato un percorso sensoriale in no apprezzato il recupero di questa lentezza forma di mostra, per fornire un’esperienza e il risveglio di alcune memorie dimenticate originale, coinvolgente e significativa, ai oltre che le informazioni sulle origini storiche molti turisti, che malgrado il Chocobarocco del cacao e sul suo ruolo economico sociale un po’ annacquato, hanno seguito la gola nei paesi produttori. Incontrare tante persone e con grande curiosità e stupore hanno così curiose ed entusiaste ci ha molto gratifiintrapreso un lungo viaggio nel tempo e nello cati e ci rassicura del fatto che il desiderio di spazio per risalire alle origini del cacao. conoscenza è sempre materia disponibile ■
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Un’altra edicola è possibile micro-rassegna stampa a cura di Sara Ongaro
AAM Terranuova è la rivista dell’ecologia e del vivere naturale sempre più seguita e amata anche a Modica (ormai in Bottega va a ruba): se in tanti ci garantite l’acquisto ne possiamo anche far arrivare più copie: dà tanti suggerimenti utili, tante notizie importanti e tante provocazioni. Tra le news di novembre potete leggere: un articolo dal titolo “La benzina deve costare di più”, sulla necessità di modificare radicalmente il sistema dei trasporti europeo per diminuire le emissioni anche nei periodi di forte crescita economica. E poi una news sulla “Rivolta dei pediatri contro il cibo pronto”. Il Movimento Difesa del Cittadino ha attaccato la nuova locandina della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) che si trova in molti studi medici. Il suggerimento, per niente velato, a preferire gli omogeneizzati alla frutta fresca è preoccupante, proprio dal punto di vista alimentare. Sebbene i prodotti confezionati siano per certi versi adatti all’alimentazione dei neonati, tuttavia lascia perlpessi la raccomandazione così generalizzata di preferire gli omogeneizzati a discapito degli ingredienti freschi.
È la rivista di chi guarda all’economia con gli occhi aperti. Da questo numero si è rinnovata nella grafica. Nel numero di novembre si augura “Buon lavoro alle cooperative sociali”, facendo vari esempi di come i tagli della manovra del governo graveranno sulla collettività: dalla Cooperativa Asso di Cesena, alle statistiche dell’Osservatorio Isnet che registrano i posti che si perderanno nelle cooperative sociali, alle attività sociali che verranno meno in tutto il Paese perché l’indicazione è che i più deboli debbano pagare per primi e per tutti. Da pagina 31 a pagina 33 tante realtà mostrano cos'è il Comes: dallo spazio socio-commerciale, al festival di cinema, alle energie alternative…