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GENNAIO/FEBBRAIO 2022
Organo ufficiale di:
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16 4 EDITORIALE 6 NOVITÀ PRODOTTI 10 TECH EVENTI a cura di Urbanpromo
ENERGYMATCHING 16 TECNOLOGIE ATTIVE A SERVIZIO DELL’EDIFICIO di Martino Gubert
MADE EXPO 2021 22 SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE TECNOLOGICA GUIDANO L’EDILIZIA di Silvia Martellosio
SPECIALE LEGNO 27 EDIFICI IN LEGNO: CARATTERISTICHE, VANTAGGI E CERTIFICAZIONI di Patrizia Ricci
46 LA NATURA CHE AVVOLGE di Vanessa Martina
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ISSN: 2038-0895
Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE
54 RIQUALIFICAZIONE E RISANAMENTO DI UN EDIFICIO ANNI ’50: SERRAMENTI E PAVIMENTAZIONE di Davide Gigli
N. 95 I Anno XVII I GENNAIO/FEBBRAIO 2022 I Bimestrale
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WORK IN PROGRESS
EDIFICI IN LEGNO Caratteristiche, vantaggi e certificazioni
APPUNTI TECNICI
MADE EXPO 2021 Sostenibilità e innovazione tecnologica guidano l’edilizia
DENTRO L’OBIETTIVO La natura che avvolge
ENERGYMATCHING Tecnologie attive a servizio dell’edificio
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58 IL FUTURO È QUI
CRITICITÀ A CONFRONTO Isolamento termico dell’involucro e prevenzione incendi
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di Domenico Adelizzi
PROCESSI VIRTUOSI
64 ISOLAMENTO TERMICO DELL’INVOLUCRO E PREVENZIONE INCENDI: CRITICITÀ A CONFRONTO
76 IL NEORINASCIMENTO DELLA CURA DEL VERDE ITALIANO PARTE DA LODI
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Stampa Aziende Grafiche Printing Srl – Peschiera Borromeo (MI) Casa&Clima è stampata su carta certificata Chlorine Free Iscrizione al Tribunale di Milano N.170 del 7 marzo 2006. Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010 Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191
a cura della redazione
72 TERMINI DICHIARAZIONE DEI REDDITI 2021 PER ANNO 2020 ED EVENTUALI RAVVEDIMENTI
Hanno collaborato a questo numero Domenico Adelizzi, Assocaaf, Fondazione Promozione Acciaio, Davide Gigli, Martino Gubert, Vanessa Martina, Patrizia Ricci, Urbanpromo
Servizio abbonamenti Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano - Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190 e-mail: abbonamenti@quine.it Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile. Costo copia singola: euro 2,30
di Patrizia Ricci
40 UNA RIQUALIFICAZIONE OLISTICA PER IL NUOVO HEADQUARTER VOLKSWAGEN
Redazione Silvia Martellosio silvia.martellosio@quine.it
Traffico Elena Genitoni | e.genitoni@lswr.it |Tel. 02 89293962
INVOLUCRO
CONSULENZA FISCALE
Direttore responsabile Marco Zani
Grafica e Impaginazione LIFE sh.p.k.
Organo ufficiale
DENTRO L’OBIETTIVO
a cura di Fondazione Promozione Acciaio
IN COPERTINA
Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
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Comitato scientifico Dario Amici (Assoroccia) Antonio Arienti (Aif) Alfio Bonaventura (Aifil) Cesare Boffa (Fire) Sandro Bani (Anfus) Sergio Fabio Brivio (Finco) Fabio Brondolin (Assofrigoristi) Francesco Burrelli (Anaci) Paolo Cannavò (Fecc) Davide Castagnoli (Anacs) Innocenzo Cipolletta (Aifi) Italo Cipolloni (Anisig) Pier Luigi D’Ambrosio (Aiz) Daniela Dal Col (Anna)
Caterina Epis (Fondazione Promozione Acciaio) Emilio Fadda (Ansag) Guido Faré (Unicmi) Nicola Antonio Fornarelli (Acmi) Roberto Frassine (Assocompositi) Fabio Gasparini (Assites) Gabriella Gherardi (Aises) Hans Paul Griesser (Ancca) Iginio Lentini (Union) Giuseppe Lupi (Aipaa) Antonio Maisto (Assoverde) Luca Marzola (Zenital) Laura Michelini (Anfit) Aurelio Misiti (Cnim) Fabio Montagnoli (Pile) Francesco Morabito (Assografene) Daria Pasini (Archeoimprese) Paolo Pastorello (Restauratori Senza Frontiere) Marco Patruno (Fisa) Massimo Poggio (Fias) Giuseppe Riello (Afidamp) Walter Righini (Fiper) Kristian Schneider (Ari) Angelo Sticchi Damiani (Aci) Daniele Succio (Anipa) Paolo Taglioli (Assoidroelettrica) Eleonora Testani (Ancsa) Bruno Ulivi (Ait)
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EDITORIALE
È un errore criminalizzare il sistema dei tirocini nel suo complesso
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Per aziende e studenti gli stage sono un’opportunità fondamentale. Invece che metterli in discussione per il comportamento di alcuni, vanno in primis risolte le gravi inefficienze della Pubblica Amministrazione nell’incrocio domanda/offerta
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tirocini crescono di oltre il 200%. Uno su due diventano un impiego”. Così titolava un quotidiano a inizio dicembre. Ora – a fronte di questo dato – si può vedere il bicchiere mezzo pieno oppure quello mezzo vuoto. Le imprese possono anche stigmatizzare quello mezzo vuoto, considerato che la restante metà (quella piena) lo è per loro esclusivo merito, perché così funziona in un’economia di mercato (con buona pace di alcuni). Lo possono fare considerato l’incredibile malfunzionamento del collocamento pubblico, che incrocia domanda e offerta, da anni, in percentuali risibili e offensive per la spesa che a tal fine deve sostenere il contribuente. Lo possono fare anche perché sono loro ad assumersi l’onere finanziario, e talvolta legale e sindacale, di creare un rapporto di lavoro. Lo possono fare perché oggi in Italia la gestione di una busta paga, della sicurezza e di quant’altro connesso a tale assunzione, richiede quasi altrettante persone di quelle per cui vengono richieste queste incombenze. Poi, certo, ci sono alcune imprese che ne approfittano; alcuni datori di lavoro che utilizzano in maniera impropria tali risorse umane. Ma
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chiediamoci: siccome ci sono alcuni malviventi chiudiamo le banche? Quello che resta per certo è la metà che ha visto trasformare il proprio stage in un rapporto di lavoro – nella stragrande maggioranza dei casi proprio nella stessa azienda – e che non avrebbe avuto in alternativa un’assunzione immediata. La possibilità per l’azienda di conoscere il candidato prima dell’assunzione è, infatti, decisiva. Senza contare gli aspetti formativi e informativi di base e la conferma di un reciproco gradimento. Quello che non è accettabile è che l’amministrazione pubblica, carente sotto ogni punto di vista nell’incrocio tra domanda e offerta, si impegni molto di più a puntare dita accusatorie che a risolvere problemi, e che limiti la possibilità dei tirocini extracurricolari ai soli soggetti aventi problemi di inclusione sociale (cioè?) è una demagogica e assurda misura. Lo stesso Stato ha sprecato una notevole quantità di denaro per delle figure come i “navigators” che hanno dato lavoro solo a se stessi; e poco importa se la proposta è venuta da un Governo precedente: i contribuenti non sono tenuti a seguire le peripezie dell’Esecutivo nelle successive edizioni.
Invece che criminalizzare nel suo complesso il meccanismo dei tirocini per una minoranza che ne abusa, il Ministro farebbe bene a concentrarsi sulla propria “trave” e non sulla pagliuzza altrui. E nel settore delle politiche “attive” del lavoro, di travi ce ne sono davvero molte. Riporto – per esigenze di spazio – un solo esempio, ferme le premesse di cui sopra, che riguarda proprio i giovani e una Regione governata da quello che fino a poco tempo fa era il Segretario del partito a cui appartiene anche l’attuale Ministro del Lavoro: il programma “Garanzia Giovani” nel Lazio (ma anche altrove), nel cui ambito si segnalano persistenti e rilevanti ritardi nel versamento agli stagisti (tirocinanti) dell’indennità a carico della Regione per il tramite INPS. Ciò avviene nonostante la bimestralizzazione dei pagamenti a beneficio della diminuzione degli adempimenti amministrativi da parte regionale e dell’INPS (non certo a beneficio dei percettori). Quanto in premessa induce molti giovani a considerare
negativamente un’iniziativa altrimenti ritenuta efficace. Pagine su pagine di FAQ circa gli obblighi dei contribuenti (che siano studenti, agenzie o imprese) e nulla circa quelli della Pubblica Amministrazione (sia Regione che INPS), con il beneplacito del Ministero del Lavoro, a quanto pare. Abbiamo raccomandato come Federazione che si voglia vigilare affinché tali continui, ingiustificabili e cronici ritardi nell’esecuzione di quella che è una legge dello Stato, abbiano termine. In tutta risposta, la Regione Lazio non ha reso più efficienti tali pratiche e accelerato i pagamenti, ma ha spostato l’onere dell’anticipo di quanto dovuto dalla Regione stessa alle aziende. Tale ritardo non fa altro che peggiorare la situazione di coloro che il Ministro Orlando riterrebbe di difendere, cioè i meno abbienti, le cui famiglie spesso, e a maggior ragione in questa congiuntura, hanno difficoltà a sostenere la residenza fuori sede dello studente. E questo è quanto. Sperando che le Regioni non legiferino a patchwork.
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Il kit K4.0 di TECO con la doppia intercettazione permette la distribuzione di acqua calda e fredda con standard tecnici ed estetici elevati. Fornito premontato in una cassetta di soli 80 mm di profondità, il kit può essere installato in qualunque tipologia di parete, permettendone così la collocazione nella posizione migliore per la realizzazione dell’impianto. La cassetta premontata permette, inoltre, una pronta installazione di K4.0, grazie alle apposite staffe per regolare la profondità di montaggio e rendere il fissaggio veloce e preciso. Il kit di intercettazione K4.0 è disponibile anche nella versione con connessione Fastec®, compatibile con i maggiori sistemi idrosanitari multistrato o PEX, che permette di realizzare un collegamento idraulico preciso e sicuro tra raccordo e valvole con un semplice click sul perno di bloccaggio, senza l’utilizzo di attrezzi. Il kit è composto da due valvole a sfera a passaggio totale che consentono un flusso d’acqua adeguato, come indicato dalla norma EN 806-2. La sfera garantisce, inoltre, la fuoriuscita e il risciacquo dell’acqua nella valvola, impedendo la formazione di depositi e il ristagno d’acqua, possibili fonti di proliferazione di batteri come quello della legionella. Il sistema TOP-ENTRY, infine, permette una pratica estrazione del gruppo di intercettazione in caso di manutenzione e sostituzione. Il design elegante delle placche di copertura, disponibili in quattro diverse finiture, permette a K4.0 di armonizzarsi perfettamente in ogni ambiente.
www.tecosrl.it
VMC a scomparsa nel cappotto esterno Helty Flow Manhattan è un sistema di VMC che permette di mimetizzare l’unità di trattamento dell’aria nello strato di isolamento del cappotto, eliminando l’impatto sulla facciata dell’edificio senza intaccarne l’isolamento termico. La posa, realizzabile completamente dall’esterno su qualsiasi tipo di cappotto, può avvenire su entrambi i lati del foro finestra. Richiede un singolo carotaggio da 160 mm di diametro per il passaggio del condotto, realizzato in materiale fonoisolante e con un setto che separa i due flussi d’aria in mandata e ripresa. Il profilo architettonico dell’immobile è salvaguardato grazie a griglie di aerazione gestite in luce nella mazzetta del foro finestra. Anche l’ingombro interno viene pressoché azzerato con un diffusore a muro per l’immissione ed estrazione dell’aria. La predisposizione dell’impianto durante i lavori di coibentazione ottimizza i tempi di cantiere ed evita lavori invasivi all’interno dell’edificio. Flow Manhattan ha una portata d’aria fino a 70 m3 ed è dotato di un filtro F7 che depura l’aria dagli inquinanti. Umidità e CO2 in eccesso, così come i VOC, vengono diluiti grazie alla ventilazione continua e bilanciata “stanza su stanza”. La pressione sonora alla prima velocità è pari a 16,5 dB(A) mentre la protezione dai rumori esterni è assicurata da un abbattimento acustico di facciata certificato pari a 51 dB. Oltre che nel modello standard, la nuova soluzione Helty è disponibile in versioni Plus e Elite, che integrano sensori per il controllo della qualità dell’aria (igrometrico, CO2 e VOC) permettendo una gestione smart ed efficiente della ventilazione.
www.heltyair.com 6
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Nuova gamma di chiller e pompe di calore a basso impatto ambientale La gamma WLE di Galletti, che copre un range di potenza da 40 a 750 kW e può essere indifferentemente installata all’interno o all’esterno (con opzione quadro elettrico IP54), si caratterizza per gli elevati livelli di efficienza stagionale e i ridotti ingombri; inoltre, i modelli sono progettati per facilitare l’accesso ai vani tecnici (fino a 500kW profondità e altezza inferiori rispettivamente a 88 e 190 cm). Per aumentare l’efficienza ai carichi parziali, i modelli WLE di Galletti dispongono di soluzioni “tandem” o “trio” (2 o 3 compressori su un unico circuito) nelle versioni mono e doppio circuito, equipaggiate con scambiatori a piastre compatti di nuova generazione e valvola d’espansione elettronica (di serie). L’elevata configurabilità della serie è garantita da 2 diverse versioni costruttive (con e senza pannellatura di chiusura) e 3 differenti allestimenti acustici (standard, silenziato e super silenziato) in grado di assicurare una riduzione del livello di potenza sonora fino a 12 dB(A). L’ampiezza delle configurazioni disponibili si completa con la possibilità di produrre gratuitamente acqua calda fino a 60°C grazie al recupero parziale di calore e dalla presenza di un microprocessore che, oltre a regolare il funzionamento dell’unità, consente di controllare 2 pompe lato utenza e 2 pompe lato sorgente, di collegare in cascata fino a 6 unità e di gestire la reversibilità sia lato gas che lato acqua. Le unità sono equipaggiate di serie con sensori di rilevamento fughe sia all’interno del quadro elettrico, sia in prossimità del circuito frigorifero. In caso di fughe del refrigerante, il microprocessore è programmato per deviare l’alimentazione della centralina di raccolta delle informazioni dei sensori di fuga su una linea di emergenza in bassa tensione. Questa funzionalità permette il completo sezionamento dell’alimentazione della macchina durante le fasi di manutenzione lasciando abilitati tutti i sistemi di sicurezza.
www.galletti.com
Unità canalizzate flessibili per sistemi VRF Le nuove unità canalizzate flessibili F3 per sistemi VRF di Panasonic Heating & Cooling Solutions si distinguono per il design ricercato e la facilità di installazione: disponibile in 12 capacità da 1,5 kW a 16 kW, la gamma presenta una nuova opzione di montaggio in verticale e la possibilità di selezionare tra la ripresa d’aria posteriore o inferiore, consentendo un facile posizionamento all’esterno della stanza anche nel caso di un soffitto piccolo che limita lo spazio per le condutture. Le unità includono una pompa di scarico integrata più potente e ad alto sollevamento che consente di posizionare le tubazioni di scarico fino a 701 mm dalla base dell’unità. Nonostante l’altezza e il peso ridotti (250 mm e 26-42 kg), la progettazione e la struttura dei condotti garantiscono una Pressione Statica Esterna fino a 150 Pa (10-150 Pa), assicurando l’impostazione ottimale del flusso d’aria. I due sensori di perdite di refrigerante R32 integrati assicurano una maggiore sicurezza in caso di applicazione con le nuove unità Mini VRF con refrigerante R32. Il design assicura un flusso d’aria regolare e bassa rumorosità fino a 20 dBA. L’intera serie è dotata della tecnologia nanoe™X integrata ed è compatibile con tutta la linea di comandi VRF, incluso il nuovo comando CONEX con Bluetooth integrato e app.
www.aircon.panasonic.eu
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NOVITÀ PRODOTTI
Gestione completa e intelligente dell’impianto Olimpia Splendid presenta SiOS, un building management system che garantisce una gestione totale e integrata dell’impianto di casa. Attraverso scenari configurabili in base a diversi ambienti, fasce orarie e giorni della settimana, SiOS permette di controllare le funzioni di raffreddamento, riscaldamento, produzione di acqua calda sanitaria e trattamento dell’aria. Personalizzabile in base alle caratteristiche dell’impianto, si installa facilmente collegando l’unità di controllo centrale a un access point oppure a un router internet, e avviando una prima configurazione guidata. L’accesso alla piattaforma web può avvenire sia in locale che da remoto, attraverso il browser internet installato su PC, smartphone e tablet connessi alla rete wi-fi di casa oppure 3G/4G del proprio operatore. Per una gestione semplificata da remoto è disponibile anche l’omonima app mobile, che ne riassume le funzioni
principali. SiOS è un sistema domotico completo: consente il controllo in contemporanea di diversi componenti (pompa di calore, ventilconvettori, ventilradiatori, pavimento radiante, termoarredi e VMC), anche di diversi produttori (previa verifica della compatibilità).
www.olimpiasplendid.it
Termostato connesso e valvole intelligenti
App per il monitoraggio della qualità dell’aria indoor Le soluzioni di riscaldamento e raffrescamento di LG uniscono l’efficienza della climatizzazione e della purificazione dell’aria con la massima praticità di utilizzo e gestione, grazie al Wi-Fi integrato e all’app LG ThinQ. Creando un account sull’app è possibile gestire in modo semplice e intuitivo tutte le principali funzionalità dei sistemi HVAC, climatizzatori e purificatori d’aria. LG ThinQ fornisce un controllo intuitivo e tiene traccia dei consumi grazie a una combinazione di analisi, sensori e dati di utilizzo. Con l’app è possibile anche personalizzare le impostazioni principali, oltre che temporizzare la manutenzione dei filtri, impostare programmi settimanali e utilizzare la funzionalità Smart Diagnosis per l’invio di notifiche di funzionamento e il supporto per una vasta gamma di problemi tecnici. Grazie all’app gli utenti possono controllare e gestire la qualità dell’aria, anche quando si è fuori casa, per ritrovare al proprio rientro il clima ideale. Quattro diversi colori – verde, giallo, arancione e rosso – segnalano la concentrazione del particolato ultra-fine, rilevando i livelli di PM1.0, PM2.5 e PM10 all’interno dell’abitazione, su una scala di intensità che va da “Good” a “Very Bad”, per permettere all’utente di decidere se avviare le funzionalità di purificazione o filtrazione dell’aria del proprio sistema di climatizzazione. Inoltre, attraverso l’applicazione è possibile avere lo storico completo della qualità dell’aria in casa, controllandone l’andamento su base giornaliera, settimanale, mensile e annuale.
www.lg.com/it 8
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Il termostato connesso Smarther2 di BTicino, grazie all’app Home + Control, che controlla anche l’impianto elettrico con Living Now e Livinglight, e alla compatibilità con gli assistenti vocali Google Home, Siri e Amazon Alexa, consente una gestione ideale del clima domestico. Attraverso l’app possono essere creati programmi per controllare la temperatura di casa o regolare il termostato da remoto, impostando per esempio la funzione Away o antigelo quando si ha la necessità di lasciare casa per qualche giorno. Smarther2 presenta anche una funzione Boost che attiva subito e per un tempo limitato (30, 60 o 90 minuti) il riscaldamento a prescindere dalla programmazione e dalla temperatura impostata. Possono essere gestiti più termostati nella stessa abitazione, o anche termostati che si trovano in abitazioni differenti (termostato della casa principale e della seconda casa). L’app consente di visualizzare e verificare i consumi in modo facile e immediato, monitorando il tempo di funzionamento dell’impianto. Con la funzione Auto-Adapt, il dispositivo “impara” le caratteristiche dell’impianto e garantisce la giusta temperatura al momento opportuno. Smarther2 è compatibile con le termovalvole intelligenti Netatmo: abbinando i due prodotti, utilizzando la medesima app, è possibile gestire singolarmente ciascun termosifone, programmare e riscaldare ogni singola stanza in base alle proprie abitudini quotidiane.
www.bticino.it
Reversibili a elevate prestazioni Buderus, marchio della Divisione Termotecnica di Bosch, presenta le pompe di calore aria-acqua reversibili: Logatherm WPLS.2 e Logatherm WPL..AR. Queste soluzioni garantiscono elevate prestazioni e ridotte emissioni inquinanti per un impianto moderno, efficiente ed ecosostenibile e consentono l’accesso agli incentivi fiscali e al conto termico. La pompa di calore Logatherm WPL..AR garantisce elevate prestazioni sia in riscaldamento sia in raffrescamento. Può essere integrata in sistemi esistenti o inserita in nuove costruzioni ed è predisposta per il riscaldamento con temperature esterne fino a -20 °C, e per il raffrescamento estivo con temperature esterne fino a 46 °C. Logatherm WPL..AR può essere gestita da remoto tramite l’App MyDevice, grazie all’interfaccia Internet IP module fornita di serie, che permette di connettere l’impianto alla rete internet di casa. La pompa di calore comprende un’unità esterna e una interna, entrambe facilmente accessibili, per un’installazione agevolata. L’unità interna è disponibile in 4 versioni, per sistemi ibridi, monoenergetici e due tipi di bollitore per acqua calda sanitaria (con o senza serpentina) a cui collegare un sistema solare. L’unità esterna monoblocco con circuito frigorifero ermetico, disponibile in sei taglie di potenza da 5 a 17 kW, consente invece di allineare, grazie alla modulazione con inverter, la produzione di calore alla reale domanda del momento, garantendo piena efficienza e un consistente risparmio economico. Questa unità è caratterizzata da un design compatto e da una struttura in polipropilene espanso, una particolare schiuma che può essere interamente riciclata, grazie a cui l’unità esterna, oltre a risultare più leggera, è coibentata ed estremamente silenziosa. Inoltre, Logatherm WPL..AR può essere collegata ad altre tecnologie, come le caldaie a condensazione, i bollitori, i sistemi a solare termico e i pannelli fotovoltaici per impianti più complessi progettati su misura. La pompa di calore Logatherm WPLS.2 garantisce alte prestazioni in riscaldamento e raffrescamento ed è estremamente versatile poiché
adatta a tutti i tipi di abitazione, dai piccoli appartamenti alle grandi ville, ed è disponibile in 9 taglie con potenza da 5 a 15 kW e alimentazione monofase o trifase. Essa comprende un’unità interna, disponibile in 4 versioni, e una esterna che può essere installata a muro o a pavimento. Il display intuitivo e la regolazione intelligente Logamatic HMC310 permettono di gestire con semplicità il dispositivo, inoltre Logatherm WPLS.2 è gestibile e regolabile da remoto attraverso l’app MyDevice con il proprio smartphone o tablet, con la semplice aggiunta dell’accessorio IP module.
www.buderus.com
Barretta isolante in poliammide Con insulbar RE-LI, Ensinger offre al mercato una barretta isolante per il taglio termico di sistemi in alluminio per finestre, porte e facciate. L’utilizzo di poliammide totalmente riciclata consente di ridurre del 92% il consumo di combustibili fossili rispetto alla produzione dei profili tradizionali, mentre le emissioni di CO2 scendono del 91% e il consumo di acqua del 78%. Inoltre, grazie alla sua porosità, insulbar RE-LI migliora l’azione isolante della poliammide rinforzata con fibra di vetro, con un valore lambda di 0,21 W/(m•K). La poliammide riciclata – la cui struttura viene resa porosa in modo uniforme durante il processo di estrusione – presenta un‘elevata stabilità grazie al rinforzo in fibre di vetro. La superficie resistente e liscia consente anche una perfetta anodizzazione e verniciatura a polvere. Va sottolineato, infine, che il processo di lavorazione risulta pressoché identico a quello dei profili isolanti in poliammide 66 standard.
www.insulbar.com www.casaeclima.com
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TECH
Idrogeno e metano da rifiuti solidi urbani I ricercatori Enea hanno sviluppato e brevettato un nuovo processo che si basa su un’operazione di “idrogassificazione” del rifiuto grezzo per arrivare alla produzione di combustibili gassosi
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Possiamo prevedere che il processo sia vantaggioso anche a livello economico perché utilizziamo un rifiuto per ottenere un combustibile commerciale. La trasformazione, inoltre, prevede l’immagazzinamento di energia rinnovabile con un sistema relativamente semplice e con elevata efficienza
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rodurre combustibili gassosi come idrogeno e metano dai rifiuti solidi urbani, plastiche non riciclabili e biomasse, senza emissioni inquinanti e con l’utilizzo di energia rinnovabile. È quanto permette il nuovo processo sviluppato e brevettato dai ricercatori Enea dei Dipartimenti Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili e Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare. “Il nostro obiettivo è quello di produrre combustibili puliti come l’idrogeno o miscele idrogeno/ metano partendo da materiali a base carboniosa di basso valore, attraverso un processo che utilizza energia rinnovabile e che non emette sostanze inquinanti nell’ambiente. Si tratta quindi di una via puramente termochimica per la produzione di idrogeno e al tempo stesso per la valorizzazione energetica dei rifiuti”, spiega il ricercatore Enea Alberto Giaconia, inventore del brevetto insieme ai colleghi Silvano Tosti, Gianpaolo Caputo e Alfonso Pozio. A differenza dei comuni processi di gassificazione e combustione, questo trattamento si basa su un’operazione di “idrogassificazione” che consiste nel trattare il rifiuto grezzo, anche umido, con idrogeno. “Di fatto, l’idrogassificazione permette di convertire il rifiuto in metano utilizzando idrogeno. Il metano viene poi trattato in un processo sostenuto con calore proveniente da fonti rinnovabili”, prosegue Giaconia.
ALBERTO GIACONIA, inventore del brevetto
IL PROCESSO I prodotti ottenuti sono la CO2 in forma concentrata che – a differenza di quella ottenuta dai normali processi di combustione – è facilmente separabile per essere eventualmente trasportata e riutilizzata e l’idrogeno, parte del quale andrà ad alimentare (come reagente) il processo di idrogassificazione. L’idrogeno prodotto in eccesso rappresenterà il combustibile “pulito” generato dal processo, che potrebbe essere immesso in un mercato emergente fortemente promosso dal PNRR, come per esempio il settore della mobilità sostenibile e dell’industria.
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GIENE
TECH
Idrogeno dall’energia nucleare, la scommessa degli USA Il DoE stanzia 20 mln di dollari per un progetto che dovrebbe ridurre il costo dell’idrogeno a 1 dollaro per chilogrammo
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l Dipartimento dell’Energia (DoE) degli Stati Uniti ha stanziato 20 milioni di dollari per un progetto con sede in Arizona che utilizzerà l’energia nucleare per creare idrogeno verde, testandone la capacità come batteria di riserva liquida e come prodotto secondario per gli impianti di energia nucleare. Il progetto sarà guidato da PNW Hydrogen LLC e prevede la costruzione di impianti di produzione di idrogeno in loco presso la stazione di generazione nucleare di Palo Verde a Phoenix, in Arizona. Ci saranno serbatoi di stoccaggio abbastanza grandi per sei tonnellate di idrogeno, corrispondenti a circa 200 MWh di energia che possono essere riconvertiti in elettricità e immessi nella rete quando la domanda è alta. L’H2, riferisce il DoE in una nota, sarà anche “utilizzato per produrre prodotti chimici e altri combustibili” e il progetto esplorerà come le stazioni nucleari possono esportare e vendere l’energia in eccesso come flusso di entrate extra. In un futuro ecosistema energetico basato sulle energie
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rinnovabili, i fornitori di energia di base come le centrali nucleari saranno necessari solo quando il sole non splende o il vento non soffia, quindi la produzione di idrogeno potrebbe essere un modo utile per utilizzare i tempi di inattività.
ABBASSARE I PREZZI DELL’IDROGENO VERDE Questo fa parte dell’obiettivo “Hydrogen Shot” del DoE che prevede una riduzione dei prezzi dell’idrogeno verde da circa US $ 5/kg a US $ 1/kg entro un decennio. In che modo questo obiettivo viene aiutato utilizzando il costoso nucleare, piuttosto che l’energia solare molto più economica, per creare idrogeno? Ebbene, se l’utilizzo dell’idrogeno come batteria a griglia liquida riesce a essere economicamente fattibile per le centrali elettrica allora il flusso di idrogeno in eccesso prodotto una volta che i serbatoi principali sono pieni può essere venduto a buon mercato. Questo progetto metterà alla prova questa idea.
Celle fotovoltaiche di nuova generazione, maggiore efficienza con le vernici a perovskite ibrida Pubblicato il 1° dicembre 2021, lo studio dei ricercatori dell’Università di Pavia rappresenta un avanzamento significativo rispetto allo stato dell’arte e apre la strada allo sviluppo di nuove tecnologie a basso CapEx e facilmente scalabili
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Questo risultato è stato ottenuto grazie a una speciale ingegnerizzazione chimica degli strati di interfaccia del dispositivo MATTEO DEGANI, dottorando del gruppo Grancini e responsabile dell’invenzione
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l settore energetico è responsabile di circa tre quarti delle emissioni di CO2 globali: la fine della dipendenza dai combustibili fossili è il prerequisito per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica entro il 2050. In particolare, ad oggi, il solare è leader tra le rinnovabili, con una crescita record in Europa di capacità fotovoltaica installata di 137.2 GW nel 2020, e un potenziale enorme nei prossimi anni. Ricerca e innovazione in nuovi materiali e nuove forme di generazione di energia solare rappresentano, quindi, i pilastri fondamentali per una reale transizione energetica. Un fotovoltaico moderno, dunque, “portabile”, a basso costo, facilmente integrabile in edifici, efficiente e, al contempo, a ridotto impatto ambientale, in grado di competere con le attuali tecnologie altamente energivore. Il gruppo Pvsquared2 diretto dalla Prof.ssa Giulia Grancini dell’Università di Pavia lavora in questa direzione, sviluppando una tecnologia fotovoltaica rivoluzionaria basata su vernici a perovskite ibrida. Si tratta di inchiostri stampabili, facilmente integrabili mediante processi a basso costo e a ridotto contenuto energetico, in un fotovoltaico innovativo, flessibile, economico e sostenibile. Una soluzione che apre la strada allo sviluppo di nuove tecnologie
a basso CapEx e facilmente scalabili. È di recente dimostrazione, in particolare, in collaborazione con la Prof.ssa Yana Vaynzof dell’Università Tecnica di Dresda, un nuovo metodo di deposizione di tali inchiostri che ha portato alla realizzazione di celle fotovoltaiche a perovskite (cosiddette in configurazione pin) con valori di efficienza record al mondo (circa il 24%). Lo studio è stato pubblicato nella prestigiosa rivista Science Advances, uscita il 1° dicembre 2021. La ricerca rappresenta un avanzamento significativo rispetto allo stato dell’arte ponendo sempre più le basi per un loro ingresso nel mercato del solare come soluzioni leader per il fotovoltaico innovativo del futuro.
IL GRUPPO PVSQUARED2 diretto dalla professoressa Giulia Grancini dell’Università di Pavia
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EVENTI
Rigenerazione urbana I progetti del Pinqua a Urbanpromo Progetti per il Paese a cura di URBANPROMO
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Urbanpromo Progetti per il Paese – manifestazione nazionale sulla rigenerazione urbana, organizzata dall’Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit che si è svolta dal 16 al 19 novembre 2021 a Milano al MEET – nel corso dell’ultima giornata è stata presentata una selezione dei progetti che
hanno ottenuto finanziamenti nell’ambito del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (Pinqua). Ne sono stati scelti 159 per i quali saranno stanziati complessivamente 2,8 miliardi di fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
BOLOGNA La Città Metropolitana di Bologna ha presentato tre proposte ammesse al finanziamento per circa 45 milioni di euro, sviluppate sul territorio di tre Unioni di Comuni (Reno Galliera; Reno, Lavino, Samoggia; Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese) per un totale di 27 interventi, tra pianura e Appennino. Le proposte sono legate da una strategia unitaria metropolitana costruita attorno a una definizione ampia dei concetti di abitare e di rigenerazione che valorizza la dimensione territoriale e metropolitana, consentendo di declinare un concetto di “periferia” non limitato alle grandi aree urbane, ma che – al contrario – comprende le aree più marginali e più fragili del sistema metropolitano. L’esperienza del Pinqua è in questo senso una prima sperimentazione.
MILANO Anche la Città Metropolitana di Milano ha messo in campo tre proposte, incentrate sulla rigenerazione urbana e territoriale alla scala metropolitana. L’obiettivo è la creazione di una rete di 24 interventi orientati al miglioramento delle condizioni abitative e di coesione nei quartieri metropolitani, alla costruzione di comunità resilienti e allo sviluppo inclusivo e duraturo del territorio, con particolare attenzione agli aspetti ambientali ed energetici, sviluppati grazie a un processo concertato e condiviso con i Comuni metropolitani. Il finanziamento dal Programma Pinqua ammonta a circa 33 milioni di euro su un investimento complessivo di circa 35 milioni di euro. I comuni coinvolti sono: Baranzate, Cologno Monzese, Corsico, Legnano, Parabiago, Pieve Emanuele, Rescaldina, Rho, Solaro.
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ANDRIA Tre progetti anche per il Comune di Andria, un’operazione di ricucitura e riconnessione delle due parti della città divise dalla linea ferroviaria. I tre progetti, articolati negli ambiti urbani delle stazioni, mirano alla qualità dell’abitare nella città, riconnettendo i due fronti determinati dalla trincea, sovrapponendosi o sottopassando la ferrovia in più punti destinati a viabilità, piste ciclo-pedonali, piazze, spazi pubblici, verde, riqualificando aree centrali e periferiche, garantendo dotazione di alloggi, intermodalità, pedonalità, ciclabilità.
CALENZANO Il progetto di rigenerazione urbana del centro urbano di Calenzano, nella città metropolitana di Firenze, si inserisce nella proposta denominata “Nuove Ca.Se.” presentata dalla Regione Toscana che ha svolto il ruolo di soggetto aggregatore. Lo spunto è l’obiettivo di definire una nuova centralità urbana, come luogo in cui realizzare l’integrazione tra funzioni abitative, sociali, culturali, economiche, attraverso una nuova qualità architettonica a partire dall’edilizia pubblica. L’azione di riqualificazione non si sviluppa, tuttavia, solo alla scala dei singoli edifici, ma contempla interventi più ampi nella costruzione di una rete ambientale e funzionale più efficiente, e soprattutto maggiormente aggregativa a livello culturale e sociale.
MODENA Il progetto del Comune di Modena punta sull’abitare sociale come leva principale per rigenerare un’area della città in cui persistono condizioni di degrado fisico e sociale, per costruire un modello di condominio diffuso, fatto di alloggi, spazi e servizi di quartiere, riqualificati e messi in relazione tra loro per migliorare la vivibilità e la qualità urbana della città, senza prevedere nuovo consumo di suolo. La proposta progettuale è volta a riqualificare un’ampia fascia urbana dell’area nord della città, compresa tra il comparto Nonantolana a est, il comparto ex Consorzio Agrario a sud, il comparto ex Mercato Bestiame con via Finzi a ovest e la tangenziale a nord.
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ENERGYMATCHING
CAMPI BISENZIO. Palazzina riqualificata, novembre 2021
Tecnologie attive a servizio dell’edificio La riqualificazione energetica di una palazzina a Campi Bisenzio mira alla riduzione dei fabbisogni energetici dell’edificio e a soddisfarli attraverso la produzione di energia termica ed elettrica direttamente in loco di Ing. MARTINO GUBERT Eurac Research
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ttimizzare la produzione di energia da fonti rinnovabili di un edificio con il consumo dei suoi sistemi energetici è una realtà. La riqualificazione energetica di una palazzina di 12 appartamenti a Campi Bisenzio, alle porte di
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Firenze, ne è la prova. Il concetto energetico alla base dell’intervento di efficientamento mira innanzitutto alla riduzione dei fabbisogni energetici dell’edificio (riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria e ventilazione) e a soddisfarli attraverso
Casa SPA
la produzione di energia, termica ed elettrica, direttamente in loco, evitando in questo modo la richiesta di energia dalla rete nazionale. Questo concetto è chiamato in inglese Energy Matching, da cui prende il nome l’omonimo progetto europeo finanziato nell’ambito dei fondi Horizon 2020.
IL PROGETTO DI CAMPI BISENZIO Nel 2017, la palazzina di 12 unità abitative, in gestione a Casa SPA, di via Marconi a Campi Bisenzio, necessitava di una riqualificazione energetica completa visti i suoi 38 anni di esercizio. I mq di superficie totale riscaldata sono circa 840, con una superficie in pianta di 380 m², 1100 m² di facciate e 125 m² di superficie finestrata. L’edificio risultava in classe energetica F con un consumo medio di 150 kWh/mq*a, privo di isolamento esterno sia dei muri che della copertura piana (in amianto), finestre in alluminio ancora originali, assenza di sistemi di ventilazione/raffrescamento e con impianto termico autonomo composto da singole caldaie a gas sia per il riscaldamento che per l’acqua calda sanitaria. Insomma, un classico edificio residenziale che bene descrive una tipologia molto diffusa nel nostro paese, il candidato perfetto al recente Bonus 110%. Grazie al progetto EnergyMatching, è stato possibile attivare una riqualificazione profonda sull’edificio, che ha visto quindi l’implementazione di una serie di soluzioni ad alto contenuto innovativo e tecnologico. A differenza delle tradizionali riqualificazioni energetiche, che ad oggi vediamo realizzate in meno di un anno, vi è stato un processo innovativo, partecipativo, di sviluppo tecnologico e di analisi dettagliate che ha coinvolto 17 partner a livello europeo e che è durato ben quattro anni, comprendendo la parentesi pandemica. In questa tipologia di progetti non vi sono soluzioni o sistemi standard; essi vengono sviluppati dai partner del progetto, testate in laboratori specializzati e, infine, vengono studiati ad hoc per la loro installazione sugli edifici “pilota” come quello di Campi Bisenzio. Il progetto ha visto una prima fase di analisi della configurazione esistente, attraverso degli audit energetici e geometrici dettagliati; una fase di modellazione energetica dinamica e di analisi prestazionali dell’intervento di riqualificazione; un’attenta progettazione di dettaglio da parte di Casa SPA in concerto con Eurac Research e i
ENERGYMATCHING, IN COSA CONSISTE? L’obiettivo generale del progetto EnergyMatching è quello di sviluppare soluzioni di involucro per l’edificio che siano adattive e adattabili al fine di massimizzare la produzione delle cosiddette FER (Fonti di Energia Rinnovabile) nell’ambiente costruito. Il progetto mira a sviluppare tali soluzioni e a dimostrarle in una serie di edifici pilota, con l’obiettivo di raggiungere il target nZEB (edificio a energia quasi zero) minimizzando la richiesta di energia da prelevare dalla rete. Inoltre, il progetto prevede lo sviluppo di un sistema che permetta di collegare gli edifici riqualificati con la rete energetica locale, gestendoli in maniera smart da un hub energetico, bilanciando, appunto, consumi e produzione dell’edificio. Le soluzioni sviluppate mirano, inoltre, a un alto valore estetico e di flessibilità per far fronte alle diverse esigenze tecnoarchitettoniche. Nel dettaglio, le soluzioni sviluppate sono: involucro BIPV (Building Integrated PhotoVoltaic), una sottostruttura versatile “Click-&-Go” per diversi sistemi di rivestimento di facciata ventilata che mira a facilitare il suo montaggio e smontaggio, un catalogo di finestre multifunzionali solari autonome ad alte prestazioni e soluzioni per riscaldare e ventilare gli ambienti da fonti rinnovabili (SolarWall). Il progetto si focalizza sugli edifici residenziali. Questi, una volta risanati, risultano essere “elementi attivi” all’interno della rete energetica, nel senso che consumano, producono (tramite per esempio il fotovoltaico), immagazzinano (tramite accumuli termici ed elettrici) e scambiano energia. EnergyMatching dimostra un primo passo necessario per trasformare il mercato energetico europeo, da sistemi nazionali centralizzati e basati sui combustibili fossili, a un sistema decentralizzato, rinnovabile, interconnesso e adattivo.
Casa SPA
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ENERGYMATCHING
partner di progetto coinvolti nello sviluppo delle tecnologie adottate; lo studio della cantierizzazione e del cronoprogramma dei lavori fino ad arrivare alla realizzazione dell’intervento vero e proprio, coordinando l’installazione di tecnologie provenienti da mezza Europa. Un aspetto importante che ha caratterizzato la progettazione è stata l’integrazione estetica delle soluzioni al fine di rendere l’intervento architettonicamente gradevole.
FINESTRE SOLARI Il concetto che sta alla base dello sviluppo della finestra solare, chiamata Solar Window Block – SWB (Monoblocco Solare), è quello di rendere l’elemento finestra energeticamente autonomo (ovvero non collegato alla rete elettrica) e multifunzionale, a fronte della volontà di offrire all’utente alto comfort interno (termico, igrometrico e di qualità dell’aria). Il SWB installato nell’edificio è costituito da un sistema finestra che integra, in un monoblocco isolante, una finestra con triplo vetro ad alte prestazioni (Uw 0,81, Uf 0,98 e Ug 0,60), un sistema di oscuramento a micro-lamelle integrato nella vetrocamera e un micro-sistema fotovoltaico “a isola” composto da pannello fotovoltaico, un pacchetto batterie e una macchina di ventilazione a doppio flusso con recuperatore di calore (effi-
cienza termica nominale di scambio fino a 82%). La finestra tipo “versatile continentale” di Eurofinestra, con triplo vetro e micro-lamelle integrate di ScreenLine by Pellini è stata installata su di un monoblocco isolato con uno strato di poliestere estruso XPS con lambda 0,034 attorno al foro finestra. Lo stesso monoblocco è stato progettato in maniera tale che lo spazio precedentemente utilizzato dalla tapparella formi un cavedio tecnico dove è stata integrata la macchina di ventilazione, il pacco batterie al litio e l’impiantistica necessaria al suo funzionamento (mppt, fusibili, etc.). Il pannello solare vetro-vetro prodotto da Onyx è di dimensioni importanti (1,5x 1,3 m) e offre una potenza di picco pari a 320 Wp. È stato posizionato sotto la finestra ed è collegato tramite un cavo solare inglobato nello stesso monoblocco. La progettazione e l’installazione delle 39 finestre solari ha richiesto un particolare sforzo di coordinamento tra Casa Spa e le aziende coinvolte, arrivando a ultimare l’installazione a settembre 2021. Aspetto chiave per la buona riuscita del progetto è stata l’installazione di una finestra di prova, prima della produzione di tutte le finestre, che ha permesso di valutare i processi di installazione, problematiche di cantiere nonché di apportare migliorie ed ottimizzare la finestra. Dalle analisi e test di laboratorio fatti il monoblocco finestra coprirà il 100% dell’energia richiesta dalla macchina di ventilazione durante
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FIGURA 1. A sinistra, prospetto ovest non risanato. A destra, prospetto est non risanato 18
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FIGURA 2. A sinistra, sistema di controllo manuale per il sistema schermante integrato nel vetrocamera. A destra, prospetto ovest risanato con in evidenza il modulo fotovoltaico a servizio del monoblocco multifunzionale. Partner di progetto: Eurofinestra, Eurac Research, Pellini, Tulipps, ONYX
tutto l’anno, annullando, di fatto, la richiesta di energia elettrica dalla rete e, allo stesso tempo, migliorando il comfort interno degli ambienti grazie al ricambio costante di aria.
MURO SOLARE Una tra le sfide più grandi è stata quella di rivoluzionare il concetto energetico partendo da una configurazione che vedeva ben 12 singole caldaie a metano per la produzione di riscaldamento e ACS, senza nessun sistema di raffrescamento. Nel progetto, il concetto energetico si è focalizzato sull’adozione di una pompa di calore aria-acqua accoppiata a un “muro solare” (SolarWall), che consente di catturare l’energia solare preriscaldando l’aria in ingresso alla pompa di calore e, di fatto, migliorandone le performance elettriche. Questo accoppiamento è stato reso possibile da Nibe e Solarwall, affiancati da Eurac Research e Casa SPA, grazie a specifiche analisi energetiche e di integrazione tecnologica. Il muro solare è stato posto a copertura totale della facciata esposta a sud (priva di finestre), ovvero quella più irraggiata nella stagione invernale quando maggiore è la richiesta termica. Questa tecnologia richiama concetti bioclimatici sviluppati in passato a seguito delle crisi energetiche (fino anni ’70) ed è costituita da una copertura metallica forata di colore scuro, posta a distanza di circa 20 cm dalla parete, che genera un “cuscinetto” di aria calda che viene incanalato fino a raggiungere l’unità ventilante della pompa di calore. È stata prevista, inoltre, l’installazione di pannelli fotovoltaici per la copertura del carico elettrico richiesto dalla pompa di calore e dai carichi comuni del condominio.
FOTOVOLTAICO INTEGRATO IN FACCIATA E COPERTURA Per il raggiungimento di target prestazionali elevati come lo nZEB, con bilancio energetico vicino allo zero, un elemento che ad oggi risulta essere fondamentale nel concetto energetico complessivo dell’edificio è il sistema solare fotovoltaico per la generazione di energia elettrica. A maggior ragione, nel concetto energetico affrontato nella riqualificazione di Campi Bisenzio, e nella filosofia di EnergyMatching, la produzione di energia elettrica risulta essere di primaria importanza per coprire i carichi richiesti dalla pompa di calore e da quelli condominiali. La progettazione dell’impianto fotovoltaico è stata portata avanti da una parte attraverso simulazioni specifiche sulle prestazioni, costi e ritorno di investimento, dall’altra curando l’aspetto di integrazione architettonica ed estetica lavorando su dimensioni, spessori e colorazione. Il risultato della progettazione ha portato alla localizzazione del sistema fotovoltaico integrato (BIPV – Building Integrated PhotoVoltaic) sia in copertura che nel parapetto di coronamento sommitale dell’edificio. Gli aspetti innovativi del sistema fotovoltaico sono stati: l’accoppiamento tra il PV e una sottostruttura per una facile montabilità e smontabilità chiamata “Click-&-Go”, sviluppato e prodotto da Tulipps Solar system; l’adozione di due tecnologie differenti, un pannello vetro-vetro proposta da Onyx con efficienza del 14,9% e un pannello “tegola” che ingloba le celle fotovoltaiche in una matrice resinosa con rinforzo in fibra di vetro, sviluppato da Tecnalia, con un’efficienza dell’11,5%. Per massimizzare la produzione di energia elettrica, sono stati predisposti ottimizwww.casaeclima.com
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ENERGYMATCHING
zatori ogni due pannelli. In totale la produzione di energia prevista dagli impianti fotovoltaici è di 14895 kWh.
DALLA TEORIA ALLA PRATICA Molto spesso c’è il rischio che ricerca e realtà viaggino su due distinti binari, in quanto il loro incontro è spesso problematico e complesso. La riqualificazione della palazzina ha, tuttavia, dimostrato che questa unione è possibile grazie all’impegno di squadra nel superare le difficoltà incontrate durante il percorso. Già di per sé una riqualificazione profonda coinvolge molti attori e genera molte problematiche. Aggiungeteci 17 partner proveniente da 6 paesi UE, tecnologie innovative da sviluppare, testare e spedire in sito, analisi e simulazioni interattive, incontri e sopralluoghi frequenti di persona e in videocall, il tutto per circa 4 anni ed ecco il risultato: la sfida è stata vinta. Il successo è da attribuirsi al lavoro fatto da Casa SPA e da tutta la partnership del progetto. Ora non rimane altro che monitorare e verificare che tutto funzioni nel migliore dei modi e quantificare il rag-
giungimento degli obiettivi prestazionali di progetto, ovvero la produzione di energia da impianti fotovoltaici (autoconsumo, produzione totale, efficienza), l’effettivo raggiungimento della classe energetica A4, il costante funzionamento delle macchine di ventilazione del SWB e le performance dell’accoppiamento pompa di calore – muro solare.
IN CONCLUSIONE A fine 2021, si è concluso con successo il risanamento energetico profondo dell’edificio residenziale di Casa SPA, grazie agli sviluppi metodologici e tecnologici del progetto europeo Horizon 2020 EnergyMatching. Le tecnologie sviluppate nel progetto sono state accoppiate e integrate in maniera tale da avere un edificio con classe energetica A4 avente requisiti che soddisfano quelli di un edificio nZEB. L’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile EPgl,nren è pari a 17,38 kWh/m2*a e una produzione totale di energia da impianti fotovoltaici pari a 14895 kWh a esclusione dei pannelli solari a servizio delle finestre solari. La configurazione finale dell’edificio vede quindi: ■ finestre solari autonome con produzione e consumo di energia a bilancio zero, ricambio dell’aria e oscuramento intelligente; ■ sistema a cappotto con 12 cm di polisterene espanso sinterizzato (EPS) con aggiunta di graffite, conducibilità termica pari a 0,031 W/mk e rispondente ai criteri CAM (criteri minimi ambientali); ■ coibentazione della copertura con 16 cm di lana di roccia (conducibilità termica pari a 0,035 W/mk);
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FIGURA 3. Prospetto sud risanato con il sistema SolarWall
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FIGURA 4. Focus sul tetto con l’unità ventilante della pompa di calore
SCHEDA PROGETTO PROGETTO EnergyMatching PROGETTO E DISCLAIMER: www.energymatching.eu/project PAGINA DEL DEMO DESCRITTO www.energymatching.eu/demo-sites/italiandemo-site COORDINATORE Davide Moser e Laura Maturi (Eurac) DURATA Ottobre 2017 - Luglio 2022 PROPRIETARIO DELL’IMMOBILE Comune di Campi Bisenzio (FI) GESTIONE DELL’IMMOBILE, PROGETTISTI E DIREZIONE LAVORI Casa Spa (FI) | www.casaspa.it
FIGURA 5. Locale tecnico rinnovato con pompa di calore
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applicazione di fotovoltaico integrato con sistema “Click-&-Go” sia in copertura che sul coronamento sommitale; un muro solare a servizio di un nuovo impianto centralizzato per ACS e riscaldamento con pompa di calore Nibe.
This project has received funding from the European Union’s Horizon 2020 research and innovation programme under grant agreement N°768766
Vi sarà, infine, un monitoraggio di dati in continuo dell’intero edificio al fine di verificare nel tempo le prestazioni e gli effetti delle varie tecnologie (produzione, funzionamento, condizioni climatiche interne e di qualità dell’aria, etc.), comparandole con i dati raccolti in fase di simulazioni e test di laboratorio. Si lascia al lettore una valutazione del risultato di integrazione architettonica riportato dalle immagini proposte.
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FIGURA 6. Sistema fotovoltaico nel coronamento sommitale (a destra) e sulla copertura (a sinistra) www.casaeclima.com
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MADE EXPO 2021 | VISTI IN FIERA
Sostenibilità e innovazione tecnologica guidano l’edilizia Titular Successo della sinergia tra le fiere, per la prima volta in contemporanea. Più di 700 le aziende presenti all’appuntamento di filiera dedicato al building SILVIA MARTELLOSIO
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ecnologie, sostenibilità, innovazione dei materiali edili, cyber security, intelligenza artificiale e digitalizzazione. Questi i driver delle edizioni 2021 di MADE expo, Sicurezza e Smart Building Expo che hanno registrato 45.516 visitatori professionali. Le tre manifestazioni – per la prima volta in contemporanea – attraverso le oltre 700 aziende totali presenti, hanno dato una visione a 360° su materiali, tecnologie, normative per il building e l’ambito urbano. MADE expo è stata la giusta vetrina dove presentare agli addetti ai lavori i prodotti legati al mondo delle costruzioni ad alto tasso di innovazione. Tra i più innovativi, e con una forte componente di sostenibilità, cementi in grado di tratAUTOR tenere Datosgli agenti inquinanti e di purificare l’aria attraverso
Subtitular
un processo di fotosintesi simile a quello delle piante. E ancora, pannelli fonoassorbenti e fonoimpedenti costituiti interamente da plastica riciclabile al 100%. Spazio anche all’innovazione tecnologica grazie a strutture dalle proprietà antisismiche in grado di assorbire le oscillazioni degli edifici in caso di terremoto. Tutti gli appuntamenti sono stati una conferma del ruolo della fiera come momento di business, ma anche come hub di formazione in grado di interpretare l’evoluzione del mercato. L’appuntamento con le prossime edizioni, che si svolgeranno sempre in contemporanea, è a Fiera Milano dal 15 al 17 novembre 2023 per Sicurezza e Smart Building Expo e dal 15 al 18 novembre 2023 per MADE expo. www.casaeclima.com
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SISTEMA CAPPOTTO A BASSO SPESSORE Vacunanex® Cappotto di Bifire è un materiale tecnologicamente avanzato ad alte prestazioni isolanti, composto da cellule micronizzate di polveri a base di ossidi di silice e confezionato sottovuoto. Successivamente, viene rivestito da una lastra in cemento (3 mm di spessore per lato). È un pannello incombustibile in classe A1, certificato CE e Remade in Italy in classe C. Rispetta tutti i requisiti richiesti dal Decreto Legge del 19/05/2020 per poter accedere al Bonus 110%. Può essere utilizzato per l’isolamento termico di pareti e solai, sia interni che esterni, con il vantaggio di poter essere direttamente incollato e rasato sulla superficie. www.bifire.it
SOFTWARE PER CERTIFICAZIONE ENERGETICA E PER COMPUTO METRICO A MADE expo Blumatica ha presentato Blumatica Energy, software che permette di ottenere APE, AQE, relazione tecnica e di calcolo (Legge 10), annunci commerciali, trasmittanze termiche e verifiche termoigrometriche, fattibilità interventi migliorativi ed esportazioni regionali. Permette, inoltre, il calcolo in modo interattivo delle dispersioni dell’edificio, inserendo i dati in modo tabellare o mediante CAD integrato; la rappresentazione 3D dell’edificio; la gestione di qualsiasi tipologia di impianto in modo semplice e intuitivo e la gestione di condizionatori (split) sia nel periodo di riscaldamento che di raffrescamento. Blumatica Pitagora, invece, è la nuova frontiera per Computi Metrici e Contabilità dei Lavori che garantisce massima compatibilità con software similari grazie al formato XPWE. Il software è in linea con tutte le disposizioni legislative per lavori pubblici e privati. www.blumatica.it
BLOCCHI E SOLAI IN LEGNO CEMENTO I blocchi cassero e solai Isotex® sono un conglomerato di legno cemento. Il sistema costruttivo in legno cemento è facile e veloce da posare, consentendo una notevole riduzione dei costi di cantiere. Il sistema, inoltre, è inerte in quanto il legno è sottoposto a un processo di mineralizzazione naturale: è dunque inattaccabile dal fuoco, oltre che da muffe e parassiti poiché inorganico. I blocchi e solai in legno cemento sono certificati REI 120 e REI 240. Hanno un nucleo in cemento armato a formazione di una parete estesa debolmente armata protetta dal legno cemento. Mantengono la capacità portante e non si danneggiano: l’edificio non perde stabilità strutturale e non crolla. Il sistema costruttivo ha ottenuto la classificazione di reazione al fuoco B-s1-d0: non è infiammabile (B), non produce fumi (S1) e non si verifica discioglimento (d0) durante la combustione. www.blocchiisotex.com
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PAVIMENTO CONTINUO PER ESTERNI DRENANTE i.idro DRAIN di Italcementi è un’innovativa formulazione di calcestruzzo per pavimentazioni continue con un’alta capacità drenante. Un’accurata selezione degli aggregati e l’azione del legante cementizio gli permettono di raggiungere una capacità drenante 100 volte superiore a quella di un normale terreno. Da test comparativi effettuati presso il Politecnico di Milano – laboratorio DIIAR (Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Ambientale, Infrastrutture Viarie, Rilevamento) – i.idro DRAIN risulta avere alte capacità drenanti, uguali o superiori ai normali materiali naturali sciolti (sabbia, argilla e limo) e a una tradizionale pavimentazione in asfalto drenante. La capacità drenante varia in funzione della granulometria usata per la sua composizione. La creazione di vuoti, che possono variare dal 15% fino al 25%, garantisce drenaggi da 200 litri/mq/minuto fino a oltre 1000 litri/mq/minuto. www.italcementi.it
RADDOPPIARE IL CAPPOTTO Mapetherm X2 System è il sistema Mapei per il raddoppio del cappotto. Un metodo che consente di utilizzare i vecchi cappotti come base per un cappotto più performante e adatto per accedere agli incentivi fiscali, incluso il Superbonus 110%. Il sistema è estremamente sostenibile perché capitalizza il vecchio cappotto, utilizza materiali riciclati e permette di abbattere le emissioni di CO2, rendendo più efficiente il riscaldamento o il raffrescamento della casa. Attraverso delle carotature viene verificata la coesione e lo stato degli elementi presenti, controllando anche lo schema di tassellatura eventualmente realizzato. Dopo aver realizzato il calcolo termico, si procede alla scelta dei materiali e del sistema di posa più adeguati, valutando anche tutti i raccordi agli elementi esistenti e progettando lo schema di tassellatura. Se necessario, vengono effettuati gli interventi di ripristino e consolidamento del cappotto esistente per poi procedere con la posa del nuovo, secondo le specifiche previste dal sistema scelto. www.mapei.com
RIPRISTINARE STRUTTURE CON INIEZIONI DI RESINE Le iniezioni di resina Uretek con elevata pressione di espansione possono rappresentare la soluzione per la stabilizzazione e il miglioramento del terreno in diverse situazioni, quando si presenta la necessità o si richiede il risollevamento di un intero edificio. La resina iniettata allo stato liquido si espande e si compatta molto rapidamente in un’area limitata attorno al punto di iniezione. Durante il processo di stabilizzazione, nel terreno si formano delle microfessure in un raggio massimo di 2 m attorno al punto di iniezione dovute all’espansione della resina. Al contempo, le crepe vengono riempite dal materiale che penetra all’interno. Con la tecnologia Deep Injections® si stabilizza il terreno e, di conseguenza, si migliorano le caratteristiche geotecniche del suolo, come la portata e il modulo di elasticità. Grazie alla rapida azione del processo di espansione è possibile contemporaneamente verificare l’esito degli interventi per mezzo di una strumentazione laser di precisione, che consente di misurare esattamente il sollevamento (tolleranza < 0.5 mm). In condizioni di carico omogeneo, la resina si distribuisce principalmente in direzione orizzontale, mentre con tensioni ridotte si muove in verticale. www.uretek.it 24
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RISPARMIO IDRICO
INFORMAZIONE DALLE AZIENDE
Con Tropea S, addio al rumore e agli inutili sprechi! Realizzata in materiale plastico insonorizzante, Tropea S contribuisce a ridurre lo spreco di risorse idriche Tropea S di Valsir è la prima cassetta al mondo progettata per un funzionamento silenzioso. Grazie alla lunga esperienza dell’azienda bresciana nella produzione di sistemi di scarico silenziati, è infatti realizzata in materiale plastico insonorizzante. Non solo. Per Valsir i temi del risparmio idrico e dell’avanguardia tecnologica sono sempre stati elementi cruciali; l’intera gamma da incasso prevede, infatti, la possibilità di regolare lo scarico delle cassette a 6/3, 4, 5/3 e 4/2 litri, in linea con i principi del Green Building. Per fare un semplice paragone con le cassette tradizionali con scarico da 9 litri, una famiglia di 4 persone può risparmiare fino a 72 litri al giorno: stiamo parlando, in un anno, di oltre 26.000 bottiglie d’acqua da 1 litro! Non è un caso, infatti, se Tropea S soddisfa ampiamente i requisiti di accesso a incentivi come il “Bonus idrico”, che premiano la salvaguardia delle risorse naturali.
PUNTI DI FORZA Oltre al materiale del contenitore, che assicura un elevato assorbimento delle
TROPEA S modello FixSystem con sistema Ariapur vibrazioni acustiche, anche i componenti interni di Tropea S – rubinetto d’arresto e rubinetto galleggiante – sono certificati (secondo la ISO EN 3822, in classe I di silenziosità sia a 3 che a 5 bar) e testati presso l’istituto Fraunhofer di Stoccarda, in Germania. I materiali del galleggiante e della valvola di scarico, inoltre, ostacolano la formazione del calcare, migliorando la longevità della cassetta e limitando la necessità di interventi di manutenzione. È completamente libera la scelta sia sul tipo di azionamento (meccanico, pneumatico, elettronico) sia sul tipo di vaso da abbinare alla cassetta, che può essere utilizzata anche con vasi rimless. Grazie al raccordo per l’alimentazione, che può essere ruotato a piacere, Tropea S si installa facilmente ed è fornita premontata al 100% (e testata ad acqua) per snellire i tempi di messa in opera.
INSTALLABILE OVUNQUE Tropea S è disponibile in una gamma di varianti che la rendono adatta a qualsiasi tipo di parete e di esigenza di installazi-
one. Oltre alla classica struttura a murare per il montaggio di vasi a terra, troviamo le varianti: ■
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FixSystem, con struttura in lamiera zincata per vasi sospesi e pareti in mattoni. Block, con struttura in acciaio per l’installazione in pareti leggere (come il cartongesso) con vaso sospeso. Block autoportante per le installazioni più impegnative, in pareti in cartongesso o miste e vaso sospeso, anche in assenza di punti d’appoggio per il telaio.
Scegliendo Tropea S è possibile utilizzare qualsiasi placca di comando della gamma Valsir, compresi i modelli della linea Valsir Design e i pulsanti ad azionamento pneumatico per il controllo remoto. Il montaggio della cassetta permette anche l’installazione del sistema Ariapur, che consente l’aspirazione combinata degli odori dal vaso WC e dall’ambiente, e risolve definitivamente il problema dei cattivi odori e dell’umidità in ogni ambiente bagno.
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SPECIALE
Legno
Edifici in legno: caratteristiche, vantaggi e certificazioni Una panoramica sulle principali tecnologie prefabbricate e sui numerosi vantaggi offerti, quali rapidità di costruzione, sostenibilità ambientale e risparmio energetico, comprese le certificazioni di materiale, produzione e abitabilità PATRIZIA RICCI
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SPECIALE
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n base al sesto “Rapporto Case ed Edifici in Legno” realizzato dal Centro Studi di FederlegnoArredo e presentato a dicembre 2021, il 2020 segna una crescita del +3% del numero delle abitazioni in legno rispetto al 2019 con oltre 3000 realizzazioni. Aumentano sia la produzione che l’export e la percentuale sui permessi di nuove costruzioni tocca il 7%. Il settore ha raggiunto un fatturato complessivo di 1,39 miliardi di euro e, dopo un calo del volume delle costruzioni a causa della pandemia sia in Europa che in Italia, le previsioni per il Paese sono di crescita, sia per l’anno in corso (+17,6%) che per il 2022 (+6,6%), grazie agli interventi di riqualificazione nel residenziale e agli investimenti nelle opere pubbliche. Considerando che il settore edilizio è uno dei maggiori responsabili delle alterazioni ambientali, la sostenibilità degli edifici è tra le priorità dell’Europa e quelli in legno garantiscono un risparmio energetico, oltre a essere competitivi in termini di costi di costruzione e sicuri dal punto di vista sismico. Per parlare di sostenibilità in edilizia, tuttavia, non basta focalizzare l’attenzione esclusivamente sui consumi energetici dell’edificio in condizioni d’uso, ma occorre analizzare un edificio a tutto tondo, partendo dalle materie prime fino ad arrivare alla sua demolizione, senza cioè dimenticare tutto quello che succede prima e dopo la costruzione dell’immobile. In questa
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prospettiva, gli edifici in legno sono certamente all’avanguardia e pronti ad affrontare le sfide che il futuro ci riserva.
SOSTENIBILITÀ E DESIGN DELLE CASE IN LEGNO Grazie alle naturali caratteristiche di sostenibilità di questo materiale, in grado di catturare e stoccare l’anidride carbonica, aumenta sempre di più la sensibilità di progettisti e utenti verso l’edilizia in legno, al punto che si può immaginare per il futuro un passaggio dagli edifici NZEB – a energia quasi zero – ai Near Zero Carbon Building a impatto 0 dal punto di vista della CO2. Non bisogna, inoltre, trascurare il fatto che maggiore sarà l’uso di materiali con basso impatto sull’ambiente per realizzare un edificio, maggiore sarà anche il suo valore. Il settore delle costruzioni in legno, dunque, può rappresentare per il Paese una vera e propria rivoluzione edile che ponga al centro qualità dell’abitare e sostenibilità. Inoltre, sono sempre di più le soluzioni ingegnerizzate che rendono la fase di cantiere più sicura, rapida, snella e con meno ingombri in ambito urbano e i sistemi costruttivi innovativi che godono di estrema flessibilità progettuale. Alla struttura in legno, costituita da un’intelaiatura lignea e da pannelli di tamponamento a formare le pareti, si possono abbinare altri materiali per garantire il corretto isolamento ter-
Legno I SISTEMI COSTRUTTIVI IN LEGNO PIÙ DIFFUSI
mo-acustico ed è anche possibile prevedere rivestimenti finali che impieghino materiali come pietra o cemento, così da realizzare moduli abitativi di grande pregio estetico e architettonico, costruiti secondo i canoni della bioedilizia. Oltre a essere più economica e certamente più sostenibile rispetto a quella di case in cemento armato o mattoni, la realizzazione di case in legno presenta anche altri vantaggi dovuti alla capacità del legno di essere un materiale estremamente durevole e resistente all’azione dell’umidità e del freddo, fattori che consentono una notevole riduzione dei consumi di energia e offrono la garanzia di un comfort energetico elevato, grazie alla particolare struttura cellulare del legno che riesce ad assorbire e rilasciare il vapore e l’umidità ambientale. Non va trascurata anche la grande resistenza al fuoco di questi edifici essendo costruiti con un materiale caratterizzato da lentissima combustione e da un’emissione minima di gas pericolosi in caso di incendio. Nel caso degli edifici prefabbricati in legno, oltre alla completa biodegradabilità del legno, le soluzioni tecnologiche disponibili sul mercato consentono tempi di costruzione estremamente contenuti. Ma quali sono i principali sistemi costruttivi per realizzare edifici in legno? Le strutture in legno hanno radici che affondano nella storia e nella geografia dei luoghi, ma quali sono i sistemi in grado di garantire tempi di costruzione nettamente inferiori rispetto ai sistemi tradizionali, elevati livelli di sicurezza antisismica e alti parametri di durabilità dell’edificio, oggi ancora presenti? Quali le tecniche più tradizionali e quelle più innovative?
Una distinzione di base tra i vari tipi di costruzioni in legno può essere fatta tra costruzioni di tipo massiccio e costruzioni di tipo leggero, per le quali una differenza fondamentale sta nella posizione dello strato isolante: separato dalla struttura portante nel primo caso, nello stesso piano in quelle di tipo leggero. In queste ultime, inoltre, gli elementi portanti sono prodotti di tipo lineare provvisti di una pannellatura sottile, mentre in quelle di tipo massiccio vengono impiegati elementi di tipo piano di grandi dimensioni. Possedendo una massa e una capacità di immagazzinamento di energia più elevate, le costruzioni di legno di tipo massiccio, di regola, non necessitano di alcuna barriera al vapore. I vantaggi del legno rispetto a materiali come l’acciaio e il calcestruzzo armato, dovuti alla sua leggerezza, flessibilità, caratteristica preziosa nella progettazione antisismica, facilità di lavorazione e impatto ambientale sono ormai noti. Il legno è ritenuto anche un materiale ecologico, rinnovabile, durabile – con i dovuti accorgimenti tecnici o trattamenti preservanti – e resistente al fuoco. Le tecnologie costruttive in legno più utilizzate in Italia e nel mondo, in ordine cronologico, sono: Blockbau, Platform Frame, travi e pilastri (Telaio), CLT (Cross Laminated Timber) o X-lam o Cross lam (vedi BOX 1). In base alla precedente classificazione, si può anche distinguere in sistemi leggeri – Platform Frame, Telaio – e pesanti (X-lam, Blockbau). Nel tempo, la tecnica si è evoluta notevolmente, implementando nuovi prodotti legnosi compositi e ingegnerizzati, e affinando le modalità di connessione degli elementi strutturali.
IL QUADRO NORMATIVO PER IL LEGNO STRUTTURALE In base alla normativa vigente, i nuovi edifici devono essere progettati in modo da assicurare un prestabilito stato di danneggiamento al variare del livello di intensità sismica di riferimento, indipendentemente dalla tipologia costruttiva utilizzata e dal numero di piani. Gli edifici nuovi, quindi, devono essere progettati in modo da mitigare il rischio sismico e rendere sicure le attività per le quali la struttura è stata progettata. Le tecniche e le tipologie costruttive delle nuove costruzioni in legno hanno subito una notevole evoluzione negli ultimi anni. Molti sistemi hanno subito la trasformazione delle tecniche di assemblaggio degli elementi e l’utilizzo di elementi compositi in sostituzione degli elementi in legno massiccio. All’interno delle Norme Tecniche per le Costruzioni ci sono ben tre sotto-capitoli relativi alla progettazione delle strutture di legno: ■ il paragrafo 4.4 “Costruzioni di legno” all’interno del Capitolo 4 “Costruzioni civili e industriali”;
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SPECIALE BOX 1 DAL BLOCKBAU ALL’X-LAM, LE TECNICHE COSTRUTTIVE IN LEGNO PIÙ DIFFUSE
Struttura Blockbau: la casa di tronchi È il sistema costruttivo più antico per la realizzazione delle case in legno, detto anche “bloch-house”, e prevede la costruzione delle pareti attraverso la sovrapposizione orizzontale di elementi lignei pesanti incastrati, uno sull’altro, in altezza, innalzando la parete fino al tetto. Le travi sono di diverso spessore e sono generalmente lasciate “a vista”. L’incastro viene realizzato negli angoli, mediante dei nodi che possono essere “a croce” (standard) o “a coda di rondine”. La Blockhaus può poggiare sul terreno con solaio a terra (a contatto con il terreno) oppure per mezzo di elementi puntuali (rialzata dal terreno). Nel caso poggi direttamente su un solaio a terra va creato un vespaio alla base e i tronchi adiacenti vanno impermeabilizzati, diversamente, la costruzione è posta su elementi puntuali, come piccoli piedini che la tengono rialzata evitando il contatto con il terreno e quindi i ristagni dell’acqua. A distanze prefissate, gli elementi lignei vengono forati per permettere l’inserimento di barre di acciaio che ancorino la struttura a terra che ne impediscano il ribaltamento in caso di terremoti (la stessa funzione che ha l’hold down nel sistema X-lam). Pur essendo il sistema più antico, oggi è quello meno popolare, soprattutto nei centri urbani dove si preferiscono i sistemi a telaio e X-lam. Gli edifici costruiti con sistema block-house si trovano perlopiù nelle zone alpine.
Platform Frame, struttura intelaiata (o a traliccio) Nato nel Nord Europa e oggi molto diffuso in Nord America, in particolare in Canada, il Platform Frame è un sistema costruttivo leggero, che ha la possibilità di essere realizzato direttamente in cantiere o preassemblato in fabbrica comprensivo di infissi, per poi essere velocemente posto in opera. Gli elementi costitutivi del sistema sono una serie di travetti che, a seconda della loro posizione,
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il paragrafo 7.7 “Costruzioni di legno” all’interno del Capitolo 7 “Progettazioni per azioni sismiche”; il paragrafo 11.7 “Materiali e prodotti a base di legno” all’interno del Capitolo 11 “Materiali e prodotti per uso strutturale”.
Rispetto alla precedente versione delle Norme, il paragrafo 4.4 delle NTC 2018, è caratterizzato da una maggior armonizzazione ai codici di calcolo Europei in termini di coefficienti parziali di sicurezza. Per la prima volta viene prevista la possibilità di applicare differenti coefficienti parziali di sicurezza (ɣM) in funzione del Coefficiente di Variazione della resistenza dei materiali a base legno. Nel capitolo sono, inoltre, enunciati i principali metodi di analisi per le verifiche agli Stati Limite, senza tuttavia definire alcuna formula di calcolo, per le quali occorre fare riferimento all’Eurocodice 5 o alle istruzioni CNR DT/206. Il paragrafo 7.7 definisce le regole aggiuntive per la progettazione delle strutture di legno nei confronti delle azioni sismiche. In questo paragrafo, che riprende quasi interamente il contenuto del corrispondente capitolo 8 dell’Eurocodice 8, sono definite le tipologie strutturali ammesse in zona sismica e i corrispondenti valori del fattore di struttura q. Il paragrafo 11.7 fornisce, invece, tutte le informazioni necessarie perché i materiali e i prodotti strutturali a base di legno possano essere prescritti dal Progettista, accettati dal Direttore dei Lavori, identificati univocamente a cura del fornitore e qualificati sotto la responsabilità del fornitore. Alla normativa di cui sopra, si aggiunge il DPR 380/01, aggiornato, da ultimo, con le modifiche apportate dal D.L. 16 luglio 2020, n. 76, convertito con modificazioni dalla l. 11 settembre 2020, n. 120: la legge quadro nel settore dell’edilizia che contiene i principi fondamentali e le disposizioni generali per l’attività edilizia.
Legno SUPERBONUS 110% PER LA RIGENERAZIONE DELLE CASE IN LEGNO Il Superbonus 110% per abitazioni unifamiliari e villette, prorogato al 31 dicembre 2022 con la Legge di Bilancio 2022 (Legge 30 dicembre 2021, n. 234), senza più il vincolo legato al tetto Isee di 25mila euro, e utilizzabile solo se al 30 giugno siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo, si applica anche alle abitazioni in legno prefabbricate e può comportare significativi vantaggi economici per i proprietari, ma soltanto a determinate condizioni. È soltanto ammessa infatti la cosiddetta demo-ricostruzione o rigenerazione, ovvero la demolizione di vecchie strutture residenziali esistenti e la sostituzione con nuovi fabbricati, che non devono superare la cubatura precedente. Quindi, se un edificio è in stato di abbandono oppure ha bisogno di importanti lavori di ristrutturazione, demolirlo e ricostruirlo da zero e in legno può essere un’ottima soluzione. La normativa di riferimento è la circolare 24/E/20 dall’Agenzia delle Entrate che ha precisato che le demolizioni e ricostruzioni per accedere all’agevolazione devono essere inquadrabili come interventi di ristrutturazione edilizia, così come definiti dall’articolo 3, comma 1, lettera d) del Testo unico dell’edilizia. Si rientra quindi nel caso agevolabile previsto dall’articolo 3, Dpr 380/01. Con la demolizione e ricostruzione, il cliente che commissiona una casa prefabbricata ha diritto all’Ecobonus al 110% potendo beneficiare – in base al tipo di caratteristiche dell’immobile – anche del Sismabonus. I lavori di ricostruzione di una casa prefabbricata garantiscono anche i requisiti minimi di prestazione energetica previsti dal Dm 26 giugno 2015 consentendo di assicurare il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio o, nei casi in cui non sia possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, dimostrabile mediante Attestato di prestazione energetica (Ape). In riferimento alla verifica del 30% del SAL al 30 giugno 2022 per proseguire i lavori fino al 31 dicembre 2022, il testo di legge sembrerebbe imporre di fare riferimento all’ammontare complessivo delle spese, desumibile dal contratto di appalto, e non agli importi ammessi a detrazione. Inoltre, l’interpretazione letterale del testo porterebbe anche a ritenere che la percentuale di esecuzione dei lavori (“30% dell’intervento complessivo”) debba risultare “effettuata” al 30 giugno, e non necessariamente pagata.
ALTRI BONUS: ECOBONUS E SISMABONUS A parte il Superbonus 110%, è possibile beneficiare di altre due agevolazioni per la costruzione di una casa in legno: l’Ecobonus, pensato per stimolare interventi di efficienza energetica e il Sismabonus, mirato al miglioramento delle proprietà antisismiche degli immobili, entrambi prorogati fino al 2024. L’Ecobonus permette di avere una detrazione fino al 65% delle spese sostenute per riqualificare l’edificio, con tetti di spesa variabili a seconda dei lavori. Una casa in legno si presta particolarmente a questa agevolazione, dato che il legno è un materiale isolante con ottime prestazioni, che consente un elevato risparmio energetico. Il Sismabonus, invece, consente di avere una detrazione dal 50% all’85% delle spese sostenute per effettuare interventi antisismici in
sono denominati montanti (verticali) e traversi (orizzontali). La loro unione genera lo scheletro di una parete, successivamente chiusa per mezzo di pannelli strutturali OSB, fissati attraverso l’utilizzo di chiodi ad aderenza migliorata e angolari metallici. Gli interstizi tra i travetti possono alloggiare materiale isolante ed è possibile prevedere anche un ulteriore strato all’esterno, a formare un pacchetto parete completo. Il sistema Platform Frame poggia generalmente su una platea in cemento armato. Il collegamento fra la struttura in legno e le fondazioni viene assicurato mediante opportune barre filettate in acciaio o tasselli a pressione. In questo sistema ogni piano di un edificio funge da piattaforma per i piani superiori, cioè l’edificio viene realizzato un piano alla volta e il solaio sottostante funge da piattaforma per il piano successivo (da qui il nome Platform Frame). Se i pilastri non si interrompono e coprono l’altezza di più piani, il sistema viene chiamato “Balloon Frame”. In Italia il Platform Frame è poco diffuso. Un esempio vincente della sua applicazione è il progetto dell’Università di Roma Tre, RhOME for denCity, vincitore assoluto dell’edizione 2014 del Solar Decathlon Europe.
Strutture a telaio: travi e pilastri Il sistema costruttivo a telaio è una soluzione leggera, di antiche origini, che prevede la realizzazione di uno scheletro portante con travature in legno massiccio o lamellare, che svolgono la funzione di trave o di pilastro, e tamponature non portanti. Il sistema di travi e pilastri funziona come un telaio di qualsiasi altro materiale, ma richiede un’attenta progettazione di controventi sia verticali che orizzontali. Le dimensioni delle travi e dei pilastri variano in base alle luci da coprire e ai carichi da supportare; per i pilastri, inoltre, è importante considerare l’altezza. I tamponamenti possono essere posizionati esternamente alla struttura, riducendo i ponti termici, oppure in luce ai pilastri, creando situazioni di discontinuità, ma lavorando come controventi. Travi e pilastri sono disposti in modo da garantire totale flessibilità nello studio delle facciate e delle pareti divisorie interne. Gli elementi lignei possono essere uniti tra loro attraverso connessioni a tutto legno o metalliche, ma è bene precisare che la normativa impone l’uso dei connettori metallici. SEGUE A PAGINA 32
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SPECIALE Questa tecnologia costruttiva, perfetta per edifici multipiano, consente ampia libertà di distribuzione in pianta delle pareti, con possibilità di spostarle anche successivamente, flessibilità architettonica nel disegno delle facciate e bassa incidenza di metri cubi di legname per metro quadro costruito.
Struttura a pannelli portanti: X-lam (Cross lam) o CLT (Cross Laminated Timber) L’X-lam (Cross-Lam) o CLT (Cross Laminated Timber) è un prodotto ligneo, la cui origine risale ai primi anni Novanta in Germania, successivamente perfezionato in Italia, nei laboratori del CNR Ivalsa, in collaborazione con l’Università di Trento e il Politecnico austriaco di Graz. Il sistema X-lam rappresenta l’innovazione tecnologica nel campo della costruzione di case ed edifici in legno. Si tratta di pannello multistrato in legno, risultante dalla somma di tante lamelle affiancate e unite in modo incrociato a strati alterni, che in numero sempre dispari, possono variare da un minimo di 3 a un massimo di 9 stratificazioni. Composto da strati incrociati incollati tra loro, al 99,4% da legno e allo 0,6% da colla, il pannello X-lam rende il sistema costruttivo altamente flessibile. L’alternanza di ortogonalità, crea anche un’alternanza di disposizione delle fibre e quindi della direzione resistente, che conferisce una maggiore forza a tutto il pannello in ambo le direzioni, essendo il legno, per sua natura, un materiale anisotropo, caratterizzato cioè da una diversa resistenza secondo le direzioni con valore massimo nella direzione parallela alle fibre e minore se perpendicolare o trasversale. Nel complesso, è considerato un materiale monolitico in grado di sopportare carichi elevati e resistere alle sollecitazioni esterne e sismiche. Grazie all’introduzione di prodotti a base di legno ingegnerizzato, come il Cross-Laminated-Timber (CLT), è possibile realizzare edifici sicuri, efficienti e sostenibili. I pannelli in CLT possono essere usati come sistemi resistenti alle forze sismiche grazie alla loro elevata forza e rigidezza nel piano e alla possibilità di realizzare giunzioni pannello-pannello e pannello-fondazione in grado di dissipare energia. Le connessioni metalliche (connettori tradizionali chiodati), progettate appositamente per resistere alle sollecitazioni sismiche, inizialmente ideate per edifici con struttura portante a telaio, sono di tipo hold down e angular bracket.
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un edificio. La costruzione in legno può essere notevolmente migliorata usufruendo di questo bonus anche dal punto di vista del rischio sismico.
LE PRINCIPALI CERTIFICAZIONI Si parla spesso di prodotti, materiali e produzione certificati. Ma cosa si intende? Cosa significa “certificazione” nel caso delle case in legno? La certificazione di un prodotto è un documento, rilasciato da un ente preposto, che attesta il superamento da parte di un prodotto, processo di produzione o materiale, di una serie di controlli e valutazioni specifiche, garantendo, in base al tipo di certificazione, la qualità ottimale degli stessi. Nel settore delle case in legno esistono svariate tipologie di certificazioni, raggruppabili sostanzialmente in tre macro aree: certificazioni di produzione, legate ai processi e ai sistemi produttivi e costruttivi, certificazioni dei materiali, in merito alla provenienza e la qualità degli stessi, e certificazioni di abitabilità, garanzie legate alla sicurezza, al comfort abitativo e alla stabilità delle costruzioni. Di seguito sono analizzate le principali, rispettando la suddivisione per categoria.
Certificazioni di produzione Le certificazioni di produzione delle case in legno riguardano sia l’azienda che costruisce, garantendone le competenze, la professionalità, la messa a norma degli impianti utilizzati e i criteri con cui vengono eseguite tutte le fasi di produzione, sia i processi di elaborazione dei diversi metodi costruttivi impiegati. Oltre alle ben note certificazioni ISO, in particolare ISO 9001 e ISO 14001, che garantiscono un sistema di gestione qualità e produzione affidabile e sostenibile, in Europa, la più importante certificazione di idoneità di un prodotto è l’ETA.
Legno Certificazione ETA L’ETA, Benestare Tecnico Europeo, viene rilasciata dai Technical Assessment Body (TAB), organismi tecnici abilitati, volontari, indipendenti e competenti nell’ambito della tipologia di prodotto, distribuiti sui vari territori nazionali. Le linee guida che i TAB devono seguire per far ottenere la certificazione ETA si chiamano ETAG e sono dettate e promulgate dall’EOTA (European Organisation for Technical Approvals). Per quanto riguarda le case in legno, esistono due tipi di ETAG: ■ ETAG 007 – per le case costruite con metodo a telaio; ■ ETAG 012 – per case costruite con metodo blockhaus. Riguardo al sistema costruttivo X-lam, essendo una tecnologia relativamente nuova, non è stato promulgato un ETAG apposito, ma si fa riferimento a una procedura CUAP (Common Understanding of Assessment Procedure), chiamata “Solid wood slab element for use as structural element in buildings”. In base al metodo costruttivo che utilizza, ogni produttore dovrà richiedere a un TAB la certificazione adeguata. Ottenuto il certificato ETA, e dopo altre verifiche, il prodotto potrà ottenere anche la marcatura CE dell’Unione Europea.
Certificazione LEED La certificazione LEED è un’altra importante certificazione legata all’intero processo di produzione. I criteri necessari per ottenere questa certificazione garantiscono, dalla progettazione alla realizzazione, la precisione nella progettazione, nello sviluppo e la sostenibilità del progetto, nonché le prestazioni degli edifici green e la competenza dei professionisti.
Certificazione S.A.L.E. La certificazione S.A.L.E. (Sistema di Affidabilità del Legno in Edilizia) rappresenta un particolare tipo di attestato sul produttore in quanto unisce la qualità del prodotto a strumenti finanziari utili all’acquisto. È un protocollo di qualità ideato e rilasciato da FederlegnoArredo, l’associazione che raggruppa e rappresenta molte delle aziende italiane che operano nella filiera del legno in edilizia, sviluppato per favorire la diffusione degli edifici residenziali in legno di qualità e le tecnologie costruttive che sono alla base di questo tipo di soluzioni. I costruttori di immobili in bioedilizia certificati S.A.L.E. sono tenuti a rispettare standard di qualità produttivi e realizzativi e possono offrire particolari agevolazioni economiche grazie ad accordi con assicurazioni e istituti di credito. Il protocollo infatti non si applica alle singole case in legno, ma al processo costruttivo delle aziende produttrici, ed è valido per entrambi i sistemi costruttivi più diffusi per gli edifici in legno, ovvero Telaio e X-lam. I costruttori di case prefabbricate in legno che aderiscono al protocollo S.A.L.E. sono tenuti a garantire la conformità dell’opera in ogni fase della realizzazione, con visite iniziali in cantiere e negli stabilimenti produttivi e una visita di sorveglianza annuale, con lo scopo di verificare tutti gli aspetti tecnici, operativi e gestionali di tali imprese, dall’acquisto dei materiali alla gestione dei cantieri. Le convenzioni con i più importanti istituti di credito e società di assicurazione a livello nazionale, inoltre, danno accesso a condizioni agevolate dal punto di vista finanziario e di copertura dai rischi: è possibile infatti sottoscrivere linee di mutui dedicate specificamente alle costruzioni in legno, con tempistiche
Le connessioni hold down (piastre angolari allungate) hanno il compito di impedire il ribaltamento della struttura, per effetto delle azioni orizzontali (vento o sisma). Sono collegate alle pareti con chiodi o viti, e alle fondazioni per mezzo di barre filettate e resistono a sforzi di trazione. Le connessioni angolari, invece, hanno la funzione di impedire lo scorrimento orizzontale e resistono a forze di taglio. Esistono però alcune criticità che, in alcuni casi, limitano l’impiego della tecnologia costruttiva X-lam: i problemi deriverebbero proprio dai connettori tradizionali chiodati o avvitati. L’approccio progettuale tradizionale è valido, infatti, per edifici in CLT di medio-piccole dimensioni, con un numero indicativo massimo di 4 piani, in cui tutte le pareti lignee non forate resistono sia ai carichi verticali gravitazionali che a quelli orizzontali (vento o sisma). Su ogni parete vengono predisposti elementi di connessione in grado di resistere alle forze di trazione (Hold-down, generalmente disposti ai lati) e alle forze di taglio (angular bracket, disposti sul bordo inferiore). Dall’analisi delle criticità dei sistemi di connessione tradizionali e dalla volontà di definire connettori del tutto nuovi, in grado di ottimizzare l’assemblaggio dei pannelli X-lam, sono stati proposti, nel corso degli ultimi anni, dei sistemi di connessione innovativi. Alcuni studi presenti in letteratura, hanno infatti evidenziato la non idoneità di tali connettori alla progettazione di edifici multipiano, dovuta alle limitate resistenze e rigidezze offerte (1-2). L’impiego di tipologie di connessione alternative a quelle tradizionali e disponibili in letteratura, che, per esempio, prevedono l’impiego di sistemi di tipo Tie-down (tiranti verticali), consentirebbe di realizzare delle lame di controventamento in CLT a elevate prestazioni sia in termini di rigidezza che di resistenza alle azioni orizzontali, rendendo gli spostamenti della struttura compatibili con quelli degli elementi non strutturali (impianti, vetrate, etc.), e di gerarchizzare il sistema di pareti sismo-resistenti (3). Rispetto alla metodologia tradizionale, questo approccio innovativo prevede di individuare un numero di pareti controventanti limitato, possibilmente con una distribuzione regolare in pianta, mentre le restanti pareti devono resistere solamente alle azioni verticali, consentendo di ottimizzare il numero di connessioni e, a seguito di un evento sismico, SEGUE A PAGINA 34
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SPECIALE di effettuare velocemente il loro controllo e una eventuale sostituzione, dato il numero limitato di elementi da ispezionare. Nell’ambito del progetto di ricerca TIRISICO “Tecnologie innovative per la riduzione del rischio sismico delle costruzioni” finanziato dalla regione Emilia Romagna (POR-FESR 2017-2019), è stata sviluppata una nuova tecnologia costruttiva a pannelli CLT caratterizzata da un limitato livello di danneggiamento a seguito dell’evento sismico, realizzata mediante pareti in CLT posttese equipaggiate con dissipatori (dispositivi isteretici esterni), che svolgono la funzione di controventamento del fabbricato, sostituibili a valle di un evento sismico. Il sistema a pareti post-compresse in legno (CLT), rispetto agli analoghi “tradizionali”, è integrato con dispositivi in acciaio con il compito di ricentrare la struttura e dissipare energia. In particolare, l’effetto ricentrante è affidato a cavi o barre in acciaio disposti all’interno della parete e ancorati in fondazione, che verranno post-tesi in seguito all’assemblaggio. L’effetto dissipativo invece è affidato ad appositi elementi posizionati in alcuni punti della struttura e sono pensati in modo da poter essere sostituiti in seguito al danneggiamento. Questo tipo di sistema è pensato per edifici con schema strutturale a telaio, in quanto i carichi verticali sono portati dalle travi e dai pilastri, mentre alle pareti è affidata la maggior parte dell’azione sismica. In questo modo, cercando di localizzare il danneggiamento in pochi punti, si cerca di mantenere una buona funzionalità della struttura in seguito al sisma. Come tutte le strutture in legno, anche le strutture in X-lam vanno protette dal contatto col terreno e quindi dalle infiltrazioni di umidità, sopraelevando la struttura al di sopra della piattaforma del solaio per mezzo di un cordolo in cemento armato oppure attraverso una trave in legno di larice (più resistente agli agenti atmosferici) oppure, con sistemi più moderni che prevedono dei cordoli in metallo. Uno dei maggiori vantaggi nell’uso di questo sistema costruttivo sta nella completa possibilità di prefabbricazione in stabilimento. Le dimensioni massime dei pannelli X-lam sono correlate alla dimensione del mezzo di trasporto e possono raggiungere i 24 m in una direzione, i 4,80 m nell’altra e uno spessore di 500 mm.
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dedicate o detraibilità fiscale più alta, oppure aprire polizze scoppio incendio e grandi rischi con premi e prezzi simili o anche inferiori a quelli dell’edilizia tradizionale. I requisiti di ingresso da soddisfare per ottenere la certificazione S.A.L.E. sono: ■ possesso della certificazione di catena di custodia PEFC e/o FSC; ■ presenza in organico di un Direttore operativo o Ispettore di cantiere come da normativa UNI TR 11499/2013; ■ avere realizzato almeno 6 unità abitative chiavi in mano con struttura in legno o, in alternativa, costruzioni di complessità ingegneristica equivalente. Il percorso certificativo si articola lungo una serie di audit con cadenza annuale e 5 fasi di controllo e verifica nei cantieri e nello stabilimento dell’azienda candidata, con focus ogni volta concentrato su un’area specifica: conformità del materiale in ingresso allo stabilimento e certificazioni dei materiali impiegati; analisi del progetto e dei particolari costruttivi; verifica di prefabbricazione e preassemblaggio, controlli dell’umidità dei materiali; corretta gestione del cantiere; documentazione.
Legno Il sistema X-lam viene impiegato molto spesso anche per via delle sue eccellenti qualità termoacustiche, intrinseche nel legno, ma rafforzate dallo spessore coibentante posto all’esterno del setto in legno (sistema a cappotto) e alcune volte anche all’interno (occupando gli spazi che rimangono liberi da impianti nell’intercapedine impiantistica). L’elevata inerzia termica dei pannelli X-lam assicura agli ambienti interni elevata protezione dal caldo estivo o dalle fredde temperature invernali. L’elevata versatilità del sistema e la robustezza e flessibilità dei pannelli X-lam permette di progettare diverse soluzioni architettoniche e di realizzare edifici multipiano in legno. Sostanzialmente, in termini di caratteristiche, la differenza tra sistema a telaio e X-lam sta nella natura della struttura portante, costituita da travi e montanti nel primo caso e realizzata con pannelli di legno incrociati e incollati tra loro, nel secondo. Essendo le strutture a telaio più leggere rispetto a quelle X-lam, spesso vengono impiegate per realizzare dei soppalchi, mentre le strutture X-lam, per la loro grande robustezza, sono perfette anche per edifici multipiano e per palazzine di medie-grandi dimensioni.
Legno lamellare
Certificazioni del materiale Questa tipologia di certificazioni si riferisce al legno utilizzato nella costruzione della casa e attesta che gli alberi di cui sono fatte le parti in legno provengono da aree gestite in maniera sostenibile per l’ambiente. Grazie a esse, il cliente può conoscere la provenienza del legno e essere informato in merito al fatto che i criteri ecologici e le procedure dei processi di trasformazione del materiale garantiscono benefici ambientali, sociali ed economici. A livello internazionale, le più importanti certificazioni che garantiscono la sostenibilità del legname utilizzato sono: PEFC ed FSC (vedi BOX 2). Quando è presente il marchio PEFC, significa che il materiale a base legnosa contenuto nel prodotto proviene da una foresta certificata PEFC. La certificazione PEFC offre molti vantaggi: dall’evidenziare le scelte di approvvigionamento sostenibile al soddisfare gli esigenti requisiti legislativi e di mercato. La certificazione FSC è una certificazione internazionale, indipendente e di parte terza, specifica per il settore forestale e i prodotti – legnosi e non legnosi – derivati dalle foreste. Esistono due tipi di certificazione
Quando è necessario coprire luci decisamente maggiori, è ancora possibile utilizzare il legno, ricorrendo al legno lamellare che permette di realizzare coperture di dimensioni notevoli e di geometrie complicate, con luci anche oltre i 30 metri. Le travi in legno lamellare sono realizzate incollando fra loro elementi in legno di dimensioni minori, realizzate, per esempio, con abete e acero, dalle buone capacità strutturali. Questa tecnologia consente una progettazione dell’edificio libera che trova nel legno un’ottima soluzione anche in termini di livelli di isolamento acustico e resistenza. Le grandi coperture in legno, di grande impatto dal punto di vista estetico, del design e del benessere abitativo, sono veloci da realizzare, leggere, completamente naturali e rappresentano un grande valore aggiunto per strutture e abitazioni. Grazie alla sua composizione, il legno lamellare può dar vita a diverse forme, può essere curvato e non presenta i nodi o i tipici difetti del legno. Per questo, è in grado di donare all’ambiente eleganza, unicità e calore.
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SPECIALE LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI, FSC® E PEFC™: CHI SONO?
BOX 2
FSC – Forest Stewardship Council ONG internazionale, no-profit, nata nel 1993 coinvolge numerosi soggetti (gruppi ambientalisti, proprietari forestali, gruppi di popolazioni indigene, industrie del legno e della carta/stampa, imprese di distribuzione, centri di ricerca etc.). Promuove la gestione responsabile delle foreste nel mondo. FSC si impegna affinché le foreste nel mondo soddisfino i bisogni sociali, ecologici ed economici della generazione presente senza compromettere quelli delle generazioni future. La mission è la promozione di una gestione delle foreste nel mondo che sia rispettosa dell’ambiente, socialmente utile ed economicamente sostenibile
PEFC – Programme for Endorsement of Forest Certification schemes È un’Organizzazione internazionale senza scopo di lucro e non governativa, impegnata nel promuovere la gestione sostenibile delle foreste. Fondata nel 1999, è un’Alleanza di sistemi nazionali, di certificazione forestale, ONG, sindacati, imprese, associazioni di categoria, organizzazioni di proprietari forestali e persone coinvolte. PEFC lavora per proteggere le nostre foreste promuovendo la loro gestione sostenibile attraverso la certificazione. L’obiettivo di PEFC è di trarre beneficio oggi dai numerosi prodotti e servizi che le foreste forniscono, garantendo allo stesso tempo il loro mantenimento in salute anche per le generazioni future.
FSC: la certificazione di Gestione forestale, per proprietari e gestori forestali, e la certificazione di Catena di Custodia (Chain of Custody - CoC), per imprese di trasformazione e/o commercio di prodotti forestali. Nel caso della certificazione di Gestione Forestale si parla di boschi, foreste e piantagioni e la certificazione è rivolta alle Proprietà forestali. Il suo ottenimento attesta che le pratiche di gestione forestale adottate (selvicolturali, di assestamento forestale, di meccanizzazione e utilizzazione forestale, etc.) soddisfano criteri di gestione forestale sostenibile, in linea con i requisiti ambientali, sociali ed economici previsti dai pertinenti standard. Per certificazione della Catena di Custodia si intende la tracciabilità dei prodotti lungo tutta la filiera produttiva, dal Bosco certificato al Consumatore finale. A livello nazionale, invece, esiste il certificato Lignius, una sorta di codice etico a cui si può aderire per garantire che gli alberi utilizzati per la produzione del legname siano certificati e trattati secondo regole di tutela del patrimonio forestale. Le aziende Lignius Certified Member sono sottoposte a una certificazione dettagliata e rigorosa per quanto concerne le procedure di produzione, progettazione e messa in opera in cantiere, fino alla realizzazione finita degli edifici. Ogni azienda produttrice di case in legno è tenuta a fornire una documentazione completa delle proprie caratteristiche e tutte le certificazioni e i controlli di qualità produttiva cui è stata sottoposta. Il codice etico Lignius garantisce inoltre che gli alberi destinati alla produzione di case in legno da
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parte delle aziende partner provenga esclusivamente da colture in linea con le normative di tutela del patrimonio forestale.
Certificazioni di abitabilità Realizzata la casa in legno, esistono certificazioni che garantiscono il livello di prestazioni energetiche raggiunto, la sicurezza in caso di incendio sisma e il comfort abitativo in generale in base a criteri prefissati. Tra queste, le più importanti sono il certificato energetico CasaClima, la certificazione ARCA e la certificazione Passivhaus. Oltre queste, grande importanza rivestono i marchi di certificazione internazionali. In Europa esistono varie associazioni e istituti di controllo estremamente qualificati come l’Associazione Tedesca Costruttori Case in Legno (BDF – Bundesverband Deutscher Fertigbau), il Qualitätsgemeinschaft Deutscher Fertigbau (QDF), il Gütegemeinschaft Deutscher Fertigbau (GDF), BS Holz, PEFC, FSC, Klima Aktiv (una sorta di CasaClima Austriaca), oltre ai marchi di qualità RAL e CE. ■ La Certificazione CasaClima (o KlimaHaus) è un documento, rilasciato dall’omonima agenzia indipendente di Bolzano, che assicura la qualità di un edificio e le sue caratteristiche energetiche secondo criteri di sostenibilità ambientale e in linea con la Direttiva UE 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia. ■ La Certificazione ARCA, che garantisce elevati standard qualitativi, di comfort ed economici della casa in
Legno
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legno, è il primo sistema di certificazione relativo agli edifici con struttura portante in legno ad assicurare durabilità e sostenibilità dei materiali e dei processi, e a certificare il risparmio energetico dell’edificio, ma anche la salubrità degli ambienti domestici e la sicurezza in caso di terremoti o incendi. Arca controlla sia la fase di progettazione che di realizzazione, monitorando tutto l’edificio. Controllato il progetto, vengono effettuate dai tecnici due visite in cantiere e due test, il blower door test e il test acustico, con cui vengono certificate rispettivamente la permeabilità all’aria dell’edificio e l’isolamento acustico della struttura. La Certificazione Passivhaus è legata al fabbisogno energetico della casa, che deve rispettare alcuni parametri molto ristretti di consumo di energia, per il riscaldamento, il raffrescamento e energia elettrica per impianti ed elettrodomestici. L’abitazione passiva è progettata e costruita sfruttando al massimo le capacità e le tecnologie dell’involucro, per aumentare il calore interno d’inverno e mantenere il fresco negli ambienti domestici in estate.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE 1. Gavric I., Fragiacomo M., Ceccotti A., (2015): Cyclic behaviour of typical metal connectors for crosslaminated (CLT) structures. Materials and Structures/ Matériaux et Constructions, 48,6,1841,1857,10.1617/s11527014-0278-7; 2. Tomasi R., Smith I., (2015): Experimental characterization of monotonic and cyclic loading responses of CLT panel-to-foundation and angle bracket connections. Journal of Materials in Civil Engineering, 27(6), 04014189; 3. Loss C, Pacchioli S, Polastri A, Casagrande D, Pozza L, Smith I, (2018) Numerical Study of Alternative Seismic-Resisting Systems for CLT Buildings. MDPI Buildings. 4. www.tirisico.it
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SPECIALE
Cosa offre il mercato Soluzioni a base acqua per proteggere e nobilitare il legno Per proteggere e nobilitare il legno con innovative soluzioni idrodiluibili, San Marco ha arricchito la sua gamma di prodotti Unimarc con quattro soluzioni a base acqua, per un’adeguata preparazione del fondo e per ravvivare e restaurare le superfici già verniciate. Tra questi, Unimarc Duo Legno è il nuovo impregnante e finitura con cere micronizzate, che ravviva le tonalità delle venature del legno e nel contempo conferisce protezione dai raggi UV e previene l’azione di funghi e muffe. Idoneo anche per la cantieristica su legni assorbenti, questo prodotto all’acqua è perfetto per il fai da te, perché racchiude in un’unica soluzione le funzioni dell’impregnante e della finitura cerata, garantendo lavori veloci e di qualità. Applicabile su superfici nuove o già verniciate, Unimarc Duo Legno si essicca rapidamente assicurando allo stesso tempo risultati ottimali. Sono, inoltre, state pensate soluzioni per i professionisti, tra cui il fondo/finitura semicoprente Unimarc Antitannino, in grado di contrastare la formazione di antiestetici aloni e macchie provocati dalla presenza di tannini; contro insetti xilofagi, termiti e funghi, Unimarc Preserver Legno – utilizzato prima dell’impregnante – penetra in profondità aumentando la stabilità del legno e prevenendo i fenomeni di ingrigimento, senza alterare la naturalezza dei supporti. Per la protezione di legni assorbenti, Unimarc Expert Impregnante, infine, crea un effetto idrorepellente e non forma alcuna pellicola, rendendo omogenea la colorazione del legno con tempi di essiccazione molto rapidi.
www.san-marco.com
Casa in legno prefabbricata Vario Haus ha realizzato una villa monofamiliare di 150 m2 su un solo livello in soli quattro mesi. La nuova abitazione è stata studiata e progettata per abbattere i consumi energetici e consegnata in classe di consumo A. Per la costruzione delle pareti, Vario Haus ha optato per la linea EcoLine – con uno spessore di 319 mm e un valore di trasmittanza pari a 0,15 W/m20K –, le ampie vetrate aperte sul paesaggio sono incorniciate da serramenti in legno con triplo vetro basso emissivo (Ug=0,5 W/m20K, Uw=0,73 W/m20K), che garantiscono le massime prestazioni e la migliore durata nel tempo. Protagonista indiscusso è il legno di larice: dalla struttura del soppalco sopra la cucina e aperta sul living, al soffitto con travi a vista nella zona giorno, fino al rivestimento di una porzione di facciata esterna.
www.variohaus.it
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DENTRO L’OBIETTIVO
Arcadia Center una riqualificazione olistica per il nuovo headquarter Volkswagen
Credit: Moreno Maggi
Non solo cemento e vetro, ma anche aria e luce. Sono gli elementi che lo Studio Giuseppe Tortato Architetti ha utilizzato per dare una nuova vita a un edificio terziario degli anni Sessanta a Milano a cura di FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO 40
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a natura come elemento dirompente e rigenerativo, il reciproco rapporto di influenza tra architettura e quartiere, l’utilizzo di prodotti di qualità sapientemente connessi dallo Studio Giuseppe Tortato Architetti, sono questi gli elementi caratteristici dell’Arcadia Center, il nuovo headquarter di Volkswagen Leasing e Volkswagen Bank. Il nuovo immobile, punta di diamante nel portfolio di InvestiRE SGR, va a riqualificare un edificio terziario sorto alla fine degli anni Sessanta nel quartiere Gallaratese di Milano. La ricerca rivolta a un’architettura in cui fruitori e cittadini possano riconoscersi e identificarsi passa attraverso una profonda comprensione del luogo, della sua storia e della relazione, anche sensoriale, che si instaura tra costruzione, contesto e abitanti. Il nuovo progetto assume un valore non solo funzionale, ma anche storico e simbolico raggiungibile attraverso un attento studio delle dinamiche locali. Pur nella varietà degli oggetti architettonici, nelle vicinanze dell’area di progetto ricorrono numerosi edifici multipiano destinati a uffici realizzati a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta; questi volumi sono accomunati da facciate continue a nastro di memoria razionalista che hanno avuto un largo impiego nell’edilizia del secondo dopoguerra. L’orizzontalità delle facciate del progetto dell’Arcadia Center diventa così un’assonanza, una reinterpretazione di un carattere dell’area, restituendo un’immagine dell’esistente al
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tempo stesso rinnovata e familiare. Il nuovo e iconico edificio nasce da un articolato studio di rigenerazione urbana ed è frutto di scelte progettuali sfidanti che hanno modificato completamente l’immagine della preesistenza, caratterizzata da una mastodontica rigidità, esaltandone le forme attraverso un design dell’involucro riconoscibile e rappresentativo, pur mantenendo le strutture esistenti.
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DENTRO L’OBIETTIVO IL PROCESSO PROGETTUALE: TRA ANALISI DELL’EDIFICIO E STUDIO DELLA LUCE 23.000 mq di superficie totale completamente trasformati e rimessi a reddito con le parti di nuova concezione, curve morbide e di colore bianco, in equilibrio sinergico con le porzioni spigolose del volume preesistente in colore nero. La ricerca della giusta soluzione formale per il nuovo Arcadia Center si è mossa su due binari: da un lato lo studio della luce e dell’orientamento solare, dall’altro l’analisi dell’edificio esistente. Tutto il processo progettuale si è svolto direttamente in 3D, a partire dal modello dell’esistente che fornisce la materia prima su cui lavorare e da manipolare per poter dare forma all’edificio futuro. Il vecchio volume affacciato su strada, dall’aspetto squadrato e imponente, presentava una struttura con pilastri a vista, inframezzati da una facciata con lamelle frangisole posizionate verticalmente in considerazione dell’orientamento a sud-ovest della facciata. Inizialmente il fatto di riproporre la lamella originaria – anche se declinata in modo contemporaneo – sembrava la soluzione migliore, ma è subito emersa l’esigenza di conferire al volume un maggiore dinamismo rispetto alla sagoma originaria, per alleggerirne l’immagine e l’impatto. Le prime proposte progettuali si sono quindi concentrate sulla composizione e sugli equilibri della facciata, che si è pensato di modificare spostando verso sinistra l’ingresso e contemporaneamente demolendo parte del piazzale e l’originaria guardiola. Un intervento volto a creare una doppia altezza in corrispondenza dell’ingresso, posto così a un livello più basso rispetto all’effettivo piano rialzato di accesso e distribuzione verso gli spazi interni. Un secondo passo volto ad alleggerire ulteriormente il volume, portandolo quasi a “volare”, è rappresentato dalla scelta di dare al prospetto una lettura orizzontale, eliminando le lamelle frangisole verticali – inizialmente mantenute in quanto corrette sotto il profilo prestazionale – a favore di una schermatura orizzontale. Sono stati quindi studiati dei fascioni orizzontali, sagomati in modo da poter schermare i raggi solari nei momenti di maggior tangenza rispetto alla superficie della facciata Al fine di stabilire una relazione con il volume posteriore, mantenuto nelle 42
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sue geometrie originarie e che nel frattempo si era deciso di connotare con il colore nero, si è deciso di realizzare in copertura, un corpo che dialoga con la facciata principale per quanto riguarda le forme e con l’edificio retrostante relativamente al colore. Un “oggetto” dinamico, pensato come uno spazio privilegiato da cui godere della vista più bella sull’intorno e arricchito dalla presenza del verde (effettivamente poi non installato nella quantità prevista dal progetto). L’impronta architettonica originale è stata recuperata attraverso l’eliminazione di tutto ciò che non era prettamente strutturale, preservando la riconoscibilità dei due volumi distinti e scegliendo l’acciaio come materiale per ottenere con
Le travi di bordo sono anch’esse in acciaio e servono da ancoraggio per la nuova facciata che appare in tutta la sua sinuosità soprattutto nella nuova porzione aggettante, dove i solai esistenti vengono irrigiditi con travi in acciaio a doppia T a vista.
GRANDI VETRATE A FACCIATA CONTINUA
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facilità le forme sinuose del perimetro, oltre che per realizzare i collegamenti con i solai in c.a. che sono stati rinforzati e mantenuti. L’edificio a sud, che si affaccia su via Grosio, attraverso un sistema di facciata in acciaio reinterpreta l’orizzontalità degli altri fabbricati della zona con vetrate a tutta altezza e marcapiani curvilinei verniciati di bianco. I grandi fascioni sono stati realizzati attraverso software parametrici grazie ai quali sono state identificate le varie lastre metalliche, lunghe fino a 6 metri e a spessore variabile, in base alla complessità dei tratti. Essi si aprono in terrazze in copertura e rappresentano il segno distintivo dell’edificio, avvolgendolo fungono sia da parapetto che da frangisole. Inoltre, le vetrate continue, avanzate rispetto al filo di facciata esistente con una struttura in carpenteria metallica, lasciano i nuovi pilastri all’interno dell’involucro facendo prevalere l’andamento orizzontale dell’edificio.
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La copertura dell’edificio a nord, che negli anni Sessanta era a falde, viene modificata reinterpretando le forme originarie e, davanti alle vetrate a tutta altezza, sono fissate lamelle verticali per l’ombreggiamento sui lati est e ovest. In entrambi i fabbricati, le grandi vetrate creano la facciata continua, con l’obiettivo di migliorare le prestazioni energetiche e conferire il massimo comfort negli spazi di lavoro. Le porzioni tra-
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sparenti presentano infatti valori di trasmittanza pari a circa 1,0 W/mqK, mentre l’involucro edilizio in copertura e in facciata ha indicativamente valori sotto lo 0,2 W/mqK. L’estrema complessità realizzativa è stata gestita con tecnologia BIM, anche in considerazione dell’intero ciclo di vita dell’edificio, dalla realizzazione fino alla manutenzione da remoto. L’Arcadia Center, caratterizzato da cinque piani fuori terra adibiti prevalentemente a uffici, un piano rialzato con reception, spazi comuni, mensa, depositi, oltre a due piani interrati che ospitano magazzini, locali tecnici e autorimesse, è stato realizzato in tempi significativamente ridotti: un anno dall’inizio della riqualificazione fino all’allestimento degli interni per l’insediamento delle aziende.
YIN E YANG L’approccio olistico e multisensoriale di studio all’architettura ha guidato il progetto verso una trasformazione sorprendente e innovativa dove il benessere psicofisico del fruitore dello spazio è obiettivo prioritario. I due corpi principali vengono concepiti come elementi complementari di un unico complesso, trasponendo in architettura il concetto filosofico orientale di yin e yang: a sud linee bianche morbide e sinuose, a nord tratti più duri e spigolosi esaltati dal colore nero. Le linee spezzate e nette del volume a nord con tetto a falde inclinate di altezza variabile vengono enfatizzate dal progetto di Tortato che riveste l’intero corpo con lamelle frangisole nere. Lo stesso linguaggio viene riproposto sul nuovo volume in copertura che viene arretrato e ridimensionato rispetto a quello preesistente e accoglie spazi di rappresentanza oltre agli uffici della dirigenza; qui le parti esterne sono utilizzate come terrazze con alberature di piccole-medie dimensioni che offrono uno spazio adatto per eventi o riunioni informali durante la bella stagione. Oltre all’acciaio, al vetro e al cemento, elementi essenziali del progetto sono l’aria, la luce, la natura. Come in altri progetti dello studio, la natura è complementare all’architettura, pensata per trasformare i volumi nel tempo e contribuire al benessere degli abitanti. Nel progetto di Arcadia Center, la vegetazione colonizza diverse parti dell’edificio: in copertura e dove i fascioni tridimensionali si aprono in terrazze, trovano spazio aiuole con alberi, arbusti e fiori. L’ampio basamento 44
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destinato a parcheggio è interrotto da un pozzo di luce che accoglie alberi e piante. All’interno del “modello federato” sono collegati tutti i modelli multidimensionali relativi alle varie discipline (architettura, strutture e impianti). In tal modo, il progetto è costantemente aggiornato e disponibile anche alle eventuali verifiche da parte del committente. La struttura creata, oltre che permettere una
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CERTIFICAZIONI E PREMI ■ ■ ■ ■
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Certificato Leed Gold Menzione d’Onore ai The Plan Awards 2019 Progetto del mese (ottobre 2021) GBC Italia Vincitore del The Plan Award Real Estate Special Contest 2021 nella categoria “Investment and Asset Management” Special Mention nella categoria “Excellent Architecture” ai German Design Awards 2022
SCHEDA PROGETTO Credit: Moreno Maggi
condivisione delle informazioni in fase di progetto, consentirà in futuro di ottimizzare anche la manutenzione dell’edificio, innescando una fase di integrazione tra i processi e la sostenibilità dell’immobile. Un risultato finale in cui funzionalità, design e sostenibilità creano un connubio perfetto.
COMMITTENTE InvestiRe SGR PROGETTO ARCHITETTONICO, DIREZIONE ARTISTICA, COORDINAMENTO IN FASE DI PROGETTO E CANTIERE Giuseppe Tortato Architetti RESPONSABILE DI PROGETTO E DEL COORDINAMENTO Giorgia Celli TEAM DI PROGETTO Marco Bettalli, Daniele Nicoletti, Federica Grot, Federico Carabelli, Ilaria Albertin BIM MANAGEMENT Sebastiano Granetto, Domenico Contino COORDINAMENTO TEAM BIM Emanuele Banfi PROGETTO STRUTTURALE, ANTINCENDIO E SICUREZZA F&M Ingegneria PROGETTO IMPIANTISTICO E CERTIFICAZIONE LEED Tekser PROGETTO FACCIATE ED INVOLUCRI Eurodesign Crotti MODELLAZIONE PARAMETRICA FACCIATE Matteo Noto BIM AS BUILT Simplex design studio COSTRUTTORE METALLICO Sermeca spa IMMAGINI Moreno Maggi
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La natura che avvolge Valorizzazione della storia e utilizzo di materiali locali: il progetto di restyling di The Studio per il Greenpark & Wellness Hotel Al Sorriso di VANESSA MARTINA
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entimila metri quadrati immersi nel verde fanno del Greenpark & Wellness Hotel Al Sorriso una vera e propria oasi botanica, capace di accogliere il cliente in un ambiente naturale e di donare un’esperienza di totale
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Tutto questo è stato valorizzato anche dall’intervento di restyling, ultimato a gennaio 2020, firmato da The Studio con sede a Milano di Laura Menichelli e Alessandro Vergot. Quali sono state le maggiori sfide affrontate? Ce lo raccontano proprio Laura e Alessandro.
Sostenibile è un termine molto di moda, e come spesso accade in questi casi usato impropriamente rischia di perdere il suo vero significato. Secondo noi in questo momento il termine sostenibilità dovrebbe sempre essere associato a sincerità e chiarezza Il vostro è il profilo di uno studio giovane e smart: è interessante l’idea che all’architettura e all’interior design si possano affiancare anche progetti di grafica e comunicazione. Com’è nata questa vostra peculiarità? “Come singoli professionisti, prima ancora di essere partner, abbiamo sempre pensato che il lavoro di un creativo debba trarre ispirazione da più fonti possibili: architettura, design, comunicazione, fotografia, arte, tradizione, etc. Inoltre crediamo che un buon progetto sia sempre il risultato del connubio tra diversi fattori: tecnici, funzionali, emozionali e comunicativi, che solo un team di professionisti, ognuno con le proprie conoscenze e peculiarità, può sviluppare. Gli spazi a loro volta comunicano attraverso le forme, le proporzioni, i colori e i materiali. Partendo da queste premesse unire architettura e interior design con il mondo della grafica e della comunicazione è stata una scelta facile e naturale”.
Parlando del progetto di ristrutturazione dell’Hotel Al Sorriso, quali sono state le esigenze di partenza del committente e, dunque, quali sono state le principali sfide progettuali che avete dovuto affrontare? “Quando abbiamo iniziato a lavorare all’Hotel Al Sorriso, la prima cosa che saltava all’occhio era un’incredibile stratificazione di interventi, stili, colori, materiali, che una storia lunga più di 50 anni porta con sé. Questo ha comportato un primo aspetto critico, cioè una generale spersonalizzazione della struttura, in termini estetici, a cui era necessario porre rimedio valorizzando al contempo l’identità imprenditoriale, che da tre generazioni anima questa struttura ricettiva. Il secondo aspetto critico è rappresentato dal tempo strettamente legato al fattore economico. Una struttura di questi volumi richiede un importante investimento e dei tempi stretti e certi per poter riprendere l’attività il prima possibile. Di comune accordo con la proprietà, abbiamo quindi deciso di partire dallo studio e dall’individuazione della caratteristica principale che distingue l’Hotel Al Sorriso dalla concorrenza; quell’aspetto che ci avrebbe permesso, come creativi, di creare un concept e di
THE STUDIO Laura Menichelli è una creative director, graphic e interior designer, Alessandro è un architetto, interior e product designer. Insieme hanno fondato The Studio, un luogo in cui architettura, interior, product, exhibit e graphic design si fondono per dare vita a concept d’impatto. Caratteristica principale: forme pulite, un sapiente uso dei colori, e soprattutto dei materiali. Tutto ciò fa di The Studio una realtà poliedrica e versatile, in grado di soddisfare le esigenze progettuali di una committenza varia e internazionale. Infatti, The Studio propone non solo restyling e nuovi progetti di architettura, ma anche soluzioni d’arredo personalizzate, smart e fuori dal convenzionale. Accanto a un approfondito studio della brand history, Laura e Alessandro offrono anche un servizio di grafica e comunicazione per costruire identità e obiettivi aziendali.
Profili LAURA MENICHELLI
Nata a Venezia, si laurea in Disegno Industriale presso l’Università IUAV di Venezia. Di ritorno da un anno di lavoro nel settore della grafica a Sao Paulo, consegue un master in grafica. La fame di creatività e la sete di novità la portano presto nel mondo dell’insegnamento, diventa docente all’Accademia di Design e Comunicazione Cappiello. Irriducibilmente curiosa ed entusiasta, si muove trasversalmente all’interno del mondo del design e della comunicazione.
ALESSANDRO VERGOT
Nato a Trento, si laurea in architettura presso l’Università IUAV di Venezia. Dopo l’Erasmus a Pamplona e un’esperienza progettuale in Finlandia, si trasferisce a Milano dove inizia a lavorare presso Goring&Straja, rinomato studio di architettura con sede a Milano e San Francisco. Un’esperienza in Messico e poi a Sydney, inizia la sua carriera di progettista freelance, spaziando dall’architettura, all’interior fino al product design. Rientrato in Italia si specializza in hospitality & wellness presso il Polidesign di Milano e collabora con diversi studi tra Europa, Asia e Centro America. Via Tucidide 56, Milano www.the-studio.it 349 0723949 | 349 3411415 hello@the-studio.it
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tracciare le linee guida estetiche e funzionali per il conseguimento di un obiettivo finale condiviso e sostenibile. Il passo successivo è stato studiare un percorso che attraverso una serie di step progettuali ci permettesse di raggiungere l’obiettivo prefissato secondo tempistiche e investimenti reali e sostenibili. Percorso che è solo all’inizio e che nei prossimi anni vedrà una totale ristrutturazione della struttura”.
Il concept delle camere, in particolare, rimanda alla tradizione dell’albergo di montagna. Per quanto riguarda la scelta dei materiali, in che misura si pone quella del legno, come l’abete bianco, e qual è stato il criterio di scelta? “L’intervento nelle camere è stato il primo passo di questo percorso di restyling e volevamo porre l’attenzione sulla natura e sulla cultura del luogo in relazione alla storia della struttura. Partendo da un’analisi degli usi e dei materiali abbiamo scelto il legno d’abete bianco che nell’arco alpino, insieme al legno di cirmolo e larice, sono le essenze tradizionalmente usate per i mobili, grazie alla loro facile reperibilità, lavorabilità e leggerezza. Per modernizzare l’uso, senza stravolgerne le caratteristiche, abbiamo utilizzato linee pulite, sfruttato parti del legno con meno nodi e lasciato la superficie leggermente irregolare al tatto. Infine, per preservarne la lucentezza e il caratteristico colore chiaro con toni gialli, abbiamo scelto una sbiancatura a olio che blocchi il classico ingiallimento che il legno di Abete bianco subisce con il passare del tempo”.
Diversamente, il profilo della hall è molto più importante, con l’utilizzo del porfido e del rovere naturale: si percepisce la volontà di distaccarsi dalla zona camere grazie anche all’aiuto degli arredi interni, giusto? “I due interventi, visti separatamente, possono dare l’idea di volersi differenziare uno dall’altro, ma se osserviamo il progetto nel suo complesso sono invece la trasposizione in forme diverse dello stesso concept. Gli ingredienti di partenza sono gli stessi (valorizzazione della storia, utilizzo di materiali locali, la natura e il parco), ma quantità e miscelazione sono differenti per creare molteplici scenari e sensazioni. In questo secondo intervento volevamo enfatizzare la storia dell’hotel, la solidità e la visione, sempre rivolta al futuro, della famiglia che l’ha costruito e ancora lo gestisce. Da qui la scelta di un materiale forte, duro, preistorico come la pietra: in particolare il Porfido del Renon, che si trova nelle vicine valli altoatesine, dal caratteristico color verde grigio, utilizzato in modo moderno e fresco, associato a un legno più pregiato come il rovere, lasciato ovviamente al naturale per valorizzarne le venature dritte e sottili. Per gli arredi invece abbiamo scelto forme e materiali più morbidi per giocare con i contrasti e rendere più accoglienti gli spazi. Abbiamo così riutilizzato le vecchie poltrone anni ’70 per la zona lounge, rinfrescandone l’aspetto con un nuovo tessuto melangiato nei rilassanti toni del verde salvia, abbinandole per la parte bar a nuove poltroncine dalle linee decò in velluto, in un moderno giallo senape più adatto all’area ristorazione e con struttura in ottone spazzolato; stesso materiale utilizzato anche per le lampade, disegnate appositamente per questo progetto.
Dal vostro punto di vista, quali sono le parole chiave per un progetto di ristrutturazione sostenibile? E quanto influisce la scelta dei materiali? “Sostenibile è un termine molto di moda, e come spesso accade in questi casi usato impropriamente rischia di perdere il suo vero significato. Secondo noi in questo momento il termine sostenibilità dovrebbe sempre essere associato a sincerità e chiarezza. La sostenibilità non può essere un concetto fine a se stesso, e andrebbero valutate una molteplicità di fattori. Ottimizzare gli step progettuali, avvalersi di manodopera locale, riutilizzare un arredo, impiegare materie prime tipiche della zona e valorizzare il genius loci sono ad esempio una serie di accortezze importanti e facilmente applicabili anche laddove vi siano degli impedimenti tecnici o economici per interventi più consistenti in termini di sostenibilità. In tutto ciò la scelta dei materiali è estremamente importante e dev’essere vista, non solo guardando il progetto nel suo complesso, ma analizzandone bene le caratteristiche intrinseche in relazione alla funzione, l’area di utilizzo, l’ammortamento nel tempo”. 48
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IL PROGETTO Il Greenpark & Wellness Hotel Al Sorriso si sviluppa su un’ampia superficie calpestabile di 2.800 m2, distribuita su 3 piani e 64 camere. I suoi oltre 50 anni di storia hanno richiesto di coniugare la tradizione con una visione più moderna dell’architettura e nuove formule abitative. Tante le sfide, soprattutto la richiesta della committenza di limitare al massimo il periodo di chiusura: questo ha comportato una ristrutturazione step by step, dal 2012 al 2020.
Prima fase dei lavori Nella prima fase del restyling sono state riammodernate le camere, diventate una rivisitazione minimale e contemporanea della tradizionale camera d’albergo montana. Infatti, sono state tutte realizzate in legno di abete – pianta locale scelta perché dona leggerezza e luminosità all’ambiente – in collaborazione con lo studio OPRA22.
LA PIANTA DELLA CAMERA 203
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Seconda fase dei lavori Nella seconda fase dei lavori si è proceduto alla ristrutturazione della sala colazioni attraverso tre blocchi in frassino, realizzati su misura, oltre a sedie dello stesso materiale che rendono l’ambiente fresco, luminoso e contemporaneo. L’intervento più importante è quello effettuato nella hall: l’impiego del porfido
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verde, abbinato al rovere naturale, richiama la rigogliosa natura esterna. La struttura monolitica, squadrata ed essenziale, è stata movimentata grazie alla particolare lavorazione a spacco, realizzata a mano. Le lampade, anch’esse su misura, sono in porfido e rovere con led a scomparsa. Le finiture sono in ottone spazzolato.
PROSPETTI PIANO TERRA
SCHEDA PROGETTO
La sala colazione
POSIZIONE Levico Terme (TN) CLIENTE Greenpark & Wellness Hotel Al Sorriso PROGETTISTA The Studio TIPO DI INTERVENTO Ristrutturazione a step ANNO DI INIZIO INTERVENTO: 2012 ANNO DI FINE INTERVENTO: 2020 SUPERFICE TOTALE 2.800 mq + 20.000 mq di parco CREDITI FOTOGRAFICI Vito Corvasce
LA HALL. Dettaglio
Il bar
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PROSPETTO ARREDAMENTI
Arredi interni All’interno della zona relax sono state mantenute le poltrone anni ’70 presenti e rivestite con nuovi tessuti (color verde salvia, a trama grezza). Arredi contemporanei, seppur sempre con un tocco retrò, sono stati scelti per la zona bar. Tutti i corpi illuminanti sono stati realizzati in ottone spazzolato, in modo da collegare i diversi spazi che formano la hall. La bussola d’ingresso, realizzata su misura, vuole essere un medium tra l’ambiente interno e il verde esterno ed è stata pensata per dare la sensazione di un’immersione totale nella natura.
I bagni Per il bagno, i progettisti hanno voluto eliminare la discriminante dei servizi separati per disabili rendendo ciascun bagno idoneo e accessibile a tutti, ottimizzando spazio e abbattendo le barriere architettoniche. Un antibagno comune, ampio e facilmente fruibile da ogni ospite, con accesso tramite porta scorrevole e adeguamento dei servizi, è stato rivestito da lastre ceramiche per mantenere un design pulito e ridurre al minimo la presenza di fughe.
I BAGNI
Il presente articolo è stato pubblicato anche sul n° 1/2021 di “Professional Parquet” 52
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Riqualificazione e risanamento di un edificio anni ’50: serramenti e pavimentazione Oltre che una riqualificazione estetica e funzionale, l’obiettivo generale è il recupero in termini di efficienza energetica dell’edificio. In questa puntata, finestre, pavimenti e intonachino di argilla DAVIDE GIGLI
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i va a chiudere. Quasi. Piano piano, un poco alla volta, come piace a noi. Il leitmotiv di questo progetto: la sospensione. Il tempo che scorre e il cantiere che attende. Non è stato facile, non è ancora facile. Da un punto di vista finanziario i tempi morti significano interessi e spese che si sommano e moltiplicano; da quello mentale si manifesta lo stress dell’attesa, di non vedere la fine del percorso. Per quanto bello possa essere il risultato e il percorso in sé, dopo così tanto tempo la stanchezza accumulata porta quasi a uno stato di resa. Ormai importa solo concludere. Non contano più i ritardi, i rinvii, le opere ancora da terminare e il riscaldamento che funziona al 120% per riscaldare un appartamento senza serramenti, ma dentro il quale ci sono comunque 19 °C. Il bello dell’isolamento interno; il volume riscaldato è complessivamente minore, in quanto la massa muraria non viene riscaldata più di tanto. Il calore si ferma nello strato isolato, interno e si distribuisce sulla superficie. La temperatura risulta molto più omogenea e gradevole.
tutto l’anno. In estate, inoltre, sarà possibile lasciare i serramenti basculanti. Tutte le finestre verranno dotate di zanzariera. La ventilazione notturna, garantita in inverno dalle macchine di ventilazione meccanica, potrà essere realizzata in estate attraverso il giro d’aria naturale, senza essere assaliti da orde fameliche di insetti. Le persiane esterne in alluminio ad alette orientabili, che riprendono il colore originale, garantiranno privacy e protezione solare nei periodi più caldi. I serramenti del piano interrato saranno, invece, di rango inferiore, a doppio vetro e telaio in PVC, dovendo semplicemente portare luce ad ambienti secondari. In ogni caso, anche nel piano cantine si è cercato con le dovute differenze - di creare ambienti confortevoli e soprattutto salubri. Anche in cantina (in parte) è stato posato l’isolamento interno e una macchina di ventilazione garantirà un ricambio continuo dell’aria con recupero di calore. Il completamento di questo meccanismo votato alla ricerca di comfort si completa attraverso le finiture scelte: prevalentemente legno, con piastrelle in gres per cucina, bagno e zona di ingresso.
FINESTRE L’omogeneità riceve un grande contributo dai serramenti. In passato, rappresentavano un punto termico molto debole, non a caso i termosifoni venivano posizionati al di sotto di questi. Un modo semplice per miscelare aria calda e fredda proveniente dagli spifferi e dalla dispersione per trasmissione attraverso vetri e telai molto poco performanti rispetto alla tecnologia odierna. È per questo motivo che abbiamo scelto di montare serramenti a triplo vetro, con Uw ancora da calcolare, ma con valore prossimo a 0,8-0,9 W/mqK. Il triplo vetro isola in maniera eccellente da un punto di vista invernale, unito a un telaio in legno alluminio con ottime qualità estetiche, di durabilità e resistenza; una combinazione in grado di fornire ottime prestazioni anche nel periodo estivo. La trasmissione dell’irraggiamento solare sarà ridotta, senza una diminuzione significativa della trasmissione luminosa, che in questa casa - ben orientata a sud-ovest - è molto elevata durante
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PIASTRELLE IN GRES PORCELLANATO Il gres porcellanato scelto viene posato anche nella zona di ingresso per creare un filtro igienico prima di entrare in casa e non rovinare il resto della pavimentazione. Si è scelto un grande formato (80x80 cm), non esagerato, per ridurre la necessità di fughe, per semplificare la manutenzione e avere comunque una buona omogeneità di aspetto. Il gres garantisce, infine, una grande resistenza meccanica e durabilità.
PARQUET IN ROVERE Ancora da posare, il parquet in rovere donerà un aspetto caldo sia a livello estetico che termico, aumentando l’inerzia del riscaldamento a pavimento e distribuendo il calore su tutta la superficie del pavimento. La scelta del listone lungo e piuttosto largo è legata nuovamente a criteri di estetica, con minore quantità di connessioni e fughe, e a una maggiore semplicità di posa.
INTONACHINO IN ARGILLA Da realizzare a posa dei serramenti ultimata, l’intonachino di argilla darà al sistema di isolamento interno l’aspetto definitivo, più chiaro di quanto attualmente visibile, e una superficie finale di durezza e compattezza quasi equivalente a un normale
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stucco in gesso, ma continuando a garantire quella funzione di volano termoigrometrico da parte del sistema isolante in fibra di legno - intonaco di argilla. Manca, dunque, poco alla fine e se la pandemia, che se non crea ulteriori rallentamenti, nel giro di alcune settimane i lavori potranno andare a chiusura. La pausa invernale servirà a posare i primi elementi di arredo, cucina, sanitari, corpi illuminanti e chissà cos’altro. Lo scopriremo la prossima volta.
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alla visita dell’ultima edizione del salone dedicato alle macchine per la lavorazione del legno Xylexpo tenutesi prima del Covid-19 in Fiera a Rho-Milano, si può affermare che ormai è giunta l’ora di accantonare processi tradizionali e rigidi a favore di nuove strutture produttive che considerano maggiormente un’alta flessibilità. Il colpo di grazia al tradizionalismo l’hanno dato recentemente molte aziende sia italiane, sia europee sia asiatiche che della programmazione just in time ne hanno fatto un punto di forza. Nell’ultimo decennio il mercato si è profondamente trasformato e la spietata concorrenza dei Paesi in via di sviluppo ha costretto molti produttori di elementi lignei per pavimentazioni alla scelta
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di impianti in grado di rispondere rapidamente alle variazioni delle richieste della clientela. Tempi brevissimi e costi limitati sembrano essere gli unici i fattori da considerare nei nuovi processi tecnologici (a volte a scapito della qualità) e il parquet multistrato (erroneamente spesso definito prefinito) non è sfuggito a questi nuovi obblighi commerciali per cui, oggi, si tende a completare il prodotto solo al momento della sua spedizione. I vantaggi si dimostrano eccellenti perché la diminuzione delle scorte determina una riduzione dello stoccaggio e del capitale investito. Dall’ultimo Xylexpo, è emerso che la totalità degli impianti e delle macchine utensili è ormai informatizzata e i computer gestiscono, con una veloce flessibilità, lotti produttivi
più economici e controllati da programmi le cui istruzioni si sono talmente semplificate che chiunque, con un minimo tirocinio, può programmare. Anche la robotizzazione di alcune fasi di trasformazione, evidenziata dai centri di lavoro e dagli impianti logistici, ha reso il processo nel settore del parquet, sia esso un elemento da posa tradizionale di legno massiccio (elemento monostrato) che stratificato (elemento multistrato) molto più flessibile e spesso più economico. Il robot è un meccanismo ripetitivo di operazioni elementari il cui intervento rende elevata la produttività e il suo utilizzo ha dato un notevole incremento all’automazione industriale. Robot cartesiani, ibridi e antropomorfi sono stati presentati da molte aziende italiane e internazionali la cui affidabilità è ormai garantita dalle normative internazionali. Non è assurdo ormai asserire che il futuro prevedibile è quello della fabbrica automatica con tutta la gestione della produzione via CIM (Computer Integrated Manufacturing), ossia con il computer completamente integrato per la fabbricazione.
CICLI E PROCESSI PRODUTTIVI L’avventura del parquet multistrato inizia con la piallatura e troncatura del legno massiccio che avviene su impianti di alto livello qualitativo adatti per ogni esigenza produttiva. Le troncatrici automatiche possiedono un ottimizzatore per ridurre al minimo gli sfridi e, per chi realizza elevate produzioni, ci sono anche linee di troncatura eccellenti con ottimizzatore ideale veloce e semplice da usare (meno di 0,002 secondi per tutti i calcoli di taglio). Il trasporto raggiunge velocità elevatissime con accelerazioni e tempi di taglio rapidissimi e la possibilità di ottenere diverse misure mediante un semplice selezionatore rende le troncatrici adeguate a qualsiasi esigenza del cliente. Esistono anche troncatrici assolutamente all’avanguardia per il taglio ottimizzato con rulli di traslazione adatti a ogni pezzatura (grezzo o deformato) con velocità d’avanzamento di 240 m/min e con lettore della larghezza e lunghezza per avere un resoconto dei volumi tagliati. La scelta della troncatrice è subordinata alla sezione massima del legno massiccio da tagliare. Le linee automatiche non richiedono operatori specializzati e offrono un rendimento costante mentre la linea ottimizzata, rispetto a quella automatica, può garantire un’e-
levata resa (pochi scarti e forte produttività). Le troncatrici con ottimizzatore sono regolarmente utilizzate per eliminare sprechi e velocizzare il taglio delle specie legnose pregiate ma, per la loro altissima velocità e rendimento, sono impiegate anche per specie legnose non particolarmente pregiate. I difetti
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APPUNTI TECNICI
sono rilevati da scanner automatici o da laser manovrati dall’operatore e possono avere traino a rulli, a tappeto e a spintore. Con dischi da 550 mm si possono eseguire troncature su masselli larghi fino a 800 mm con spessore di 25 mm. Il taglio delle lamelle per parquet multistrati (lo strato di legno nobile) può essere eseguito a disco o a lama sulle segatrici multilama, mentre le superfici delle lamelle sono già adatte per essere subito incollate. Il gruppo di taglio ha un controllo elettronico centralizzato che permette una perfetta precisione di taglio con minimo gioco (0,1 mm) e una velocità d’avanzamento fino a 20 m/min. L’utilizzo delle lame con moto alternativo consente una maggior produttività (20%) rispetto ai processi tradizionali ed è possibile anche tagliare lamelle da legni umidi, quando si devono incollare le stesse, a due o tre strati, con l’alta frequenza. Le lamelle e i masselli per parquet tagliati con le lame a telaio possono essere ricavati da tavole troncate e lavorate sulle tre superfici (con regolo laterale o centrale) o sulle quattro (con guida in canali) e sia le lamelle sia il massellino possono essere calibrati con portautensili posizionati alla fine del modulo di taglio, con una precisione di 0,05 mm. Le lamelle lignee possono essere tagliate con uno spessore minimo di 3 mm con utensili in materiale stellite di 1,1 mm con un notevole aumento di produttività. Mentre le unità di taglio a lame possiedono una velocità di avanzamento di 2 m/min, quelle a disco possono raggiungere i 36 m/min con uno spessore di 1,2 mm e possibilità di avere un incisore inferiore di soli 1,1 mm. Ciò comporta una maggior resa di circa il 20% nella produzione di elementi per parquet a più strati, e le macchine utensili utilizzate possiedono ormai tutte il centro lavoro di piallatura preventiva in grado di calibrare, sui quattro lati, i masselli con possibilità di inserire in linea, ovviamente, tavolette grezze. I processi automatizzati sono capaci di iniziare la lavorazione del massello piallandolo e trasformandolo in lamelle, accoppiarle, pressarle ed essiccarle in continuo.
DUE ESEMPI di linee d’incollaggio/pressatura per elementi multistrato 60
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Le tavole si essiccano in celle sottovuoto con o senza piastre riscaldanti; la prima tecnologia è usata in celle cilindriche nelle quali il vuoto non solo essicca, ma esercita anche una pressione di 10 ton/mq sulle tavole di massello con vantaggi sulla qualità e sulla velocità del processo. Il processo senza piastre s’utilizza sia in celle cilindriche che parallelepipedi con vuoto continuo o discontinuo con ventilazione ad aria calda; questo sistema
ESEMPIO DI UN IMPIANTO PERSONALIZZATO PER LA PRODUZIONE DI ELEMENTI STRATIFICATI A 3 STRATI Le richieste MATERIALI DELL’ELEMENTO DA POSA Piano di calpestio: larice, faggio, betulla, specie legnose tradizionali per parquet Strato intermedio: legno resinoso Terzo strato (strato di controbilanciatura): specie legnose di 2° qualità DIMENSIONI ELEMENTO DA POSA Larghezza: min. 140 mm; max. 205 mm Lunghezza: min. 1.020 mm; max 2.400 mm Spessore: min. 12; max 22 mm Tipo di profilo: tradizionale “maschio-femmina” PRODUTTIVITÀ IMPIANTO Max. 25pz/min per lunghezza di 1.830 mm; Max. 3200 mq/turno; Max 700.000 mq/anno per turno di lavoro. è più adatto per cataste di legno listellato. Esistono in commercio sezionatrici verticali adatte per lo strato di legno nobile dell’elemento multistrato che possono essere inserite in una linea di produzione composta di una zona di caricamento delle lamelle (con il vincolo della stessa larghezza mentre la lunghezza può essere variabile) seguito da una zona di composizione e successivo incollaggio. In ultimo, una zona di assemblaggio ed essiccazione definisce un listone unico e continuo dal quale si ricavano pezzature uguali composte, in base al modello di macchina utilizzata, da lamelle su due, tre o quattro file. Le nuove linee per l’incollaggio dei singoli strati dell’elemento multistrato da posa a due o tre strati utilizzano adesivi poliuretanici spalmati a 120/140°C o vinilici (70-80°C) per rendere l’assemblaggio sicuro e non soggetto a deformazioni di natura ambientale. È applicato fuso sugli strati da pressare mentre per la produzione dell’elemento a tre strati s’utilizza anche l’adesivo melamminico perché ha una migliore resistenza chimica e all’acqua. Gli strati accoppiati sono, ovviamente quello di legno nobile esterno (da 3 a 6 mm di spessore) e gli altri due o tre o più realizzati con tavolette di specie botaniche povere oppure da fogli di compensato o multistrato (da 5 a 10 mm di spessore) di Betulla o di altre specie legnose anche non prettamente di pregio. L’essiccazione dell’adesivo tra il supporto e lo strato di legno nobile dell’elemento stratificato, può avvenire rapidamente mediante un impianto di alta frequenza con regolazione della potenza in stadi successivi (12 posizioni) e con triodi in ceramica. Tra le profilatrici e squadratrici spesso totalmente automatizzate, si evidenziano quelle (incastro tradizionale
DIMENSIONI BARELLATA D’ENTRATA Larghezza: max. 205 mm; Lunghezza: max 2.400 mm; Spessore: min.12, max 22 mm. MACCHINE E PROCESSI INTERESSATI 1 sistema di carico della linea con prelievo delle barellate; 1 calibratrice inferiore; 1 calibratrice superiore; 1 levigatrice superiore; 1 squadratrice longitudinale; 1 squadratrice trasversale; 1 levigatrice superiore nel processo di riparazioni listoni; 1 sistema di scarico a pinze; Automazione e messa in linea delle macchine; Gestione della linea tramite PLC.
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APPUNTI TECNICI
o a clic) con lunghezza albero portautensili di 110 mm e con velocità di avanzamento sino a 70 m/min, adatte per parquet con larghezza variabile da 65 a 400 mm e con lunghezze fino a 4 m. Vi sono anche unità di piallatura-levigatura accoppiate mediante le quali si possono risparmiare tempi morti tra le due tradizionali fasi di trasformazione. Nell’ambito delle attrezzature logistiche per parquet, sono anche emersi alcuni introduttori, caricatori e scaricatori automatici, in grado di listellare pacchi per le lavorazioni successive.
CICLI E PROCESSI PRODUTTIVI PER LA FINITURA L’alternativa alla vernice è il rivestimento a caldo delle superfici dell’elemento multistrato da parquet che, in un solo passaggio in continuo, evita alcune fasi di lavoro tradizionali spesso manuali come la stuccatura, la levigatura, l’applicazione del fondo riempitivo e la levigatura, accorciando enormemente i tempi per la finitura. Vi sono molti prodotti che ormai possiedono un’elevata stabilità ai raggi UV, un’eccellente resistenza agli urti, un’ottima durezza e buona resistenza chimica. Questi sono applicati liquidi mediante un pre-fusore e solidificano a temperatura ambiente. Le tavolette richiedono però uno stoccaggio di tre o quattro giorni prima di essere profilate. Per chi utilizza processi tradizionali, in commercio sono emerse ormai da più tempo le vernici ad acqua, uniche a rispettare l’ambiente, seppure la loro diffusione a volte sia vincolata dalla maggior commerciabilità
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dei prodotti a solvente. Gli impianti sono progettati in funzione del tipo di vernice e del tipo di finitura desiderata dai produttori di parquet, considerando anche l’eventualità di tintura leggera o pesante. I sistemi e i cicli di applicazione e di essiccazione sono dunque variabilissimi, ma esistono macchine polivalenti e flessibili adatte a una rapida e conveniente predisposizione per la finitura desiderata. Un processo, ormai diffusosi in tutto il mondo, per la verniciatura degli elementi di multistrato per parquet è quello che utilizza tre applicazioni del fondo riempitivo a rullo, ognuna di 10 gr/mq con la semi-polimerizzazione intermedia, polimerizzazione finale e susseguente levigatura intermedia; seguita da due applicazioni di finitura a rullo di 10 gr/mq ognuna, con la semi-polimerizzazione intermedia e polimerizzazione finale UV. L’impianto può avere larghezza minima di 30 cm e le macchine utilizzate sono laccatrice a rulli standard (fornita di rullo applicatore e rullo dosatore con tre comandi separati per consentire al dosatore di ruotare in senso contrario nel caso di minime applicazioni), essiccatoio a moduli UV (polimerizza in pochi secondi il prodotto verniciante al quale è aggiunto un fotoiniziatore) e levigatrice intermedia (serve per spianare la superficie col fondo e prepararla all’applicazione della finitura. La tecnologia dei prodotti vernicianti UV consente un’elevata produttività permettendo di usare minime grammature con notevole risparmio di materiale. Le aziende produttrici di vernici si sono ormai specializzate diversificando i prodotti per tipo di finitura e per ciclo così si possono trovare in commercio
fondi e finiture per elementi multistrato per pavimentazioni su base acrilica e poliesteri UV adatti per cicli brevissimi con elevate resistenze all’abrasione ed eccellente aderenza ed elasticità.
IMPIANTI, MACCHINE E ATTREZZATURE INNOVATIVE La razionalizzazione dell’attività produttiva e del processo di standardizzazione dei differenti tipi di elementi lignei da posa sono stati possibili grazie anche alla contemporanea e accentuata specializzazione delle aziende produttrici di macchine attrezzature e impianti, le quali hanno messo a punto sistemi e tecniche di fabbricazione che hanno permesso di costituire il ciclo continuo di lavorazioni in linea che, fino a pochi anni fa, richiedeva un grosso contributo manuale. Nel settore delle macchine per parquet operano sia imprese grandi che medie e piccole super specializzate e l’Italia è uno dei principali paesi esportatori. Alcune delle imprese specialistiche continuano ad avere una configurazione artigianale, però tutte hanno raggiunto un’organizzazione produttiva ben strutturata anche per l’esportazione; altre si sono consorziate sia per vendere impianti industriali completi, sia per produrre elementi monostrato di legno massiccio che le tante e diversificate tipologie di quelli multistrato. Un aspetto fondamentale che è stato basilare per lo sviluppo del comparto macchine-impianti è che la realizzazione di queste ha richiesto non solo una grande esperienza nel campo della meccanica, ma anche una profonda conoscenza del processo di trasformazione tecnologica del legno, dei pannelli lignei, dei semilavorati, dei prodotti adesivi e delle miscele vernicianti. Si può asserire con ragionevole certezza, che il progresso e le innovazioni tecnologiche per le macchine e gli impianti per produrre sia lamelle da mosaico, sia tavolette, listoni e plance, dipendono dalla stretta e fattiva collaborazione tra le aziende costruttrici e quelle utilizzatrici, come dire il comaker (facciamo insieme). Alle prime, spetta l’importante compito di realizzare la messa a punto delle attrezzature e la rispondenza alle peculiari necessità dei vari tipi di produzione; alle seconde quello di svolgere un’attività nel promuovere il progresso tecnico trasferendo quelle esperienze e quelle innovazioni che possono essere adattate convenientemente alle esigenze tecniche della produzione dei differenti elementi da posa per parquet e pavimentazioni lignee in genere. Per quanto concerne il progresso tecnologico, va osservato che si è realizzato in modo continuo specializzandosi sempre più in funzione del comparto. Oggigiorno esistono impianti completamente automatizzati che permettono di produrre sia elementi di legno massiccio sia multistrati. Vi sono aziende che hanno messo a punto specifici impianti che producono tavolette e listoncini solo con l’impiego di una-due persone che non intervengono direttamente nel ciclo, ma con la funzione di controllare quanto le singole macchine (o l’intero impianto in un unico blocco) compiono mediante istruzioni
avute dal computer. Nel comparto degli elementi lignei per parquet (ma anche per altri manufatti a base legno), vi sono macchine automatiche e semiautomatiche che consentono di eseguire anche 10-15 e più fasi di lavorazioni diverse che, di conseguenza, abbassano notevolmente i tempi di lavorazione ed eliminano i cosiddetti “tempi morti” tra una fase e l’altra. Per esempio, nel comparto della produzione degli elementi stratificati preverniciati, vi sono impianti in cui l’addetto ha solo la funzione di sorvegliare che tutto il ciclo proceda senza inconvenienti. Certo è, a fronte di quanto la tecnica mette a disposizione, non appare utopistico pensare che, prossimamente, la ricerca e la continua innovazione tecnologica porteranno a realizzare un sogno: la cosiddetta “fabbrica a luci spente” in cui, grazie alle tecniche informatiche quali ad esempio CAD (Computer Aited Design), CAM (Computer Aited Machinary) e CIM (Computer Integrated Machinary), l’apporto degli addetti non sarà operativo, ma completamente di “supervisore della linea”.
CONCLUSIONI È orami sempre più vicino il futuro del processo produttivo che prevede la fabbrica automatica con la gestione CAM e CIM, cosi come è indubbio che la robotizzazione di alcune fasi di trasformazione, così anche i centri di lavoro e gli impianti logistici innovativi, assieme a cicli e processi produttivi sempre più flessibili e personalizzati, porteranno sempre più tanti e positivi vantaggi, sia in termini di produzione (tempi di fabbricazione sempre più bassi con rese di produzione sempre più alte), sia in termini economici (costi fissi ridotti e razionalizzazione delle risorse) e sia in termini di scelte qualitative e commerciali degli elementi lignei. Però, a mio avviso, tutto ciò non dovrebbe determinare la standardizzazione qualitativa degli elementi lignei da posa. Anzi, l’oggettiva e reale possibilità di avere singole attrezzature, macchine e linee di fabbricazione più innovative, dovrebbe essere un più che rilevante incentivo per gli imprenditori di poter migliorare la qualità specifica dei manufatti: seppure elementari nella forma, sono sempre il risultato di un progetto specifico che, attraverso un preciso e analitico iter tecnico-produttivo coinvolge in primis l’azienda produttrice e consente di trovare soluzioni personalizzate che non solo caratterizzano la qualità degli elementi monostrato o multistrato per parquet e pavimentazioni di legno, ma ne caratterizzano e ne evidenziano anche le qualità degli utensili, delle attrezzature, delle macchine, degli impianti e delle linee che quotidianamente consentono la fabbricazione di milioni e milioni di listelli, doghe, listoni e maxi listoni per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Il presente articolo è stato pubblicato anche sul n° 2/2021 di “Professional Parquet”
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Isolamento termico dell’involucro e prevenzione incendi: criticità a confronto Tra contenimento energetico e sicurezza antincendio, emerge sempre più forte la convinzione che la riqualificazione dell’involucro sia un processo complesso e integrale che richiede un approccio multidisciplinare di PATRIZIA RICCI
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entrata in vigore del Superbonus 110%, la misura di incentivazione introdotta dal Decreto “Rilancio” che punta non solo a rendere più efficienti e più sicure le abitazioni, ma anche a ridare impulso al settore dell’edilizia, e il concetto di nZEB (edifici a energia quasi zero) implementato nel DM 26/05/2015 per rispondere alla richiesta di una maggiore efficienza energetica sia per i nuovi edi-
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fici che per gli interventi di ristrutturazione, hanno portato a una crescente richiesta e posa in opera di soluzioni tecniche (cappotto o parete ventilata) di grandissimo valore igrotermico, e spesso anche acustico, in grado di conferire alle abitazioni elevati confort abitativi. Tuttavia l’impiego di queste soluzioni, che per alcuni edifici condominiali richiedono anche il rispetto di prescrizioni antincendio per le facciate
rientrando nelle attività soggette al controllo da parte dei Vigili del Fuoco, unitamente ad alcuni gravi incendi avvenuti in ambito nazionale e internazionale, hanno accresciuto la sensibilità degli addetti ai lavori verso la problematica degli incendi in facciata. Le tante problematiche che tecnici, amministratori di condomini e committenti si trovano ad affrontare nella coibentazione dei componenti opachi dell’involucro, connesse a tipologia dei materiali, spessori, modalità di installazione, tempi di consegna e costi, e la richiesta di conseguire il risultato del doppio salto di classe energetica, hanno fatto emergere il bisogno di una progettazione integrata, necessaria per prevenire e risolvere le possibili esigenze contrastanti tra contenimento energetico e sicurezza antincendio. Una progettazione accurata che tenga conto dell’apparato normativo, sia cogente che di utile riferimento, dell’analisi del rischio e della definizione degli obiettivi, e che faccia ricorso alle migliori tecnologie per il miglioramento delle prestazioni termiche dell’involucro edilizio, assicurando agli edifici un livello di sicurezza antincendio entro il cosiddetto “rischio accettabile”. I temi dell’isolamento infatti non riguardano solo gli aspetti tecnico energetici del sistema edificio-impianto, ma richiedono competenze trasversali e multidisciplinari che abbracciano aspetti architettonici, energetici, acustici, di sicurezza - strutturale e antincendio – urbanistici, legali, fiscali ed economico-finanziari. Una complessità, quella legata alla riqualificazione dell’involucro edilizio di un immobile esistente, che richiede una forte sinergia tra tutte le figure tecniche coinvolte nella progettazione e gestione del cantiere e che, in pratica, il Superbonus 110% non ha fatto altro che evidenziare e mettere in luce. Problematiche finora mai affrontate in modo integrale e integrato, che nei fatti rappresentano la complessità di un processo che vediamo replicarsi numeroso nei tanti cantieri avviati recentemente sul territorio.
SOLUZIONI TECNICHE TIPICHE E RISCHIO DI INCENDIO Per far sì che possano maturare e sussistere le migliori condizioni di sicurezza, occorre dunque una maggiore diffusione e condivisione della cultura della prevenzione del rischio e della sicurezza antincendio con tutti gli operatori del settore delle costruzioni, riservando agli specialisti in materia di prevenzione incendi (ex legge 07/12/1984, n. 818), spesso chiamati ad intervenire ed operare in modo isolato su scelte già operate a monte da altri soggetti, solo gli aspetti più sofisticati ed avanzati della materia. L’evoluzione delle soluzioni per l’involucro degli anni più recenti, rispetto ad una tradizione costruttiva che garantiva una sicurezza passiva degli edifici soddisfacente, tende ad esal-
tare singole prestazioni attraverso l’utilizzo di materiali termoisolanti convenzionali, puntando sostanzialmente sull’isolamento termico a cappotto (noto anche con la sigla ETICS, External Thermal Insulation Composit System) e sul rivestimento a parete ventilata che, integrando coibentazione a cappotto e intercapedine ventilata, permette di migliorare decisamente efficienza energetica e comfort. L’isolamento deve raggiungere anche la copertura che, a volte può costituire l’elemento più vulnerabile. Questo comporta la presenza di uno strato isolante, che può essere anche molto spesso, su tutto il contorno esterno dell’edificio. Queste soluzioni tecniche necessitano di particolari attenzioni, in quanto possono propagare l’incendio in un edificio anche se è bene sottolineare fin da subito che, dal punto di vista della prevenzione incendi, tutti i cappotti possono essere utilizzati a patto di rispettare la Linea Guida dei VVF per la determinazione dei “Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili”, come vedremo meglio in seguito. Inoltre è opportuno ribadire che nella scelta del sistema di isolamento, i dati forniti dal produttore di un sistema non devono essere valutati in modo asettico, ma rispetto al loro utilizzo nei progetti e nelle costruzioni. Dato che la modalità con la quale un sistema (o kit) funziona dipende strettamente dalla modalità con la quale lo stesso viene applicato e lavorato, chi progetta deve valutare attentamente se nella propria applicazione è in grado di garantire l’integrità del kit. Altrimenti occorre un’analisi del rischio che non si basi sulla pedestre applicazione del dato del kit.
FATTORI CRITICI E REQUISITI I fattori critici per la sicurezza antincendio di facciate e coperture sono determinati dalla presenza di materiali combustibili le cui proprietà di reazione al fuoco influenzano la velocità di diffusione dell’incendio; l’assenza di ostacoli alla propagazione dell’incendio in facciata e/o copertura e verso facciate e/o coperture limitrofe; la conformazione geometrica e la presenza di strati di ventilazione che possano favorire lo sviluppo dell’incendio e la sua propagazione verso l’alto ed anche in direzione orizzontale o addirittura verso il basso; la possibilità di sgocciolamento di parti infiammate di distacco di porzioni di facciata incendiate e/o di coinvolgimento di porzioni di facciata o copertura ancora integre che possano compromettere l’esodo degli occupanti o l’operatività delle squadre di soccorso; l’interessamento delle aree a terra proprie e/o degli edifici limitrofi ed infine, l’emissione di fumi e gas nocivi nell’ambiente urbano. Questi fattori sono alla base del requisito di sicurezza antincendio delle facciate contenuto nell’art. 2 del DM 25 gennaio 2019 concernente norme di sicurezza antincendio per gli edifici di civile abitazione, in base al quale l’opera deve essere concepita e costruita in modo tale che, in caso di incendio, la capacità
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INVOLUCRO
portante dell’edificio possa essere garantita per un periodo di tempo determinato; la generazione e la propagazione del fuoco e del fumo all’interno dell’opera, così come a opere da costruzione vicine, siano limitate; gli occupanti possano abbandonare l’opera, tenendo conto della sicurezza delle squadre di soccorso.
IL QUADRO NORMATIVO Dal punto di vista normativo, la disciplina della prevenzione incendi fa ricorso a tre diversi livelli di rango: la buona tecnica, ovvero i cosiddetti criteri generali di prevenzione incendi; la norma volontaria, le UNI o le norme internazionali che riguardano specificatamente prodotti e sistemi; le Regole Tecniche
REAZIONE AL FUOCO: LA NUOVA RTV CHIUSURE D’AMBITO La nuova RTV sulle chiusure d’ambito, di prossima pubblicazione, non prevede per le coperture e le facciate di tipo SA requisiti di reazione al fuoco; mentre per le chiusure d’ambito di tipo SB sarà necessario ricorrere a materiali di tipo GM2, che corrispondono ad una classe B-s2,d0, con la condizione che, se protetti su tutte le facciate esposte a possibile attacco del fuoco, come previsto nel cap. S.1, sono ammessi anche materiali isolanti del gruppo GM3 (C-s2,d0). Se la protezione dell’isolante non ha prestazioni di resistenza al fuoco, deve avere uno spessore ≥ 15 mm. Infine per quelle di tipo SC sono previsti materiali di tipo GM1. Non sono richiesti requisiti di reazione al fuoco per le coperture di edifici aventi massima quota dei piani ≤ 24 m. La RTV entra anche nell’ambito della resistenza al fuoco, il comportamento della struttura durante lo sviluppo dell’incendio, e la compartimentazione. In corrispondenza delle proiezioni di compartimentazioni orizzontali e verticali, la copertura deve presentare fasce di separazione realizzate con materiali del gruppo GM0 di reazione al fuoco e devono essere costituite da uno o più elementi costruttivi aventi classe di resistenza al fuoco E 30-ef (o—>i) o, se portanti, RE 30-ef (o—>i). Nella classificazione la RTV distingue tre classi di edifici: ■
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SA - chiusure d’ambito di: edifici aventi quote di tutti i piani comprese in -1< h <12 m, affollamento complessivo ≤ 300 occupanti e che non includano compartimenti con Rvita pari a D1, D2 (degenze ospedaliere o ambulatoriali); oppure edifici fuori terra, ad un solo piano; SB – chiusure d’ambito di edifici aventi quote di tutti i piani h ≤ 24 m e che non includano compartimenti con Rvita pari a D1, D2; SC - chiusure d’ambito di altri edifici.
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emanate per Decreto, quindi cogenti. In particolare, per quanto riguarda le facciate degli edifici, questo apparato normativo comprende la Guida tecnica VVF emanata con lettera circolare n. 5095 del 2013 – “Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili”, documento volontario riferito agli edifici aventi altezza antincendio > 12 m, il DM 03/08/2015 “Codice di prevenzione incendi” e s.m.i. (DM 12 aprile 2019, DM 18 ottobre 2019, DM 14 febbraio 2020) che l’hanno, di fatto, riscritto, e un iniziale limitato numero di regole tecniche verticali (RTV), utilizzabili per una specifica attività o per ambiti di essa, con indicazioni, complementari o sostitutive di quelle previste nella regola tecnica orizzontale (RTO) introdotta dal Codice e applicabile a tutte le attività. Tra quest’ultime vanno considerate le RTV relative agli edifici civili e la nuova RTV “Chiusure d’ambito degli edifici civili”, già approvata dal CCTS e di prossima pubblicazione. Tale regola può essere considerata anche come utile riferimento per la progettazione di chiusure d’ambito di altre opere da costruzione (edifici industriali). Questo quadro, se correttamente seguito, assicura agli edifici un livello di sicurezza antincendio tale da contenere il comportamento dell’incendio entro il cosiddetto “rischio accettabile”. Il Codice, infatti, ha finalmente dotato il professionista antincendio di un protocollo di progettazione certo ed affidabile, ispirato ai moderni standard internazionali, anche se in parziale antinomia con le misure generali di tutela della sicurezza dei lavoratori individuati nel D.Lgs. 81/2008 – Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, dove (Titolo I – art. 15) si declamano esplicitamente gli obiettivi di “eliminazione dei rischi” ed il ricorso alle “conoscenze acquisite in base al progresso tecnico”. La soluzione a questo disallineamento legislativo sembrerebbe essere più orientata all’armonizzazione del D.Lgs. 81/2008 al Codice di prevenzione incendi che non viceversa.
CARENZE E POSSIBILI RIMEDI NELLA PROGETTAZIONE DELLE CHIUSURE D’AMBITO L’analisi del rischio incendio deve rappresentare il punto di partenza per ogni tipo di intervento che coinvolga le facciate e più in generale l’edificio. Il progettista dell’intervento, eventualmente supportato da un professionista antincendio, deve sempre effettuare un’accurata analisi del rischio incendio per quantificare e mitigare l’eventuale aggravio del rischio indotto dalla possibile modifica delle facciate, sia dal punto di vista della tecnologia adottata, che dei materiali utilizzati e delle modalità di realizzazione. In sede di esecuzione dei lavori, il Direttore dei Lavori dovrà quindi valutare anche le implicazioni di sicurezza antincendio delle eventuali varianti in corso d’opera, pressoché all’ordine del giorno nei cantieri. Tale analisi dovrà tener conto, oltre che dell’altezza dell’edifi-
cio, anche di quota pian interrati, numero di occupanti, profilo di rischio vita degli occupanti, forma delle facciate, tipo di materiali utilizzati per le facciate e modalità di applicazione dei materiali (in aderenza, con intercapedine o altro). Nel Codice, la strategia principe è la reazione al fuoco (trattata al cap. S1), fondamentale per il contenimento del rischio di incendio e la limitazione della propagazione dello stesso, in particolare nella fase di prima propagazione dell’incendio (pre-flashover). Essa “esprime il comportamento di un materiale che, con la sua decomposizione, partecipa al fuoco al quale è stato sottoposto in specifiche condizioni”. A questo parametro fa riferimento la norma europea EN 13501-1 che prevede una classificazione del grado di infiammabilità da A, non infiammabile, a F, reazione non determinata. Vengono inoltre tenute in considerazione la produzione di fumo (s) e di gocce/particelle ardenti (d), seguiti dal grado di resistenza che va da 0 se ottimo a 3 se scarso. Al paragrafo S.1.7 viene esplicitamente trattato il tema della reazione al fuoco delle facciate, specificando che devono essere utilizzati materiali di rivestimento che limitino il rischio di incendio delle facciate stesse nonché la sua propagazione, a causa di un eventuale fuoco avente origine esterna o interna. Nella fase di cogenza transitoria, in attesa della pubblicazione della nuova RTV, la Guida Tecnica VVF 2013 richiede per i rivestimenti delle facciate una classe di resistenza minima di reazione al fuoco pari a B-s3,d0. Il sistema di isolamento a cappotto può essere realizzato con diversi materiali (EPS, XPS, entrambi in Classe E, lana di roccia, lana di vetro, entrambi in Classe A1 o A2-s1, d0, ecc.). Tuttavia, va ribadito che i prodotti isolanti (con esclusione di quelli a ridosso dei vani finestra per una larghezza di 0,60 m e di quelli posti alla base della facciata fino a 3 m fuori terra) possono non rispettare i requisiti di reazione al fuoco sopra menzionati, purché siano installati protetti, anche all’interno di intercapedini e cavità, secondo precise indicazioni. Quindi un materiale combustibile di classe inferiore alla B-s3,d0, anche se non rispetta i requisiti di reazione al fuoco in quanto materiale, può essere utilizzato e quindi concorrere alla funzione di contenimento energetico o altro, se protetto o incapsulato (ad esempio, un prodotto isolante C-s3,d2 se protetto con materiali almeno di classe A2, un prodotto isolante di classe non inferiore ad E se protetto esternamente con materiali almeno di classe A1, tipicamente corrispondente ad un intonaco, aventi uno spessore non inferiore a 15 mm). Nel caso in cui la funzione isolante della facciata sia garantita da un insieme di componenti unitamente commercializzati come kit, la classe di reazione al fuoco deve essere riferita al kit nelle sue condizioni finali di esercizio e alle eventuali medesime condizioni di test sperimentale in laboratorio. Un kit è equivalente ad un prodotto da costruzione quando è costituito da una serie di almeno due componenti separati che necessitano di essere uniti per essere installati permanentemente
nelle opere e, ad esempio, diventare un sistema assemblato. Per quanto riguarda il cappotto, il kit è rappresentato da tutti i componenti e i materiali del ciclo di posa, dalla lastra alla finitura finale, ed è strettamente necessario che, per non far decadere la certificazione del produttore, siano utilizzati tutti i materiali e il ciclo di posa indicati nel kit certificato. Nel concetto di kit, la reazione al fuoco dei materiali viene affrontata ponendo come riferimento il sistema di finitura, che deve garantire una classe pari a B-s3,d0. Tale classe può essere raggiunta indipendentemente dalla classe di reazione al fuoco del materiale isolante utilizzato, ma è determinante l’azione del rivestimento. Ad esempio, l’EPS (polistirene espanso sinterizzato) è in classe E di reazione al fuoco, ma se viene rivestito da materiali specifici, di classe superiore, può conferire al kit anche la classe B-s1,d0 (>B-s3,d0). Quindi questo significa che può essere utilizzato un rivestimento a cappotto realizzato con un kit contenente EPS, se certificato per la reazione al fuoco e posato a regola d’arte. Pertanto l’approccio alla tematica della scurezza al fuoco deve essere di tipo olistico, ovvero deve considerare il corretto funzionamento del sistema edificio e non dei singoli componenti.
Fonti: Convegno AiCARR “Isolamento termico dell’involucro: criticità energetiche e problematiche di sicurezza antincendio” L’articolo prende spunto dal Convegno AiCARR - Isolamento termico dell’involucro: criticità energetiche e problematiche di sicurezza antincendio (Live&Digital), tenutosi presso il Politecnico di Milano il 29 ottobre 2021, al quale hanno partecipato Filippo Busato, Presidente AiCARR, Giovanni Lozza, Direttore Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, Gennaro Loperfido, Studio di Ingegneria Loperfido – Matera, Coordinatore Comitato Tecnico Sicurezza e Prevenzione Incendi, in qualità di moderatore, Luca Rollino, CEO di C2R Energy Consulting, Angelo Lucchini, Dipartimento ABC - Politecnico di Milano, Marco Cavriani, Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco della Regione Lombardia, Marco Di Felice, Libero Professionista, Componente del Gruppo di lavoro sicurezza e prevenzioni incendi del CNI e membro titolare del Comitato Centrale Tecnico Scientifico/CCTS presso il Ministero dell’Interno.
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CASE HISTORY
Efficienza e stile nel segno del comfort Le pompe di calore e i fancoil INNOVA sono i protagonisti di un intervento di “deep renovation” che ha trasformato la sede di una società di professionisti a cura della REDAZIONE
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n’immagine architettonica contemporanea, spazi piacevoli e confortevoli, massimo livello di efficienza energetica: questi gli obiettivi della riqualificazione dell’headquarter di Associati’67, studio di dottori commercialisti,
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revisori legali e consulenti del lavoro attivo da oltre mezzo secolo in Trentino e Lombardia. La rinnovata sede operativa è oggi il landmark del piccolo centro urbano di Darzo di Storo (Trento). L’edificio è stato interamente riprogettato dal punto di
L’INTERVENTO Il fabbricato preesistente è stato regolarizzato, eliminando il volume tronco-piramidale dell’archivio e la scala esterna, per dare risalto all’originale scansione delle aperture. L’involucro edilizio è stato completamente sostituito, posando un cappotto ad alte prestazioni, rivestito con intonaco bianco, e rinnovando il pacchetto di copertura con uno spesso strato termoisolante, protetto da superfici in lamiera metallica con moduli fotovoltaici integrati. La struttura dell’ampliamento è composta da massicci prefabbricati in legno (sistema X-lam), che si elevano su una fondazione a platea. I prospetti sono rivestiti da una facciata ventilata in pannelli di laminato ad alta pressione, che celano uno strato termoisolante in lana di roccia. Tutte le superfici trasparenti sono composte da serramenti e facciate continue in alluminio a taglio termico, equipaggiate da tripli vetri e schermature mobili interne. La dialettica tra esistente e nuovo è esaltata dall’equilibrio delle masse, dalla ritmica alternanza tra pieni e vuoti, dalla tonalità bruna del nuovo manto esterno che contrasta con il candore dei paramenti murari. All’interno, un’ampia hall d’ingresso prelude ad ambienti di lavoro pratici e accoglienti, inondati da luce naturale.
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Le pompe di calore e i ventilconvettori INNOVA sono stati scelti per le elevate prestazioni, ideali per abbattere i consumi in relazione alle effettive condizioni operative. Il funzionamento dell’impianto con acqua a bassa temperatura garantisce rese elevate anche nel funzionamento a bassi regimi. I sottili ventilconvettori costituiscono una presenza discreta e silenziosa
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vista architettonico, strutturale e impiantistico, secondo principi di sobrietà formale, funzionalità e sostenibilità. L’intervento è stato realizzato per fasi, in modo da mantenere sempre operativa l’attività dello studio professionale.
ILARIO ZANETTI ed EMANUELE BELTRAMI, progettisti studio Sintec Associati
TECNOLOGIE Le prestazioni dell’involucro edilizio sono esaltate dalle tecnologie più efficienti oggi disponibili. Alimentato dal campo fotovoltaico situato sulla copertura, l’impianto di climatizzazione sfrutta la geotermia a ciclo aperto, scambiando calore con il terreno grazie alle pompe di calore INNOVA. L’acqua di prima falda è approvvigionata da un’elettropompa sommersa inserita
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CASE HISTORY
in un pozzo profondo circa 20 metri. Uno scambiatore di calore fornisce il fluido per la condensazione dei generatori termofrigoriferi, che lavorano in cascata per produrre acqua a 40 °C, in inverno, e a 7 °C, in estate. La climatizzazione della rinnovata sede è affidata a tre pompe di calore reversibili INNOVA, modello Water Compact 15M (potenza: 15,47 kWt; 11,0 kWf). Si tratta di generatori particolarmente efficienti (classe A++; COP 4,42 ; EER 3,14), sviluppati per fronteggiare severe condizioni operative compreso l’impiego di acque marine, corrosive e ricche di calcare per lo scambio geotermico. Grazie al compressore DC inverter il picco di assorbimento all’accensione è praticamente inesistente, a vantaggio del drastico con-
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tenimento del consumo energetico. Disponibile anche nella versione 9 M, INNOVA Water Compact è la soluzione ideale per edifici con volumetria medio-piccola a destinazione residenziale e terziaria, che possono utilizzare l’acqua di falda.
VENTILCONVETTORI Gli uffici sono equipaggiati con i ventilconvettori INNOVA, modelli AirLeaf RS (a mobiletto) e Filomuro (a parete), concepiti anche per l’installazione a totale scomparsa all’interno di nicchie, controsoffitti e ribassamenti. Si tratta di terminali con struttura interamente realizzata in metallo dal design elegante (profondità max 129 mm), dotati di ventilatore DC inverter in modulazione continua che assicura bassi consumi elettrici e l’assoluta assenza di vibrazioni. Uno speciale pannello frontale a effetto radiante incrementa il comfort termico percepito dagli utenti. I ventilconvettori dispongono di una scheda web server da collegare alla rete, cablata o wireless, per l’interfacciamento con i più diffusi sistemi domotici. Un ampio display touchscreen facilita il settaggio delle regolazioni e delle funzioni principali, mentre il controllo locale è affidato a un telecomando.
SCHEDA PROGETTO TIPO DI INTERVENTO Ristrutturazione architettonica, strutturale e impiantistica CAMPO DI APPLICAZIONE Edilizia residenziale COMMITTENTE
Studio commercialisti Associati’67 | Darzo (TN)
PROGETTAZIONE E DIREZIONE LAVORI Sintec associati
FOCUS
Sistemi idronici e di gestione Innova
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CONSULENZA FISCALE
Termini dichiarazione dei redditi 2021 per anno 2020 ed eventuali ravvedimenti Nel caso in cui il contribuente si accorga di errori e/o dimenticanze in una dichiarazione regolarmente presentata ha la possibilità di porre rimedio anche 90 giorni dopo il termine a cura di ASSOCAAF
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I
termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2020 sono stati i seguenti: ■ 30 settembre 2021 per i contribuenti p.f. che hanno presentato la dichiarazione dei redditi tramite 730/2021; ■ 30 novembre 2021 per i contribuenti p.f. che hanno presentato la Dichiarazione redditi P.F. 2021 per l’anno 2020; per le società di capitale, enti non commerciali, società di persone, etc.
Superata la scadenza del 30 novembre senza aver presentato la dichiarazione, tutti i contribuenti hanno la possibilità di procedere alla regolarizzazione tramite ravvedimento che consente di rendere tardiva (quindi valida) la dichiarazione. Il ritardo nella presentazione, però, non può andare oltre i 90 giorni dal termine ordinario del 30 novembre. Le dichiarazioni presentate oltre i 90 giorni, sono considerate omesse.
ERRORI E DIMENTICANZE IN DICHIARAZIONE Nel caso in cui il contribuente si accorga di errori e/o dimenticanze in una dichiarazione regolarmente presentata ha la possibilità di porre rimedio. Tale possibilità è data anche a coloro che presentano la dichiarazione nei 90 giorni successivi al termine del 30 novembre.
Rimedi nel caso di dimenticanze a favore del contribuente I contribuenti possono correggere le dichiarazioni che presentino errori o omissioni che hanno determinato l’indicazione di un maggior reddito o, comunque, di un maggior debito d’imposta o di un minor credito, presentando una dichiarazione integrativa anche oltre il termine per la presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo, ma entro il 5° anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione originale. L’eventuale credito evidenziato dall’integrativa a favore può essere utilizzato in compensazione. Se la dichiarazione integrativa a favore viene presentata entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo successivo, il credito che emerge è liberamente compensabile e viene riportato nella dichiarazione relativa al periodo successivo. Se, invece, la dichiarazione integrativa a favore viene presentata oltre il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo successivo, il credito che emerge può essere compensato, ma con delle limitazioni: ■ il credito può essere usato in compensazione solo per eseguire il versamento di debiti maturati a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione integrativa; ■ l’eccedenza di credito, che risulti da dichiarazione integrativa a favore presentata oltre l’anno successivo e che
non sia stato chiesto a rimborso, deve essere indicata nella dichiarazione relativa al periodo d’imposta in cui è presentata la dichiarazione integrativa a favore.
Rimedi nel caso di dimenticanze/errori a sfavore del contribuente I contribuenti hanno la possibilità di presentare una dichiarazione integrativa entro il 5° anno successivo a quello di presentazione del modello originale (per l’anno d’imposta 2020 entro il 31/12/2026): l’importo a debito dovrà essere pagato maggiorato degli interessi legali e delle sanzioni, di seguito illustrate.
DICHIARAZIONI INTEGRATIVE NEI 90 GIORNI DAL TERMINE PER LA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE (30 novembre 2021) Entro i 90 dal termine di presentazione della dichiarazione è possibile procedere alla correzione delle dichiarazioni: ■ presentando la dichiarazione corretta; ■ versando la maggiore imposta, se dovuta, e gli interessi con decorrenza dalla scadenza del versamento; ■ versando le seguenti sanzioni.
NEL CASO DI ERRORI NON RILEVABILI MEDIANTE CONTROLLI AUTOMATIZZATI E FORMALI, SI DOVRÀ VERSARE: ■
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una sanzione fissa di € 28,00 (Euro 250,00 ridotta a 1/9; codice tributo 8911 anno 20__); la sanzione per omesso versamento, se dovuto (pari al 15% ridotto ad 1/9 per i versamenti effettuati dal 31° giorno al 90° giorno dalla scadenza; pari al 30% ridotto ad 1/8 per i versamenti effettuati dal 91° giorno ….).
NEL CASO DI ERRORI RILEVABILI MEDIANTE CONTROLLI AUTOMATIZZATI E FORMALI, SI DOVRÀ VERSARE: ■
sanzione per omesso versamento, se dovuto (pari al 15% ridotto ad 1/9 per i versamenti effettuati dal 31° giorno al 90° giorno dalla scadenza; pari al 30% ridotto ad 1/8 per i versamenti effettuati dal 91° giorno…).
DICHIARAZIONI INTEGRATIVE OLTRE I 90 GIORNI DAL TERMINE PER LA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE (30 novembre 2021) Oltre i 90 giorni, è possibile procedere alla correzione delle dichiarazioni riferite al periodo d’imposta: ■ versando la maggiore imposta, se dovuta, e gli interessi con decorrenza dalla scadenza del versamento; ■ versando le relative SANZIONI, che varieranno, a seconda dell’errore commesso nel seguente modo: 1) per errori rilevabili mediante controlli automatizzati e formali: le sanzioni saranno quelle per omesso versamento (30% dell’importo dovuto), ridotte a seconda di quando interviene il ravvedimento; 2) per errori non rilevabili mediante controlli automawww.casaeclima.com
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CONSULENZA FISCALE
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tizzati e formali le sanzioni saranno: dal 90% al 180% della maggiore imposta dovuta o della differenza del credito utilizzato (art.1, comma 2, D.Lgs. n.471/97).
Se non sono dovute imposte o non ricorre infedeltà della dichiarazione ma irregolarità della stessa, si ha l’applicazione della sanzione di Euro 258,00, ridotta a seconda di quando interviene il ravvedimento. ■ dal 120% al 240% delle imposte/ maggiori imposte relative a redditi prodotti all’estero.
Nel caso in cui l’infedele dichiarazione riguardi canoni di locazione soggetti a cedolare secca: Nel caso di omessa indicazione in dichiarazione del canone di locazione, la sanzione sarà: ■ Dal 240% al 480% dell’imposta dovuta con un minimo di €.500; ■ Del 120% al 240% dell’imposta dovuta, con un minimo di €. 400 se i canoni sono dichiarati entro il termine della dichiarazione dell’anno successivo, prima di qualunque attività di accertamento di cui il contribuente abbia avuto formale conoscenza; 74
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Nel caso di parziale indicazione in dichiarazione: Dal 180% al 360% della maggiore imposta dovuta. La presentazione di una dichiarazione integrativa fa slittare i termini di decadenza dell’accertamento a partire dal momento di presentazione dell’integrativa, per i soli elementi oggetto dell’integrazione.
DICHIARAZIONE INTEGRATIVA E GESTIONE DEGLI ACCONTI PER L’ANNO D’IMPOSTA SUCCESSIVO Con la Circolare n.42 del 2016 l’Agenzia delle Entrate ha affermato che nel caso in cui il contribuente presenti una dichiarazione integrativa (entro o oltre il termine di presentazione della dichiarazione successiva) da cui emerga una maggiore imposta dovuta, con conseguente determinazione di acconti dovuti per l’anno d’imposta successivo in misura superiore, non potrà essere irrogata la sanzione per carente versamento dell’acconto se la dichiarazione integrativa è presentata successivamente al termine di versamento del secondo acconto. La Cassazione con la sentenza n.6593 del 10 marzo 2021 ha, invece, sostenuto che gli acconti devono essere calcolati e versati sulla base della dichiarazione integrativa; pertanto, se non ravveduti, si determinerebbe un insufficiente versamento degli stessi.
PREZZARI PER L’EDILIZIA
Prezzari p er incentivo
SUPERBO NUS 110%
dal 1959
Ogni mese, tutti i prezzi del mercato delle costruzioni, oltre 80.000 descrizioni e prezzi a carattere NAZIONALE Materiali ed opere compiute dal 1959
1° SEMESTRE
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
Materiali ed opere compiute dal 1959
IMPIANTI
1° SEMESTRE
1° SEMESTRE
2 1 TECNOLOGICI
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
NUOVE
USCITA
dal 1959
1° SEMESTRE
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
URBANIZZAZIONE
1° SEMESTRE
IMPIANTI
1° SEMESTRE
2° SEMESTRE
DESIGN
2° SEMESTRE
2° SEMESTRE
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
dal 1959
NUOVE
2° SEMESTRE
URBANIZZAZIONE AMBIENTE
2° SEMESTRE
RECUPERO
MANUTENZIONE
USCITA
dal 1959
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
2 1 RISTRUTTURAZIONE
SETTEMBRE
Materiali ed opere compiute
2 1 INFRASTRUTTURE
USCITA
AGOSTO Materiali ed opere compiute
2 1 COSTRUZIONI
USCITA
dal 1959
ARCHITETTURA
2 1 E INTERIOR
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
SETTEMBRE
Materiali ed opere compiute
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
USCITA
dal 1959
IMPIANTI
dal 1959
LUGLIO Materiali ed opere compiute
2 1 TECNOLOGICI
USCITA
GIUGNO
Materiali ed opere compiute
2 1 ELETTRICI
USCITA
2° SEMESTRE
MANUTENZIONE
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
GIUGNO PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
RECUPERO
2 1 RISTRUTTURAZIONE
USCITA
dal 1959
AMBIENTE
dal 1959
1° SEMESTRE
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
MAGGIO
Materiali ed opere compiute
2 1 INFRASTRUTTURE
Materiali ed opere compiute
dal 1959
2 1 COSTRUZIONI
APRILE
Materiali ed opere compiute
Materiali ed opere compiute
USCITA
OTTOBRE
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
IMPIANTI
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2 1 ELETTRICI
Tel. 064416371
USCITA
NOVEMBRE
USCITA
DICEMBRE
PROCESSI VIRTUOSI
Il neorinascimento della cura del verde italiano parte da Lodi Assoverde e Confagricoltura presentano il “Libro Bianco del Verde”
L’
11 dicembre si è tenuta a Lodi la presentazione regionale del “Libro Bianco del Verde” che ha seguito l’evento nazionale organizzato a Roma il 12 ottobre da Confagricoltura e Assoverde, promotori del prodotto editoriale. Oggetto del convegno il patrimonio di proposte e di idee contenute nel Libro Bianco del Verde 2021, come sfida al cambiamento, in nome della salute, dove il principio della “cura” (del suolo, dell’ambiente, degli animali e delle persone) indirizza nuovi modelli di progettazione, gestione, cura e manutenzione del verde, con un nuovo approccio, prima di tutto culturale, che mette al centro il “valore” degli alberi e degli spazi verdi, la “qualità” dei progetti e degli interventi, le “competenze” e le “professionalità” degli operatori.
I CONTENUTI A partire da una visione olistica, il Libro bianco del Verde ha il fine di avviare processi virtuosi, capaci di far dialogare imprese, ricercatori, decisori politici e privati cittadini, sulla base di proposte e soluzioni concrete che possano configurare buone pratiche e nuove norme operative, atte a valorizzare quel mondo che, seppure diffusamente si dice green, troppo spesso riguarda tutto fuorché l’ambiente, la natura, il verde e, tantomeno, l’inesplicabile patrimonio del mondo vegetale. 76
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IL CONVEGNO L’evento è stato promosso da Assoverde Lombardia, coordinato dalla Segreteria nazionale di Assoverde, con Confagricoltura Lombardia e Confagricoltura Milano, Lodi e Monza Brianza, in collaborazione con Verbena, azienda associata ad Assoverde, il patrocinio degli Ordini professionali e il sostegno dei diversi partner che, a scala territoriale, hanno contribuito all’organizzazione dell’iniziativa. Oltre i referenti delle Istituzioni e gli operatori pubblici e privati del settore, il convegno ha visto la partecipazione di molti cittadini, per proporre un nuovo approccio al valore e alle potenzialità che la “cura” del verde può determinare sulla salute delle persone, sulla qualità ambientale, oltre che per la bellezza e la sostenibilità degli spazi in cui viviamo. I lavori sono stati coordinati da Lorenzo Rinaldi, direttore del quotidiano “Il cittadino di Lodi”. In avvio della mattinata gli interventi istituzionali, con il Governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il Sindaco di Lodi, Sara Casanova, l’Assessore al Verde del Comune di Milano, Elena Grandi, l’on. Maria Chiara Gadda della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Nel merito delle finalità del Libro Bianco del Verde, la Presidente di Assoverde, Rosi Sgaravatti, e il Vice Presidente di Confagricoltura, Matteo Lasagna, insieme alla dott.ssa Grazia Francescato, leader ambientalista e scrittrice, e al Prof. Girolamo Sirchia, già Ministro, hanno evidenziato la stretta connessione tra la “cura” del Verde e la Salute dell’ambiente, delle persone, degli animali, e alla base della qualità e della salubrità delle aree urbane, oltre l’urgenza di interventi mirati a contrastare i
ATTILIO FONTANA, Governatore della Regione Lombardia
rapidi cambiamenti in atto. A seguire gli Ordini professionali, nelle diverse rappresentanze, hanno confermato, anche a livello regionale, l’autorevolezza della Rete configurata dal Libro Bianco del Verde, sostenendone gli obiettivi e la volontà a costruire sinergie nelle azioni da mettere in campo. Nella seconda parte della mattinata, Stefania Pisanti, segretario nazionale di Assoverde, e Luciano Nieto, per Confagricoltura Milano-Lodi, hanno illustrato il progetto del Libro Bianco del Verde, il percorso avviato a Roma il 12 ottobre, gli eventi e le iniziative che scandiranno a livello regionale e nazionale il ciclo annuale dei lavori, e la nuova edizione 2022 che sarà presentata a Milano il 24 febbraio, nell’ambito della Fiera del MyPlant&Garden. Entrando nel merito delle soluzioni e delle proposte specifiche, sulle tematiche di rispettiva competenza, sono intervenuti alcuni degli autori del Libro Bianco del Verde: Franco Guzzetti, Davide Canepa, Ilda Vagge, Stefano Bocchi, Davide Troncon, Virna Mastrangelo. A conclusione dei lavori, in rappresentanza del Comitato tecnico scientifico del Libro Bianco del Verde, sono intervenuti Paola Pastacaldi e Francesco Maria Maccazzola e, per i saluti istituzionali, a evidenziare l’urgenza di un cambio di passo e le opportunità oggi in campo, Giacomo Brusa, Presidente Confagricoltura Varese, in rappresentanza di Confagricoltura Lombardia, ed Angioletto Borri, Consigliere nazionale di Assoverde.
PROSSIMI APPUNTAMENTI
ROSI SGARAVATTI, Presidente Assoverde
L’evento della regione Lombardia segue quelli già organizzati a Roma e ad Andria e anticipa gli ulteriori eventi previsti nei prossimi mesi nelle altre regioni italiane, per interessare – nel corso dell’anno – tutta la penisola, con l’ambizione di avviare una vera e propria “rivoluzione culturale” che parte dal basso divenendo occasione inclusiva per tutti quanti vogliano aderire. La prossima data, prima dell’appuntamento di lancio della nuova edizione
2022, in apertura della Fiera MyPlant&Garden di Milano a fine febbraio, è fissata a Verona, a fine gennaio 2022, dove sarà presentato il Libro Bianco del Verde e tutto il movimento che ne consegue. www.casaeclima.com
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Via Brenta 13 – 00198 Roma Tel. 06/8555203 – Fax 06/8559860
SOCI FINCO ACEPER – Torino Associazione Consumatori e Produttori Energie Rinnovabili Presidente: Veronica Pitea Vice Presidente: Simone Ruffinatto ACMI – Roma Associazione Chiusure e Meccanismi Italia Presidente: Nicola Fornarelli Vice Presidente: Antonio Gramuglia Presidente Onorario: Vanni Tinti AFIDAMP – Milano Associazione fabbricanti e fornitori italiani attrezzature macchine prodotti e servizi per la pulizia professionale Presidente: Giuseppe Riello Vice Presidente: Gianfranco Bonotto Direttore: Stefania Verrienti AIFIL – Roma Associazione Italiana Fabbricanti Insegne luminose Presidente: Alfio Bonaventura Vice Presidente: Marisa Graziati e Cinzia Dall’Anese Segretario Nazionale: Claudio Rossi AIPAA – Bergamo Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica Presidente: Giuseppe Lupi Direttore: Tommaso Spagnolo AISES – Roma Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza Presidente: Gabriella Gherardi Vice Presidenti: Toni Principi e Eros Pessina AIT – Torino Associazione Imprese Impianti Tecnologici Presidente: Carlo Antonio Gandini Vice Presidenti: Riccardo Cerrato, Roberto Faggiano Responsabile: Alessandro Moschini ANACI – Roma Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari Presidente: Francesco Burrelli Segretario: Andrea Finizio ANACS – Milano Associazione Nazionale Aziende di Cartellonistica Stradale Presidente: Franco Meroni Vice Presidente: Adriano Castagnoli ANCCA – Castelrotto (BZ) Associazione Nazionale Contabilizzazione Calore e Acqua Presidente: Hans Paul Griesser Vice Presidente: Luca Magni Responsabile Rapporti Istituzionali: Dr.ssa Angela Marchese
ANNA – Bolzano Associazione Nazionale Noleggio Autogru e Trasporti Eccezionali Presidente: Daniela Dal Col Vice Presidente: Simone Gramigni Past-Vice Presidente: Angelo Gino ANIPA - FIAS – Piacenza Associazione Nazionale Imprese Pozzi per Acqua Presidente: Gino Longo ANSAG – Roma Associazione nazionale sagomatori Presidente: Emilio Fadda Vice Presidenti: Paolo Venturelli, Ezio Michielin, Dario Carniello ARCHEOIMPRESE – Bologna Associazione Italiana Imprese di Archeologia Presidente: Cristina Anghinetti Vicepresidenti: Claudio Calastri, Daria Pasini ARI – Roma Associazione Restauratori d’Italia Presidente: Kristian Schneider Vice Presidente: Irene Zuliani Segretario: Paola Conti ASSITES – Roma Associazione Italiana Tende, Schermature solari e Chiusure Tecniche Oscuranti Presidente: Fabio Gasparini Vice Presidenti: Loris Di Francesco, Nereo Sella ASSOBON – Roma Associazione Nazionale Imprese Bonifica Mine ed Ordigni Residui Bellici Presidente: Paolo Mennini Segretario: Valerio Bellei ASSOCOMPOSITI – Milano Associazione dei materiali compositi e affini Presidente: Roberto Frassine Direttore: Simona Tiburtini ASSOFRIGORISTI – Padova Associazione Italiana Frigoristi Presidente: Fabio Brondolin Direttore Operativo: Marco Oldrati ASSOIDROELETTRICA – Bologna Associazione dei Produttori Idroelettrici Presidente: Barbara Franchi Direttore Generale: Paolo Taglioli ASSOROCCIA – Trento Associazione Nazionale costruttori opere di difesa dalla caduta di massi e valanghe Presidente: Dario Amici Vice Presidente: Diego Dalla Rosa Direttore Generale: Bruno Zanini ASSOVERDE – Roma Associazione Italiana Costruttori del Verde Presidente: Rosi Sgaravatti Vice Presidente: Michele Bindi Segretario Generale: Stefania Pisanti
ANCSA – Roma Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli Presidente: Eleonora Testani Vice Presidente: Enzo Ciabatta Direttore: Alessia Lentini
CNIM – Roma Comitato Nazionale Italiano Manutenzione Presidente: Aurelio Salvatore Misiti
ANFIT – Ferrara Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy Presidente: Laura Michelini Vice Presidente: Marco Rossi Responsabile Tecnico: Dario Poletti
FIAS – Roma Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche del Sottosuolo Presidente: Massimo Poggio Vice Presidenti: Mauro Buzio, Stefano Chiarugi
ANFUS – Brescia Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini Presidente: Sandro Bani Vice Presidente: Pietro Bonello
AIF – FIAS – Roma Associazione Imprese Fondazioni consolidamenti - indagini nel sottosuolo Presidente: Gabriele Graziani
ZENITAL – Monza Associazione Italiana sistemi di illuminazione e ventilazione naturali, sistemi per il controllo di fumo e calore Presidente: Luca Marzola Vice Presidente: Raffaele Scognamiglio Direttore: Giuseppe Giuffrida
ANIG HP – FIAS – Roma Associazione Nazionale Impianti Geotermia – Heat Pump Presidente: Moreno Fattor ANISIG – FIAS – Roma Associazione Nazionale Imprese Specializzate in Indagini Geognostiche Presidente: Italo Cipolloni
ACI – Roma Presidente: Angelo Sticchi Damiani ALFA ACCIAI SPA – Brescia Legale Rappresentante: Amato Stabiumi ANAS SPA - Azienda Naz. Autonoma delle Strade – Roma Presidente: Claudio Andrea Gemme Amministratore Delegato: Aldo Isi CASEITALY SRL – Roma Presidente: Laura Michelini CSI SPA – Milano Presidente: Antonella Scaglia Vice Presidente: Alessandro Ciusani Amministratore Delegato: Vincenzo Ruocco ENI GAS & LUCE – Milano Presidente: Stefano Goberti Legale Rappresentante pro Tempore: Lapo Pistelli Amministratore Delegato: Alberto Chiarini GRAVILI SRL – Lecce Amministratore Delegato: Antonio Gravili
FIPER – Roma Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili Presidente: Walter Righini Vice Presidente: Hanspeter Fuchs, Federica Galleano Direttore: Vanessa Gallo FIRE – Roma Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia Presidente: Cesare Boffa Vice Presidente: Giuseppe Tomassetti Direttore: Dario Di Santo FISA – Roma Fire Security Association Presidente: Marco Patruno
INTERBAU SRL – Milano Presidente: Giuseppe Cersosimo
FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO Ente per lo sviluppo delle costruzioni in acciaio – Milano Presidente: Caterina Epis Direttore Generale: Simona Maura Martelli
ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA – Genova Presidente: Sergio Scanavino Segretario Generale: Luca Timossi LAPI SPA - Laboratorio Prevenzione Incendi – Prato Presidente: Massimo Borsini Vice Presidente: David Borsini Consigliere: Luca Ermini
HARLEY&DIKKINSON ASSOCIAZIONE – Milano Presidente: Alessandro Ponti
M3S SPA – Roma Legale Rappresentante: Anna Maria Mangialomini
MASTER ASSOCIAZIONE - Roma Presidente: Stefano Bufarini Presidente Emerito: Vincenzo D’Aria Direttore: Domenico Squillacioti Vice Direttori: Santo Mineo - Sandro Pariset
PASINI METALS PRODUCTIONS – Brescia Presidente: Icaro Pasini Vice Presidente: Piergiacomo Pasini
PILE – Varese Produttori Installatori Lattoneria Edile Presidente: Fabio Montagnoli Tesoriere: Palmiro Bartoli
PRAGMATICA AMBIENTALE SRL – Ravenna Presidente: Nedo Biancani Amministratore Delegato: Alberto Guidotti Direttore e/o Segretario: Laura Mazzavillani
PERAZZI ENGINEERING & C. SRL – Piacenza Amministratore Delegato: Italo Perazzi
RESIT SRL – Roma Presidente: Ugo Vittorio Rocca
UNICMI – Milano Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti Presidente: Guido Faré Vice Presidente Vicario: Mauro Furlan Direttore Generale: Pietro Gimelli
SINERGICA SRL – Taranto Presidente: Ludovico Motolese TRANSFORMTESSILE – Napoli Amministratore Delegato: Aniello Ciabatti ZANZAR S.p.A. – Grottaglie (TA) Presidente: Angelo L’Angellotti Amministratore Delegato: Sergio Fabio Brivio e Nicola Lippolis CFO Direttore Generale: Sergio Fabio Brivio
UNION – Roma Unione Italiana Organismi Notificati Presidente: Iginio S. Lentini
Per ulteriori informazioni sulle Associazioni federate potete consultare il sito Finco www.Fincoweb.org - Area associate
COMITATO DI PRESIDENZA FINCO
Carla Tomasi Presidente Finco
Francesco Burrelli Gabriella Gherardi Vice Presidente Finco Vice Presidente Vicario con delega a Organizzazione e Filiere
Daniela Dal Col Consigliere Incaricato Filiera Macchine e Attrezzature
Fabio Gasparini Consigliere Incaricato Sviluppo Associativo
Walter Righini Consigliere Incaricato Filiera Rinnovabili
Lino Setola Consigliere Incaricato della Filiera Mobilità e Sicurezza Stradale
Angelo Artale Direttore Generale
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Fascicolo
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Mese
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Marzo/Aprile 2022
Maggio/Giugno 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre/Dicembre 2022
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