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Quando la storia incontra il futuro
Due edifici vincolati nel centro di Bergamo Alta rinascono grazie a un progetto di recupero architettonico capace di coniugare il rispetto per la storia ai più alti standard di efficienza energetica
a cura della REDAZIONE
Il recupero architettonico di immobili storici e di pregio non è in contraddizione con il rispetto dei più elevati standard di efficienza energetica e di impatto ambientale: lo dimostra pienamente il progetto “Le Dimore di Via Arena”, promosso da Immobiliare Percassi e curato dagli architetti Maurizio Zambelli e Barbara Radici. Grazie a un delicato intervento di ristrutturazione, realizzato da Impresa Percassi, iniziato nel 2016 e presentato ufficialmente alla fine del 2020, due edifici storici di Bergamo Alta sono stati completamente recuperati e restaurati, raggiungendo i requisiti richiesti per la certificazione LEED, con la realizzazione di 17 unità abitative e 22 posti auto per un totale di circa 3 mila metri quadrati di superficie.
IL PUNTO DI PARTENZA
Siamo in via Arena 2, nella prestigiosa zona a traffico limitato della Città Alta di Bergamo. Qui si trovano i due immobili vincolati oggetto dell’intervento. Si tratta di due corpi di fabbrica adiacenti e connessi, appartenenti alla cortina edilizia di via Arena, che culmina nella parte alta con il Monastero di S. Grata. Parte del corpo risale al Duecento, da cui poi si sono eretti volumi e strutture di epoche successive che ne hanno alterato la struttura muraria e l’aspetto di facciata, dove spicca l’impianto decorativo risalente agli anni tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. Il lavoro progettuale, oltre che di recupero e restauro conservativo, ha voluto valorizzare i cortili interni, facendo risaltare gli elementi antichi riportati a nuova vita: le scale in pietra, impreziosite dai corpi illuminanti di Viabizzuno, i soffitti affrescati, gli elementi strutturali lignei recuperati, le imponenti travi di rovere, il decoro e il dettaglio dei cassettoni in legno decorati, gli archi in pietra, i travetti e i colonnati.
L’INTERVENTO
Il progetto architettonico ha rivisitato la distribuzione interna degli appartamenti con tagli variabili dai 56 metri quadrati per la dimora più piccola fino a 382 m2 per quella più grande. L’approccio progettuale nella fase esecutiva è stato inoltre quello di recuperare, dove possibile, sia nelle parti esterne sia in quelle interne, gli elementi architettonici di pregio esistenti, attraverso il consolidamento e il restauro, ma anche proponendo nuove soluzioni, nel rispetto del linguaggio tradizionale della storia del manufatto. Questo è stato possibile grazie a uno studio dei materiali già presenti – pietra, ferro e legno – riutilizzati in chiave moderna nella scelta delle finiture. La stesso vale per gli elementi tipologici dell’architettura: cornici, imbotti, architravi, parapetti, corrimano, serramenti e portoni di accesso. “Pietra su pietra, è stato un lavoro da scoprire giorno dopo giorno date le continue scoperte e il continuo problem-solving che mettevamo in atto”, racconta l’architetto e progettista Maurizio Zambelli. “Ogni elemento è studiato profondamente: dalle griglie alle gronde fino alle cerniere degli scuri, ovviamente dal colore della facciata a tutti gli elementi di restauro che appartengono in maniera intrinseca all’edificio”. I restauri sono stati curati dalla Gasparoli, dinastia di restauratori di Gallarate, che con Impresa Percassi ha già collaborato al restauro della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano.
STRUTTURA E INVOLUCRO
Le fondazioni dei due edifici sono realizzate in muratura, come da metodiche costruttive di epoca medievale. Per le aree di intervento per autorimesse poste al piano interrato sono state realizzate sottomurazioni in c.a. e opere limitate di fondazione in c.a. per consolidamento. Il restauro non ha alterato sostanzialmente le strutture portanti verticali – generalmente realizzate in muratura di pietra o mattoni – ma è stato previsto il consolidamento di alcune murature con intonaco fibrorinforzato di legatura della tessitura muraria. I solai orizzontali sono stati consolidati con getti integrativi in calcestruzzo, resi solidali alle strutture esistenti – realizzate con orditura lignea e soprastante assito – mediante connettori, mentre
localmente sono state applicate carpenterie metalliche di supporto. Per quanto riguarda la copertura lignea, sono state mantenute le orditure in buone condizioni, mentre è stato rifatto l’assito, dove non conforme, con isolamento termico-acustico e manto in coppi di recupero agganciati. Dove prevista, la nuova lattoneria è stata realizzata in rame a sagoma tradizionale, mentre i camini sono stati realizzati in muratura di mattoni di recupero. Per la coibentazione dei fabbricati e il contenimento dei consumi energetici è stata realizzata una controparete in cartongesso con pannello isolante. Finestre e porte finestre sono state realizzate in legno di abete lamellare certificato, con sezione telaio 69 mm, sezione anta 68 mm e vetro termoisolante basso-emissivo.
LA CERTIFICAZIONE LEED
“Le Dimore di Via Arena” sono uno dei pochi casi a livello internazionale che concorre all’ottenimento della certificazione LEED su un immobile storico e vincolato: la sfida è stata quella di integrare soluzioni tecnologiche innovative in un contesto antico e strutturalmente diverso dalle moderne abitazioni, nel rispetto dei limiti imposti dai vincoli di tutela. Il lavoro, concordato insieme al team di certificazione, ha garantito un sistema di impianto domotico con gestione in remoto, un sistema termico integrato in grado di gestire i sistemi di climatizzazione con riscaldamento e raffrescamento a pavimento, un impianto di ventilazione meccanica controllata, il controllo dei consumi idrici e elettrici, fino alla realizzazione di sistema di isolamento termico e acustico delle unità immobiliari, per rispettare i parametri stringenti della LEED 2009 (vedi Tabella 1). “Abbiamo sfruttato la tecnologia a disposizione per rendere le abitazioni innovative, domotiche e sostenibili, attraverso una progettazione di impianti avanzati non visibili all’occhio, affinché ogni dimora fosse avanzata tecnologicamente ma senza alcun impatto estetico”, racconta l’architetto e progettista Barbara Radici.
TABELLA 1 – Il risparmio energetico
Situazione edificio
EPgl,tot (kWh/m2)
Precedente
516,14
Attuale
127,16
SOLUZIONI IMPIANTISTICHE
Per il riscaldamento e il raffrescamento degli appartamenti si è optato per un sistema di pannelli radianti a pavimento a basso spessore di tipo RDZ, modello QUOTA ZERO AD. Il sistema a pavimento è abbinato a un impianto di ventilazione meccanica con recupero di calore ad alta efficienza e deumidificatore per la stagione estiva a integrazione con batteria calda per la stagione invernale, di tipo SiNERGIA modello HRD. Cuore dell’impianto di riscaldamento è una centrale termica a gas metano con caldaie di condensazione posta a piano terra, che si occupa anche della produzione di acqua calda sanitaria. Il sistema di contabilizzazione consente la ripartizione delle spese per il riscaldamento tra le singole unità immobiliari.
SCHEDA PROGETTO
PROGETTO E DL RGR Architetti – Bergamo, Studio Zambelli - Bergamo PROGETTO TERMOTECNICO Studio Bellini e Associati - Bergamo IMPRESA EDILE Impresa Percassi S.p.A. - Bergamo SERRAMENTI E RIVESTIMENTI INTERNI Oggetto Casa S.r.l. – Parre (BG); Zanotti S.n.c. Bergamo BI.CI S.r.l. – Osio Sopra (BG) PAVIMENTAZIONE Trapattoni Marmi S.r.l. – Dalmine (BG)