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Una nuova scenografia urbana nel cuore di Città Studi

Una nuova scenografia urbana

nel cuore di Città Studi

Il polo informatico dell’Università degli Studi di Milano ha ridisegnato un intero isolato del quartiere. Protagonista è l’acciaio, con le lamiere stirate dipinte di bianco che rivestono gli edifici e gli spazi di aggregazione

Arch. FLAVIO BRUNA

Negli ultimi anni i principali atenei milanesi sono stati interessati da diverse opere di rinnovamento e ampliamento, in una positiva competizione verso il miglioramento dell’offerta formativa e dei servizi per gli studenti, i docenti e il personale tecnico. I nuovi spazi destinati alle discipline tecnologiche dell’Università degli Studi nascono da un masterplan che voleva aprire alla città un isolato rimasto chiuso su se stesso per anni. Il risultato è una nuova piazza – che parte da via Celoria, cuore dello storico quartiere “Città Studi” – definita da grandi quinte metalliche, che tagliano e definiscono gli spazi aperti alternandoli ai volumi costruiti su un’ampia superficie totale.

SPAZIOSITÀ E ACCOGLIENZA

L’opera si colloca all’interno di un “macro-isolato” formatosi dalla fusione di tre isolati previsti dal Piano Albertini del 1934. Le ragioni dell’intervento derivano dalla necessità di riorganizzazione spaziale e funzionale dei corpi di fabbrica, che hanno subito nel tempo processi di modificazione tipologico-funzionale, non più in grado di soddisfare le nuove esigenze dell’Università e di ottemperare alle norme di legge. L’aspetto più evidente dell’area riguarda la natura del luogo: una fusione di stratificazioni di addizioni e superfetazioni, che hanno trasformato l’area stessa in un denso “campus” universitario. L’opera è stata realizzata all’interno dell’area ricavata dalla demolizione di tre edifici, privi di interesse storico-architettonico, destinati rispettivamente ad attività scientifico-didattiche, attività amministrative e attività del Dipartimento di Fisica; ha interessato una superficie di circa 1700 m2 , con diversi volumi fuori terra e interrati, che accolgono le nuove funzioni richieste. Tali volumi hanno una forte relazione con gli spazi esterni e urbani, sia per quanto riguarda le funzioni insediate, sia per le relazioni architettoniche, rendendo dunque protagonista un paesaggio che funge da sipario per le attività che si svolgono nell’opera stessa. Rispetto alla configurazione precedente, chi passeggia per le vie del quartiere percepisce ora “dal basso” un maggiore senso di spaziosità e accoglienza. L’effetto scenico è ottenuto soprattutto grazie ai rive-

stimenti in lamiere stirate d’acciaio dipinte di

bianco. Le lamiere sono innestate su profili tubolari a sezione quadrata e rettangolare di differenti dimensioni e rivestono sia gli edifici che gli spazi di aggregazione, fungendo da filtro alla luce solare e creando ombreggiature dalle forme particolari. Il dise- FIGURA 1. La vista sulla piazza dall’edificio

gno architettonico è volutamente simbolico ed evocativo, ricercando un dialogo sia con gli insediamenti preesistenti, sia con le aree circostanti configurate a verde e prospicienti le vie di Città Studi. Ai due lati della piazza-cuneo centrale (Figura 1) si collocano i corpi segreteria studenti e biblioteca interdipartimentale, dotata anche di sale di consultazione e archivio per studenti e ricercatori. L’intervento si completa con opere d’arredo urbano che impreziosiscono la vista da via Celoria: pur rappresentando una rottura rispetto alla tipica corte chiusa, non spezza i legami con il quartiere ponendosi come monumento indipendente ma dialoga con il passato invitandolo alla modernità.

GLI OBIETTIVI DELL’INTERVENTO

Le finalità del progetto sono state principalmente due: ammodernamento e adeguamento funzionale del patrimonio immobiliare del campus; realizzazione di nuovi spazi per le attuali esigenze didattico-scientifiche dell’Università. Per raggiungere tali obiettivi, si è proceduto per fasi: ■ demolizione dei tre edifici obsoleti sia sul piano funzionale che strutturale e privi di testimonianza storica, per liberare le superfici necessarie; ■ realizzazione di un nuovo edificio articolato in tre blocchi rispondente sia alle specifiche funzioni, che agli aspetti di efficienza tecnologica ed energetica.

Il risultato di tale operazione progettuale ha portato a una prima razionalizzazione sul piano funzionale e spaziale dell’area, centralizzando in un’unica sede diverse strutture universitarie sparse nel comparto universitario e fuori dallo stesso. In particolare, il nuovo polo ha previsto: ■ una sede didattico-scientifica definitiva per gli insegnamenti e i Corsi di Laurea di Informatica, all’interno di un comprensorio di proprietà universitaria, dismettendo l’attuale sede di Via Comelico, non più adeguata alle nuove esigenze; ■ una grande “Biblioteca d’Area” che accorpa le

Biblioteche d’Aree di Biologia, Chimica, Fisica e

Informatica: discipline i cui insegnamenti e Dipartimenti trovano sede all’interno del campus in questione. Ciò ha permesso di liberare spazi, per lo più inadeguati alle esigenze delle rispettive Biblioteche d’Area, presso gli edifici del “Campus”, permettendo la riconversione degli spazi per altre attività didattico-scientifiche; ■ una nuova sede della Divisione Segreteria Studenti di “Città Studi”. FIGURA 2. La copertura metallica del tetto

IN CANTIERE. La realizzazione del tetto in profili d’acciaio a doppio “T” zincati a caldo e giuntati mediante bulloni

INTERNI. Il grande lucernario Quest’ultima iniziativa strategica creerà le condizioni per demolire l’attuale edificio di via Celoria n.22 liberando una grande area, in fregio a via Celoria, in cui poter realizzare, in una seconda fase, un nuovo edificio da destinare a parte degli insegnamenti di Chimica, cui potrà seguire ancora la ristrutturazione funzionale e tecnologica, per lotti, dell’attuale sede dei Dipartimenti di Chimica (non più idonea e rispondente alle normative di sicurezza vigenti) dove troveranno sede definitiva parte degli stessi Dipartimenti.

IL RISULTATO

Il nuovo complesso edilizio si configura in volumi indipendenti funzionalmente ma integrati e collegati tra loro con una superficie complessiva pari a circa 15.750 m2 , pensati e articolati nei seguenti spazi:

Edificio alto a Sud – Sede Dipartimenti di Informatica

a. Una piastra-basamento composta da due piani fuori terra (rialzato e primo) che accolgono attività didattiche, aule e laboratori per lezione di base e per lezioni di informatica, sale studio; Centro di Calcolo del Dipartimento di Fisica; b. al di sopra della piastra un corpo di 7 piani (dal 2° all’8°) da destinarsi a laboratori e aule didattiche di informatica per attività specialistiche di limitata capienza, nonché studi, laboratori di ricerca e servizi gestionali e amministrativi per studenti e personale universitario dei Dipartimenti di Informatica; lucernari posti in sommità irradiano il volume che risulta caldo, luminoso e accogliente.

Di particolare rilievo la copertura a “tappeto volante” che ospita gli spazi tecnici e all’estradosso pannelli fotovoltaici;

c. corpo interrato da adibirsi al primo livello (seminterrato) a depositi e archivi per le Biblioteche d’Area, Segreterie Studenti e per magazzino dei Dipartimenti, mentre al livello sottostante interrato è prevista la realizzazione di un parcheggio interrato e centrali tecnologiche. Parte del tetto piano del corpo interrato, nonché della parte di piastra-basamento, costituisce (il corpo Ovest) un nuovo suolo artificiale con spazi aperti a Nord (living studenti, terrazze e giardini), che si affacciano verso il giardino del comparto, valorizzando il carattere di spazio pubblico tra i due corpi di fabbricato.

Edificio basso a Nord – Centro Servizi Studenti

In questo corpo di fabbricato gli spazi sono stati progettati per le seguenti funzioni: a. Piani fuori terra: la Segreteria Studenti di “Città Studi” (dotata di idoneo salone sportelli per il ricevimento al pubblico; la “grande Biblioteca” che raggruppa le

Biblioteche d’Area di Biologia, Chimica, Fisica ed Informatica; b. Piano seminterrato: deposito libri della Biblioteca con accesso diretto del pubblico anche per consultazione.

PANNELLI FOTOVOLTAICI SUL TETTO

Il grande tetto produce energia rinnovabile per il Dipartimento ed è realizzato in acciaio in profili a doppio “T” zincati a caldo e giuntati mediante bulloni (Figura 2). Pannelli sandwich alternati ad elementi vetrati rivestono la superficie della copertura. La carpenteria metallica è impiegata anche nelle parti a sbalzo dove termina il tappeto di moduli fotovoltaici: colonne in tubolari sono il basamento, sulla cui sommità si innestano 4 serie di profili a U a sostegno di travi principali e secondarie in IPE che formano il reticolo portante.

LA SCELTA DEI MATERIALI

Fin dalle prime idee di progetto, si è scelto di lavorare sulla materia per restituire un edificio che si integrasse e valorizzasse un paesaggio urbano fortemente connotato. Blocchi monolitici rivestiti in pietra high-tech, segnati e scanditi da aperture variabili, sono ordinati da grandi quinte di metallo. La facciata dell’edificio che ospita il Dipartimento di Informatica è interamente rivestita con piastrelle ceramiche in grès porcellanato, posate con sistema di facciata micro-ventilata montata su struttura metallica. L’ambiente risultante è un frammento di città impreziosito e reso ameno da un arredo urbano nel verde per il passeggio, l’attesa, l’incontro, la lettura; i corpi di fabbrica creano una pianta “frantumata” e penetrabile, una “rottura” del fronte costruito con la formazione di una grande ansa di ingresso su via Celoria, importante snodo di relazioni.

Si ringrazia Fondazione Promozione Acciaio

SCHEDA PROGETTO

COMMITTENTE Università degli Studi di Milano PROGETTO MASTERPLAN, ARCHITETTONICO E AREE ESTERNE Isolarchitetti (Aimaro Isola, Saverio Isola, Flavio Bruna, Michele Battaggia, Andrea Bondonio, Stefano Peyretti) PROGETTO STRUTTURALE F. Ossola PROGETTO ESECUTIVO Consorzio Integra, Sicrea Group, Mate Engineering PROGETTO IMPIANTISTICO Consorzio Mythos S.c.ar.l. IMPRESA Consorzio Integra; Sicrea Group OPERE EDILI, STRUTTURE METALLICHE SOTTOSERVIZI Icis IMMAGINI Archivio Isolarchitetti (cantiere); Bruno Cattani (foto del finito)

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