The future of autonomous cleaning Pagina copertina R-Quartz 2023.indd 1 10/02/2023 11:32:45 Un successo oltre le aspettative INNOVAZIONE La robotica avanza nel professional cleaning IAQ Migliorare la qualità dell’aria indoor ANNO 32 n. 2 MARZO 2023 ISSN: 2612-4068 dimensionepulito.it FOOD SAFETY Controllo microbiologico delle superfici SICUREZZA Ruolo dell’igiene nelle aziende alimentari CASE HISTORY Sanificazione in un’eccellenza produttiva PEST CONTROL Le linee guida secondo IFS ANNO 32 n. MARZO 2023 Igiene alimentare
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IN PROSPETTIVA
pulito
Francesco Pasquini
EVENTI
CleaningPIÙ, un successo oltre le aspettative Maurizio Pedrini
MENSILE DI FORMAZIONE
PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI OPERA NEL CAMPO DELLA PULIZIA INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E FACILITY MANAGEMENT
www.pulizia-industriale.it DA 50 ANNI LA VOCE AUTOREVOLE DEL CLEANING
Le impressioni dei protagonisti Maurizio Pedrini
Gli sponsor di CleaningPIÙ
Sommario 10 The future of autonomous cleaning Un successo oltre le aspettative INNOVAZIONE La robotica avanza nel professional cleaning IAQ Migliorare la qualità dell’aria indoor ANNO 32 n. 2 MARZO 2023 ISSN: 2612-4068 dimensionepulito.it ANNO 32 n. marzo 2023 Igiene alimentare FOOD SAFETY Controllo microbiologico delle superfici SICUREZZA Ruolo dell’igiene nelle aziende alimentari CASE HISTORY Sanificazione in un’eccellenza produttiva PEST CONTROL Le linee guida secondo IFS ANNO 32 n. 2 OMARZ 2023
1. Rivenditori
di servizi 3. Aziende alimentari 4. Sanità e RSA 5. Enti pubblici 6. Pubblici esercizi 7. Hotellerie 8. Lavanderie professionali 9. Disinfestazione e servizi ambientali 10. Grande distribuzione Quine srl Via G. Spadolini, 7 20141 Milano - Italia Tel. +39 02 864105 Fax. +39 02 70057190 LA GUIDA DA PORTARE SEMPRE CON SÉ PER CONOSCERE TUTTI TRUCCHI DEL MESTIERE LA DISTRIBUZIONE NEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO GUIDE dell’Installatore Professionale 7
2. Imprese
QUINE COLLABORA CON: www.quine.it Organo ufficiale AiCARR LA RIVISTA PER I PROFESSIONISTI DELL’HVAC&R LA RIVISTA PER PROFESSIONISTI DEGLI IMPIANTI HVAC&R Organo Ufficiale AiCARR NORMATIVA TAVOLA ROTONDA Conto Termico TEE. che punto siamo? IMPIANTI NEGLI NZEB: EPB, LE NOVITÀ DELLE NUOVE NORME IMPIANTI AD ARIA PRIMARIA VS VAV FOCUS COMMISSIONING FILTRAZIONE QUALITÀ DELL’ARIA SOTTORAFFREDDAMENTO FRIGOCONSERVAZIONE ALIMENTARE
COMMISSIONING RISPARMIO ENERGETICO NEL TERZIARIO Organo ufficiale ANGAISA LA VOCE PIÙ AUTOREVOLE DEL SETTORE IDROTERMOSANITARIO Poste italiane Target Magazine LO/CONV/020/2010 Omologazione DCOCI0168 #251 Bosch riparte CLASSIFICHE 2015 Produttori e distributori: ce la si può fare! Quando la differenza TREND bagno che calza pennello www.bluerosso.it LA VOCE AUTOREVOLE DEL CANALE IDROTERMOSANITARIO PIÙ DINAMICA LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE E DELL’AUDIO PROFESSIONALE www.audiofader.com WEBSITE AGGIORNATO QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE IVO GRASSO e MASSIVE ARTS Lo studio di modernoregistrazione SALVATORE ADDEO L’amore per l’SSL STRUMENTI principi programmazione AVID PRO TOOLS DOCK soluzione per tutti IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI OPERA NEL CAMPO DELLA PULIZIA INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E FACILITY MANAGEMENT www.pulizia-industriale.it DA 50 ANNI LA VOCE AUTOREVOLE DEL CLEANING www.casaeclima.com L’INFORMAZIONE EFFICIENTE, COMPLETA E IN TEMPO REALE OLTRE 200.000 UTENTI MESE Organo ufficiale FINCO LA RIVISTA CHE HA PORTATO LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE IN ITALIA STORIA ITER PROGETTUALE Passo obbligato grande opportunità A SCUOLA DI EFFICIENZA Per PENSARE, PROGETTARE COSTRUIRE SOSTENIBILE www.commercioelettrico.com Organo ufficiale FME IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO DAL 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE PER INGEGNERI E ARCHITETTI NEWSLETTER – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL Ogni 15 giorni raggiunge oltre 42.000 iscritti FOCUS SPECIALE Innovazione e cambiamento Un CNI eletto per dare risposte In USA volano infrastrutture Eucentre per ricostruire sicurezza Ancora trattative consultazioni? Newsletter Programma Corsi di Aggiornamento Professionale QUOTA RINNOVABILI EDIFICI obblighi proroghe SCIA, operativo il modello unico Tutti rinvii SPECIALE MILLEPROROGHE Top infrastrutturemegadel 2016 LA RIVISTA PER PROGETTARE LA SMART INDUSTRY Organo ufficiale Confapi INFORMAZIONE TECNICO SCIENTIFICA PER LE PMI www.rivistainnovare.it –------a d u o---www.ammonitore.com MENSILE DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PER IL MECCATRONICO www.MTEDocs.it INFORMAZIONE TECNICHE PER L’AUTORIPARAZIONE MECCANICA&AUTOMAZIONE PERIODICO BUSINESS TO BUSINESS NEL MONDO DELL’INDUSTRIA MECCANICA E DELLE MACCHINE UTENSILI #4maggio 2016 IN QUESTO NUMERO Generative design, come www.meccanica-automazione.com IL PORTALE CHE TI GUIDA VERSO LA SMART INDUSTRY TUTTI VOLTI E LE AZIENDE DELLA MECCATRONICA www.terminidellameccanica.com IL TRADUTTORE MULTILINGUE DELLA MECCATRONICA URBAN & PARTNER MILANO (I) WRODAW (PL) GALLARATE (I) PIACENZA (I) TIRANA (AL) SARAGOZZA (ES) MILANO (I) Quine srl Via G. Spadolini, 7 20141 Milano - Italia Tel. +39 02 864105 Fax. +39 02 70057190
#42
QUINE COLLABORA CON: www.quine.it DELL’HVAC&R 42 TERZIARIO Organo ufficiale ANGAISA LA VOCE PIÙ AUTOREVOLE DEL SETTORE IDROTERMOSANITARIO #251 MARCO BOSELLI Bosch riparte CLASSIFICHE 2015 Produttori e distributori: ce la si può fare! sempre viva Dove va la filiera? Un anno logistica MATERIA www.bluerosso.it LA VOCE AUTOREVOLE DEL CANALE IDROTERMOSANITARIO PIÙ DINAMICA LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE E DELL’AUDIO PROFESSIONALE www.audiofader.com WEBSITE AGGIORNATO QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE IVO GRASSO e MASSIVE ARTS Lo studio di modernoregistrazione SALVATORE ADDEO L’amore per l’SSL ALTERNATIVI IL
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MEDAGLIE D’ORO UNA SCELTA A SCUOLA DI EFFICIENZA Per PENSARE, PROGETTARE COSTRUIRE SOSTENIBILE www.commercioelettrico.com Organo ufficiale FME IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE INGEGNERI E ARCHITETTI – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL raggiunge oltre 42.000 iscritti FOCUS SPECIALE PartiteIVAdalprossimoanno eletto per dare risposte In USA volano le infrastrutture Eucentre per ricostruire la sicurezza Ancora trattative consultazioni? Newsletter QUOTA RINNOVABILI EDIFICI obblighi e proroghe SCIA,modellooperativo unico Tutti rinvii SPECIALE MILLEPROROGHE Top infrastrutturemegadel 2016 LA RIVISTA PER PROGETTARE LA SMART INDUSTRY Organo
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buongiorno si vede dal bagno
Il
FOOD SAFETY Controllo microbiologico delle superfici SICUREZZA Ruolo dell’igiene nelle aziende alimentari CASE HISTORY Sanificazione in un’eccellenza produttiva PEST CONTROL Le linee guida secondo IFS ANNOMARZO 2023 Igiene alimentare
➥ RETRO 14
NOLEGGIO PROFESSIONALE
26 28
Si parla sempre più spesso di noleggio
Luca Tagliabue
INNOVAZIONE 4.0
La robotica bussa alle porte del professional cleaning
Maurizio Pedrini
TRATTAMENTO ARIA VAPORE
34 40 42
Migliorare la qualità dell’aria indoor Maurizio Pedrini Una preziosa tecnologia Cristina Cardinali
L’azione disinfettante del vapore
Fabio Chiavieri
SOMMARIO
INDICE INSERZIONISTI 4CleanPro 17 Adiatek I Copertina Arco Chimica 8 Falvo 15 Industrie Celtex 4 - 5 ISC 33 ISSA Pulire II Copertina Italsan 38 - 39 Kemika 3 Paperdì 6 Polti 45 DIMENSIONE PULITO Basf S 43 Comac II Copertina Ekommerce S 32 - 33 Falpi S 6 Fimap S 18 - 19 Hygenia S 4 IGEAX S 3 Kairosafe S 13 Newpharm S 38 - 39 Rubino Chem I Copertina Vebi S 46 - 47
PREVENZIONE
34 28
SPECIALE IGIENE ALIMENTARE
Il buongiorno si vede dal bagno pulito
L’area washroom rappresenta il biglietto da visita di qualunque ambiente frequentato dal pubblico. Bagni e servizi igienici puliti sono inoltre la testimonianza di un’attenzione al cliente e al personale, che sicuramente verrà replicata anche negli altri spazi
Francesco Pasquini vice presidente AFIDAMP
Capita a tutti di aver bisogno di usare il bagno pubblico di un bar, dell’ufficio, di un treno, di un cinema, di un posto di sosta in autostrada, di un ospedale, di una stazione. Non dimentichiamo che i servizi igienici al pubblico sono un’importante conquista delle società più evolute e organizzate, per permettere e promuovere standard di vita dignitosi (in termini di igiene e comfort) anche esternamente alle mura domestiche. Ma purtroppo le toilette pubbliche in Italia sono poche (anche nelle princi-
pali città e mete turistiche) e quindi sempre più persone, che hanno urgenza di recarsi ai servizi, devono fare affidamento sugli esercizi commercia-
li della zona. Ricordiamo che le toilette sono obbligatorie in tutti gli esercizi che prevedono un’attività di somministrazione di ali-
10 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 IN PROSPETTIVA
Francesco Pasquini
menti e bevande, quindi bar, ristoranti, pizzerie e tutte le attività che prevedono una sosta. Non lo sono, invece, per quei locali come pizzerie d’asporto o gelaterie dove c’è un consumo immediato o l’asporto del prodotto e in cui non è previsto un servizio ai tavoli. Nonostante i costi di gestione dell’area bagno siano relativamente bassi, l’aspettativa che il cliente ha nei confronti dei servizi igienici aperti al pubblico, è spesso disattesa sia in Italia che all’estero, infatti, il livello di igiene e comfort di questo ambiente lascia troppo spesso a desiderare. Spazi che, non ignoriamolo, devono essere disponibili e ben sanificati per tutti i clienti del locale, tra cui bambini, anziani e disabili.
IL BAGNO PUBBLICO È UN AMBIENTE PERICOLOSO?
Gli scienziati della Florida Atlantic University (Usa) hanno condotto uno studio all’interno dei bagni pubblici per verificare quante goccioline finiscono nell'aria azionando lo sciacquone dei wc, e quanto tempo restano sospese lì attorno. È importante saperlo perché quell'aerosol di microgocce può contenere i microbi espulsi con le produzioni corporali. La ricerca ha evidenziato che a ogni sciacquo, si generavano migliaia di gocce più piccole di 3 micrometri (millesimi di mm), che possono stare a lungo sospese in aria: per la precisione, le microgocce sono state rilevate per 20 secondi dall'inizio dello sciacquo, fino a un'altezza di 1,5
metri. È dunque evidente che l’area washroom è quella che richiede particolare cura e attenzione da parte dell’operatore di pulizia in un locale pubblico. Di questo il cliente del locale è sempre più consapevole, tanto più dopo la pandemia che ha reso ancora più centrale questa sensibilità. È stato infatti dimostrato come le superfici possano essere veicolo di trasmissione delle infezioni e come la pulizia rappresenti di fatto una barriera tra gli agenti patogeni e la nostra salute. L’area washroom rappresenta dunque una vera e propria vetrina degli standard igienici del locale soprattutto nel caso di un luogo frequentato dal pubblico, dove un’attenta pulizia degli spazi diventa fondamentale sia per una questione di sicurezza degli utenti, sia per una questione di reputazione dell’attività. Un bagno pulito e ben fornito è sinonimo di una gestione che prende seriamente il benessere dei propri lavoratori e clienti, e diventa quindi una fonte di rassicurazione fondamentale. Ma, purtroppo, non è sempre così: non è raro trovare bagni in cui mancano persino le dotazioni di base, come carta igienica, asciugamani monouso, sapone, igienizzanti, cestini dei rifiuti.
L’IGIENE DELLE MANI E NON SOLO
La pandemia ha inoltre innalzato l’attenzione sull’igiene delle mani, considerato il principale veicolo per la trasmissione di patogeni: mani pulite e igienizzate sono infatti fondamentali nella prevenzione di malattie e infezio -
ni. Non solo il lavaggio ma anche la fase di asciugatura delle mani rappresenta una fase cruciale nel mantenimento delle condizioni di igiene dell’ambiente bagno. Un recente studio condotto per conto di ETS (European Tissue Symposium) da Leeds Institute of Medical Research dell’Università di Leeds ha dimostrato come l’asciugatura delle mani tramite asciugamani in carta monouso riduca di 10 volte la dispersione di virus rispetto ad altri sistemi di asciugatura.
(fonte: https://europeantissue.com/ hygiene/studies/assessment-of-potential-for-viral-contamination-via-aerosols-generated-during-hand-drying/).
IL MANIFESTO DELL’AREA WASHROOM
Partendo da queste considerazioni, AFIDAMP ha elaborato, e continua a
sostenere, un progetto che mira a diffondere la necessità della pulizia dell’area washroom. L’associazione, in collaborazione con FIPE-Confcommercio e Codacons, sì è concentrata in particolare sul settore Ho.Re.Ca. per sensibilizzare i gestori dei ristoranti, delle aree di servizio, delle mense, dei bar a una buona cura dello spazio bagno all’interno del proprio locale.
In particolare è stato realizzato un manifesto che, oltre che presentare un decalogo riportante le principali operazioni di pulizia rispettate dal locale nell’area bagno, mette in evidenza l’attenzione che il gestore pone alla pulizia
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di questa area e di conseguenza informa il cliente che si trova in un ambiente salubre e nel quale la sua salute è un fattore di primaria importanza. Esistono, infatti, alcuni criteri minimi di applicazione volontaria su come debba essere strutturato, allestito e gestito un servizio igienico aperto al pubblico, al fine di poter garantire il corretto livello di igienicità e comfort a chi lo usa. Tra questi la disponibilità, sempre, di carta igienica, sapone e asciugamani monouso, la dichiarazione dei turni di pulizia, la presenza di cestini, l’accessibilità ai disabili, la presenza di un’area nursery. La possibilità di utilizzare tutti gli strumenti con il minor contatto possibile. E ancora viene suggerito il minimo contatto con maniglie, interruttori, pulsanti e rubinetteria che, tutte insieme, di fatto costituiscono la principale fonte di germi all’interno di aree molto frequentate. Capitolo a parte e di grande rilevanza è quello relativo alla manutenzione degli impianti e bocchette di aerazione. Le aziende del settore sono pronte a venire incontro ai proprietari dei locali con attrezzature e prodotti che possono semplificare il loro lavoro permettendo di offrire un servizio inappuntabile ed efficiente. Ancora una volta, però, il fattore umano è determinante per il corretto svolgimento di tutte le operazioni. È dunque fondamentale la formazione dell’operatore addetto alla pulizia dell’area washroom, una formazione che non può prescindere dalla comprensione dell’importanza del lavoro che si sta facendo. Non è infatti sufficiente fare le pulizie ma è necessario farle con l’obiettivo di raggiungere standard igienici adeguati e che garantiscano la sicurezza del cliente e del lavoratore.
Il progetto, che si basa su un’applicazione volontaria, ha avuto grande diffusione e oggi permette di valorizzare la modalità di gestione del locale e l’attenzione da parte della proprietà nei confronti della clientela.
( Il Manifesto di Igiene e Comfort
I dipendenti di questo locale sono obbligati a lavare le mani dopo aver utilizzato i servizi
NEI PRESSI DI PORTE NON AUTOMATIZZATE È PREVISTO UN CESTINO DI RACCOLTA SALVIETTE UTILIZZATE PER EVITARE IL CONTATTO CON LA MANIGLIA
PER IL LAVANDINO E LO SCARICO WATER SONO PREVISTI DISPOSITIVI CHE MINIMIZZANO IL CONTATTO CON LE MANI DELL’UTILIZZATORE
NEI BAGNI CIECHI IL DISPOSITIVO DI ASPIRAZIONE È MANUTENUTO E NON PRESENTA RESIDUI POLVEROSI
CESTINI DI FACILE PULIZIA SONO PREVISTI NEL BAGNO DONNE E IN PROSSIMITÀ DEI LAVABI
SAPONE DI QUALITÀ È SEMPRE DISPONIBILE IN DISPENSER CHIUSI CHE GARANTISCONO L’IGIENE E LA NON ALTERABILITÀ DEL PRODOTTO
IL BAGNO È FACILMENTE ACCESSIBILE ALLE PERSONE CON DISABILITÀ
È PRESENTE UN’AREA NURSERY. SE LO SPAZIO LO CONSENTE È PRESENTE ANCHE UN CESTINO MANGIA PANNOLINO
RICORDA CHE LA CORRETTA IGIENE NON PUÒ PRESCINDERE DA UNA SPECIFICA FORMAZIONE DELL’OPERATORE SU METODOLOGIE E ATTREZZATURE PROFESSIONALI
La Pulizia nel Bagno, realizzato in collaborazione con FIPE – Confcommercio e Codacons si può scaricare dal sito Afidamp https://www.afidamp.it/ it/progetto-area-washroom.html)
Un bagno che garantisce standard igienici adeguati rappresenta un esempio concreto di sostenibilità sociale, un impegno per la salute pubblica che può anche essere ottenuto attraverso la scel-
ta di prodotti orientati alla sostenibilità ambientale, un binomio che non necessariamente porta ad un costo maggiore ma ad una efficienza degli investimenti e ad una ottimizzazione delle risorse. La cura degli utenti e la cura dell’ambiente ottenute attraverso soluzioni efficienti che garantiscano la crescita dei profitti e la salute pubblica, un’area washroom che diventi metafora di un modello di business efficace.
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IN ACCORDO CON
QUESTO ESERCIZIO SI IMPEGNA A RISPETTARE I REQUISITI DI IGIENE E COMFORT PER L’AREA BAGNO PREVISTI DA
DA EFFETTUARE ALMENO OGNI 6 ORE. CONTROLLO OGNI ORA DELLO STATO PULIZIA ASCIUGAMANI MONOUSO IN CARTA SONO SEMPRE DISPONIBILI IN DISPENSER CHIUSI CHE NE GARANTISCANO L’IGIENE LA CARTA IGIENICA È SEMPRE DISPONIBILE E COLLOCATA IN DISPENSER CHIUSI CHE NE GARANTISCANO L’IGIENE
È ESPOSTA LA TABELLA DEL PROGRAMMA TURNI DI PULIZIA
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PRESENTAZIONE DEL LIBRO PULIZIA IGIENICA E SANIFICAZIONE
2ND ED. - EDIZIONI LSWR
Maurizio Pedrini
Direttore tecnico
della rivista Dimensione Pulito
Giulio Guizzi autore del libro incontra
Segui la diretta sui canali
(Dimensione Pulito)
GIOVEDÌ 6 APRILE ORE 17.00
CleaningPIÙ un successo andato oltre le aspettative
La prima edizione del Convegno Digitale dedicato alla cultura del pulito, promosso dalla nostra rivista, ha visto protagonisti per tre, intense giornate, 38 tra i maggiori esperti italiani del settore. Quasi 400 iscritti e con oltre 1600 visualizzazioni dirette per le 12 sessioni che hanno affrontato le principali tematiche del professional cleaning, con lo sguardo rivolto al futuro
Maurizio Pedrini
La prima edizione di CleaningPIÙ ha tagliato senz’altro brillantemente il traguardo che si era dato: promuovere un momento di confronto a tutto tondo sulla cultura del pulito. Obiettivo centrato, dunque, come ha evidenziato in chiusura dei lavori Giorgio Albonetti, presidente del Gruppo LSWR che ha da poco festeggiato il decennale di un’intensa attività finalizzata alla divulgazione scientifica. “Quasi 400 iscritti alle varie sessioni, con oltre 1600 visualizzazioni dirette nell’arco di tre intensi giorni di incontri, 12 sessioni di lavoro, ben 38 autorevoli esperti del settore, attivi in ambito
associativo, istituzionale e accademico, anche in rappresentanza di alcune tra le principali sigle associative della vasta filiera impegnata nel mondo del professional cleaning e della sanitation” Un bilancio che, come ha sottolineato il nostro editore, ha premiato lo sforzo di quanti si sono impegnati con grande professionalità e passione all’organizzazione e realizzazione dell’evento. “Un ringraziamento particolare - ha continuato Albonetti - va a tutti i prestigiosi relatori che si sono alternati on line con grande competenza, allo staff che ha curato gli aspetti organizzativi e gestionali, al direttore tecnico
della rivista, dottor Maurizio Pedrini, artefice del convegno, alle prestigiose associazioni che l’hanno patrocinato, agli sponsor, alle aziende e realtà associative con le quali ci auguriamo di avere costruito una preziosa partnership, anche in vista della prossima edizione, della quale fisseremo presto le date. Questo Convegno Digitale - ha concluso - non vuole, ovviamente sostituirsi ad analoghi eventi in presenza, ma integrare e arricchire l’offerta informativa e formativa in un ‘mondo’, quello del pulito professionale, che ha costantemente bisogno di momenti di dialogo e nuovi stimoli culturali
14 DIMENSIONE PULITO | 02/2023
giornalista di settore e direttore tecnico di Dimensione Pulito
EVENTI
e scientifici per crescere ulteriormente, acquisendo a pieno titolo il ruolo che gli spetta nella società civile”. In effetti, solo ora che il know how di conoscenze ed esperienze sviluppato nella tre giorni di incessante full immersion digitale dedicata alle grandi tematiche culturali, economiche e sociali del cleaning, sono impresse e permanentemente fruibili nel sito internet creato apposta per l’occasione www.cleaningpiu.it, ci si può forse rendere conto di quale valore aggiunto abbia prodotto la nostra iniziativa per l’universo del pulito professionale italiano. È difficile, se non impossibile, sintetizzare in poche righe l’impressionante mole di argomenti e problematiche affrontate, sempre in modo approfondito ed esaustivo. Oltre alla chiarezza espositiva, è giusto sottolineare la grande disponibilità dei relatori, pronti a fare i salti mortali per prove tecniche, registrazioni e dirette spendendosi per conciliare la partecipazione al Convegno Digitale con altri, molteplici e gravosi impegni. Ciò che più
conta è la sensazione che, davvero, l’1, il 2 e il 3 febbraio, la nostra proposta sia stata accolta nel migliore dei modi, seminando bene per gli anni a venire. I protagonisti del settore hanno avuto modo di discutere non solo temi cruciali, di grande interesse per il presente del settore, ma hanno anche proiettato lo sguardo alle principali sfide che attendono il mondo del cleaning professionale. In primis, ma non solo: innovazione, trend tecnologici, transizione digitale ed ecologica. Professionisti, aziende e stakeholder si sono confrontati si sono confrontati anche sulle grandi sfide che attendono un comparto sempre più importante che ha rivelato il suo peso strategico durante la pandemia da SARS CoV 2 e adesso chiede alle istituzioni e all’opinione pubblica di non cadere nuovamente nell’oblio. Ma cerchiamo di analizzare, in estrema sintesi, ciò di cui si è parlato, approfondendo la conoscenza delle varie sessioni. Il 1 febbraio la sessione inaugurale è stata dedicata al tema: “Le nuove sfide dell’i-
giene, le esigenze sanitarie, sociali ed economiche”, con gli interventi del sociologo prof. Domenico De Masi, del presidente di AFIDAMP, Giuseppe Riello, del formatore Franco Cesaro e di Giulio Guzzi, AFIDAMP Ambassador. Al centro dell’attenzione di questo primo momento e dei successivi interessanti incontri i bisogni emergenti nell’ambito dell’igiene professionale, partendo da un’accurata riflessione sulle priorità emerse durante la pandemia, con focus sulle necessità in ambito socio-sanitario e sull’importanza strategica della formazione professionale degli operatori. Si è poi proseguito con una seduta dedicata alle opportunità economiche per il settore aperte dal PNRR che offrono stimolanti scenari di finanziamento e sviluppo sia per le aziende di produzione e distribuzione, sia per le imprese di pulizia e multiservizi del professional cleaning. A seguire una sessione sul tema critico delle gare d’appalto. La mattinata si è quindi conclusa con uno sguardo al futuro in tema
di sostenibilità ambientale: come le industrie affrontano la crisi determinata dall’improvvisa impennata del costo delle materie prime e della bolletta energetica. Giornata assai intensa e densa di spunti di straordinario interesse anche quella del 2 febbraio, dedicata alla delicata tematica della cura dell’igiene comunitaria. Il tema: “Igiene diffusa, sanità e ambienti civili” è stato sviscerato con il preciso intento di indagare sui profondi cambiamenti in atto nel settore e sui nuovi trend della pulizia professionale. Riflettori puntati, in particolare, sulle applicazioni in sanità e nei luoghi di cura, con due sessioni dedicate al tema della massima igiene, a garanzia della salute dei pazienti e dei soggetti più fragili. Si è cercato di individuare le migliori strade praticabili, a garanzia della prevenzione delle ICA (Infezioni Correlate all’Assistenza), che vedono purtroppo l’Italia indossare la maglia nera in Europa, assieme alla Grecia, per numero di casi, in costante aumento nei nostri ospedali. Una sessione è stata invece focalizzata sulle necessità di igiene e pulizia nei luoghi di vita comunitaria, che più necessitano di adeguate operazioni di sanificazione e disinfezione degli ambienti, per garantire igiene e sicurezza a tutela di operatori e fruitori. Gli ultimi appuntamenti della giornata hanno invece affrontato la complessa sfida dell’innovazione che il settore del professional cleaning deve affrontare anche nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica. In particolare sono stati esaminati il tema della transizione digitale e dell’innovazione, considerando che tra gli effetti sortiti dalla pandemia vi è stata anche una significativa accelerazione del processo di digitalizzazione delle imprese. Chiusura in bellezza, venerdì 3 febbraio con la giornata dedicata al tema: “Igiene diffusa, servizi alla persona e al consumatore”. Le prime due sessioni hanno analizzato le crescenti esigenze di pulizie professionali sempre più qualificate e specializzate, nel settore dell’Ho.Re.Ca., della ristorazione e delle strutture ricettive, con un approfondimento sul monitoraggio e
sul controllo degli infestanti. La domanda posta dal mercato è quella di soluzioni innovative che si basino sul risparmio di acqua, energia e ore di lavoro, che stanno orientando il settore verso una completa rivoluzione ecologica. Di notevole spessore anche le ultime due sedute: la prima concentrata sulla problematica dell’igiene nell’industria alimentare, con focus sul controllo delle procedure
di pulizia e sanificazione, sicurezza alimentare e prevenzione di tossinfezioni, dalla produzione alla distribuzione, e il costante aggiornamento delle stesse. A conclusione della giornata, una sessione ha preso in esame il settore della distribuzione e della logistica 4.0 al servizio del pulito. Per le aziende produttrici di tecnologie per il pulito professionale, il problema di un’efficiente ed economica gestione della Supply Chain è sempre stato al centro dell’interesse. Un grazie sincero va a tutti i professionisti, relatori e moderatori - rappresentanti del mondo accademico, delle associazioni di settore e del mondo produttivo-industriale - che, con la loro esperienza e le loro competenze, hanno reso intenso e stimolante il programma tecnico-scientifico. Li citiamo in ordine alfabetico, certi che avremo modo, nell’arco dell’anno che ci separa dalla prossima edizione, di approfondire i temi da essi affrontati, con
resoconti e interviste specifiche. Grazie, dunque a: Paolo Bisogni (Ailog), Adriana Bizzarri (Cittadinanza Attiva), Paola Bortoletto (Andis), Massimiliano Brugnoletti (Studio Legale Brugnoletti & Associati), Pier Angelo Cantù (Rental Blog), Enzo Capizzi (Copyr Igiene Ambientale), Franco Cesaro (Studio Cesaro & Associati), Alessandro D’Andrea (ADA), Toni D’Andrea (ISSA PULIRE Network), Domenico De Masi (Studio De Masi), Carmine Esposito (FNIP), Paolo Fabbri (Punto 3), Francesco Fiorente (Pest Lab), Barbara Fiorucci (ANIP-Confindustria), Alberto Firenze (HCRM), Stefano Gaiofatto (Byblos Art Hotel Villa Amistà), Roberto Galli (AFIDAMP distributori), Nadia Galluzzo (Liguria Ricerche), Antonello Giannelli (ANP), Teresa Giordano (Gruppo Bauli), Massimo Artorige Giubilesi (Giubilesi & Associati), Giulio Guizzi (AFIDAMP), Andrea Laguardia (Legacoop produzione & servizi), Gregorio Mangano (AIISA), Emanuele Marcora (Dirigente Scolastico), Cirillo Menini (AIDP), Antonio Montanile (Ospedale Brindisi), Alessandro Panico (AFIDAMP), Sonia Re (APCI), Giuseppe Riello (AFIDAMP), Camillo Rossi (Ospedale di Brescia), Renato Santinon (Dussman), Roberto Spaggiari (ARCO Chimica), Lia Tozzi (Ordine Ingegneri Rieti), Alberto Claudio Tremolada (ADACI), Margherita Zambuco (AIH), Stefano Zardetto (OTAV). Grazie a Chiara Scelsi, Francesca De Vecchi e Fabio Chiavieri, che hanno affiancato, con grande competenza e professionalità, il direttore tecnico Maurizio Pedrini, nel moderare le varie sessioni. Infine ringraziamo gli sponsor - 4CleanPro, Allegrini, Arco, Comac, Copyr, Ditta Falvo, Falpi, Industrie Celtex - che hanno sostenuto questa iniziativa.
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EVENTI
Le impressioni dei protagonisti
Afine Convegno, abbiamo ritenuto che fosse importante raccogliere i pareri di alcuni dei relatori che hanno preso parte alla prima edizione di CleaningPIÙ. Ecco riportate le loro impressioni.
Alessandro D’Andrea, Presidente ADA, Associazione Direttori d’Albergo: “Ritengo molto valida - esordiscequesta tecnica dei congressi digitali che permette di arrivare a più persone con più facilità e poter avere dall’altra parte una platea di relatori significativa, diversi l’uno dall’altro, ognuno con le sue specificità. Il tema dell’evento organizzato dalla rivista Dimensione Pulito e dal Gruppo LSWR, che ringrazio dell’ospitalità, è stato assai ampio e ha avuto il pregio di mettere assieme diversi, autorevoli attori: dagli esperti, ai rappresentanti delle associazioni, ai produttori, ai potenziali clienti. Ho trovato l’iniziativa particolarmente interessante, con tematiche stimolanti e centrate, che necessitano senz’altro di ulteriori momenti di
approfondimento. Mi preme sottolineare che i numeri degli interventi, delle registrazioni e delle visualizzazioni che hanno premiato il vostro sforzo sono positivi e confortanti, considerando che si trattava della prima edizione e, anche per questa ragione, il mio augurio è che se ne possano fare degli altri, proprio perché vi è una diffusa esigenza di divulgazione delle conoscenze scientifiche in materia. Il mio invito è senz’altro quello di non fermarsi e continuare a promuovere altre iniziative altrettanto preziose per l’obiettivo che ci vede uniti: quello di far crescere la cultura della pulizia, a tutto tondo”.
Roberto Galli, Presidente sezione distributori AFIDAMP: “Nella mia azienda ErremmeGroup ci siamo dati i turni per poter seguire in diretta le varie sessioni. È stata decisamente un’esperienza piacevole e innovativa per il nostro settore in Italia, che ha avuto come protagonisti personaggi di assoluto rilievo, autorevoli e di spessore. Gli argomenti trattati
sono stati molto attinenti alle problematiche che investono il nostro mondo. Insomma, direi che avete centrato in tutti i sensi l’obiettivo. Per quanto concerne l’incontro sulla tematica della logistica, a cui ho preso parte, direi che mi ha fatto riflettere su un aspetto cruciale del mercato, essenziale per il nostro mondo. In questo settore stanno infatti avvenendo dei processi intimamente connessi all’evoluzione della distribuzione e le mie osservazioni hanno cercato di esprimere proprio questa fase di transizione. Poi il professor Paolo Bisogni ha trattato esaustivamente la parte propriamente tecnica dell’aspetto logistico, mentre il collega Pier Angelo Cantù ha affrontato l’aspetto del noleggio che, come ben sappiamo, rappresenta un’ottima opportunità da cogliere per il nostro settore”.
Adriana Bizzarri, Coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva onlus: “L’evento mi ha colpito per varietà di stakeholder, portatori di interessi davvero molteplici ed eterogenei.
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Le “voci” soddisfatte e i complimenti di alcuni protagonisti: “Avete aperto un versante nuovo per divulgare l’informazione scientifica nel settore con eventi digitali”. L’invito, condiviso da tutti, è quello di non fermarsi, continuando a promuovere iniziative altrettanto preziose con l’obiettivo far crescere la cultura scientifica della pulizia professionale
Maurizio Pedrini
EVENTI
È stato un appuntamento prezioso, utile al confronto di punti di vista, esperienze e proposte diverse tra soggetti impegnati, a vario titolo, sul delicato terreno della cultura professionale della pulizia. Ho riscontrato interventi assai ricchi ed estremamente puntuali: tutti i partecipanti hanno offerto contributi di ampio respiro, cercando di contestualizzare in una visione più ampia i temi specifici loro assegnati, entrando comunque nel merito con grande capacità di approfondimento. Devo complimentarmi con gli organizzatori e, in particolare con il dottor Pedrini, che ne ha curato i contenuti e l’organizzazione, perché seguendo le tre giornate con piacere e curiosità, ho apprezzato ogni sessione. Credo siate stati molto bravi nell’individuare relatori estremamente competenti e preparati, davvero di ottimo livello. Mi auguro che alcune delle proposte che sono emerse anche durante l’incontro al quale ho preso parte, dedicato alla pulizia dei luoghi di vita comunitaria possano essere sviluppati con altri momenti d’incontro e approfondimento”.
Stefano Zardetto, Presidente OTAVOrdine Tecnologi Alimentari Veneto e Trentino Alto Adige: “Mi sembra che si sia stato un evento interessante, bene organizzato e riuscito sotto ogni punto di vista. L’incontro al quale ho partecipato è stato molto stimolante e il confronto prezioso, grazie al contributo dei relatori. Purtroppo non ho potuto seguire tutte le sessioni, ma ho percepito che il programma era ricco e articolato: nei prossimi giorni seguirò le re-
gistrazioni delle varie sessioni”.
Giulio Guizzi, AFIDAMP Ambassador, non nasconde il suo entusiasmo. “Questo Congresso Digitale - afferma convinto - l’ho vissuto davvero con grande interesse e piacere, tanto che l’ho già inserito nel mio libro ‘Pulizia igienica e sanificazione – la sporca storia del pulito’, in ristampa e di prossima uscita grazie al vostro editore, come una sorta di pietra miliare per un salto di qualità nella cultura della pulizia professionale italiana. Infatti non è stato solo utile, ma ritengo che vada inquadrato in un momento nuovo, inedito e diverso, perché in passato i momenti di confronto culturale, all’interno del nostro settore, sono rimasti circoscritti alle fiere al Forum e alle riviste, sia cartacee che elettroniche. Con la vostra iniziativa, grazie al tuo rilevante apporto, Dimensione Pulito ha creato il primo forum digitale, che va ad implementare l’offerta culturale e scientifica in un mondo che ne ha estremamente bisogno. Insomma, credo abbiate aperto un versante nuovo, ancora tutto da esplorare, che ritengo sia destinato ad avere grande sviluppo. Inoltre, dal momento che, a mio parere, la cultura è destinata ad ispirare la vita, sia materiale che professionale, ritengo molto felice questa operazione perché viene a colmare una parte moderna e giovanile della comunicazione. Un altro aspetto da sottolineare è che, in tutte le operazioni da me citate, c’è sempre stata la prevalenza, come forza motrice, della pubblicità, mentre in questa occasione la vera
leva strategica è stata la volontà di fare comunicazione per la cultura d’impresa, dando comunque spazio a interventi pubblicitari, bene assortiti e proposti, che si sono bene integrati nel contesto generale dell’evento. Infine mi preme evidenziare che parecchi relatori, come nel caso della tavola rotonda dedicata alla scuola, hanno presentato una realtà problematica vissuta in prima persona e sul campo nella quotidianità, come utenti dei servizi di pulizia e fruitori delle apparecchiature e dei prodotti destinati al professional cleaning”.
Andrea Laguardia, Direttore di Legacoop: “Ritengo senz’altro che il Congresso Digitale sia stato molto interessante per i temi affrontati e l’elevata qualità dei relatori che vi hanno partecipatoprecisa - anche se confesso la mia predilezione per la modalità in presenza di simili occasioni di confronto. Mi avrebbe fatto piacere una maggiore possibilità di interazione con gli iscritti all’incontro al quale ho preso parte, magari con la possibilità di rispondere in diretta a qualche loro domanda. Quanto ai contenuti affrontati, posso solo complimentarmi con gli organizzatori, in quanto sono stati affrontati tutti i principali temi di attualità che investono il nostro settore. Il comparto della pulizia professionale ha senz’altro bisogno di eventi come questo per tenere alta l’attenzione e la concentrazione su di esso. Anche perchè, come ben sappiamo, con l’attenuarsi della pandemia, le luci dei riflettori sembrano purtroppo aver preso altre direzioni”.
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Alessandro D’Andrea, Presidente ADA, Associazione Direttori d’Albergo
Roberto Galli, Presidente sezione distributori AFIDAMP
Adriana Bizzarri, Coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva onlus
Stefano Zardetto, Presidente OTAV - Ordine Tecnologi Alimentari Veneto e Trentino Alto Adige
Giulio Guizzi, AFIDAMP Ambassador
Gregorio Mangano, Presidente di AIISA: “Anche se non ho vissuto e seguito in diretta tutte e tre le giornate del Congresso - spiega - posso osservare che il programma del forum, quando l’ho letto per la prima volta, mi è parso subito assai completo e stimolante. Sono rimasto piacevolmente impressionato dal numero di autorevoli relatori e dalla varietà degli argomenti trattati. Ovviamente mi sono reso conto di come ognuno potesse decidere liberamente gli argomenti da seguire on line, avendo certamente l’imbarazzo della scelta. Sono soddisfatto e orgoglioso di aver potuto dare un contributo a questa bella iniziativa facendomi portavoce delle istanze e della professionalità degli associati che hanno a cuore la pulizia professionale”.
Massimo Artorige Giubilesi, Presidente FCSI Italia: “Credo che il bilancio di queste tre giornate sia decisamente positivo - commenta il noto esperto in tecnologie alimentari. “Il merito principale di questo evento - aggiunge - è quello di aver messo in moto un processo di contaminazione culturale tra persone che hanno provenienze, vissuti, competenze ed esperienze assai diverse, ma che operano nel grande filone della sanitation.” “Questo riuscito eventoprosegue - ha prodotto cultura del pulito e della salubrità. Mi piace molto fare formazione in presenza ma questo Convegno Digitale ha assolto a un prezioso compito di informazione e spero che possa avere un futuro, perché lo merita abbondantemente. Durante il mio inter-
vento nell’incontro dedicato al cleaning nel mondo dell’Ho.Re.Ca. e della ristorazione, ho presentato tutta una serie di tecnologie a basso impatto ambientale di eco-sanificazione, ecologica ambientale fisica, che non sostituisce quella chimica, ma che le dà forza e sinergia, anche perché lavora quando le persone dormono. Questo concetto, che sembra banale, è invece straordinariamente efficace: partiamo dall’ozono, che ha i suoi pro e i suoi contro, ma rappresenta certamente una grande tecnologia, fino alla catalisi ossidativa con lampade, tutta la nuova frontiera dei led sanitizzanti”.
“La mia valutazione - spiega Giuseppe Riello, presidente di AFIDAMP - è senz’altro positiva, sia per la qualità dei relatori e degli argomenti, sia per la confortante partecipazione di persone interessate. Credo che questo evento abbia avuto un ottimo riscontro, anche perché ha risposto all’esigenza diffusa di informazione e aggiornamento sui grandi temi della pulizia e sanificazione, divenuti sempre più importanti dopo la pandemia. Certo, l’evento era on line, ma credo che ormai ci siamo un po’ tutti abituati a condividere e sfruttare al meglio anche queste opportunità virtuali che, per qualità di contenuti e modalità espositive, non hanno nulla da invidiare rispetto a quelli in presenza, svolgendo un ruolo integrativo rispetto ad essi”. Significativo anche l’apporto di AFIDAMP, di cui il presidente si rallegra: “È stata una bella partnership - commenta - perché è essenziale fare rete e costruire alle-
anze tra le realtà industriali e associative che, operando nel settore, devono essere assolutamente coinvolte. Anche perché senza di loro, questa strada non sarebbe percorribile. Posso assicurare che l’associazione che rappresento sarà presente anche alla prossima edizione del Convegno Digitale, dando – se possibile – un apporto ancor più significativo”.
Paola Bortoletto, Presidente ANDIS: “A mio avviso - precisa - uno dei pregi del Convegno Digitale che avete promosso come rivista Dimensione Pulito, che ho trovato molto ricco di argomenti ed estremamente interessante, è stato quello di aver dato spazio e voce anche al mondo della scuola. Perché è giusto e doveroso che chi fa informazione di settore, come la vostra testata, si rivolga agli operatori del settore ed a quanti intervengono professionalmente per la massima igiene degli ambienti comunitari, come le imprese di pulizia, però il tener conto non solo dell’aspetto sanitario - peraltro fondamentale - ma anche di un’istituzione come la scuola, con tanti utenti che devono stare bene in un ambiente sano, salubre e pulito - riveste davvero una fondamentale importanza. Altrimenti saremo condannati ad assistere sempre ad uno scollamento reale tra la teorizzazione della cultura della pulizia e i bisogni reali, assai pratici di chi vive in questi luoghi. Insomma, vi sono grata, così come tutti i Dirigenti Scolastici che ho l’onore di rappresentare, per aver inserito un piccolo seme dedicato al mondo della scuola nel vostro
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Andrea Laguardia, Direttore di Legacoop
Gregorio Mangano, Presidente di AIISA
Massimo Artorige Giubilesi, Presidente FCSI Italia
EVENTI
Giuseppe Riello, presidente di AFIDAMP Paola Bortoletto, Presidente ANDIS
Convegno Digitale. Speriamo che possa crescere e dare rigogliosi frutti in termini di sensibilità e attenzione per le nostre problematiche e concrete esigenze”.
Toni D’Andrea Ceo ISSA PULIRE
Network: “Ritengo che questo Convegno Digitale sia stato senz’altro un appuntamento significativo perché si è inserito nell’ambito di quegli eventi culturali, preziosi per il nostro settore, che rappresentano occasioni di confronto, di divulgazione di informazioni, di approfondimento. Quindi, a mio parere, bisognerebbe farne tanti. Una delle ragioni per le quali, a mio avviso, il comparto del professional cleaning non va avanti, è perché non si investe abbastanza in cultura, conoscenza e approfondimenti. Ho molto apprezzato l’evento sia per i temi affrontati che per la competenza dei relatori intervenuti. Ti ringrazio perché, come direttore della rivista Dimensione Pulito e profondo conoscitore del mondo del professional cleaning, hai saputo attribuire agli ospiti i temi più adeguati sulla base delle competenze che possedevano: è stata una scelta mirata, puntuale e proficua perché hai fatto parlare i relatori sugli argomenti che conoscevano meglio. Davvero un ottimo lavoro, condotto con serietà e rigore divulgativo e scientifico. Mi complimento con te e con tutti gli organizzatori e quanti hanno lavorato al successo di questo progetto”. Lia Tozzi, Presidente Ordine degli Ingegneri di Rieti: “Innanzitutto - esordisce - va detto che il vostro è stato un pregevole evento divulgativo,
che ha avuto anche una forte valenza tecnico-scientifica: un aspetto che non contraddistingue come principale caratteristica il settore. Infatti si è parlato di aspetti relativi al mondo della sanificazione e dell’igiene ma anche di tanti delicati risvolti che toccano elementi umanistici e olistici riferiti alle persone che si dedicano all’opera di pulizia e igienizzazione. In sostanza si è trattato di un evento molto ben strutturato e articolato proprio perché ha saputo sviluppare con grande competenza numerosi contenuti. Per quanto riguarda l’incontro al quale ho portato la mia testimonianza, intitolato: ‘Igiene e assistenza, un binomio imprescindibile’, posso solo confermare che questo momento di confronto e riflessione è stato progettato in modo assai equilibrato, perseguendo una finalità coerente con il titolo prescelto”.
Stefano Gaiofatto, Direttore Byblos Art Hotel Villa Amistà: “L’evento on line - afferma il giovane direttore del prestigioso hotel veronese - è stato ricco di tanti contenuti e spunti di grande interesse sviluppati dai relatori. Personalmente sono orgoglioso di avervi potuto partecipare portando la mia esperienza. Per me è stato un onore poter intervenire al fianco di grandi professionisti del comparto alberghiero, affrontando un tema come quello della pulizia professionale e ricerca della massima igiene nell’ambito dell’accoglienza alberghiera. Gli argomenti proposti nelle tre sessioni mi sono sembrati tutti ben tarati e stimolanti. Certo, in futuro, oltre alla
riproposizione di un evento con queste caratteristiche digitali, sarebbe bello poter affrontare i temi delle varie sessioni anche in presenza, almeno con un panel di persone in grado di ascoltare e interloquire con i prestigiosi relatori che avete saputo coinvolgere in questa occasione”. Per Alessandro Panico, Segreteria Nazionale CEI SC59/61J-Regolatorio AFIDAMP, “il Congresso Digitale ha rappresentato un’iniziativa molto interessante, anche perché ha offerto la possibilità a tutti gli interessati di seguire argomenti puntuali e stimolanti con un panel di relatori veramente di grande livello. Credo sia senz’altro da sviluppare in futuro, magari puntando anche a un evento in presenza. Ho visto i titoli dei vari incontri e, sinceramente, penso valesse la pena seguirli tutti. Benvenga, perciò, la possibilità di vederli on line, dal momento che le registrazioni sono presenti sul vostro sito internet”.
Paolo Fabbri, Presidente di Punto 3, concorda: “Ormai il digitale offre molteplici possibilità d’informazione e aggiornamento. Credo che abbiate realizzato qualcosa di veramente utile, interessante e ben calibrato, anche grazie alla presenza, ad ogni incontro, di un numero massimo di tre relatori che hanno avuto il tempo di esporre i loro contenuti e interagire. Il format mi è sembrato serio, completo e originale; anche la scelta degli argomenti mi è piaciuta. Insomma, una formula ben sperimentata che, spero, possa essere riproposta anche in futuro”.
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Toni D’Andrea Ceo ISSA PULIRE Network
Lia Tozzi, Presidente Ordine degli Ingegneri di Rieti
Stefano Gaiofatto, Direttore Byblos Art Hotel Villa Amistà
Alessandro Panico, Segreteria Nazionale CEI SC59_61JRegolatorio AFIDAMP
Paolo Fabbri, Presidente di Punto 3
Gli sponsor di CleaningPIÙ
I trend e gli interventi trasmessi durante il convegno digitale sulla cultura del pulito a cura degli sponsor
4CLEANPRO SRL
4cleanpro.com
Qualità Made in Italy
4CleanPro è un’azienda dinamica che produce macchine per pulizie industriali sia a marchio proprio che per conto terzi per grosse società internazionali. Negli ultimi due anni si è posizionata nella nicchia alta del mercato con prodotti di alta qualità. Tutte le macchine vantano telai in acciaio Aisi 304 e sono dotate di una componente elettronica intuitiva e affidabile. Una gamma completa di 4 modelli di lavasciuga pavimenti e tante varianti e larghezze di lavoro per soddisfare tutte le esigenze di manutenzione e pulizia ad umido, di tutti i tipi di pavimenti e soprattutto la qualità dei componenti garantisce un'affidabilità eccezionale.
Nuova nel catalogo 4cleanPro è la lavasciuga MIRA ERGO 40. Completamente rivisitata nella parte superiore fulcro di tutte le novità. Il design ha poco a che vedere con la versione precedente in quanto il manico che supporta il serbatoio di recupero e anche il cruscotto è stato completamente rivisto. Al posto dell’ingombrante manico in rotazionale, si è passati al più tradizionale manico tubolare di 32 mm di diametro in acciaio inox Aisi 304. Il cruscotto con l’impugnatura è invece un doppio guscio, con la presa del manico simile a quella della monospazzola, offrendo così un maggior braccio di leva rendendo più leggera la guida della macchina.
MIRA ERGO 40 è il frutto di un’attenta analisi delle rinnovate esigenze della clientela di oggi che solo un’azienda come 4CleanPro è in grado di percepire e soddisfare adeguando al contempo le tecniche di pulizia così importanti nel mondo dell’igiene.
ARCOCHIMICA
arcochimica.it
SRL
Le nuove sfide dell’igiene nel rispetto dell’ambiente
Guarda il video: Ecolabel e non solo per un concreto miglioramento dell'impatto ambientale
Il Decreto ministeriale del 29 Gennaio 2021 ha determinato i nuovi punti a riguardo della detergente nelle gare d’appalto pubbliche fissando degli obiettivi da raggiungere per ottenere punteggi significativi. Arco Chemical Group, oltre a una gamma completa di prodotti a marchio Ecolabel o certificati C.AM. con imballi al 100% in plastica riciclata, propone al mercato il sistema di dosaggio denominato ALADIN.
Aladin risponde in maniera esaustiva a molti punti del Decreto e precisamente: Sistema automatico di dosaggio, dosaggio controllato per la riduzione degli sprechi, rendicontazione periodica dei consumi prodotto per prodotto, reportistica sul miglioramento dell’impatto ambientale generato dal sistema, azzeramento del rischio chimico, gestione automatizzata delle forniture di cantiere, riduzione delle scorte di magazzino, formazione continua del personale.
Genera anche vantaggi ambientali fra cui: riduzione della plastica grazie al riutilizzo dei flaconi, detergenza Green, riduzione di plastica, imballi, CO2 non emessa sia in fase di produzione degli imballi sia sui mancati trasporti, educazione degli operatori al rispetto dell’ambiente.
Il tutto controllato da una piattaforma web a disposizione della clientela per monitorare consumi, macchine e miglioramento ambientale.
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VETRINA
Guarda il video: Ciclo produttivo e prestazioni delle macchine 4CleanPro
ALLEGRINI SPA allegrini.com
Clean is All: protocollo Allegrini che unisce scienza e igiene
Guarda il video: Clean is All, il protocollo di pulizia degli ambienti
Da Allegrini, l’ultima novità Clean Is All, il protocollo di pulizia e sanificazione degli ambienti verificato dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, risponde appieno all’impegno per la cultura del pulito. Nel protocollo PRT-HOR-02 declinato per il settore horeca, disponibile anche per gli altri ambiti (dall’healthcare al car care in cui Allegrini opera), prodotti e procedure sono studiate in ogni dettaglio al fine di assicurare pulizia, igiene e comfort nelle strutture e negli ambienti che lo adottano. Così il Metodo Allegrini, fatto di competenza, formazione e consulenza, si evolve unendo all’esperienza il valore della ricerca scientifica che valida tutto il processo.
Clean is All è in primo luogo “garanzia”: riguardo alla validità scientifica dei prodotti e dei loro componenti, ma anche all’efficacia delle procedure di utilizzo, che prevedono l’adozione di detergenti super concentrati TopFormula+ e del Metodo Allegrini, un sistema di servizi che inizia dal sopralluogo dei locali per arrivare alla formazione del personale e all’assistenza continua. Così il Metodo Allegrini si evolve unendo all’esperienza il valore della ricerca scientifica che valida tutto il processo.
Non solo: Clean is All offre ai gestori anche l’opportunità di comunicare ai propri ospiti che gli ambienti sono stati puliti e igienizzati attraverso un QR code che illustra prodotti, metodi e procedure di pulizia.
L’offerta di prodotti e servizi di Allegrini risponde inoltre agli attuali obbiettivi di sostenibilità, tema al centro di un importante processo di evoluzione avviato con il recente lancio del concept “World in progress”, un mondo di idee, progetti e azioni che Allegrini sta compiendo per un futuro sempre più sostenibile.
Scopri Clean is All sul sito www.cleanisall.com
COMAC SPA comac.it
C75, C85 e C100: la gamma di lavasciuga pavimenti professionale Comac al servizio del pulito
C75, C85 e C100 sono lavasciuga pavimenti uomo a bordo caratterizzate da un design robusto e dall’anima intelligente capaci di rivoluzionare la classica idea di pulito. La continua ricerca di Comac nel migliorare i propri macchinari e l’introduzione di tecnologie sempre più innovative, consentono all’operatore di interagire costantemente con la macchina sfruttando al massimo le sue funzioni in una prospettiva di ottimizzazione dei tempi di intervento e riduzione dei costi.
Estremamente versatile, la gamma C è indicata per lavorare in spazi ampi come centri commerciali, reparti di produzione, centri logistici e magazzini riuscendo ad affrontare qualsiasi tipo di sporco. Uno studio accurato dell’ergonomia ha permesso un adattamento ottimale del sistema uomomacchina per garantire all’operatore una seduta comoda e protetta, la posizione di lavoro è rialzata per aumentare la visibilità durante le operazioni di pulizia.
C75, C85 e C100 sono disponibili in versione lavante con due spazzole a disco da 75 cm, 85 cm o da 100 cm, C85 e C100 sono disponibili anche in versione spazzante con 2 spazzole cilindriche da 85 cm o da 100 cm. Grazie al comodo selettore dei programmi di lavoro, l’operatore può inoltre scegliere il tipo di attività che si vuole eseguire.
Per soddisfare al meglio le esigenze di pulizia Comac ha previsto due configurazioni:
- Essential: allestimento essenziale, indispensabile per tutte le operazioni focalizzate principalmente sulle ottime prestazioni.
- Bright: allestimento più ricco, in grado di offrire elevate prestazioni unite a massimi livelli tecnologici.
Grazie alla tecnologia CFC – Comac Fleet Care è inoltre possibile avere sempre un quadro completo e aggiornato dello stato di salute delle macchine che compongono la flotta, ottimizzando il rendimento e riducendo i costi di gestione.
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Guarda il video: La gamma completa di macchine e sanificatori Comac
COPYR SPA copyr.eu
Copyr, da 60 anni al fianco dei professionisti
Guarda il video: Il sistema Copyr per i Professionisti dell’Igiene Ambientale
Copyr – La Compagnia del Piretro è una delle principali realtà europee impegnate nello sviluppo di soluzioni per l’igiene ambientale, efficaci e rispettose dell’ambiente. Il core business dell’azienda sono i prodotti a base di Piretro, principio attivo di origine naturale, e sistemi integrati per il pest management e la sanificazione degli ambienti. Da 60 anni l’azienda mette a disposizione dei clienti esperienza e conoscenza attraverso una rete di vendita che copre tutto il territorio, un servizio clienti attento alle esigenze di tutti, una squadra di tecnici che eroga corsi di formazione, consulenza e affiancamenti e mette a disposizione tanti servizi digitali utili a tenere sempre aggiornati i professionisti. È proprio in quest’ottica, di continua vicinanza e assistenza ai clienti, che l’azienda ha dato vita ad un’iniziativa davvero unica: il GT 23, un evento itinerante per gli appassionati di Igiene Ambientale. Sei date disponibili, in giro per l’Italia, in cui sarà possibile incontrare il team tecnicocommerciale per parlare di attrezzature, tecniche di nebulizzazione e testare con mano tutte le soluzioni disponibili. In queste giornate i tecnici guideranno tutti gli interessati nella scelta della migliore attrezzatura e della migliore offerta commerciale. Non solo vendita, ma anche noleggio: sarà possibile utilizzare una determinata attrezzatura per un periodo di tempo senza doversi impegnare economicamente per l’intero valore della stessa. Inoltre, sarà possibile toccare con mano le attrezzature e ricevere un addestramento pratico sull’utilizzo. Non resta che iscriversi! Basta collegarsi al link https://hubs.ly/Q01DC1LV0 e compilare il form. L’evento è aperto a tutti.
INDUSTRIE CELTEX SPA industrieceltex.com
Celtex Megamini, sistemi di dispensazione no-touch
Guarda il video: Igiene e riduzione dei consumi nelle aree bagno e cucine professionali
Celtex Megamini è la linea di sistemi di dispensazione professionali creata da Industrie Celtex per elevare il livello di igiene in tutti i locali del fuori casa, dove pulizia e continuità di servizio sono prerogative irrinunciabili.
Soluzioni che sommano innovazione, design e un affinato meccanismo di controllo dei consumi per erogare solo quanto realmente necessario, così da ridurre sprechi e costi di gestione.
E-Control Hands
E-Control Hands è il sistema no-touch per le aree bagno, che eroga carta asciugamani attraverso il passaggio della mano in prossimità del dispenser, senza alcun contatto con la scocca. L’utente tocca solo quanto erogato.
Il doppio scomparto interno consente di alloggiare contemporaneamente il rotolo nuovo e quello ad esaurimento, così da utilizzarlo fino all’ultimo strappo, senza sprechi.
Omnia Labor
Omnia Labor, invece, è il dispenser ultra compatto per carta cucina in formato piegato: una bobina in fogli che cambia le regole del pulito nelle cucine professionali.
Azionabile con una sola mano, Omnia Labor facilita le operazioni di pulizia di chef e cuochi. Semplicità di utilizzo, rapidità, carta sempre disponibile e massima igiene. Il dispenser protegge la carta da contaminazioni esterne e la sua bocca di erogazione, arricchita con un trattamento antimicrobico, inibisce la riproduzione dei microorganismi.
Conforme al protocollo HACCP, il dispenser può essere appeso a muro o sistemato su un supporto in acciaio inox per un utilizzo altamente flessibile e con la carta sempre a portata di mano.
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FALVO SAS falvo.info
Guarda il video: Lavare, pulire e disinfettare ambienti, abiti da lavoro e biancheria
L’era del Probiotico nella pulizia professionale Tutto è in evoluzione, tutto si migliora e la detergenza non è da meno! Una delle novità più importati sono proprio i prodotti che utilizzano la tecnologia dei probiotici.
Ma cosa sono i Probiotici?
Molti li confondono con i prodotti a base di enzimi, perché al loro interno li contengono, ma la differenza principale sta nel fatto che un prodotto a base di enzimi ne ha una certa quantità e tipologia e la sua azione è limitata all’utilizzo; in pratica agisce solamente quando l’operatore lo usa, pulendo le superfici dallo sporco ma non va oltre, come tutti i normali prodotti attualmente venduti sul mercato. I prodotti con i probiotici invece vanno oltre! In pratica, una volta utilizzati sullo sporco, oltre a rimuoverlo nell’immediato, la parte probiotica che rimane sulle superfici, genera degli enzimi che continuano la loro azione pulente anche dopo la fase di pulizia da parte dell’operatore (fino a 3-4 giorni), ostacolano la formazione dello sporco ed aggrediscono quello incrostato che spesso non si riesce a rimuovere perché i tempi di pulizia sarebbero troppo lunghi e quindi inapplicabili. In fine, l’utilizzo costante di prodotti PROBIOTICI, permette di ridurre sensibilmente, fino a scomparire, lo sporco vecchio ed incrostato.
Altro aspetto importante riguarda la sicurezza: i detergenti a base di prodotti probiotici non sono pericolosi per le persone e per l’ambiente, permettendone l’uso in ogni ambiente e situazione.
Oggi l’utilizzo di prodotti detergenti a base di probiotici può rappresentare un valore aggiunto per le attività di pulizia, perché permette di aumentare sensibilmente la qualità del proprio lavoro, senza dover cambiare le normali procedure di svolgimento.
FALPI SRL falpi.com
FALPI, per un FUTURO sempre più GREEN e sostenibile
Guarda il video: Carbon Footprint di prodotto. Le soluzioni per i progettisti del Cleaning
73 carrelli Falpi già certificati EPD delle linee Kubi, Microrapid, Microtech, Smart e Specialist, hanno ricevuto la certificazione sull’impronta climatica secondo la norma UNI EN ISO 14067 (CFP). La CFP si basa sulla quantificazione di tutte le emissioni di gas serra (GHG – Greenhouse gases) legate all’intero ciclo di vita di un prodotto.
La ISO 14067:2018 è lo standard ISO che si propone di migliorare la chiarezza e la coerenza delle attività di quantificazione, reporting e comunicazione della Carbon Footprint di prodotto (CFP). Con l’attività di audit di terza parte effettuato dal RiNa a febbraio è stato certificato che l’analisi CFP, e la relativa comunicazione sono conformi allo standard ISO 14067.
Il calcolatore Carbon Footprint di Falpi
Con i nuovi configuratori KubiPro, Kubi Fun e Soli presenti sul sito dell'Azienda, in costante aggiornamento, il Cliente potrà "creare" i carrelli che meglio si adattano alle proprie esigenze, aggiungendo o escludendo accessori e componenti, e sviluppando in real-time il modello 3D. Inoltre collegato al configuratore è stato sviluppato il calcolatore della Carbon FootPrint in grado di fornire i dati necessari al calcolo dell'impatto di CO2 del carrello appena configurato, questa novità è stata presentata durante la fiera Issa Interclean Amsterdam 2022 e per potervi accedere bisogna essere in possesso di un account "pro" (info@falpi.com).
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Si parla sempre più spesso di noleggio
un'evoluzione in positivo del settore a tutti i livelli.
UNA SOLUZIONE VANTAGGIOSA
Nei settori in cui è più affermato, dall'automotive alla logistica e alle costruzioni, il noleggio rappresenta il principale sbocco distributivo per i prodotti e per le macchine più avanzate, moderne ed efficienti, presenti sul mercato. Infatti, laddove il modello della proprietà impedisce alle imprese di piccole e medie dimensioni di acquistare i prodotti più nuovi e performanti, perché troppo costosi, il noleggio rende questi prodotti accessibili attraverso il pagamento di un canone limitato unicamente ai giorni effettivi di utilizzo, riducendo così i costi delle imprese e permettendo loro al contempo di migliorare sensibilmente la qualità del proprio lavoro.
Il settore della pulizia professionale registra un interesse crescente nei confronti del modello di distribuzione e utilizzo offerto dal noleggio professionale, già affermatosi con successo in altri settori con esiti positivi e vantaggiosi per tutte le componenti in causa. Un modello che, oggi, fornirebbe una risposta a molte delle esigenze presenti nel settore: dalle difficoltà di approvvigionamento che i produttori stanno affrontando da ormai diversi mesi, alla necessità di una maggiore diffusione di prodotti e attrezzature professionali tra le imprese di pulizia di piccole e medie dimensioni, ancora troppo legate all'uso di prodotti domestici, più economici ma molto meno performanti, a scapito di un’evoluzione e una professionalizzazione oggi sempre più richiesta.
E se anche nel cleaning alcune aziende stanno cominciando a implementare servizi di noleggio, è chiaro che al momento siamo di fronte a una realtà ancora in divenire, troppo poco diffusa e professionalizzata per poter influenzare in modo sensibile la domanda e il mercato nel suo insieme. Perché questo avvenga, sarà fondamentale non solo che queste aziende aumentino in numero, ma anche che questo nuovo approccio sia elaborato nel pieno rispetto di ciò che oggi identifichiamo come noleggio professionale e moderno. Un servizio incentrato tanto sulla varietà delle soluzioni offerte quanto sulla qualità dei prodotti messi a disposizione del mercato in questo modo è fondamentale per far sì che si inneschino le giuste dinamiche virtuose che andranno a generare
Mettere a disposizione dei clienti un parco mezzi a noleggio di assoluta qualità, inoltre, permette di incentivare l’uso (e, quindi, l’offerta) di mezzi specifici, sofisticati e di qualità superiore rispetto a quelli che un’impresa sarebbe in grado di acquistare e ammortizzare nel corso della sua attività produttiva, aprendole nuove opportunità di lavoro prima inaccessibili, a causa dell'assenza di quello specifico mezzo nel parco di proprietà.
Ricorrere al noleggio permette alle imprese di lavorare di più e di farlo meglio, aumentando le proprie entrate – potendo godere di costi certi inferiori rispetto a quelli imposti dalla proprietà – e migliorando la soddisfazione dei committenti.
Se le imprese cominciano a rivolgersi in modo sistematico al noleggio cercando i prodotti migliori, specifici e più innovativi, ecco allora che si può innescare quel circolo virtuoso che, prendendo le mosse dalla diffusione del noleggio e dalla veloce rotazione del suo parco macchine complessivo, fa arrivare forte la sua voce anche sul tavolo dei progettisti e di chi conduce le strategie di evoluzione dei prodotti.
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Anche nel settore del professional cleaning il noleggio rappresenta la convergenza delle necessità di produttori, distributori e clienti.
Per far sì che questo modello si diffonda, è necessaria un’evoluzione significativa nell’organizzazione delle attività
Luca Tagliabue caporedattore di Rental Blog
NOLEGGIO PROFESSIONALE
E a guadagnarci saranno tutti: i noleggiatori e i produttori per la maggiore redditività generata dall'offerta di prodotti e servizi di maggior valore; e le imprese utilizzatrici, per la possibilità di utilizzare nei propri lavori mezzi sempre più idonei, efficienti e all'avanguardia. A guadagnarci, quindi, è il mercato nel suo insieme.
SCEGLIERE L’INTERLOCUTORE
Per dare vita a questo circolo virtuoso, diventa fondamentale la mediazione delle aziende che gestiscono il noleggio, che devono essere in grado di relazionarsi con il mercato non come fornitori di prodotti scadenti e a basso prezzo, ma come interlocutori fondamentali tanto per i clienti quanto per i produttori.
Diventa fondamentale disegnare un'organizzazione dei processi di filiera efficiente e in grado di coprire tutte le necessità che il cliente ha in relazione ai mezzi che noleggia, in modo che esso possa concentrarsi unicamente sullo svolgimento della propria attività.
Il noleggio, infatti, diventa una soluzione irrinunciabile per i clienti solo nel momento in cui li solleva da tutti i costi, le responsabilità, le limitazioni e le incombenze che caratterizzano l'utilizzo dei mezzi di proprietà. Se diamo per scontato che, ricorrendo al noleggio, i clienti devono poter accedere a macchine e attrezzature tecnologicamente avanzate, tenute dal noleggiatore in stato di manutenzione ottimale che permettano di svolgere la propria attività in modo efficiente e gratificante, spetta quindi al noleggiatore controllare lo stato dei mezzi a ogni flusso di utilizzo ed effettuare le dovute riparazioni quando necessario. Così come curare in modo rigoroso i cicli di manutenzione ordinaria e fornire al cliente un servizio di assistenza che gli consenta di intervenire immediatamente quando si verifica un guasto, in modo da ridurre al minimo i tempi di fermo.
La tecnologia oggi lo permette, ed è anche una questione di sicurezza oltre che di qualità. Un altro aspetto che il noleggiatore deve curare attentamen-
te, è quello legato alla vita media dei mezzi e delle attrezzature presenti nella propria flotta, che deve essere inferiore a quella tipica dei mezzi di proprietà.
Acquistare macchine nuove rappresenta un investimento importante per un'impresa di pulizia, soprattutto se di piccole o medie dimensioni, e impone l’utilizzo dei propri mezzi anche quando questi sono diventati obsoleti e poco performanti.
Grazie alle dinamiche di redditività del noleggio e a una gestione efficiente della vendita dell'usato, un noleggiatore si può invece permettere di rinnovare il proprio parco mezzi in tempi molto più brevi, potendo offrire sempre ai propri clienti macchine performanti e di ultima generazione, in linea con le applicazioni più richieste dal mercato e con le norme più recenti in termini di sicurezza e inquinamento. A vantaggio evidente della produttività. Anche le dinamiche finanziarie intervengono a favore del modello organizzativo dei noleggiatori. Pensiamo ad esempio alla possibilità di acquistare un mezzo in leasing, con una durata del finanziamento che garantisca una scadenza almeno coincidente con l’ammortamento finanziario del bene noleggiato. Alla scadenza del finanziamento, un noleggiatore potrà accendere un nuovo leasing per un nuovo mezzo, piuttosto che riscattare lo stesso mezzo continuando a mantenerlo nel parco, mettendo a rischio l’efficienza e la qualità della propria offerta. Per dare vita a un processo di innovazione che coinvolga tutto il settore, come abbiamo detto è però necessaria un'evoluzione significativa nell'organizzazione dell'offerta di noleggio, possibile solo attraverso una formazione specifica e incentrata sulle conoscenze e sulle dinamiche che già in altri settori hanno sancito l'affermazione e il successo del noleggio nelle transazioni industriali, con tutti i vantaggi economici e operativi che questo ha comportato per tutte le componenti del mercato. (rentalblog.it)
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La robotica bussa alle porte del professional cleaning
Laddove, fino a qualche anno fa, le macchine per la pulizia
Maurizio Pedrini
Ormai è quasi un percorso obbligato: l’automazione applicata alla pulizia professionale è una strada percorsa a tutto tondo. Sono molte, infatti, le aziende italiane
produttrici di tecnologie per l’igiene che, dopo aver indirizzato investimenti e risorse in questa direzione, stanno proponendo prodotti con soluzioni robotizzate: a partire dalle lavapavi-
menti autonome, accolte con un certo interesse dal mercato. Insomma, laddove fino a qualche anno fa le macchine per la pulizia automatizzata erano una soluzione in crescita costosa ed
INNOVAZIONE 4.0
automatizzata erano una soluzione in crescita costosa ed interessante, ora stanno rapidamente diventando un’opzione sicura in molti contesti e settori
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CHI È RICCARDO OLDANI
Giornalista e scrittore scientifico, Riccardo Oldani ha al suo attivo numerose collaborazioni con riviste di divulgazione italiane e internazionali. Ha visitato e conosciuto direttamente le realtà di molti istituti di ricerca dove nascono gli “spaghetti robot”, da cui prende nome il titolo di un suo libro di successo.
interessante, ora stanno rapidamente diventando un’opzione sicura in molti contesti e settori. Ma, al di là dei classici stereotipi dei “robot” umanizzati e tuttofare, proposti da qualche film, è bene sgombrare subito il campo da un equivoco di fondo. Le macchine robotizzate restano macchine, hanno bisogno di istruzioni, regole e percorsi definiti da un operatore. Per questa ragione (per fortuna!) la robotica non sarà mai in grado di sostituire del tutto il lavoro dell’uomo a parità di efficacia e in modo economicamente conveniente. Proprio su questo tema, infatti, oltre che sull’innovazione tecnologica, si concentrano le preoccupazioni etiche e sociali di quanti temono che il lavoro robotizzato, almeno in alcuni campi produttivi, prevalga e avvilisca quello umano. Del resto, senza principi etici, che affermino la centralità della persona anche nei processi produttivi, i rischi del “modello cinese” non appaiono così remoti, anche se estranei alla cultura occidentale, fortunatamente basata, almeno ancora in gran parte, su valori umani irrinunciabili. Attualmente è corretto parlare di complementarietà del lavoro. La robotica, infatti, non va considerata come uno scomodo concorrente dell’uomo, ma quale preziosa opportunità offerta alle industrie più avanzate per far crescere le competenze dei propri dipendenti: sia nei processi di produzione delle
macchine per la pulizia, sia - soprattutto - nelle operazioni, che prevedano il loro valido impiego “a disposizione” delle imprese di pulizia impegnate, non solo a fornire un servizio di pulizia ottimale e completo, ma anche ad utilizzare i dipendenti in altre fondamentali mansioni che comportino un uso più funzionale e intelligente degli addetti. In sostanza, un giudizio ponderato ed equilibrato ci porta a poter affermare serenamente che l’impiego di macchine robotizzate non comporterà una completa sostituzione del lavoro umano, che al momento non è pensabile, ma ad una collaborazione uomo-macchina che rappresenta la scelta ottimale nell’automazione industriale. La scomparsa di alcune mansioni dovuta all’automazione sarà probabilmente compensata dalla nascita di inedite opportunità e nuovi operatori, che dovranno essere sempre più qualificati per poter svolgere un lavoro efficace, sempre più specialistico e avanzato. Del resto, già in molti settori di nicchia del professional cleaning, l’impiego di attrezzature e macchine robotizzate costituisce da tempo una consolidata realtà. Pensiamo, ad esempio, alla manutenzione e sanificazione delle condotte aerauliche, solo per fare un esempio. Nel mondo del cleaning l’automatizzazione, oltre a essere perseguita da alcune industrie produttrici di macchine per la pulizia, punte di diamante del Made in Italy, è già a buon punto in varie specie nella Grande Distribuzione Organizzata, dove ci sono ambienti di lavoro perfetti per le macchine di pulizia autonome: distribuzione ottimale degli spazi, lunghe corsie, ampi cor-
ridoi e l’organizzazione ordinata dei percorsi. Analoga considerazione vale anche nell’industria e nei magazzini adibiti alla logistica e allo stoccaggio, ma anche nelle aree aperte al pubblico come aeroporti, grandi stazioni, centri commerciali, industrie, palazzetti sportivi, ipermercati e supermercati. L’utilizzo delle macchine per la pulizia robotizzate è reso possibile e sicuro anche in presenza del pubblico, grazie ai sistemi di sicurezza di cui sono equipaggiate: pensiamo, soprattutto, a quelli che lavorano in contemporanea e sono in grado di farle muovere in totale autonomia. I bumpers posizionati ai lati delle macchine, entrando in contatto con un ostacolo imprevisto, oppure rilevando la presenza di una persona che cammina, arrestano istantaneamente la macchina. Di fatto, ormai, non si contano i modelli di robot collaborativi (cobot) progettati e realizzati in Italia da noti marchi del settore, guardando al futuro, destinati specificamente a pulire medie e grandi superfici, affiancando il prezioso lavoro degli operatori di pulizia.
Abbiamo incontrato Riccardo Oldani, giornalista scientifico, che segue da anni la robotica italiana con attenzione e passione, per rivolgergli alcune domande al riguardo. Oldani, tra l’altro, è autore del libro “Spaghetti Western”, nel quale ha disegnato un quadro completo del settore, frutto di un lavoro serrato e decine di interviste. Il made in Italy della robotica, ha dichiarato più volte, è tra i pochi ambiti della ricerca in grado di trattenere ancora entro i nostri confini cervelli ed esperti di livello internazionale.
Come siamo messi, nel nostro Paese, nel campo della ricerca applicata alla robotica, soprattutto in relazione alle esigenze produttive delle aziende?
“In Italia abbiamo un'idea del livello della nostra ricerca che non corrisponde adeguatamente alla realtà, almeno in alcuni settori, compresa la robotica.
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Il rischio è che i frutti della ricerca ita liana vengano esportati e valorizzati all’estero. Il nostro Paese può contare su realtà di assoluta eccellenza, come la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, oppure l'Istituto Italiano di tecnologia di Genova; in questo caso, sono i ricer catori stranieri che ambiscono ad un posto di ricerca in tali strutture, non il contrario. A livello internazionale i nostri ricercatori robotici sono molto conosciuti e apprezzati, anche in Pae si come gli Stati Uniti, la Germania o il Giappone, che da sempre riteniamo l'eccellenza in questo settore tecno logico. La mia esperienza personale è che nei centri di ricerca italiani impe gnati in questo ambito, dove ancora si respira un’atmosfera di vivace interna zionalità, non venga meno l’entusia smo. I ricercatori sono molto spesso ragazzi giovani, creativi, provenienti da molti Paesi del mondo, appassionati talmente al loro lavoro da non cono scere orari”.
Come è organizzata la ricerca nel campo della robotica in Italia?
“Questa tipologia di ricerca è suddivisa in numerosi e importanti poli di ricerca presenti un po’ in tutta Italia: Torino, Milano, Verona, Genova, Pisa, Napoli, Catania, Palermo, Roma. Abbiamo eccellenze internazionali come la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e l’IIT di Genova, ma anche istituti del CNR e dell’Enea che se ne occupano, un po’ in tutti i settori, dalla robotica umanoide a quella chirurgica, dai robot sociali a quelli per l’assistenza alle persone anziane, dai robot per giocare a quelli per l’industria alle protesi robotiche. Gli obiettivi sono sostanzialmente due: da un lato fare ricerca su fronti innovativi e di frontiera, come l’intelligenza artificiale, il machine learning, dall’altra trovare idee per trasformare le conoscenze della ricerca in prodotti da realizzare e proporre sul mercato. Intorno ai centri di ricerca che ho citato nascono molte spin off e startup che hanno come obiettivo l’i-
deazione di prodotti o di componenti per la robotica. Stiamo vivendo un momento chiave, quello in cui emerge chi ha le idee migliori ma anche la maggiore capacità di trasformarle in impresa. In questo, forse, paghiamo dazio ad altre realtà, non per il valore dei nostri ricercatori, ma per il distacco che molte parti della società civile, a partire dalla politica, hanno con la ricerca in Italia. Cominciamo ad assistere all’arrivo di grandi gruppi internazionali che investono qui da noi,
acquisiscono startup italiane e le introducono in sistemi di business che porteranno i risultati fuori dall’Italia. Questo è sicuramente molto peggio rispetto alla fuoriuscita di molti studiosi italiani che vanno all’estero, seguendo un processo di mobilità delle idee e della formazione che è normale in tutto il mondo e che solo noi vediamo come qualcosa di negativo. Il fatto che uno studioso italiano vada in un’università americana a completare la sua formazione o a insegnare è un normale arricchimento culturale. Peggio è vedere che le idee nate in Italia non vengono capite e apprezzate qui, ma da menti imprenditoriali e capitali esteri”.
Come vede il futuro della robotica, ci sarà sempre spazio per il fattore umano?
“Le macchine, non dimentichiamolo mai, sono nate per contribuire a ridurre la fatica dell’uomo, facendo di conseguenza sparire alcuni lavori e creandone altri. In molti, oggi, evidenziano il rischio che robot intelligenti
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La robotica non va considerata come uno scomodo concorrente dell’uomo, ma come una preziosa opportunità offerta alle industrie più avanzate per far crescere le competenze dei propri dipendenti
INTELLIGENZA ARTIFICIALE, QUANTO NE SAPPIAMO?
L’Intelligenza Artificiale è qualcosa di cui si parla molto, ma che sembra non fare ancora parte delle nostre vite. Come riporta Adnkronos, infatti, secondo la ricerca dell'International Corporate Communication Hub con Università Iulm l’81,9% dei cittadini ha sentito parlare dell'IA da almeno un canale media nell’ultimo anno, in prevalenza dalla tv, un dato che conferma la crescente attenzione dei media e dei cittadini nei confronti di questo argomento. Attenzione però: solo il 19,3% dei cittadini ammette di riconoscere come "pervasiva e estesa" la presenza nella sua vita di questa tecnologia informatica che rivoluziona il modo con cui l'uomo interagisce con la macchina, mentre il 40,6% ne percepisce un utilizzo minimo o nullo e il 40,2% un utilizzo medio. La ricerca rileva anche delle differenze di genere: gli uomini riportano un’esposizione maggiore a notizie riguardanti l’Intelligenza Artificiale, con un valore di esposizione dell’85,2%, il 6% in più circa rispetto a quello delle donne che si attesta al 79,1%. I ricercatori sottolineano come l’esposizione sia comunque molto alta in entrambi
possono soppiantare le persone in un gran numero di occupazioni. In pochi, invece, si sforzano di immaginare come realmente cambierà lo scenario del lavoro e quali nuovi tipi di professionalità si renderanno necessari in un mondo con una maggiore densità di macchine intelligenti. Ancora oggi i robot sono macchine molto specializzate, che sanno fare un numero limitato di cose e che hanno bisogno di una costante assistenza e manutenzione da parte dell'uomo. In un immediato futuro vedo quindi
i generi. Per quanto riguarda l’età delle persone che entrano in contatto con il tema dell'Intelligenza Artificiale, i ricercatori sottolineano che giovani e adulti risultano maggiormente esposti, attestandosi su valori rispettivamente di 85,2% e 86,5%, più elevati degli over 55 che si collocano ben 10 punti percentuali sotto, intorno al 75%. E mentre non si riscontrano differenze significative per aree di provenienza, si riscontrano invece differenze in base al grado di istruzione: più questo è elevato, maggiore è l’esposizione a informazioni sull’Intelligenza Artificiale, arrivando ad un massimo del 91% per i laureati, ed un minimo del 66% per i rispondenti con il diploma di licenza media o elementare. Nell'ultimo decennio, l'IA si è diffusa notevolmente, mostrando un elevato potenziale in diversi ambiti, dal marketing e pubblicità, al sistema giudiziario, dal sistema sanitario a quello delle campagne politiche. Tuttavia man mano che l'IA diventa più diffusa e centrale nella società, emergono sempre di più aspetti controversi rispetto all’eticità e la pervasività del loro utilizzo nella società.
una forte diminuzione nella richiesta di lavoro pesante e manuale, a fronte di una sempre maggiore necessità di personale formato dal punto di vista tecnico, che sappia sovrintendere al funzionamento delle macchine, sviluppare software, risolvere problemi operativi. Anche l'operaio, insomma, sarà sempre meno un lavoratore che opera manualmente e sempre di più un collaboratore che utilizza la propria intelligenza per far funzionare le macchine, assumendo un ruolo di supervisione più che di produzione”.
Le aziende italiane hanno accolto la sfida dell’innovazione robotica investendo in mezzi e risorse adeguate?
“Sì, senz’altro. L'industria dell'automobile è quella che ha investito di più in automazione. Ma la robotica si vede sempre di più, anche in aziende medio piccole del manifatturiero italiano, in grado di lavorare fianco a fianco con gli operai, e in settori tradizionali come quello del mobile, dell'abbigliamento, dell'alimentare. Noi poi siamo eccellenti nel settore meccatronico e nella produzione di macchine per l'industria. Le migliaia di aziende italiane di questi ambiti sono tra le più automatizzate del mondo e già da tempo investono nell'acquisto di robot e di sistemi di automazione. Ciò mi pare stia accadendo anche nel comparto del professional cleaning: potrei citare importanti e conosciuti marchi nazionali che stanno lavorando da anni su questo filone, con ottimi risultati”.
Sempre a proposito del settore del professional cleaning, vede effettive possibilità di sviluppo nelle applicazioni?
“Certamente. Non bisogna dimenticare che quello della pulizia è il settore in cui sono comparsi i primi robot commerciali. Il famoso Roomba di iRobot è stato il primo a entrare in quantità massicce nelle case e ad adottare un sistema di navigazione complesso per potersi muovere in maniera autonoma in ambienti confinati. Se vogliamo, in un certo senso i robot per la pulizia sono stati gli antesignani di generazioni successive di macchine capaci di fare anche cose molto diverse, come le auto autonome per esempio. Dal mio punto di vista, quindi, quello del cleaning resterà sempre un ambito di frontiera per la robotica, il primo dove vedremo applicate nuove tecnologie e nuovi concetti. Ci sono molte interessanti aziende che operano nel settore, anche in Italia. Penso a imprese che sviluppano robot per la pulizia
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delle piscine, oppure robot giardinieri che tagliano i prati. Sono convinto che, grazie a queste macchine, anche il professional cleaning subirà una trasformazione in attività di servizio piuttosto che prestazione d'opera manuale. Gli operatori del settore metteranno a disposizione delle aziende i propri robot per le pulizie e venderanno i loro servizi al metro quadro, perché le macchine saranno in grado di certificare con esattezza le superfici pulite. Gli addetti svolgeranno più che altro un ruolo di rifinitura, sovrintenderanno al funzionamento dei robot, si occuperanno di spostarli dove servono e di metterli in condizione di lavorare fornendo i consumabili. Sarà un lavoro meno pesante e più di controllo che richiederà la capacità di imparare il funzionamento delle macchine e la risoluzione di eventuali problemi. Anche questo tipo di professione richiederà
un certo grado di conoscenza e di preparazione”.
Ritiene che le aziende italiane costruttrici di macchine indirizzate professional cleaning, abbiano fondate ragioni per affrontare questa impegnativa sfida?
“Ne sono più che convinto, anche se so perfettamente che si tratta di un percorso difficile e impegnativo. Di certo Paesi come gli Stati Uniti e il Giappone, dove le aree di centri commerciali e luoghi pubblici sono immense, e assai più ampie che in Italia, si prestano molto di più alla pulizia con strumenti robotici, che comunque hanno bisogno di grandi spazi con pochi ostacoli per dare il meglio. Questi spazi, a dire il vero, non mancano neanche in Italia, basti pensare ai grandi magazzini, alle fabbriche, alla GDO, e presto avremo macchine autonome capaci di muoversi al loro interno pulendo, magari anche sorve-
gliando, quello che succede. Ci sono concreti e vantaggiosi margini di manovra nel settore per sviluppatori di robot o di macchine, che possono farci capire e ideare nuovi utilizzi, nuove applicazioni. Penso ad esempio alla pulizia dei vetri o dei pannelli fotovoltaici, operazione a mio giudizio facilmente automatizzabile ma per la quale mancano ancora soluzioni convincenti. Pure sui modelli di business occorrerà fare una riflessione e un ragionamento, perché è fuori di dubbio che una maggiore automazione anche nel professional cleaning comporterà una profonda revisione di mansioni, funzioni e servizi. Pensare che l’automazione sia una cosa lontana, che interesserà poco il settore del cleaning e l’Italia, può rivelarsi un errore. Magari la transizione ai robot non sarà così rapida come qualcuno la prospetta, ma cominciare a pensarci è importantissimo per non trovarsi impreparati quando si verificherà”.
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Migliorare la qualità dell’aria indoor
Marco Oldrati è direttore operativo di Assofrigoristi, l’associazione di rappresentanza nazionale degli installatori e tecnici frigoristi. L’abbiamo incontrato per presentare il profilo di questa figura professionale, allargando il discorso sugli effetti della pandemia appena trascorsa, sull’importanza della qualità dell’aria indoor e sul lavoro dedicato - in stretta collaborazione - da Assofrigoristi, AIISA e AiCARR, ad un nuovo protocollo di prevenzione e sicurezza rivolto all’installazione, manutenzione e sanificazione delle condotte aerauliche che valorizzi i ruoli di tutte le figure professionali impegnate su questo delicato terreno.
Possiamo, anzitutto, tracciare un identikit del frigorista? Quali competenze sono richieste oggi a chi svolge questa delicata professione?
“Quella del frigorista è la figura di un tecnico specializzato che è un po’ diffi-
cile definire con precisione. Infatti progetta, installa, mette in funzione, effettua la manutenzione, ripara, smonta e smaltisce impianti di refrigerazione, condizionamento e ventilazione, ma anche pompe di calore e impianti di recupero del calore. Mi preme sottolineare che il tecnico frigorista è un soggetto in grado di posare, mantenere in buon stato di manutenzione e riparare impianti di climatizzazione. Questo è un campo d’azione assai delicato perché storicamente il comfort che fino a qualche anno fa veniva richiesto a chi installava un impianto di calore era di tipo termometrico, con il controllo dell’umidità presente nell’aria inspirata nell’ambiente indoor, mentre oggi si affaccia con forza il concetto di air quality, che richiede la massima qualità dell’aria nell’ambiente dello spazio confinato”.
Il vostro lavoro, richiede dunque, sempre più spiccate competenze,
anche alla luce di nuove, emergenti aspettative?
“Certamente: è in atto una sorta di rivoluzione che richiede all’impiantista e al manutentore degli impianti di condizionamento dell’aria di possedere un elevato grado di professionalità. Mi verrebbe da usare anche la parola responsabilità, tenendo però ben pre-
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A colloquio con il direttore operativo dell’associazione che raccoglie i tecnici frigoristi per parlare di come la pandemia abbia posto l’esigenza di misure concrete per rendere più salubre l’aria che respiriamo l’80% del tempo della nostra vita negli ambienti chiusi
Maurizio Pedrini
TRATTAMENTO ARIA
Marco Oldrati, direttore operativo di Assofrigoristi
ASSOFRIGORISTI
Assofrigoristi nasce dall’esigenza di molti imprenditori, del settore della refrigerazione e della climatizzazione, di vedere riconosciuta la figura del frigorista. L’associazione è senza fini di lucro e raggruppa le aziende artigiane e PMI che svolgono l’attività di progettazione, assemblaggio, installazione, manutenzione, riparazione e dismissione di impianti di refrigerazione industriale, commerciale, logistica e di processo e della climatizzazione in situazioni e contesti industriali, di servizio, commerciali e residenziali. La sede associativa nazionale è dislocata a Padova e l’organizzazione si articola
sente che essa non è formalizzata, nei nostri confronti, sul piano normativo, anche se il Decreto legislativo 81 del 2008 in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro attribuisce al datore di lavoro alcune responsabilità proprio in relazione alle condizioni dell’ambiente in cui opera il lavoratore, che afferiscono anche alla qualità dell’aria. Direi che, più in generale, le richieste e le aspettative verso la nostra categoria afferiscono principalmente alla sensibilità crescente dell’opinione pubblica. Se è vero, infatti, che trascorriamo mediamente circa l’80% del nostro tempo di vita in ambienti confinati, è facile rendersi conto di quale importanza assuma il problema e di quanto il nostro ruolo sia rilevante. Questa semplice considerazione ha per corollario una grande verità: se l’impianto aeraulico è ben mantenuto e periodicamente sanificato, può fungere da prezioso supporto a garanzia della qualità e salubrità dell’aria di un ambiente confinato nello spazio chiuso”.
in un Comitato Direttivo, espresso dall’Assemblea dei soci, a cui spettano la nomina del Presidente, le scelte strategiche e d’indirizzo dell’attività associativa e la definizione delle priorità e delle linee guida operative. Il Presidente ha compiti di implementazione delle strategie e delle priorità definite dal Consiglio Direttivo e di proposta di indicazioni operative per l’attuazione del piano di lavoro definito con il Consiglio Direttivo. Per questo scopo il Presidente si avvale della collaborazione di una Presidenza e di un rapporto con un Direttore Operativo che ha il compito di implementare il mandato strategico ed esecutivo conferito al Presidente.
Il suo giusto pensiero chiama in causa da un lato la corretta progettazione degli edifici e degli impianti aeraulici, dall’altro la puntuale realizzazione e manutenzione di questi ultimi. Un problema di non facile soluzione?
“Purtroppo questo è un problema con il quale dobbiamo rapportarci quotidianamente. La maggior parte degli edifici italiani, per ragioni di efficienza energetica, sono stati costruiti secondo una logica di scarsa permeabilità. Così presentano numerose problematiche da affrontare per garantire un’adeguata qualità dell’aria. Due fattori hanno un peso determinante per cercare di ovviare all’annosa questione: il ricambio dell’aria e l’igienizzazione dell’impianto e dell’ambiente. Il ricambio dell’aria, può consistere - anzitutto - nell’aprire le finestre per far entrare aria fresca e ricca di ossigeno, molto importante per il nostro corpo. Inoltre, l’aria interna può essere rinnovata attraverso un sistema meccanico, con
ventilatori di espulsione e immissione, permettendo la miscelazione dell’aria ambiente con aria pulita dall’esterno, ottenendo come effetto indiretto la diminuzione in termini volumetrici - o diluizione - degli inquinanti ambientali. Per migliorare la qualità dell’aria indoor è fondamentale puntare su ricambio dell’aria e sanificazione; combinando i due processi si agisce sugli agenti patogeni. Quindi, i processi di filtrazione, purificazione, igienizzazione e sanificazione sono essenziali per la nostra salute. È bene sottolineare che mentre la filtrazione agisce prevalentemente nei confronti degli agenti chimici e le sostanze inquinanti trattenute tramite il particolato, sul fronte dell’inquinamento microbiologico è assai più difficile operare, intervenendo attività assai più complesse”.
Quali sono i principali benefici della sanificazione e del ricambio dell’aria?
“In estrema sintesi: riduzione degli inquinanti all’interno dell’ambiente; abbattimento della carica microbica e virale di eventuali agenti patogeni presenti nell’aria con inattivazione di muffe, spore, funghi e pollini. Altri aspetti rilevanti sono la rimozione degli odori e degli inquinanti nocivi presenti in ambienti interni e l’abbattimento di allergeni e acari della polvere. Senza contare l’effetto benefico su broncopatie croniche o legate ad allergie. Infine è importante pure l’effetto di aggregazione delle polveri sottili, rendendole meno pericolose per gli alveoli polmonari”.
Le recenti vicende legate alla pandemia scatenata dal Covid-19 hanno reso necessaria una specifica attenzione all’igiene degli impianti di ventilazione e climatizzazione: come avete affrontato questa emergenza, anche in termini di nuovi protocolli?
“Bisogna riconoscere all’Istituto Superiore di Sanità il merito di aver fatto un
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grande sforzo per dare valide indicazioni sulla corretta gestione degli impianti aeraulici, finalizzata a contenere il contagio e far girare l’aria. Questa presenza si è rivelata assai utile perché, come è risaputo, ad un certo punto abbiamo avuto la certezza che il virus SARS CoV-2 era aerodisperso, supportato in qualche modo dal particolato che lo trasportava e agiva in forma di doppler. Dal punto di vista operativo, a causa dell’emergenza, purtroppo non c’è stata una vera e propria integrazione di competenze. Tanto è vero che il lavoro è ancora in corso, infatti Assofrigoristi, AIISA e AICAR solo qualche tempo fa hanno cominciato a ragionare insieme su quale potrebbe essere un flusso di azioni che ripartisca compiti e responsabilità fra progettisti, manutentori e sanificatori. Il tutto con l’obiettivo di ottenere, quantomeno, che l’impianto aeraulico migliori la qualità dell’aria indoor. Stiamo cercando anche
di capire come progettare, o comunque riprogettare gli impianti in funzione di questo scopo, intervenendo per ridurre considerevolmente il numero di situazioni problematiche. Come Assofrigoristi ci siamo dati un imperativo categorico: quello di creare le migliori condizioni possibili affinché questo protocollo sia il più possibile condiviso e concretamente praticabile”.
L’alleanza strategica di queste tre associazioni è destinata a dare buoni frutti, ma a che punto siete con il lavoro?
“A breve, dovremmo arrivare finalmente all’istituzione formale di un tavolo comune. Il lavoro dovrebbe concludersi entro il mese di marzo, mettendo a punto un documento condiviso sul quale stiamo da tempo ragionando. Siamo impegnati a trovare un minimo comune denominatore che salvaguardi il capitale di competenze espresse
da ciascuna associazione. Questo perché siamo fermamente intenzionati a non ripetere gli errori ai quali abbiamo assistito durante la fase più acuta della pandemia, con virologi, infettivologi, specialisti di medicina interna, piuttosto che dell’apparato respiratorio, impegnati a farsi la guerra. L’obiettivo che stiamo perseguendo, invece, va nella direzione diametralmente opposta, usando tutte le nostre energie per creare la massima sinergia con tutti coloro che sovrintendono ad ambienti dedicati, nei quali vivono soggetti immunodeficienti, ospedali, ambulatori medici, RSA, case di Cura e di Riposo, mondo della scuola, eccetera”.
Dunque, finora le attività più complesse (ispezioni in impianto, prelievi di campioni chimico-fisici e microbiologici, analisi di laboratorio, interventi di rimozione del particolato, interventi di disinfezione e di
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TRATTAMENTO ARIA
mantenimento delle condizioni standard) sono state organizzate in collaborazione con partner qualificati dotati delle regolari attestazioni (enti notificati, operatori certificati secondo standard NADCA – AIISA), in modo da garantire al committente lo svolgimento delle operazioni secondo le disposizioni di legge e nel rispetto delle migliori pratiche in circolazione sul mercato?
“Le rispondo senz’altro di sì, noi tecnici frigoristi abbiamo compiuto questo sforzo, cercando di realizzare le attività più complesse seguendo rigorose procedure e collaborando al massimo con i partner da lei citati. In questo senso, mi sembra importante riferire le linee guida varate con DPCM del 26 luglio scorso sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di depurazione e impianti fissi di aerazione e agli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi. Anche in questo caso l’Istituto Superiore della Sanità, coinvolto come principale attore, ha fornito indicazioni che noi – nel nostro piccolo – abbiamo sempre sostenuto e cercato di attuare”.
Quali criticità e problematiche sono emerse, finora in particolare?
“A mio avviso, le principali criticità che rimangono ancora da affrontare sono legate al fatto che mentre un inquinante ha un impatto ben determinato, legato al fatto che si supera, eventualmente una certa soglia ben stabilita, ed ha una criticità molto bassa per essere considerato pericoloso, per l’agente patogeno il discorso è completamente diverso. Ci riferiamo infatti ad un aspetto microbiologico - costituito da batteri, virus, muffe e altro - in grado potenzialmente di scatenare situazioni di rischio in un’unica unità/colonia. A questo punto, mi preme fare a chiare lettere un’affermazione che dovrebbe essere una specie di monito da scrivere sul portone d’ingresso di tutte le aziende che si occupano di queste cose. Noi, addetti ai la-
vori, utilizzando appieno le nostre competenze e i mezzi a nostra disposizione, siamo sempre e solo nella condizione di contenere il rischio, mai di cancellarlo. Insomma, dobbiamo essere onesti e realisti perché altrimenti rischieremmo di creare l’illusione di poter vivere in un ambiente sterile. Come ben sappiamo, invece, l’ambiente non può mai essere perfettamente sterile, anche a causa della sola presenza dell’uomo. Aggiungo che dovremmo assolutamente cercare di uscire dal teorema proposto da alcuni, i quali affermano che - tramite l’impiego di ozonizzatori e lampade UV - si possa cancellare il rischio di contagio, riferendosi all’influenza, alla legionella, al raffreddore o al Covid-19, così come ad un qualsiasi altro tipo di malattia generata da una contaminazione di tipo microbiologico. Ben diversa è l’intossicazione di tipo fisico, dovutaad esempio - alla polvere di silicio nelle miniere, o alla particella di asbesto”.
Chi pensa che dovrebbe assumersi la responsabilità di affermare tutto ciò, mettendo fine a certe situazioni che non fanno onore a chi propone soluzioni quasi miracolistiche?
“Sarebbe preferibile che fossero associazioni ed enti indipendenti a compiere questo passo, perché altrimenti si innescherebbe una guerra commerciale. Qualsiasi nuovo protocollo di sicurezza dovrebbe muovere da questa sorta di prerequisito. Poi dovrebbe essere fatta luce anche sull’importanza della sostituzione e pulizia periodica dei filtri. Le faccio presente che ci sono tecnici frigoristi, anche di notevole esperienza, alcuni appartenenti al Comitato termotecnico italiano, i quali sostengono con forza che la presenza di polvere e umidità nei filtri crea inevitabilmente un pericoloso bacino di proliferazione di particolato. Qualcuno afferma, un po’ paradossalmente,
che potremmo trovarci di fronte ad una sorta di piastra di Petri. Insomma è necessario pulire e sostituire con regolarità programmata e massima accuratezza i filtri dei nostri impianti di condizionamento e climatizzazione dell’aria, per non correre inutili rischi di danni alla nostra salute. Il protocollo ideale di prevenzione e sicurezza per la qualità dell’aria negli ambienti indoor, al quale ci riferiamo, dovrebbe partire dall’analisi dei rischi, che non sono presenti solo nell’impianto aeraulico, ma anche nel contesto ambientale. In epoca di Internet of Things, certe cose, come questa, dovremmo essere capaci di realizzarle facilmente, in quanto possediamo un ricco potenziale di conoscenze, determinato dalle previsioni metereologiche, dalla possibilità di rilevare i tassi di umidità in tempo reale, da quella di metterli in relazione al particolato. Questo ideale protocollo potrebbe essere molto più analitico di quanto ce lo immaginiamo, grazie al lavoro congiunto delle tre associazioni. Speriamo che le basi poste in questi mesi, ci consentano di raggiungere la meta, senza la pretesa di trovare soluzioni definitive, ma con la volontà di collaborare in piena sinergia”.
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Depuratori d’aria UV-C AIR
A maggio 2020 l’Istituto Superiore di Sanità inserisce la luce UV-C nelle sue raccomandazioni sulla sanificazione durante l’emergenza
Covid-19 dichiarando che “studi in vitro hanno dimostrato chiaramente che la luce UV-C è in grado di inattivare il 99,99% del virus dell’influenza in aerosol”.
Nello specifico ITALSAN ha progettato e realizzato due tipi di macchine che utilizzano lampade a luce ultraviolet-
ta germicida e virucida con raggi a 254 nm: Air Sanitizer 60-120 ed Air Sanitizer 240
Le radiazioni UV-C emesse da questi purificatori d’aria hanno la capacità di disattivare, distruggendo il DNA e l’RNA di virus e batteri, sino al 99,99% degli agenti patogeni presenti in atmosfera all’interno degli ambienti trattati. – Rif. (Fonte: ISS Istituto Superiore di Sanità). La loro efficacia è testata e certificata da prove di primari Laboratori di Analisi. Le macchine Air Sani-
tizer 60-120 ed Air Sanitizer 240 agiscono anche contro muffe, spore e funghi.
CARATTERISTICHE
TECNICHE
I purificatori a raggi UV-C Italsan Air Sanitizer 60-120 ed Air Sanitizer 240 sono efficaci in ambienti come scuole, uffici, ospedali, palestre, aeroporti, alberghi, sale d’attesa, ristoranti, stazioni di servizio, condomini, ecc.
Non lasciano nessun residuo tossico in ambiente (ottengono l’effetto di sanificazione con i raggi UV-C; una volta spenti non lasciano alcun tipo di traccia chimica o organica). Sono veloci ed efficaci: una volta accesi iniziano immediatamente a sanificare e agiscono uniformemente in
tutto l’ambiente, sfruttando il riciclo continuo dell’aria presente nell’ambiente). L’effetto sanificante generato si replica e non diminuisce nel tempo. Nel momento in cui una persona passa nell’ambiente igienizzato, portando con sé nuove colonie di batteri e virus che entrano nel pulviscolo atmosferico e si propagano nell’aria, vengono velocemente aggredite e inattivate nel momento in cui sono irradiate dai raggi UV-C.
Le lampade hanno una durata di circa 9000 h e i filtri HEPA vanno cambiati ogni 3/4 mesi. I purificatori d’aria Air Sanitizer 60-120 ed Air Sanitizer 240 sono equipaggiati con una serie di dispositivi per la sicurezza delle persone e degli animali.
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Una preziosa tecnologia
Pulire,
Il termine vapore è generalmente usato per indicare un aeriforme che si trovi a una temperatura inferiore a quella critica. Il vapore si può trovare in equilibrio con la fase liquida, nel qual caso si dice vapore saturo e la pressione (tensione) del vapore dipende unicamente dalla temperatura. Osserviamo ora cosa succede riscaldando un vapore saturo in presenza del suo liquido, senza però raggiungere o superare la temperatura critica, il liquido evapora progressivamente finché si ottiene un vapore saturo secco e ciò accade quando la fase liquida è totalmente scomparsa.
Riscaldando ulteriormente il vapore saturo secco, ma rimanendo sempre al di sotto della temperatura critica (per l’acqua pura o, quanto meno, demineralizzata è di poco inferiore ai 374°C) si ottiene il vapore surriscaldato. In chimica fisica si parla di temperatura critica quando, una volta superata, una sostanza non può più esistere allo stato liquido.
Conoscerne i principi fisici diventa un utile bagaglio professionale, da cui derivano i criteri di scelta del tipo di vapore che la nostra attrezzatura deve
avere in funzione dell’obiettivo: pulizia, disinfestazione o disinfezione per arrivare, nelle autoclavi, alla sterilizzazione.
disinfettare e disinfestare con il vapore. Una scelta ecologica e sostenibile che non prevede l’impiego di prodotti chimici
Cristina Cardinali
VAPORE
APPLICAZIONI
Il vapore è un’importante risorsa tecnica, una preziosa tecnologia di pulizia, disinfestazione e disinfezione da utilizzare al meglio. In ambito professionale è possibile trovare diversi tipi di sporco e microorganismi che devono essere affrontati con macchine equipaggiate allo scopo di rimuovere sporcizia e agenti patogeni per raggiungere i risultati richiesti. Quando parliamo di pulizia professionale tramite il vapore, ci riferiamo a sistemi in grado di generare vapore con determinate caratteristiche in base all’ambiente e al livello di pulizia necessario. Durante la pulizia di pareti, pavimenti o mobili, germi, batteri e virus possono essere contrastati efficacemente con pulitori a vapore professionali. Il vapore esce dall'ugello in goccioline molto fini e, a seconda del tipo di apparecchio, ad una temperatura intorno ai 100°C e una pressione fino a 8 bar. L'accelerazione è di circa 170 km/h. Pertanto, il vapore raggiunge tutti i punti dove difficilmente le spazzole o i panni possono arrivare. La costruzione delle macchina a vapore in ambito professionale dovrà tenere conto degli ambienti in cui andrà a operare – dai piccoli ambienti, per esempio un negozio, fino a grandi ambienti industriali. La generazione del vapore è chiaramente identica sia per macchine a uso domestico sia per quelle professionali, i parametri che possono variare indirizzando la macchina verso un’applicazione piuttosto che un’altra, sono la quantità di vapore e le potenze in gioco.
Premesso che in genere il vapore saturo secco si ottiene a temperature superiori ai 140°C, esaminiamone i diversi aspetti. Lo “shock termico” elimina la maggior parte dei microrganismi con qualche riserva per alcune spore batteriche, uccide tutti gli artropodi presenti (ad es. acari e insetti in tutti gli stadi vitali) ed è in grado di “sciogliere” lo sporco rendendolo facilmente asportabile dalle superfici. Di contro, va
considerato il pericolo di ustioni e la scarsa compatibilità con alcuni materiali. Si sente spesso parlare di “vapore secco al 94%” intendendo con ciò che un minimo residuo di acqua cade sulle superfici trattate, motivo per cui non è indicato per pulire parti verniciate, oggetti in legno o carta. Viceversa, il vapore può essere impiegato su un vastissimo campo di superfici, anzi, in taluni casi, risulta insostituibile dove è sconsigliato utilizzare detergenti, saponi o sostanze chimiche. Altro punto critico è la necessità che le temperature superiori a 140°C devono raggiungere le entità bersaglio ed essere mantenute per il tempo necessario. Inoltre lo sporco, una volta sciolto e disancorato, deve essere asportato e le superfici risultare asciutte altrimenti il rischio di bio-film incombe.
FRAGRANZE E VAPORE
La pulizia a vapore è una tecnica in continua evoluzione all’interno del settore professionale, con trattamenti di sanificazione e disinfezione di nuova generazione: una tecnologia sempre più sotto i riflettori, il cui scopo ultimo è quello di sanificare grandi strutture e spazi comuni. Ma non solo, la pulizia a vapore a livello industriale si è avvicinata all’universo dei profumi nell’ultimo periodo, sia con la scelta di soluzioni prese dal mondo dell’home care domestico sia con studi e ricerche approfondite sull’argomento. Esistono infatti numerosi dispositivi, collegabili o già predisposti, alle più moderne macchine per la pulizia a vapore che permettono il rilascio di piacevoli profumazioni durante la fase di cleaning. In linea generale i profumi non sopportano le alte temperature, vanno incontro ad una fisiologica riduzione della loro performance olfattiva fino a diventare impercettibili in alcune situazioni. In applicazione standard, sia il trasferimento di profumo che la sua successiva evaporazione sono processi di non equilibrio. È quindi importante considerare la dinamica di evaporazio -
ne e fattori come i coefficienti di trasferimento di massa e i coefficienti di diffusione.
Numerose compagnie del settore professionale hanno invece optato per una pulizia con vapore saturo secco, senza profumazioni di alcun genere. Questa scelta trova fondamento nelle problematiche che alcuni componenti delle profumazioni possono creare, soprattutto a livello di salute, ai clienti e fruitori delle aree industriali oggetto delle procedure di cleaning con vapore. Inoltre in alcuni ambiti particolari come per esempio i presidi ospedalieri oppure le strutture RSA, la presenza eventuale di profumazioni troppo importanti potrebbe causare problematiche a qualche paziente particolarmente sensibile.
Un interessante compromesso è quello costituito dagli oli essenziali: la frazione odorifera dell’olio essenziale trova la sua massima espressione nella fase vapore; per questo motivo il suo possibile utilizzo a livelli decimali all’interno delle soluzioni per il vapour cleaning può rappresentare un interessante punto di partenza per nuovi orizzonti di business.
Il vapore acqueo - acqua allo stato aeriforme - è il vapore di gran lunga più diffuso in natura e più usato nelle applicazioni pratiche.
- Non ha un volume proprio.
- Non ha una forma propria.
- Occupa tutto lo spazio disponibile ed è comprimibile.
- Non ha un colore e un odore.
- Aumenta con la temperatura.
VAPORE ACQUEO
L’azione disinfettante del vapore
Nel settore del cleaning professionale, i Dispositivi di Disinfezione a Vapore (DDV) svolgono un’azione disinfettante pari a quella ottenibile con l’impiego di prodotti chimici
Fabio Chiavieri
Il vapore è oggi ampiamente utilizzato professionalmente per sanificare un ventaglio veramente ampio di superfici, risultando persino insostituibile nei casi in cui è sconsigliato l’impiego di detergenti, saponi o sostanze chimiche. Va altresì sottolineato che “sanificare”, quindi rendere sano, un ambiente con il vapore non significa semplicemente rimuovere lo sporco. La pandemia ha portato all’attenzione di tutti l’esigenza di sanitizzare disinfettando, ovvero, abbattendo batteri e virus ove presenti. L’azione disinfettante tramite vapore, paragonabile a quella che si potrebbe ottenere con candeggina, cloro ecc., viene oggi garantita dai Dispositivi di Disinfezione a Vapore (DDV) Polti. Per capire la tecnologia alla base di questi apparecchi bisogna ricordare che il vapore acqueo, di gran lunga il più usato nelle applicazioni pratiche, si genera alla temperatura di 100°C e l’energia fornita per generarlo non fa aumentare la temperatura, bensì serve per il cambiamento di stato dell’acqua. Nei normali appa-
recchi a vapore, la temperatura del vapore all’ugello di emissione è sempre di 100°C indipendentemente dalla potenza della macchina. Difficilmente, pertanto, raggiunge la superficie da trattare mantenendo questa temperatura causa il suo raffreddamento a contatto con l’aria o la superficie stessa, venendo meno il suo potere disinfettante contro gli agenti patogeni. Nei DDV Polti la caldaia genera vapore saturo secco che passa attraverso un condotto che arriva a un manipolo, dove viene surriscaldato a un’altissima temperatura che può arrivare fino a 180°C. Questo vapore, grazie alla tecnologia brevettata Polti, esce lentamente sotto forma di nuvola che avvolge la superficie, disinfettandola. Gli investimenti Polti in nuove tecnologie e soluzioni hanno sempre caratterizzato il percorso dell’azienda che, ora più che mai, punta a diventare un punto di riferimento nel settore della pulizia e dell’igiene professionale.
“Si tratta di un percorso molto ambizioso – dichiara Stefano Polti, re -
sponsabile della divisione professionale Polti S.p.A. – perché sono presenti aziende storiche e ben posizionate sul mercato. L’azienda si dedica da molti anni ormai alla disinfezione, motivo per cui, dal punto di vista del prodotto, possiamo dire di essere a un ottimo punto dal raggiungimento dell’obiettivo. Abbiamo ultimato tutta la parte relativa alle certificazioni, diventando i primi produttori in Italia
42 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 DALLE AZIENDE
Stefano Polti, responsabile della divisione professionale Polti S.p.A.
di Dispositivi di Disinfezione a Vapore in cui crediamo molto, non in sostituzione della disinfezione chimica, bensì per rendere più efficace, economico e sostenibile questo processo in taluni ambiti. Dal punto di vista più commerciale, le difficoltà sono proporzionate alle esigenze e all’attenzione di alcuni campi applicativi, in particolar modo delle strutture sanitarie, sebbene i primi feed back sull’impiego del nostro dispositivo da parte di importanti ospedali siano estremamente positivi”.
Un aspetto non secondario visto che la soddisfazione del cliente è uno dei capisaldi Polti. Oltre, chiaramente, alla qualità e all’efficacia del prodotto, quali altri parametri valutano i vostri clienti più esigenti?
“Certamente il ‘customer care’, ovvero, l’assistenza sia durante l’acquisto per individuare il prodotto più adatto alle loro esigenze, sia durante l’utilizzo. Motivo per cui sui prodotti professionali forniamo questo servizio direttamente dalla sede”.
Tra i driver tecnologici che attualmente guidano lo sviluppo del cleaning professionale ci sono la digitalizzazione di processi e prodotti e l’ecosostenibilità degli stessi. Quali investimenti avete fatto e quali avete intenzione di fare in questi due ambiti?
“Per quanto riguarda il primo aspetto – prosegue Stefano Polti – abbiamo iniziato un’importante collaborazione con il MADE di Milano (il competence center per industria 4.0, ndr) per studiare lo sviluppo di un prodotto totalmente nuovo che integri l’IoT all’interno dei nostri DDV con l’obiettivo di fare un ulteriore passo in avanti verso il cloud. Dopo lo studio di fattibilità ora siamo pronti a industrializzarlo.
Per ciò che concerne l’ecosostenibilità, altro tema molto importante su cui stiamo investendo moltissimo, da un lato stiamo intervenendo sui prodotti già esistenti a livello di legislazione esistente – per esempio i CAM –, dall’altro le linee di prodotti nuovi avranno l’impronta dell’ecodesign quindi stu-
diati per essere sostenibili e tracciabili. Per alcune componenti delle macchina punteremo anche su materiali riciclati. Oggi siamo anche in grado di svolgere un servizio di manutenzione preventiva nel caso in cui l’utilizzatore finale attivi la locazione operativa. In questo caso, dopo un periodo di tempo fissato, richiamiamo il prodotto, facciamo la revisione e lo riconsegniamo revisionato, permettendoci di fare una sorta di ‘test vita’ della macchina ed evitando improvvisi guasti durante l’impiego da parte del cliente”.
Come si compone attualmente la gamma di prodotti professionali Polti che rientrano nella categoria dei Dispostivi di Disinfezione a Vapore?
“La gamma si compone principalmente di tre prodotti: Polti Sani System Express, Polti Sani System Pro e Polti Sani System Check tutti conformi alla norma francese AFNOR NF T72-110 – ambito medicale, per il loro effetto battericida, sporicida, fungicida, levuricida e virucida. I modelli Sani System
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sono dotati di una tecnologia brevettata Polti che risale al 2006 alla cui base c’è il processo di Vapore Saturo Secco Surriscaldato, che prevede sia il surriscaldamento del vapore saturo secco fino a 180°C sia la diminuzione della sua velocità di erogazione. Polti Sani System Express è considerato l’entry level della linea, più compatto ma comunque sempre ad autonomia illimitata per il suo utilizzo in continuo. Polti Sani System Pro è attualmente il prodotto maggiormente richiesto dal mercato. Polti Sani System Check è la versione più avanzata dotata di interfaccia utente, tale per cui l’operatore viene riconosciuto tramite card RFID, sistema elettronico di gestione e controllo delle funzioni e stampante termica integrata per la stampa di uno scontrino al termine di ciascuna operazione di disinfezione. Infine - prosegue Stefano Polti - per le fasce più alte di alcuni prodotti per la pulizia a vapo -
re o aspirapolveri forniamo il cosiddetto ‘kit Polti Sani System’ che consente a quel dispositivo di trasformarsi in un DDV”.
UN MERCATO
VERSO LA STABILIZZAZIONE
Nel biennio 2020-2021, l’ondata del Covid ha fatto schizzare alle stelle la richiesta di prodotti destinati alla pulizia, la sanificazione e la disinfezione di tutti gli ambienti frequentati nella vita di tutti i giorni: luoghi di lavoro ma anche palestre, scuole e, chiaramente, ospedali. A questa fase di crescita, come spesso accade in questi casi, è seguita nel corso del 2022 una flessione della domanda che si è via via sta -
bilizzata solo verso la fine dell’anno. D’accordo con questa disamina è anche Stefano Polti: “Nel 2023, per quanto ci riguarda, le previsioni sono di crescita, mentre la speranza è che questa risalita sia fisiologica e non più condizionata da eventi esterni. La cosa davvero importante, infatti, è che non si smarrisca il concetto prezioso di prevenzione”.
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DALLE AZIENDE
PROTEZIONE NATURALE PULIZIA PROFESSIONALE
I prodotti della gamma Polti Vaporetto MV sono Dispositivi di Disinfezione a Vapore (DDV) conformi alla norma AFNOR NF T72-110* – ambito medicale e hanno dimostrato effetto battericida, sporicida, fungicida, levuricida e mufficida. Sono ideali per una pulizia profonda, naturale e immediata e garantiscono eccellenti risultati di disinfezione* in ambito domestico, medicale e professionale. Personalizzabili attraverso i numerosi accessori, sono la soluzione perfetta per tutti gli ambienti. Polti Vaporetto MV, pensato per la tua protezione quotidiana.
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I prodotti della gamma Polti Vaporetto MV utilizzati con la spazzola Vaporflexi sono testati in conformità alla norma AFNOR NF T72-110 –ambito medicale e hanno dimostrato effetto battericida, sporicida, fungicida, levuricida e mufficida.
MV 60.20 MV 40.20 MV 20.20 MV 10.20
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Igiene alimentare
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Controllo
microbiologico delle superfici
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Ruolo dell’igiene nelle aziende alimentari
CASE HISTORY
Sanificazione in un’eccellenza produttiva
PEST CONTROL
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Sommario
Igiene alimentare
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FOOD SAFETY
S 8
Il controllo microbiologico delle superfici
Laura Scafuri
SICUREZZA SANITARIA
S 14
Pulizia e sanificazione
nelle aziende alimentari
Francesca De Vecchi
FOOD SAFETY Controllo microbiologico delle superfici SICUREZZA Ruolo dell’igiene nelle aziende alimentari CASE HISTORY Sanificazione in un’eccellenza produttiva PEST CONTROL Le linee guida secondo IFS ANNO 32 n. 2 MARZO 2023
S8
S14
I N O X S P E C I A L I S T T R O L L E Y S
R e a l i z z a t i g r a z i e a l l ‘ e s p e r i e n z a d e g l i u t i l i z z a t o r i
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SOMMARIO SPECIALE IGIENE ALIMENTARE
CASE HISTORY
S 20
Qualità igienica: base dell’eccellenza produttiva
Maurizio Pedrini
CATENA DEL FREDDO
S 24
Sicurezza alimentare dei prodotti surgelati
Cristina Cardinali
RUBRICA
S 28
Primo Piano a cura di Loredana Vitulano
S 31
News dal settore a cura di Cristina Cardinali
PEST MANAGEMENT
S 34
BRCGS FOOD V.9.
I requisiti per il pest control
Michele Ruzza
S 40
Linee guida per un corretto pest control secondo IFS
Michele Ruzza
S40
S24
Il controllo microbiologico delle superfici Metodi e tecniche di campionamento
Le aziende alimentari devono includere nel piano di autocontrollo il monitoraggio igienico delle superfici, definendo frequenze, tipo di analisi e livelli di accettabilità dei risultati, oltre a prevedere opportune azioni in caso di riscontri non favorevoli
Laura Scafuri
Tecnologa Alimentare OTALL Responsabile Laboratorio Salumificio Fratelli Beretta Spa
La sicurezza di un prodotto alimentare passa anche dall’igiene delle superfici degli ambienti destinati alla sua lavorazione. Da sempre le GMP - Norme di Buona Fabbricazione (Good Manufacturing Practices) dettano e indicano condizioni operative e i relativi requisiti necessari al fine di garantire l’igiene in tutta la catena alimentare.
GOOD MANUFACTURING PRACTICES
Le Norme di Buona FabbricazioneGMP nascono all’interno del Codex Alimentarius: raccolta di standard, linee guida e codici di condotta adottati dalla Commissione del Codex
Alimentarius. La Commissione, nota anche come CAC, è la parte centrale del Programma congiunto FAO/OMS per gli standard alimentari ed è stata istituita dalla FAO e dall’OMS per proteggere la salute dei consumatori e promuovere pratiche eque nel commercio alimentare. Ha tenuto la sua prima riunione nel 1963.
Nello specifico, le GMP forniscono linee guida per:
X produzione di alimenti sicuri;
X gestione degli stessi;
X garantire condizioni favorevoli per la produzione di alimenti sicuri, in primo luogo dal punto di vista igienico.
Il fine ultimo è la tutela del cliente, dunque la sicurezza alimentare.
Attuare le GMP (Figura 1) significa per l’azienda alimentare mettere in pratica procedure specifiche e soddisfare una serie di requisiti, quali:
X la definizione e l’organizzazione delle strutture destinate agli alimenti;
X manutenzione ordinaria e straordinaria delle attrezzature utilizzate all’interno dell’azienda;
X stoccaggio e corretto smaltimento dei rifiuti;
X trasparenza nei sistemi di tracciabilità;
X pulizia utensili e attrezzature.
MONITORAGGIO IGIENICO DELLE SUPERFICI
L’attuale modello di sicurezza alimentare è stato introdotto dal Regolamen-
IGIENE ALIMENTARE S•8 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 FOOD SAFETY
to CE 178/2002 che contiene i principi per la successiva emanazione dei Regolamenti del cosiddetto “Pacchetto igiene”. Di fatto, il Regolamento CE 178/2002 introduce proprio l’appli-
cazione di un metodo scientifico che prevede l’analisi del rischio cui ben si collega il controllo delle superfici. Il controllo e la conoscenza, dunque, dello stato igienico delle superfici appare assai rilevante e rientra nell’ottica del controllo di processo verso cui oggi ci si orienta, ben diverso dal controllo del prodotto finito verso cui si era focalizzati prima dell’entrata in vigore del Reg. CE 2073/2005 e s.m.i. che così
recita: “Art. 5, punto 2: Se necessario per verificare il rispetto dei criteri, sono prelevati campioni dalle aree e dalle attrezzature in cui avviene la lavorazione degli alimenti, impiegando come metodo di riferimento la norma ISO 18593.”
Ne consegue che oggi le aziende alimentari devono includere nel proprio piano di autocontrollo il monitoraggio igienico delle superfici, definendo frequenze, tipo di analisi e livelli di accettabilità dei risultati, oltre a prevedere opportune azioni in caso di riscontri non favorevoli. Si leggano in proposito le “linee guida sui criteri per la predisposizione dei piani di autocontrollo per l’identificazione e la gestione dei pericoli negli stabilimenti che trattano alimenti di origine animale, di cui al Reg. CE 853/2004” in cui possiamo evidenziare quanto segue.
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Figura 1: GMP
PIANO DI VERIFICA
L’OSA deve dimostrare di aver messo in atto procedure di verifica dell’efficacia dei metodi di pulizia e disinfezione, elaborando un apposito piano di verifica che deve essere adattato al tipo di lavorazione e all’intensità della produzione. Tale piano potrebbe comprendere: “[...] un programma di campionamento per il controllo microbiologico delle superfici, ove siano specificati i punti di prelievo, i metodi utilizzati, i limiti di accettabilità, le azioni correttive da intraprendere in caso di valori fuori limite. In particolare, gli OSA che:
X producono alimenti pronti, i quali possono sviluppare Listeria monocytogenes ;
X producono alimenti in polvere per lattanti o alimenti in polvere destinati a fini medici speciali per bambini di età inferiore ai sei mesi che possono comportare un rischio da Enterobacter sakazakii ;
X procedono nell’ambito del loro piano di campionamento al prelievo di campioni dalle aree di lavorazione e dalle attrezzature per la ricerca di Listeria monocytogenes e di enterobatteriacee (cfr. art. 5 Reg. CE n. 2073/05).
La frequenza di campionamento e analisi nell’ambito del piano di verifica deve essere giustificata, anche alla luce dei risultati ‘storici’ dello stabilimento. I relativi dati devono essere registrati e conservati.”
Appare importante allora capire quali superfici, quando, come e dove eseguire il controllo.
In questo articolo tratteremo solo di valutazioni di carattere microbiologico, ovvero inerente all’aspetto igienico, correlato alla pulizia e sanificazione degli impianti e degli ambienti. Si tenga presente che, con criteri molto simili a quelli applicabili alle valutazioni qui trattate, le superfici possono essere valutate anche in merito ad allergeni, a residui dei prodotti per la detergenza, ad altri eventuali contaminanti che possono essere critici in base alle lavorazioni e prodotti in gioco, con gli opportuni metodi e approcci analitici. Tratteremo soltanto di analisi microbiologiche di tipo tradizionale, escludendo tecniche diverse ma comunque valide quali la bioluminometria, la rilevazione rapida di residui proteici, le tecniche con lavaggio (rinse method ) e la citometria di flusso.
QUALI SUPERFICI
La prima classificazione delle superfici oggetto di indagine riguarda il contatto o meno con l’alimento, è necessario distinguere tra:
Superfici a contatto: quelle con cui una o più parti dell’alimento (non confezionato) sono a contatto; possono comprendere nastri trasportatori, lame, coltelli, tubi di dosaggio, coclee, etc.
Superfici non a contatto: dette anche “a contatto indiretto”, ovvero superfici dell’ambiente produttivo quali pareti, pavimenti, soffitti, bocchette di aerazione, pozzetti etc.
Le prime sono di certo quelle più critiche, perché se tali superfici risultassero non igienicamente adeguate, l’alimento che vi si appoggia si potrebbe contaminare.
Tra i materiali e gli oggetti che possono entrare a contatto con l’alimento sono da considerare anche i guanti degli operatori che manipolano l’alimento (non confezionato): meritano un’attenzione rigorosa e il loro uso deve essere oggetto di attenta formazione. Il guanto preserva la mano dell’addetto pulita, come Dispositivo di Protezione Individuale, ma se l’operatore tocca con il guanto “cose” sporche e pulite senza prestare attenzione a tali differenze, inevitabilmente sarà veicolo di potenziale contaminazione – batterica e non solo – e quindi fonte di un possibile danno; questo può essere evitato e limitato solo promuovendo la consapevolezza degli addetti, stimolando la loro responsabilizzazione in tutto il loro operato, previa fornitura naturalmente delle risorse adeguate.
Le superfici non a contatto, pur non essendo direttamente coinvolte, sono parte dell’ambiente e si richiede che siano pulite adeguatamente, oltre che igienicamente integre e lavabili.
QUANDO
Conoscere lo stato igienico delle superfici serve in primis a valutare l’idoneità igienica delle attrezzature e
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Figura 2: formazione di Biofilm
l’efficacia delle operazioni di pulizia preliminari. Questo implica che il controllo debba essere eseguito principalmente in fase “pre-operativa”, cioè dopo che le pulizie sono state completate e prima di iniziare a produrre, a impianto fermo e senza personale. Ci possono essere validi motivi per eseguire controlli anche durante la produzione (fase operativa), utili, ad esempio, a verificare in quanto tempo una determinata superficie si “sporca” o per definire l’inserimento di sanificazioni intermedie o delle sostituzioni operative di parti della macchina (cambio delle lame, sostituzione di coltelli) o, non da ultimo, dei guanti. I controlli possono essere svolti anche al termine della lavorazione (fase post operativa), al fine di avere un quadro dello stato igienico finale complessivo, utili a valutare necessità di operazioni di detergenza e di sanificazione specifiche e mirate.
La fase in cui si eseguono i controlli delle superfici risulta determinante anche nella scelta del supporto (tam-
pone, spugna, etc.) da utilizzare per il campionamento; in particolare, se si interviene in fase pre-operativa e si teme che ci siano residui dei disinfettanti utilizzati nella sanificazione è bene che il supporto sia additivato di neutralizzante specifico, selezionato in base alle indicazioni chiare e complete contenute nel metodo di riferimento per il campionamento delle superfici – ISO 18593 – di cui tratteremo in seguito, proprio per supportare la massima efficacia all’indagine e portare a risultati non falsati da interferenze inattese.
Da sottolineare che il campionamento non va eseguito quando c’è presenza di sporco visibile a occhio nudo, così come non va svolto su superfici bagnate o appena disinfettate: deve trascorrere tempo sufficiente affinché l’effetto del disinfettante sia decaduto, per evitare falsi negativi dovute alla persistenza dell’effetto del principio attivo antibatterico nel supporto di campionamento e nel materiale oggetto di analisi.
Infine, da ricordare sempre che dopo il campionamento, la superficie toccata dal supporto (la zona dove si esegue il campionamento) deve essere ripulita e sanificata, così da ripristinare le condizioni volute per il luogo in cui ci si trova; anche questa raccomandazione è contenuta e normata in ISO 18593.
DOVE
La selezione di superfici e di zone/ punti specifici da sottoporre al campionamento è fondamentale per avere un controllo rappresentativo ed
efficace delle condizioni igieniche dell’impianto produttivo.
La conoscenza delle diverse contaminazioni microbiche nelle varie fasi e zone produttive, la loro concentrazione, prevalenza e soprattutto la descrizione di una mappa dei punti di controllo possono essere un utile strumento di monitoraggio, di valutazione di interventi mirati e per campionamenti significativi. Quest’ottica deve mirare a mantenere un livello igienico degli ambienti produttivi robusto e stabile, e scongiurare quanto più possibile la temuta formazione di biofilm, insidiosi annidamenti di colonie batteriche e loro eventuali forme di resistenza, non visibili all’occhio umano e generalmente recidivi a trattamenti di pulizia ordinari (Figura 2).
Per organizzare il lavoro è raccomandabile che l’OSA definisca una mappa dell’ambiente oggetto di monitoraggio, con annesso elenco delle zone e punti da campionare, categorizzando ognuno di essi in base al contatto o meno con il prodotto alimentare; utile anche una numerazione progressiva per monitorare gli andamenti nel tempo.
In tale valutazione sarà conveniente descrivere anche la “quantità” di superficie da campionare, oltre al supporto con cui il campionamento stesso verrà eseguito preferibilmente. Ma non solo, nella pianificazione andranno indicate le analisi, i parametri microbiologici che si ricercheranno e/o quantificheranno punto per punto e con quale frequenza (mensile, settimanale, etc.).
In un piano ben fatto, non mancherà l’indicazione dei valori di accettabilità e le eventuali azioni da intraprendere nei casi di superamento degli stessi.
QUANTA SUPERFICIE
La grandezza di superficie campionata influenza direttamente la probabilità di rilevare i batteri ricercati, sia per rappresentatività statistica, sia per la distribuzione dei microbi che non è mai uniforme (Figura 3).
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Figura 3: Esemplificazione della distribuzione batterica non uniforme
Per la ricerca dei batteri patogeni (Listeria monocytogenes, Salmonella spp, Cronobacte r, etc.) la superficie deve essere ampia, non inferiore a 100 cm2; può essere anche riferita a un’intera attrezzatura, come la lama del coltello, paletta del dosatore, etc. I risultati possono essere pertanto
riferibili a una certa superficie, ad esempio: “Listeria monocytogenes: rilevata/100cm2
”, oppure “Salmonella: Rilevata/lama del coltello xx”.
Quando invece si eseguono campionamenti per avere indicazioni di concentrazioni batteriche, per avere un indicatore numerico di microbi anche confrontabile nel tempo, generalmente in u.f.c. (Unità Formanti Colonia), la superficie campionata potrebbe essere anche inferiore a 100 cm2 o individuata dal supporto utilizzato per il campionamento. Anche in questo contesto, il risultato è espresso o sull’intera superficie campionata (ufc/ superficie campionata) o ricalcolato rispetto all’unità di superficie (ufc/cm2) o anche in riferimento all’oggetto (es. ufc/lama).
Per poter campionare una superficie con un’ampiezza specifica, in modo riferibile e ripetibile, si ricorre general-
mente all’utilizzo di apposite maschere dette delimitatori, sterili e monouso o sanificabili e riutilizzabili (Figura 4).
La superficie delimitata è generalmente utilizzata quando il campionamento viene eseguito mediante tampone o spugna; quando invece si usano piastre a contatto, rodac o contact slide, che si appoggiano sulla superficie da valutare, i batteri eventualmente presenti cresceranno su questi supporti lì dove sono stati individuati.
Anche la riferibilità per unità di superficie, piuttosto che il mezzo di campionamento sono determinanti per la confrontabilità nel tempo dei risultati, oltre che ai fini della redazione dei rapporti di prova qualora l’analisi venisse eseguita da laboratorio. Come eseguire il campionamento delle superfici ben lo illustra la norma ISO 18593 citata anche dal Reg. 2073. Gli strumenti più adatti e le procedure da effettuare saranno approfonditi nel prossimo speciale igiene alimentare (Dimensione Pulito n. 4 maggio 2023).
IGIENE ALIMENTARE S•12 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 FOOD SAFETY
Figura 4: Delimitatore
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-------------------- Igiene delle superfici --------------------
Pulizia e sanificazione nelle aziende alimentari
L’igiene di tutti i luoghi di comunità è un requisito importante per garantire la salute pubblica. Ma ovunque si manipolino e trasformino materie prime destinate al consumo, che si tratti di piccoli laboratori o grandi reparti, ristoranti o punti di vendita, diventa cruciale
Francesca De Vecchi Tecnologa alimentare
IGIENE ALIMENTARE S•14 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 SICUREZZA SANITARIA
Nell’industria alimentare la pulizia e la sanificazione hanno come obiettivo primario la sicurezza sanitaria degli alimenti. Ne ha parlato Stefano Zardetto, tecnologo alimentare e presidente dell’Ordine dei Tecnologi alimentari del Veneto e Trentino Alto Adige, intervenendo lo scorso 3 febbraio nell’ambito del convegno digitale CleaningPiù, evento interamente dedicato alla cultura della pulizia industriale degli ambienti di lavoro.
“Parlando di produzione, somministrazione e vendita di alimenti non si può prescindere dal considerare quanto le norme cogenti e volontarie prescrivono”, chiarisce subito Zardetto, citando come primo riferimento, proprio il Regolamento (CE) n. 178/2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare e ricorda uno degli obiettivi fondamentali, cioè il conseguimento di un elevato livello di protezione della vita e della salute umana.
Parlando di cleaning, per quanto riguarda gli aspetti cogenti, bisogna guardare ad una serie di norme che si sono sviluppate intorno al concetto di protezione della salute del consumatore e che – anche per quel che riguarda il tema della pulizia – hanno come riferimento principale il Reg. CE 852-2004 sull'igiene dei prodotti alimentari. Al capitolo 5 la norma rimanda agli obblighi degli operatori del settore alimentare, sui quali pesa interamente la responsabilità del sistema di sicurezza: sono loro a dover predisporre, attuare e mantenere una o più procedure permanenti, basate sui principi del sistema HACCP.
Il concetto è poi anche richiamato dalla Comunicazione della Commissione europea numero 2022/C355/01 (relativa all’attuazione dei sistemi di gestione per la sicurezza alimentare riguardanti le corrette prassi igieniche e le procedure basate sui principi del sistema HACCP, compresa l’agevolazione/la flessibilità in materia di attuazio -
ne in determinate imprese alimentari - vedi box) che definisce come attuare la gestione dei sistemi di sicurezza e dove si ribadisce che pulizia e disinfezione sono programmi di pre-requisiti (Pre-Requisite Program o PRP). I PRP infatti sono l’insieme di tutte quelle pratiche che garantiscono l'idoneità igienica di un prodotto all’interno di un ben definito sistema di sicurezza. Si fa poi anche riferimento alla cultura della sicurezza alimentare cioè alla consapevolezza e all’impegno di tutti gli operatori nel metterla in pratica e garantirla, attraverso la definizione di
operatori della Grande Distribuzione Organizzata) largo spazio è dedicato alle attività di sanificazione: per BRC devono essere adottati sistemi di pulizia in grado di garantire il mantenimento costante di livelli di igiene adeguati, per ridurre al minimo il rischio di contaminazioni dei prodotti; IFS sottolinea l’importanza dell’analisi dei pericoli e della valutazione dei rischi e dell’attuazione di adatti programmi di pulizia e disinfezione nell’azienda. Tutti questi obblighi e riferimenti si traducono per l’operatore nell’elaborazione di un piano di sanificazione
un piano di intervento che sia commisurato alla dimensioni dell’azienda. Dalle norme cogenti a quelle volontarie non cambia l’approccio. Anche nei testi dei diversi standard di qualità volontari la gestione dei sistemi per garantire l’igiene delle produzioni è un punto fondamentale. Nel BRC Global Standard for Food Safety (del British Retali Consortium, associazione di categoria per le attività di vendita al dettaglio nel Regno Unito) e in IFS Food (International Food Standard, messo a punto per garantire la qualità e sicurezza di prodotti e processi per gli
che, pur commisurato alla tipologia di azienda, deve dar prova di efficacia e deve essere validato e documentato.
È solo così, precisa il tecnologo, che si garantisce che un’attrezzatura o un impianto di produzione abbia livelli accettabili di residui di prodotto alimentare, ma anche di residui chimici (per esempio dopo una sanificazione), di contaminanti microbici e di allergeni.
“È evidente che per garantire la sicurezza delle produzioni alimentari sia da osservare uno spettro di elementi sempre più ampio”. Zardetto fa riferimento alle procedure da mettere in
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atto, in relazione alla complessità oggi raggiunta dai processi di produzione, che devono rispondere alle esigenze di un mercato in continua evoluzione: dalle tendenze alimentari (si pensi alle problematiche relative agli allergeni in prodotti che ne vantano l’assenza in etichetta), ai processi di transizione ecologica, che via via si traducono in nuove norme e divieti (dal risparmio di risorse come l’acqua, al divieto di utilizzo di principi attivi ad alto impatto ambientale).
Da un punto di vista operativo quanto anticipato implica innanzitutto la valutazione di quale deve essere il livello accettabile da raggiungere in termini di pulizia. Spesso ci si preoccupa del solo pericolo microbiologico, rappresentato per esempio da batteri patogeni come Salmonella e Listeria e non si dà sufficiente peso al fatto che i pericoli siano diversi e ugualmente importanti sulla scala della valutazione e della prevenzione. Fra i pericoli in ambito alimentare infatti vanno considerati, oltre agli agenti biologici, quelli fisici, come corpi estranei duri o affi-
lati tipo frammenti di vetro o di metallo, che negli alimenti sono in grado di provocare effetti altrettanto nocivi sulla salute; e poi quelli chimici, come la diossina o gli allergeni o – limitatamente al tema del cleaning - tutto ciò che può rimanere come residuo dei prodotti di pulizia utilizzati, non ben sciacquati.
PIANO DI SANIFICAZIONE
Quali sono quindi i passi da fare nella predisposizione di un piano? Si è già detto che anche le norme parlano di flessibilità nell’elaborazione di un intervento: sia per l'applicazione delle GHP (buone pratiche di igiene) sia per quella delle procedure basate sui principi del sistema HACCP, si devono tenere conto “della natura dell'attività e delle dimensioni dello stabilimento”. Lo dicono appunto anche le linea guida della Commissione: poiché le caratteristiche di prodotto e la complessità di un impianto, sono diverse, “le prassi possono essere modulate in funzione della grandezza dell’azienda”. Non esiste un piano che sia applica-
bile indistintamente a tutte le realtà produttive. “Non sarebbe efficace”, dice Zardetto. L’intervento deve invece essere sempre commisurato ad una valutazione dei costi e dei tempi di un’azione di pulizia. Un livello accettabile di igiene è infatti per definizione un livello di sicurezza in relazione agli usi previsti di un alimento (target, modalità di consumo, catena di distribuzione, packaging…). Non è un concetto univoco e assoluto. Pensiamo per esempio al cosiddetto “disegno igienico” di una macchina, di un impianto o al layout igienico di uno stabilimento. Il disegno igienico è l’insieme di principi e regole che applicate ad impianti, macchinari e layout di edifici determinano una progettazione e una realizzazione secondo criteri che permettano, dopo l'uso, il ripristino di un livello accettabile di pulizia, in modo economico e in tempi ragionevoli, per garantire la sicurezza dei prodotti e quindi la salute del consumatore. “Oggi se ne parla – e si cerca di applicarlo – sempre più spesso perché partendo dalla progettazione si ridu-
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La Comunicazione della Commissione europea numero 2022/C355/01 è un documento di orientamento emesso a settembre 2022 e non è giuridicamente vincolante. Aggiorna un documento precedente, emesso nel 2016, ed ha lo scopo di facilitare l'applicazione dei requisiti comunitari in materia di corrette prassi igieniche (GHP) e di procedure basate sui principi del sistema dell'analisi dei pericoli e punti critici di controllo (HACCP) nell'ambito
ce la complessità” spiega Zardetto.
Fatta questa premessa si può procedere a valutare le diverse variabili che hanno effetto su un piano di cleaning: dal metodo di applicazione dei detergenti, alla valutazione della tipologia di sporco; dalle caratteristiche dell’acqua, alla compatibilità degli impianti; dalla scelta del detergente o dello strumento da utilizzare per pulire, alla valutazione della sua efficacia. “Si pensi per esempio al fatto che la tipologia della carta e dei panni usati per pulire non devono introdurre corpi estranei nell’impianto”. Zardetto fa un esempio semplice, ma dalle conseguenze potenzialmente serie (ed onerose).
La sanificazione del resto rappresenta un costo, è un’operazione complessa che va ottimizzata anche da un punto di vista dell’applicazione: deve quindi essere al contempo di semplice esecuzione con procedure, chiare e definite; comprensibile da tutti gli operatori, che devono avere il giusto grado di competenze e formazione.
Cosa pregiudica infine l'efficacia della sanificazione? Una serie di elementi: la scelta impropria di detergenti e disinfettanti, il mancato controllo delle concentrazioni dei prodotti utilizzati e la mancanza di procedure dettagliate; ma anche la formazione inadeguata dei supervisori e degli operatori, il monitoraggio microbiologico non
dei sistemi di gestione per la sicurezza alimentare (FSMS). È un documento che offre anche spunti pratici con numerosi orientamenti pratici per quanto concerne:
— la normativa pertinente, il legame tra GHP, programmi di prerequisiti (PRP), i PRP operativi (PRPop) e le procedure basate sul sistema HACCP nel quadro di un FSMS, la relazione con le norme internazionali e la formazione e l'uso di manuali di corretta prassi igienica;
efficace in termini di validazione dei test, le procedure di controllo inadeguate, per esempio la mancanza di un’ispezione dell’impianto. “Un controllo visivo, cioè la capacità di individuare zone morte o punti di nicchia nelle strutture e negli impianti è un’attività indispensabile e fondamentale e dalla quale sarebbe bene non derogare”, consiglia Zardetto.
In chiusura Zardetto fa una considerazione sull’importanza delle diverse competenze coinvolte nella gestione di un processo tanto complesso: “il
— l'applicazione delle GHP, inclusa la flessibilità prevista dalla normativa dell'UE per determinati stabilimenti del settore alimentare con riguardo alla loro applicazione (allegato I);
— l'applicazione delle procedure basate sul sistema HACCP, inclusa la flessibilità prevista dalla normativa dell'UE per determinati stabilimenti del settore alimentare con riguardo alla loro applicazione (allegato II);
— gli audit dell'FSMS (allegato III).
tecnologo alimentare è una figura professionale che può venire in aiuto per gestire e partecipare all’elaborazione di un piano adeguato di sanificazione, anche in un’ottica di sostenibilità”. Per esempio, nella scelta dei prodotti a basso impatto, nella messa a punto di procedure che consentano risparmi energetici o di acqua, nella valutazione dei pericoli e nella gestione dell’analisi del rischio e aiutare le aziende non solo ad essere in regola con le norme (cogenti e volontarie) ma anche a fare scelte che permettono di aprire mercati altrimenti preclusi.
S•17 DIMENSIONE PULITO | 02/2023
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Giordano, Quality Assurance Manager del Gruppo leader in Italia nell’industria alimentare dolciaria
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Un marchio italiano noto e affermato in Europa e nel mondo. Bauli offre ai suoi numerosi consumatori prodotti di grande qualità, a partire dal celebre pandoro, il dolce natalizio tipico di Verona, a cui
l’azienda deve l’originario successo, grazie all’intraprendenza del suo fondatore, Ruggero Bauli. Oggi il Gruppo Bauli può contare su 7 stabilimenti produttivi, di cui 6 in Italia e 1 in India; ha acquisito e rilanciato sul mercato,
con successo, marchi nazionali di grande prestigio, quali: Doria, Motta, Bistefani. Insomma, è senz’altro leader indiscusso nel comparto. Senza contare la produzione al servizio delle cosiddette Private Label (marche private) quali: Coop, Carrefour, Conad, Esselunga. La qualità igienica è da sempre il fiore all’occhiello di un nome di grande prestigio, sinonimo non solo in Italia, di eccellenza produttiva. Siamo andati a far visita, negli uffici della sede principale, di Castel d’Azzano, a pochi chilometri dalla città scaligera, alla dottoressa Teresa Giordano, Quality Assurance Manager, per rivolgerle alcune domande.
Ci può parlare innanzitutto della sua preziosa attività quale responsabile qualità del Gruppo Bauli? Quali sono i suoi compiti principali?
“Mi occupo sostanzialmente di aggior-
IGIENE
S•20 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 CASE HISTORY
ALIMENTARE
namento normativo, con riferimento specifico alla legislazione alimentare, costruzione, mantenimento e costante miglioramento del sistema di gestione della sicurezza alimentare. Come è noto, tale sistema è basato sul concetto di autocontrollo applicato attraverso la metodologia HACCP. Curo inoltre la verifica conformità dei progetti di R&D e marketing, sia della predisposizione lettering ed etichette (food labelling), sia del coordinamento e preparazione della documentazione tecnica per l’accesso ai vari mercati. Seguo infine tanti altri aspetti, quali: l’omologazione e valutazione dei fornitori, la gestione dei reclami, il mantenimento delle certificazioni (alcune di Sistema, come ISO 9001, altre di prodotti BRC, IFS, ecc.), attività di induction, consulenza ed ag-
CHI È TERESA GIORDANO
Teresa Giordano è responsabile assicurazione qualità del Gruppo Bauli, azienda leader nel settore dolciario italiano. Laureata in Biologia alla Sapienza Università di Roma ha contribuito allo sviluppo dell’Azienda con competenze professionali nelle Aree Laboratorio di Analisi, Ricerca e Sviluppo, Assicurazione Qualità. Ora coordina le attività di quattro stabilimenti del Gruppo Bauli in tema di: Sicurezza Alimentare in tutti i vari aspetti (materie prime, imballi, prodotti finiti, processi) , predisposizione e mantenimento Sistemi HACCP, Food labelling , Certificazione di prodotto e ISO 9001 , Gestione segnalazioni consumatori/clienti.
giornamento per le società controllate sulle linee guida e sulle policy di Gruppo in tema di qualità e sicurezza alimentare”.
In cosa consiste il Sistema Integrato di Qualità che rappresenta senz’altro uno dei fiori all’occhiello del vostro Gruppo?
“Il Gruppo Bauli ha adottato un Sistema di Gestione per la Qualità Integrato, cioè un unico sistema progettato per gestire più aspetti delle attività aziendali in linea con più standard, quali quelli per la gestione della qualità (ISO 9001), dell'ambiente (ISO 14001) e della salute e sicurezza (ISO45001). Tale sistema risponde ai requisiti normativi cogenti e delle certificazioni volontarie del Gruppo sia di sistema che di prodotto. Sicuramente i vantaggi di un sistema integrato sono quelli di permettere all’azienda una visione d’insieme, adottando strumenti che le consentono di tenere sotto controllo i processi e le attività operando in ottica di efficacia ed efficienza. Ad esempio:
• evita le duplicazioni o la sovrapposizione delle procedure;
• crea sinergie tra alcune importanti fasi gestionali;
• previene o elimina possibili conflitti tra normative di per sé indipendenti;
• assorbe le attività già esistenti che rispondono a diversi scopi e che possono essere utilizzate e distribuite nel processo d’integrazione”.
Parliamo del sistema HACCP. Al di là della legislazione intervenuta qualche anno fa, Bauli ha sempre applicato con estremo rigore verifiche a monte del processo produttivo?
“Alla base del sistema di autocontrollo che la nostra azienda ha costruito
negli anni e s’impegna a mantenere e migliorare costantemente, il concetto di prevenzione è un elemento fondamentale. L’attività di prevenzione si esplica attraverso tutte quelle operazioni identificate come prerequisiti (figura 1). Prerequisiti sono tutte quelle procedure ed attività che intervengono trasversalmente al processo produttivo, fondamentali nella gestione dei pericoli legati alla qualità e alla sicurezza alimentare, perché contribuiscono a diminuirne la probabilità di accadimento. Le faccio alcuni esempi: Procedura di selezione e verifica dei fornitori, Procedure di monitoraggio e controllo analitico dei materiali, processi, prodotti finiti, Formazione Igienica del personale, Procedure operative di pulizia, Monitoraggio ambientale e disinfestazione, pest control, Gestione residui alimentari e rifiuti, Procedura di manutenzione ordinaria e straordinaria, Procedura gestione reclami, Procedura di identificazione e rintracciabilità, Procedura di ritiro/richiamo in caso di crisi, Piano di food defense”.
Queste certificazioni non formali e
S•21 DIMENSIONE PULITO | 02/2023
Figura 1
burocratiche, come troppo spesso avviene in Italia, hanno sancito processi di cambiamento effettivo e sostanziale?
“Le certificazioni, sia di Sistema che di Prodotto, solo se condotte con serietà ed impegno rappresentano un vero valore aggiunto per un’organizzazione (figura 2). Diventano degli strumenti per mantenere e diffondere la cultura della qualità, promuovendo attività ed azioni di miglioramento continuo che portano alla realizzazione della qualità in molti ambiti: Qualità del Prodotto, del Processo, nella Gestione, nelle Relazioni, nei Risultati. Le certificazioni di sistema (come ad esempio la ISO 9001) assicurano la capacità di un’organizzazione di strutturarsi e gestire le proprie risorse e i propri processi produttivi in modo da riconoscere e soddisfare i bisogni dei clienti, impegnandosi al miglioramento continuo. Le certificazioni di prodotto (come ad esempio la IFS o la BRC) assicurano la capacità di un’organizzazione di fornire al mercato prodotti conformi a specifiche norme o standard tecnici riconosciuti a livello internazionale. Per industrie alimentari come la nostra sono comunque strumenti per diffondere ed alimentare l’attenzione ai requisiti d’igiene e sicurezza alimentare”.
La promozione dell’igiene del perso -
nale, con i relativi controlli, riveste un ruolo importante e delicato in aziende come le vostre: come affrontate questa problematica nel Post Covid?
È cambiato qualcosa nel vostro approccio al problema?
“Per noi, come industria alimentare, sicuramente specifici e rigorosi protocolli di igiene e pulizia del personale, degli impianti e degli ambienti, non sono risultati delle novità. Con la Pandemia abbiamo avuto un potenziamento di questi soprattutto nella frequenza applicativa, ma ci siamo comunque anche aperti a nuove metodologie per rispondere a inedite necessità. Tra le attività straordinarie messe in campo che abbiamo comunque deciso di mantenere anche “Post Covid” è ad esempio il trattamento di nebulizzazione elettrostatica per disinfettare/ sterilizzare gli ambienti”.
Come vengono effettuate e con quale personale le operazioni di pulizia, sanificazione e disinfestazione delle linee di produzione? Quali sistemi usate per rendere tracciabili tutte queste procedure?
“Nella nostra azienda le attività di pulizia e sanificazione sono condotte in parte da personale interno (adeguatamente formato) e in parte da ditte di pulizia specializzate (fornitori di servizi omologati). L’attività di Pest Control è affidata a una società esterna specializzata (fornitore di servizi omologato). L’azienda inoltre in ogni stabilimento produttivo si è dotata di una figura interna specializzata, formata per gli aspetti d’igiene e cleaning per coordinare le attività interne ma anche valutare l’operatore del servizio di cleaning. Tutte le attività interne di igiene e pulizia sono indicate in specifici piani di sanificazione, predisposti per ciascuna
linea e per ciascun reparto produttivo, che rimandano ad indicazioni sulle modalità di esecuzione dell’attività (Chi, Quando, Come e con che attrezzatura/prodotti e con quali eventuali DPI) dove registrare l’operazione effettuata, chi deve controllare che l’attività sia stata condotta, ogni quando effettuare un controllo analitico per monitorarne l’efficacia. Per le attività condotte da ditte esterne, le stesse specifiche su menzionate sono dettagliate nei capitolati di fornitura. Questi fornitori di servizi come tutti i nostri fornitori sono oggetto di una valutazione periodica delle performance per il mantenimento della loro qualifica”.
Veniamo ad un altro aspetto di grande delicatezza, quello riguardante i controlli analitici di laboratorio: come operate?
“Le attività di monitoraggio e controllo legate alla qualità e alla sicurezza alimentare coprono tutte le fasi della catena del valore, dalla qualifica e selezione dei fornitori, alla raccolta della documentazione, alla continua analisi e valutazione del rischio legato a tali aspetti. Le tipologie e la frequenza dei controlli e delle analisi sono costantemente aggiornati e calibrati in base alle criticità che emergono per focalizzare al meglio attenzione e risorse. In particolare, vengono effettuati controlli sin da quando le materie prime/materiali entrano in azienda e, al momento del ricevimento della merce, vengono svolti esami sia di tipo quantitativo che di tipo qualitativo. Tutte le analisi di conformità delle materie prime entranti, sia quelle di tipo alimentare che relative al packaging si svolgono secondo piani di controllo ben definiti basati sull’analisi del rischio, seguendo le procedure previste dal Manuale Assicurazione Salubrità. Per ciascun sito produttivo, all’interno del Manuale è prevista una sezione HACCP che riporta l’analisi quantitativa del rischio basata sulla valutazione dei pericoli per ogni materia prima, packaging e fase
IGIENE ALIMENTARE S•22 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 CASE HISTORY
Figura 2
di processo, della relativa probabilità di accadimento e della significatività dell’impatto potenziale. Sulla base di questa analisi sono poi predisposti gli appositi Piani di Controllo”.
Guardando in prospettiva, cosa rappresenta per voi il concetto di miglioramento continuo?
È il nostro driver. L’adozione di un sistema di gestione per la qualità integrato ci permette quella gestione dei processi necessaria a garantire qualità nel management in tutte le fasi: pianificazione e destinazione di risorse, azione, misurazione dei risultati, riorganizzazione delle attività in ottica di miglioramento continuo (Ciclo di Deming: Plan, Do, Check, Act). Questo approccio è infatti seguito in tutti i processi aziendali ed è alla base anche del sistema di autocontrollo predisposto dalla nostra azienda a garanzia della qualità e della sicurezza alimentare dei suoi prodotti”.
Ci sono prodotti che comportano particolari accorgimenti nell’ambito di questa strategia generale di prevenzione e sicurezza alimentare?
“La maggior parte dei nostri prodotti non hanno una destinazione d’uso pensata specificatamente per particolari categorie di consumatori ad esclusione dei prodotti dichiaratamente identificati come senza lattosio o senza glutine. Considerando il normale consumo però la valutazione in tema di sicurezza vuole tenere conto anche delle esigenze di categorie vulnerabili di consumatori e quindi fare sì che nel normale consumo previsto, laddove necessario, queste siano debitamente informate su eventuali aspetti di sicurezza alimentare che le riguardano. In riferimento ai consumatori con specifiche allergie e/o intolleranza alimentari, tutti i prodotti in generale sono correttamente etichettati per dare le idonee informazioni a tale categoria. Per quelli specificatamente identificati come gluten free e lactose free, le attività
per garantire queste caratteristiche sia che si tratti di produzioni interne o esterne, sono estremamente rigorose con specifici controlli dalle materie prime utilizzate fino al prodotto finito, attraverso tutto il processo produttivo (impianti, ambiente e personale) con una liberazione attiva per ogni lotto produttivo”.
Quale importanza viene data all’informazione, alla formazione e all’aggiornamento del personale nei vostri stabilimenti?
La sicurezza e l’igiene dei prodotti alimentari rappresentano un obiettivo strategico del sistema di gestione di un’azienda alimentare. Un’organizzazione che ha una forte cultura della sicurezza alimentare, pone la cultura dei propri dipendenti e la salute dei consumatori al centro della propria attività. La nostra azienda sempre con più impegno sta investendo nel processo di diffusione della Cultura della Sicurezza Alimentare, condotto attraverso un approccio a step: misurazione, definizione obiettivi, formazione/informazione, verifica, comunicazione. La fase di formazione/informazione è estremamente importante, è estesa a tutta la popolazione aziendale e curata cercando di individuare i giusti strumenti e le modalità più efficaci a seconda della tipologia di personale coinvolto, ovvero: impiegati, operai, personale uffici o personale operativo in ambiente produttivo”.
Parliamo di sostenibilità, un tema sempre più importante e sentito nell’era del “villaggio globale”: per Bauli, cosa rappresenta?
“Per noi, creare prodotti “Buoni” significa, prima di tutto, fare scelte che abbiano a cuore il bene degli altri e del pianeta. Per questo abbiamo iniziato un percorso che ci accompagni verso un futuro migliore, passo dopo passo per un domani più sostenibile. Il percorso del Gruppo Bauli verso la sostenibilità ha visto una progressiva evolu-
zione degli strumenti e degli approcci utilizzati al fine di migliorare nel tempo le proprie performance economiche, ambientali e sociali. In particolare, il Gruppo ha sviluppato a partire dal 2020 una prima attività di coinvolgimento e confronto a livello interno al fine di identificare con chiarezza i propri Valori, la propria Visione e la propria Missione. Questo progetto di Corporate Identity ha previsto l’identificazione di Ambassador (G.I.V.E.R.), con il compito di diffondere tali valori ed essere punto di riferimento per le persone dell’azienda. Il 2021 ha poi visto l’avvio di un percorso strutturato sulla sostenibilità, che ha previsto un'attività di benchmarking per la valutazione del proprio posizionamento ed un percorso di stakeholder engagement per la definizione della prima matrice di materialità, che ha portato nel corso del 2021 alla pubblicazione della prima Brochure di sostenibilità della capogruppo Bauli SpA, fino alla realizzazione del primo Bilancio di sostenibilità del Gruppo Bauli per l’anno 2022”.
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Sicurezza alimentare dei prodotti surgelati
I prodotti surgelati sono soggetti ad un processo di congelamento che ha l’obiettivo di portare la temperatura a -18°C o, in alcuni casi, a temperature ancor più basse. Una volta surgelato, il prodotto deve essere trasportato con mezzi e tecniche adeguate per preservarne la qualità. Qui entra in gioco la “Catena del freddo”
Cristina Cardinali
IGIENE ALIMENTARE S•24 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 LA CATENA DEL FREDDO
ISTITUTO ITALIANO ALIMENTI SURGELATI
L’Istituto Italiano Alimenti Surgelati, IIAS, nasce nel 1963 su iniziativa delle più importanti industrie dei surgelati operanti in Italia, con lo scopo di mantenere puntualmente informati i consumatori sulle tecniche di surgelazione, conservazione e distribuzione, tutelando e valorizzando così l’immagine degli alimenti surgelati e favorendone la crescita in termini di consumi.
Oggi IIAS fa capo a Unione Italiana Food, cui sono associate circa 30 aziende del settore surgelati.
L'Istituto divulga tramite i media
Da diversi anni, l’evoluzione dell’interesse dei consumatori verso la qualità e l’igiene degli alimenti ha indotto la commissione Europea e, in campo nazionale, il Ministero della Salute a considerare come priorità strategica il raggiungimento degli standard più elevati possibili di sicurezza alimentare.
Per standard di sicurezza alimentare si intende tutta una serie di controlli, analisi e verifiche da realizzare nella lunga catena o filiera alimentare “dal campo alla tavola”. In questa ottica si è sempre mossa l’industria del Surgelato Italiana, anticipando e, comunque, osservando scrupolosamente tutte le norme applicative del nuovo quadro giuridico.
Secondo l’articolo 2 del Decreto legislativo 110/92, che regolamenta la materia dei surgelati, per alimenti surgelati si intendono i prodotti alimentari sottoposti ad un processo di congelamento, detto “surgelamento”, che permette di superare con la rapidità necessaria, in funzione della natura del prodotto, la zona di cristallizzazio -
informazioni sui vantaggi offerti dagli alimenti surgelati. Promuove eventi e progetti di ricerca sui prodotti surgelati e le tecniche di produzione. Partecipa alle manifestazioni che promuovono migliori abitudini alimentari. Sostiene l’attività educativa della Pubblica Amministrazione e delle scuole realizzando materiali informativi. Collabora con il Governo centrale e gli enti territoriali nell’ambito dello studio delle norme inerenti al proprio settore. Pubblica un Rapporto annuale sui consumi di alimenti surgelati in Italia.
igieniche per ridurre il numero dei microrganismi contaminanti, evitare la proliferazione dei batteri e la presenza di microrganismi patogeni. Se vi fosse il rischio della presenza di questi ultimi (microrganismi patogeni, che possono generare malattia nell’uomo) si deve provvedere alla loro distruzione con un trattamento termico adeguato, che precede la surgelazione.
ne massima e di mantenere la temperatura del prodotto in tutti i suoi punti, dopo la stabilizzazione termica, ininterrottamente a valori pari o inferiori a -18°C e commercializzati come tali.
SICUREZZA IGIENICA
I prodotti surgelati sono igienicamente sicuri poiché i microrganismi alterativi, responsabili del deterioramento degli alimenti, e quelli patogeni, in grado di provocare infezioni, intossicazioni e tossinfezioni nell’uomo, non sono in grado di riprodursi a temperature inferiori a -10°C.
La sicurezza igienica di un alimento surgelato è, quindi, legata all’immediato e rapido abbassamento della temperatura fino a -18°C e al rigoroso mantenimento della catena del freddo.
La surgelazione e la conservazione allo stato surgelato provocano solo una modesta riduzione del numero dei microrganismi alterativi naturalmente presenti sugli alimenti. Durante il processo di produzione di un alimento surgelato, di conseguenza, devono essere applicate le corrette norme
Nella produzione di un surgelato il grado di attenzione alla sicurezza igienica è del tutto analogo a quello riservato ai prodotti freschi refrigerati, che dal punto di vista microbiologico non sono dissimili a quelli surgelati. Tutti i processi produttivi sono attualmente sottoposti al controllo HACCP, ovvero all’individuazione e al monitoraggio dei punti critici di rischio, a partire dal ricevimento della materia prima fino alla distribuzione della stessa. Per un surgelato, particolare attenzione viene posta al contenimento dei tempi di trattamento prima della surgelazione, al controllo della velocità di congelamento e delle temperature lungo tutta la catena distributiva. Processo fondamentale che ha l’obiettivo di preservare nel tempo il valore nutrizionale degli alimenti è la conservazione. Tale scopo viene tipicamente perseguito attraverso l’utilizzo dei conservanti che rallentano l’influenza dei fattori biologici. Nel caso dei surgelati, invece, è il freddo l’unico conservante. A tal proposito la normativa che regolamenta gli alimenti surgelati (Decreto Legislativo n.110 del 27/1/92) stabilisce che non vanno aggiunti conservanti. L’eventuale utilizzo del conservante in un prodotto surgelato è legittimato solo quando l’additivo non è funzionale alla surgelazione ma è preesistente nella materia prima o negli ingredienti utilizzati.
L’Istituto Italiano Alimenti Surgelati, IIAS (vedi box), fornisce dettagliate informazioni e rappresenta tutte le categorie di prodotti surgelati classificati nelle categorie indicate di seguito. Vegetali. Il successo della gamma dei
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vegetali è dovuto all’alta qualità delle materie prime utilizzate, raccolte nel momento migliore della loro maturazione e proposte con metodologie di preparazione igienicamente sicure. La rapidità con la quale le aziende realizzano la raccolta e la trasformazione è tale che i contenuti nutrizionali sono paragonabili a quelli del corrispondente prodotto fresco. Ittici. L’ittico è una delle gamme più richiesta nell’area dei surgelati (naturali e preparati). Dal punto di vista nutrizionale, ancora una volta, il prodotto surgelato mantiene tutti gli elevati aspetti nutrizionali del prodotto fresco. Altro aspetto fondamentale: la sostenibilità. Il prodotto ittico surgelato viene pescato nelle zone più vocate del mondo, lontano dalle coste e nei mari più profondi e puliti, in modo tale da mantenere inalterata la possibilità di riproduzione delle specie. Inoltre, i vari prodotti della pesca vengono immediatamente lavorati (decapitati, eviscerati, spellati, etc.). Le normative di riferimento hanno imposto regole che fanno dell’imballaggio contenente il prodotto un modello di trasparenza totale, riportando l’area di pesca, il momento della prima surgelazione, la scadenza, le valenze nutrizionali, il produttore, ecc.
Pizza & Snack. In questa categoria, si assiste a un costante lavoro di ricerca non solo su nuovi impasti, ma anche su nuove materie prime, a cominciare dalle eccellenze del Made in Italy certificate DOP e IGP, con impasti ai cereali antichi, di kamut e 100% integrali, oltre al gluten free. Le aziende infatti propongono offerte che vanno sempre più a intercettare le necessità di vegetariani, vegani, intolleranti al glutine ecc. Non vanno poi trascurati i prodotti surgelati elaborati, in particolare panati e pastellati. In questo comparto, accanto alle aziende più affermate, convivono realtà produttive medio-piccole in grado di riproporre ricette tipiche della tradizione mediterranea e adattarle a un processo di
produzione industriale del surgelato. Piatti Ricettati. Per la preparazione di prodotti finiti ricettati vengono utilizzati ingredienti semplici e genuini pazientemente combinati tra loro a cui vengono applicate moderne tecniche di produzione, tra cui la tecnologia dello “stir fry”. Questa si basa sulla formazione di piccole porzioni surgelate da combinarsi tra loro formando un prodotto/ricetta da preparare direttamente in padella in pochi minuti. Con questa tecnica, inoltre, si preserva il patrimonio nutrizionale (vitamine, proteine, carboidrati) di questi alimenti.
Patate. Il segmento delle patate fritte ed elaborate è molto importante per il settore dei surgelati. Particolare attenzione è riservata alla scelta degli oli di pre-frittura (girasole e arachidi su tutti).
Le altre categorie di surgelati sono: carne rossa, carne bianca, paste semilavorate, dessert e frutta.
Sugli imballaggi dei prodotti, in modo sempre più chiaro e trasparente, sono riportate le informazioni e le linee guida necessarie per una conservazione ottimale del prodotto a casa, e per consumare nel modo più adeguato i prodotti surgelati. Le tecniche di conservazione e gli imballaggi applicati ai surgelati puntano a garantirne la qualità anche in situazioni dove sorgono imprevisti.
LA CATENA DEL FREDDO
I prodotti surgelati sono soggetti a un processo di congelamento che ha l’obiettivo di portare la temperatura a -18°C o, in alcuni casi, a temperature ancor più basse. Una volta surgelato, il prodotto deve essere trasportato con mezzi e tecniche adeguate per preservarne la qualità. Qui entra in gioco la “Catena del freddo”.
La Catena del Freddo è composta da una serie di procedure, regole e tecniche che servono a preservare e garantire la massima qualità del prodotto, dalla produzione al trasporto, fino alla
vendita.
Lo scopo della Catena del Freddo è quello di conservare al meglio il prodotto, garantendone l’integrità, gli standard igienici e la sicurezza alimentare. Non sono soltanto i prodotti surgelati coinvolti in questo tipo di catene: ad esempio, per gli alimenti refrigerati, la temperatura ideale per la conservazione potrebbe anche essere superiore agli 0°C. Per quanto riguarda i surgelati, la temperatura massima consentita è di -18°C.
Prima di giungere sulle tavole dei consumatori, il prodotto attraversa un percorso che prevede:
• carico del prodotto dalla sede del produttore sui mezzi di trasporto appositi;
• scarico del prodotto nel luogo di distribuzione;
• trasporto del prodotto, contenuto nei cartoni, sulle pedane;
• trasporto dei cartoni;
• stoccaggio nelle celle frigorifere intermedie;
• esposizione nei banchi di vendita. Ogni singolo anello della catena è fondamentale.
CONTINUITÀ DELLA CATENA
È nell’interesse di tutti gli operatori, quindi produttori, trasportatori e distributori, garantire la qualità del prodotto e quindi rispettare la Catena del Freddo. Per questo motivo, ognuno di loro è chiamato a seguire le norme vigenti e ad utilizzare gli strumenti a sua disposizione per controllare che le procedure vengano eseguite in maniera corretta.
Parte del processo di surgelazione consiste infatti nel garantire che il prodotto venga portato, con la rapidità necessaria, alla temperatura ottimale di -18°C, e che questa temperatura venga preservata durante il trasporto fino alla vendita. Prima di arrivare sulla tavola dei consumatori, il prodotto attraversa le diverse fasi sopra elencate. Una Catena del Freddo gestita bene garantisce che la temperatura
IGIENE ALIMENTARE S•26 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 LA CATENA DEL FREDDO
dei prodotti surgelati non superi mai i -18°C. Tuttavia è previsto che, seppur per brevi periodi, durante le varie fasi della catena, la temperatura possa innalzarsi fino ad un massimo di 3°C rispetto alla temperatura ottimale. Celle di stoccaggio. Esistono strumenti di registrazione automatica della temperatura che misurano, ad intervalli regolari, la temperatura dell’aria all’interno della cella di stoccaggio. La predisposizione alla misurazione della temperatura è stabilita dagli Enti responsabili dei controlli, e le temperature registrate devono essere datate e conservate dagli operatori per almeno un anno, o anche per periodi più lunghi, corrispondenti ai termini minimi di conservazione che cambiano per i diversi alimenti.
Mezzi di trasporto. Anche i mezzi di trasporto sono equipaggiati con strumenti che permettono agli operatori di tenere sotto controllo la temperatura, in questo caso si tratta della temperatura dell’aria presente nel vano di trasporto. Questa temperatura è registrata automaticamente ogni 5 minuti, se il viaggio dura meno di 24 ore;
oppure ogni 20 minuti, se il viaggio ha una durata superiore. Anche in questi casi, i dati delle temperature rilevate saranno conservati e messi a disposizione degli Enti preposti ai controlli. Per quanto riguarda la distribuzione locale, i mezzi devono essere dotati di un termometro ben visibile che indichi la temperatura dell’aria nel vano di trasporto.
Banchi Frigoriferi. I banchi frigoriferi hanno una soglia massima che stabilisce il limite del loro carico. Questa soglia deve essere chiaramente indicata, e ovviamente non superata quando avviene l’immissione dei prodotti. Sui banchi frigoriferi deve essere presente un termometro ben visibile indicante la temperatura dell’aria. I banchi frigoriferi prevedono una chiusura adeguata con coperchi specifici durante le ore di chiusura, che possono essere adoperati anche in caso di disservizi o imprevisti, come l’interruzione dell’erogazione di energia elettrica. Armadi e banchi chiusi. Anche in questo caso, un termometro chiaramente visibile, collocato sulla parte frontale dell’apparecchio, deve permettere di
tenere sotto controllo la temperatura dell’area che ospita, al suo interno, i prodotti surgelati.
VARIAZIONI DELLA TEMPERATURA
In un alimento surgelato, sono da evitare forti oscillazioni di temperatura nel tempo dovute a cause accidentali. Lo scongelamento del prodotto deve assolutamente essere evitato, in quanto il prodotto non è più sicuro dal punto di vista igienico se viene inavvertitamente scongelato; di conseguenza un prodotto scongelato non può essere commercializzato.
In un prodotto surgelato a -18°C, il 90-95% dell’acqua è sotto forma di cristalli di dimensioni piccole e non uniformi. Nel caso di forti oscillazioni di temperatura dovute a cause accidentali durante la conservazione e la distribuzione, la fine struttura cristallina, ottenuta durante la surgelazione condotta in condizioni ottimali, si può alterare. Ciò può portare ad una forte accelerazione dei fenomeni di ricristallizzazione e, di conseguenza, ad un peggioramento delle caratteristiche strutturali e della qualità sensoriale del prodotto.
Quando ciò avviene, si possono osservare sui prodotti e all’interno delle confezioni zone brinate: ad esempio vegetali in pezzi o gamberetti si possono presentare saldati in blocchi, oppure, spessi strati di brina possono essere presenti all’interno delle confezioni.
È utile ricordare che lungo la catena del freddo le variazioni della temperatura avvengono con maggior probabilità nei punti vendita, durante il riassortimento degli espositori, e durante il tragitto tra il punto vendita ed il surgelatore domestico. I controlli accuratamente eseguiti lungo tutta la catena del freddo hanno proprio l’obiettivo di evitare che questo fenomeno accada preservando, così, la qualità del prodotto surgelato.
(Fonte: www.istitutosurgelati.it)
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PRIMO PIANO
Alcuni dei prodotti di riferimento del panorama industriale
FALPI
Donatello. Efficienza, qualità e sicurezza
Un carrello per ogni ambiente, a ogni ambiente il suo carrello. Questo per Falpi è un principio di verità che costituisce il DNA dell’azienda. Per questo Donatello, sviluppato in altezza e contenuto in larghezza - la base misura 40x40 cm - è nato espressamente per soddisfare le esigenze di cleaning di locali particolarmente delicati come le grandi cucine della ristorazione collettiva, perchè, per quanto possano essere ampie, di solito sono ingombre di macchinari e attrezzature che riducono notevolmente gli spazi. Chi si occupa di pulizie professionali sa perfettamente che certi strumenti diventano veri e propri compagni di lavoro: Donatello è longevo e funzionale e, come tutti i carrelli Falpi, si rivela una scelta non solo professionale, ma anche economica e ambientale in termini di sostenibilità.
falpi.com
CELTEX
Omnia Labor: pulizia ed efficienza in cucina
Con Omnia Labor, il tradizionale rotolo ingombrante cede il posto alla carta cucina in formato piegato. Compatto nelle dimensioni e pratico nell’utilizzo, il dispenser alloggia fino a 400 fogli singoli in pura cellulosa, estraibili con una sola mano già aperti e pronti all’uso. Il sistema, ad erogazione foglio a foglio, consente di estrarre solo la carta necessaria, riducendo gli sprechi in cucina. Il dispenser, conforme al protocollo HACCP, ha la bocca di erogazione arricchita con trattamento antimicrobico: contaminazioni esterne e proliferazione di microbi evitate.
Omnia Labor è utilizzabile sia appeso al muro sia sul banco da lavoro, grazie al supporto in acciaio inox, per avere la giusta quantità di carta sempre a disposizione. Una soluzione perfetta per le cucine professionali in cui igiene, continuità di servizio e pulizia sono prerogative indispensabili.
industrieceltex.com
FIMAP
La produttività della gamma Performance di Fimap raggiunge gli spazi più piccoli con le lavasciuga pavimenti GL e GxL GL e GxL portano la tecnologia e l’efficienza proprie della gamma più evoluta di Fimap, nel segmento dedicato alle metrature più contenute. Ideali per negozi, piccoli supermercati, mense, cucine e ristoranti, combinano alla perfezione agilità e potenza, per pulire in luoghi in cui lo spazio è poco e lo sporco richiede un intervento intenso. Inoltre, con il tergipavimento parabolico l’asciugatura è sempre perfetta anche quando il percorso non è rettilineo e si devono eseguire curve per aggirare gli arredi. Come gli altri modelli della gamma Performance anche GL e GxL sono progettate per fornire una gestione più attenta degli interventi. È possibile organizzare il proprio piano di pulizia in modo preciso, con un maggiore controllo su consumi, uso e disponibilità, che evita sorprese e aiuta ad ottenere risultati superiori, grazie al sistema di controllo da remoto FFM – Fimap Fleet Management che traccia l’uso della macchina. L’accesso ai dati è semplice, attraverso l’app My.Machine.
fimap.com
IGIENE ALIMENTARE S•28 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 VETRINA a cura di Loredana Vitulano
RUBINOCHEM
Olè Ressenza, alta azione igienizzante
RubinoChem presenta Olè Ressenza, un formulato polifunzionale ad alta concentrazione con un’alta azione igienizzante e pH neutro utilizzato per detergere, rimuovere germi e batteri con azione meccanica, spolverare, profumare e deodorare ambienti e superfici. Il formulato Olè Ressenza è stato progettato per rispondere alle necessità degli utilizzatori professionisti. Il marchio registrato Trademark e il formulato hanno mantenuto nel tempo la peculiare alta qualità e identità riconosciuta e apprezzata dai clienti utilizzatori finali.
rubinochem.it
KEMIKA
Arnox, detergere secondo i piani HACCP
Affidati al know-how Kemika e scopri, nella selezione di detergenti specifici destinati al settore alimentare di produzione e di preparazione pasti, Arnox, il detergente fortemente alcalino, a schiuma moderata, indicato per il lavaggio di superfici e pavimentazioni sporche di grassi alimentari. Arnox saponifica i grassi facilitandone la rimozione, viene utilizzato nelle industrie di macellazione carni, in caseifici e nelle fabbriche di insaccati. Di facile risciacquo, non lascia residui nocivi sulle superfici e può essere impiegato con idropulitrici, lavasciuga, manualmente, utilizzando mop o frangia di lavaggio in microfibra. Impiegato con monospazzola e disco specifico in gomma e microfibra Sector Gum permette di effettuare una efficace pulizia di fondo di superfici particolarmente difficili come il gres microporoso. Il prodotto può essere inserito nei piani HACCP. Arnox è disponibile nelle versioni ad alta schiuma e a bassa schiuma e con formulati che contengono cloro attivo: Arnox Alta Schiuma Cloro Attivo/Arnox Bassa Schiuma Cloro Attivo.
kemikagroup.com/it
IGEAX
Igeax Shadow Board.
Nessuno spazio agli errori
Indispensabile per elevare gli standard di igiene negli ambienti di lavoro, la Shadow Board è una soluzione moderna ed efficiente per l’organizzazione e il controllo dell’attrezzatura di pulizia, completamente personalizzabile per adattarsi al meglio alle esigenze di ogni azienda. Disponibile in cinque colori secondo il sistema di gestione HACCP, permette una netta distinzione tra i reparti e gli strumenti utilizzati nei diversi ambienti, evitando contaminazioni accidentali. Il pannello viene fornito con ganci e attacchi porta manico per tenere appesi e separati gli attrezzi, garantendo un’asciugatura e una conservazione ottimali dopo l’utilizzo. La rifinitura in alluminio, materiale igienico e resistente, la rende un prodotto altamente professionale indicato per le aziende del settore alimentare.
igeax.com
PAPERDI
Bobine in carta blu
Paperdì si rinnova con un’offerta di tre Bobine in carta blu in pura cellulosa completamente rivoluzionaria per la propria gamma prodotti. Le tre referenze, forti dell’acquisizione della certificazione FSC e dell’idoneità al contatto alimentare, soddisfano a pieno le esigenze del mercato in termini di rintracciabilità alimentare. La qualità attestata della materia prima e il miglioramento tecnico sono una garanzia di risposta efficiente ed efficace, un prodotto con elevate caratteristiche di resistenza sia a secco che ad umido, grazie alle quali si riduce al minimo la presenza dei residui.
paperdi.it
S•29 DIMENSIONE PULITO | 02/2023
KAIROSAFE Bioluminometro Lumitester Smart, per la verifica dell’igiene delle superfici
Il bioluminometro è uno strumentino portatile che rileva in tempo reale il grado di pulizia delle superfici. Il sistema Lumitester Smart di ultima generazione evidenzia la presenza di sostanza organica (ATP e suoi derivati) ed è di utilizzo molto semplice, garantendo un risultato affidabile, rapido e preciso. E’ utilizzabile per il controllo della sanificazione in tutti gli ambiti, come il farmaceutico, alimentare, sanitario, HO.RE.CA, industriale, offrendo la possibilità di effettuare un utile confronto sullo stato di igiene prima e dopo la pulizia. Non richiede un training particolare. Il Lumitester Smart si utilizza in abbinamento con i tamponi Lucipac A3, con i quali si preleva il campione dalla superficie in esame. Dopo la lettura del tampone, i risultati sono visualizzati sul display del Lumitester e memorizzati nell’archivio cloud a cui si può accedere in qualsiasi momento per un continuo monitoraggio dei dati.
kairosafe.it
Antea: la lavasciuga pavimenti operatore a terra semplice e performante Robusta, resistente e affidabile, la lavasciuga pavimenti professionale Antea è stata progettata da Comac per migliorare la produttività riducendo i costi delle operazioni di pulizia. Antea è disponibile con una spazzola a disco da 50 cm, alimentata a cavo (E), a batteria con trazione (BT) o senza (B), inoltre le tre diverse tipologie di basamento: con spazzola a disco (E-B-BT), spazzole cilindriche (BTS) o con pad orbitale (BTO) permettono di ottenere risultati ottimali su ogni pavimento. Antea è dotata della tecnologia CCP – Comac Corrosion Protection, in grado di ricoprire e proteggere le parti metalliche delle lavasciuga pavimenti che sono esposte alla corrosione. Il trattamento CCP prevede un rivestimento termoplastico che rende il metallo resistente alle condizioni sfavorevoli, ai detergenti, alla componente salina e agli agenti inquinanti presenti in specifici ambienti come pescherie, salumifici e industrie alimentari. Grazie al CCP le lavasciuga potranno lavorare più a lungo e necessiteranno di minori interventi di manutenzione straordinaria.
BASF
L’esca ideale per la pasturazione permanente
Non tutte le esche possono però essere utilizzate per la pasturazione permanente. Un problema a cui BASF risponde con l’introduzione della nuova esca per roditori Selontra®, approvata per questa tecnica. Questa esca è a base di colecalciferolo, principio attivo verso il quale non sono note resistenze. Con Selontra®, la velocità di controllo è fino a tre volte più rapida rispetto ai rodenticidi anticoagulanti, grazie all’effetto stop-feeding. Inoltre, il colecalciferolo non persiste nell’ambiente né presenta un effetto di bioaccumulo.
pestcontrol.basf.it
HYGENIA
Mop monouso in microfibra
Per effettuare una pulizia adeguata attraverso il sistema preimpregnato, la scelta del panno da utilizzare è fondamentale. Il Mop in microfibra monouso di Hygenia, disponibile in due differenti colorazioni (rosso e blu) per distinguere le aree di utilizzo, ad esempio bagno oppure camera, è composto di microfibra monouso di elevata qualità, capace di garantire una eccellente rimozione dello sporco. In base alle caratteristiche della struttura, delle esigenze e soprattutto della qualità della pulizia Hygenia propone questa soluzione, ottima sia da un punto di vista funzionale che igienico sanitario.
hygenia.it
IGIENE ALIMENTARE S•30 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 VETRINA
COMAC
comac.it
ADIATEK: 20 ANNI DI INNOVAZIONE
É un nuovo traguardo quello che Adiatek raggiunge quest’anno: 20 anni di obiettivi, di scelte e cambiamenti, di impegno crescente e tante soddisfazioni.
“Festeggiamo il lavoro di chi ha contribuito a farci crescere come impresa e come team ringraziando tutte quelle persone che con noi collaborano ogni giorno per portare avanti questa realtà e tutti i colleghi che in questi anni hanno fatto parte di noi contribuendo a costruire quel valore aggiunto in cui crediamo e che cerchiamo di esprimere nel nostro progetto aziendale.
Un grande ringraziamento a tutti i clienti che a noi si sono affidati dandoci così l’opportunità di rendere concrete le nostre idee. Ed infine, ma di uguale importanza, l’apprezzamento va ai nostri partner e ai nostri fornitori che ci hanno assistito e supportato dall’inizio di questa avventura.
Questo anniversario segna solo una prima tappa del percorso iniziato, convinti che ce ne siano tante altre da raggiungere con lo stesso entusiasmo e la stessa tenacia che ci hanno permesso di arrivare fin qui”. Che questa ricorrenza possa diventare un nuovo punto di partenza per nuovi traguardi!
adiatek.com
DUSSMANN: PRIMO BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ
Dussmann Italy ha presentato il suo primo Bilancio di Sostenibilità durante la conferenza stampa che si è tenuta lunedì 20 febbraio nell’Auditorium di Confindustria Bergamo all’interno del Kilometro Rosso. “Per la nostra Azienda è un traguardo importante – ha commentato il Presidente e Amministratore Delegato Renato
WOMEN IN CLEANING
La nuova piattaforma globale Women in Cleaning rappresenta un importante passo avanti per le donne che cercano di costruirsi una carriera nel settore delle pulizie professionali. In un mondo dove solo poche donne sono ai vertici, è fondamentale che possano avere un luogo dove poter condividere le loro esperienze e che metta in luce le loro storie, visioni e successi.
Martine Mallee, direttore marketing di Consensus Group che ha sviluppato la piattaforma spiega: “In Women in Cleaning, crediamo che la collaborazione sia la chiave per un successo sostenibile. La forza delle donne nel settore delle pulizie è la loro capacità di lavorare insieme, di aiutarsi l’una con l’altra, di condividere il loro sapere e le loro conoscenze. Questo ci permette di elevare gli standard della pulizia, di lavorare verso un futuro più sostenibile e di costruire una comunità più forte e coesa. La piattaforma fornisce opportunità di formazione, supporto e connessione per le donne di tutto il mondo, indipendentemente dalla loro esperienza e dalla loro posizione. Unitevi a noi in Women in Cleaning, diventate una parte della comunità globale di donne che lavorano insieme per costruire un futuro migliore per il nostro settore”.
womenincleaning.com
Spotti – perché arriva da molto lontano, quando ancora la parola ‘sostenibilità’ non si sentiva spesso ma Dussmann era già impegnata su quel fronte”. Dopo la presentazione dei risultati economici di Dussmann per l’anno 2022 con un fatturato pari a 798 milioni di euro e una crescita di 120 milioni di euro rispetto all’anno precedente, il Presidente ha illustrato la visione che ha portato l’azienda a dotarsi del Bilancio ESG con largo anticipo rispetto all’obbligo di legge. L’attenzione di Dussmann a un approccio responsabile nel modo di fare impresa ha inizio oltre 15 anni fa: nel 2007 ha ottenuto la certificazione SA8000. Da quel momento sono arrivati una serie di riconoscimenti a definire ancor di più un percorso già tracciato. Per citarne solo alcuni: EMAS, Rating di Legalità 3 stelle, ISO 37001 per il contrasto alla corruzione e – più recentemente – la certificazione ISO 50001 sul sistema di gestione dell’energia, il certificato EPD, MSC e ASC, e da ultima la certificazione UNI ISO 30415 per la gestione delle risorse umane –diversità e inclusione.
dussmann.it
NEWS DAL SETTORE THE CLEANING SHOW LONDRA, 14/16 MARZO CONFERENZA NAZIONALE A.N.I.D. CATANIA, 30/31 MARZO EUROPROPRE PARIGI, 4/6 APRILE ISSA PULIRE DISINFESTANDO MILANO 9/11 MAGGIO TUTTOFOOD MILANO, 8/11 MAGGIO FIERE E CONVEGNI a cura di Cristina Cardinali
L’impiego dei dispositivi di derattizzazione a cattura multipla nell’IPM
Nonostante le attività preventive nell’ambito del controllo dei roditori rappresentino uno strumento utile attraverso il quale rendere gli interventi di derattizzazione efficaci nel tempo e funzionali a prevenire danni economici a volte irrecuperabili, la loro importanza è spesso sottovalutata.
Gestire un’infestazione applicando le regole dell’Integrated Pest Management, strategia di intervento focalizzata proprio sulla prevenzione a lungo termine dei parassiti o dei loro danni, comporta favorire la sinergia di più discipline e misure d’intervento.
Obiettivo dell’IPM (Integrated Pest Management) è quello di ridurre al minimo l’uso di sostanze dannose per l’uomo, per l’ambiente e per gli organismi non bersaglio. A caratterizzare questo approccio è, infatti, l’attenzione nei confronti di due valori non sempre compatibili: la praticità e la sostenibilità.
Ci sono tre principi metodologici particolarmente importanti nell’applicazione dell’IPM che comprendono: l’analisi ambientale, il monitoraggio delle popolazioni infestanti e l’analisi dei dati storici. Questi passano at-
traverso tre interventi fondamentali: gli interventi conoscitivi, quelli preventivi e quelli correttivi.
Gli interventi conoscitivi giocano un ruolo fondamentale nell’implementazione di piani di IPM che siano validi: lo scopo del monitoraggio è quello di identificare le specie infestanti coinvolte, stimarne la densità, individuare i punti critici e valutare i potenziali danni. I sistemi di trappolaggio, insieme alle ispezioni visive e altre metodologie digitali rappresentano gli strumenti attraverso i quali misurare e documentare l’evoluzione nella dinamica di popolazioni infestanti infeudate nelle aziende. Le trappole a colla, le trappole spezza collo e le trappole multi-cattura a vivo sono stati nel tempo gli strumenti maggiormente usati per verificare l’accesso di roditori nelle strutture. Seppur efficaci nel gestire gli accessi occasionali o le piccole infestazioni però hanno dimostrato i propri limiti in caso di pullulazioni severe per le quali è necessario l’impiego di sistemi multi-cattura con conservazione delle carcasse. Questi dispositivi hanno conquistato in pochi anni
importanti quote di mercato. I vantaggi derivanti dal loro utilizzo sono molteplici. Gli stessi rendono possibile catturare intere colonie di roditori infestanti perché in grado di vincere la neofobia che li contraddistingue: sottraendo dall’ambiente gli esemplari intrappolati la popolazione della colonia non riconosce nel dispositivo un pericolo, motivo per il quale lo stesso continua ad essere performante nelle catture. I sistemi multi-cattura, inoltre, permettono un monitoraggio continuo di tutte le specie di roditori sinantropici presenti, indipendentemente dalla specie o dalla taglia. Infine, lavorando a ciclo continuo, possono essere impiegati anche in ambienti fortemente infestati senza rendere necessario l’intervento da parte di un operatore.
Ekomille, brevettato e lanciato sul mercato da Ekommerce per la prima volta nel 2001, è stato il primo dispositivo multi-cattura con conversazione delle carcasse. Oggi protagonista di un'intera linea di prodotti, è un dispositivo unico nel suo genere.
Connubio perfetto tra tec-
nologia e sostenibilità, consente una derattizzazione ecologica e un'ottimizzazione degli interventi sui cantieri grazie al controllo da remoto. Oggi la linea si completa compiendo un importante passo avanti verso la cultura della tutela del benessere degli animali con l’integrazione di Ekomille CO2 e Ekomille Z, dispositivi integrati di un sistema di soppressione animal friendly.
INTEGRATED PEST MANAGEMENT
Espleta la propria funzione senza l’impiego di veleni. Utilizzando come attrattivo sostanze alimentari naturali e trattenendo le carcasse nel serbatoio, garantisce una derattizzazione ecologica al 100%.
Dotato di un sistema di controllo integrato che consente di gestire da remoto le principali funzionalità, è lo strumento attraverso il quale i professionisti della disinfestazione potranno ottimizzare la gestione degli interventi sui cantieri e l’impiego delle risorse.
Coniuga alle straordinarie capacità di Ekomille, un sistema di soppressione rapida e infallibile che sfrutta le potenzialità biocide dell’anidride carbonica.
Integrato di un sistema di soppressione per elettrocuzione, come Ekomille CO2, la versione Z di Ekomille risponde al bisogno di tutelare il benessere degli animali.
ekommerce.it
BRCGS FOOD V.9 I requisiti per il Pest Control
Michele Ruzza Consultant and Pest Management Advisor
Il 1°Agosto 2022 BRCGS ha pubblicato la nuova versione della Normativa Volontaria, che è entrata in vigore il 01 febbraio 2023. I motivi che hanno portato a questo aggiornamento sono stati dettati, in prima analisi, dalla ricerca di un ulteriore sviluppo di una cultura della sicurezza alimentare, garantendo la completa compatibilità con i Principi Generali di Igiene Alimentare dettati dal Codex Alimentarius e quanto stabilito dalla Global Food Safety Initiative (GFSI). Nella normativa inoltre sono state ampliate le opzioni di audit, sono stati aggiornati i requisiti associati alle at-
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La nuova versione della Normativa Volontaria, per quanto concerne il Pest Management, non ha apportato significative differenze rispetto alla precedente, mantenendo una impostazione di controllo attenta in riferimento ai rischi che possono portare gli infestanti nei processi produttivi
tività critiche per la sicurezza dei prodotti, le azioni preventive, la gestione degli incidenti e gli audit interni. Nella norma, inoltre, si è fatta una maggiore chiarezza in seno agli stabilimenti che si occupano della prima trasformazione dei prodotti di origine animale e dei siti che producono mangimi animali.
BRCGS V.8 VS BRCGS V.9
Lo standard BRCGS V.9, nella sua struttura base, rimane composto da 4 parti: Introduzione, Requisiti, Protocollo di Audit e infine Gestione e governance dello schema a cui seguono 12 Appendici, 2 in più rispetto alla versione precedente.
Prima di inoltrarci nell’analisi dei requisiti per il Pest Management, vediamo cosa è cambiato e cosa no rispetto alla versione precedente.
Cosa Cambia
Risulta importante identificare nel protocollo di Audit (3° Parte dello Standard) che vengono previste tre diverse
tipologie di Audit a cui possono essere sottoposte le Aziende Alimentari, ovvero Audit annunciati, Audit non annunciati e Blended audit oltre naturalmente alla possibilità di eseguire Audit di estensione quando si iniziano a lavorare nuovi prodotti o sono inserite nuove linee produttive. Per quanto riguarda in particolare gli Audit non annunciati (previsti anche nella V.8) si ha l’obbligo di un Audit non annunciato da eseguirsi nell’arco dei tre anni di certificazione, audit che non si concorda con l’Azienda e che normalmente viene condotto negli ultimi 4 mesi della finestra di audit, includendo la finestra di audit stessa. Naturalmente l’Azienda può richiedere anche altri Audit non annunciati, rispetto all’Audit non annunciato “obbligatorio”. I Blended Audit sono invece degli audit possibili per ri-certificazioni o per aziende che risultavano certificate e all’atto della richiesta non lo sono più. Tali Audit sono sviluppati in due parti, una prima parte eseguita in remoto (analisi documentale) e una seconda parte condotta
on-site (valuta la parte dei processi). In ogni caso è l’organismo di certificazione che, sulla base del Risk Assessment, valuta se è possibile eseguire un Blended Audit, fermo restando che anche le Aziende che aderiscono all’opzione del Blended Audit sono obbligate a un Audit non annunciato nell’arco dei tre anni.
Cosa non cambia
Tra le diverse cose che non hanno evidenziato cambiamenti risulta importante ricordare che, non viene a cambiare la classificazione delle Non Conformità (Critica, Maggiore e Minore), non cambia il grading che l’azienda raggiunge a seguito dell’audit (valutato sul numero e peso delle eventuali Non conformità) e che il Piano delle Azioni Correttive e delle preventive actions va inoltrato entro 28 giorni assieme alle evidenze della chiusura delle Azioni Correttive.
ANALISI DEI REQUISITI PER IL PEST MANAGEMENT
Il Pest Management, per BRCGS V.9 entra nel programma dei Prerequisiti e ad esso è dedicata una sezione specifica, la 4.14. con 12 clausole specifiche. Nell’introduzione del requisito si evidenzia subito come “L’intero sito deve disporre di un efficace programma di gestione preventiva dei parassiti per ridurre al minimo il rischio di presenza di parassiti e devono essere disponibili risorse per rispondere rapidamente a qualsiasi problema che si verifichi per prevenire il rischio per i prodotti. I programmi di gestione dei parassiti devono essere conformi a tutta la legislazione applicabile ” e andando ad analizzare quanto esplicitato, nella Linea Guida di BRCGS V.9 si evidenzia come la gestione degli infestanti debba interessare l’intero sito, comprese eventuali strutture temporanee o stagionali e che debbano essere considerati tutti i potenziali infestanti (roditori, insetti, volatili). Naturalmente, nell’analisi, devono essere
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considerate le materie prime utilizzate (e quindi gli infestanti specifici), le attrezzature, i prodotti finiti, i processi produttivi e l’ambiente nel quale si trova l’azienda, senza dimenticare la Normativa Cogente del paese in cui si trova il sito. Si identifica inoltre che qualora vi sia un grave superamento di soglia per la presenza di infestanti si deve aprire una Non Conformità e, qualora il sito appalti i servizi all’esterno devono essere applicate le clausole pertinenti delle sezioni 3.5.3, 4.1 e 7.1.
Anche nel requisito 4.14 delle clausole hanno subito delle modifiche, mentre altre sono rimaste invariate (figura 1). Andiamo a evidenziare le
clausole che non hanno subito variazioni per poi concentrarci in quelle che hanno subito variazioni.
Clausole che non hanno subito modifiche
Clausola 4.14.1: in questa Clausola si evidenzia come “l’attività dei parassiti non deve presentare rischio di contaminazione dei prodotti, delle materie prime o degli imballaggi e che ogni infestazione debba essere documentata e gestita”, quindi, qualora si identifichino degli infestanti (anche da parte del personale dell’Azienda) devono essere intraprese tutte quelle misure atte ad evitare il rischio di contaminazione dei prodotti, delle materie prime e degli imballaggi e, se questi risultano contaminati, devono essere identificati
come non conformi. Clausola 4.14.2: si evidenzia chi deve eseguire i servizi di monitoraggio e controllo degli infestanti, specificando che “Il sito deve assumere i servizi di un’organizzazione competente per la gestione dei parassiti o disporre di personale adeguatamente formato per l’ispezione e il trattamento regolari del sito per scoraggiare e sradicare l’infestazione” oltre a identificare che “La frequenza delle ispezioni è determinata dalla valutazione del rischio e deve essere documentata e riesaminata in caso di cambiamenti nell’edificio, dei processi produttivi e infestazioni” In caso di esternalizzazione dei servizi la norma consiglia che il contraente dimostri la sua competenza (es. certificazione CEPA alla norma UNI EN 16636 per i servizi di gestione dei parassiti) e laddove la gestione dei parassiti è gestita internamente, i dipendenti responsabili devono avere una formazione adeguata, come evidenziato dai registri di formazione.
Clausola 4.14.3: possibilità che nel sito si “intraprende la propria gestione dei parassiti” e di come deve essere dimostrato che il personale interno che svolge l’attività di controllo risulti adeguatamente formato.
Clausola 4.14.4: evidenzia come è sempre molto importante la documentazione valutando come “La documentazione e i registri di gestione dei parassiti devono essere mantenuti” garantendo quindi, sia in forma cartacea che on-line, la presenza di un piano aggiornato dell’intero sito, identificando correttamente i dispositivi di monitoraggio presenti in loco (planimetria), dettagliando correttamente i biocidi utilizzati in caso di controllo degli infestanti e soprattutto andando a definire chiaramente le responsabilità tra appaltatore e gestione del sito.
Clausola 4.14.5: tratta il controllo dei muridi. In particolare, si può evidenziare come “Le esche tossiche per roditori non devono essere utilizzate all’interno delle aree di produzione o di stoc-
IGIENE ALIMENTARE S•36 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 PEST MANAGEMENT
Figura 1
caggio in cui è presente un prodotto aperto, tranne quando si tratta di un’infestazione attiva” mentre per quanto riguarda l’utilizzo di trappole a cattura (a vivo, a colla, a molla, ecc.) l’ispezione deve essere valutata in funzione del rischio al fine di evitare il rischio di infestazione da possibili parassiti secondari, che praticamente identifica un riavvicinamento dei controlli in caso di utilizzo di trappole a cattura. Sempre in questa clausola è importante identificare come viene consigliato di fissare le postazioni (sia stazioni di esche che di monitoraggio) o localizzarle in aree in cui il loro movimento è improbabile.
Clausola 4.14.6: vengono trattati i sistemi di monitoraggio per gli insetti, identificando che “I dispositivi di cattura insetto, le trappole per feromoni e/o altri dispositivi di monitoraggio degli insetti devono essere opportunamente situati e operativi”.
Clausola 4.14.7: viene a identificare come “Il sito deve disporre di misure adeguate a impedire agli uccelli di entrare negli edifici o di sosta sopra le aree di carico o di scarico” Risulta quindi necessario che sia eseguita un’analisi del rischio anche per i volatili per potenziale ingresso, inserting o annidamento nelle aree di carico e scarico, o di passaggio di prodotto.
Clausola 4.14.8: si rifà a quanto già parzialmente evidenziato nella Clausola 4.14.1 e si identifica che “In caso di infestazione o di evidenza di attività di parassiti, devono essere intraprese azioni immediate per identificare i prodotti a rischio e ridurre al minimo il rischio di contaminazione del prodotto. Qualsiasi prodotto potenzialmente interessato dovrebbe essere soggetto alla procedura di prodotto non conforme”
Clausola 4.14.11: identifica come “I risultati delle ispezioni di gestione dei parassiti devono essere valutati e analizzati regolarmente per le tendenze. Come minimo, i risultati delle ispezioni devono essere analizzati annualmente o in caso di infestazione” con lo scopo di avere un’analisi dei risultati per
migliorare la gestione degli infestanti. Clausola 4.14.12: punto molto importante della normativa volontaria legata al Pest Management, che mantiene inalterato il fatto che “Il personale deve comprendere i segni dell’attività dei parassiti ed essere consapevole della necessità di segnalare qualsiasi prova di tale attività a un gestore designato” ovvero che tutto il personale della filiera dovrebbe essere addestrato a riconoscere l’attività degli infestanti nelle aree di competenza.
Clausole che hanno subito modifiche Clausola 4.14.9: rispetto alla precedente versione si viene a identificare una doppia colorazione del requisito che identifica come la clausola sia soggetta sia a valutazione documentale (colore verde) che on-site (colore giallo). La clausola identifica che “È responsabilità dell’azienda garantire che tutte le raccomandazioni pertinenti formulate dallo specialista della gestione dei parassiti siano effettuate entro un lasso di tempo adeguato e verificate per l’efficacia. Le registrazioni di queste modifiche devono essere mantenute” ovvero che le raccomandazioni fatte dallo specialista della gestione dei parassiti, tipo Azioni di Pest Proofing, modifiche alla frequenza delle ispezioni, ecc. siano state effettivamente messe in atto ed eseguite.
Clausola 4.14.10: la modifica di questa clausola è stata dettata dal fatto che nella BRCGS V.8 non era stata ben compresa; quindi, si è provveduto ad aggiornarla per aiutare l’applicazione e la comprensione della stessa. In particolare, si evince che “Una valutazione approfondita e documentata della gestione dei parassiti deve essere effettuata con una frequenza basata sul rischio, almeno una volta all’anno, da un esperto di gestione dei parassiti per rivedere le misure di gestione dei parassiti in atto. La valutazione dell’indagine deve: prevedere un’ispezione approfondita del sito, delle attrezzature e delle strutture per l’attività dei paras-
siti; rivedere le misure di gestione dei parassiti esistenti in atto e formulare eventuali raccomandazioni per il cambiamento”. In questo punto si viene ad evidenziare quindi una differenza tra l’assessment approfondito e il servizio, con la valutazione approfondita condotta da un consulente alternativo, piuttosto che dal personale responsabile delle ispezioni regolari (o dell’azienda di Pest Control). Tale soluzione ha il vantaggio che questo secondo esperto, esaminato il sito e il programma di gestione dei parassiti, rimane a disposizione per guidare il programma di gestione degli infestanti, unendo gli sforzi sia del sito che dei tecnici della gestione dei servizi esternalizzati. Naturalmente è importante che questo esperto sia pienamente competente e abbia conoscenze ed esperienze sufficienti per condurre l’audit e che il report prodotto includa almeno:
X aree ispezionate con registrazione anche delle aree ove non sono state riscontrate problematiche;
X identificazione dei problemi con l’obiettivo di eradicare o prevenire una eventuale infestazione;
X revisione del sistema se lo stesso viene identificato come inadeguato o inappropriato.
CONCLUSIONI
La nuova Versione di BRCGS, per quanto concerne il Pest Management, non ha apportato significative differenze rispetto alla precedente versione, mantenendo una impostazione di controllo attenta in riferimento ai rischi che possono portare gli infestanti nei processi produttivi. Resta sempre forte l’attenzione per la formazione, anche e soprattutto per il personale del sito, il quale è la prima fonte di controllo per una possibile infestazione. Viene poi specificato meglio il ruolo che può avere un esperto delle infestazioni, come figura di collegamento tra il sito e l’azienda a cui sono stati esternalizzati i servizi, in un’ottica di attiva collaborazione per la gestione degli infestanti.
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S.P.R.I.N.G, la nuova primavera dei prodotti Newpharm
Blucyp EC e Nuvex® NO
PBO, sono i pilastri della “nuova primavera” di insetticidi Newpharm. Questa nuova primavera si basa sulla tecnologia S.P.R.I.N.G., la vera alternativa ai solventi di derivazione petroleosa che tanto impattano sull’ambiente. L’obiettivo Newpharm è approdare sul mercato nei prossimi mesi con una gamma di prodotti biocidi maggiormente rispettosi per l’ambiente e per quanti lo popolano, estendendo la possibilità di uti-
lizzo in luoghi finora esclusi per tutta una serie di problematiche: odori forti, colorazioni anomale delle superfici, fitotossicità e residui. La tecnologia S.P.R.I.N.G. messa a punto da Newpharm® premia il connubio tra efficacia nel controllo degli insetti nocivi e rispetto per l’ecosistema.
Nuvex® NO PBO
è l’insetticida a base di Piretro Naturale privo di PBO (Piperonilbutossido) e qualunque altro sinergizzante in formulazione.
Questo trova
applicazione in tutte quelle situazioni in cui si necessita rapidissima azione insetticida, multi-target, senza lasciare residui persistenti. L’industria alimentare, va da sé, è il principale terreno di gioco del Nuvex® NO PBO. Tuttavia, viene impiegato con successo in tutte quelle situazioni in cui lo scopo è teso alla rapida bonifica ambientale da insetti sia volanti che striscianti. Ciò è di prassi negli ambienti zootecnici, per esempio nelle sale di mungitura all’interno delle quali le mosche devono essere debellate per la tranquillità e il benessere animale garantendo allo stesso tempo la
salubrità degli alimenti. Mosche, zanzare, le tignole nei magazzini di stoccaggio di derrate e alimenti, vespe, formiche e pure insetti di grossa taglia come gli scarafaggi, sono bersaglio del NUVEX® NO PBO. Per stanare efficacemente gli insetti striscianti annidati, il NUVEX® NO PBO esercita inoltre il massimo potere snidante possibile, offerto proprio dalle caratteristiche impareggiabili dell’estratto di Crisantemo e dalle ben sei sostanze attive differenti in esso contenute. Il prodotto si usa sia all’interno che all’esterno degli ambienti; può essere erogato mediante nebulizzatori elettrici o a batteria, capaci di erogare particelle finissime, come pure con le tradizionali pompe irroratrici diluendo il prodotto in acqua al 2%.
Una ventata di innovazione mai vista prima nel settore sta investendo i prodotti Newpharm® e porterà con sé il massimo valore tecnologico oggi conosciuto, frutto di ricerche continue ed esperienza sul campo.
Alla propria clientela Newpharm® desidera destinare un’esperienza nuova e in totale sicurezza con le proprie soluzioni, superando quegli ostacoli, spesso mentali, legati all’utilizzo dei tradizionali prodotti per la disinfestazione domestica.
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newpharm.it
Le linee guida per un corretto pest control secondo IFS
La IFS Pest Control Guideline è un documento molto importante, non solo per le aziende certificate IFS, ma per tutte le Aziende Alimentari e le Aziende di Pest Control
Michele Ruzza Consultant and Pest Management Advisor
IGIENE ALIMENTARE S PEST MANAGEMENT
Anovembre 2022 IFS ha pubblicato “IFS Pest Control Gui deline”, un manuale che ha lo scopo di aiutare chi è coinvolto nella gestione degli infestanti nelle azien de alimentari. La finalità di tale pub blicazione non è solamente data da una corretta enunciazione delle me todologie di controllo degli infestanti (secondo la normativa volontaria) ma soprattutto, in un’ottica di sostenibili tà, guarda a quelle tecniche innovati ve atte a ridurre l’impatto ambientale associato al Pest Control, non solo nel Food ma anche per gli altri standard IFS. Il documento redatto da IFS si sviluppa in 5 capitoli: Introduzione (Cap.1); Gestione Integrata degli Infestanti (Cap.2); Approccio consigliato per l’implementazione dei requisiti di I.P.M. e IFS (Cap. 3); Spiegazione e Interpretazione dei requisiti IFS (Cap.4) e infine Allegati (Cap.5) e per ognuno dei capitoli andremo ad analizzare i principali contenuti.
L’IPM NELLA IFS PEST CONTROL GUIDELINE
Tralasciando l’introduzione della IFS Pest Control Guideline e addentrandosi subito nel Cap. 2: What’s new: Integrated pest management la panoramica dei nuovi elementi evidenzia subito come l’approccio IPM (Integrated Pest Management) sia la base per tutti i professionisti delegati alla gestione degli infestanti. Tale concetto concentra la sua attenzione sulle misure preventive basate sulla manutenzione e sui servizi igienico-sanitari delle strutture al fine di ridurre al minimo l’utilizzo di biocidi. Per ottenere questo risultato, posto che nel settore alimentare la strategia Farm to Fork è al centro del Green Deal, le linee guida IFS hanno aggiunto due nuovi aspetti, la sostenibilità e nuovi strumenti, tra cui la digitalizzazione. Proprio in un’ottica di prevenzione, la digitalizzazione consente, grazie a postazioni di monitoraggio 7/7 e h24, di rilevare eventuali superamenti di soglia in tempo reale
Integrated Pest Management
riducendo l’applicazione di insetticidi e rodenticidi, con conseguente soluzione più rispettosa per l’ambiente. In sintesi, quindi la piramide IPM (figura 1) identifica un approccio dei professionisti che deve partire da buone pratiche culturali e igienico sanitarie, seguite da controlli fisici e meccanici e, successivamente, controlli biologici.
Infine, solo dove è strettamente necessario utilizzare dei biocidi in quanto le misure chimiche, utilizzate per ridurre picchi di infestazione, non rappresentano una cura a lungo termine che può essere ottenuta solo in collaborazione con gli strati inferiori della piramide IPM. Tale assunto ha quindi portato a identificare l’IPM come elemento base della valutazione del rischio dei siti certificati IFS.
Inoltrandosi nell’analisi del documento lo stesso evidenzia come il termine Prevenzione (Cap.2.3 Prevention/ cultural control – a crucial element in IPM) coinvolge, in un’ottica di stretta collaborazione, sia l’Azienda Alimentare che il gestore dei servizi di Pest Control, che sono tenuti a informarsi reciprocamente di eventuali anomalie emerse durante i monitoraggi e fornirne le prove. Naturalmente le misure da adottare si basano sull’analisi dei pericoli, sulla valutazione dei rischi e sul piano di controllo degli infestanti così come enunciato nella DIN EN 16636:2015. Approcciando poi la So-
stenibilità (Cap.2.4 Sustainability – the result of an active IPM) si identifica come l’analisi dei pericoli debba contenere un piano di riduzione dei biocidi, ottenuta ad esempio partendo dalle aree esterne, e che prosegua contestualmente all’avanzamento del programma di IPM del sito, grazie alla attuazione delle misure preventive oltre che ad un efficiente sistema di gestione integrato. Questa metodica è esemplificata da IFS con la possibile gestione del monitoraggio dei roditori. È infatti importante ricordare in prima istanza come vi sia una differenza sostanziale tra il concetto di monitoraggio e il concetto di controllo di una infestazione (Cap.2.5 Rodenticides and IPM) di roditori. Posto che l’utilizzo di esca permanente è possibile solo per prodotti contenenti difenacoum e bromadiolone, in siti ad alto potenziale di reinvasione e quando altri metodi di controllo si sono dimostrati inefficaci, l’utilizzo di esca tossica è utilizzabile per il controllo di una infestazione acuta o in atto e non più ai fini del monitoraggio come avveniva in passato (fatto salvo condizioni Nazionali degli stati UE). Valutato quanto il monitoraggio dei roditori dovrebbe essere eseguito prioritariamente con prodotti non tossici, sicuramente nelle aree interne e anche nelle aree esterne dove il rischio di avvelenamento primario e secondario risulta alto e, ad oggi, si possono utilizzare sistemi alternativi quali prodotti placebo, trappole a cattura, o postazioni dotate di sistemi di allarme rapido digitale. Tra i vari sistemi alternativi IFS, per il monitoraggio, mette l’accento su sistemi digitali (Cap.2.6 Sustainability and digitisation). Tali sistemi sono sempre più presenti on-site e garantiscono una maggiore efficacia e trasparenza nel servizio, oltre ad una precoce identificazione dell’infestazione (figura 2). Queste soluzioni, una volta installate possono ridurre i tempi del servizio, garantendo più attenzione per l’analisi del sito, la gestione delle raccomandazioni, ma soprattutto
S•41 DIMENSIONE PULITO | 02/2023
Figura 1
essere impiegate in quelle aree di difficile accesso (controsoffitti, pavimenti flottanti, passaggio cavi, ecc.). Grazie a questi sistemi, quindi, è possibile lavorare sulla prevenzione e sulla sostenibilità, garantendo una diminuzione progressiva dell’utilizzo di biocidi.
L’APPROCCIO CONSIGLIATO PER L’IMPLEMENTAZIONE TRA I.P.M. E IFS
Nel Cap. 3: Recommanded approach for implementing IPM and IFS Requirements grazie a dei flussi di processo vengono identificati i punti chiave per l’implementazione di un sistema di Integrated Pest Management. Tra i vari punti risulta importante ricordare, in caso di monitoraggio in-house la formazione del personale interno e in caso di esternalizzazione dei servizi la specifica degli stessi nel contratto.
L’INTERPRETAZIONE DEI REQUISITI DELLA IFS FOOD V7
Al Cap. 4: IFS Requirements - Explanation and interpretation vengono
analizzati i requisiti della norma IFS Food V7 relativi al Pest Control, parte fondamentale per una corretta gestione di un sito certificato IFS. Con il Requisito 4.13.1 si identifica come in ogni area debbano essere cercati i punti critici per il possibile ingresso di infestanti e se sono state messe in atto le azioni preventive/culturali. In caso queste azioni non siano state gestite è necessaria una documentazione che identifichi il perché, il come, chi se ne occuperà e il termine fino a quando le misure saranno adottate. Nel Requisito 4.13.2 si stabilisce che un controllo efficace si basa sull’analisi dei pericoli e sulla valutazione del rischio, dando anche un esempio nell’allegato 2 dello stesso documento. Identifica inoltre come l’Azienda debba tenere sempre conto non solo della legislazione UE ma anche della legislazione locale. Al Requisito 4.13.3 si identifica che, anche se i servizi di Pest Control sono esternalizzati, il personale interno deve essere formato in modo che sappia quali organismi nocivi possano essere presenti all’interno dell’azienda per aumentare la comprensione del controllo all’interno dell’azienda. Nel Requisito
4.13.4 si parla della documentazione relativa alle ispezioni di controllo e le azioni risultanti. Specifica, inoltre, che ogni infestazione deve essere documentata e che altresì devono essere documentate le misure di controllo adottate. Naturalmente la registrazione di questi dati ha la funzione di portare ad una analisi delle tendenze con l’obiettivo di prevenire possibili eventi futuri. Con il Requisito 4.13.5 si identifica come le attrezzature per il monitoraggio debbano essere progettate allo scopo, pienamente funzionanti, che evitino qualsiasi rischio di contaminazione e infine che siano in numero sufficiente. Su quest’ultimo punto, il “numero sufficiente” di postazioni dovrà essere stabilito dall’esperto del Pest Control in funzione della tipologia di parassiti monitorati, della struttura dell’edificio e dell’efficacia della postazione, sempre in collaborazione con l’Azienda alimentare. Tra le diverse postazioni, viene fatta menzione, come attrezzatura opzionale, la possibilità di utilizzo di lampade a luce UV per il controllo degli insetti volanti con telecamera e/o algoritmi per il controllo in tempo reale del grado di
IGIENE ALIMENTARE S•42 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 PEST MANAGEMENT
Figura 2
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infestazione. Nel Requisito 4.13.6 che tratta la verifica della merce in arrivo, l’interpretazione mette l’accento sul fatto che le ispezioni che vengono effettuate devono tenere conto non solo degli infestanti ma anche di ulteriori informazioni (tipo reclami, tipologia di materia prima, ecc.) oltre a tutte le misure preventive elencate nel Capitolo
2.3. Nel Requisito 4.13.7 si identifica invece la necessità di monitorare la presenza degli infestanti e lo scopo delle analisi delle tendenze deve servire per prevenire il verificarsi di infestazioni, ridurre la durata delle misure di controllo necessarie per l’eradicazione e mantenere il livello di possibili infestanti a un livello non critico.
Ulteriori requisiti IFS Food V7 per il controllo degli infestanti li possiamo trovare nello smaltimento delle acque reflue che deve avvenire a intervalli temporali più brevi del ciclo di vita dei parassiti specifici, al Requisito 4.9.4.2 dove, per quanto riguarda i controsoffitti dove non è sufficiente valutare una sola volta l’assenza di infestanti, ma l’area deve essere sottoposta a monitoraggio, in quanto un problema
di parassiti potrebbe diventare visibile quando l’infestazione è già in atto. Al Requisito 4.9.5.3 si parla invece di finestre e vetrate, che se progettate per essere aperte ai fini della ventilazione devono essere dotate di schermi per i parassiti, così come le porte e i cancelli esterni, citati nel Requisito 4.9.6.2 che devono essere costruiti per impedire l’ingresso di infestanti. Anche per le zone di carico/scarico (le baie) il controllo degli infestanti riveste particolare importanza, infatti secondo il Requisito 4.15.6 si identifica come le stesse debbano essere costruite in modo da mitigare i rischi di presenza di infestanti, mentre per i Veicoli al Requisito 4.15.1 si identifica come le condizioni all’interno dei veicoli presentino l’assenza di infestanti, e che naturalmente si provveda al controllo e si documenti il tutto.
GLI ALLEGATI
L’ultima parte del documento presenta una serie di allegati alcuni dei quali di notevole interesse per una corretta gestione degli infestanti. L’Allegato n°1: IFS Pest Control Requirements in
other IFS Standars identifica come i requisiti di controllo degli infestanti sono affrontati in modo più completo nella IFS Food ma risultano simili o adattati a seconda degli altri standard IFS (IFS Logistics, IFS Global Markets Food, ecc.).
L’Allegato n°2: Site specific hazard analysis and risck assessment è invece una linea guida che può aiutare i fornitori di servizio e i responsabili qualità delle aziende a predisporre una documentazione adeguata all’analisi del rischio. Tramite parti descrittive e tabelle viene evidenziato: un esempio di risk assesment; una tabella esemplificativa di localizzazione delle diverse postazioni utilizzate, degli intervalli di controllo, del numero di postazioni utilizzate per area, ecc…; un esempio di planimetria con indicazione di pericolo su base colorimetrica (figura 3) e infine due esempi di valutazione del rischio per un’intera area con diversi infestanti. Per quanto riguarda l’Allegato n°3: Network and transmission standards mediante una tabella viene fornita una panoramica dei vari standard IoT, che può fungere da aiuto all’identificazione del miglior sistema da adottare per un cliente IFS. Naturalmente IFS richiede di chiedere specifica per la gestione dei dati personali in ottemperanza del GDPR (EU Reg. 2016/679). Nell’Allegato n°4: Training and qualification requirements, si identificano i requisiti di formazione. Se per la qualifica e formazione dei PCO si fa riferimento alle specifiche nazionali, per il personale interno alle aziende si valuta una formazione adeguata con qualifica adeguata alle attività svolte. La persona interna all’azienda dovrebbe però avere una conoscenza minima dell’infrastruttura del sito, delle aree sensibili all’attività dei paras-
IGIENE ALIMENTARE S•44 DIMENSIONE PULITO | 02/2023 PEST MANAGEMENT
Examples of a location-based plan
Figura 3
siti, dei materiali sensibili, della mappa delle postazioni, delle misure di controllo, delle analisi delle tendenze, delle azioni intraprese e delle tempistiche oltre a conoscere la documentazione, con prova fornita attraverso attestato. L’Allegato n°5: Contract management (pursuant to 4.13.3) identifica le linee guida di come deve essere impostato un contratto in caso di esternalizzazione dei servizi di Pest Control. Secondo IFS il contratto non dovrebbe comprendere solo un elenco preciso di obblighi delle parti contraenti ma anche, ad esempio, norme relative allo scambio di informazioni con lo scopo di stabilire una effettiva cooperazione tra le parti. Nell’Allegato n°6: Service provider assessment sono invece evidenziate le certificazioni per supportare la valutazione del fornitore di
servizi e vengono identificati gli standard attualmente presenti sul mercato e quindi: ISO 9001 (Sistema di gestione della qualità - Requisiti), DIN 10523 (Food hygiene: Controllo dei parassiti nel settore alimentare); DIN EN 16636 (Servizio di gestione degli infestantiRequisiti e competenze); ISO 22000 (Sistemi di gestione della sicurezza alimentare - Requisiti per qualsiasi organizzazione della catena alimentare); ISO 14001 (Gestione ambientale - Strumento di qualificazione per le società di Pest Management). Ultimo allegato è il n°7: Legal and normative requirements for pest monitoring/pest control che identifica come secondo IFS, per il controllo degli infestanti, debbano essere rispettati in linea di principio tutti i requisiti legali presenti nella legislazione UE e le normative nazionali, oltre
a requisiti normativi come la DIN EN 16636 o la DIN 10523.
CONSIDERAZIONI
La IFS Pest Control Guideline è quindi un documento molto importante, non solo per le aziende certificate IFS, ma per tutte le Aziende Alimentari e le Aziende di Pest Control, in quanto inserisce delle linee guida che possono essere applicate ovunque.
È inoltre il primo documento che, in un’ottica di sostenibilità introduce la digitalizzazione nel Pest Control, come metodo pienamente collegato ad una corretta gestione del rischio in un’ottica di IPM per una costante riduzione indiscriminata dell’uso di biocidi, diventando quindi precursore ed apripista per una nuova e aggiornata visione del controllo degli infestanti.
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Monitoraggio e controllo degli infestanti tra innovazione e sostenibilità: il Sistema Spectre
La Divisione Vebi Tech si rivolge alle aziende e ai professionisti della disinfestazione, offrendo un’ampia gamma di prodotti e soluzioni con molteplici tipi di formulazioni e principi attivi per la lotta a roditori e insetti nocivi. Inoltre, l’assortimento si completa con diserbanti, repellenti, disinfettanti, lampade a luce U.V., attrezzature per la sanificazione e soluzioni naturali per la cura del verde.
Ricerca continua, investimenti in innovazione e miglioramento costante: sono gli elementi che contraddistinguono il dipartimento
Ricerca e Sviluppo di Vebi Tech. La Divisione vanta una profonda conoscenza del settore, frutto del lavoro di tecnici esperti, sperimentazione sul campo e in laboratorio, sinergie di idee in collaborazione con professionisti, enti accreditati, clienti, fornitori e Università. Vebi Tech garantisce attività di consulenza, formazione e supporto agli operatori del settore e alle aziende, attraverso corsi pensati ad hoc per soddisfare le esigenze specifiche del cliente. Infatti, l’obiettivo è affiancare i clienti nell’individuazione del problema, analizzandone ogni aspetto per un intervento mirato, radicale ed efficace.
Oggi le moderne aziende di disinfestazione scelgono sistemi di monitoraggio e di controllo degli infestanti innovativi, sostenibili, non
cruenti.
Dalla collaborazione tra Vebi Tech, azienda con più di 75 anni di esperienza e Byron, leader nei servizi integrati per il pest control, nasce Spectre, tra i primi sistemi di monitoraggio e cattura degli infestanti da remoto.
Il dispositivo è stato studiato appositamente per soddisfare le esigenze delle aziende di disinfestazione per garantire riduzione dei costi di intervento, risparmio di tempo nella gestione del cliente e aumento dell’efficienza
Grazie a Spectre le stazioni di avvelenamento diventano “intelligenti”: attraverso un monitoraggio costante e una comunicazione istantanea, il Sistema aiuta a prevenire le infestazioni, garantendo un sistema non cruento e a basso impatto ambientale.
Il Sistema Spectre è composto da una rete di sensori ad alta tecnologia che vengono aggiunti alle stazioni di avvelenamento posizionate strategicamente nell’area di controllo.
Il sensore installato rileva il passaggio o la cattura del
roditore, la centralina con raggio molto esteso trasmette l’informazione al server, il quale, a sua volta, invia una notifica in tempo reale tramite SMS al cellulare, tramite e-mail al computer oppure tramite APP sia per il sistema operativo iOS sia per Android. Ciò consente all’operatore di concentrare l’attività di controllo nei punti esca in cui è stata rilevata un’attività, evitando di dover monitorare in continuazione tutta l’area.
Spectre può essere associato a un numero illimitato di sensori, siano essi di monitoraggio o di cattura, e a un software gestionale che consente di gestire l’anagrafica del cliente e l’anagrafica dei cantieri.
Questo innovativo Sistema opera attraverso il protocollo di trasmissione LoRa (long range), il quale garantisce una facilità di installazione e una copertura molto estesa del segnale. Questa tecnologia rispetta le norme CE in materia di occupazione banda, evitando quindi congestioni e interferenze con altri dispositivi che trasmettono nella stessa frequenza.
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