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Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE
N. 93 I Anno XVI I OTTOBRE 2021 I Bimestrale
Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
LA SOSTENIBILITÀ SI SDOPPIA
SUPERBONUS 110% A che punto siamo? DENTRO L’OBIETTIVO Un ospedale “scandalosamente bello” AGEING IN PLACE Domotica assistenziale e digital twin ANTISISMICA Aprire la “porta” alla prevenzione Organo ufficiale
ISSN: 2038-0895
SPECIALE DOMOTICA Impianti a livelli sempre più smart
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IN QUESTO NUMERO
BIMESTRALE
OTTOBRE 2021
Organo ufficiale di:
Comitato consultivo Carla Tomasi (Finco) Angelo Artale (Finco) Giorgio Albonetti (Quine) Marco Zani (Quine)
29 5 EDITORIALE 8 NOVITÀ PRODOTTI 14 TECH EVENTI
a cura di Urbanpromo
NORMATIVA 20 SUPERBONUS 110%, A CHE PUNTO SIAMO? di Luca Alberto Piterà
INTERVISTA 24 IL LEGNO È IL NUOVO MATTONE? a cura della redazione
WORK IN PROGRESS 56 RIQUALIFICAZIONE E RISANAMENTO DI UN EDIFICIO ANNI ’50: CAMBIAMENTI IN CORSO D’OPERA di Davide Gigli
CASE HISTORY 60 TECNOLOGIE PER L’AGEING IN PLACE: DOMOTICA ASSISTENZIALE E DIGITAL TWIN di Sofia Agostinelli, Federica Giustini ed Elisa Pennacchia
ANTISISMICA 68 APRIRE LA “PORTA” ALLA PREVENZIONE di Giustino Iovannitti
SPECIALE DOMOTICA 29 IMPIANTI A LIVELLI SEMPRE PIÙ SMART di Patrizia Ricci
34 SISTEMI DI AUTOMAZIONE E CONTROLLO: L’IMPORTANZA DELLA NORMA UNI EN 15232
Fondata da Andrea Notarbartolo Direttore responsabile Marco Zani Redazione Silvia Martellosio silvia.martellosio@quine.it
LA SOSTENIBILITÀ SI SDOPPIA
SUPERBONUS 110% A che punto siamo? DENTRO L’OBIETTIVO Un ospedale “scandalosamente bello” AGEING IN PLACE Domotica assistenziale e digital twin
SPECIALE DOMOTICA Impianti a livelli sempre più smart
ANTISISMICA Aprire la “porta” alla prevenzione Organo ufficiale
SERVIZIO A PAGINA
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RINNOVABILI 76 SEGNALAZIONE PER VIOLAZIONE DELLA NORMATIVA EUROPEA DA PARTE DELLO STATO ITALIANO a cura di Fiper
77 LE RESIDENZE LIBESKIND II DI CITYLIFE SCELGONO IL MARCHIO POSA QUALITÀ SERRAMENTI
a cura di Assocaaf
DENTRO L’OBIETTIVO
a cura di Erika Seghetti
N. 93 I Anno XVI I OTTOBRE 2021 I Bimestrale
72 BONUS PUBBLICITÀ: COMUNICAZIONE DA EFFETTUARE ENTRO IL 31 OTTOBRE 2021
74 ANCHE AI SOTTOCONTATORI VA APPLICATA LA DIRETTIVA MID
51 LA SOSTENIBILITÀ SI FA IN DUE
Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE
ISSN: 2038-0895
SERRAMENTI
CONFORMITÀ DEI DISPOSITIVI
a cura di Maurizio Milan
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CONSULENZA FISCALE
di Patrizia Ricci
44 UN OSPEDALE “SCANDALOSAMENTE BELLO”
IN COPERTINA
Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
18 A URBANPROMO GREEN LE “NATURE BASED SOLUTIONS”. IL CASO DI MILANO
60
44
di Hans Paul Griesser
ASSOVERDE 75 ROSI SGARAVATTI È LA PRIMA PRESIDENTE DI ASSOVERDE
Comitato scientifico Dario Amici (Assoroccia) Antonio Arienti (Aif) Alfio Bonaventura (Aifil) Cesare Boffa (Fire) Sandro Bani (Anfus) Sergio Fabio Brivio (Finco) Fabio Brondolin (Assofrigoristi) Francesco Burrelli (Anaci) Paolo Cannavò (Fecc) Davide Castagnoli (Anacs) Innocenzo Cipolletta (Aifi) Italo Cipolloni (Anisig) Pier Luigi D’Ambrosio (Aiz) Daniela Dal Col (Anna)
Caterina Epis (Fondazione Promozione Acciaio) Emilio Fadda (Ansag) Guido Faré (Unicmi) Nicola Antonio Fornarelli (Acmi) Roberto Frassine (Assocompositi) Fabio Gasparini (Assites) Gabriella Gherardi (Aises) Hans Paul Griesser (Ancca) Iginio Lentini (Union) Giuseppe Lupi (Aipaa) Antonio Maisto (Assoverde) Luca Marzola (Zenital) Laura Michelini (Anfit) Aurelio Misiti (Cnim) Fabio Montagnoli (Pile) Francesco Morabito (Assografene) Daria Pasini (Archeoimprese) Paolo Pastorello (Restauratori Senza Frontiere) Marco Patruno (Fisa) Massimo Poggio (Fias) Giuseppe Riello (Afidamp) Walter Righini (Fiper) Kristian Schneider (Ari) Angelo Sticchi Damiani (Aci) Daniele Succio (Anipa) Paolo Taglioli (Assoidroelettrica) Eleonora Testani (Ancsa) Bruno Ulivi (Ait)
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Grafica e Impaginazione LIFE sh.p.k. Hanno collaborato a questo numero Sofia Agostinelli, Assocaaf, Fiper, Davide Gigli, Federica Giustini, Hans Paul Griesser, Giustino Iovannitti, Maurizio Milan, Elisa Pennacchia, Luca Alberto Piterà, Patrizia Ricci, Erika Seghetti, Urbanpromo Pubblicità Quine Srl 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 Luigi Mingacci – l.mingacci@lswr.it Tel. +39 320 4093415 Traffico Elena Genitoni | e.genitoni@lswr.it |Tel. 02 89293962 Editore Quine srl - www.quine.it Presidente Giorgio Albonetti Amministratore Delegato Marco Zani Direzione, Redazione e Amministrazione Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 e-mail: redazione@quine.it Servizio abbonamenti Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano - Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190 e-mail: abbonamenti@quine.it Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile. Costo copia singola: euro 2,30 Stampa Aziende Grafiche Printing Srl – Peschiera Borromeo (MI) Casa&Clima è stampata su carta certificata Chlorine Free Iscrizione al Tribunale di Milano N.170 del 7 marzo 2006. Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010 Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191 Responsabilità Tutto il materiale pubblicato dalla rivista (articoli e loro traduzioni, nonché immagini e illustrazioni) non può essere riprodotto da terzi senza espressa autorizzazione dell’Editore. Manoscritti, testi, foto e altri materiali inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. Tutti i marchi sono registrati. INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LGS 196/2003 Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter e ettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Lgs.196/2003. Titolare del trattamento è Quine srl, via G. Spadolini 7, 20141 Milano (info@quine.it). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Lgs 196/2003.
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EDITORIALE
Legge sulla lobby: è la volta buona? ANGELO ARTALE, Direttore Generale Finco
Finco auspica che si possa rapidamente giungere all’istituzione di un nuovo, agile e snello strumento per l’implementazione e la regolamentazione della rappresentanza d’interessi
F
inco è da sempre favorevole a una regolamentazione dei rapporti tra Decisore pubblico, Rappresentanti e Portatori d’interesse. Alla luce dei recenti sviluppi in materia di disciplina dell’attività di lobbying in ambito nazionale, esprimo una breve riflessione, riprendendo alcune proposte formulate in altre sedi, inclusa l’Audizione Finco presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati del 2 marzo 2020. La Proposta di Testo Unificato (Gazzetta Ufficiale 27 luglio 2021), della Relatrice On. Vittoria Baldino, dei Progetti di Legge C. 196 Fregolent, C. 721 Madia e C. 1827 Silvestri in merito alla “Disciplina dell’attività di rappresentanza di interessi”, costituisce indubbiamente un passo avanti rispetto ai passati tentativi e versioni. D’altronde, in poco più di mezzo secolo, dopo oltre 60 iniziative legislative in materia di lobbying (o come recita il testo in questione, in materia di “soggetti che rappresentano presso i Decisori pubblici […], direttamente o indirettamente, interessi leciti di rilevanza […] al fine di promuovere l’avvio di processi decisionali pubblici o di incidere su processi decisionali pubblici in corso”), è da considerarsi come un traguardo che un progetto di legge
possa dirsi promettente. Promettente in quanto il testo – pur presentando diverse proposte condivisibili – porta ancora in grembo numerose criticità. In particolare e in sintesi: 1. l’istituzione di un Registro nazionale (Art. 4) è misura fondamentale al fine di inquadrare in maniera trasparente la figura del rappresentante di interessi, con i relativi requisiti, diritti e obblighi. Un effetto del Registro dovrebbe essere quello dell’obbligo di rendicontazione e rapporto da parte dei lobbisti (e, aggiungerei, da parte anche dei Decisori) degli incontri e dei contenuti discussi durante i medesimi. Tuttavia, oltre agli elementi che i rapporti annuali devono contenere, andrebbe definito meglio, ai fini della trasparenza, quello legato ai contenuti e pareri discussi in sede d’incontro; non solo, dall’istituzione di tale Registro emergerebbe anche l’esigenza della definizione delle best practices (o Codice Deontologico) proprie dell’attività di rappresentanza d’interessi e delle sue dinamiche complementari; 2. in tal modo verrebbe in evidenza anche l’architettura interattiva propria alle
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EDITORIALE
relazioni pubbliche. In altre parole, non solo diventerebbe trasparente il lobbista (cosa fa e cosa rappresenta), ma anche il Decisore (cosa gli viene suggerito e cosa decide); 3. la redazione del Codice Deontologico richiederebbe anche la consultazione dei rappresentanti e dei portatori di interesse: non un Codice meramente “somministrato” dall’Organo preposto all’amministrazione del Registro; 4. il testo indica per il ruolo di amministratore del Registro l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. La ritengo una scelta opportuna tanto quanto lo sarebbe quella di ANAC, contrariamente all’improponibile CNEL (in quanto costituito dagli stessi soggetti su cui dovrebbe vigilare – Finco si è già espressa con nettezza in merito a ciò durante la citata Audizione del 2 marzo 2020: registriamo che tale ipotesi è stata purtroppo riproposta nell’emendamento 4.29 al Testo Unificato dagli On. Mollicone, Prisco e Montaruli). Sempre in Commissione figura anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri come candidata al ruolo: al di là del prestigio dell’Organo, anch’essa non garantisce la stessa terzietà dell’AGCM o dell’ANAC; 5. altrettanto rilevante è l’istituzione di un Comitato di Sorveglianza atto a monitorare l’attività di rappresentanti e decisori pubblici e la relativa composizione, sulla quale il Testo pecca di miopia. Tre membri di estrazione giuridica sono infatti necessari, ma di pari necessità sarebbe anche l’aggiunta di un “emissario” dei rappresentanti d’interesse, di uno dei portatori d’interesse, ovvero degli Stakeholder, e di uno (o più) delle Istituzioni. Non condivisibile in questo senso la proposta emendativa (7.5 Fregolent, Di Maio) che vuole membri del Comitato esclusivamente i Segretari delle Camere e della Presidenza del Consiglio, accompagnati dal Capo Dipartimento per gli Affari Regionali e le autonomie. Resta
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da definire tipologia e durata del mandato dei futuri membri del Comitato, la cui attività dovrebbe rimanere indipendente dall’Organo garante del Registro. Un mandato di 5 anni è poi forse troppo lungo; 6. lacuna altrettanto importante è quella dell’Art. 10 sulla procedura di consultazione. Come noto essa è uno degli strumenti principe del rappresentante di interessi, e lascia perplessi il passo (comma 1, primo periodo del testo in premessa) che prevede per il Decisore pubblico la semplice possibilità (“può indire…”), di ricorrere alla consultazione pubblica nel processo che porta alla decisione. La possibilità che il Decisore consulti interessati particolari e competenti è già espressa nei Regolamenti di Camera e Senato (rispettivamente all’Art. 144 e 48), eppure, procedere con la sola potenzialità di consultazione significherebbe edificare il processo decisionale sulle fragili fondamenta di un non-obbligo nonostante il nuovo “inquadramento” del Portatore di interessi e connesse incombenze; 7. cruciale risulta anche il diritto conferito dal Testo agli iscritti nel Registro in materia di partecipazione e contributo in sede AIR e VIR: è infatti inutile sottolineare quanto sia fondamentale che rappresentanti e portatori d’interesse partecipino al processo di analisi e verifica della regolamentazione (art. 8, comma 1c). Finco auspica che si possa rapidamente giungere all’istituzione di un nuovo, agile e snello (snelliamo per favore anche la burocrazia e la tortuosità dei percorsi digitali connessi al caricamento della Relazione annuale) strumento per l’implementazione e la regolamentazione della rappresentanza d’interessi. Certo, 76 emendamenti relativi al Testo in questione, composto da pochi articoli, non promettono bene. Già ora è veramente singolare che il Senato, nell’ambito dell’autodichia, non abbia neanche istituito un registro minimale, mentre sarebbe opportuna una sfera di applicazione quanto più vasta possibile. La domanda è: vogliamo tutti, veramente, questo provvedimento?
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Valvola a doppio scarico con funzionamento “a magnete” per cassette in ceramica PULSAR di Bampi è una valvola in plastica a doppio scarico che, associata al pulsante in ABS cromato, permette la sostituzione della tradizionale valvola in ottone con un prodotto tecnologicamente più avanzato e silenzioso. Il funzionamento “a magnete” consente lo scarico idrico regolabile a due quantità: da 3 a 4,5 litri per lo scarico parziale e da 6 a 9 litri per lo scarico totale. Durante le due fasi di scarico (totale o parziale) la valvola elimina completamente l’effetto di “risucchio” provocato dalle valvole tradizionali. Il pulsante a doppio tasto Push Dual è compatibile con quelli installati in precedenza, senza interventi invasivi. Abbinato all’installazione della valvola, il pulsante è dotato di funzione “ZERO pressure”, consentendo di essere premuto facilmente anche da un bambino.
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VMC decentralizzata con pompa di calore e lampada UVC Fantini Cosmi, tramite il brand Aspira, propone una gamma completa di soluzioni per la VMC, sia centralizzata che decentralizzata, per soddisfare sia le esigenze dei piccoli locali che quelle delle grandi superfici. Aspircomfort PRO X è la nuova serie di macchine per la ventilazione meccanica decentralizzata particolarmente indicata per singoli ambienti dove non è possibile realizzare impianti canalizzati. È una soluzione completa che assolve in un’unica macchina tre funzioni diverse: ricambio dell’aria, integrazione al riscaldamento/raffrescamento e sanificazione dell’aria immessa tramite le lampade UVC ad azione germicida. Le unità sono dotate di pompa di calore con circuito frigorifero. Il recupero termodinamico permette di immettere aria nuova nell’ambiente, riscaldandola o raffrescandola in base alle necessità e alla temperatura interna, aiutando l’impianto di climatizzazione a soddisfare il comfort interno. Le nuove macchine sono disponibili in due modelli con portate differenti: Aspircomfort PRO X 460H (per il montaggio in orizzontale a soffitto) e Aspircomfort PRO X 380V (per il posizionamento a terra in verticale). Le unità monoblocco sono pronte all’uso e non richiedono ulteriori sistemi di distribuzione dell’aria (come tubazioni e raccordi), né in immissione, né in espulsione d’aria, poiché si installano direttamente sulla parete perimetrale.
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Plenum per la purificazione dell’aria in ambito residenziale e terziario Il plenum Easyzone IAQ è una soluzione per installazioni residenziali e terziarie che risponde al concetto di all-in-one: migliora la qualità dell’aria, fornisce un controllo vocale e mobile, aumenta il comfort e riduce il consumo energetico grazie alla suddivisione in zone degli impianti di condizionamento e riscaldamento. Easyzone IAQ utilizza il flusso d’aria nelle installazioni canalizzate per distribuire ioni negativi in tutta la stanza permettendo così di ridurre il tempo in cui le particelle nocive come funghi, virus e batteri rimangono nell’aria. Lo strumento Plug&Play aiuta il processo di installazione ed evita configurazioni complesse, nascondendosi senza ingombro nel controsoffitto. Inoltre, la nuova soluzione permette il controllo del clima tramite telefono cellulare, utilizzando l’applicazione Airzone Cloud che può essere integrata con le principali tecnologie di controllo vocale sul mercato. La zonificazione, invece, permette di climatizzare per stanze, spegnere le apparecchiature nelle zone non occupate e adattare la potenza delle macchine alle reali necessità delle installazioni. Questo si traduce in un risparmio energetico fino al 64%. Un’altra delle ragioni principali della suddivisione in zone è anche l’aumento del comfort che genera, poiché permette a ogni utente di scegliere la temperatura giusta in qualsiasi momento. Il plenum Easyzone IAQ diventa così uno strumento versatile che permette agli installatori di agire su quattro variabili che influenzano il benessere degli spazi interni: qualità dell’aria, connettività, risparmio energetico e comfort.
www.airzoneitalia.it
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n.93 www.casaeclima.com
NOVITÀ PRODOTTI
Unità di VMC bidirezionale con quattro configurazioni VENTIZA HP è la prima unità di ventilazione meccanica controllata per l’edilizia residenziale progettata e realizzata interamente da Wavin Italia. Si tratta di un’unità bidirezionale caratterizzata dai lati di collegamento delle tubazioni interne ed esterne intercambiabili, così da garantire quattro diverse configurazioni. La macchina può essere infatti installata a soffitto, ma anche a parete, sia in verticale, con distribuzione verso il pavimento, oppure verso il soffitto, che in orizzontale, con tubi interni a sinistra. Non solo: il quadro elettrico, solitamente posizionato sul lato più lungo dell’unità, è stato spostato nella sezione adiacente alle tubazioni per garantire un accesso ancora più facile e immediato. La scelta dell’utilizzo di un ventilatore a portata costante, che opera a frequenze più elevate rispetto ai classici plug fan, garantisce all’unità ottime performance sul piano della silenziosità. Lo spessore del rivestimento leggermente più ampio è infatti sufficiente per limitare il rumore della macchina, che può vantare una pressione sonora a 3 metri di soli 27 dB. Non sono invece più necessari i classici silenziatori aggiuntivi, con conseguenti vantaggi in termini di spazio occupato dal prodotto. Il modello di calcolo brevettato permette all’unità di quantificare il tasso ideale di umidità dell’ambiente per poi agire in modo automatico sulla portata dell’aria. Progettata in due diverse taglie, con portata dell’aria nominale di 130 m3/h e 200 m3/h (massima di 180 m3/h e 280 m3/h), l’unità si caratterizza anche per la presenza degli scarichi in pressione, che agevolano l’espulsione della condensa e impediscono l’ingresso nell’unità di cattivi odori, la possibilità di scegliere tra un recuperatore di tipo sensibile (classe A) o entalpico (classe B), e la dotazione di due filtri in mandata a elevato potere filtrante (Coarse 60% + ePM1 60%). È compatibile con il sistema di controllo Wavin SENTIO e può essere di conseguenza comandata anche tramite l’omonima app mobile.
www.wavin.it
Aspiratore per il ricambio dell’aria con sensore di anidride carbonica KIT VARIO CO2 di Vortice è un sistema di ventilazione che assicura il rapido ricambio dell’aria ambiente in relazione alla concentrazione di anidride carbonica, rilevata da un apposito sensore. Pensato per spazi aperti al pubblico come uffici, sale riunioni, sale d’aspetto, negozi, bar, spogliatoi aule scolastiche e mense, il sistema di ventilazione è composto da due aspiratori elicoidali, installabili in corrispondenza di pareti perimetrali, finestre o vetrine, controllati da un sensore di CO2. Quando il tasso di anidride carbonica presente in ambiente, rappresentativo del suo indice di affollamento, supera il limite in precedenza impostato, il sensore attiva automaticamente i due aspiratori che funzionano in maniera combinata: uno espelle l’aria viziata e potenzialmente infetta, l’altro la reintegra con aria esterna. Il kit è ideale per gli ambienti di volumetria pari a 50 m3, 100 m3 e 350 m3 a seconda del modello, nell’ipotesi di garantire due ricambi completi dell’aria ambiente all’ora. Per l’installazione è richiesta la sola realizzazione di due fori nelle pareti, vetrine o finestre di destinazione, di diametro nominale pari a 150, 230 o 300 mm (a seconda del modello). Il display LCD grafico del sensore di CO2 facilita la configurazione iniziale del sistema e permette l’impostazione dei valori di soglia in corrispondenza dei quali la coppia di aspiratori si avvia per garantire il ricambio dell’aria, o si arresta quando vengono meno le esigenze di ventilazione.
www.vortice.it
Cassetta a incasso per pareti da 8 cm Migliorata non solo nel design ma anche nella funzionalità, la nuova cassetta TECE Octa II si adatta a diverse esigenze e tipi di ceramica WC. Il collegamento idrico con filetto 1/2” FE superiore è compatibile con gli adattatori rapidi TECE e delle principali marche in commercio. Il tunnel di installazione, che funge da protezione durante le operazioni di muratura, ha un’apertura a zip, accorciabile senza l’utilizzo di alcuna attrezzatura. Tutta la gamma TECE Octa II prevede, inoltre, il sistema “Easy Fit” per il montaggio rapido delle placche per semplificare la fase di installazione in quanto non necessita di regolazione. L’attenzione al comfort acustico viene garantita mediante valvola galleggiante universale F10 in conformità alla DIN 4109 (rubinetteria gruppo 1). Le dimensioni della cassetta sono ridotte, 44 cm di larghezza e 50 cm nella versione per cartongesso, con un serbatoio dalla capienza massima di 7 litri. La valvola di scarico è impostabile su diversi volumi: 6 o 4,5 litri per lo scarico completo e 3 litri per quello ridotto, ma si possono ridurre ulteriormente a 4 e 2 litri.
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Baxi Hybrid Power, composti da uno o più generatori in pompa di calore abbinati a caldaie a gas di alta potenza (singole o in cascata) e gestiti da un Hybrid manager, è la soluzione ibrida pensata
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Sistemi Ibridi Commerciali Baxi Hybrid Power
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da Baxi per la riqualificazione di edifici residenziali esistenti, palazzine e condomini con impianto centralizzato.
Ottimizzazione del risparmio energetico
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Refrigeratori e pompe di calore commerciali per installazione esterna Baxi ha introdotto nel proprio portfolio prodotti i refrigeratori di liquido e pompe di calore commerciali con sorgente aria per installazione esterna Baxi BCH2-i e BHP2-i 2017-4057. La gamma BCH2-i comprende 6 versioni di unità da esterno per la produzione di acqua refrigerata. Il sistema è caratterizzato dalla tecnologia con compressore inverter ed è dotato di ventilatori elicoidali e refrigerante R410A. Le unità sono equipaggiate con due, tre o quattro compressori in configurazione tandem e trio. La gamma BHP2-i, invece, comprende 3 unità da esterno in pompa di calore per la produzione di acqua refrigerata/riscaldata con compressori ermetici rotativi di tipo scroll dedicati per l’utilizzo di R410A e ventilatori assiali: BHP2-i (reversibile), BHP2-i/SL (reversibile silenziata) e BHP2-i/SSL (reversibile super silenziata). Entrambe le gamme sono dotate di batteria di condensazione con tubi in rame e alette in alluminio, scambiatore a piastre saldo brasate e valvola di espansione termostatica. I nuovi prodotti consentono di scegliere fra tre livelli di silenziosità: la versione standard; la versione SL dove la riduzione acustica è di circa 2dBA rispetto alla versione standard e la versione SSL con un impatto acustico rispetto alla versione standard che va da -5 a -7dBA. Altre caratteristiche della gamma sono il compressore inverter modulante che abbina un compressore a velocità variabile (tramite inverter) con un compressore ermetico rotativo di tipo scroll. Il funzionamento delle unità è garantito con una temperatura esterna fino a -15°C in modalità pompa di calore e fino a 46° C nella stagione estiva.
www.baxi.it
Pompa di calore aria-acqua con serbatoio ACS integrato LG Electronics estende la gamma di pompe di calore aria-acqua con il nuovo THERMA V Hydrosplit con serbatoio ACS integrato in R32: una soluzione all-in-one per garantire raffrescamento, riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria in ambito domestico. Le due unità,
interna ed esterna, sono collegate esclusivamente attraverso tubazioni idroniche, senza richiedere nessuna tubazione frigorifera, garantendo maggiore flessibilità di installazione e riducendo il rischio di perdite di refrigerante. L’aggiornamento della linea THERMA V Hydrosplit in R32 garantisce un flusso idrico più uniforme grazie a tubazioni idroniche migliorate con filtri più efficaci e una maggiore compatibilità con una varietà di soluzioni, compresi gli impianti solari termici. Unità interna, serbatoio dell’acqua e tubazioni complesse sono integrate in un’unica soluzione salvaspazio. Il Compressore R1™ offre prestazioni elevate e massima efficienza in classe A+++, mentre l’intuitiva interfaccia touch offre un controllo smart, compatibile con l’app LG ThinQ™ e con i comandi vocali tramite Google Assistant.
www.lgbusiness.it 12
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È nata Climate Solutions, nuova divisione di Beijer Ref Italy Dopo l’acquisizione a fine 2020 del brand Sinclair, Beijer Ref Italy annuncia la nascita della nuova divisione interna dedicata al settore HVAC. Climate Solutions gestirà la commercializzazione dei prodotti di climatizzazione dei brand Carrier DX e Sinclair. La divisione è il risultato di un percorso iniziato nel 2016 con il rilancio dei prodotti Carrier a espansione diretta, a cui si aggiunge la gamma completa di prodotti per la climatizzazione, il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria a marchio Sinclair. Climate Solutions propone soluzioni complete nel settore HVAC: partendo da una gamma residenziale completa, fino a un’offerta di sistemi commerciali per grandi edifici con le linee VRF e chiller. La struttura organizzativa comprende già oggi una capillare rete di Agenzie Commerciali e Centri di Assistenza Tecnica in tutta Italia, affiancate dalle filiali italiane della divisione ECR sempre all’interno di Beijer Ref Italy, operanti nel mercato della refrigerazione. La strategia distributiva di Climate Solutions è di continuare a collaborare con distributori, grossisti e installatori per salvaguardare la marginalità tra grossista-installatore-end user e senza creare confusioni distributive. L’azienda si affida alla professionalità e qualità del servizio che solo i grossisti del canale ITS ed elettrico sono in grado di garantire. BRNO. La sede Sinclair
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In ogni attimo di freschezza
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India, torre mangiasmog a Nuova Delhi Dotata di 40 ventilatori giganti, la torre dovrebbe pulire l’aria nel raggio di 1 km quadrato
Form Energy sta lavorando a una batteria ferro-aria in grado di fornire elettricità per 100 ore e a un decimo del prezzo del litio
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na batteria ricaricabile ferro-aria in grado di fornire energia elettrica per 100 ore e a meno di un decimo del costo degli ioni di litio. La “promessa” arriva da Form Energy, azienda tecnologica di Boston, che sta costruendo un progetto pilota su scala commerciale basato su batterie ferro-aria. L’innovazione punta a risolvere alcuni dei problemi legati alle batterie al litio: sono costose, si consumano e sono molto più adatte alla fornitura elettrica in tempi rapidi che allo stoccaggio a lungo termine.
COME FUNZIONANO LE BATTERIE FERRO-ARIA Form Energy ha puntato quindi sulle batterie ferro-aria che, utilizzando materiali estremamente comuni, hanno costi molto contenuti, a fronte di un’ottima capacità di accumulo. Semplificando, funzionano avviando e invertendo il processo con cui si forma la ruggine. Il ferro metallico si combina con l’ossigeno per rilasciare energia nel ciclo di scarica; quindi, quando l’energia viene applicata a questa ruggine si riconverte in ferro metallico e rilascia il suo ossigeno. La tecnologia è rimasta inattiva per molti decenni a causa di un problema di idrolisi che ha ridotto della metà l’efficienza della batteria fino a quando non è stata affrontata nel 2012. Form non ha ancora indicato l’efficienza delle sue batterie, ma ha reso noto che utilizzano un gigantesco anodo di ferro e che le celle di circa un metro quadrato sono alloggiate in moduli batteria delle dimensioni di una lavatrice, immerse in un elettrolita liquido. Oltre ai vantaggi elencati, ne spicca un altro: i materiali, arrivati a fine vita, sono altamente riciclabili. Form Energy ha raccolto più di 300 milioni di dollari per commercializzare il sistema. Il primo progetto su scala commerciale, annunciato lo scorso anno in Minnesota, sarà in grado di fornire un megawatt di potenza costante per 150 ore.
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I
l 23 agosto è stata inaugurata a Nuova Delhi la prima torre mangia-smog dell’India. Alta quasi 25 metri e costituita da 40 ventilatori giganti che pomperanno 1.000 metri cubi di aria al secondo, la torre – che renderà l’aria più respirabile nel raggio di un chilometro quadrato – verrà messa in funzione al termine della stagione dei monsoni. La torre è stata installata nella zona di Connaught Place, frequentatissima area commerciale caratterizzata dai tipici edifici coloniali con colonnati, gremita di negozi e punto di ritrovo per i suoi caffè e ristoranti. Il Ministro all’Ambiente di Delhi, Gopal Rai, ha spiegato come sulla base dei risultati ottenuti da questa prima torre, verrà presa o meno la decisione sul completamento del progetto, il cui costo si aggira complessivamente intorno ai 3 milioni di dollari. Ovviamente, la torre non è per nulla piaciuta ai difensori dell’ambiente, in quanto consumerà una quantità esorbitante di energia elettrica. “Le torri mangia-smog non sono la soluzione – sostiene Sunil Dahiya, del Centro per la ricerca sull’energia e l’aria. È necessario intervenire sulle fonti energetiche, basate per il 75% su centrali a carbone. L’obiettivo di questa torre – conclude Dahiya – non è di aggredire il problema, ma creare zone franche dove la gente possa respirare”.
“
Lo smog è legato a cause che si ripetono ogni anno: cerchiamo almeno di contenerlo. L’obiettivo è di ridurre del 50% la quantità delle particelle PM 2,5. Se la torre avrà buoni risultati, ne realizzeremo altre in tutta la capitale
“
Accumulo, le opportunità delle batterie ferro-aria
ANWAR ALI KHAN, responsabile del progetto
Fusione a confinamento magnetico, il primo test fa sperare Compiuto un primo importante passo verso una fonte di energia sicura, sostenibile e inesauribile. La strada da percorrere però è ancora lunga
L’
8 settembre Eni ha annunciato che CFS (Commonwealth Fusion Systems), società spin-out del Massachusetts Institute of Technology di cui è il maggiore azionista, ha condotto con successo il primo test al mondo del magnete con tecnologia superconduttiva HTS (High Temperature Superconductors) che assicurerà il confinamento del plasma nel processo di fusione magnetica. La fusione a confinamento magnetico è una tecnologia finora mai sperimentata, applicata a livello industriale e potenzialmente una fonte energetica sicura, sostenibile e inesauribile dal momento che riproduce i princìpi tramite i quali il Sole genera la propria energia. Fornirebbe, inoltre, un’enorme quantità di energia a zero emissioni e – se fosse già disponibile – oggi potrebbe dare un forte contributo nel percorso di decarbonizzazione. Occorrerà tuttavia aspettare anni, almeno un decennio, per vedere realizzato il primo impianto dimostrativo, capace di immettere energia da fusione nella rete elettrica. Secondo la tabella di marcia, il primo impianto sperimentale, denominato Sparc, dovrebbe essere costruito entro il 2025.
IL TEST Nel dettaglio, nel corso del test il magnete toroidale, dal peso di circa 10 tonnellate, raffreddato con elio liquido a una temperatura di circa –253.15 °C (20 gradi sopra allo zero assoluto) è stato energizzato con una corrente elettrica di intensità crescente, fino a 40.000 Ampere, per periodi di tempo prefissati e in diverse condizioni di funzionamento, sviluppando un campo magnetico di elevatissima intensità, fino a 20 Tesla (T). Tali campi magnetici non si sarebbero ottenuti con l’utilizzo di materiali tradizionali come il rame o superconduttori LTS (Low Temperature Superconductors) che si sarebbero danneggiati per il calore generato. Il risultato è stato raggiunto invece grazie alle proprietà dei superconduttori HTS (REBCO – Rare Earth Barium Copper Oxide) che compongono la parte attiva del magnete, e che sono in grado di raggiungere performance molto più elevate in termini di campo magnetico associato. Il test ha dimostrato la possibilità di mantenere il magnete nel regime di superconduzione con un’elevata stabilità di tutti i parametri fondamentali per il suo impiego in un futuro impianto dimostrativo. Il test ha, inoltre, generato una ingente mole di dati che saranno oggetto di analisi approfondite nel corso dei prossimi mesi. La tecnologia HTS si basa sulle scoperte che hanno portato Johannes Georg Bednorz e Karl Alexander Müller al Premio Nobel per la fisica nel 1987, ma solo recentemente la disponibilità commerciale di nastri HTS ha portato al loro utilizzo nei supermagneti.
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TECH
Accumulo, nuova batteria a flusso redox a base di fluorenone Dagli USA un dispositivo che, stando ai primi risultati, ha una densità energetica raddoppiata rispetto alle batterie al vanadio
G
li scienziati del Pacific Northwest National Laboratory del Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti hanno sviluppato una batteria a flusso redox acquosa basata su analiti derivati del fluorenone. Il fluorenone (C13H8O) è un composto organico a basso costo, ampiamente utilizzato per sintetizzare una varietà di materiali elettronici organici. Viene impiegato anche nei pannelli solari, nei LED e nei prodotti farmaceutici. Al fine di prevenire una rapida degradazione, il composto fluorenone è stato trasformato in un composto redox reversibile e solubile in acqua. Prima di questo miglioramento tecnico, le molecole di fluorenone non erano sufficientemente solubili in acqua e non potevano fornire reversibilità redox in soluzioni acquose. La solubilità del composto è fondamentale nelle batterie a flusso redox e gli accademici hanno affermato di essere stati in grado di aumentare quella del fluorenone in acqua da quasi 0 con fluorenone puro fino a 1,5 moli per litro. Il team di ricerca ha scoperto che la capacità del fluorenone di effettuare reazioni reversibili dipende dalla sua concentrazione. “Questa è una grande dimostrazione dell’utilizzo dell’ingegneria molecolare per fare diventare utile I materiali alternativi per le batterie a flusso includono un materiale finora considerato inutile in termini di molecole organiche che sono molto più disponibili, più accumulo energetico – ha dichiarato il coautore della rispettose dell’ambiente e meno costose del vanadio. ricerca Wei Wang. Questo apre un nuovo importante Ma i prodotti organici finora non hanno retto bene spazio chimico che possiamo esplorare”. alle esigenze della tecnologia delle batterie a flusso; di
“
solito si esauriscono più velocemente del necessario PACIFIC NORTHWEST NATIONAL LABORATORY, Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti
“
DENSITÀ ENERGETICA DOPPIA RISPETTO AL VANADIO
La batteria ha una dimensione di 10 cm2 e una potenza di 500 milliwatt. Nonostante le sue piccole dimensioni, la sua densità di energia è più del doppio di quella delle batterie al vanadio oggi in uso, affermano gli scienziati. “Nei test di laboratorio che imitavano le condizioni del mondo reale, la batteria PNNL ha funzionato ininterrottamente per 120 giorni, terminando solo quando altre apparecchiature non correlate alla batteria stessa si esaurivano – hanno ulteriormente spiegato. La batteria ha attraversato 1.111 cicli completi di carica e scarica, l’equivalente di diversi anni di funzionamento in circostanze normali, e ha perso meno del 3% della sua capacità energetica”.
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Una nuova generazione di piante luminose Grazie all’impiego di speciali nanoparticelle, un team di ingegneri del Massachusetts Institute of Technology ha creato piante che possono essere “caricate” per emettere luce
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opo aver creato le prime piante capaci di emettere luce (2017), ora i ricercatori statunitensi del Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno sviluppato un nuovo sistema per aumentare l’intensità della luce e prolungarne la durata. Il team di scienziati, guidati dall’ingegnere chimico Michael Strano, ha impiegato un condensatore di loro creazione a base di nano particelle di alluminato di stronzio. Questo elemento permette di immagazzinare i fotoni luminosi, per poi rilasciarli gradualmente nel tempo. Prima di incorporare le particelle attraverso gli stomi vegetali, hanno rivestito le stesse in silice, per proteggere la pianta da eventuali danni. Il team ha usato questa tecnica di potenziamento su specie diverse tra cui crescione, tabacco, basilico e margherite. Dopo averle esposte alla luce di un Led blu, le piante si sono illuminate di verde continuando a splendere per un’ora ma con un’intensità progressivamente calante. Tuttavia la luce si è rivelata essere 10 volte più intensa della versione 2017. Il prossimo passo, dicono dal Mit, sarà quello di integrare le due tipologie di nanoparticelle, quelle con la luciferasi e i condensatori, per arrivare ad avere piante che producano e emettano luce ancora più brillante e per tempi ancora più lunghi.
Camper fotovoltaico Progettato e realizzato dal Solar Team Eindhoven, il camper è in grado di percorrere fino a 730 km nelle giornate di sole
S
i chiama Stella Vita il nuovo camper sviluppato dall’azienda olandese Solar Team Eindhoven, che si occupa principalmente di vetture a energia rinnovabile. Più che un caravan, si tratta di un’autentica casa su ruote che, grazie ai pannelli solari montati sul tetto, è in grado di essere del tutto autosufficiente in termini di energia. Per questo motivo, a bordo di Stella Vita è possibile fare di tutto senza aver bisogno di generatori esterni. Il tetto a pannelli solari serve per ricaricare il camper che da fermo dispone altresì di un’opzione che amplia la superficie fotovoltaica fino a 17,5 metri quadrati. Motivi che, insieme a un utilizzo responsabile dell’energia a disposizione, giustificano l’ampia autonomia del veicolo: oltre 730 km in una giornata di sole. Per quanto riguarda gli esterni, il camper ha un design moderno e pulito, con una forma che ricorda vagamente quella di un razzo su ruote. Non a caso è stata scelta questa soluzione, in quanto permette di massimizzare l’efficacia aerodinamica utile al risparmio dell’autonomia. Oltre agli aspetti energetici, Stella Vita spicca anche per la sua abitabilità di bordo. Infatti, il tetto si può alzare, ampliando quindi lo spazio all’interno del camper, che è dotato di tutti i comfort simili a quelli di una abitazione, come farsi una doccia calda, cucinare o anche guardare la TV. Una volta raggiunta la destinazione per la sosta, il tetto a pannelli solari espandibile regala una zona d’ombra sotto cui godersi l’aria aperta. Il tutto mentre il veicolo si ricarica.
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EVENTI
A Urbanpromo Green le “Nature Based Solutions”. Il caso di Milano Sperimentare infrastrutture verdi e soluzioni naturalistiche innovative nel capoluogo lombardo a cura di URBANPROMO
T
ra i temi al centro della quinta edizione di Urbanpromo Green c’è stato quello delle “Nature Based Solutions” nella rigenerazione urbana. L’evento, interamente online, si è svolto il 15 e il 16 settembre. La manifestazione — promossa dall’Istituto Nazionale di Urbanistica, con il supporto organizzativo della sua società Urbit e con il patrocinio e la collaborazione dell’Università Iuav di Venezia — è stata incentrata sulla sostenibilità nella pianificazione della città e del territorio e nella progettazione e realizzazione degli interventi urbani, con particolare attenzione all’attuazione del PNRR.
IL PROGETTO CLEVER CITIES Tra gli altri progetti è stato presentato “Clever Cities”, finanziato da Horizon 2020, Programma di azione per l’innovazione dell’Unione Europea. Lo scopo del progetto è la produzione di benefici di tipo ambientale, sociale ed economico nelle città attraverso l’utilizzo delle NBS (NatureBased Solutions) e il coinvolgimento e la partecipazione di cittadini, soggetti istituzionali, imprenditoriali e professionali interessati. Clever Cities vuole promuovere e sperimentare le infrastrutture verdi e le soluzioni naturalistiche innovative a Milano per poi diffonderle in tutta la città e altrove. Il Comune di Milano partecipa, infatti, insieme a Londra e Amburgo in qualità di città front runner. Le altre città coinvolte
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sono: Belgrado, Larissa, Madrid, Malmö, Quito, Sfântu Gheorghe (Fellow Cities). I partner attivi su Milano sono: Ambiente Italia, Eliante, Fondazione Politecnico, Politecnico di Milano, RFI, ItalFerr e WWF. Le azioni previste, suddivise per laboratorio, sono: ■ sviluppo di una campagna di promozione mirata alla diffusione di tetti e facciate verdi e supporto alla realizzazione di 10 tetti/pareti; ■ co-progettazione e gestione di aree verdi pubbliche (Giambellino) con modalità innovative per la diffusione delle NBS. Si vogliono sperimentare soluzioni verdi che abbiano l’effetto di rafforzare il valore ecologico dell’area, migliorando la qualità della vita dei cittadini e la coesione sociale. L’area
verde di Giambellino 129 è frutto di un percorso di co-progettazione svoltosi in collaborazione con MILO-Lab, un servizio dedicato agli abitanti di Lorenteggio, per facilitare il contatto diretto con i cittadini e comunicare/discutere il processo di trasformazione del quartiere. L’apporto di Clever Cities consiste nel porre l’attenzione sul ruolo decisivo che la natura può svolgere nel migliorare la qualità ambientale, la corporeità e il benessere dei cittadini in un processo di rigenerazione urbana. Il parco sarà realizzato entro l’estate 2022; ■ integrazione sperimentale del verde nella nuova fermata ferroviaria di Tibaldi, zona sud di Milano (verde multifunzionale in ambito stazione e sulle opere di mitigazione acustica).
Green Evo. Essenzialmente tecnologica. AR Riscaldamento presenta Green Evo. La caldaia a condensazione che offre un eccellente comfort sia in fase di riscaldamento che in produzione di acqua calda sanitaria. Il cuore del sistema è uno scambiatore in acciaio Inox formato da una unica spirale con passaggi opportunamente dimensionati dentro una custodia di alluminio al silicio. Grazie ad una elettronica intelligente e alle funzioni programmabili è possibile adattare facilmente il funzionamento della caldaia alle effettive esigenze dell’utente. Green Evo è disponibile anche in versione da esterno, progettata con una pannellatura coibentata in acciaio Inox 304 satinato con trattamento scotch-brite.
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NORMATIVA
Superbonus 110%, a che punto siamo? Il futuro della detrazione fiscale è ancora incerto, ma vediamo le novità introdotte dalla conversione in legge del D.L. 77/21 di LUCA ALBERTO PITERÀ* *Segretario Tecnico di AiCARR
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L
a riqualificazione del patrimonio edilizio civile, responsabile del 45% dei consumi di energia finale e del 17,5% delle emissioni di CO2 (Piterà, 2021) è determinante per raggiungere gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, anche noto come PNIEC, che prevede il conseguimento del 60% dell’obiettivo di efficienza energetica al 2030, pari a un risparmio di 9,3 Mtep/anno di energia finale secondo un ambizioso piano di riqualificazione energetica che ha il supporto di strumenti di incentivazione o detrazione fiscale, tra cui il Superbonus 110% (Piterà, 2021).
SUPERBONUS, I RISULTATI OTTENUTI FINORA Dalla pubblicazione del Decreto Requisiti (MiSE, 2020a) e del Decreto Asseverazioni (MiSE, 2020b), entrati in vigore il 6 ottobre 2020, a luglio scorso, nell’ambito del Seminario AiCARR “Superbonus al microscopio” ENEA ha mostrato i primi risultati. Sono state presentate 25.434 asseverazioni, per un totale di lavori programmati pari a poco più 3,5 miliardi di euro; di questi ne sono stati realizzati circa 2,5 miliardi di euro, ovvero il 69,2% dei lavori programmati. Dalla Tabella 1, in cui è mostrata la distribuzione degli interventi, è evidente che gli edifici unifamiliari sono stati i maggiori fruitori dello strumento in termini di numero di asseverazioni presentate, mentre quelli condominiali hanno avuto un peso maggiore in termini di investimento. Finora, quindi, è stato prenotato solo il 19% dei 18,2 miliardi di euro messi a
disposizione della misura, per cui è importante capire fino a quando questa misura sarà disponibile.
IL FUTURO (INCERTO) DELL’AGEVOLAZIONE A seguito delle modifiche apportate al D.L. 34/2020 (Governo Italiano, 2020), ad oggi sono ammesse alle detrazioni fiscali le spese sostenute a partire dal 1° luglio 2020 fino al: a. 30 giugno 2022 per gli interventi effettuati dalle persone fisiche su edifici unifamiliari o unità immobiliari funzionalmente indipendenti; b. 31 dicembre 2022 per gli interventi effettuati dalle persone fisiche di cui al comma 9, lettera a) del Decreto, per i quali alla data del 30 giugno 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo; c. 31 dicembre 2022 per gli interventi effettuati dai condomini di cui al comma 9, lettera a) del Decreto; d. 31 dicembre 2023 per gli interventi effettuati dai soggetti di cui al comma 9, lettera c) del Decreto, per i quali alla data del 30 giugno 2023 siano stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo. Quest’ultima scadenza è prevista dall’articolo 1 del D.L. 59/2021 (Governo Italiano, 2021). Attualmente si discute di una possibile estensione della misura fino al 2023, che potrà essere confermata solo dalla nuova Legge
TABELLA 1 — Primi risultati del Superbonus (AiCARR, 2021) Tipologia di edifici
% edifici
% investimento
% lavori realizzati
Edifici Condominiali N° di asseverazioni presentate Totale investimenti Totale lavori realizzati
2.850,00
11,21%
1.530.964.000,59 €
42,80%
923.721.108,27 €
37,31%
Edifici Unifamiliari N° di asseverazioni presentate
13.131,00
Totale investimenti
1.240.141.182,48 €
Totale lavori realizzati
938.797.976,30 €
51,63%
34,67% 37,92%
Unità immobiliari funzionalmente indipendenti N° di asseverazioni presentate
9.453,00
Totale investimenti
805.521.040,37 €
Totale lavori realizzati
613.097.615,45 €
37,17%
22,52% 24,77%
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NORMATIVA
di Bilancio e inoltre sarà importante vedere cosa succederà alla scadenza del beneficio, qualunque essa sia, in quanto sembra improbabile che la misura diventi strutturale. Molto probabilmente ci sarà una riforma complessiva che riguarderà tutti gli strumenti fiscali attuali, circa 15 per gli edifici, con l’obiettivo di prevedere una detrazione del 75 o 80% o un costo al m2 per la riqualificazione energetica, variabile a seconda degli interventi richiesti e basato su un’analisi di ottimizzazione dei costi, anche per ridurre l’effetto dell’aumento dei costi degli interventi, che sono monitorati sia dal Ministero dello Sviluppo Economico, sia dall’ENEA. Infatti, se i costi dovessero aumentare notevolmente sarebbe difficile avere risorse per riqualificare i 32 milioni di metri quadri e rispettare l’impegno preso con l’Europa che per questo scopo ha stanziato i 18,2 miliardi di euro.
NOVITÀ INTRODOTTE DALLA CONVERSIONE IN LEGGE DEL D.L. 77/21 Lo scorso luglio è stato convertito in legge il D.L. 77 del 31 maggio 2021 che contiene diverse novità, in particolare: a) viene riconosciuta l’agevolazione fiscale anche agli interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche, eseguiti congiuntamente agli interventi antisismici relativi al Sismabonus; b) viene specificata la modalità per determinare il limite di spesa in relazione agli interventi effettuati da ONLUS rientranti nelle categorie catastali B/1 B/2 e D/4, per esempio caserme, ospedali, case di cura e conventi. Per queste tipologie di immobili, generalmente caratterizzati da grandi superfici e riconosciute come un’unica unità immobiliare, gli interventi agevolabili non erano convenienti, in quanto i massimali calcolati in base al numero delle unità immobiliari, così come richiesto dall’Agenzia delle Entrate, risultavano troppo bassi. È stato quindi corretto il metodo di calcolo, rapportando gli incentivi alla superficie media di un’unità immobiliare ovvero moltiplicando il massimale relativo alle singole unità immobiliari per il rapporto tra la superficie complessiva dell’immobile oggetto degli interventi e la superficie media di un’unità abitativa immobiliare in base ai dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI). Resta da chiarire se le superfici medie OMI da prendere in considerazione sono quelle nazionali, o quelle per zona e se ci saranno altri dettagli applicativi al momento non emersi; c) viene chiarito che gli interventi di dimensionamento del cappotto termico e del cordolo sismico non concorrono al conteggio della distanza e dell’altezza, in deroga alle distanze minime riportate all’art. 873 del CC; d) viene confermata e ampliata la disposizione per la quale tutti gli interventi previsti dal Superbonus possono essere
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assentiti con la semplice CILA (a esclusione di quelli realizzati per demolizione e costruzione). Di conseguenza, il tecnico non deve certificare lo “Stato Legittimo” dell’immobile, ma deve semplicemente indicare gli estremi del titolo edilizio che ha assentito l’immobile o dichiarare la non necessità del titolo in base all’epoca di realizzazione dell’immobile, purché questo sia antecedente al 1967; eventuali violazioni commesse successivamente non sono ritenute ostative e quindi non fanno decadere le agevolazioni sempre che l’intervento per cui si chiede l’agevolazione sia in sé legittimo e che l’attestazione concernente il titolo edilizio esista e sia veritiera. È bene precisare che quanto fin qui evidenziato non comporta alcuna sanatoria di eventuali interventi edilizi abusivi realizzati sull’immobile, che potranno pertanto in futuro essere perseguiti, senza che questo comporti la decadenza delle agevolazioni per il Superbonus, come per gli oneri di urbanizzazione che, se dovuti, vanno calcolati in base alla tipologia di intervento proposto; e) quando gli interventi ricadenti nel Superbonus rientrano nel regime di edilizia libera, quindi con l’obbligo di presentazione della CILA in sostituzione dell’autocertificazione che ne attesti tale circostanza, viene richiesta la sola descrizione dell’intervento; f) le varianti in corso d’opera devono essere comunicate a fine lavori a integrazione della CILA presentata; g) viene stabilito il termine di 30 mesi dalla data di stipula dell’atto di compravendita per stabilire la residenza se l’immobile è soggetto a interventi ricadenti nel Superbonus, chiarendo quindi le situazioni per le prime case.
APE CONVENZIONALE L’ENEA ha recentemente pubblicato un vademecum che fornisce chiarimenti in merito alla compilazione degli APE cosiddetti “convenzionali”, ante e post operam, redatti per le finalità di accesso alle detrazioni fiscali del “Superbonus 110%”. L’APE “convenzionale” differisce da quello redatto secondo le Linee guida nazionali per la certificazione energetica del 26 giugno del 2015 per più aspetti. Il primo riguarda le finalità, in quanto l’obiettivo dell’APE “convenzionale” è dimostrare il miglioramento di due classi energetiche ai fini della richiesta del Superbonus, laddove L’APE fornisce informazioni sulla qualità energetica a proprietari e/o utilizzatori delle unità immobiliari nel caso di compravendita, locazione e così via. Inoltre, gli APE “convenzionali” non vanno depositati nei catasti regionali, in quanto sono da intendersi come allegati all’asseverazione che il professionista deve inviare all’Enea. Ancora, al contrario di quanto avviene per l’APE, non è richiesta “l’indipendenza” del professionista che li redige: l’APE “conven-
zionale” può essere redatto, per esempio, anche dallo stesso progettista o dal direttore dei lavori, purché sia un tecnico abilitato. Un’altra differenza fondamentale tra l’APE “convenzionale” e l’APE riguarda la modellizzazione dell’edificio e i servizi da considerare nella situazione ante e in quella post operam: nel caso di edifici pluri-unità, il primo è redatto per l’intero edificio, o per l’unione di più unità immobiliari nel caso di edifici pluri-unità, secondo le indicazioni contenute nel punto 12 dell’allegato A del D.L. 6 agosto 2020 (MiSE, 2020a), mentre l’APE è sempre redatto per singola unità immobiliare. Inoltre, il valore dell’EPgl,nren nell’APE “convenzionale” postintervento si ottiene dalla somma degli EPnren relativi ai soli servizi già presenti nella situazione “ante”, anche se nell’input di calcolo per la modellizzazione della situazione “post” possono essere incorporati i servizi eventualmente aggiunti con i lavori; per la determinazione dell’EPgl,nren nell’APE, invece, sono sempre considerati tutti i servizi eventualmente presenti al momento della redazione dell’attestato. Ciò comporta che, anche nel caso di edificio unifamiliare, APE “convenzionale” post intervento e APE (eventualmente redatto dopo gli interventi per finalità diverse dalla richiesta degli incentivi) potrebbero avere un EPgl differente. Va sottolineato che l’input e la modellizzazione dell’edificio o dell’unità immobiliare funzionalmente indipendente devono tenere sempre conto di tutti i servizi e di tutti gli impianti presenti e che è solo nella sommatoria per la determinazione dell’EPgl finalizzata alla dimostrazione del miglioramento di classe che vengono sommati solo gli EP relativi ai servizi presenti nella situazione “ante”; infatti, se così non fosse, cioè se venissero esclusi dalla modellizzazione “post” i servizi eventualmente aggiunti nel corso dei lavori, potrebbe crearsi una situazione
irrealistica nella ripartizione dell’energia elettrica prodotta in sito, ad esempio da fotovoltaico, sui servizi presenti. A titolo esemplificativo si immagini una situazione “ante” con i soli servizi di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria soddisfatti da una caldaia a gas e una situazione post con i servizi riscaldamento, acqua calda sanitaria e raffrescamento, quest’ultimo di nuova installazione, soddisfatti da pompa di calore con aggiunta, contestuale, di impianto fotovoltaico. Qualora venisse escluso il raffrescamento dalla modellizzazione “post”, l’intera produzione del fotovoltaico andrebbe a compensare nel calcolo solamente i servizi di riscaldamento e acqua calda sanitaria e non quello di raffrescamento, creando un beneficio non realistico relativamente al miglioramento della classe, che verrebbe appunto valutato solo sui servizi riscaldamento e ACS.
ASSEVERAZIONI Per concludere, sono state pubblicate da ENEA ulteriori note di chiarimento sulle asseverazioni richieste dal Superbonus nel caso di utilizzo diretto (invio a fine lavori), cessione del credito e sconto in fattura (SAL 30%, SAL 60% e a fine lavori). L’asseverazione, infatti, riguarda i soli requisiti tecnici e la congruità delle spese e non può essere mai sostituita dalla dichiarazione del fornitore/installatore. A questo proposito si ricorda che nel portale bisogna sempre allegare il computo metrico a supporto della documentazione inviata.
Il presente articolo è stato pubblicato anche sul n° 69/2021 di “AiCARR journal”
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 1.
AiCARR 2021. Atti Seminario AiCARR “Superbonus al microscopio”. 12 luglio 2021. Milano. Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento e Refrigerazione.
2. Governo Italiano. 2020. Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. D.L. 19 maggio 2020, n. 34. Gazzetta Ufficiale n. 128 del 29 maggio 2020, S.O. n. 21. 3. Governo Italiano. 2021a. Misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti. D.L. 6 maggio 2021, n. 59. Gazzetta Ufficiale n. 108 del 7 luglio 2021. 4. Governo Italiano. 2021b. Governance del Piano nazionale di
ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure D.L. 31 maggio 2021, n. 77. Gazzetta Ufficiale n. 129 del 31 maggio 2021. 5. MiSE. 2020a. Requisiti tecnici per l’accesso alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici - cd. Ecobonus. DECRETO 6 agosto 2020. Gazzetta Ufficiale n. 246 del 5 ottobre 2020. 6. MiSE. 2020b. Requisiti delle asseverazioni per l’accesso alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici cd. Ecobonus. Decreto 6 agosto 2020. 7.
Piterà L.A. 2021. Superbonus 110% Novità di inizio anno. AiCARR Journal, 66, 14-16.
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INTERVISTA
Il legno è il nuovo mattone? Il legno può diventare protagonista anche nell’architettura degli edifici più imponenti. Un vantaggio sia per l’ambiente che per la salute a cura della REDAZIONE
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n questi anni le case in legno hanno avuto una grande evoluzione tecnologica e sono sempre più ricercate sia in Italia che nel mondo. Oltre a essere un materiale naturale e versatile, il legno si presta infatti a diverse soluzioni architettoniche e innovative, divenute con il passare degli anni un vero e proprio modello positivo di abitazione. Per conoscerne meglio le peculiarità di questo materiale, abbiamo intervistato l’arch. Pietro Marsciani e l’ing. Matteo Guidi di Polistudio A.E.S. che hanno seguito da vicino la progettazione di un condominio in legno e cemento a Rimini.
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C&C: Arch. Marsciani, quali sono i vantaggi di una costruzione in legno? P.M.: La costruzione in legno è vantaggiosa per diversi motivi. Innanzitutto è un materiale leggero, quindi facilmente trasportabile e maneggiabile in cantiere; inoltre, ha dei tempi di costruzione più veloci rispetto ai sistemi di costruzione tradizionali. Un edificio, anche di molti piani, è relativamente semplice e veloce proprio perché il montaggio viene effettuato interamente a secco mediante l’utilizzo di collegamenti meccanici. In più, essendo il legno un materiale rinnovabile e
PIETRO MARSCIANI Architetto
prevedono una serie di strati esterni che ricoprono la parte strutturale, evitando che la stessa sia esposta direttamente all’esterno. Le pareti in legno, per esempio, sono ricoperte da uno strato isolante e uno di finitura, che contribuiscono a impedire la penetrazione di acqua e umidità dall’esterno. Uno degli aspetti più critici per le strutture in legno relativamente all’umidità è il punto di contatto della struttura con il terreno. In una corretta progettazione è utile prevedere una fondazione rialzata: viene realizzato sopra la platea un cordolo in cemento, alto una decina di centimetri circa, sopra il quale vengono installati i dormienti in legno e le relative pareti.
MATTEO GUIDI Ingegnere
riciclabile, permette di consumare molta meno energia nelle fasi di produzione e posa in opera.
In molte zone del mondo ad alto rischio sismico si sta sempre più utilizzando questo sistema costruttivo, poiché un’ossatura in legno – essendo più leggera e flessibile – risentirebbe meno del sisma. Cosa ne pensa? P.M.: Le forze agenti su una costruzione in caso di sisma sono proporzionali alla massa della costruzione stessa. La massa del legno è circa 1/5 di quella del calcestruzzo; ciò significa che le costruzioni in legno sono sottoposte a un impeto distruttivo del terremoto decisamente più ridotto. Inoltre, grazie alle sue caratteristiche meccaniche, il legno è naturalmente elastico e, di conseguenza, sopporta facilmente la deformazione. Questo si manifesta in modo positivo, in particolar modo durante l’azione del sisma, in quanto la maggiore deformabilità della costruzione permette di assorbire meglio l’onda sismica.
Come si comportano questi edifici per quanto riguarda eventuali problematiche di infiltrazione e umidità? P.M.: Le moderne case in legno sono progettate in modo tale che gli elementi costruttivi non siano esposti direttamente alla pioggia. Inoltre, gli attuali sistemi costruttivi in legno www.casaeclima.com n.93
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INTERVISTA
Dal punto di vista delle prestazioni energetiche, il legno viene considerato un materiale particolarmente adatto a ridurre i consumi energetici, poiché consente di diminuire le dispersioni termiche invernali e il passaggio di calore estivo. Una parete in legno spessa 10 cm isola quanto una in calcestruzzo di 80 cm. Cosa ne pensa? M.G.: L’edilizia in legno è una valida alternativa a quella in muratura ed è sempre più diffusa. Grazie alla bassa presenza di ponti termici (balconi, pilastri) o di falle nell’involucro esterno, la casa risulta fresca d’estate e calda d’inverno. In questo modo vengono anche limitate al massimo le spese di condizionamento e riscaldamento. La trasmittanza termica è una grandezza fisica che ci consente di quantificare l’isolamento termico offerto da una parete o da un serramento/infisso. Misurando la quantità di calore dispersa attraverso la superficie della parete stessa ottieni il valore che descrive il materiale della parete in termini di efficienza energetica e capacità di isolamento termico. In altre parole: definisce la tendenza di un elemento allo scambio di energia, ovvero l’inverso della capacità isolante di un corpo. Si evince che a un valore di trasmittanza termica basso corrisponde la buona capacità della parete di trattenere il calore o l’aria fresca all’interno dell’edificio. Oggi stiamo sempre più attenti a massimizzare la resa energetica degli edifici, sfruttando l’energia disponibile, minimizzando gli sprechi e le dispersioni. Conoscere la trasmittanza termica di pareti, infissi e serramenti è perciò una condizione necessaria per attuare questa valutazione e risparmiare energia. Il legno è sicuramente un materiale che migliora il comfort e il nostro benessere abitativo, poiché possiede un basso valore di trasmittanza termica. Se la posa della struttura prefabbricata, soprattutto nei punti 26
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critici, è stata eseguita con sapienza – così come i trattamenti fatti sulle parti lignee strettamente a contatto con gli agenti atmosferici – la casa può durare anche secoli. Tutto dipende dalla qualità della costruzione e da specifici accorgimenti tecnici. Sono questi a garantire longevità alla casa.
Arch. Marsciani, concorda sul fatto che gli edifici in legno siano competitivi dal punto di vista dei costi e delle tempistiche di costruzione? P.M.: Come detto, l’abbattimento dei tempi di costruzione incide sensibilmente anche sul costo finale dell’investimento e consente di essere competitivo rispetto agli altri sistemi costruttivi.
Nel 2016 siete stati convocati per realizzare un edificio in legno multipiano. Potete raccontarci meglio di questo progetto: dall’idea iniziale del committente al concept, fino alla sua realizzazione? P.M.: Si tratta di un edificio di quattro piani più terrazza in copertura e piano interrato per i posti auto, con sistema costruttivo in X-lam e vano scala in C.A.; quindi un sistema misto. L’edificio è composto da duplex e bilocali per un totale di cinque appartamenti. Si presenta come un edificio pulito e lineare, elegante nella sua forma snella, situato in viale Trieste a Rimini. Grazie alla piacevole presenza dei pini che costeggiano il viale, le zone giorno si aprono su terrazzi “loggiati” larghi e profondi, schermati in modo intelligente da pannelli scorrevoli automatizzati composti da listelli verticali in legno composito. Questi pannelli che circondano l’edificio permettono l’ombreggiamento nella zona giorno e l’oscuramento nella zona notte, regalando una facciata sempre in movimento. Dalla copertura piana si può infine godere della vista verso il lungomare.
Che tipo di problematiche avete riscontrato e come le avete risolte? M.G.: Come prima esperienza su edifici di questo genere ci aspettavamo di dover affrontare problematiche particolari. Eravamo forse più spaventati dalla novità che dall’effettiva difficoltà. Nella pratica, infatti, la progettazione e la successiva realizzazione degli impianti termici non ha comportato difficoltà particolari. Gli impianti sono stati progettati come per una costruzione in muratura di tipo tradizionale. Ogni appartamento è servito da un generatore di calore del tipo ibrido (caldaia + pompa di calore) posto sul terrazzo esterno. Il sistema di riscaldamento è del tipo radiante a pavimento. Certamente, avendo a che fare con solai in legno, prima di procedere alla posa degli alleggeriti e dei massetti è stata posta particolare attenzione all’impermeabilizzazione con teli di protezione, al fine di non compromettere la stabilità del legno. Per la climatizzazione sono stati utilizzati ventilconvettori canalizzati, alimentati sempre dalla pompa di calore. Questi sono stato installati nelle porzioni di controsoffitto realizzate all’uopo. Le posizioni delle forature e dei cavedi sono molto vincolanti, perché la loro realizzazione post progetto diventa di difficile realizzazione. Pertanto, in fase di progetto si è proceduto a un’attenta analisi delle forometrie necessarie al passaggio degli impianti, sia sui solai che sulle murature portanti. Tutte le unità esterne collegate agli impianti ibridi sono state collocate sulla copertura piana del fabbricato. Per il passaggio delle tubazioni sono stati predisposti opportuni passaggi impiantistici nei solai. Con il contributo dell’involucro edilizio e delle prestazioni degli impianti abbiamo raggiunto la classe energetica A4.
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SPECIALE
Domotica
Impianti a livelli sempre più smart La gestione integrata degli impianti tecnologici consente il passaggio dall’impianto tradizionale a quello digitale, con una migliore efficienza operativa e la riduzione dei consumi energetici PATRIZIA RICCI
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SPECIALE
I
l Decreto Rilancio (D.L. 34/2020) – grazie al quale è possibile beneficiare degli incentivi al 110% per gli interventi di riqualificazione energetica e di adeguamento antisismico (art. 119, comma 2) – prevede, tra gli interventi cosiddetti “trainati”, anche l’installazione e messa in opera nelle unità abitative di dispositivi e sistemi di “Building Automation”, secondo quanto definito dall’art. 2, lettera f) “Requisiti tecnici per la fruizione dell’agevolazione del Superbonus 110%”, messo a punto dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Infrastrutture e Trasporti. Con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della Nota n. 38 del 29 Settembre 2021 di aggiornamento del DEF 2021 sembrerebbe confermata la tanto attesa proroga al 2023 per il Bonus 110%. “Il sentiero programmatico per il triennio 2022-2024 – si legge nell’introduzione della NADEF – consente di coprire le esigenze per le cosiddette politiche invariate e il rinnovo di numerose misure di rilievo economico e sociale”, tra cui appunto l’efficientamento energetico degli edifici.
IL CONTESTO NORMATIVO La normativa riguardante la Building Automation è piuttosto articolata in quanto sull’argomento si intersecano diversi obblighi. Per gli edifici nuovi e quelli soggetti a importanti ristrutturazioni vige l’obbligo di adottare un sistema completo di funzioni minime, che varia in base al tipo di applicazione, il cui impianto regolatorio è soggetto alla UNI EN 15232; invece, per
quanto riguarda gli nZEB, vige il rispetto di determinati requisiti sulla BA che, a loro volta, influiscono sul calcolo dei rendimenti degli impianti, regolato dalla UNI TS 11300; e ancora, per i condomini e gli edifici polifunzionali, in relazione alla contabilizzazione dei consumi, si fa riferimento alla UNI TS 10200. Sono state avviate inoltre delle procedure per la definizione di una norma di qualificazione degli operatori BACS al fine di illustrare i requisiti delle figure professionali che eseguono le attività di tali sistemi. Parallelamente, in base all’ambito di applicazione (residenziale e non) queste prescrizioni si intersecano con altri provvedimenti normativi. Oltre ai già citati D.M. 26.06.2015 e il D.L. 04.06.2003 (vedi Box 1), è in vigore il D.Lgs. 73/2020, pubblicato in G.U. il 14 luglio 2020, in attuazione della Direttiva UE 2018/2002, che modifica la Direttiva 2012/27 sull’efficienza energetica recepita in Italia con il D.Lgs. 102/2014 che ha imposto l’obbligo della contabilizzazione dei consumi per le abitazioni plurifamiliari e gli edifici polifunzionali attraverso la UNI 10200. Dunque, nel caso di riscaldamento, raffrescamento e ACS per edifici nZEB condominiali o polifunzionali è evidente che occorra rispettare contemporaneamente due o tre norme.
BUILDING AUTOMATION E SUPERBONUS 110% Nell’Allegato A del Decreto 6 agosto 2020 (“Requisiti da indicare nell’asseverazione per gli interventi che accedono alle detrazioni fiscali”) vengono specificate le caratteristiche che deve possedere un sistema per poter accedere alle detrazioni fiscali. Al punto 11.1 si legge: “Nel caso di interventi di installazione di sistemi di Building Automation di cui all’art. 2 comma 1, lettera f), installati nelle unità abitative congiuntamente o indipendentemente dagli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, l’asseverazione, o idonea documentazione prodotta dal fornitore degli apparecchi, specifica che la suddetta tecnologia afferisce almeno alla classe B della norma EN 15232 e consente la gestione automatica personalizzata degli impianti di riscaldamento o produzione
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Domotica di acqua calda sanitaria o di climatizzazione estiva in maniera idonea a: a) mostrare attraverso canali multimediali i consumi energetici mediante la fornitura periodica dei dati. La misurazione dei consumi può avvenire anche in maniera indiretta anche con la possibilità di utilizzare i dati atri sistemi di misurazione installati nell’impianto purché funzionanti; b) mostrare le condizioni di funzionamento correnti e la temperatura di regolazione degli impianti; c) consentire l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli impianti da remoto”. Continuando, al punto 11.2 si specifica che “l’asseverazione per impianti di potenza utile inferiore a 100 kW può essere sostituita da una dichiarazione dell’installatore”. È bene precisare che prima dell’entrata in vigore del Decreto Requisiti non era previsto alcun limite di spesa e di detrazione. Per gli interventi iniziati successivamente alla data di entrata in vigore dello stesso Decreto, 6 ottobre 2020, invece, il tetto esiste ed è stato fissato in 50€/m2, fino a una detrazione massima di 15 mila euro. Così come si legge al punto 13.2 dell’Allegato A, per tali interventi “[...] l’ammontare massimo delle detrazioni fiscali o della spesa massima ammissibile è calcolato sulla base dei massimali di costo specifici per singola tipologia di intervento di cui all’Allegato I [...]”, che per i sistemi di BA è appunto di 50€/m2. Pertanto, la Building Automation fa parte dei cosiddetti interventi trainati che, così come l’installazione dei pannelli solari, sono ammessi al Superbonus soltanto se eseguiti in concomitanza con quelli trainanti: per esempio, il cappotto termico o la sostituzione degli impianti di riscaldamento. Inoltre, la stessa ammissione al Superbonus del 110% è sempre subordinata al doppio salto di classe energetica dell’edificio.
LA DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE Ai fini della detrazione, il contribuente deve conservare la documentazione sia di carattere tecnico che amministrativo. Entro 90 giorni dalla data di fine lavori (collaudo) è necessario inviare all’Enea, tramite l’apposito portale, la scheda descrittiva dell’intervento. Relativamente alla documentazione tecnica, il contribuente deve conservare: ■ la stampa originale della “scheda descrittiva dell’intervento”, riportante il codice CPID assegnato dal sito
BUILDING AUTOMATION E NZEB
BOX 1
Il termine “Building Automation” (BA) raggruppa un insieme di “dispositivi che consentono la gestione automatica e personalizzata degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda sanitaria o di climatizzazione estiva, compreso il loro controllo da remoto attraverso canali multimediali”, così come definito nello stesso Decreto. Ovvero, un insieme di sistemi tecnologici di controllo applicati all’edificio con funzionalità alquanto diverse: comfort, efficienza energetica, sicurezza etc. Nel corso degli anni, a partire dalla crisi energetica degli anni ’70, è cresciuta sempre più l’attenzione verso il risparmio e l’efficienza energetica degli edifici, fino alla definizione degli nZEB (near Zero Energy Building), edifici a consumo energetico quasi zero. Ogni Paese membro dell’Unione Europea ha recepito le Direttive Europee e definito i criteri e i requisiti per la realizzazione di questo tipo di edifici. Da gennaio 2021 è un parametro obbligatorio in Italia per tutti i nuovi edifici. L’obbligo deriva dall‘art. 5 del D.L. 63/2013, convertito in Legge n. 90 del 3 agosto 2013 recante “Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE”, le cui detrazioni fiscali sono state prorogate dalla Legge del 27/12/2019 n. 160, che impone a tutto il patrimonio edilizio nazionale l’obiettivo di “quasi azzerare” i consumi energetici, portando l’efficienza entro i limiti dei cosiddetti nZEB. Più precisamente il D.L. 63/2013 definisce un edificio nZEB come: “edificio ad altissima prestazione energetica, calcolata conformemente alle disposizioni del presente decreto, che rispetta i requisiti definiti al decreto di cui all’articolo 4, comma 1 (ovvero il D.M. 26/06/2015, cd. “Requisiti Minimi”). Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta all’interno del confine del sistema (in situ)”. Con la nuova normativa energetica nZEB, l’uso di sistemi di BA per la termoregolazione è di fatto diventato obbligatorio, in quanto occorre installare un livello minimo di funzioni affinché l’edificio sia in grado di rispettare i limiti imposti. Infatti, gli edifici nZEB richiedono il rispetto di requisiti prestazionali significativamente più stringenti e l’adozione di un sistema di impianti molto più sofisticato e oneroso: VMC, produzione di energia da fonte rinnovabile, climatizzazione ad alta efficienza etc. Quindi, negli edifici nZEB, diventa necessaria l’adozione di strategie e approcci differenti da quelli tradizionalmente utilizzati, per rendere gli investimenti più attrattivi e più facilmente ammortizzabili: l’edilizia del futuro non passa soltanto da tecniche costruttive e impianti innovativi, quanto dall’ottimizzazione dei costi per realizzarli e dall’incremento dei benefici/servizi connessi.
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SPECIALE OLTRE IL SUPERBONUS: L’ECOBONUS 65%
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ENEA, firmata dal soggetto beneficiario e da un tecnico abilitato (quest’ultimo nei casi in cui è richiesta l’asseverazione); le schede tecniche dei dispositivi di Building Automation installati; l’asseverazione redatta da un tecnico abilitato.
In relazione a quest’ultimo punto, occorre distinguere tra interventi con data di inizio lavori antecedente al 6/10/2020, per i quali l’asseverazione deve contenere il rispetto dei requisiti tecnici specificati, oppure la certificazione del produttore (o fornitore o importatore) del dispositivo che attesti il rispetto dei medesimi requisiti, e interventi con data di inizio lavori a partire dal 6/10/2020, per i quali invece l’asseverazione è redatta ai sensi dell’art. 8 del D.M. 6.08.2020, attestando la rispondenza ai pertinenti requisiti tecnici richiesti comprendenti la congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi. Insieme all’asseverazione va redatto il computo metrico. Per impianti di potenza utile inferiore a 100 kW, l’asseverazione può essere sostituita da una dichiarazione dell’installatore/fornitore: in questo caso l’ammontare massimo delle detrazioni fiscali è calcolato sulla base dei massimali di costo specifici per singola tipologia di intervento di cui all’Allegato I al D.M. 6.08.2020.
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Lo scenario fin qui descritto consente di beneficiare dell’incentivo al 110% per l’installazione di soluzioni di Building Automation per gestire al meglio gli impianti e ottenere degli ulteriori risparmi nell’ambito di un efficientamento totale dell’edificio. In alternativa, però, si può optare per la detrazione al 65% sulla riqualificazione energetica, senz’altro caratterizzata da minori complicazioni burocratiche rispetto al 110%. Tale opzione, peraltro, non è subordinata al doppio salto di classe energetica, una condizione tutt’altro che semplice da raggiungere. In base all’art. 1, comma 88, della Legge di stabilità 2016, “le detrazioni fiscali di cui all’articolo 14 del D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla Legge 3 agosto 2013, n. 90, si applicano anche alle spese sostenute per l’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda o di climatizzazione delle unità abitative, volti ad aumentare la consapevolezza dei consumi energetici da parte degli utenti e a garantire un funzionamento efficiente degli impianti. Tali dispositivi devono: a) mostrare attraverso canali multimediali i consumi energetici, mediante la fornitura periodica dei dati; b) mostrare le condizioni di funzionamento correnti e la temperatura di regolazione degli impianti; c) consentire l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli impianti da remoto”. Oltre ai requisiti di cui sopra, per interventi con data di inizio dei lavori a partire dal 6 ottobre 2020: la misurazione dei consumi può avvenire anche in maniera indiretta anche con la possibilità di utilizzare i dati atri sistemi di misurazione installati nell’impianto purché funzionanti; mentre, per i sistemi di Building Automation, installati congiuntamente o indipendentemente dagli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, la tecnologia afferisce almeno alla classe B della norma EN 15232. La detrazione del 65% per gli interventi di Building Automation viene riconosciuta a tutti i contribuenti che sostengono le spese di riqualificazione energetica, e possiedono un diritto reale sulle unità immobiliari interessate dall’intervento. Alla data di inizio lavori, tali unità immobiliari devono essere:
Domotica 1) esistenti, ossia accatastate o con richiesta di accatastamento in corso, e in regola con il pagamento di eventuali tributi; 2) residenziali; 3) dotate di impianto di climatizzazione invernale, così come definito dalla FAQ n. 9D (consultabile sul sito dell’Enea). Per il limite massimo di detrazione ammissibile vale quanto detto sopra, ovvero, se i lavori sono iniziati antecedentemente al 6 ottobre 2020, non è previsto alcun limite di spesa, mentre per i lavori iniziati a partire da tale data, il limite massimo di detrazione è pari a 15 mila € per unità immobiliare. Con la Circolare n. 19/e 2020, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, per l’installazione dei sistemi di Building Automation, effettuata in concomitanza con un altro intervento di riqualificazione energetica agevolabile (per esempio, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale), la relativa spesa concorre al limite di spesa detraibile per l’intervento principale. Quindi, la detrazione compete anche nell’ipotesi in cui l’acquisto, l’installazione e la messa in opera dei dispositivi multimediali siano effettuati successivamente o anche in assenza di interventi di riqualificazione energetica. In questo caso, per le spese sostenute dal 6 ottobre 2020 in avanti varrà il nuovo limite di detrazione di 15 mila euro. L’installazione di sistemi di Building Automation degli impianti termici degli edifici consente di portare in detrazione le spese relative: ■ alla fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature elettriche, elettroniche e meccaniche; ■ alla realizzazione delle opere elettriche e murarie necessarie per l’installazione e la messa in funzione a regola d’arte; ■ alle prestazioni professionali inerenti alla produzione della documentazione tecnica necessaria e alla direzione dei lavori. Non sono ricomprese tra le spese detraibili, l’acquisto di dispositivi che permettano di interagire da remoto con tali apparecchiature, quali cellulari, tablet, personal computer o dispositivi similari. Vale la pena ricordare che, ai sensi dell’art. 121 comma 1 del Decreto Rilancio, in luogo della possibilità di usufruire direttamente della detrazione fiscale, il contribuente ha la possibilità di optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito.
Il ruolo della domotica all’interno degli edifici nZEB è quello di fornire un servizio di monitoraggio e gestione integrata di tutti i sistemi, gli impianti e le automazioni presenti nell’edificio stesso, e dell’energia eventualmente prodotta. Oltre al conseguimento del massimo comfort, questa procedura aiuta la gestione dell’edificio nZEB al raggiungimento integrale, efficiente ed efficace del massimo risparmio energetico possibile. La Building Automation, in sostanza, è proprio quell’insieme di sistemi tecnologici che può – se correttamente realizzato – garantire il corretto funzionamento del sistema edificio/impianto. Più in generale, è possibile affermare che la digitalizzazione del settore, intesa come gestione digitale delle informazioni, ricopre oggi più che mai un ruolo fondamentale, contemplando due temi di grande attualità: la Building Automation e la progettazione BIM (Building Information Modeling), attraverso la quale ottimizzare la progettazione e la fase di realizzazione. La BA, inoltre, è un tema assolutamente strategico sia nella diffusione degli Energy Performance Contract (e quindi del mercato delle ESCo nell’edilizia) per la verifica dei risparmi, sia per il legislatore per la verifica dei risparmi nell’erogazione di incentivi basati sulle misure. Per questo motivo, negli anni più recenti, la BA e il BIM sono stati inseriti in vari dispositivi normativi nazionali e internazionali attraverso obblighi, soprattutto per la prima, come beneficiaria, a sua volta, di svariati incentivi quali la detrazione fiscale, il Conto Termico, i Certificati Bianchi e il nuovo Superbonus 110%.
Cosa si intende per Building Automation? La Building Automation può essere intesa come la gestione automatizzata degli impianti tecnologici di un edificio, attraverso l’adozione di una infrastruttura di supervisione e controllo, al fine di massimizzare il risparmio energetico, il comfort e la sicurezza degli occupanti (fonte: Energy & Strategy Group). L’architettura degli impianti di BA prevede la classificazione in 3 macrocategorie: Energy: impianti per la produzione, la gestione e il consumo di energia; ■ Entertainment: impianti per la gestione e il controllo di apparecchi multimediali audio-video; ■ Safety & Security: impianti per la prevenzione e gestione dei rischi che possono compromettere l’incolumità e la sicurezza degli occupanti. L’architettura tipica di un’infrastruttura di BA è composta da un primo livello detto “field”, costituito dall’insieme dei sensori/attuatori di ogni singolo dispositivo (per esempio, sensore temperatura + valvola attuatrice per la regolazione di un fan coil). Un livello intermedio, chiamato “automation”, che regola tali sensori/attuatori in modo coordinato attraverso dei dispositivi di automazione (per esempio, un cronotermostato che regola il funzionamento di più fan coil secondo determinate logiche), e un livello superiore, cosiddetto di “management” in cui viene supervisionato e controllato il funzionamento di ciascun impianto (per esempio, l’impianto di riscaldamento, la ventilazione, il raffrescamento etc.). ■
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SPECIALE
Sistemi di automazione e controllo: l’importanza della norma UNI EN 15232 Grazie all’introduzione di una classificazione delle funzioni di controllo degli impianti tecnici degli edifici, la norma UNI EN 15232 è la base di partenza per la loro implementazione e per stimare l’impatto dell’automazione sulle prestazioni energetiche degli edifici PATRIZIA RICCI
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Domotica
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sistemi di efficienza energetica attiva, quali i sistemi di automazione e controllo degli edifici, hanno la funzione di massimizzare l’efficienza energetica degli impianti tecnici dell’edificio in relazione alle condizioni ambientali esterne e ai differenti profili di utilizzo e occupazione dei singoli ambienti. A livello europeo, il riferimento normativo principale per la Building Automation (BA) è certamente la UNI EN 15232 che introduce una classificazione delle funzioni di controllo degli impianti tecnici degli edifici, ed è la base di partenza per la loro implementazione e per stimarne l’impatto sulle prestazioni energetiche. Si tratta di un norma nata nel 2007, revisionata nel 2012 e ulteriormente aggiornata nel 2017, che si inserisce nell’insieme delle norme EPB (Energy Performance of Buildings), secondo la struttura modulare della ISO 52000, la quale stabilisce una struttura sistematica, completa e modulare per valutare le prestazioni energetiche degli edifici nuovi ed esistenti in modo olistico. Lo scopo principale della norma è quello di stabilire convenzioni e metodi per stimare l’impatto dei BACS (Building Automation and Control Systems, sistemi di controllo e automazione degli edifici) e della TBM (Technical Building Management, gestione tecnica degli edifici) sulle prestazioni energetiche e l’uso dell’energia negli edifici stessi. È una norma di rilevante importanza, ma ancora sconosciuta ai più, e in genere poco utilizzata, forse perché la sua applicazione richiede, oltre alla comprensione delle funzioni di regolazione e di gestione tecnica degli edifici, anche un’approfondita conoscenza dei sistemi impiantistici e la capacità di tradurre i livelli prestazionali in implementazioni e azioni impiantistiche. La Norma pone in evidenza come l’inserimento negli edifici (residenziale e terziario) di Sistemi di Controllo e Automazione comporti una riduzione dei consumi energetici in generale, soprattutto dei più importanti: riscaldamento, raffrescamento, ventilazione, illuminazione e produzione acqua calda. Definisce inoltre i metodi per la valutazione del risparmio energetico conseguibile in edifici in cui vengono impiegate tecnologie di gestione e controllo automatico degli impianti tecnologici e dell’impianto elettrico.
METODI DI CALCOLO DELLE PRESTAZIONI La definizione di metodi di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici che tengano conto delle funzioni BAC e TBM è tutt’altro che semplice. Infatti, il calcolo delle prestazioni energetiche condotto sulla base delle norme della famiglia UNI/TS 11300, allo stato attuale, considera solo parzialmente aspetti quali la riduzione dei tempi di funzionamento o l’attenuazione degli impianti, e non tiene conto in maniera esaustiva di quanto indicato all’interno della UNI EN 15232.
In base al documento redatto da ANIE e Politecnico di Milano, dal titolo “Incidenza dell’automazione, della regolazione e della gestione tecnica nella certificazione energetica degli edifici”, del marzo 2015, nel quale viene descritto come il sistema di automazione sia in grado di migliorare la prestazione energetica globale dell’edificio, si evince che il miglioramento può essere compreso tra il 4% e il 40% per quanto riguarda il riscaldamento e tra il 7% e il 46% per gli ausiliari del riscaldamento e della ventilazione meccanica. Il miglioramento prestazionale può essere valutato in termini tecnico-economici confrontando i BACS con altre tipologie di interventi di efficienza energetica del sistema edificio-impianto evidenziandone la competitività in termini di mercato. Il merito della UNI EN 15232-1:2017 (“Prestazione energetica degli edifici - Parte 1: Impatto dell’automazione, del controllo e della gestione tecnica degli edifici”) è l’aver introdotto una classificazione delle funzioni di controllo degli impianti tecnici degli edifici, in base alle quali sono definiti diversi livelli di complessità in funzione della classe di efficienza energetica. In particolare la UNI EN 15232 si focalizza su tre aspetti fondamentali: 1. La classificazione dei “Sistemi” e delle “Funzioni di Building Automation” che possono essere implementati all’interno degli edifici; 2. L’individuazione di 4 classi dei sistemi di Building Automation (da “D” ad “A”, in ordine crescente), in base alle funzioni di automazione implementate; 3. La stima dell’impatto che i sistemi di Building Automation hanno sulle prestazioni energetiche degli edifici attraverso due Metodi di Calcolo distinti, in base alla disponibilità dei dati energetici. Il metodo di classificazione contenuto nella norma UNI EN 15232 viene utilizzato come riferimento per l’erogazione di incentivi per interventi di miglioramento dovuti alla introduzione dei sistemi di BA e per l’imposizione di livelli minimi di automazione negli edifici (si veda Tabella 1 “Elenco delle funzioni di controllo” della norma). Il D.M “Requisiti Minimi” del 26/05/2015, al punto 10 del par. 3.2 dell’Allegato 1 ha prescritto, in particolare, per edifici a uso non residenziale, nel caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni importanti, il livello minimo di automazione corrispondente alla classe B di tale norma, introducendo così l’obbligatorietà dei sistemi di automazione e controllo avanzati per gli edifici del settore terziario, sia pubblici che privati. Per quanto riguarda gli edifici residenziali è la stessa UNI EN 15232 a stabilire che (salvo diversamente imposto dalle varie normative nazionali) il livello di automazione minimo è il livello C.
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SPECIALE La UNI EN 15232-1:2017 introduce un metodo per definire i requisiti riguardanti le funzioni di controllo, automazione e gestione tecnica degli edifici che contribuiscono all’efficienza energetica. In particolare individua: ■ una lista strutturata delle funzioni di controllo, automazione e gestione tecnica degli edifici che contribuiscono alla prestazione energetica degli stessi. Le funzioni BAC (Building Automation and Control) sono classificate e strutturate in riferimento alla regolamentazione per l’edilizia; ■ un metodo per definire i requisiti minimi o ogni altra specifica riguardante le funzioni di controllo, automazione e gestione tecnica degli edifici che contribuiscono all’efficienza energetica di un edificio, implementabili in edifici di diversa complessità; ■ un metodo semplificato per arrivare a una prima stima dell’impatto delle suddette funzioni su edifici e profili d’uso rappresentativi; ■ metodi dettagliati per la definizione dell’impatto delle funzioni di automazione su un dato edificio, consentendo pertanto di valutarne l’impatto mediante calcolo di ratings e indicatori secondo la prEN-15203 e la prEN-15217.
LE CLASSI DI EFFICIENZA ENERGETICA Nel dettaglio, la norma definisce quattro diverse classi di efficienza energetica crescente per la classificazione dei sistemi di automazione di edificio, valide sia per le applicazioni di tipo residenziale che per le applicazioni di tipo non residenziale, da non confondere con la classe energetica degli edifici. Si parte dalla Classe D, a cui corrispondono BACS “Non Energy Efficient”, comprendente gli impianti tecnici tradizionali e privi di automazione e controllo, non efficienti dal punto di vista energetico (il livello medio del parco tecnologico esistente installato), per passare alla Classe C “Standard”, o di riferimento, che corrisponde ai BACS tradizionali, eventualmente dotati di BUS di comunicazione, comunque a livelli prestazionali minimi rispetto alle loro reali potenzialità, per arrivare ai BACS e TBM avanzati della Classe B e a elevate prestazioni della Classe A. La Classe B “Advanced” comprende gli impianti dotati di un sistema BACS avanzato e dotati anche di alcune funzioni di gestione degli impianti tecnici di edificio (TBM) specifiche per una gestione centralizzata e coordinata dei singoli impianti: “I dispositivi di controllo delle stanze devono essere in grado di comunicare con il sistema di automazione dell’edificio”. Mentre la Classe A “High Energy Performance” corrisponde a sistemi BAC e TBM “ad alte prestazioni energetiche”, cioè con livelli di precisione e completezza del controllo automatico tali da garantire elevate prestazioni energetiche all’impianto: “I dispositivi di controllo
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delle stanze devono essere in grado di gestire impianti HVAC tenendo conto di diversi fattori (per esempio, valori prestabiliti basati sulla rilevazione dell’occupazione, sulla qualità dell’aria etc.) e includere funzioni aggiuntive integrate per le relazioni multidisciplinari tra HVAC e vari servizi dell’edificio (per esempio, elettricità, illuminazione, schermatura solare etc.)”.
LE FUNZIONI DI AUTOMAZIONE La norma UNI EN 15232-1:2017 definisce inoltre le funzioni di automazione e i requisiti minimi per le classi di efficienza energetica: controllo riscaldamento, acqua calda sanitaria, raffrescamento, ventilazione e condizionamento, illuminazione e schermature solari. Per ogni funzione sono definiti diversi livelli di complessità in funzione della classe di efficienza energetica. Nel modello di richiesta/apporto di energia per un edificio, sul quale si basano le funzioni di automazione e controllo della EN15232 riportate nella Tabella 1 - “Elenco delle funzioni di controllo in relazione alle classi di efficienza BACS”, le funzioni di efficienza energetica sono gestite a partire dal consumer richiedente, passando per la distribuzione, fino alla generazione. La Tabella, che costituisce il cuore della norma stessa, riporta in funzione della tipologia applicativa, l’elenco delle funzioni di controllo (per esempio, nessun controllo automatico, controllo automatico centralizzato, controllo automatico in ogni ambiente, etc.), le quattro classi di riferimento, i livelli prestazionali da garantire per ogni classe di efficienza (variabili da 0 a 4). Definita la Classe, la tabella permette di determinare il livello minimo prestazionale che deve essere garantito in un impianto di riscaldamento. A volte la scelta del livello è libera, tra più opzioni. L’elenco delle Funzioni di Controllo procede dall’esame dell’emissione in ambiente, partendo cioè dai terminali, all’esame della rete di distribuzione e infine a quello della generazione, seguendo lo stesso ordine seguito nella Progettazione dell’impianto. La Tabella 1 è utile a tutti i soggetti, proprietari, architetti, ingegneri, Enti Pubblici, produttori apparecchiature, installatori etc., soprattutto nella fase preliminare di progetto, sia nel nuovo che nella ristrutturazione dell’esistente. È importante sottolineare che un Sistema di Automazione raggiunge una certa Classe (D → A) se tutte le Funzioni implementate raggiungono almeno quella Classe. Questo non esclude tuttavia che anche implementazioni parziali, in cui, per esempio, alcune funzioni vengano implementate fino alla classe A e altre solo fino alla classe B, possano consentire efficientamenti. Nel qual caso, la classe del sistema è la B, comune a tutte le funzioni.
Domotica COME CALCOLARE IL RISPARMIO ENERGETICO La norma ha identificato e verificato due diversi metodi di calcolo dell’efficienza energetica per un sistema di domotica: il metodo dettagliato (detailed method) e il metodo “BAC Factor”.
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Metodo dettagliato Consiste in una procedura di calcolo analitica utilizzabile solo quando il sistema è completamente noto, cioè quando sono già state stabilite tutte le funzioni di controllo/comando/gestione e l’impianto energetico è conosciuto; il calcolo dettagliato può essere utilizzato anche in fase di verifica. Si articola lungo cinque metodi di calcolo basati su standard differenti: ■ calcolo diretto: utilizzato sfruttando metodi di simulazione dettagliati (secondo la prEN 13790) calcolando direttamente l’impatto effettivo delle varie funzioni; ■ calcolo secondo le modalità di funzionamento: metodo utilizzato calcolando sequenzialmente l’impatto delle singole funzioni di automazione per ciascuna modalità di funzionamento;
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calcolo basato sul tempo: utilizzato quando il sistema di controllo interviene direttamente sui tempi di funzionamento di un dispositivo, modificandone la modalità di funzionamento anziché spegnerli o accenderli; calcolo basato sulla temperatura: utilizzato quando il sistema di controllo interviene direttamente agendo sulla regolazione della temperatura ambiente; calcolo basato sui coefficienti di correzione: utilizzato quando il sistema è in grado di agire combinando fattori quali il tempo di funzionamento e il valore di temperatura impostato.
Metodo dei “BAC Factor” Questo metodo consente una rapida valutazione dell’impatto dei sistemi BACS e TBM utilizzando dei fattori di efficienza BAC legati al consumo annuale dell’edificio, in funzione di fattori quali condizionamento (riscaldamento/ raffrescamento), illuminazione e ventilazione. Ogni fattore è calcolato seguendo i relativi standard. Al fine della valutazione vengono calcolati due set di fattori di efficienza
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SPECIALE BAC (fBAC,hc, fBAC,e). Il primo relativo alla climatizzazione, il secondo relativo all’illuminazione e dispositivi sussidiari. L’influenza dell’applicazione di funzioni automatiche a diversi tipi di edifici, quantificata in un fattore di efficienza energetica BACS/HBES, viene ricavata confrontando il consumo annuale di energia di un locale standardizzato di riferimento (EPBD 2006) con quello introdotto nello stesso locale nelle stesse condizioni (tempi di occupazione, profilo d’utente, tempo atmosferico, esposizione solare, conduttanza termica, dimensioni, superfici radianti) dall’applicazione di un sistema di automazione BACS/HBES secondo diverse classi di efficienza energetica (A, B, C, D). I fattori di efficienza energetica (BAC Factor) così determinati sono inseriti nelle tabelle riportate nella norma EN15232 – divisi per tipologia di impianto, riscaldamento/raffrescamento ed elettrico, per tipologia di applicazione, residenziale e non residenziale, e per Classe di Efficienza Energetica del sistema di automazione e forniscono il risparmio energetico conseguibile. Nella tabella in questione, la colonna denominata: ■ risparmio B/C indica il risparmio percentuale ottenuto adottando la Classe B invece della C; ■ risparmio B/D indica il risparmio percentuale ottenuto adottando la Classe B invece della D; ■ risparmio A/C indica il risparmio percentuale ottenuto adottando la Classe A invece della C; ■ risparmio A/D indica il risparmio percentuale ottenuto adottando la Classe A invece della D.
FUNZIONI DI AUTOMAZIONE E RISPARMIO ENERGETICO
BOX 2
Le funzioni di automazione che consentono un risparmio energetico possono essere individuate nella gestione del clima a multizona: con regolazione della temperatura in funzione delle modalità di utilizzo e in modo indipendente per i diversi ambienti della casa; nell’accensione e spegnimento automatico della luce, in funzione della presenza di persone; nella disattivazione degli impianti di riscaldamento e raffrescamento localizzata alla singola stanza in caso di apertura di porte e finestre; nell’automatizzazione dell’impianto di riscaldamento in relazione alla presenza o all’assenza delle persone; nell’automazione delle ventole di areazione programmabile sia su fascia oraria che in funzione dell’utilizzo di determinati ambienti; nell’attivazione automatica degli elettrodomestici in determinate fasce orarie, normalmente le più economiche offerte dal fornitore di energia; infine nell’automazione delle tapparelle e tende da sole su base temporizzata in relazione all’irraggiamento del sole.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 1.
D.M. 26 giugno 2015. Adeguamento linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici, G.U. serie generale n. 162 del 15 luglio 2015 – supplemento ordinario n. 39.
2. D.Lgs. luglio 2014, n. 102. Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, GU Serie Generale n.165 del 18-07-2014.
6. A. Lodi, R. Salimbeni, “BUILDING AUTOMATION E SUPERBONUS 110%”, Webinar del 24/11/2020 organizzato dal Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano.
3. UNI/TS 11300. Prestazioni energetiche degli edifici.
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4. UNIEN 15232. Impatto dell’automazione del controllo e della gestione degli edifici.
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5. D.Fusco, M.Picco, D.Chiaroni, M.Marengo, “L’impatto della Building Automation nelle nuove costruzioni residenziali nZEB”, 2018.
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Vademecum ENEA: Building Automation – Aggiornamento del 25/01/2021.
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Cosa offre il mercato La temperatura giusta in un tocco Gewiss ha deciso di rinnovare la propria offerta per la casa smart sviluppando un sistema completo in grado di assicurare benessere, sostenibilità e connettività. Thermo ICE è un termostato che consente di controllare la temperatura degli ambienti in cui è inserito. In ogni istante della giornata e in ogni stagione dell’anno, infatti, il dispositivo permette di impostare i sistemi di climatizzazione adatti ad assicurare la temperatura più confortevole, senza inutili sprechi di energia. È realizzato in due diverse finiture: una con placca in tecnopolimero e finitura lucida, per installazione a parete, e l’altra con placca in vetro per applicazione da incasso. Entrambe le varianti sono disponibili nei colori bianco, nero e titanio. Contengono comandi di tipo touch, uno slider circolare touch RGB e un display a retroproiezione a LED bianchi. Lo stile di Thermo ICE gli ha permesso di vincere il prestigioso premio IF Design 2016 nella categoria Building Automation.
Integrazione totale Una smart home è una casa tecnologicamente attrezzata e ottimizzata per funzionare anche in modalità “connessa” così da migliorare la vita dei suoi inquilini e ridurre i consumi energetici. In quest’ottica AVE ha sviluppato DOMINA Smart IoT, un sistema domotico intelligente in grado di creare nuove e molteplici opportunità che l’impianto elettrico di tipo tradizionale non può offrire. Attraverso la domotica si possono infatti determinare i livelli di sicurezza, comfort, fruibilità ed efficacia energetica con i quali si vuole perfezionare l’abitazione. Non solo: attraverso il sistema sviluppato da AVE l’utente ha la possibilità di visualizzare i consumi energetici della propria casa e governarla da remoto. A questi benefici si sommano quelli previsti dal Decreto Rilancio: l’installazione del sistema domotico AVE, infatti, può rientrare tra gli interventi (trainati) di efficientamento energetico previsti nel Superbonus 110%. Il valore aggiunto della proposta DOMINA Smart IoT sta inoltre nella sua flessibilità sia impiantistica – con svariate possibilità tecniche e di design per incontrare le esigenze tecnologiche e di budget della committenza – sia di controllo per permettere agli utenti finali di gestire la propria smart home attraverso touch screen interattivi, interruttori (touch e a levetta), app, web e persino con comandi vocali.
www.ave.it
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Domotica Home automation sotto controllo Con le soluzioni Hager Bocchiotti è possibile fare un utilizzo corretto dell’energia, avere una gestione ottimale della climatizzazione e di tutti i principali carichi domestici, oltre che monitorare i dati, contribuendo alla realizzazione di impianti conformi alle condizioni di applicabilità dell’Ecobonus 110% per la Building Automation. Tutto questo grazie a dispositivi come il server domovea, il “cuore” degli ambienti smart building basati sul sistema KNX di Hager Bocchiotti, che consente di gestire, anche da remoto, gli ambienti con notevoli vantaggi di comfort e di risparmio energetico. Tramite il sistema KNX è possibile controllare tutti i sistemi energetici come termostati, attuatori per valvole, split e caloriferi oltre che contatori di energia, acqua e gas. Inoltre, è possibile integrare nell’ambito del risparmio energetico anche le Guarda l’intervista: automazioni che normalmente ne sarebbero GIANLUCA MAURI escluse. Tutte le funzioni dell’impianto KNX possono Hager Bocchiotti essere controllate anche da remoto, tramite domovea, un’app intuitiva disponibile per PC, tablet e smartphone, ma anche per Apple Watch. Domovea permette, inoltre, di controllare tutte le utenze dell’impianto interagendo con le principali applicazioni smart presenti nel mondo IoT: dagli assistenti vocali, ai portali per la geolocalizzazione o la gestione degli elettrodomestici (IFTTT, Google Home, Alexa, Philips Hue, Sonos, Netatmo etc.).
www.hager-bocchiotti.it
Ripensare la building automation Il sistema SpaceLogic KNX di Schneider Electric permette di controllare impianti a corpi scaldanti (radiatori), ventilconvettori e pavimenti radianti, coprendo quindi la quasi totalità degli impianti di riscaldamento e raffrescamento usualmente presenti negli edifici. Il controllo della temperatura ambientale avviene mediante un dispositivo da parete – Multitouch Pro – e tramite attuatori KNX per valvole e ventilconvettori. Questi ultimi dispongono anche di un’uscita con tensione 0-10V, richiesta per controllare in modo continuo la velocità dell’unità ventilante. La supervisione avviene mediante il sistema Wiser for KNX che consente il controllo dell’impianto tramite app, anche integrato nelle piattaforme Alexa e Google.
www.se.com
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SPECIALE Domotica integrata “user friendly” Le nuove tendenze della domotica prevedono una integrazione sistemica avanzata e semplicità di utilizzo per gli utenti. A questo proposito, il brand Yokis propone l’app YnO, da scaricare gratuitamente sia per iOS che per Android. Tramite l’app ogni componente della famiglia potrà infatti personalizzare la proprio esperienza, creando, ad esempio, centralizzazioni e scenari per gestire, con un solo tocco dal proprio tablet o smartphone, uno o più moduli digitali Yokis. Per accendere e spegnere le luci, alzare e abbassare le tapparelle oppure regolare la temperatura di casa sarà sufficiente montare Yokis Hub, il dispositivo che mette in comunicazione tutti gli elementi del sistema e salvare le configurazioni dell’impianto desiderate. L’app, inoltre, può gestire il sistema antintrusione wireless Zeno e le telecamere WiFi di Urmet monitorando, in tempo reale e a distanza, la propria abitazione. Infine, grazie all’integrazione con le tecnologie firmate Urmet, tutte le funzionalità Yokis installate nell’appartamento potranno essere azionate anche dal videocitofono Max premendo un tasto.
www.yokis.com | www.urmet.com
Per il controllo della temperatura Il termostato touch Eikon Tactil di Vimar è una soluzione semplice e versatile per il controllo del riscaldamento e del raffrescamento. Il dispositivo, che può beneficiare del Superbonus 110%, è realizzato in cristallo bianco o nero diamante, con display RGB a led. Disponibile su standard By-me Plus e KNX per l’integrazione nei sistemi di home&building automation, il termostato è dotato di tecnologia touch e di sensore di prossimità che accende il display non appena ci si avvicina al dispositivo. L’innovativa funzione 3D gesture ne permette, inoltre, il controllo con dei semplici gesti, senza toccarlo. Il nuovo termostato può essere controllato con diverse modalità: localmente, agendo sullo stesso dispositivo oppure via smartphone tramite l’app View, che consente di gestire e programmare la temperatura dei diversi ambienti anche fuori casa. Per i sistemi By-me Plus sono inoltre già abilitati il controllo attraverso assistenti vocali e l’integrazione con il servizio IFTTT.
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Guarda l’intervista: MAURO STEFAN Vimar
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Un ospedale “scandalosamente bello” Oltre a essere all’avanguardia nel campo sanitario, l’Ospedale di chirurgia pediatrica di Entebbe si caratterizza per la sostenibilità garantita dall’utilizzo di materiali locali e di tecnologie avanzate a cura di MAURIZIO MILAN Fondazione Promozione Acciaio
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ulle rive del Lago Vittoria, nel distretto di Wakiso, a circa 35 km da Kampala, Renzo Piano Building Workshop e Tamassociati hanno progettato per Emergency il nuovo Ospedale di chirurgia pediatrica di Entebbe (Uganda). Il polo di eccellenza, tra i più
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importanti dell’Africa Sub-sahariana, offre gratuitamente assistenza medica specialistica ai bambini soggetti a interventi chirurgici e adotta tecniche ospedaliere avanzate gestite da personale medico, paramedico e tecnico altamente qualificato.
L’OSPEDALE
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA
La struttura comprende tre sale operatorie, la terapia intensiva, le degenze, i laboratori di analisi, gli impianti di produzione dei gas medicali e dei disinfettanti; dispone di tutti i servizi ospedalieri che nei Paesi occidentali vengono solitamente affidati a terzi e, infine, offre ospitalità per il personale internazionale. Occupa una superficie di 9.000 mq ed è immerso in un grande parco di oltre 120.000 mq che, seguendo la naturale orografia del terreno, digrada verso il lago Vittoria. Questa grande area è stata messa a disposizione dal Governo locale, che ha sostenuto parte dei costi di costruzione. Fortemente voluto da Gino Strada, fondatore di Emergency scomparso di recente, il Centro di chirurgia pediatrica è il frutto della grande passione e competenza di un cospicuo gruppo di persone che è stato capace di declinare il tema dell’Ospedale con grande pragmatismo tecnico-costruttivo e parsimonia di risorse. La sinergia e la collaborazione tra progettisti, costruttori, tecnici, medici e volontari, sono state fondamentali per il raggiungimento dell’obiettivo, al di fuori delle logiche del profitto. Tutti hanno messo a disposizione conoscenze, tecnologie, personale e prodotti necessari, senza sprechi, rispettando i più elevati protocolli di sostenibilità.
Il primo elemento vincente è stato far ricorso alla tecnologia costruttiva più antica, semplice ed economica, la cosiddetta terra cruda o “pisé”. La terra degli scavi è stata riutilizzata come materia prima per realizzare i muri portanti con una miscela di terra, sabbia, ghiaia e acqua compattata in casseforme di legno o metalliche, con l’impiego di manodopera locale. La terra pisè nella sua composizione standard è sensibile al dilavamento delle acque meteoriche ed è poco resistente all’abrasione, condizioni non accettabili in Uganda, dove giornalmente si registrano temporali assai intensi e ai bambini piace “grattare” il muro per vedere se si sgretola. Per risolvere questo problema si è dovuto mettere a punto uno speciale additivo per conferire alla terra elevata resistenza meccanica e stabilità al dilavamento. I muri in terra cruda, piuttosto massicci, ben si combinano con la leggerezza delle grandi vetrate e con il sistema strutturale in acciaio che sorregge i solai. Questo è il secondo elemento caratterizzante: la grande copertura in acciaio delle due ali principali dell’ospedale è una struttura sospesa con la funzione di ombreggiare la copertura degli spazi interni, migliorando le condizioni di comfort degli ambienti sottostanti e supportando circa 3.700
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DENTRO L’OBIETTIVO
mq di pannelli fotovoltaici capaci di coprire buona parte delle necessità elettriche. L’applicazione di una grande quantità di pannelli fotovoltaici persegue l’obiettivo di sostenibilità, attingendo energia da fonti rinnovabili laddove il cielo è raramente nuvoloso e l’insolazione solare è quasi costante per tutto l’anno.
PERCHÉ NON DI LEGNO? È normale che quando si avvia un progetto si ipotizzino diverse soluzioni costruttive. Trovandosi a Entebbe, nel mezzo di una fitta foresta equatoriale, si sarebbe potuto pensare di realizzare questo edificio, dopo aver scelto la terra cruda, anche con strutture in legno. L’ipotesi però è stata presto abbandonata, sia perché le essenze locali non possono essere usate per comporre legno lamellare, ma soprattutto perché l’aggressione batterica e dei parassiti, non benefica per un ospedale, ne avrebbe limitato la durabilità. Il passaggio successivo, valutato positivamente da Renzo Piano, è stato quello di impiegare strutture in acciaio, facili da produrre, trasportare e assemblare che, se idoneamente trattate, sono garantite per durare a lungo senza ricorrere a onerosi e non facili interventi di manutenzione. Va dato merito agli associati produttori e trasformatori di strutture in acciaio di Fondazione Promozione Acciaio per il ruolo importante nell’aiuto prestato a realizzare quest’opera.
LA STRUTTURA IN ACCIAIO La struttura che sostiene i solai è costituita da una serie di telai centrali a doppia altezza, coppie di colonne ancorate alla platea di fondazione, da una trave inferiore e da una superiore.
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MURI PORTANTI in terra pisè
APRILE 2021, L’INAUGURAZIONE Dopo quasi due anni di lavori, ad aprile 2021 è stato inaugurato il nuovo ospedale pediatrico di Emergency. Il progetto unisce le esigenze pratiche-sanitarie a un’idea di architettura razionale, moderna e sostenibile, pronta a diventare un modello per future strutture mediche in giro per il mondo. “Mi piace pensare all’Africa come un laboratorio per il futuro e non solo come uno scenario di sofferenza e di guerre dimenticate. Gino mi ha sempre chiesto di disegnare un ospedale ‘scandalosamente bello’ – spiega Renzo Piano. Parla dello scandalo della bellezza perché per certe persone è uno scandalo offrire bellezza ed eccellenza a tutti, in particolare ai più svantaggiati ed emarginati. D’altronde è risaputo che in tutte le lingue africane, lo swahili per primo, l’idea di bello è sempre accompagnata all’idea di buono: non c’è bellezza senza bontà”.
I telai sostengono le travi orizzontali del solaio intermedio e quelle inclinate del solaio di copertura che si agganciano alla muratura contro un cordolo in calcestruzzo armato inserito nel pisé. I telai sono anche supporto al sistema di ombreggiamento sorretto da quattro colonne a sezione circolare collegate trasversalmente da coppie di tubi leggermente inclinati in modo da convogliare la pioggia alle grondaie. Su questi tubi si fissano le strutture secondarie che sostengono il sistema dei pannelli fotovoltaici. Tutte le strutture in acciaio sono state accuratamente trattate per garantirne la durabilità applicando, prima della spedizione, sabbiatura Sa 2.5 SS, primer zincante inorganico 60 micron, una mano di vernice epossidica 50 micron e una mano di vernice poliuretanica 60 micron. In fase di montaggio, in cantiere, ritocchi e una mano di vernice poliuretanica 50 micron.
GLI IMPIANTI Gli impianti tecnologici sono l’esito di un lungo e attento percorso di ricerca sperimentale e innovativa che ha portato a ottenere le prestazioni ottimali con il minimo consumo, sfruttando al meglio le condizioni climatiche del luogo e con grande
3.700 MQ DI PANNELLI FOTOVOLTAICI capaci di coprire buona parte delle necessità elettriche
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DENTRO L’OBIETTIVO
ricorso all’illuminazione naturale. Le autorità sanitarie locali sono rimaste piacevolmente sorprese dalle condizioni di benessere riservate ai pazienti e al personale: l’atmosfera interna è termocontrollata con climatizzazione adeguata, a livelli mai applicati negli altri nosocomi ugandesi.
DONARE PER COSTRUIRE All’interno di questo percorso hanno avuto un ruolo importante le numerose donazioni di materiali e componenti per la costruzione del centro, che hanno orientato le scelte di progetto, come nel caso della carpenteria metallica, omaggiate dalle ditte produttrici di profili e di trasformazione. Il risultato è un ospedale “scandalosamente bello”, come ha più volte affermato Gino Strada, asserzione presto accettata e condivisa da Renzo Piano. Il complesso di chirurgia pediatrica è stato realizzato grazie all’esperienza del Dipartimento Tecnico di Emergency che ha coordinato tutta l’esecuzione dell’opera.
STRUTTURA IN ACCIAIO
SCHEDA PROGETTO COMMITTENTE Emergency NGO PROGETTO Renzo Piano Building Workshop & TAMassociati DESIGN TEAM G. Grandi (partner incaricato), P. Carrera, A. Peschiera, D. Piano, Z. Sawaya, D. Ardant, F. Cappellini, I. Corsaro, D. Lange, F. Terranova (modelli) PROGETTO STRUTTURE Milan Ingegneria PROGETTO IMPIANTI Prisma Engineering PROGETTO DEL PAESAGGIO Franco e Simona Giorgetta Architetti paesaggisti PROGETTO ANTINCENDIO GAE Engineering ARCHITETTI LOCALI Studio FH Architects INGEGNERI LOCALI PER STRUTTURE E IMPIANTI MBW Consulting IMMAGINI RPBW, Milan Ingegneria 48
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DATI DI PROGETTO AREA DI INTERVENTO 20.000 mq
SUPERFICIE COSTRUITA 9.000 mq PROGETTO 2013-2020
COSTRUZIONE 2017-2020
SPONSOR Paola Coin, Fondazione Prosolidar, Fondazione Ravasi Garzanti Onlus, RPBW, Stavros Niarchos Foundation
STRUTTURA IN ACCIAIO
PARTNERS Agatos Energia, AGC Italia, Castelli Food, Duferco Travi e Profilati, Enel Greenpower, Gruppo Amenduni, Ingretech, J&A Consultants, KSB, Maeg Costruzioni, Mapei, Milani Spa, Milan Ingegneria, Pellini, Performance in Lighting, Perin Generators Group, Prisma Engineering, R&C Termoidraulica Srl, RessTende, Safic Alcan, Elettronica Santerno, Schneider Electric, Schuco, TAM associati, Thema, Theatro, Zinchitalia, Chiesa VAldese SUPPORTERS Alubel, Atlas Concorde, BBraun, Cool Head Europe, Doka Italia, Favero, Fiamm, GAe, Giugliano Costruzioni Metalliche, Riello Ups, Valsir, Velux, Zintek FRIENDS OF EMERGENCY Banor, Barlett Foundation, Casalgrande Padana, Fondazione Promozione Acciaio, Fumagalli, Gima, G.S.A., Cofiloc, Leister, Maspero Elevatori, MP Lavorazioni, Polyglass, PPG, Tecnaria, Zanutta www.casaeclima.com n.93
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DENTRO L’OBIETTIVO
La sostenibilità si fa in due Nella campagna del ragusano lo studio DAAA Haus ha realizzato due ville gemelle a basso impatto ambientale e perfettamente integrate con il paesaggio di ERIKA SEGHETTI
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ntegrazione nel paesaggio e sostenibilità. Sono questi i concetti chiave con cui sono state progettate Villa P e Villa F, due unifamiliari immerse nella campagna del ragusano. Realizzate dallo studio DAAA Haus, le due
ville sorgono su un terreno agricolo di 40.000 mq situato appena fuori Ragusa e si compongono di due corpi di fabbrica uguali e speculari, orientati secondo la direzione nord-sud. www.casaeclima.com n.93
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DENTRO L’OBIETTIVO LAYOUT INTERNO
MATERIALI CHE RIMANDANO ALLA TRADIZIONE
Il volume degli edifici nasce dall’intersezione di due parallelepipedi: nel primo trova posto la zona notte, mentre il secondo – più alto e con copertura inclinata – ospita la zona giorno a doppia altezza e un ambiente studio al piano mansarda. Un setto murario accompagna il visitatore verso l’ingresso, proteggendolo al contempo dal vento che in questa zona soffia prevalentemente da quella direzione. Questa parete prosegue all’interno dell’abitazione, separando gli spazi del soggiorno e della cucina. La zona giorno è separata dalla zona notte da una parete armadiata a doppia altezza, su cui poggia la scala in lamiera piegata che da l’accesso allo studio al piano mansarda, che – a sua volta – si affaccia sul soggiorno al livello inferiore. Il soggiorno e la camera da letto padronale si aprono sullo spazio esterno con piscina a sfioro. La piscina è completamente rivestita con lastre di colore scuro, che danno allo specchio d’acqua l’aspetto di un lago, creando un effetto molto suggestivo.
Esternamente i volumi sono arricchiti da rivestimenti effetto pietra e legno, materiali che caratterizzano le architetture tradizionali del luogo. Essendo le zone agricole tutelate paesaggisticamente, la Soprintendenza ne aveva prescritto l’uso come condizione necessaria per l’approvazione del progetto; così come la tipologia dei muri che racchiudono il lotto, realizzati in pietra con la tecnica tradizionale a secco. Il risultato è un’architettura contemporanea che si integra nel paesaggio in maniera armoniosa. Un pergolato ombreggia le aperture del soggiorno rivolte a sud e crea una linea ideale che mette in relazione i due corpi di fabbrica tramite un camminamento che attraversa lo spazio a verde, arricchito da essenze arboree autoctone del luogo. Lo spazio esterno prospiciente l’ingresso delle abitazioni è valorizzato da una seduta, il cui piano si piega creando una “cornice” che inquadra visivamente l’intera architettura.
Credit: Diana Iskander
VILLA F. Spazio esterno con piscina a sfioro 52
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Credit: Diana Iskander
VILLA P. L’ingresso è arricchito da una seduta che è anche una cornice all’architettura
Credit: Diana Iskander
INTERIOR DESIGN. Colori chiari per gli interni di Villa F (sinistra) e scuri per Villa P (destra)
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DENTRO L’OBIETTIVO
CLIMATIZZAZIONE, LE SCELTE EFFETTUATE Ognuna delle due ville è stata fornita di un impianto termico di climatizzazione invernale/estivo autonomo degli ambienti e di produzione dell’acqua calda a uso igienico-sanitario.
POMPA DI CALORE ARIA-ACQUA
Al fine di privilegiare il risparmio energetico, la generazione termica dell’impianto di climatizzazione invernale degli ambienti è stata realizzata tramite un sistema ibrido composto da una pompa di calore del tipo aria-acqua – avente una potenza termica nominale massima pari a 16,3 kW – e da una caldaia murale a condensazione alimentata a gas, avente una potenza termica nominale massima pari a 32 kW. Un adeguato gestore di sistema elettronico a microprocessore, rilevando vari parametri (soprattutto la temperatura dell’aria esterna), aziona la pompa di calore alimentata a energia elettrica o la caldaia alimentata a gas in funzione del miglior rendimento termico momentaneo raggiungibile dal generatore interessato. Quasi sempre la generazione di calore viene garantita dalla pompa di calore, ovvero quando la temperatura dell’aria esterna è mediamente superiore ai +6/7 °C o quando l’impianto fotovoltaico (posto in copertura e avente una potenza nominale pari a 12 kWp) produce più energia elettrica rispetto a quella consumata. Solo per condizioni sfavorevoli al funzionamento della pompa di calore viene richiesto l’azionamento della caldaia a gas.
RADIANTE A PAVIMENTO
Il riscaldamento degli ambienti è stato realizzato tramite pannelli radianti a pavimento alimentati con fluido termico a bassa temperatura. La temperatura massima di mandata del fluido vettore è +40 °C. Al fine di ottenere il massimo comfort abitativo, l’impianto di riscaldamento dell’intera villa è stato strutturato in quattro zone distinte e separate (zona giorno/interna, zona giorno/vetrata, zona notte e zona studio/ mansarda). Ogni zona è alimentata da un circolatore dedicato, completo di sistema di termoregolazione automatico. Questo significa che ognuna delle quattro zone sarà alimentata automaticamente con acqua calda a una temperatura di mandata adeguata in funzione alla temperatura dell’aria esterna rilevata, riducendo quindi al minimo i consumi del combustibile e rendendo il sistema il più efficiente possibile. In ogni locale riscaldato è stato installato un apposito termostato ambiente digitale che regola automaticamente la temperatura del locale stesso, agendo sulla apertura/chiusura delle teste elettrotermiche poste nelle mandate dei vari circuiti radianti al servizio del locale. Il dispositivo consente di evitare le sovratemperature e di realizzare l’attenuazione automatica dell’impianto radiante. Solo durante la stagione estiva la pompa di calore va ad alimentare uno scambiatore di calore acqua-acqua posto sul circuito di ricircolo/filtrazione dell’acqua della piscina. SEGUE A PAGINA 55
Credit: Diana Iskander
VILLA F. Impianto fotovoltaico in copertura
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CONTINUA DA PAG 54
BOLLITORE SOLARE A DOPPIO SCAMBIATORE
La produzione dell’acqua calda a uso igienico-sanitario è garantita tramite l’installazione di un bollitore solare a doppio scambiatore, avente una capacità di 500 litri. Il bollitore è alimentato da tre collettori solari (posti in copertura) del tipo a tubi di vetro sottovuoto, aventi una superficie netta di captazione totale di 7,08 mq. I collettori solari alimentano automaticamente il primo scambiatore (basso) posto all’interno del bollitore solare, mentre la caldaia a gas sostenta solo al bisogno e in priorità al riscaldamento ambiente il secondo scambiatore (alto) posto all’interno del bollitore solare; pertanto il generatore di calore interverrà solo a integrazione dell’impianto solare.
CLIMATIZZATORI
Al fine di garantire anche la climatizzazione estiva di tutti gli ambienti importanti (escluso bagni/servizi e corridoi) sono stati installati climatizzatori a pompa di calore a inverter ad alta efficienza del tipo split e multisplit. I sistemi sono dotati di unità esterne posizionate in copertura e unità interne a incasso.
SFRUTTARE AL MASSIMO LA LUCE SOLARE
INTERIOR DESIGN
I due edifici sono stati progettati per essere a basso consumo energetico. La direzione nord-sud verso cui gli edifici sono posizionati permette un corretto orientamento degli ambienti a seconda della loro funzione: soggiorno e cucina si affacciano prevalentemente a sud, mentre il blocco della zona notte e servizi è rivolto a nord. L’esposizione della falda a sud permette di sfruttare appieno l’apporto della luce solare che viene convertita in energia elettrica dai pannelli fotovoltaici.
Benché siano specularmente uguali, le due ville hanno caratteri molto diversi che rispecchiano la personalità di chi le vive. Villa P è caratterizzata dall’uso di colori scuri, elementi in ferro nero e legno ebano, corpi illuminanti dal carattere più tecnico e minimale. Villa F, invece, fa uso di essenze lignee più chiare, come il rovere, abbinate a elementi in metallo verniciato bianco e sospensioni con paralumi in legno e vimini intrecciati. Gran parte degli arredi sono stati disegnati da Daaa Haus e realizzati artigianalmente.
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ISOLAMENTO INTERNO. Attacco a terra
ISOLAMENTO soggiorno e fori di ventilazione
Riqualificazione e risanamento di un edificio anni ’50: cambiamenti in corso d’opera Oltre che una riqualificazione estetica e funzionale, l’obiettivo generale è il recupero in termini di efficienza energetica dell’edificio. In questa puntata, isolamento interno, VMC e radiante a pavimento di DAVIDE GIGLI
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vanti adagio, ma con brio. Si potrebbero definire così i mesi estivi appena trascorsi, condizionati da un meteo molto variabile. Una variabilità che – nonostante il Superbonus e la mole di richieste di materiali, almeno preventive – si è manifestata anche nel mercato edilizio e ha caratterizzato alcune scelte riguardanti soprattutto i materiali.
ISOLAMENTO INTERNO Per questo intervento edilizio è stato infatti necessario cambiare in corsa la tipologia di materiale. La scelta iniziale era di posizionare 4 cm di fibra di legno su tutto il perimetro interno della casa, con profilo di partenza in calcio silicato; l’impossibilità di ricevere la fornitura di materiale (peraltro già definita da tempo) ci ha costretto a rivedere le scelte in base alla disponibilità dei magazzini. Spesso, purtroppo, la realizzazione di piccoli progetti è condizionata dalle esigue quantità di materiale necessarie che non consentono di poter scegliere il meglio da un punto di vista tecnico, ma costringono a progettare in base alle scorte. Queste le variazioni. Sul profilo interno del muro esterno del soggiorno è stato posizionato un isolamento da 6 cm di fibra
di legno, con profilo di partenza in calcio silicato 3+3 cm. Fortunatamente, l’ampia superficie del soggiorno ha permesso di non subire troppo la perdita di spazio data dal maggior spessore. Inoltre, data l’esposizione sud-sud ovest, un maggior spessore contribuirà a migliorare le prestazioni anche in fase estiva. Il tutto sarà completato con un intonaco di argilla. Per compensare le irregolarità della vecchia costruzione, non perfettamente risolte in fase di posa, i giunti di contatto tra parete e solai o tramezzi sono stati completati con schiuma poliuretanica. Questo consente di avere nel punto geometricamente più freddo un materiale con minore conducibilità e permeabilità al vapore, contribuendo a migliorare la soluzione del ponte termico. Sui muri esterni delle camere da letto è stato applicato un isolamento di 4 cm di calcio silicato a tutta parete senza utilizzare fibra di legno. La parete interna – che separa la camera matrimoniale dal bagno e su cui poggia la testiera del letto – è stata isolata con 6 cm di fibra di legno e una striscia iniziale di calcio silicato 3+3 cm. Le camere sono esposte sul lato est e i muri esterni sono quelli maggiormente soggetti alla presenza di muffa, in quanto non subiscono un irraggiamento aggressivo in estate e sono più
ISOLAMENTO tra camera e bagno
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WORK IN PROGRESS
sensibili alle riduzioni di dimensione. Il calcio silicato, pertanto, pur avendo un minore performance termica, garantisce un’estesa protezione alla formazione della muffa. La fibra di legno tra camera e bagno è stata posizionata come protezione acustica (al di là del muro si trova la doccia), prendendo un po’ di spazio in più, e per creare un ambiente termicamente omogeneo, con poca differenza di temperatura tra aria e superfici. Sulle piccole porzioni di muro esterno di bagno e cucina, invece, non verrà applicato l’isolamento interno. La piccola dimensione dei due ambienti, la presenza di piastrelle su pareti/pavimenti e le poche ore di utilizzo in confronto agli altri ambienti rendono superflua la necessità di isolamento.
VENTILAZIONE MECCANICA
SEPARAZIONE TERMICA-ACUSTICA
SISTEMA RADIANTE. Soggiorno
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Due macchine di ventilazione monocanale a flusso alternato, ubicare in posizioni opposte (angolo nordest e sud-ovest), opereranno in maniera continua per garantire il ricambio d’aria sia in inverno che nelle stagioni intermedie. Inoltre, contribuiranno sia ad abbassare il tenore di umidità relativa dell’aria – che in ambienti con isolamento interno è sempre materia delicata – sia a rimescolare l’aria stessa, che col riscaldamento radiante tenderà a stratificarsi. Una piccola nota psicologica ha condizionato il posizionamento della seconda macchina, ubicata nella camera del figlio. Tale scelta è stata presa per favorire lo studio, il sonno e lo svago. Molti studi sulla resa scolastica dimostrano, infatti, come l’aria “viziata”, con alto tenore di CO2, VOC e poco ossigeno, influisca in maniera negativa. Si è quindi ritenuto opportuno posizionare in quella stanza una macchina di ventilazione, consapevoli che non sempre la porta sarà aperta e lo scambio con il resto dell’appartamento efficiente. Un’altra macchina a doppio tubo e flusso incrociato è stata invece posizionata in cantina per garantire un ricambio continuo anche in un ambiente seminterrato, che a breve verrà isolato come il piano dell’appartamento (calcio-silicato). Il problema del radon è meno delicato. I dati statistici di Bq/m3 – data la natura del terreno (bacino idrico dell’Isarco) – sono sotto le soglie di rischio ed eventuali picchi saranno smaltiti dalla ventilazione. Valuteremo il posizionamento di rilevatori specifici.
RADIANTE A PAVIMENTO Infine, per il solo appartamento è stato realizzato il sistema radiante. Per gli altri ambienti (cantine e sottotetto) si è scelto di mantenere i “vecchi” caloriferi (con superfici più ampie) per utilizzare temperature radianti più basse. Il sistema a pavimento è molto semplice, suddiviso in poche zone e verrà integrato da altri sistemi di riscaldamento radiante.
PROSSIMI PASSI Due temi attendono il cantiere. Il primo è l’arrivo dei serramenti, di cui si attende la posa per completare – a cascata – una serie di lavorazioni a partire dall’isolamento interno; sarà l’elemento determinante per andare verso le finiture e i rivestimenti. Il secondo tema invece è più complesso. Le bombe d’acqua cadute durante l’estate e le forti raffiche di vento hanno smosso e peggiorato le condizioni del tetto (si sono spostate alcune tegole) e, di fatto, non è più garantita la già precaria tenuta alla pioggia. Pertanto, sono in fase di valutazione le operazioni necessarie e i costi per rifare il tetto e collegare il sottotetto all’appartamento. Questa operazione, visto anche il rialzo del costo del legno, è da definire. Potrebbe partire con l’autunno o slittare a primavera. Ne daremo conto.
COLLETTORE
TETTO. Le condizioni attuali
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CASE HISTORY
Tecnologie per l’ageing in place: domotica assistenziale e digital twin Uno studio sulle tecnologie relative all’ambiente costruito che permettono alle persone anziane di rimanere nelle proprie abitazioni e di mantenere un certo livello di autonomia il più a lungo possibile di SOFIA AGOSTINELLI, FEDERICA GIUSTINI E ELISA PENNACCHIA
L’
invecchiamento della popolazione è un argomento di interesse internazionale. A livello globale, la quota della popolazione di età pari o superiore a 65 anni è aumentata dal 6% nel 1990 al 9% nel 2019. Si prevede che tale percentuale salirà ulteriormente entro il 2050 (c.a.
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16%), quando una persona su sei nel mondo avrà più di 65 anni [1]. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) [2] le città, in particolare, ospitano il 43,2% della popolazione anziana. I contesti urbani sono pertanto il luogo ideale per affrontare in modo inte-
grato e interdisciplinare il tema dell’invecchiamento della popolazione. Per migliorare la qualità urbana in modo da soddisfare le esigenze dei cittadini anziani l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2017 ha lanciato la sua Strategia per l’invecchiamento e la salute [3], che si propone di attuare diverse azioni finalizzate a: ■ promuovere un invecchiamento sano; ■ allineare i sistemi sanitari alle esigenze della popolazione più anziana; ■ sviluppare sistemi per l’assistenza a lungo termine; ■ migliorare la misurazione, il monitoraggio e la comprensione di un sano invecchiamento; ■ creare ambienti adatti alle esigenze dell’età. Gli ambienti sono i contesti in cui le persone conducono la loro vita. Per ambienti favorevoli all’età si indicano gli spazi che favoriscono la promozione dell’invecchiamento principalmente in due modi: sostenendo la costruzione e il mantenimento delle capacità intrinseche lungo tutto l’arco della vita e consentendo una maggiore capacità funzionale e autonomia. Gli interventi volti a creare ambienti adatti all’età possono essere mirati a diversi contesti (dalla scala edilizia alla scala urbana e sociale) o a specifici fattori (per esempio i trasporti, gli alloggi, la protezione sociale, le strade e i parchi, le strutture sociali, la salute e l’assistenza a lungo termine, etc.), e possono essere promossi a diversi livelli di governance (nazionale, regionale o locale). Risulta evidente dalle strategie proposte dall’OMS l’importanza di creare ambienti a misura di anziano, in grado di migliorare la qualità della vita e prolungare il più possibile l’ageing in place, l’invecchiamento sano e l’autonomia. In questo contesto la tecnologia offre un supporto prezioso per soddisfare le esigenze degli anziani della società contemporanea e futura.
gio delle attività, il rilevamento delle cadute e varie applicazioni capaci di raccogliere i dati sanitari (eHealth). L’obiettivo è quello di integrare il design residenziale, le apparecchiature mediche e di controllo domestico e i servizi di assistenza in un sistema di monitoraggio e gestione dinamico ed efficiente. Si può parlare pertanto di un’evoluzione dell’ageing in place in ageing in place 2.0 (AiP2.0) che prevede l’introduzione di tecnologie capaci di creare connessioni tra l’abitazione, il suo inquilino e il mondo esterno, fornendo un supporto e raccogliendo informazioni su ciò che accade [6]. Le tecnologie più all’avanguardia finalizzate a migliorare la qualità della vita, migliorare la salute psico-fisica e promuovere l’autonomia dell’anziano presso la propria abitazione sono l’Internet of Things (IoT), i robot Ambient/Active Assisted Living (AAL) e sistemi di artificial intelligence (AI) [7]. L’Internet of Things (IoT) permette di estendere internet agli oggetti reali, mettendo in comunicazione dispositivi intelligenti e sensibili in un’infrastruttura di rete globale, creando un AAL [8]. L’obiettivo principale di quest’ultimo è quello di produrre benefici per l’individuo, per l’economia e per la società aumentando l’autonomia, il benessere e la sicurezza degli over 65, ottimizzando l’efficacia delle risorse limitate e gli standard di vita [9]. La tecnologia IoT consente un monitoraggio continuativo e immersivo dell’ambiente in cui è inserita attraverso l’acquisizione di dati, trasferiti successivamente in un ambiente di raccolta, per l’elaborazione di risposte personalizzate in base alle esigenze dell’utenza, passando da un mero processo automatizzato a uno intelligente (artificial intelligence). Questa tecnologia invisibile e pervasiva (pervasive computing) supporta le persone nella loro routine quotidiana attraverso tutti gli oggetti che impiegano. L’AI si riferisce alla simulazione dell’intelligenza umana in macchine programmate per pensare come gli esseri umani e imitare
LA TECNOLOGIA A SUPPORTO DELL’INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE Attraverso la tecnologia, i confini tra la vita indipendente e la vita assistita diventano più fluidi e il passaggio più tollerabile. Il concetto di tecnologia è piuttosto ampio e multidimensionale. Descrive l’insieme delle tecniche, delle strategie operative e dei processi impiegati per la risoluzione di problemi e il raggiungimento di obiettivi, come – per esempio – la creazione di una smart age-friendly city [4]. La tecnologia per l’ageing in place è finalizzata a supportare l’indipendenza degli anziani, monitorando le condizioni di salute, ritardando o prevenendo il deterioramento funzionale o cognitivo, limitando l’impatto di malattie croniche [5]. Nell’ultimo decennio, sono state condotte numerose ricerche nell’ambito dello sviluppo di queste tecnologie in cui rientrano, ad esempio, le reti basate su sensori per il monitorag-
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CASE HISTORY
le loro azioni. Poiché l’intelligenza artificiale è integrata con l’edificio attraverso sistemi IoT, è in grado di acquisire un notevole quantitativo di dati relativi alle operazioni quotidiane che si svolgono nell’edificio per abilitare nuovi livelli di automazione, che consentono agli edifici di “pensare”, imparare e fornire risposte sotto forma di servizi e assistenza. L’AI ha pertanto un notevole potenziale per migliorare la qualità della vita degli occupanti e aumentarne l’autonomia, oltre a offrire una maggiore efficienza operativa del consumo di risorse e una manutenzione predittiva che garantisce un prolungamento della vita utile del manufatto e delle condizioni di sicurezza di chi vi abita. Con lo sviluppo di sensori abilitati alla rete e di algoritmi di intelligenza artificiale, vengono proposti vari sistemi sempre più incentrati sull’uomo per fornire servizi di qualità superiore, come la sanità intelligente, ad esempio, che rende l’assistenza domiciliare più efficiente in termini di costi e tempistiche delle cure sanitarie. Il calcolo cognitivo (cognitive computing) e il cloud computing costituiscono le tecnologie indispensabili per lo sviluppo di questi sistemi intelligenti. L’architettura di sistema del calcolo cognitivo consiste in tre tecnologie: il networking (ad esempio, Internet of Things), l’analitica (ad esempio, il reinforcement learning, ovvero l’apprendimento di rinforzo e il deep learning, l’apprendimento profondo), e il cloud computing [10]. In particolare, il calcolo cognitivo incentrato sull’uomo comprende la tecnologia, un ambiente virtuale e la persona (Figura 1). Rientrano nella definizione di tecnologia, ad esempio, le strutture hardware come reti di computer, dispositivi per l’architettura di comunicazione di base, sistemi IoT. Per ambiente virtuale si intende lo spazio interattivo, multimediale, fluido che mette in sinergia e in interfaccia tutti i dispositivi di produzione, registrazione e comunicazione dei dati (Big Data). Questo nuovo paradigma dell’informatica cognitiva incentrata sull’uomo permette
FIGURA 1. Calcolo cognitivo incentrato sull’uomo
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un’interazione diretta con le persone, consentendo un’esplorazione delle esigenze e degli stati d’animo dell’essere umano per una comprensione più profonda finalizzata a fornire un servizio personalizzato per l’utente.
La domotica assistenziale La domotica assistenziale svolge un ruolo fondamentale per supportare quotidianamente l’assistenza e l’autonomia delle persone e per superare o almeno limitare le difficoltà riscontrabili. L’introduzione delle tecnologie in ambito IoT nella domotica consente una molteplice opportunità di servizi, svolgendo funzioni che possono essere parzialmente autonome (in base a risposte a parametri ambientali di natura fissa e/o prestabilita), programmate dall’utente (secondo specifiche esigenze) o completamente autonome, grazie all’impiego di sistemi AI, al deep learning e al machine learning. Si riporta in Tabella 1 una sintesi delle macroaree di impiego della domotica assistenziale con le relative soluzioni proposte per ogni esigenza.
Il digital twin per l’ageing in place Il concetto di prodotto virtuale equivalente a un prodotto fisico/ reale, definito digital twin è stato introdotto nel 2003 dal Dr. Michael Grieves durante un corso dell’Università del Michigan sul tema Product Lifecycle Management (PLM). Al momento dell’introduzione di questo concetto, le rappresentazioni digitali che venivano realizzate per prodotti fisici reali erano relativamente nuove e immature. Nel decennio successivo lo sviluppo della tecnologia informatica ha prodotto un supporto sia alla creazione e alla manutenzione del prodotto virtuale, sia alla progettazione e alla fabbricazione del prodotto fisico/reale [11]. Il digital twin costituisce una delle implicazioni più promettenti dell’industria 4.0 e dell’Internet of Things. Le applicazioni sono molteplici e coinvolgono diversi settori a partire da quello aerospaziale3, dove un Twin model è stato testato per la prima volta, ma anche nel settore industriale, edilizio, urbano e medico. Le applicazioni in questi ultimi tre ambiti possono contribuire in modo significativo alla creazione di contesti age-friendly. Un gemello digitale si compone di tre elementi fondamentali: gli oggetti fisici presenti nel mondo reale, gli oggetti virtuali e i dati che li collegano (forniti principalmente dall’IoT). L’integrazione della rete di sensori wireless (WSN) e l’analisi dei dati sono fondamentali per la creazione di un gemello digitale [12]. In ambito edilizio la copia digitale di un edificio può basarsi su un modello 3D prodotto per esempio in ambiente BIM. La definizione più diffusa di gemello digitale di un edificio è la seguente: “l’interazione tra l’ambiente interno dell’edificio reale e un modello di rappresentazione virtuale digitale ma realistico dell’ambiente dell’edificio, che fornisce l’opportunità di monitorare e di acquisire dati in tempo reale” [13].
TABELLA 1. La domotica assistenziale Domotica assistenziale
Esigenze
Soluzioni
Ubicazione
Apertura porte e finestre
Su ogni infisso
Comandare i meccanismi degli armadi per accedere anche ai ripiani superiori grazie a un braccio elettrico che si abbassa per consentire di scegliere tra tutti i vestiti riposti.
Camere da letto
Sistema di pulizia automatico
In ogni stanza
Superare le difficoltà uditive
Segnali luminosi
In ogni stanza
Superare le difficoltà visive
Segnali acustici e comandi vocali
In ogni stanza
Allagamenti
Sensore di rilevamento perdite acqua
In ogni stanza
Fughe di gas
Rilevatore di gas
Cucina
Furti
Rilevamento intrusioni
Ogni finestra, porta di ingresso
Incendi
Rilevatore di fumo
In ogni stanza
Controllo dell’accesso principale
Rispondere alle chiamate videocitofoniche per vedere chi suona alla porta, rispondere alla chiamata e aprire
Tramite tablet o cellulare
Rilevamento cadute
In ogni stanza
Presenza sul letto/seduta
Camera da letto e soggiorno
Sensore di movimento
In ogni stanza
Controllo qualità dell’aria
In ogni stanza
Sensore apertura frigo e cassetto delle posate
In cucina
Tele-monitoraggio dello stato di salute
Indossabile
Temperatura
Sistema di termoregolazione
In ogni stanza
Illuminazione
Accensione automatica delle luci al passaggio e intensità luminosa regolabile, anche tramite comando vocale
In ogni stanza
Ventilazione
Sistema automatico di chiusura e apertura finestre o attivazione dell’areazione meccanica
In ogni stanza
Superare le difficoltà motorie AUTONOMIA
SICUREZZA
Salute
RISPARMIO ENERGETICO
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CASE HISTORY
Il digital twin di un edificio può usufruire dei dati provenienti dalle varie reti di sensori per creare una vista in tempo reale dell’asset che ne permette un’analisi altamente accurata [14]. I Digital twin models consentono pertanto di svolgere studi e analisi costi-benefici di soluzioni alternative e simulazioni varie.
IL CASO STUDIO La possibilità di usufruire di uno spazio abitativo da adibire a laboratorio abitato è finalizzata alla sperimentazione di una serie di tecnologie domotiche utili ad adattare gli ambienti edilizi ai bisogni di anziani autosufficienti e non. Tale ambiente è stato preventivamente individuato dai tecnici in una porzione della casa cantoniera sita a Ostia Antica in prossimità della fermata ferroviaria di Roma-Lido, caratterizzato da un taglio medio-piccolo rappresentativo delle più diffuse tipologie abitative nazionali (Figura 2). È fondamentale creare un ambiente abitativo per una longevità attiva e indipendente dell’anziano, definito smart home, caratterizzato dai seguenti requisiti: ■ adattabilità: la capacità di regolare (o essere regolata) per soddisfare le esigenze degli utenti; ■ automazione, la capacità di integrare dispositivi automatici o di eseguire funzioni automatiche; ■ efficienza: la capacità di eseguire funzioni permettendo un risparmio in termini di tempo e costi; ■ interattività: la capacità di interagire o consentire l’interazione tra gli utenti; ■ multifunzionalità: la capacità di eseguire vari compiti o di generare vari risultati [15]. Si vuole pertanto superare la tradizionale Smart Home 1.0, finalizzata principalmente al risparmio energetico, attraverso il collegamento in rete da macchina a macchina (M2M) per il controllo anche da remoto degli apparecchi elettronici, con una Smart Home 2.0 [16]. Quest’ultima è una nuova generazione di sistemi per la casa intelligente che integra la Smart Home 1.0 con l’intelligenza cognitiva e il machine learning incentrati sulla persona e sulla qualità della sua vita. L’attività di ricerca ha portato allo sviluppo inziale di un modello informativo digitale dell’abitazione in ambiente BIM (Building Information Modeling), a cui sono state associate le caratteristiche morfologiche dimensionali e tecnico-prestazionali dell’involucro edilizio. Sono stati individuati una serie di sistemi IoT riconducibili alle macroaree di impiego della domotica assistenziale, facilmente reperibili sul mercato, che saranno installati all’interno dell’abitazione (Figura 3). Essi permettono di monitorare e acquisire costantemente vari parametri per l’analisi del contesto ambientale e dei comportamenti a lungo termine, per segnalare variazione
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FIGURA 2. Pianta della porzione della casa cantoniera oggetto di studio
delle abitudini, e per compiere azioni sulla base di istruzioni ricevute (come, per esempio, l’apertura delle finestre o l’attivazione del purificatore dell’aria). La sensoristica si interfaccia con il network, cioè la struttura di connessione, finalizzata al trasferimento dei dati nel cloud per la loro raccolta, conservazione e analisi. Gli algoritmi permettono lo svolgimento di processi computazionali e decisionali per raggiungere gli obiettivi per cui
è stato sviluppato il sistema. Alla fine del processo di analisi si effettua una scelta, inviata agli attuatori per essere eseguita, o i risultati possono essere mostrati nell’interfaccia utente per consentire all’utilizzatore finale o a un suo familiare, di prendere decisioni ponderate. Le informazioni raccolte dai sensori permetteranno di aggiornare continuamente il digital twin dell’abitazione, implementando costantemente i possibili scenari per fornire un supporto rilevante per le più svariate operazioni, orientate all’automazione e alla gestione smart dell’ambiente costruito, anche attraverso l’integrazione di sistemi di Intelligenza Artificiale che possono contribuire al prolungamento dell’autonomia dell’anziano (Figura 4). Il monitoraggio costante delle abitudini della persona che vivrà costantemente l’abitazione, permetterà lo sviluppo di un algoritmo sempre più sofisticato, capace di riconoscere e comprendere i suoi stati d’animo, per contrastare soprattutto la depressione. La sfida principale consiste nell’identificare le lacune che la tecnologia può colmare, e poi iterare e integrare le soluzioni digitali gemelle per produrre strumenti completi, utili e personalizzati.
CONCLUSIONI
FIGURA 3. Sensoristica scelta per il caso studio
L’emergere di una nuova domanda di qualità abitativa e urbana richiede un nuovo approccio culturale e politico al tema della domiciliarità. Il supporto delle tecnologie basate sull’interazione uomo-macchina (HCI, Human - Computer Interaction), sempre più
FIGURA 4. Componenti essenziali per creare il digital twin dell’edificio
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CASE HISTORY
sofisticate e al contempo accessibili sia da un punto di vista economico sia per semplicità d’uso, può rendere l’ambiente costruito realmente più age-friendly. Con il tempo, inoltre, un gemello digitale non solo porterà a un migliore processo decisionale, ma prenderà decisioni migliori. Tale integrazione richiede un indispensabile ausilio delle istituzioni per colmare alacremente il divario digitale ancora presente in termini di infrastruttura e competenze. Inoltre, l’accessibilità, le preoccupazioni di carattere etico e di altro tipo dovrebbero essere affrontate in modo da ottimizzare i potenziali benefici che le tecnologie possono apportare all’ambiente costruito. Fondamentalmente, la tecnologia non è né negativa né positiva: dipende solamente da quanto intelligentemente viene impiegata per servire l’umanità.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI [1] United Nations, Department of Economic and Social Affairs, World population ageing (2019). https://www.un.org/en/ development/desa/population/publications/pdf/ageing/ WorldPopulationAgeing2019-Highlights.pdf [2] OECD. Ageing in Cities; OECD Publishing: Paris, France, 2015; ISBN 9789264231146. http://www.omeniaadvocacy.ro/wp-content/ uploads/2015/08/Ageing-in-cities.pdf [3] World Health Organization (2017) Global strategy and action plan on ageing and health, p.6. [4] Marston H. R., van Hoof J. (2019) “Who Doesn’t Think about Technology When Designing Urban Environments for Older People?” A Case Study Approach to a Proposed Extension of the WHO’s Age-Friendly Cities Model, Int. J. Environ. Res. Public Health 2019, 16, 3525. [5] Peek, S.T.M., Wouters, E.J.M., van Hoof, J., Luijkx, K.G., Boeije, H.R., Vrijhoef, H.J.M. (2014) Factors influencing acceptance of technology for aging in place: A systematic review. Int. J. Med. Inform, 83, 235–248. [6] The MetLife Report on Aging in Place 2.0. Rethinking Solutions to the Home Care Challenge, September 2010. https://www. homesrenewed.org/wpcontent/uploads/2017/10/Aging_in_ Place_2.0_Report_FINALWeb.pdf [7] S. Wang, K. Bolling, W. Mao, J. Reichstadt, D. Jeste, H. C. Kim, C. Nebeker (2019). Technology to Support Aging in Place: Older Adults’ Perspectives, in Healthcare 2019, 7, 60; doi:10.3390/ [8] R. Maskeliūnas, R. Damaševičius, S. Segal (2019). A Review of Internet of Things Technologies for Ambient Assisted Living
Environments, in Future Internet 2019, 11(12), 259; https://doi. org/10.3390/fi11120259 [9] A. Dohr, R. Modre-Opsrian, M. Drobics, D. Hayn, G. Schreier (2010). The Internet of Things for Ambient Assisted Living, In proceedings of the Seventh International Conference Information Technology: New Generations (ITNG 2010), Las Vegas, Nevada, USA, pp. 804-809, 12-14 April 2010, DOI: 10.1109/ ITNG.2010.104. [10] Chen M., Herrera F., Hwang K. (2018). Cognitive Computing: Architecture, Technologies and Intelligent Applications, IEEE Access, vol. 6, pp. 19774-19783, doi: 10.1109/ACCESS.2018.2791469. [11] Grieves M. (2015). Digital Twin: Manufacturing Excellence through Virtual Factory Replication, Digital Twin White Paper. [12] Tao F., Zhang M., Nee A.Y.C. (2019). Digital Twin Driven Smart Manufacturing, Academic Press of Elsevier, London. [13] Nasaruddin A. N., Ito T., Tuan, T. B. (2018). Digital twin approach to building information management”, Proc. Manuf. Syst. Division Conf., pp. 304. [14] Tao F., Cheng J., Qi Q., Zhang M., Zhang H., Sui F. (2018). Digital twin-driven product design manufacturing and service with big data, Int. J. Adv. Manuf. Technol., vol. 94, no. 9, pp. 3563-3576. [15] Lê Q., Nguyen H. B., Barnet T. (2012) Smart Homes for Older People: Positive Aging in a Digital World, Future Internet, 4, 607617; doi:10.3390/fi4020607 [16] Chen M., Yang J., Zhu X., Wang X., Liu M., Song J. (2017). Smart home 2.0: Innovative smart home system powered by botanical IoT and emotion detection, Mobile Netw. Appl., vol. 22, no. 6, pp. 1159-1169.
Il presente articolo è tratto dalla rivista “Ponte, vol. 2/2020” (p. 27-37) edita dalla DEI, Tipografia del Genio Civile.
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PREZZARI PER L’EDILIZIA
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Ogni mese, tutti i prezzi del mercato delle costruzioni, oltre 80.000 descrizioni e prezzi a carattere NAZIONALE Materiali ed opere compiute dal 1959
1° SEMESTRE
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
Materiali ed opere compiute dal 1959
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1° SEMESTRE
1° SEMESTRE
2 1 TECNOLOGICI
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
NUOVE
USCITA
dal 1959
1° SEMESTRE
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
URBANIZZAZIONE
1° SEMESTRE
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1° SEMESTRE
2° SEMESTRE
DESIGN
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2° SEMESTRE
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
dal 1959
NUOVE
2° SEMESTRE
URBANIZZAZIONE AMBIENTE
2° SEMESTRE
RECUPERO
MANUTENZIONE
USCITA
dal 1959
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
2 1 RISTRUTTURAZIONE
SETTEMBRE
Materiali ed opere compiute
2 1 INFRASTRUTTURE
USCITA
AGOSTO Materiali ed opere compiute
2 1 COSTRUZIONI
USCITA
dal 1959
ARCHITETTURA
2 1 E INTERIOR
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
SETTEMBRE
Materiali ed opere compiute
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
USCITA
dal 1959
IMPIANTI
dal 1959
LUGLIO Materiali ed opere compiute
2 1 TECNOLOGICI
USCITA
GIUGNO
Materiali ed opere compiute
2 1 ELETTRICI
USCITA
2° SEMESTRE
MANUTENZIONE
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
GIUGNO PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
RECUPERO
2 1 RISTRUTTURAZIONE
USCITA
dal 1959
AMBIENTE
dal 1959
1° SEMESTRE
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
MAGGIO
Materiali ed opere compiute
2 1 INFRASTRUTTURE
Materiali ed opere compiute
dal 1959
2 1 COSTRUZIONI
APRILE
Materiali ed opere compiute
Materiali ed opere compiute
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OTTOBRE
PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA
IMPIANTI
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Tel. 064416371
USCITA
NOVEMBRE
USCITA
DICEMBRE
ANTISISMICA
Aprire la “porta” alla prevenzione
ATTIVAZIONE MANUALE
Il dispositivo di emergenza anti-incastro, Quake Saver, garantisce una via d’uscita libera e funzionale in caso di scossa sismica, impedendo il bloccaggio degli infissi di GIUSTINO IOVANNITTI
Consigliere tesoriere dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila
L
a tragedia che ha colpito nell’aprile del 2009 il territorio della provincia dell’Aquila, causando la morte di oltre 300 persone, ha scaturito nella mente del giovane imprenditore Luca Fallaolita l’idea di attivarsi per trovare un rimedio efficace a uno dei problemi emersi dalla tragedia aquilana. Le testimonianze dei tanti abruzzesi rimasti intrappolati nelle proprie abitazioni a causa dei cedimenti delle strutture portanti
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che avevano deformato porte e infissi impedendone l’apertura e intrappolando gli abitanti in quelle abitazioni che invece di proteggerli si erano trasformate in prigioni, ha spinto l’eclettico imprenditore a ricercare un dispositivo che impedisse il ripetersi di tali esperienze. L’ulteriore consapevolezza che tutto il territorio nazionale è esposto a eventi naturali distruttivi come terremoti, smottamenti, frane e incendi, che potevano compromettere la stabilità degli edifici deformandoli e pro-
vocando cedimenti delle murature, ha spinto verso la ricerca di un meccanismo che potesse impedire che il cedimento delle murature e dei tramezzi schiacciasse il telaio di porte e finestre, ostacolandone l’apertura e impedendo la fuoriuscita degli occupanti in cerca di un luogo sicuro.
Inquadra il QR CODE per vedere il video
DISPOSITIVO SALVAVITA Partorita l’idea iniziale, l’entusiasmo si è scontrato con i risultati delle prime prove effettuate sui congegni progettati, ma la tenacia e la volontà di contribuire a ridurre i rischi di nuove tragedie, hanno permesso di arrivare a un prototipo che garantisce una via d’uscita libera e funzionale anche in situazioni estreme. Sono stati ampliati gli studi e le analisi dei cedimenti e successivamente sono stati testati presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di L’Aquila e presso la Direzione dei Vigili del Fuoco del Ministero dell’Interno i prototipi del congegno, affinando di volta in volta le caratteristiche dello stesso e arrivando poi ad attestare l’efficacia del sistema brevettato che è stato denominato Quake Saver. Nei locali del Laboratorio Prove Materiali e Strutture del Dipartimento di Ingegneria è stata sottoposta a prove di carico, sia centrato che laterale, una normale porta interna, incrementando l’applicazione del carico tramite un martinetto idraulico dotato di un trasduttore di pressione per misurarne la forza. È stata quindi incrementata in modo crescente l’intensità ed è stata calcolata la distorsione del telaio fino a determinarne le condizioni di porta incastrata nel telaio con la conseguente impossibilità di apertura che poneva termine alla prova.
TEST SCHIACCIAMENTO
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ANTISISMICA
Le prove sono state eseguite sia con carico dall’alto, per simulare un abbassamento dell’architrave e sia con carico dal basso per riproporre il sollevamento del pavimento.
TEST, PROVE SUL CAMPO E BREVETTI
PORTA APERTA NORMALMENTE
TEST FUOCO REI ANTISISMICA 70
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Gli stessi test sono stati poi ripetuti sulla stessa tipologia di porta dotandola però del dispositivo Quake Saver. Sottoposta a schiacciamento la Porta AntiSismica dotata della tecnologia di dissipazione brevettata, dopo la deformazione del telaio, ha evidenziato uno specifico comportamento che automaticamente ne riduce l’altezza attraverso un caratteristico taglio con un’inclinazionea 45°, che ne ha garantito la piena funzionalità dell’apertura, pur sottoposta a un carico superiore di 3 volte e con una distorsione del telaio di quasi 5 volte rispetto ai test sulle porte tradizionali. L’intero processo di ideazione, progettazione e realizzazione è stato reso possibile da un lavoro di squadra che ha interessato più figure professionali del reparto di Ricerca Sviluppo e Innovazione della LF System Italia s.r.l. e che ha portato la Porta AntiSismica a debuttare al Made Expo Milano nel 2019, sfruttando importanti partnership. Il successo riscon-
trato dal sistema ha spinto la Società produttrice a registrarne il brevetto in oltre 160 Paesi nel mondo. Il sistema anti-incastro è stato successivamente studiato e brevettato per tutte le tipologie di porte e infissi, siano esse porte interne a battente o scorrevoli che porte antipanico, porte REI, porte tagliafuoco, porte blindate, porte a vetro, porte civili o industriali e, caratteristica da non sottovalutare, può essere adattato anche a ogni modello di infisso che già risulta posto in opera, al fine di incrementare la sicurezza degli edifici pubblici e privati. Per tale scopo nella regione Abruzzo si sta provvedendo a inserire nel nuovo Prezzario della Regione Abruzzo per le Opere Pubbliche la voce di Adeguamento sismico delle porte tramite inserimento del dispositivo antisismico.
TEST FUOCO REI ANTISISMICA – 134 MIN
RICONOSCIMENTI Dalla sua presentazione non sono mancati, in questi anni, prestigiosi riconoscimenti come il Seal Of Excellence della Comunità Europea e il Best Practices di Confindustria, inoltre il dispositivo anti-incastro è stato insignito del premio Civil Protect Award come prodotto dell’anno nel settore sicurezza dalla Protezione Civile Nazionale. Tale dispositivo determina chiaramente dei benefici enormi, oltre alla salvaguardia della vita umana, infatti, l’utilizzo dello stesso assicura una diminuzione dei costi sociali a carico della collettività, riducendo drasticamente il numero di interventi da parte dei soccorritori dopo avvenimenti tragici. L’eliminazione dei rischi o comunque la loro riduzione rimane un obiettivo che qualsiasi società civile deve perseguire e l’auspicio è che, anche approfittando dei nuovi incentivi fiscali per le ristrutturazioni, vi sia la possibilità di installare infissi dotati di meccanismi di sicurezza che possono contribuire a salvare vite umane nel caso di eventi calamitosi o dolosi.
CARICO A 350 BAR 2500 KG (2)
Il presente articolo è stato pubblicato anche sul n° 5/2021 de “Il Giornale dell’Ingegnere”.
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CONSULENZA FISCALE
Bonus pubblicità: comunicazione da effettuare entro il 31 ottobre 2021 In questo articolo andremo a trattare il credito d’imposta Bonus pubblicità, già in essere dal 2018, che nel corso degli anni è stato rafforzato a cura di ASSOCAAF
L’
articolo 57 D.L. n. 50/2017 ha introdotto un credito d’imposta per le imprese, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali in relazione agli investimenti pubblicitari incrementali effettuati sulla stampa quotidiana e periodica (anche online), sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, il cd. Bonus pubblicità.
MISURA DEL CREDITO D’IMPOSTA E CONDIZIONI Per tutto il 2018 l’agevolazione consisteva in un credito d’imposta pari al 75% (90% nel caso di microimprese, piccole e medie imprese e startup innovative) del valore incrementale
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degli investimenti effettuati. Dal 2019, alle medesime condizioni dell’anno precedente, è stata prevista un’unica misura del 75%. Al fine di poter beneficiare del credito d’imposta, la condizione necessaria era che l’ammontare complessivo degli investimenti pubblicitari realizzati nell’anno oggetto di richiesta superassero almeno dell’1% l’importo degli analoghi investimenti effettuati sugli stessi mezzi d’informazione nell’anno precedente. Il Dipartimento per l’informazione e l’editoria ha fatto chiarezza per i seguenti due casi: ■ imprese già costituite che effettuano investimenti pubblicitari solo nell’anno di richiesta del credito d’imposta; ■ nuove imprese.
Il Dipartimento si era così espresso: “Non è possibile accedere al credito l’imposta se gli investimenti pubblicitari dell’anno precedente a quello per cui si richiede l’agevolazione sono stati pari a zero, come prescritto dal Consiglio di Stato nel parere reso sul Regolamento di cui al Dpcm n. 90 del 16 maggio 2018, che ha disciplinato la misura. Sono esclusi dalla concessione del credito di imposta, pertanto, oltre che i soggetti che nell’anno precedente a quello per il quale si richiede il beneficio non abbiano effettuato investimenti pubblicitari ammissibili, anche quelli che abbiano iniziato l’attività nel corso dell’anno per il quale si richiede il beneficio”. In generale il credito d’imposta Bonus pubblicità spetta alle seguenti due tipologie di investimento: ■ per gli investimenti pubblicitari incrementali sulla stampa quotidiana e periodica, anche online. Devono essere iscritti presso il Tribunale competente, ovvero presso il Registro degli operatori di comunicazione, e dotati del direttore responsabile; ■ per gli investimenti pubblicitari incrementali sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali. Le emittenti radiofoniche e televisive devono essere iscritte presso il Registro degli operatori della comunicazione. In merito alle spese sostenute per l’acquisto di pubblicità – rilevanti ai fini della concessione del credito d’imposta che concorrono a formare la base di calcolo dell’incremento e, quindi, del bonus fiscale – si sottolinea che queste sono costituite dall’ammontare delle spese di pubblicità al netto dell’IVA, nel caso in cui sia detraibile. Nel caso in cui l’IVA sia indetraibile, l’importo da considerarsi è costituito dall’ammontare complessivo delle spese di pubblicità (imponibile + IVA indetraibile). Non si devono considerare le spese accessorie, i costi di intermediazione e ogni altra spesa diversa dall’acquisto dello spazio pubblicitario, anche se a esso funzionale o connesso.
REGIME DEROGATORIO PER GLI ANNI 2020, 2021 E 2022 Per gli anni 2020, 2021 e 2022 viene meno il presupposto dell’incremento minimo dell’1% dell’investimento pubblicitario, rispetto all’investimento dell’anno precedente, quale requisito per l’accesso all’agevolazione fiscale. Per il 2020, il credito d’imposta è stato concesso nella misura unica del 50% dell’intero valore degli investimenti effettuati nell’anno, non più sul solo incremento rispetto all’investimento effettuato nell’anno precedente, sempre nel rispetto delle condizioni analizzate e nei limiti di spesa stabiliti dal legislatore. L’agevolazione è stata estesa agli investimenti effettuati su emittenti televisive e radiofoniche nazionali non partecipate dallo Stato (quindi non locali), analogiche o digitali. Per gli anni 2021 e 2022, la Finanziaria 2021 ha originariamente quantificato l’incentivo nella misura unica del 50% degli
investimenti effettuati con riferimento alle campagne pubblicitarie su giornali quotidiani e periodici, anche in formato digitale; successivamente l’art. 67, commi 10 e 13 D.L. 73/2021, ha esteso la misura unica del 50% anche agli investimenti su emittenti radio televisive.
ADEMPIMENTI PER FRUIRE DEL CREDITO D’IMPOSTA 2021 Per fruire del credito, i soggetti interessati per l’anno 2021 devono: 1. presentare entro il 31 ottobre 2021 (termine ordinario 31 marzo) la “Comunicazione per l’accesso al credito d’imposta”. Tale comunicazione contiene i dati degli investimenti effettuati o da effettuarsi nell’anno agevolato. La “Comunicazione telematica per l’accesso al credito d’imposta” per il 2021 potrà essere presentata nel periodo compreso tra il 1° e il 31 ottobre 2021. Le comunicazioni telematiche eventualmente trasmesse nel periodo compreso tra il 1° e il 31 marzo 2021 resteranno comunque valide e il calcolo per la determinazione del credito verrà effettuato automaticamente sulla base delle nuove disposizioni. È comunque possibile inviare una nuova prenotazione/istanza che sostituirà quella presentata a marzo 2021; 2. conservare un’apposita attestazione – rilasciata da un soggetto legittimato a concedere il visto di conformità o da un revisore legale – relativa al sostenimento delle spese per pubblicità sostenute. Nel caso in cui il credito richiesto sia superiore a 150.000 euro è necessario anche un accertamento preventivo di regolarità presso la Banca dati nazionale antimafia del Ministero dell’Interno; 3. presentare entro il 31 gennaio 2022 la “Dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati”, con cui si dichiara l’effettiva realizzazione degli investimenti indicati nella “Comunicazione per l’accesso al credito d’imposta” e che gli stessi soddisfano i requisiti di cui all’art.3 Dpcm 90/2018. Successivamente, il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, nel limite di spesa stanziato (per il 2021 è pari a 90 milioni di Euro), rende noto l’elenco dei contribuenti ammessi a beneficiare del bonus con indicazione del relativo importo. Il Bonus pubblicità può essere utilizzato in compensazione, tramite modello F24 (codice tributo 6900), dal quinto giorno successivo alla pubblicazione del provvedimento che comunica l’ammontare effettivamente spettante. È necessario poi indicare il credito d’imposta sia nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione, sia nelle dichiarazioni successive fino al suo esaurimento. Il credito d’imposta genera ricavi ai sensi dell’art. 85, comma 1, lettera g) del Tuir. Infatti, sono considerati ricavi: i contributi in denaro o il valore normale di quelli, in natura, spettanti sotto qualsiasi denominazione in base a contratto. www.casaeclima.com n.93
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CONFORMITÀ DEI DISPOSITIVI
Anche ai sotto-contatori va applicata la Direttiva MID Se così non fosse, verrebbero meno le certezze della contabilizzazione dei consumi individuali, creando un clima di sfiducia nei cittadini di HANS PAUL GRIESSER, Presidente ANCCA
T
utto nasce con il Decreto Legislativo del 2 febbraio 2007 n. 22 con cui è stata recepita la Direttiva Europea 2014/32/UE-MID. L’art. 1 al comma 2 è di una chiarezza lampante: “Il presente Decreto Legislativo definisce i requisiti cui debbono conformarsi i dispositivi e i sistemi di cui al comma 1 ai fini della loro messa a disposizione sul mercato o messa in servizio per le funzioni di misura giustificate da motivi di interesse pubblico, sanità pubblica, sicurezza pubblica, ordine pubblico, protezione dell’ambiente, tutela dei consumatori, imposizione di tasse e di diritti e lealtà delle transazioni commerciali”. Sembra evidente che tutti i contatori di energia termica e acqua che vengono immessi sul mercato libero Europeo debbano soddisfare i requisiti della Direttiva MID. Nell’Allegato VI della Direttiva c’è un diretto riferimento all’applicazione per uso residenziale dei contatori di energia. La metrologia legale ha una precisa definizione di alcuni concetti. Innanzitutto, i suoi fini istituzionali sono rivolti a garantire la pubblica fede in ogni tipo di rapporto economico “inter partes” attraverso l’esattezza della misura. Gli strumenti metrici sono finalizzati alla determinazione della qualità e/o prezzo nelle transazioni commerciali, ivi comprese quelle destinate al consumatore finale. Alle transazioni commerciali va attribuito un significato estensivo per il quale sono da intendersi soggetti all’obbligo della verificazione tutti quegli strumenti adoperati in operazioni di pesatura e misurazione correlate a determinare un qualunque tipo di corrispettivo (prezzo, multa, tassa, indennità, etc).
CONTENERE I CONSUMI ENERGETICI Su questi presupposti, il Decreto 21 aprile 2017 n. 93 ha specificato l’attuazione delle verifiche periodiche degli strumenti di misura sotto stretta osservanza della direttiva MID. Nel recepire la Direttiva sull’efficienza energetica il D.Lgs. 102/2014, nelle sue successive modifiche e integrazioni, ha finalizzato l’installazione dei sotto-contatori al contenimento dei consumi 74
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energetici attraverso un utilizzo consapevole e razionale dei consumi di energia da parte dell’utilizzatore finale. È indubbio, dunque, che i sotto-contatori, adibiti alla misura dell’effettivo consumo di energia e acqua debbano garantire la bontà della misura stessa, al fine di tutelare gli utenti e assicurare una “lealtà” nella valorizzazione economica. Il D.Lgs. 102/2014 subordina l’installazione dei sotto-contatori all’efficienza in termini di costi che è possibile calcolare con diverse modalità come, ad esempio, utilizzando la norma UNI-EN 15459. In occasione di tale calcolo, si deve già tener conto non solo della vita utile delle apparecchiature, ma anche della loro verifica periodica e della manutenzione. Al fine di tutelare il consumatore, attraverso un’equa ripartizione delle spese di energia, è indispensabile che l’attività di misura sia assicurata da precisione. Eventuali manipolazioni dolose che possano mettere in dubbio la fede pubblica devono essere individuate nell’ambito di attività ispettiva periodica. Così pure il decadimento della precisione di misura dei contatori stessi. Ne consegue che le misurazioni di codesti dispositivi (contatori di calore/raffrescamento e acqua calda) ricadono necessariamente nella definizione di strumenti di misura legale in accordo al D.Lgs. 84/2016, come da recepimento Direttiva 2014/32/UE (Normativa MID). Senza l’attuazione di verifiche periodiche verrebbe compromessa la correttezza della misurazione e la tutela degli interessi comuni degli utenti. Se si escludessero i sotto-contatori dalle verifiche periodiche nessuna Autorità avente funzione di controllo potrebbe accertare che i requisiti di tali strumenti siano stati rispettati (ad esempio la marchiatura MID o i limiti degli errori di misura) e questo sarebbe davvero molto pericoloso. Se i sotto-contatori di energia termica e acqua fossero esentati dai requisiti fissati dalla Direttiva MID e fossero sottratti alle verifiche periodiche, tutto l’impianto normativo della Direttiva sull’efficienza energetica verrebbe compromesso; non ci sarebbe, quindi, nessuna certezza nella contabilizzazione dei consumi individuali e si legittimerebbe un clima di sfiducia reciproca, tra i cittadini-utenti-consumatori.
ASSOVERDE LA POCA CHIAREZZA DEL MISE Fin qui le norme e il buon senso. All’improvviso nel dicembre del 2018, un dirigente del MiSE, Giuseppe Capuano – rispondendo a una richiesta di chiarimento della camera di Commercio di Torino – scrive un testo criptico. All’inizio sancisce che i contatori di calore e acqua presso ciascuna unità immobiliare previsti dal D.Lgs 102/2014 rientrano nell’orbita della Direttiva MID. Questi contatori sono in realtà più correttamente definiti sotto-contatori, come specificato nelle versioni successive del D.Lgs 102. Ma nelle conclusioni, la nota del MiSE invece di offrire il chiarimento richiesto solleva una coltre di nebbia in cui non si capisce nulla. La confusione generata da questa nota del MiSE ha creato grande imbarazzo nelle Camere di commercio che non sanno come regolarsi. Nonostante i ripetuti tentativi di chiarimento richiesti dall’Associazione ANCCA, il MiSE si è trincerato in un silenzio assordante. Un tavolo tecnico attivo al MiSE su questa materia non tiene in nessun conto la richiesta di ricomprendere i sotto-contatori nelle funzioni di misura legale previste dalla MID. Nella scheda tecnica predisposta, i sotto-contatori vengono esclusi dai controlli periodici; la stessa scheda viene ritenuta valida anche per i controlli casuali e gli eventuali contenziosi. Una prima conseguenza è che, in caso di contenzioso, il condominio sia considerato unico consumatore di riferimento per il MiSE: il condominio ha uno strumento preciso per adire un contenzioso presso Unioncamere, mentre il singolo condomino no, visto che i sotto-contatori sono di esclusiva proprietà del singolo. Il singolo consumatore può avviare un contenzioso, ma il MiSE non specifica più di tanto con quali strumenti a sua disposizione visto che la scheda riguarda solo i contatori. È necessario uscire da queste nebbie. Il MiSE si assuma le sue responsabilità e decida: o i sotto-contatori rientrano appieno nella MID – e quindi vengono sottoposti a verifica periodica – oppure, a scadenze già previste in norma (6 e 9 anni a seconda della tipologia di apparecchio) siano sostituiti obbligatoriamente.
Rosi Sgaravatti è la prima presidente di Assoverde Da 20 anni all’interno dell’associazione e da 15 nel Consiglio direttivo, rimarrà in carica sino al 2023
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osi Sgaravatti è la prima imprenditrice a ricoprire il ruolo di presidente di Assoverde, l’associazione italiana costruttori del verde che opera dal 1982 sul territorio nazionale e promuove la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e del suolo. La nomina all’unanimità da parte del Consiglio, il 14 settembre scorso, ha segnato il passaggio di testimone con il presidente Antonio Maisto. Da 20 anni all’interno dell’associazione e da 15 nel Consiglio direttivo, rimarrà in carica sino al 2023, data di fine consiliatura. Instancabile lavoratrice e lungimirante nel prevedere i cambiamenti del mercato, guida la Sgaravatti Group con quella intuizione che da sempre ha caratterizzato la storica azienda di famiglia, nata 40 anni prima dell’Unità d’Italia con alle spalle due secoli di attività. Se nel 1864 è stata una delle prime realtà a realizzare le vendite di sementi e piante per corrispondenza, proposte in catalogo simili a manuali di giardinaggio, oggi l’azienda con sede in Sardegna (140 dipendenti e un fatturato pari a 9 milioni di euro) si occupa della produzione e commercializzazione di piante su oltre 33 ettari di vivaio, progetta ed esegue opere a verde sia pubbliche che private con un team di architetti, ingegneri e agronomi. Dopo aver disegnato il verde della Costa Smeralda esporta competenza botanica e sostenibilità ambientale in Ucraina, Georgia, Azerbaijan, Antigua ed Emirati Arabi. Rosi Sgaravatti, già presidente dell’Aidda delegazione Sardegna (associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda), membro del Consiglio di amministrazione dell’Università di Cagliari e accademica aggregata dei Georgofili, si prepara al suo primo evento pubblico come presidente di Assoverde. “Il 12 ottobre, a Roma, nella sede di Palazzo della Valle, insieme a Confagricoltura e in collaborazione con istituzioni, enti pubblici, professionisti, università, enti di ricerca e associazioni, presenteremo il Libro Bianco del Verde per un neorinascimento della cura e della gestione del verde. Realizzato anche grazie al lavoro del presidente Maisto – spiega Sgaravatti – è strutturato in 50 contributi tecnico scientifici che, con approcci differenti, approfondiscono i nuovi modelli di pianificazione, progettazione e gestione, rivolti alla cura del suolo, dell’ambiente, degli animali e delle persone. Nelle città – conclude la presidente di Assoverde – le aree verdi rappresentano solo l’8% della superficie. Dobbiamo innestare un cambio culturale partendo dal presupposto che investire nel verde genera bellezza, crea ricadute positive e un indotto nelle aree urbane, periurbane e nelle città”. www.casaeclima.com n.93
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RINNOVABILI
Segnalazione per violazione della normativa europea da parte dello Stato italiano Il Presidente Fiper: “Il sostegno alla metanizzazione ostacola l’investimento nelle tecnologie di riscaldamento/raffrescamento alimentate da fonti rinnovabili e quindi il raggiungimento degli obiettivi europei” a cura di FIPER
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iper ha inviato la segnalazione dell’art. 114 ter, D.L. del 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla L. 17 luglio 2020, n. 77, per violazione della normativa dell’Unione Europea da parte dello Stato italiano alla Commissione europea (DG Energia, DG Ambiente e DG Clima). La segnalazione alla Commissione fa seguito a quella inviata al Regolatore lo scorso 5 maggio, in cui la Federazione evidenziava il rischio di metanizzazione delle aree montane previsto in alcuni piani regionali a scapito dello sviluppo e penetrazione del teleriscaldamento efficiente e in particolare a biomassa legnosa vergine. Nella segnalazione, la Federazione evidenza che la norma italiana in esame afferma a priori l’efficienza della nuova metanizzazione nelle aree montane principalmente ubicate nell’arco alpino, nonostante dispongano di ingenti quantità di biomasse legnose, e in determinati comuni del Mezzogiorno, contrasta con la Direttiva fonti rinnovabili (RED2) sotto più profili. In primis, il contrasto tra le previsioni programmatiche dell’Unione e la decisione da parte di uno Stato membro, nella fattispecie l’Italia, di scoraggiare, senza apparenti ragioni evidenti, l’impiego e la promozione di energia rinnovabile considerando, invece, a priori efficiente l’uso del gas metano (fonte fossile) per il riscaldamento di determinati territori, tra cui Val d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Valtellina, dell’area Eusalp, da sempre vocati a una fiorente economia del legno. La norma non è coerente, inoltre, con l’art. 23 della Direttiva, che prevede uno sforzo da parte degli Stati per l’aumento indicativamente di 1,3 punti percentuali (come media annuale) della quota di energia rinnovabile (le biomasse legnose rivestono un ruolo di primo piano) nel settore del riscaldamento e raffreddamento.
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Per il Presidente Fiper, Walter Righini: “Il sostegno alla metanizzazione a ogni costo ostacola l’investimento nelle tecnologie di riscaldamento e raffrescamento alimentate da fonti rinnovabili, tra cui il teleriscaldamento efficiente (alimentato a biomassa legnose) promosso dalla stessa RED 2 all’art. 24 e, dunque, il raggiungimento degli obiettivi europei. Un secondo profilo di contrasto con la Direttiva 2018/2001 riguarda la sicurezza energetica e quindi la riduzione della dipendenza energetica (fonti fossili) dell’Unione da paesi terzi. Il 77,7% del fabbisogno energetico italiano è soddisfatto dalle importazioni nette. Per contro, l’Italia preleva legname dalle foreste autoctone a un ritmo al di sotto della media europea: il tasso di utilizzazioni italiano varia tra il 18,4% e 37,4% dell’incremento annuo, mentre la media europea è tra il 62-67%. Un patrimonio, quello forestale, non delocalizzabile, che rappresenta un importante fattore produttivo per il Sistema Paese, sia per la filiera dell’edilizia, dell’arredamento che per l’energia. Terzo profilo, riguarda la concorrenza. La norma attesta un favore così netto per la metanizzazione (i cui costi ricadono nella fiscalità generale), legalizzando un disallineamento nelle condizioni di ingresso nel mercato dell’energia, rischia di scoraggiare la competizione tra diverse tecnologie idonee (rinnovabili) a soddisfare la medesima domanda, alterando in questo modo la concorrenza”. Conclude Righini: “Per le ragioni sopra esposte abbiamo invitato la Commissione UE a intervenire per reprimere l’evidente infrazione della normativa europea in materia di energia e concorrenza commessa dallo Stato italiano a seguito dell’introduzione nell’ordinamento italiano dell’art. 114 ter del D.L. del 19 maggio 2020, n. 34, informando nel contempo i Ministeri competenti”.
SERRAMENTI
Le Residenze Libeskind II di CityLife scelgono il Marchio Posa Qualità Serramenti Per garantire agli edifici serramenti posati secondo tutti i criteri della Norma UNI 11673
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e Residenze Libeskind II di CityLife a Milano hanno scelto il Marchio Posa Qualità Serramenti. Questa scelta rappresenta, sul fronte dei serramenti, che saranno realizzati da ISA Spa con profili in alluminio forniti da Schüco International Italia, un esempio virtuoso di attenzione alla qualità dei serramenti e della posa degli stessi attraverso la conformità alle norme della serie UNI 11673 ottenuta con il Marchio Posa Qualità. Le Residenze Libeskind II sono infatti il primo cantiere di rilevanza nazionale che applicherà questo severo protocollo di qualità riguardo alla posa dei serramenti. Il Marchio Posa Qualità Serramenti è una procedura che qualifica la progettazione della posa attraverso severi test di labo-
VISTA AEREA Residenze Libeskind II
ratorio e che garantisce e verifica la sua corretta esecuzione attraverso controlli a campione, il tutto in conformità alla Norma UNI 11673/1 - /2 - /3 - /4. Il Marchio Progettazione qualifica l’idoneità di configurazioni di posa in opera di serramenti, ed eventuali relative varianti. Il Marchio Posa Qualità Serramenti attesta la capacità esecutiva di soggetti che svolgono l’attività di posa in opera di serramenti esterni. Verificata da specifici test in cantiere condotti a fine lavori. Il Marchio Posa Qualità è promosso da tutte le associazioni italiane dell’involucro edilizio: Anfit (Finco), CNA Produzione, Confartigianato-Imprese, LegnoLegno, EdilegnoArredo, PVC Forum Italia, UNICMI(Finco) e Assovetro.
Credits Alberto Fanelli
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Via Brenta 13 – 00198 Roma Tel. 06/8555203 – Fax 06/8559860
SOCI FINCO ACEPER – Torino Associazione Consumatori e Produttori Energie Rinnovabili Presidente: Veronica Pitea Vice Presidente: Simone Ruffinatto ACMI – Roma Associazione Chiusure e Meccanismi Italia Presidente: Nicola Fornarelli Vice Presidente: Antonio Gramuglia Presidente Onorario: Vanni Tinti AFIDAMP – Milano Associazione fabbricanti e fornitori italiani attrezzature macchine prodotti e servizi per la pulizia professionale Presidente: Giuseppe Riello Vice Presidente: Gianfranco Bonotto Direttore: Stefania Verrienti AIFIL – Roma Associazione Italiana Fabbricanti Insegne luminose Presidente: Alfio Bonaventura Vice Presidente: Vitaliano Mantovani Segretario Nazionale: Claudio Rossi AIPAA – Bergamo Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica Presidente: Giuseppe Lupi Direttore: Tommaso Spagnolo AISES – Roma Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza Presidente: Gabriella Gherardi Vice Presidenti: Toni Principi e Eros Pessina AIT – Torino Associazione Imprese Impianti Tecnologici Presidente: Carlo Antonio Gandini Vice Presidenti: Riccardo Cerrato, Roberto Faggiano Responsabile: Alessandro Moschini AIZ – Roma Associazione Italiana Zincatura Presidente: Pier Luigi D’Ambrosio Direttore: Carmine Ricciolino ANACI – Roma Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari Presidente: Francesco Burrelli Segretario: Andrea Finizio ANACS – Milano Associazione Nazionale Aziende di Cartellonistica Stradale Presidente: Franco Meroni Vice Presidente: Adriano Castagnoli ANCCA – Castelrotto (BZ) Associazione Nazionale Contabilizzazione Calore e Acqua Presidente: Hans Paul Griesser Vice Presidente: Luca Magni Responsabile Rapporti Istituzionali: Dr.ssa Angela Marchese
ANFUS – Brescia Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini Presidente: Sandro Bani Vice Presidente: Pietro Bonello ANNA – Bolzano Associazione Nazionale Noleggio Autogru e Trasporti Eccezionali Presidente: Daniela Dal Col Vice Presidente: Simone Gramigni Past-Vice Presidente: Angelo Gino ANIPA - FIAS – Piacenza Associazione Nazionale Imprese Pozzi per Acqua Presidente: Gino Longo ANSAG – Roma Associazione nazionale sagomatori Presidente: Emilio Fadda Vice Presidenti: Paolo Venturelli, Ezio Michielin, Dario Carniello ARCHEOIMPRESE – Bologna Associazione Italiana Imprese di Archeologia Presidente: Cristina Anghinetti Vicepresidenti: Claudio Calastri, Daria Pasini ARI – Roma Associazione Restauratori d’Italia Presidente: Kristian Schneider Vice Presidente: Irene Zuliani Segretario: Paola Conti ASSITES – Roma Associazione Italiana Tende, Schermature solari e Chiusure Tecniche Oscuranti Presidente: Fabio Gasparini Vice Presidenti: Loris Di Francesco, Nereo Sella ASSOBON – Roma Associazione Nazionale Imprese Bonifica Mine ed Ordigni Residui Bellici Presidente: Paolo Mennini Segretario: Valerio Bellei ASSOCOMPOSITI – Milano Associazione dei materiali compositi e affini Presidente: Roberto Frassine Direttore: Simona Tiburtini ASSOFRIGORISTI – Padova Associazione Italiana Frigoristi Presidente: Fabio Brondolin Direttore Operativo: Marco Oldrati ASSOIDROELETTRICA – Bologna Associazione dei Produttori Idroelettrici Presidente: Barbara Franchi Direttore Generale: Paolo Taglioli ASSOROCCIA – Trento Associazione Nazionale costruttori opere di difesa dalla caduta di massi e valanghe Presidente: Dario Amici Vice Presidente: Diego Dalla Rosa Direttore Generale: Bruno Zanini ASSOVERDE – Roma Associazione Italiana Costruttori del Verde Presidente: Rosi Sgaravatti Vice Presidente: Michele Bindi Segretario Generale: Stefania Pisanti Consigliere: Paolo Iacheri
ANCSA – Roma Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli Presidente: Eleonora Testani Vice Presidente: Enzo Ciabatta Direttore: Alessia Lentini
CNIM – Roma Comitato Nazionale Italiano Manutenzione Presidente: Aurelio Salvatore Misiti
ANFIT – Ferrara Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy Presidente: Laura Michelini Vice Presidente: Marco Rossi Responsabile Tecnico: Dario Poletti
FIAS – Roma Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche del Sottosuolo Presidente: Massimo Poggio Vice Presidenti: Mauro Buzio, Stefano Chiarugi
ZENITAL – Monza Associazione Italiana sistemi di illuminazione e ventilazione naturali, sistemi per il controllo di fumo e calore Presidente: Luca Marzola Vice Presidente: Raffaele Scognamiglio Direttore: Giuseppe Giuffrida
AIF – FIAS – Roma Associazione Imprese Fondazioni consolidamenti - indagini nel sottosuolo Presidente: Gabriele Graziani ANIG HP – FIAS – Roma Associazione Nazionale Impianti Geotermia – Heat Pump Presidente: Moreno Fattor
ACI – Roma Presidente: Angelo Sticchi Damiani ALFA ACCIAI SPA – Brescia Legale Rappresentante: Amato Stabiumi ANAS SPA - Azienda Naz. Autonoma delle Strade – Roma Presidente: Claudio Andrea Gemme Amministratore Delegato: Massimo Simonini
ANISIG – FIAS – Roma Associazione Nazionale Imprese Specializzate in Indagini Geognostiche Presidente: Italo Cipolloni
ATAC SPA - Roma Amministratore Unico: Giovanni Mottura
FIPER – Roma Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili Presidente: Walter Righini Vice Presidente: Hanspeter Fuchs, Federica Galleano Direttore: Vanessa Gallo
CASEITALY SRL – Roma Presidente: Laura Michelini CSI SPA – Milano Presidente: Antonella Scaglia Vice Presidente: Alessandro Ciusani Amministratore Delegato: Vincenzo Ruocco ENI GAS & LUCE – Milano Presidente: Stefano Goberti Legale Rappresentante pro Tempore: Lapo Pistelli Amministratore Delegato: Alberto Chiarini GRAVILI SRL – Lecce Amministratore Delegato: Antonio Gravili IN&OUT SPA – Taranto Presidente: Angelo L’Angellotti Amministratore Delegato: Sergio Fabio Brivio e Nicola Lippolis CFO Direttore Generale: Sergio Fabio Brivio INTERBAU SRL – Milano Presidente: Giuseppe Cersosimo ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA – Genova Presidente: Sergio Scanavino Segretario Generale: Luca Timossi LAPI SPA - Laboratorio Prevenzione Incendi – Prato Presidente: Massimo Borsini Vice Presidente: David Borsini Consigliere: Luca Ermini M3S SPA – Roma Legale Rappresentante: Anna Maria Mangialomini PERAZZI ENGINEERING & C. SRL – Piacenza Amministratore Delegato: Italo Perazzi PRAGMATICA AMBIENTALE SRL – Ravenna Presidente: Nedo Biancani Amministratore Delegato: Alberto Guidotti Direttore e/o Segretario: Laura Mazzavillani
FIRE – Roma Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia Presidente: Cesare Boffa Vice Presidente: Giuseppe Tomassetti Direttore: Dario Di Santo FISA – Roma Fire Security Association Presidente: Marco Patruno FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO Ente per lo sviluppo delle costruzioni in acciaio – Milano Presidente: Caterina Epis Direttore Generale: Simona Maura Martelli HARLEY&DIKKINSON ASSOCIAZIONE – Milano Presidente: Alessandro Ponti
PILE – Varese Produttori Installatori Lattoneria Edile Presidente: Fabio Montagnoli Tesoriere: Palmiro Bartoli RSF – Roma Restauratori Senza Frontiere - Italia Presidente: Paolo Pastorello Vice Presidenti: Carla Tomasi e Alessandra Morelli
RESIT SRL – Roma Presidente: Ugo Vittorio Rocca Scuola Etica di Alta Formazione e Perfezionamento “Leonardo” – Città Sant’Angelo (PE) Presidente: Mauro Pallini
UNICMI – Milano Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti Presidente: Guido Faré Vice Presidente Vicario: Donatella Chiarotto Direttore Generale: Pietro Gimelli
SINERGICA SRL – Taranto Presidente: Ludovico Motolese TRANSFORMTESSILE – Napoli Amministratore Delegato: Aniello Ciabatti
UNION – Roma Unione Italiana Organismi Notificati Presidente: Iginio S. Lentini Per ulteriori informazioni sulle Associazioni federate potete consultare il sito Finco www.Fincoweb.org - Area associate
COMITATO DI PRESIDENZA FINCO
Carla Tomasi Presidente Finco
Gabriella Gherardi Vice Presidente Vicario con delega a Organizzazione e Filiere
Francesco Burrelli Vice Presidente Finco
Daniela Dal Col Consigliere Incaricato Filiera Macchine e Attrezzature
Fabio Gasparini Consigliere Incaricato Sviluppo Associativo
Walter Righini Consigliere Incaricato Filiera Rinnovabili
Lino Setola Consigliere Incaricato della Filiera Mobilità e Sicurezza Stradale
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Angelo Artale Direttore Generale
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N. 84 I Anno XV I MARZO/APRILE 2020 I Bimestrale
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IAQ Qualità dell’aria nelle abitazioni: cosa respiriamo? INTERVISTA Una realtà che OSA DENTRO L’OBIETTIVO L’intensità della natura nella riqualificazione EDILIZIA SOSTENIBILE Materiali naturali per case naturali
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N. 85 I Anno XV I MAGGIO/GIUGNO 2020 I Bimestrale
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