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Le potenzialità di mercato degli alkekengi, grazie a packaging efficaci e sostenibili

IN COLLABORAZIONE CON GSICA

Gruppo Scientifico Italiano di Confezionamento Alimentare

Tre sistemi di confezionamento in atmosfera modificata in equilibrio (EMAP, Equilibrium Modified Atmosphere Packaging) sono stati messi a confronto per valutare la capacità di conservazione di un frutto che in Italia ancora pochi conoscono: l’alkekengi.

Conosciamo l’alkekengi

Chiamato anche alchechengi, o alchechengio, indica solitamente la bacca arancione della Physalis alkekengi, originaria dell’Asia. Esiste tuttavia un’altra pianta della stessa famiglia, la Physalis peruviana, che produce frutti simili, dal sapore delizioso e straordinarie proprietà, che ha conquistato molti mercati. Consumati principalmente in Gran Bretagna e Germania, questi frutti in Italia si possono trovare sotto forma di bacche disidratate oppure come prodotto fresco. Per questi ultimi è essenziale mettere a punto un efficace sistema di packaging, che ne garantisca una migliore e più lunga conservazione, preservandone l’aspetto, la consistenza, il sapore e il concentrato di vitamine e antiossidanti che potrebbero decretarne il successo commerciale, evitando alcuni problemi caratteristici, come la facilità di proliferazione fungina e di formazione di muffe. In Italia, gli alkekengi sono quasi tutti di importazione e provengono generalmente dalla Colombia, dove hanno un’ampia diffusione: ed è proprio a Bogotá, all’Universidad Nacional de Colombia, che è stato realizzato un recente studio pubblicato sulle pagine del Journal of Food Engineering[1]. Ed è importante segnalare che Bogotá ospiterà la prossima edizione dello Shelf Life International Meeting, prevista dal 28 novembre al 1 dicembre 2022, dove proprio i sistemi di packaging e di prolungamento della shelf life saranno il focus dell’evento (si veda box)

La ricerca evidenzia le grandi potenzialità offerte da scelte naturali ed ecologicamente sostenibili nello sviluppo di sistemi di packaging più efficaci rispetto a quelli in uso

La soluzione? I sistemi EMAP

In passato sono state condotte diverse ricerche finalizzate allo sviluppo di sistemi di packaging con atmosfere attive

Carlos Alberto Fuenmayor

Professore presso l’ICTA

o modificate, per aumentare il tempo di conservazione di diversi tipi di frutti e di verdure. Ci si è dovuti confrontare con varie problematiche, come il controllo della maturazione, della senescenza o dell’attività microbica mediante regolazione dei livelli di gas all’interno delle confezioni, riducendo la formazione di condensa oppure integrando il microambiente con composti antimicrobici o antiossidanti. Come è noto, per ogni prodotto esistono specifiche condizioni che risultano

SLIM 2022, L’APPUNTAMENTO È A BOGOTÁ

Giunto alla sua decima edizione, il più importante forum mondiale su packaging, tecnologie di conservazione e shelf life dei prodotti alimentari, sbarca in America Latina: l’appuntamento è a Bogotá, in Colombia, dal 28 novembre al 1 dicembre 2022. SLIM 2022 – Shelf Life International Meeting – è un congresso scientifico internazionale dedicato alla presentazione degli sviluppi attuali, delle tendenze e delle applicazioni future nel campo della shelf life e del confezionamento alimentare. Evento imprescindibile per il mondo accademico e per le aziende del settore, sarà l’occasione per fare il punto sulla ricerca scientifica e sulle applicazioni industriali in uno dei campi della conoscenza a maggiore impatto sulla sostenibilità della filiera alimentare, in cui vengono discussi temi quali alimentazione, salute e ambiente. SLIM 2022 è organizzato dall’Istituto di Scienze e Tecnologie Alimentari (ICTA) e dalla Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università Nazionale della Colombia, con l’importante collaborazione italiana di GSICA, il Gruppo Scientifico Italiano di Confezionamento Alimentare. I lavori si focalizzeranno sulla valutazione, la previsione e l’estensione della vita utile attraverso tecnologie nuove, sicure e ambientalmente sostenibili. “L’intera comunità scientifica internazionale,” dichiara Carlos Alberto Fuenmayor, professore all’ICTA e Presidente del Congresso, “è invitata a unirsi a ricercatori e rappresentanti del settore produttivo della Colombia e dell’America Latina intorno a questo importante argomento”.

più favorevoli per prolungare la durata di conservazione, come una data temperatura, un certo livello di umidità oppure la presenza e la concentrazione di alcune sostanze: queste condizioni possono essere in parte controllate con un adeguato sistema di confezionamento. Negli ultimi anni i ricercatori hanno cercato di ottimizzare le tipologie di packaging, utilizzando strumenti come la modellazione e la simulazione, e sistemi EMAP sempre più sofisticati sono il risultato di questo lavoro.

Prototipo di confezionamento a conchiglia con bustine antimicotiche assorbiumidità

Lo studio colombiano si inserisce in questo contesto. “Abbiamo valutato,” dichiarano gli autori, “l’effetto di differenti sistemi EMAP preconfigurati e l’inclusione di bustine contenenti un composto in grado di assorbire l’umidità, sulla qualità e la durata di conservazione di alkekengi freschi in condizioni di refrigerazione. Abbiamo prestato una particolare attenzione alla configurazione di sistemi EMAP biodegradabili in un’ottica di miglioramento della sostenibilità ambientale delle confezioni per frutta fresca, nel nostro caso l’alkekengi, un frutto emergente con ampie possibilità di mercato”.

Metodo e risultati

Per la sperimentazione sono state confrontati tre tipi di confezione, che si differenziano anche dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente: vassoi di cellulosa con pellicola protettiva di cellulosa, biodegradabili e di origine naturale; vassoi e pellicola di acido polilattico (PLA), biodegradabili ma di origine sintetica; vassoi di polietilene tereftalato (PET) con pellicola di polipropilene (PP), derivati dal petrolio e generalmente non biodegradabili. La configurazione delle confezioni, le perforazioni e la quantità di assorbitore di umidità sono state predefinite modellando il trasferimento di gas nel sistema di confezionamento. I frutti sono stati poi mantenuti a 6°C e 75% di umidità relativa per sei settimane, monitorando giornalmente il loro stato di conservazione. I risultati evidenziano differenze significative nelle prestazioni delle tre configurazioni di materiali. È stato il sistema di vassoi e pellicola di acido polilattico (PLA/PLA) a permettere di ottenere il tasso di degradazione più basso e la durata di conservazione più lunga: 42 giorni. Con le confezioni a base di cellulosa, con o senza bustine per assorbire l’umidità, si è scesi a 39-40 giorni, mentre la combinazione di polietilene tereftalato e polipropilene (PP/PET) ha fornito i risultati meno soddisfacenti: 35 giorni. Occorre comunque segnalare che tutte e tre le opzioni hanno prodotto un enorme miglioramento rispetto alla conservazione dei frutti non confezionati, che si è fermata ad appena 21 giorni. La ricerca evidenzia quindi le grandi potenzialità offerte da scelte naturali ed ecologicamente sostenibili nello sviluppo di sistemi di packaging efficaci, per gli alkekengi e non solo.

“Oggi gli alkekengi si stanno facendo strada nei mercati dell’Europa e dell’Asia orientale,” spiega Diego Castellanos, professore all’ICTA e autore senior dello studio, “grazie alle eccellenti caratteristiche nutrizionali e sensoriali. Tuttavia, la loro durata a temperatura ambiente è di 10-14 giorni e in frigorifero di 20-28 giorni. Con il sistema di confezionamento proposto, è possibile ottenere una shelf life di almeno 40 giorni in refrigerazione e 15-20 giorni a temperatura ambiente. Questo aumento del tempo di conservazione amplia indubbiamente il raggio d’azione dell’esportazione di questo frutto e ne facilita la disponibilità nei mercati di destinazione”. Resta ancora qualche ostacolo da superare. Secondo Castellanos, i principali sono due: “da un lato, la formalizzazione e la tecnicizzazione dei coltivatori di questo prodotto affinché rispettino gli standard fitosanitari richiesti nei paesi europei e del Nord America, e dall’altro, l’attuazione su base più ampia scala di packaging come quelli che abbiamo studiato. Attualmente, noi accademici stiamo cercando di instaurare connessioni e avviare progetti in collaborazione sia con le aziende di packaging che con i produttori di alkekengi per superare quest’ultimo ostacolo nel più breve tempo possibile”.

NOTE

[1] Garavito J, Mendoza SM., Castellanos DA. “Configuration of biodegradable equilibrium modified atmosphere packages, including a moisture absorber for fresh cape gooseberry (Physalis peruviana L.) fruits.” Journal of Food Engineering 314 (2022): 110761.

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