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SOLUZIONI
Qual è la giusta altezza delle lampade luminose?
L’installazione delle lampade ad altezze comprese tra 180 e 250 cm è un’operazione ormai consolidata e garantisce agli operatori del settore di intercettare la maggior parte degli insetti volanti capaci di accedere a un reparto industriale, oltre a permettere una comoda manutenzione dell’apparecchiatura elettroattrattiva e la sostituzione dei pannelli adesivi.
Esistono ancora eccezioni, forse non rare, di lampade sospese ad altezze rilevanti al fine di non interferire con le consuete attività lavorative nelle aziende e in particolare con i movimenti dei carrelli elevatori, ma sicuramente non coincidono con la normale altezza di volo degli insetti.
Negli ultimi anni, sulla base di valutazioni sperimentali è stato, però, rilevato da alcuni ricercatori, come determinate specie di insetti associati alle derrate possano essere meglio intercettate con trappole luminose collocate ad altezze differenti da quella ritenuta ottimale, ponendo ad esempio le lampade in prossimità dei piani di camminamento.
Un posizionamento “basso” implica tra l’altro nuove considerazioni sulla comodità d’uso di un determinato modello di lampada e in particolare sulle modalità di sostituzione del pannello adesivo: naturalmente l’operazione risulterebbe più agevole qualora avvenisse frontalmente o lateralmente.
Target e metodologia
In relazione a queste nuove evidenze, GEA ha svolto alcune indagini. Sono naturalmente da considerare test preliminari condotti su tre specie di insetti che si pos-
Figura 1
sono ritrovare nell’industria alimentare: Musca domestica, specie ubiquitaria in grado di compiere spostamenti consistenti e di accedere attivamente ad aree di lavorazione di numerose tipologie di industrie alimentari; Drosophila melanogaster specie diffusa, ma legata a determinate tipologie di substrato e capace di assumere il ruolo di infestante in determinate aree produttive e Piophila casei, insetto tipicamente associato alle fasi di stagionatura di alcuni formaggi e salumi. Le prove avevano lo scopo di verificare la ripartizione delle catture su lampade elettroattrattive con tubo luminoso UV classico (Mod. Lampada Vario) e su lampade a LED (Mod. Lampada Aracno), sospese a differenti altezze in una stanza con le seguenti dimensioni 430x450x270 cm. Erano presenti lungo tre pareti della camera, esclusa quella di fronte alle lampade, delle strutture in legno di altezza pari a 97 cm e con un piano di appoggio di 112x22 cm. Sono state effettuate due prove impiegando pannelli gialli con reticolo nero di disegno caratteristico, come mostrano le foto 1 e 2. Si ricorda, in relazione alle caratteristiche dei pannelli, che la differente struttura delle due lampade, espone il pannello alla vista (Aracno) o lo nasconde (Vario).
Figura 2 Figura 5 Figura 6
Le lampade sono state installate a 190 cm di altezza (posizione ALTO) e 80 cm (posizione BASSO), allineandole sulla stessa parete in posizione decentrata (foto 5 e 6). Come accennato, lo scopo del test era quello di valutare la ripartizione delle catture e non la percentuale di cattura sulla popolazione totale, ragione per cui sono stati rilasciati gli insetti in numero non noto. La liberazione degli insetti è stata eseguita posando le gabbie d’allevamento su uno dei ripiani in legno collocato alla parete di destra, fronte alle lampade e quindi da un’altezza di 97 cm; agli individui delle tre specie è stato consentito di fuoriuscire spontaneamente dai contenitori dove si trovavano, attraverso un oblò di circa 10 cm di diametro, presente sulla faccia superiore delle gabbie. L’accensione simultanea delle due lampade è avvenuta dopo un’ora dal rilascio sopra descritto per consentire l’acclimatamento dei ditteri e una diffusione all’interno della camera di prova evitando catture accidentali. Le prove si sono svolte su una durata di 24 ore, di cui 8 di luce artificiale e 16 di buio con 27 +/- 1 °C e 45 +/- 5 UR%.
Risultati
Lampade con tubo UV classico: questo test si è articolato su due prove, una prima condotta in assenza di P. casei per indisponibilità degli insetti adulti, impiegata poi nella seconda valutazione. I dati sono quelli riportati in tabella 1a e 1b. Come è facile osservare, tutte le specie, nelle condizioni e negli ambienti descritti hanno preferito dirigersi verso la trappola collocata in posizione bas-
Tabella 1A. Test su lampada vario classica in presenza di Musca domestica e Drosophila Melanogaster
BASSO ALTO % SU BASSO
MD
DM 12
98 6
37 66,67% 72,59%
Ripartizione delle catture di Musca domestica e Drosophila melanogaster su lampade classiche Vario sospese a differenti altezze
Tabella 1B. Test su lampada vario classica in presenza di Musca domestica e Drosophila Melanogaster Piophila Casei
BASSO ALTO % SU BASSO
MD
DM 19
137 8
51 70,37% 72,87%
PC 25 7 78,13%
Ripartizione delle catture di Musca domestica, Drosophila melanogaster e Piophila casei su lampade classiche Vario sospese a differenti altezze
Tabella 2. Test su lampada aracno led in presenza di Musca domestica e Drosophila Melanogaster Piophila Casei BASSO ALTO % SU BASSO
MD
DM 24
45 11
13 68,57% 77,59%
PC 31 5 86,11%
Ripartizione delle catture di Musca domestica, Drosophila melanogaster e Piophila casei su lampade a LED mod. Aracno sospese a differenti altezze
sa, con percentuali affini che richiedono un maggiore affinamento attraverso la ripetizione di ulteriori repliche. Lampade con tubo a LED: il test si è svolto con singolo rilascio delle tre specie e i risultati riportati in tabella 2 hanno fornito analoga risposta con scelta prevalente per la lampada in posizione bassa, valgono le stesse valutazioni sopra riportate in termini di approfondimento dei dati ma emerge in questo caso una particolare predilezione di P. casei per il dispositivo posto in posizione bassa. La prima domanda da porsi è se la presenza di sole lampade poste in posizione classica avrebbero mancato, per così dire, parte delle catture oppure se il risultato definitivo, in assenza di alternative, avrebbe reso identiche o comunque paragonabili le catture eseguite su lampade alte e lampade basse. Per una risposta veritiera è ovviamente necessario considerare dei test di valutazione della percentuale di cattura su una popolazione nota. Quelli svolti sono naturalmente test propedeutici, che non hanno la pretesa di arrivare a nessun tipo di conclusione; al contrario si propongono di essere di stimolo al dubbio, che è bene avere come compagno di lavoro, quando si opera nel campo della biologia e con organismi come gli insetti, che con una preistoria in assenza dell’essere umano, sono stati poi in grado di accompagnarne l’affermazione, condividere l’urbanizzazione e sfruttare egregiamente le riserve alimentari messe a disposizione. L’azienda non propone di stravolgere la posizione delle lampade in uso, ritenendo al contrario che l’attuale posizione considerata ottimale tra 180 e 250 cm rimanga valida per tutte le reti di monitoraggio e di difesa, risultando ideale per le attività di manutenzione e controllo e opportuna per intercettare il volo della smisurata compagnia di specie che attivamente o accidentalmente vengono a introdursi in uno stabilimento. Tuttavia, quando ci troviamo a installare una rete di lampade con lo scopo principale di contenere un particolare insetto (Nemapogon granella, Piophila casei, Drosofila melanogaster ad esempio) soprattutto in ambienti dove altre azioni di contrasto non risultano applicabili, diventano imprescindibili le altezze di installazione dei dispositivi luminosi GEA. Come sempre, è bene ricordare che non esiste un unico strumento di lotta capace di contrastare efficacemente un infestante e che le prime azioni da adottare sono quelle preventive.
GEA
www.geaitaly.it
La metodologia ULV a freddo per trattamenti di aria e superfici
La nebulizzazione di soluzioni insetticide o disinfettanti attraverso la metodica ULV (Ultra Low Volume) è sinonimo di elevati standard qualitativi, sia in termini di efficacia che di efficienza dei trattamenti, in particolare in industria alimentare.
La nebbia fredda ULV, rispetto alle altre metodiche, consente infatti la riduzione dei tempi di trattamento e della quantità di soluzione erogata, che viene anche meglio distribuita, a parità di volumetria trattata.
Una grande innovazione in questo campo è NEBULO® Evo Batteria, nebulizzatore
ULV a freddo versatile ed efficiente sviluppato da Copyr. La sua batteria, con autonomia fino a 2,5h, consente di effettuare trattamenti anche dove non è presente un allacciamento alla corrente. Può essere utilizzato con zaino e prolunga per il massimo comfort dell’operatore o con la tracolla dedicata. Il sistema a scatto per la regolazione del flusso consente di determinare la quantità di soluzione da erogare. NEBULO® Evo Batteria, produce sempre una nebbia ottimale, formata da goccioline con diametro compreso tra 5 e 30 micron (spettro ULV). Le gocce comprese nello spettro possono essere classificate il 70% più piccole di 10µm, il 20% tra 10 e 20µm e solo il 10% superiore ai 20µm. Queste dimensioni permettono tempi più lunghi di galleggiamento in aria e la massima resa della soluzione erogata che può così raggiungere in maniera ideale l’area da trattare.
COPYR
www.copyr.eu
L’esca ideale per la pasturazione permanente
La fase di controllo di ogni strategia di gestione integrata degli infestanti (IPM) può includere un trattamento con rodenticidi. Tuttavia, per alcuni siti potrebbe essere necessario utilizzare le esche a scopi preventivi piuttosto che di controllo. Questo utilizzo preventivo dell’esca è chiamato pasturazione permanente.
Le esche autorizzate a questo scopo sono chiaramente indicate in etichetta. Sono autorizzate come esche anticoagulanti per pasturazione permanente alcune, ma non tutte, le esche a base di bromadiolone o difenacoum, tuttavia sono noti casi di resistenza a questi due principi attivi.
Le soluzioni a marchio BASF
Un problema a cui BASF risponde con l’introduzione della nuova esca per roditori Selontra®, approvata per tecniche di pasturazione permanente. Questa esca controlla tutti i roditori, compresi quelli resistenti alle esche anticoagulanti. Inoltre, non sono note resistenze al colecalciferolo, il principio attivo alla base di Selontra®. Con Selontra®, la velocità di controllo è fino a tre volte più rapida rispetto ai rodenticidi anticoagulanti, grazie all’effetto stop-feeding. Ottenere il controllo più rapidamente grazie all’impiego di Selontra® significa contenere i danni e la contaminazione da roditori infestanti. Inoltre, la nuova esca sviluppata da BASF consente di raggiungere un perfetto equilibrio fra prestazioni e impatto ambientale. Il colecalciferolo non persiste nell’ambiente né presenta un effetto di bioaccumulo. Per un uso a pasturazione permanente, utilizzare per ogni punto esca la stessa quantità di Selontra® consigliata per il trattamento di infestazioni attive: 100-140 g (5-7 blocchi) per ratti; 20-40 g (1-2 blocchi) per topi domestici. Posizionare Selontra® all’interno di stazioni esche resistenti alle manomissioni. Ove possibile, ispezionare almeno ogni 4 settimane nel quadro della strategia IPM e valutare eventuali rischi di re-infestazione. Ispezionare regolarmente i siti, secondo le indicazioni riportare sull’etichetta Selontra® rispettando intervalli non superiori a quattro settimane, nel caso di pasturazione permanente in ambienti all’aperto.
BASF
www.basf.com