Dimensione Pulito 9 - Novembre/Dicembre 2021

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INCHIESTA

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Speciale IGIENE ALIMENTARE ANNO 30 n. 9 novembre - dicembre 2021 ISSN: 2612-4068
MENSILE DI PULIZIE INDUSTRIALI, SANIFICAZIONE E IGIENE AMBIENTALE
Emergenza energia e materie prime
Camera dei Deputati il manifesto del TIPS per la ripartenza
Nuove sfide per il comparto delle lavasciuga
ISTITUZIONI Alla
MERCATO

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Hanno collaborato: Filippo Cafiero, Vincenzo Cama, Cristina Cardinali, Fabio Chiavieri, Amalia Conte, Graziano Dassi, Francesca De Vecchi, Matteo Alessandro Del Nobile, Guendalina Graffigna, Luca Ilorini, Valentina Lacivita, Chiara Marinuzzi, Mauro Martini, Silvia Monguzzi, Marco Monti, Maurizio Pedrini, Fabrizio Pirovano, Francesco Emilio Ricciardi, Michele Ruzza, Loredana Vitulano

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IMPIANTI NEGLI NZEB: EPB, LE NOVITÀ DELLE NUOVE NORME IMPIANTI AD ARIA PRIMARIA VS VAV FOCUS COMMISSIONING FILTRAZIONE E QUALITÀ DELL’ARIA SOTTORAFFREDDAMENTO FRIGOCONSERVAZIONE ALIMENTARE #42 COMMISSIONING RISPARMIO ENERGETICO NEL TERZIARIO Organo ufficiale ANGAISA LA VOCE PIÙ AUTOREVOLE DEL SETTORE IDROTERMOSANITARIO #251 Bosch riparte CLASSIFICHE 2015 Produttori e distributori: ce la si può fare! Quando la differenza TREND bagno che calza pennello www.bluerosso.it LA VOCE AUTOREVOLE DEL CANALE IDROTERMOSANITARIO PIÙ DINAMICA LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE E DELL’AUDIO PROFESSIONALE www.audiofader.com WEBSITE AGGIORNATO MAGAZINE MENSILE DIGITALE IVO GRASSO e MASSIVE ARTS Lo studio di modernoregistrazione SALVATORE ADDEO L’amore per l’SSL STRUMENTI principi programmazione AVID PRO TOOLS DOCK soluzione per tutti IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI OPERA NEL CAMPO DELLA PULIZIA INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E FACILITY MANAGEMENT www.casaeclima.com L’INFORMAZIONE EFFICIENTE, COMPLETA E IN TEMPO REALE OLTRE 200.000 UTENTI MESE Organo ufficiale FINCO LA RIVISTA CHE HA PORTATO LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE IN ITALIA STORIA ITER PROGETTUALE Passo obbligato grande opportunità www.commercioelettrico.com Organo ufficiale FME IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO DAL 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE PER INGEGNERI E ARCHITETTI NEWSLETTER – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL Ogni 15 giorni raggiunge oltre 42.000 iscritti FOCUS SPECIALE Innovazione cambiamento Un CNI eletto per dare risposte In USA volano le infrastrutture Eucentre per ricostruire la sicurezza Ancora trattative consultazioni? 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Un anno logistica MATERIA www.bluerosso.it LA VOCE AUTOREVOLE DEL CANALE IDROTERMOSANITARIO PIÙ DINAMICA LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE E DELL’AUDIO PROFESSIONALE www.audiofader.com WEBSITE AGGIORNATO QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE IVO GRASSO e MASSIVE ARTS Lo studio di modernoregistrazione SALVATORE ADDEO L’amore per l’SSL ALTERNATIVI IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI OPERA NEL CAMPO DELLA PULIZIA INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E FACILITY MANAGEMENT www.pulizia-industriale.it DA 50 ANNI LA VOCE AUTOREVOLE DEL CLEANING www.casaeclima.com L’INFORMAZIONE EFFICIENTE, COMPLETA E IN TEMPO REALE OLTRE 200.000 UTENTI MESE Organo ufficiale FINCO LA RIVISTA CHE HA PORTATO LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE IN ITALIA MEDAGLIE D’ORO UNA SCELTA A SCUOLA DI EFFICIENZA Per PENSARE, PROGETTARE COSTRUIRE SOSTENIBILE www.commercioelettrico.com Organo ufficiale FME IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE INGEGNERI E ARCHITETTI – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL raggiunge oltre 42.000 iscritti FOCUS SPECIALE PartiteIVAdalprossimoanno eletto per dare risposte In USA volano le infrastrutture Eucentre per ricostruire la sicurezza Ancora trattative consultazioni? 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INCHIESTA 16 Una spada di Damocle sulle industrie! Maurizio
8 16 12 SPECIALE
Alimentare ➥
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Pedrini
Igiene
retro
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"Le tempeste fanno sì che gli alberi mettano radici più forti" Buone feste

NOTA LEGALE

28 Marchio di fabbrica e di commercio: quali differenze? Filippo Cafiero

MERCATO 32 Lavasciuga, il comparto verso nuove sfide Fabio Chiavieri 58 Aspirapolvere/liquidi: il comparto è ripartito alla grande Fabio Chiavieri

SANIFICAZIONE 44 La disinfezione degli ambienti in tempo di pandemia Vincenzo Cama

PREVENZIONE

48 Proteggere i fedeli dal Covid-19 Maurizio Pedrini

TENDENZE 54 Oli essenziali tra funzionalità e salute Luca Ilorini

MARKETING 64 Comunicare a un pubblico (di clienti) per lasciare il segno Fabrizio Pirovano e Marco Monti

FORMAZIONE 67 Linea Guida: L’azienda nell’azienda Mauro Martini

INDICE INSERZIONISTI

DIMENSIONE PULITO

SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

4CleanPro 3 Adiatek 37 Comac 35 Eko Supply 31 Hygenia II Copertina Kemika I Copertina Künzle&Tasin 39 Lavorwash 6 Paperdì 4 RCM 43 Synclean 41
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Acraf XIII Arco II Copertina Basf XLVII Colkim LIII Essity-Tork XXI Falpi III Martignani XXXIX Medial International IX Rubino Chem I Copertina Spray Team XXXVII Vebi IV Zapi
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Pulizia professionale: il MANIFESTO per la RIPARTENZA

Lotta alla pandemia, sviluppo e valorizzazione del settore. Illustrati nella sala stampa della Camera dei Deputati gli obiettivi programmatici del neoformato Team Interassociativo Pulizie e Servizi (TIPS)

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Maurizio Pedrini Giornalista di settore Direttore tecnico rivista Dimensione Pulito

Finalmente l’umile ma prezioso mondo della pulizia professionale ha messo piede, per far udire la sua autorevole voce, in una delle massime istituzioni repubblicane, la Camera dei Deputati, col preciso obiettivo di presentare alle istituzioni un manifesto d’intenti per promuovere lo sviluppo del settore. Ciò è avvenuto martedì 12 ottobre, presso la sala stampa di Montecitorio, in occasione della presentazione del TIPS – Team Interassociativo Pulizie e Servizi, il nuovo organismo, costituitosi ufficialmente l’8 settembre, a Verona, durante la Fiera ISSAPULIRE 2021, che riunisce le associazioni del comparto della pulizia professionale: sia quelle che rappresentano le imprese di pulizia, sia quelle espressione del settore dell’offerta di prodotti, ovvero fabbricanti e distributori di tecnologie e attrezzature per il professional cleaning. Un “mondo” che oggi in Italia nel TIPS vede rappresentate 23mila imprese del settore, in grado di dare lavoro a 526 mila addetti, con un fatturato aggregato di oltre 21 miliardi di euro. Nel TIPS sono confluite, all’insegna di una precisa volontà comune d’intenti: AFIDAMP, Associazione che raggruppa i produttori e distributori di macchine, prodotti chimici e attrezzature per la pulizia professionale, Confcooperative lavoro e Servizi, Confartigianato Imprese di Pulizia, CNA Imprese di Pulizia, Casartigiani Imprese di Pulizia, FNIP Confcommercio, Fondazione Scuola Nazionale Servizi, ISSA EMEA, Legacoop Produzione e Servizi, Unionservizi Confapi. Un passo avanti, tanto auspicato quanto atteso, per dare un futuro migliore a quanti operano nella pulizia professionale che ha avuto senz’altro un’accelerazione con la pandemia, che ha esaltato il ruolo fondamentale del settore per assicurare un elevato standard igienico degli ambienti, tutelando la salute pubblica e la sicurezza delle persone. Concetti espressi chiaramente, nell’intervento introduttivo, dall’on. Rossella Muroni (FacciamoECO): “Quello dell’igienizzazione e dei servizi ad essa collegati - ha esordito - è uno dei temi

QUELLO DELL’IGIENIZZAZIONE E DEI SERVIZI AD ESSA COLLEGATI È UNO DEI TEMI CHE SONO EMERSI MAGGIORMENTE IN QUESTO DIFFICILE PERIODO DI PANDEMIA

- Rossella Muroni

che sono emersi maggiormente in questo difficile periodo di pandemia. Abbiamo così scoperto e imparato ad apprezzare sempre più il prezioso contributo di questa realtà produttiva, al servizio della società, rispetto alla salute e alla sicurezza dei cittadini. È un vero manifesto d’intenti quello che il TEAM vuole presentare alla politica, contando di essere ascoltato e compreso. Credo sia doveroso sottolineare l’importanza che ciò avvenga nella sala stampa di Montecitorio, provando così a collegare concretamente i file tra i decisori e coloro che vivono all’interno di questo affascinante universo e possono portare delle proposte positive. Credo sia di grande rilievoha concluso l’onorevole - non sprecare le opportunità scaturite da questa crisi sanitaria, facendo tesoro dei limiti ma anche delle potenzialità, per creare una nuova economia, legata ai diritti, ai servizi e alla cura delle persone”.

SCOPO E OBIETTIVI DEL MANIFESTO

Andrea Loro Piana, consigliere di AFIDAMP, ha introdotto la visione di un suggestivo filmato dedicato all’importanza strategica della pulizia nella complessa fase di emergenza sanitaria vissuta dal Paese. Preoccupante, come detto a chiare lettere nel video, il calo di attenzione, legato alla pulizia, sanificazione e disinfezione dopo l’emergenza che ha portato al lockdown, proprio nel momento in cui è necessario esprimere con forza l’esigenza di adeguati servizi di pulizia, rivendicando standard igienici e di sanificazione che garantiscano l’igiene e la salute pubblica. Per questo il TIPS, raggruppando una percentuale di operatori estremamente significativa e rappresentativa del settore pulizie, auspicando e lavorando per l’inclusione dei soggetti utili allo scopo, in totale spirito di servizio nei confronti

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Da sinistra, Andrea Loro Piana (AFIDAMP), Andrea Laguardia (LegaCoop Produzione e Servizi) e Alvaro Giovannini (Confartigianato)

del Paese, si propone come punto di riferimento per tutte le problematiche relative alla pulizia, disinfezione e sanificazione professionale, auspicando il proprio coinvolgimento, da parte delle istituzioni, nei processi decisionali finalizzati al contenimento della pandemia da SARS-CoV-2 e, in particolare, nella ricerca delle migliori soluzioni per il contenimento del rischio infettivo legato alla salubrità e alla pulizia delle strutture pubbliche e private. Loro Piana, nel suo intervento, ha ripreso brevemente i contenuti del video, precisando che il TIPS è un “tavolo aperto” che raccoglie dieci associazioni, al quale si spera possano aggiungersene altre. “Lo scopo che ci proponiamo - ha precisato - è quello di porsi quale interlocutore credibile e professionale nei confronti delle istituzioni. Il nostro è un settore straordinariamente dinamico, nel quale operano piccole e grandi aziende di pulizia e multiservizi, che conosciamo principalmente per i grandi appalti relativi alla pulizia di ospedali e stazioni. Ma ciò che caratterizza maggiormente la realtà italiana sono le tantissime piccole e piccolissime imprese, anche a conduzione familiare, la cui mission viene trasferita di padre in figlio. Quello della pulizia professionale è un mondo assai variegato, con oltre mezzo milione di addetti, o forse più, che rappresenta una sorta di ascensore sociale per molti di essi, consentendo ad essi di svolgere un lavoro dignitoso, enormemente utile alla collettività. Parliamo di un comparto prezioso per la sanità pubblica, tanto che qualche tempo fa il presidente di ANMDO, Associazione Nazionale Medici Direzioni Ospedaliere, ha definito la pulizia ospedaliera come un’importante prestazione sanitaria, un concetto che – a mio avviso – andrebbe esteso in tutti gli ambiti, visto il ruolo essenziale che assolve per la tutela e la salute dei cittadini. Un settore, il nostro - continua Loro Piana - che tra i primi ha saputo affrontare la sfida ambientale con i CAM, Criteri Ambientali Minimi, per l’affidamento delle gare d’appalto nella PA; il primo CAM è del 2012 e

se ne sono aggiunti più recentemente altri due. Senza contare che il nostro è il primo Paese d’Europa per il numero di prodotti certificati ECOLABEL, con una cinquantina di aziende che possiedono tale importante certificazione. Siamo stati tra i primi a porsi il problema della compensazione da CO2 e stiamo affrontando quello della diffusione delle microplastiche nell’ambiente. Infine, guardiamo al futuro della robotica al servizio di una pulizia sempre più efficiente e sostenibile. Anche se non appare agli occhi, perché molto spesso lavora di notte, il nostro è un esercito composto da uomini e donne, soprattutto lavoratrici, che ci rendono la vita migliore”. Ad Alvaro Giovannini, di Confartigianato Imprese di Pulizia, è spettato il compito di illustrare gli obiet-

tivi del manifesto. “Oggi mi onoro - ha dichiarato - di rappresentare le imprese di pulizia iscritte alla Confederazione. La nostra adesione al TIPS è convinta ed entusiasta, per varie ragioni, innanzitutto perché questo organismo si pone traguardi ambiziosi”. Giovannini è passato perciò ad elencarli: innanzitutto la valorizzazione del settore e dei suoi operatori, ancor più importante e delicata considerando il calo di attenzione alla pulizia dopo la fase d’emergenza della pandemia. In secondo luogo la standardizzazione dei processi e dei protocolli di pulizia, compresa la predisposizione di un prezzario che tenga conto degli effettivi tempi e metodologie di esecuzione. “Assistiamo infattiha affermato Giovannini - a situazioni paradossali, con committenti pubblici

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e privati che predispongono bandi di gara senza alcuna corrispondenza tra obiettivi e modalità esecutiva”. Altro punto fondamentale è la richiesta di un chiarimento normativo del concetto di sanificazione e di quali siano i soggetti abilitati a tale prestazione professionale, così come concordato nelle definizioni indicate all’interno del protocollo di intenti sottoscritto tra le parti l’8 settembre 2021. C’è poi il contrasto al dumping contrattuale, alle forme di concorrenza sleale e la totale uscita dalle logiche del massimo ribasso per gli acquisti dei servizi da parte della Pubblica Amministrazione. Infine, gli ultimi due punti: da un lato il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze professionali volontariamente ottenute sul lavoro, anche attraverso percorsi di qua-

lificazione degli operatori delle imprese di pulizia; dall’altro un rinnovato patto tra pubblico e privato improntato all’incremento della qualità dei servizi.

LA PULIZIA COME PRIORITÀ

Andrea Laguardia, presidente di Legacoop Produzione e Servizi ha spiegato gli antefatti che hanno portato alla creazione del TIPS, insistendo sulle nuove condizioni sociali e culturali che oggi in Italia rendono la pulizia un valore al centro dell’attenzione di ogni cittadino. “Abbiamo iniziato a frequentarci - ha detto - durante la pandemia, per confrontarci su quanto stava accadendo, principalmente sulle varie norme emergenziali emanate dal Governo, che si susseguivano in rapida successione, e su quanto rappresentassero il nostro settore. Poi abbiamo mantenuto questa consuetudine nel tempo e a ISSAPULIRE 2021, a Verona, abbiamo costituito formalmente il Tavolo. Tutto ciò perché siamo fermamente convinti che quanto vissuto durante la pandemia possa e debba diventare utile per la ricostruzione del tessuto economico e sociale del post-pandemia. Pensiamo inoltre che quello delle pulizie professionali rappresenti uno degli ingranaggi fondamentali per la ripartenza economica del Paese. Questa tragica e pesantissima esperienza, inoltre, ha creato un solco tra il prima e il dopo nel nostro settore, perché è cambiata

in modo radicale nell’opinione pubblica l’immagine stessa di cosa rappresenti la pulizia. Siamo passati dallo stereotipo della signora che pulisce con la scopa in mano a quella delle nuvole di fumo prodotte dalla sanificazione. Due sono le immagini simbolo di questa mutata percezione: gli applausi ai lavoratori impegnati nelle pulizie degli ospedali durante il lockdown e quelle della diretta RAI dal Teatro alla Scala di Milano, alla prima della riapertura, intenti a pulire la sala prima che si svolga il concerto. Queste visioni ci hanno fatto comprendere come la pulizia non costituisca un elemento residuale per consentire a tutti noi di vivere in luoghi salubri, ma rappresenti il fattore essenziale per garantire la sanità pubblica. Del resto, analizzando tutti i protocolli di sicurezza stipulati tra le parti sociali in epoca Covid 19 per la ripresa delle attività economiche, la sanificazione e la pulizia sono protagoniste indiscusse al primo punto”. Presenti, anche con brevi indirizzi di saluto, alla conferenza stampa, seguita con interesse in videoconferenza da un buon numero di giornalisti, tra gli altri: Angelo Cornacchione di CNA Imprese di Pulizia, Paolo Melfa di Casartigiani Imprese di Pulizia, Antonio Ambrosio di Confcooperative lavoro e Servizi, Carmine Esposito di FNIP Confcommercio, Franco Tumino di Fondazione Scuola Nazionale Servizi e Vincenzo Elifani di Unionservizi Confapi. ■

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Impennata dei COSTI delle materie prime e dell’ENERGIA: ecco la “RICETTA” del governo

A colloquio con il senatore Gilberto Pichetto Fratin, viceministro dello Sviluppo Economico

Tra un’agenda fitta fino all’inverosimile di appuntamenti e impegni, compresa la votazione in Senato del Disegno di Legge Zan contro l’omotransfobia, il senatore Gilberto Pichetto Fratin, Viceministro dello Sviluppo Economico riesce a trovare il tempo per riceverci nel suo studio al MiSE, nel palazzo di via Molise, 2 a Roma. L’argomento al centro dell’intervista è decisamente impegnativo e di stretta attualità: l’aumento esponenziale dei costi delle materie prime, l’enorme difficoltà di accedere ad esse e l’incremento pesantissimo della bolletta energetica. Un mix davvero preoccupante che oggi è al centro delle preoccupazioni e degli incubi degli industriali italiani del cleaning professionale, al pari di tutti gli altri. Prima di incalzare il nostro interlocutore con una fitta serie di domande, alle quali si sottopone volentieri, lo ringraziamo per averci dato udienza.

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Maurizio Giornalista di settore Direttore tecnico rivista Dimensione Pulito La nostra testata giornalistica e l’editore che la pubblica, danno voce al comparto produttivo del professional cleaning che si trova in difficoltà per l’aumento dei costi delle materie prime e della bolletta energetica.

Signor Viceministro, le materie prime sono diventate costosissime e introvabili: una Spada di Damocle che pende minacciosamente sulle nostre aziende. A suo parere, l’aumento dei costi delle stesse, con le relative grosse difficoltà di reperirle sui mercato internazionali, rischia seriamente di compromettere lo sviluppo economico e la ripresa postPandemia delle nostre industrie?

In questa fase della vita economica e sociale italiana abbiamo di fronte due prospettive: la prima è quella di un sostanziale cambiamento a mediolungo termine a livello tecnologico, perché la Pandemia ha modificato profondamente il nostro stile di vita. Durante il lockdown, le imprese, le famiglie e ciascuno di noi ha compiuto un salto di qualità accelerando i tempi. Così un processo di transizione la cui durata era stata calcolata dagli analisti nell’arco di tre-cinque anni, prima di questo tragico evento, ha subito una brusca impennata, con inevitabili conseguenze. L’altra chiave di lettura della situazione che stiamo vivendo è quella di una congiuntura economica particolarmente difficile, in quanto il post-Pandemia ci ha consegnato un mondo diverso, che non ha ancora raggiunto un sano equilibrio. Tutto ciò si ripercuote a livello economico globale con fenomeni complessi, come quello – appunto – dell’aumento spropositato del costo delle materie prime e dell’energia. Per l’Italia, questo, è un problema particolarmente serio perché – come ben sappiamo – il nostro è un Paese che non dispone di materie prime né di centrali nucleari. Paghiamo un prezzo salato per la mancata autonomia energetica, che grava pesantemente sul sistema produttivo, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. La preoccupazione, anche da parte del Governo, è reale, perché il mix determinato dal simultaneo aumento del costo del gas e delle materie prime rischia di frenare la ripartenza in atto. Una ripresa – la nostra - che, come precisa la Nota di aggiornamento del Def, viaggia attualmente intorno al 6%. La linea di tendenza è comunque positiva

e siamo fiduciosi che questo dato provvisorio possa essere superato. Però non siamo ancora in grado di stabilire se si tratti di una vera e propria ripresa economica, a tutti gli effetti, oppure semplicemente di un rimbalzo, dopo la pesante caduta dovuta alla Pandemia.

Al di là delle valutazioni del momento, resta un incontrovertibile dato di fatto: una congiuntura così complicata, come quella che stiamo vivendo, non è risolvibile dal Governo di un singolo Stato, perché è internazionale e si ripercuote con effetto domino nei diversi Paesi delle economie avanzate.

il nostro Paese. Sono convinto che gli effetti di medio lungo periodo avranno conseguenze assai proficue sotto il duplice aspetto della qualità e della sicurezza degli investimenti. In particolare, potranno beneficiarne, con ricadute quasi immediate, le aziende che sapranno mettersi in gioco e rinnovarsi. Dall’altra parte, abbiamo pensato e messo in campo tutta una serie di interventi mirati e puntuali, di breve periodo, con l’obiettivo di sostenere sia le imprese che le famiglie italiane. Le aziende saranno aiutate tramite modifiche fiscali e con una serie di provvedi-

Come lei evidenziava, il nostro Paese non dispone né di risorse energetiche, né di materie prime, dunque siamo particolarmente vulnerabili. In concreto, quali provvedimenti ha assunto o intende prendere il Governo per aiutare i produttori italiani ad affrontare questa delicata fase economica?

Le iniziative intraprese sono molteplici. Anzitutto, ci sono le azioni che il contratto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stipulato con l’UE ci impone di assumere, per poter beneficiare dei fondi messi a nostra disposizione attraverso le formule del prestito e della sovvenzione. È giusto, però, sottolineare che nello stesso accordo, scritto a chiare lettere, c’è un lungo elenco di riforme da realizzare, che siamo impegnati a mettere in atto per adeguare ai tempi e rendere più moderno

menti contenuti nella legge di Bilancio: proprio in questi giorni, per esempio, stiamo valutando la riduzione del cuneo fiscale, con effetti che possano incidere favorevolmente sull’economia di mercato. Per sostenere le famiglie, invece, agiremo utilizzando i criteri dell’ISEE, Indicatore della Situazione Economica Equivalente.

La nostra testata giornalistica e l’editore che la pubblica, danno voce al comparto produttivo del professional cleaning e settore farmaceutico che si trovano entrambi in difficoltà per l’aumento dei costi delle materie prime e della bolletta energetica. Recentemente Luca Iazzolino, presidente di Union Plast, Associazione delle aziende italiane di trasformazione, non ha escluso fermi impianto per

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A TTUALIT à

carenza di materie prime: c’è da temere il peggio?

Certamente il disagio è notevole e investe trasversalmente tutte le imprese. Colpisce maggiormente quelle energivore, perché gli effetti dell’aumento del prezzo del gas e di alcune materie prime sono decisamente pesanti. Io, comunque, sono ottimista di natura e voglio credere che non si arrivi alla situazione paventata come estrema ratio dal presidente di Union Plast. Il Ministero dello Sviluppo Economico sta

monitorando su diversi tavoli questa problematica situazione, per un’azione sempre più puntuale di sostegno alle imprese sul mercato. La questione che investe il settore plastico è certamente emblematica e costituisce uno degli esempi della complessità del momento: investe infatti sia il campo della chimica che quello della produzione energetica. Per affrontare efficacemente il problema vi è la necessità di intervenire su più fronti: dal cracking per arrivare al polipropilene, al polietilene, e quindi,

IMPORTANTI LE AZIONI STRUTTURALI PREVISTE DAL CONTRATTO

DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA STIPULATO CON L’UE, CHE CI IMPONE DI REALIZZARE NUMEROSE RIFORME, PER POTER BENEFICIARE DEI FONDI MESSI A NOSTRA DISPOSIZIONE ATTRAVERSO LE FORMULE DEL PRESTITO E DELLA SOVVENZIONE

al prodotto finito. Aggiungo un’ulteriore riflessione: dobbiamo tenere ben presente anche la questione delle normative UE che vanno ad incidere notevolmente sulle scelte presenti e future. Ricordo in particolare la Direttiva volta a prevenire e ridurre l’impatto sull’ambiente di determinati prodotti in plastica e a promuovere una graduale transizione verso l’economia circolare, introducendo un insieme di misure specifiche per i prodotti disciplinati dalla stessa, compreso il divieto sulle produzioni in plastica monouso ogni qualvolta siano disponibili alternative. Senza dimenticare quella che dal 2035 vieterà la produzione dei motori endotermici sulle auto: qualcuno potrebbe pensare che, in fondo, mancano ancora quattordici anni alla scadenza, ma in realtà quella data è dietro l’angolo. Le grandi imprese, a dire il vero, si stanno già attrezzando, ma le ripercussioni sull’intero produttivo italiano saranno molteplici, tutte assai importanti. Le conseguenze dell’impatto sulle piccole imprese produttrici di queste Direttive potrebbero essere devastanti. Pertanto sarà doveroso, da parte del Governo, fare tutto il possibile per accompagnare le aziende virtuose lungo questo insidioso percorso, aiutandole a rinnovarsi e formare il personale. Per tante altre, invece – uso un termine brutale –credo proprio che dovranno cambiare mestiere.

Come vede, a breve-medio termine, le possibilità di sviluppo dell’industria italiana, alla luce delle prospettive delineate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che dà ampio risalto alla digitalizzazione delle imprese e alla sostenibilità ambientale? In particolare, la transizione ecologica – come molti temono – potrebbe costare alle aziende “lacrime e sangue”, specialmente in termini di occupazione? L’Italia è un Paese che ha più volte dimostrato la straordinaria capacità di

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A

reazione del suo tessuto produttivo, una dote che forse non ha eguali al mondo. Purtroppo, siamo anche consapevoli che la struttura delle PMI è fragile e fa fatica a rapportarsi con il mercato globale, proprio perché costituita da una fitta rete di microimprese. Senza contare, inoltre, che anche le aziende più grandi - considerate da noi di livello superiore - sono giudicate in ambito europeo di fascia intermedia. Vorrei ricordare comunque, che possiamo contare sempre su alcuni esclusivi punti di forza: nel settore manifatturiero, nella produzione di macchinari e nell’industria farmaceutica siamo ancora saldamente al vertice in Europa e vogliamo rimanere al primo posto. Nel comparto della plastica e del packaging vantiamo una leadership preziosa, che deve spingerci a guardare avanti con fiducia. In sostanza, disponiamo di tutta una serie di anticorpi in grado di dare positivi impulsi, ma sappiamo bene che, affinché le imprese siano in grado di reagire alla crisi, diventando ancor più competitive, dobbiamo aiutarle a diventare maggiormente tecnologizzate. Perciò il Governo varerà un pacchetto di misure ad hoc che, dopo il successo del Piano Industria 4.0, preveda stimoli concreti per aiutare al massimo le aziende italiane, entro i limiti di Bilancio. Gli incentivi dovranno riguardare sia la parte hard, relativa alla strumentazione tecnologica, che quella del capitale umano, per creare un’adeguata crescita culturale e professionale. La sfida che abbiamo davanti non prevede che le imprese acquistino solamente materiali e li lavorino per offrire prodotti finiti; investe infatti il personale, che dovrà essere sempre più scolarizzato, istruito e preparato ad affrontare con efficienza e flessibilità il mondo del lavoro. Il Governo pensa ad un Paese sempre più digitalizzato: non a caso la prima missione del PNRR si riferisce proprio alla digitalizzazione, perché l’Italia ha molto terreno da recuperare su questo fronte, trovandosi solo al venticinquesimo posto nella classifica mondiale dei

L’ITALIA DEVE DOTARSI AL PIÙ PRESTO DI STRUTTURE ESSENZIALI, COME L’ULTRA BANDA LARGA, IL 5G. SOLO COSÌ POTREMO FAR PARTE DEL GRUPPO DI TESTA DELLE ECONOMIE PIÙ AVANZATE AL MONDO, ALTRIMENTI SAREMO RILEGATI A RESTARE UN PAESE DI SECONDA FASCIA, CON 60 MILIONI DI CONSUMATORI

Paesi più digitalizzati. Tutte le statistiche dicono che, solo se sei preparato, istruito e digitalizzato, oggi puoi produrre occupazione e benessere.

Quindi l’imperativo categorico per i nostri industriali è la fiducia, all’insegna di un cauto ottimismo, nella certezza che l’economia italiana è ancora forte e solida nel contesto europeo ed internazionale?

Sì, fiducia e piedi per terra. Non è più il momento di fare dei proclami, di pensare solo a vendere prodotti o di avere un approccio commerciale. Ogni categoria, branca di amministrazione, ogni corpo intermedio deve cogliere l’importanza del cambiamento, del

grande sforzo richiesto agli italiani, a tutti i livelli. Il Governo Draghi è nato non solo per sconfiggere la pandemia ed evitare l’acuirsi della crisi economica e sociale, ma soprattutto per rilanciare e traghettare il Paese nella direzione dell’innovazione tecnologico-digitale e della sostenibilità ambientale. Ci sono sul tappeto una serie di delicate e vitali riforme da attuare, liberando il Paese dalle incrostazioni dell’inefficienza e della burocrazia accumulate nel tempo. L’Italia deve dotarsi al più presto di strutture essenziali, come l’ultra Banda larga, il 5G. Solo così potremo far parte del gruppo di testa delle economie più avanzate al mondo, altrimenti saremo rilegati a restare un Paese di seconda fascia, con 60 milioni di consumatori. ■

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Viceministro dello Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin

Una SPADA di DAMOCLE sulle industrie!

Emergenza energia e materie prime: c’è grande preoccupazione tra le aziende del settore, che stanno cercando di far fronte alla crisi sviluppando nuove strategie

Maurizio Pedrini

Giornalista di settore Direttore tecnico rivista Dimensione Pulito

L’abnorme aumento del prezzo dell’energia e delle materie prime, divenute ormai quasi introvabili, sta mettendo in seria difficoltà l’industria italiana. Questa complessa situazione si riversa pesantemente anche sulle aziende del professional cleaning, che non riescono più a rispettare i tempi di consegna. Abbiamo chiesto ai rappresentanti di alcune di esse di esprimersi sulle possibili cause del fenomeno e di raccontare come stanno cercando di far fronte a questo grave e, per molti versi, imprevedibile fenomeno. Le crescenti difficoltà rischiano di bloccare la produzione, scaricando i costi, enormemente lievitati, sui listini praticati alla clientela.

“DA BRAVI ITALIANI, TROVEREMO CERTAMENTE DELLE SOLUZIONI”

Andrea Loro Piana: “Per la verità, non sono problematiche che si riscontrano solo per le importazioni, ma anche per le materie prime di origine nazionale.

Noi ci approvvigioniamo essenzialmente con materie prime Made in Italy, tranne in alcuni casi particolari, non troppo rilevanti. Certamente si tratta di un nodo da sciogliere che sta influenzando molto la nostra attività. Fino ad oggi siamo riusciti senza grandi difficoltà a sopperire ad ogni piccola crisi che si è proposta, perché è bene sottolineare che nella produzione ci troviamo tutti i giorni a dover risolvere questioni di approvvigionamento. Ma non ci aspetta un futuro così semplice: stiamo quindi mettendo in campo delle azioni per sopperire un po’ alle difficoltà nel reperimento delle materie prime, facendo una programmazione più accurata. Tra le possibili cause, una certamente è la ripresa che è sotto gli occhi di tutti,

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MATERIE PRIME
Andrea Loro Piana, titolare Falpi Ascolta la voce dei protagonisti

e questa, se vogliamo, è una cosa positiva. E poi c’è proprio una mancanza delle materie prime, perché credo che alcune nazioni estere stiano rastrellando sui nostri mercati materie prime che per noi sarebbero essenziali. Naturalmente non solo per noi di Falpi ma per tutti i comparti, l’automotive per primo, credo che tutti sappiano quello che sta capitando però non ci si può fare niente. Noi da bravi italiani sicuramente troveremo delle soluzioni.”

Luigi Rubino: “Durante l’anno abbiamo dovuto affrontare grandi difficoltà per la reperibilità delle materie prime. Siamo comunque riusciti, grazie alla solidità aziendale e alla nostra etica, ad averle dai

e quindi non hanno dato grande disponibilità perché avrebbero voluto aumentare i prezzi. Questo problema ha generato un caos notevole, però - tutto sommato - ci siamo difesi bene perché avevamo dei buoni contratti a disposizione e quindi siamo sempre riusciti ad avere materie prime. Il risultato più importante è che non abbiamo mai fatto mancare il prodotto sullo scaffale. Per il prossimo futuro mi auguro che le multinazionali non continuino su questa linea, perché alcune di esse creano periodicamente delle situazioni di forza maggiore sui mercati, facendo mancare dei prodotti essenziali - vedi il Citral nel 2018 e il polietilene all’inizio 2019; adesso siamo in piena tempesta di glicoli, solventi e test attivi, ma ne verremmo a capo. Va detto che il danno maggiore di questa situazione si abbatte sul cliente utilizzatore finale. Stiamo cercando di calmierare anche gli aumenti, dovuti anche alla plastic tax, che probabilmente sarà introdotta dal 1° gennaio 2022. Quello che sta per concludersi è un anno particolare, ma ci rendiamo conto di essere fortunati perché abbiamo potuto lavorare durante tutto il periodo della pandemia, non abbiamo messo in mobilità nessuno e siamo riusciti ad aumentare i nostri fatturati.”

nostri fornitori storici. La questione, a mio parere, è legata principalmente alle multinazionali, che ci hanno marciato sopra,

GRANDE DIFFICOLTÀ A REPERIRE I MOTORI ELETTRICI”

Ercole Bibiano: “Innanzitutto, una riflessione sulle cause del fenomeno. Ad averci portato sul ciglio del burrone sono stati una serie di fattori. La prima tessera del domino, semplificando brutalmente, è stato il blocco totale delle attività causa Covid a livello globale nel

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“C’È
Luigi Rubino, Amministratore Delegato Rubino Chem
“STIAMO CERCANDO DI CALMIERARE GLI AUMENTI”
Ercole Bibiano, Direttore Commerciale Klindex

I NCHIESTA MATERIE PRIME

2020. Allo stop è seguito un inverno particolarmente rigido, che ha svuotato gli stock di gas quasi ovunque. Quando la pandemia ha allentato la morsa, tutto il mondo si è rimesso in moto nello stesso momento e questo ha generato una domanda di materie prime fuori misura. La crisi dei carburanti, con paurosi aumenti del 500% ha quindi fatto esplodere i costi dei trasporti che si sono poi riversati sulle materie prime. Anche noi abbiamo avuto piccoli problemi sulla mancanza di alcuni componenti, specialmente semiconduttori e in particolare modo i motori. C’è grande difficoltà a reperire i motori elettrici. E nel frattempo ci sono stati notevoli aumenti, specialmente sui motori. Credo, in ogni caso, che questa difficile situazione sia legata soprattutto alla pandemia: molte aziende non hanno fatto scorte e come si è ripartiti la domanda è stata massiccia, provocando questa sorta di intasamento. Quindi mancano le scorte. La nostra azienda sta cercando di aumentarle per sopperire a questo problema.”

di crescita incontrollata del costo delle materie prime. Però, fortunatamente, rispetto ad altri competitor, il nostro punto di forza è quello di avere un’alta percentuale di prodotti in carta riciclata e qui abbiamo avuto un impatto leggermente minore. Dall’altra parte sicuramente, questa crescita della materia prima, in particolare della pura cellulosa, potrebbe dare un boost al consumo di altri prodotti, come appunto quelli in carta riciclata. Sicuramente Lucart non si lascerà sfuggire l’occasione di cogliere questo trend di mercato.”

consegne, ma il costo dei trasporti è più che quintuplicato. Oggi trasportare un container dalla Cina all’Italia costa cinque/sei volte di più di quello che costava un paio di anni fa. Tutto questo ha messo in difficoltà il settore che deve innanzitutto acquistare più materia prima per non rimanere senza, perché i tempi di consegna sono aumentati e deve aumentare i propri magazzini. Tutto questo, in un periodo di post-pandemia durante la quale c’era crisi di liquidità, comporta un ulteriore esborso per acquisire dei magazzini più capienti.”

Alessandro Abis: “Chiaramente Lucart, al pari di altri competitori, ha avuto un impatto negativo dal punto di vista economico per questo trend

LA RIPRESA ECONOMICA SI SENTE, ED È MOLTO FORTE”

Giuseppe Riello: “Come tutto il mondo industriale, purtroppo, stiamo subendo questo momento di grossissima difficoltà per il reperimento delle materie prime, anche se abbiamo la fortuna di stampare la plastica che utilizziamo per i nostri prodotti. Purtroppo il granulato plastico è aumentato del 250% rispetto a un anno e mezzo fa: è chiaro che, essendo un componente di poco valore magari non ci si pensa, ma si è passati da trenta centesimi a quattro euro. Il momento è particolarmente delicato, soprattutto per la componentistica che arriva dal mondo asiatico, dove non solo si riscontra l’aumento dei prezzi e il ritardo nelle

Ritiene sia un fenomeno destinato a esaurirsi in breve periodo o a permanere? “Questo particolare momento ha fatto sì che ognuno ci mettesse del suo: indubbiamente in mezzo c’è anche una speculazione fatta ad hoc. Noi, per esempio, utilizziamo batterie a litio piuttosto che al piombo e si tratta di componenti che arrivano da Paesi asiatici. Il loro costo è aumentato notevolmente perché la produzione era diminuita nel periodo del Covid. Come se non bastasse, c’è stata un’azione di speculazione dove tutti hanno voluto fare un po’ più di margine. Io spero che su alcune materie nei prossimi mesi si possa contenere il divario rispetto al passato, ma su altre rimarrà. Questo è un problema perché inevitabilmente si genererà l’effetto inflattivo, per cui tutto aumenterà. Noi siamo stati costretti ad incrementare i listini del 5% e non abbiamo ancora compensato l’aumento della materia prima.”

Questa situazione rischia quindi di rallentare la fase di ripresa economica post-Covid?

“Fortunatamente la ripresa economica si sente ed è molto forte. Si useranno maggiori risorse perché i prodotti costano di più, quindi sarà un po’ più complicata. Però io sono molto fiducioso che la ripresa ci sarà comunque.”

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“IL NOSTRO PUNTO DI FORZA È AVERE UN’ALTA PERCENTUALE DI PRODOTTI IN CARTA RICICLATA”
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“FORTUNATAMENTE
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Alessandro Abis, Head of Marketing & Trade Marketing Lucart Giuseppe Riello, Amministratore Delegato Ghibli & Wirbel

“STIAMO AFFRONTANDO LE DIFFICOLTÀ IN UN’OTTICA DI CAMBIAMENTO”

Andrea Righi: “Sicuramente le nostre aziende stanno vivendo un momento molto particolare. La congiuntura internazionale ci sta costringendo ad affrontare notevoli difficoltà sia in termini di reperibilità che di volatilità del prezzo delle materie prime. Le attività che svolgiamo quotidianamente e che facevamo anche prima per far fronte alla situazione sono presto dette. Innanzitutto individuare nuove soluzioni e innovazioni in termini di Ricerca & Sviluppo per realizzare un effettivo cambiamento, un miglioramento e un’efficienza in termini di materia prima, packaging e componenti, cercando sempre di concentrarsi su aspetti davvero fondamentali in questo momento, quali, per esempio, la sostenibilità e quindi anche la parte di chimica vegetale. È chiaro che questa fase è difficile anche in termini di stabilità del prezzo e questo ci sta dando delle serie difficoltà che stiamo tentando di assorbire il più possibile per salvaguardare il mercato e i nostri clienti. Noi fortunatamente abbiamo dei rapporti pluridecennali e pluriennali con i nostri fornitori, direi più nostri partner che fornitori, in termini di materie prime e componentistica, che ci permettono di fare dei ragionamenti e dei programmi a largo raggio d’azione. Restiamo comunque fiduciosi, perché riteniamo che nel giro di qualche mese si possa arrivare ad una condizione di stabilità rispetto all’odierna volatilità, soprattutto in termini di prezzo. Speriamo dunque che si possa ripartire attuando una programmazione più efficace e maggiormente efficiente.”

CHE QUESTA SITUAZIONE NON INCIDA SULLA RIPRESA E CONTINUITÀ DELLE AZIENDE”

Greta Cocetta: “Questo 2021 è stato un anno ricco di sgradevoli sorprese: è iniziato, purtroppo, con un aumento spropositato dei prezzi legato sia alle materie prime che a tutti gli imballaggi per arrivare poi a una mancanza di reperibilità dei materiali sul mercato. Ovviamente questa non era la situazione ottimale per riprendere a lavorare dopo il periodo passato lo scorso anno. Si sperava che le cose migliorassero nella seconda metà dell’anno, invece il fenomeno si sta protraendo e le previsioni non sono affatto ottimistiche. Speriamo che tutto questo non vada a incidere sulla ripresa e sulla possibilità di dare alle aziende della continuità.”

dell’anno. I nostri fornitori ci hanno chiesto di fare ordini con visibilità di uno o due anni, quindi di impegnarci - ovviamente con un rischio finanziario ed economico - nel fare ordini di lungo periodo. Tuttavia ci è successo, con tanti materiali, di rimanere fermi con la produzione. Noi produciamo anche per il domestico e non solo per la linea professionale, quindi ovviamente si parla di volumi importanti, ci è capitato di rimanere fermi per mancanza improvvisa di materia prima. Si parla di microchip, di cellulosa e quindi anche di carta. Insomma, sembra proprio che improvvisamente siamo piombati nell’impossibilità di reperire materia prima. La nostra linea professionale è assemblata al 100% in Italia, in provincia di Como, mentre i fornitori sono quasi tutti italiani. La problematica che stiamo affrontando è assai diffusa nel settore industriale, non solo nell’automotive. È per merito di quest’ultimo comparto se l’attenzione è cresciuta e si parla maggiormente di tale questione. Purtroppo noi che operiamo nel professional cleaning non abbiamo visibilità, quindi non sappiamo se è un problema contingentato, relativo al momento e al contesto, oppure se sarà una questione di lungo periodo. Nel settore si ipotizza che la Cina, dove risiede ovviamente la maggior parte delle risorse naturali, stia puntando molto sulla crescita del proprio prodotto interno lordo nazionale. Questo implica la difficoltà per il resto del mondo di reperire le stesse materie prime, essendo loro ricchi di questi materiali. Forse bisognerà ripensare la catena produttiva? Non so. È necessario assolutamente parlarne, anche nelle sedi istituzionali.” * * *

“I NOSTRI FORNITORI CI HANNO CHIESTO DI FARE ORDINI CON VISIBILITÀ DI UNO O DUE ANNI”

Francesca Polti: “È un problema di cui siamo a conoscenza già dall’inizio

Marco Bettari: “Quanto sta accadendo è assolutamente un grave fenomeno, che rischia di mettere in croce le aziende italiane. Fortunatamente la Bettari Detergenti, industria solida e storica del cleaning professionale, ha la possibilità di disporre sempre di fornitori altamente qualificati. Faccio questa affermazione perchè ho la possibilità di comparare e valutare come funziona veramente il mercato. Sta accadendo una cosa che non è mai successa da quarant’anni, ovvero da quando faccio parte dell’azienda: le materie prime mancano completamente. Quanto alle cause di questa

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“SPERIAMO
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Andrea Righi, Amministratore Delegato Marka Greta Cocetta, Responsabile Ufficio Acquisti Kroll Francesca Polti, Direttrice Generale Polti spa

NCHIESTA MATERIE PRIME

“UNA SITUAZIONE MOLTO CRITICA, CHE HA A CHE VEDERE CON LA DEINDUSTRIALIZZAZIONE AVVENUTA NEGLI ULTIMI TRENT’ANNI IN EUROPA”

grave situazione, non penso si tratti di un aspetto puramente speculativo, se così fosse, ci andrebbe di lusso. Qui si sta parlando di una situazione molto più critica, che probabilmente ha a che vedere con la progressiva deindustrializzazione avvenuta negli ultimi trent’anni nel nostro Continente. Oggi l’Europa si trova senza fabbriche di produzione. Forse altri Paesi hanno capito come speculare o intervenire, guadagnando in Europa. Noi italiani, purtroppo, abbiamo la mancanza assoluta di materie prime, per questo motivo abbiamo dovuto riformulare i prodotti. Oppure, temo che alla lunga potremmo essere costretti addirittura a cambiare settore”.

Gian Paolo Accadia: “Non è tanto il mercato il problema di oggi, perché siamo inondati di ordini anche per il 2022, ma è proprio la scarsa reperibilità dei materiali. Oltretutto, nei miei 41 anni di lavoro è la prima volta che mancano tutti i materiali. Perché di solito i materiali quotati in borsa salivano e scendevano, mentre oggi l’acciaio è cresciuto del 206% mentre il polietilene, con cui tutti i produttori costruiscono i serbatoi dei loro macchinari, è cresciuto del 107%, il rame e il litio del 300%. Oltretutto l’aumento non si è ancora fermato,

“IN QUESTA FASE

ECONOMICA, CREDO SI DEBBA ESSERE MOLTO CAUTI E

PARTICOLARMENTE ATTENTI PER QUANTO RIGUARDA LA FIRMA DEI CONTRATTI DI VENDITA”

sia per la quotazione che per i tempi di consegna. Per quanto concerne alcuni componenti di elettronica, quelli che veramente non si trovano più, come il display del nostro robot, abbiamo fatto un ordine e ci hanno dato consegna dopo cinquantadue settimane. Vuol dire che un ordine fatto ai primi di settembre ci verrà consegnato alla fine di luglio del prossimo anno. Con l’esperienza e la sensibilità che ho, si tratta presumibilmente di una bolla speculativa creata dalla Cina contro l’Occidente. Perché alla fine non è penalizzata solo l’Italia, ma lo sono anche gli Stati Uniti, che hanno già un’inflazione che rasenta il 6%, e anche tutta l’Europa. Mi viene difficile pensare che in 41 anni sia successa una cosa del genere in brevissimo tempo. È chiaro che dal punto di vista delle aziende cinesi è un enorme vantaggio, perché si sono approvvigionate di materiali. Hanno lì i materiali e decidono loro come fare e come esportarli.”

Ritiene che ormai sia questa la tendenza del mercato e che continuerà anche nel postpandemia?

“Temo che il fenomeno non sia destinato ad esaurirsi a breve. Io, a dire il

vero, speravo che si sarebbe esaurito entro il 2021, ma l’impressione che sia destinato a durare nel tempo mi deriva dal rapporto con i fornitori che tratto direttamente tutti i giorni. C’è da tener presente che i componenti necessari a realizzare i nostri prodotti ci vengono consegnati non tanto in base alla grandezza o solidità dell’azienda, ma in base alla costanza con cui ci si rivolge al fornitore, continuando ad insistere, finché non si raggiunge lo scopo e qualche pezzo viene fatto. In base alle voci che mi giungono dai nostri fornitori ho la netta impressione che la situazione odierna potrebbe andare avanti anche fino al 30 giugno 2022. Questo per noi è un grosso problema, considerando la grandissima quantità di ordini che le aziende dei produttori italiani solitamente evadono in un paio di mesi. Si arriva a non accettare degli ordini per paura di avere delle perdite, perché più si vende più si fa perdita. Vista la situazione potrebbe esserci una cosa che non è mai successa in passato: una crescita esponenziale di fatturato con perdita.”

“SPERIAMO

IN BENE, PERCHÉ COSÌ ALTRIMENTI NON CI SONO GLI SPAZI MATERIALI PER POTER ESSERE COMPETITIVI SUL MERCATO”

Luca Cocconi: “Oggi ci troviamo a dover lottare non tanto per quanto riguarda il discorso legato alla richiesta del prodotto, che sta aumentando, quanto

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Marco Bettari, Titolare Bettari Detergenti Gian Paolo Accadia, Direttore Generale Adiatek Luca Cocconi, Amministratore Delegato Arco Chimica

per la grande difficoltà di reperibilità di varie materie prime. A partire dalla materia prima chimica, ad arrivare alla carta, e anche addirittura alla plastica. È un momento di tensione finanziaria: le materie prime sono raddoppiate rispetto al 2020. Parliamo di materia prima per fare la detergenza classica di base e per la pulizia, la disinfezione e la sanificazione, di tutto quello che può rientrare nel prodotto chimico tradizionale.”

Si può considerare un problema legato a fattori congiunturali che con il superamento della pandemia potrà essere risolto? “Penso che sia un problema di forte speculazione. Arriviamo da un momento dove le materie prime per 12/18 mesi, le tradizionali, sono rimaste un po’ ferme al palo. Si è lavorato con materie prime più costose, più nobili dal punto di vista della reperibilità, per poter fare prodotti Covid, mentre oggi stiamo cercando di tornare alla normalità. Questo fattore di richiesta delle materie prime, credo sia più che altro un fattore speculativo per avere un recupero di tempi persi sulla vendita di un prodotto tradizionale. Credo che il fenomeno possa rientrare a fine anno - già le curve tendono su una fase di caduta - perciò notiamo che c’è una certa flessione verso il basso per quanto riguarda il discorso delle materie prime. Speriamo in bene, perché così altrimenti non ci sono gli spazi materiali per poter poi essere competitivi sul mercato, sia per noi che per i nostri clienti.”

Riccardo Trionfera: “Abbiamo vissuto delle situazioni abbastanza complicate. Sicuramente nel 2020 si sono evidenziate grosse difficoltà nel reperire l’etanolo, quindi l’alcool necessario per realizzare i gel disinfettanti. C’è stata una fortissima richiesta per la quale il mercato non era pronto e quindi all’inizio della pandemia noi produttori abbiamo sperimentato questa difficoltà. Il problema si è ripresentato anche nel reperire altre materie prime: le plastiche per le boccette, le pompette di erogazione…, dopo di che, ovviamente, la produzione si è adeguata e quindi il mercato è riuscito ad avere la sufficiente risposta per questi disinfettanti. Siamo poi passati alle cellulose e anche qui

la situazione è apparsa subito difficile e si protrae anche in questo momento, con un costo costantemente in crescita di tutte le cellulose, a partire dalle riciclate per arrivare alla cellulosa vergine. Una delle problematiche che ha generato anche questo è stata la mancanza di lavoratori negli uffici che non hanno più prodotto un rifiuto di cellulosa nobile, ovvero della carta da fotocopie e carta da stampante, che viene utilizzata nel processo della carta riciclata. La domanda crescente ovviamente ha fatto lievitare i costi: registriamo dagli ultimi quindici mesi a questa parte un costante aumento, mese dopo mese, delle materie prime. Incremento che in questo momento non si è ancora fermato e speriamo che possa avere raggiunto delle soglie e non continui a crescere.”

Ritiene che questa tendenza del mercato possa influire negativamente sulla ripresa economica nel post-Covid?

“Direi di no. Nel senso che ovviamente può esserci una leggera crescita di costi, ma questo sta viaggiando di pari passo con l’inflazione generale che attualmente sta riprendendo. Direi che tutti i produttori si sono adeguati alle nuove esigenze, alle richieste di materie prime e quindi di prodotto finito. Abbiamo visto che durante il periodo estivo l’attività è andata molto bene, quindi c’è stato l’aumento dei consumi.

Il turismo ha trainato sicuramente il canale professionale del fuori casa e

le prospettive per i prossimi mesi sono buone. Quindi io personalmente sono ottimista e conto in una buona ripresa anche nella parte finale dell’anno.” * * *

AFFRONTANDO UN PROBLEMA ENORME, CHE STA METTENDO IN GINOCCHIO IL SETTORE, PIÙ DELLA STESSA PANDEMIA”

Paolo Spinelli: “Ci troviamo a dover affrontare un problema enorme che sicuramente sta mettendo in ginocchio il settore del professional cleaning più della stessa pandemia che, anzi, ha rappresentato una sorta di traino per i nostri prodotti, dato che operiamo nel campo della sanificazione. La criticità maggiore è costituita dal fatto che, a fronte di ordinativi abbastanza importanti, superiori alle annate precedenti, abbiamo le scorte al minimo e i prezzi delle materie prime sono saliti alle stelle. Basti pensare al polipropilene, particolarmente usato da noi, e alle materie plastiche che da gennaio di quest’anno hanno fatto un balzo incredibile, il che ci ha imposto di praticare un aumento di listino, così come è avvenuto in seguito per l’escalation di altri materiali. È stata davvero una brutta esperienza, quella di affrontare gli uffici acquisti dei clienti, dovendo loro imporre continui aumenti del costo dei nostri prodotti, con trattative varie e rinunce a margini per cercare di non perdere quote di mercato.”

Secondo lei, perché si sta verificando tutto ciò? Le colpe vanno imputate alla sola Cina?

“A tutti sembra una bolla speculativa perché non vediamo un aumento così rilevante dell’economia mondiale, tale

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“STIAMO
Riccardo Trionfera, Direttore commerciale Essity Tork
“I PRODUTTORI SI SONO ADEGUATI ALLE NUOVE ESIGENZE E ALLE RICHIESTE DI MATERIE PRIME, QUINDI DI PRODOTTO FINITO”
Paolo Spinelli, Direttore commerciale Spival

I NCHIESTA MATERIE PRIME

da giustificare una situazione del genere, che mette in crisi le forniture di materiali di qualsiasi tipo. Sicuramente l’errore strategico più grave, fatto dai nostri governi e dall’Unione Europea, è stato quello di lasciare il monopolio di certe produzioni alla Cina, Taiwan e altri Paesi, soprattutto sui semiconduttori e su altri tipi di materiali. Ora che il Made in China ci fa meno paura grazie alla bolla speculativa sui costi di trasporto provenienti da quel Paese, ci ritroviamo a dover subire questi aumenti di costi, apparentemente senza alcun motivo.”

siderevoli, come nel caso della plastica, balzata alle stelle con i costi dei flaconi che sono quasi raddoppiati.”

A suo avviso, quali sono le cause remote di questo fenomeno sul quale ha inciso negativamente la pandemia? “Scontiamo sicuramente lacune storiche e strutturali del nostro Sistema Paese: soprattutto per la produzione di energia elettrica è da anni che siamo in ritardo. Sul fronte delle materie prime, la plastica sta seguendo decisamente il rialzo del petrolio, con le conseguenze che vediamo tutti i giorni recandoci alla pompa di benzina. Un aspetto confortante, nel deprimente contesto che stiamo vivendo, è che la plastica riciclata, parzialmente o totalmente, si sta invece mano a mano adeguando a dei prezzi di mercato un po’ più favorevoli di quelli di qualche tempo fa. Perciò è diventato più interessante utilizzare, ad esempio, flaconi in plastica riciclata, che tanto bene farebbero all’ecologia, nell’ottica della sostenibilità ambientale.”

sico aumento percentuale del due, tre per cento su base annua. Qui stiamo infatti parlando di aumenti che spaziano dal 15 al 35% ripetuti più volte all’anno. Perciò la situazione che stiamo vivendo è decisamente difficile, sia nella gestione generale, sia nei rapporti con i fornitori perché si tenta, da parte nostra, di tenere contenuti al massimo gli aumenti di listino, ma siamo consapevoli che arriveremo ad un certo punto in cui ciò non sarà oggettivamente più possibile. Per quanto riguarda il reperimento sul mercato delle materie prime è divenuto certamente più complesso, ma stiamo cercando di avere una positiva collaborazione con i nostri fornitori. Tutto ciò per comprendere come possano aiutarci e supportarci, formulando insieme delle previsioni future, in modo da riuscire a far sì che i nostri clienti compiano degli ordinativi mirati, senza rischiare da parte nostra di lasciarli senza prodotti nei loro magazzini. Del resto, è vero che tutti parlano di questa problematica, ma poi chi acquista il prodotto finito non ne ha ancora percepito l’effettiva gravità rispetto alle forniture. Il cliente capisce che il materiale costerà di più, ma non che ad un certo punto smetterà di esserci.”

Walter Parenti: “Stiamo affrontando la situazione con una certa ansia, inutile nasconderlo, perché stanno aumentando tutti i prezzi delle materie prime, in particolare della plastica, del cartone e altre, ancora, come alcuni additivi impiegati per la disinfezione. Fortunatamente l’azienda si è tutelata nel tempo, aggiungendo un impianto fotovoltaico per il risparmio di energia elettrica; dall’altra parte la nostra piccola fortuna è che i nostri prodotti, non essendo semplici detergenti, ma soprattutto disinfettanti e presidi medico-chirurgici, hanno un costo pro capite che riesce ad assorbire meglio questi aumenti. In ogni caso gli incrementi di prezzo risultano davvero con-

Laura Passuello: “Si tratta di un problema importante, in quanto comincia a diventare complesso non solo reperire il materiale, ma anche gestire i costi, che non comportano il clas-

Quanto è reale, a suo avviso, il rischio che l’aumento del costo delle materie prime vada a scaricarsi sul prodotto finito, quindi sulla clientela?

“In parte, purtroppo, dovrà essere così. Anche STI si è impegnata sotto questo profilo, per non girare sempre e completamente il peso di questi aumenti sui clienti. Vogliamo collaborare al massimo delle nostre possibilità per continuare a sviluppare una relazione di partnership, assorbendo almeno in parte, come è avvenuto nel 2021, tali aumenti, attuandone uno solo ad inizio anno.”

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Walter Parenti, Direttore Commerciale Germo “SCONTIAMO LACUNE STORICHE E STRUTTURALI DEL NOSTRO SISTEMA PAESE”
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“SIAMO IMPEGNATI A NON GIRARE IL PESO DEGLI AUMENTI SUI NOSTRI CLIENTI”
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Laura Passuello, Titolare STI

Gianluca Bignotti: “Noi realizziamo prodotti per la pulizia industriale, il settore alimentare e anche per la casa. Le nostre produzioni usano principalmente plastica e metallo, ovvero due materiali che sono aumentati tantissimo nel 2021. Ci aspettavamo a settembre, una diminuzione o comunque una fase di assestamento dei costi, invece abbiamo visto che sono aumentati ulteriormente. Ma non basta: stanno mancando sul mercato alcuni materiali specifici collegati alla materia plastica. Si tratta di un tema molto delicato che stiamo affrontando proprio in questi giorni, essendo impegnati a predisporre i nuovi listini per il 2022. Peraltro, ci siamo resi conto che se dovessimo applicare tutti gli aumenti al nuovo listino sarebbero a doppia cifra, con indici d’incremento assai preoccupanti.”

Si tratta di una fase emergenziale transitoria, di una “bolla” legata alla speculazione sui mercati internazionali, oppure siamo di fronte ad un cambiamento sostanziale nei processi di acquisizione delle materie prime?

“In un primo momento pensavo anch’io ad una bolla speculativa, come abbiamo già visto in passato, con dei picchi a volte non così importanti, che però si sono smorzati al massimo in sei mesi. Credo che adesso il fenomeno si ponga in maniera diversa: siamo di fronte ad una congiuntura internazionale in cui molti fattori si sono sommati, combi-

nandosi. Perciò ritengo che, probabilmente, passato questo momento così difficile, anche se non con prezzi così alti, non ritorneremo più a quelli a cui eravamo abituati prima.” * * *

Che opinione si è fatta rispetto alle cause e alle prospettive di questa così complessa situazione e con quali prospettive future?

PURTROPPO, ALLA GIORNATA CON AUMENTI CHE POSSONO MOLTIPLICARSI NELL’ARCO DI POCO TEMPO”

Carla Zorzo: “Nessuno poteva immaginare un aumento così stratosferico, a trecentosessanta gradi, del costo delle materie prime e dei componenti. Il problema è del tutto nuovo perché al massimo, in passato, vi era stato un incremento del costo di qualche singola materia prima, come la plastica o il metallo, mentre ora siamo di fronte ad un fenomeno generalizzato. La principale difficoltà, in un certo senso, è proprio quella di dover vivere alla giornata perché una comunicazione che arriva oggi può essere smentita nel giro di meno d’un mese, nel senso che un aumento quantificato attualmente di due punti, può diventare di trenta nell’arco di tempo di quattro settimane, o poco più.”

Quali strategie avete adottato per organizzare la produzione in maniera diversa?

“La difficoltà maggiore che subiamo è quella di mantenere la parola con i clienti, nei tempi di consegna della merce che ci è stata ordinata. La nostra è un’azienda seria, perciò questo punto ha sempre rappresentato un nostro fiore all’occhiello. Il problema sta frenando anche tutte le iniziative di marketing che solitamente assumevamo a fine anno per incentivare il mercato.”

“Credo che la ripresa sarà alquanto difficoltosa, anche se mi illudo che il Made in Italy possa trarne qualche beneficio. Quanto alle cause, ho cercato di informarmi nel mio piccolo e quello che ho letto è che c’è stato un sommarsi di fattori. Penso, ad esempio, alla problematica dei container che non si trovano più sul mercato, che sono finiti per portare gli aiuti durante la pandemia in Paesi dai quali, però, poi non sono più tornati indietro. Questo ha creato un enorme problema nel trasporto: noi abbiamo visto passare il prezzo di un container da 2mila euro a 20-30mila euro. Per industrie che realizzano un prodotto tutto sommato povero, come il nostro, questo è un costo davvero insostenibile.”

“ABBIAMO SVILUPPATO LA RICERCA DI NUOVI FORMULATI CON MATERIE PRIME RINTRACCIABILI FACILMENTE SUL MERCATO”

Giuseppe Arnone: “Quella che stiamo vivendo non è sicuramente una fase semplice, bensì di grande cambiamento. Anche alla luce del fatto che non riusciamo più a trovare molte materie prime, stiamo sviluppando la ricerca di nuovi formulati da impiegare per creare prodotti che possano soddisfare le aspettative dei nostri clienti, con materie prime rintracciabili facilmente sul mercato.”

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“VIVIAMO,
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Gianluca Bignotti, Amministratore Delegato Ariston Carla Zorzo, Director Assistant TTS System Giuseppe Arnone, Amministratore delegato di Chimiclean

I NCHIESTA MATERIE PRIME

Come state affrontando il periodo post-emergenza?

“Devo riconoscere che in questo arco di tempo la vendita si è concentrata su due o tre tipologie di prodotti, principalmente il gel per le mani, alcuni disinfettanti e qualcos’altro. Tutto il resto si è bloccato e questa situazione ha indotto una grossa spinta di fatturato, drogata però dal particolare momento storico mai vissuto in passato. Perciò ci siamo trovati nella necessità di adattare i nostri impianti alla richiesta del prodotto del momento. Insomma, dal lato economico è stato un fenomeno vissuto bene, da quello dello sviluppo dei progetti, assai meno”.

Come vede, in prospettiva, l’evoluzione dei mercati?

“Sicuramente la condizione che stiamo vivendo ha fatto selezione tra le aziende, rendendo la vita quasi impossibile a quelle che producevano a prezzi stracciati. Per quanto riguarda l’aumento del costo energetico, Chimiclean lo ha in parte assorbito perché lo stabilimento di produzione dispone sul tetto di alcuni pannelli solari che ci consentono di disporre di energia a basso costo. Anche nel nuovo sito produttivo che stiamo sviluppando e sarà pronto a fine anno, abbiamo già coperto il tetto con 540 chilowatt di fotovoltaico, ed è importante evidenziare che tutto il ciclo produttivo sarà improntato alla massima sostenibilità ambientale”.

Daniele Sambati: “La situazione è critica: da alcuni mesi si sta notando che esiste un grosso problema di approvvigionamento, oltre che di aumento dei prezzi. L’avevamo in parte previsto e programmato già prima dell’estate e quindi avevamo messo in atto delle strategie di acquisto di materie prime con quantitativi superiori rispetto alla media degli anni precedenti, proprio perché pensavamo che i tempi di consegna di questa componentistica si sarebbe allungata un po’. Sinceramente non ci aspettavamo così tanto: ci sono

“UNA SITUAZIONE IN PARTE PREVEDIBILE, CHE CI HA SPINTI A IMMAGINARE NUOVE STRATEGIE FIN DALL’ESTATE”

dei componenti che abbiamo ordinato ad aprile maggio, con consegna a settembre-ottobre, che ci hanno spostato a gennaio-febbraio. Ma la cosa più pericolosa è che non garantiscono che queste consegne verranno poi rispettate. Oltretutto RCM produce macchine per la pulizia, quindi si tratta di sistemi formati da tante componenti: se ne manca qualcuna, la macchina non può essere pronta. Quindi ci ritroviamo con una serie di macchine già in linea per essere spedite, ma in alcune mancano i volanti, in altre l’idroguida, in altre ancora alcuni particolari che di per sé abbiamo sempre avuto a disposizione senza difficoltà nel giro di qualche settimana e che adesso invece, sembrano davvero introvabili. Questa è una condizione che siamo riusciti a gestire agevolmente fino a settembre, grazie alle scorte fatte, e all’ufficio tecnico che ha trovato dei fornitori alternativi, insieme all’ufficio acquisti; adesso il problema si sta incancrenendo perché anche i fornitori alternativi non sono più in grado di fornire nulla.”

La bolletta ha subito rincari impressionanti. RCM è un’azienda da sempre particolarmente attenta a questo problema: vi sentite più preparati a farvi fronte?

“L’aspetto energetico costituisce certamente una delle macro variabili rispetto alle quali le aziende come la nostra possono fare ben poco: ciascuno di noi la subisce e cerca di proteggersi. D’altra parte RCM da più di un decennio ha installato nel sito produttivo una serie di pannelli fotovoltaici, anche per poter compensare questi sbalzi dovuti a bolle speculative o altro. Per il momento non stiamo risentendo particolarmente dello sbalzo dei costi, anche perché non siamo un’azienda energivora che consuma troppa energia, in quanto parecchie lavorazioni sono esternalizzate.”

CERCANDO DI IMMAGAZZINARE IL MATERIALE CHE PORTA BUSINESS IN AZIENDA”

Michele Colombi: “In qualità di distributori e rivenditori di accessori e ricambi di macchine per la pulizia industriale risentiamo senz’altro di questo sbalzo notevole di prezzi. Nel senso che tutto ciò che è aumentato di prezzo, come il rame, l’alluminio o la plastica, addirittura nell’ultimo periodo anche il cartone - che è diventato un problema recuperare - per noi ha rappresentato un grande ostacolo all’attività. Il nostro punto di forza è stato quello di gestire questi prodotti a livello di magazzino. Abbiamo potuto affrontare e stiamo tuttora confrontandoci con il problema, cercando di immagazzinare il materiale che porta il business in azienda.”

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I
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“STIAMO
Daniele Sambati, Sales Director RCM Michele Colombi, Ufficio commerciale Synclean

Questa situazione per alcuni è frutto di una bolla speculativa, per altri un cambiamento strutturale dell’accesso alle materie prime e alle fonti energetiche che ci porteremo appresso nel post pandemia. Cosa ne pensa?

“Tutto quello che abbiamo vissuto lo scorso anno ha creato un momento particolare, in cui il prezzo delle materie prime è fuori misura, è certo che le multinazionali hanno la possibilità di speculare su questa complessa contingenza, però possiamo vedere tutti i giorni che anche grosse realtà imprenditoriali rischiano di chiudere i battenti o sono già fallite. Perciò il problema della reperibilità della materia prima esiste ed è assai grave, ma è altrettanto vero che chi può ha modo di poterci giocare. I piccoli, come noi, possono solo subirne le conseguenze.”

Ritiene che questo problema possa frenare la ripresa economica del Paese? “Inutile nascondere che il problema è reale e le preoccupazioni fondate. Assisteremo a una sorta di selezione naturale nei confronti di chi non riuscirà a reggere il passo. In questi anni anche

noi, come azienda, abbiamo subito un calo di clienti, soprattutto di piccole realtà che in precedenza erano presenti settimanalmente nell’acquisto di prodotti e dopo il periodo Covid hanno dovuto chiudere i battenti.”

Michele Massaro: “Come ben sappiamo, i costi delle materie di tutti i tipi sono aumentati in maniera esagerata nell’ultimo anno. Parliamo di materie fondamentali per la produzione, anche nel

nostro settore, quali rame, alluminio o acciaio. Noi costruiamo motori elettrici, quindi utilizziamo anche questi materiali che dal settembre del 2020 ad oggi sono aumentati del duecento per cento. Senza contare le plastiche, di tutti i tipi, che sono cresciute in media del cento per cento, o i componenti elettronici, aumentati dal trecento al mille per cento. È diventato quasi impossibile trovare i componenti elettronici direttamente dai produttori; bisogna rivolgersi a broker e altri che praticano una speculazione inaccettabile: parliamo di batterie al litio, che utilizziamo sulle nostre lavasciuga pavimenti e macchine per la pulizia, le cui celle costano un venticinque per cento in più rispetto a sei mesi fa, con il grosso problema che non si trovano. Si reperiscono sul mercato solo avanzi di produzione perché tutti i produttori primari sono legati alla produzione per l’automotive. Siamo di fronte ad un ricatto, ad un vero e proprio mercato nero, ingestibile a livello di quantità e di prezzi.”

Una tempesta perfetta, che vi sta mettendo in enorme difficoltà. Era una situazione prevedibile e come si può reagire ad essa?

“La causa prima è la totale apertura dei nostri mercati europei all’Asia, la delocalizzazione della produzione europea a Paesi come la Cina e l’India, e quindi la chiusura di tantissime aziende italiane di componentistica elettronica, di materie plastiche, perché conveniva acquistarle in quei Paesi. Ora ci troviamo in una situazione in cui la Cina fa il buono e il cattivo tempo: ha acquistato materie prime e scarti di qualsiasi genere, dai materiali ferrosi, materie plastiche e legno. Hanno fatto razzia dal mondo e adesso le vendono a peso d’oro. L’unica strada da percorrere è quella di svincolarci dal giogo cinese e diventare autonomi. Gli USA hanno messo dei freni alle importazioni di prodotto dalla Cina e, a mio parere, han fatto molto bene, e la Cina per contro, ha triplicato i costi delle materie prime. Si stanno vendicando a loro modo e noi siamo le vittime sacrificali, essendo vincolati all’acquisto di materie prime detenute dalla Cina.”

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Michele Massaro, presidente di Lindhaus
“L’AUMENTO DEL COSTO DI MATERIE PRIME FONDAMENTALI PER LE NOSTRE PRODUZIONI È DAVVERO ESAGERATO”

I NCHIESTA MATERIE PRIME

Pasquale Fierro: “Questa vera e propria inattesa emergenza ci sta costringendo a tenere settimanalmente sotto controllo il prezzo dei listini. Il fenomeno sta determinando una grande confusione con i nostri clienti perché, anche se leggono i giornali, non riescono a capire come mai i prezzi si muovono così velocemente. Paradossalmente, come azienda, abbiamo fatto di tutto per proiettarci verso il green e ci siamo ritrovati con mezzi di trasporto a metano, che stanno subendo il raddoppio del costo di questo combustibile. I trasporti di alcuni articoli d’importazione sono ormai quintuplicati, se non aumentati di dieci volte. Queste sono problematiche davvero pesanti, alle quali dobbiamo far fronte con un grosso sforzo d’inventiva. Ci stiamo guardando intorno con lo sguardo proiettato anche ad altri mercati e abbiamo raddoppiato il nostro lavoro quotidiano per cercare di garantire un minimo di stabilità ai prezzi, ma le assicuro che è veramente dura.”

Il fenomeno è solo negativo oppure ha anche aspetti positivi? “Credo si tratti di una grande opportunità di cambiamento epocale che potrebbe portare le nostre aziende ad

avere ancor più peso in ambito europeo. Oggi si parla molto di ecologia e noi ci stiamo impegnando al massimo in questa direzione. Lo scorso anno abbiamo installato quasi cinquanta chilowatt di pannelli solari e nel 2022 ne monteremo altrettanti, senza contare che stiamo rafforzando i nostri progetti sul green, con preziosi investimenti. Si sente parlare spesso di aiuti statali, al riguardo, ma credo si debbano leggere bene le carte, perché a volte alle promesse non seguono i fatti. D’altra parte, ritengo realisticamente che la piccola azienda italiana a gestione familiare avrà sempre maggiori difficoltà, perché occorreranno risorse notevoli per mantenere il passo europeo, l’accesso a internet e alla digitalizzazione. Senza contare i grandi cambiamenti che dovranno avvenire a livello della logistica e dei trasporti, con l’elettrico.”

quindi componenti elettronici, microprocessori, condensatori, eccetera. Abbiamo tentato di anticipare questo negativo evolversi della situazione cercando di incrementare il nostro magazzino. Solitamente operiamo sempre con una scorta di almeno un paio di mesi in casa e siamo passati a scorte semestrali di materiali immagazzinati. A gennaio i fornitori ci avevano seguiti su questa strada, mentre adesso la situazione sta progressivamente peggiorando. Gli aumenti dei costi delle materie prime, purtroppo, sono stati pesantissimi e noi a fine anno dovremo rivedere i prezzi dei nostri listini con incrementi quasi a doppia cifra, anche solo per compensare gli aumenti dei costi che gravano sulle nostre spalle. Anche dalla parte dei componenti stiamo febbrilmente cercando delle alternative con i fornitori. Pensi che è già la seconda volta che riprogettiamo una scheda elettronica perché non avevamo componenti disponibili.”

La sua azienda ha fatto una riflessione sulle ragioni che hanno determinato questa situazione?

Patrick Vangestel: “È un problema del quale avevamo avuto il sentore all’inizio di quest’anno, in quanto già nel mese di gennaio alcuni nostri fornitori ci avevano lanciato le prime avvisaglie di questi massicci incrementi e delle grosse difficoltà nel reperire i materiali, inizialmente soprattutto sulla parte elettronica,

“La prima certezza è connessa al Covid: la crisi che ci ha perseguitato per due anni ha giocato un ruolo importante. Inoltre il mercato asiatico, che è legato alla Cina, è in pieno boom economico e svolge quindi una funzione primaria di assorbimento delle materie prime che, di fatto, sta impedendo al resto del mondo di approvvigionarsi. D’altronde questi Paesi si sono molto specializzati e sono assai competitivi, non solo a livello di costi contenuti, ma anche di know how, in quanto hanno acquisito col passare degli anni un’esperienza che li rende assolutamente competitivi sul mercato globale. Io sono comunque fiducioso che l’Europa e l’Italia reagiscano in fretta, realizzando, ad esempio, impianti industriali di batterie al litio che oggi sono concentrate in Cina.”

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“UN FENOMENO CHE PROVOCA GRANDE CONFUSIONE. STIAMO TENENDO
SETTIMANALMENTE SOTTO CONTROLLO IL PREZZO DEI LISTINI”
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Patrick Vangestel, Amministratore Delegato 4CleanPro
“IL PERDURARE DEGLI AUMENTI DEI COSTI, CHE GRAVANO SULLE NOSTRE SPALLE, POTREBBE DETERMINARE GRAVISSIMI PROBLEMI”
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“LA POSSIBILITÀ DI RISOLVERE QUESTO GRAVE PROBLEMA NON È CERTO NELLE NOSTRE MANI”

Salvatore Mangogna: “Il periodo è assai difficile e complesso, ma noi lo stiamo vivendo anche come un’opportunità, perché riteniamo che la crisi possa anche aiutare a crescere. Infatti stiamo approfittando di questa fase per strutturare meglio la nostra pianificazione degli ordini, anche perché la flessibilità è ridotta ai minimi termini, considerando appunto la mancanza di materie prime.”

Crisi, quindi, intesa anche quale opportunità di cambiamento e proiezione verso scenari inediti?

“Sì, perché non è certo nelle nostre mani la possibilità di risolvere questo problema, tanto vale riflettere per ricavarne opportuni spunti di crescita. Le faccio qualche esempio: prima eravamo strutturati per far fronte su base trimestrale alle necessità di materie prime o dei semilavorati necessari alla realizzazione dei nostri prodotti. In questo momento, invece, stiamo chiedendo a tutti i nostri clienti, data la situazione, di programmare almeno per il primo semestre del 2022 e, di conseguenza, anche noi ci stiamo approvvigionando per tali esigenze.

In sostanza, stiamo cercando di impostare una gestione meglio strutturata e più a lungo termine. La crisi non costituirà certamente un aiuto al percorso di crescita del Pil, ma è anche vero che durante la Pandemia il Pil è sceso così tanto che una ripresa dovrà per forza esserci e sarà importante. La situazione che stiamo vivendo potrà certamente aiutare a razionalizzare il mercato facendo emergere le imprese più solide e meglio strutturate.”

RISCONTRANDO PARECCHIE DIFFICOLTÀ A REPERIRE LE MATERIE PRIME NECESSARIE

Silvia Arlati: “Quella che si sta verificando nel corso dell’ultimo anno è sicuramente una situazione inedita, che non abbiamo mai affrontato prima e decisamente complicata perché dal punto di vista degli approvvigionamenti stiamo riscontrando parecchie difficoltà a reperire le materie prime necessarie per dar seguito regolarmente alla produzione. Realizziamo principalmente i nostri prodotti con acciai e in questo momento i centri servizi ne sono sprovvisti, mentre i tempi di reperimento sono molto lunghi, il che comporta ritardi notevoli sulla produzione. Giusto per darvi un’idea, in base alle stime fatte a maggio di quest’anno, il costo a tonnellata di

un coils, in pratica un rotolo di acciaio, valeva novecento euro a tonnellata, quindi considerevolmente più alto rispetto a quello che si è rilevato in tutti i periodi degli anni scorsi. Questo comporta problematiche che comportano ritardi nelle consegne. Inoltre, considerando che l’acciaio è una materia prima il cui prezzo subisce abitualmente degli sbalzi, questo ulteriore aggravio comporta aumenti anche del quaranta per cento rispetto ai costi dei periodi normali. Questo ci ha costretti a rivedere i nostri listini di vendita con aumenti che abbiamo forzatamente dovuto praticare a partire dallo scorso giugno, con inevitabili lamentele da parte dei nostri distributori, che abbiamo gestito con qualche difficoltà.”

Potremo mai uscire dalla dipendenza cinese? Come vede il futuro?

“Dobbiamo solo augurarci che questa dinamica economica sia solo transitoria e possa modificare la rotta nel più breve tempo possibile. L’unica vera alternativa, però, per un vero cambiamento sarebbe riportare in Europa la maggior parte delle produzioni. Il nodo da sciogliere è quello di un effettivo vantaggio economico, perché ben sappiamo che i costi per produrre in Europa non sono certo gli stessi che in Cina o in altri Paesi Asiatici. Infatti, se la maggior parte degli operatori europei continua ad importare malgrado i costi dei noli continuino a lievitare, significa che vi è ancora convenienza ad acquistare in Medio Oriente.”■

Salvatore Mangogna, Direttore Commerciale Orma
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“STIAMO
PER DAR SEGUITO REGOLARMENTE ALLA PRODUZIONE”

MARCHIO di fabbrica e di commercio: quali DIFFERENZE?

Apporre il proprio marchio e simboli in sostituzione a quelli dell’effettivo fabbricante, è un’operazione che va attuata con le opportune accortezze e nel rispetto della legge Filippo Cafiero

28 DIMENSIONE PULITO | 09/2021 N N OTA LE g ALE

Sulla necessità della corretta e chiara identificazione del fabbricante si discute dall’originaria Legge n. 126/91 al successivo D.M. 101/97, fino al Codice del Consumo, modificato dal DL n.76 del 16 luglio 2020 convertito, con modificazioni, dalle Legge 120 dell’11 settembre 2020. Questione che è disciplinata anche da altri testi normativi, come la marcatura CE, la Due Diligence e dal Regolamento Europeo 305/2011, che mette ben in evidenza i ruoli di fabbricante, importatore e rivenditore e, per questo, le ragioni per cui anche chi non è il vero fabbricante può essere ritenuto tale dalla legge e dal mercato. Nonostante ciò e soprattutto nonostante l’ormai fortemente rimarcata attenzione a evitare il coinvolgimento come fabbricanti, pur non essendolo, sono ancora frequenti i casi di falegnamerie o di posatori che, nell’eseguire l’incarico ricevuto, giungono a sottoporre ai loro clienti materiali e prodotti recanti la propria intestazione, sebbene provenienti da un diverso fabbricante. Talvolta, giungendo sino ad apporre il proprio marchio e i propri simboli identificativi in sostituzione e in luogo di quelli dell’effettivo fabbricante, loro fornitore.

Pur non trattandosi di un’operazione illecita o illegittima, pur comportando inevitabilmente l’assunzione di ben precisi obblighi e di non indifferenti responsabilità, tale operazione deve essere attuata con le opportune accortezze e nel rispetto degli adempimenti e delle formalità di legge. Le attenzioni e le cautele non devono essere da meno sia nel caso in cui appongano marchi o simboli, sia in quello in cui ci si limiti a una semplice intestazione. Insieme agli ormai ben noti principi a proposito di scheda prodotto e marcatura CE, bisogna infatti tener conto anche della disciplina relativa ai marchi e in particolare a quelli di commercio, ovvero ai marchi o simboli identificativi di colui che nella filiera si pone come rivenditore.

Per quanto la legge autorizzi l’apposizione di simili marchi e quindi legittimi il rivenditore a segnare con il proprio simbolo il prodotto fornito ai clienti e

quindi a tracciare il proprio passaggio di mano in relazione alle diverse referenze, il Codice Civile espressamente vieta che per far ciò si giunga a sopprimere il marchio del fabbricante. Conseguentemente, a non prestare la giusta attenzione nell’apposizione dei propri marchi, si corre un doppio rischio: uno legato ai principi sulla qualificazione di fabbricante anche per chi in realtà a rigore potrebbe non esserlo; l’altro per le conseguenze cui si può andare incontro per la violazione della disciplina sui marchi. Anche per tale aspetto, dunque, falegnamerie e posatori devono forse rivedere modalità e forme del loro agire nel rapporto con i loro committenti/clienti per evitare di incorrere in violazioni e conseguenze inaspettate.

quel prodotto comporta tra loro, fabbricante e rivenditore e il destinatario dello stesso prodotto. La norma riguarda, infatti, in modo particolare le referenze destinate alla circolazione e l’identificazione del fabbricante nei rapporti con il venditore e nei successivi rapporti tra rivenditori e commercianti.

Per questa ragione la tutela in realtà è doppia: da un lato quella ben nota derivante dalla registrazione del marchio di impresa del fabbricante; dall’altro quella della distinzione dei soggetti all’interno della filiera produttiva e commerciale. Doppia e in reciproca corrispondenza, perché in relazione e in funzione della registrazione del marchio la legge attribuisce non pochi poteri e diritti al soggetto a cui vantaggio è stata effettuata la registrazione

CONOSCERE LE NORME, PER AGIRE AL MEGLIO

La richiamata norma, nel prevedere il diritto del rivenditore ad aggiungere il proprio marchio a quello del fabbricante, senza però sopprimerlo, vuole che non venga meno l’identificazione della diversità tra fabbricante e commerciante.

Non solo per una diversificazione soggettiva ma anche per una distinzione di ruoli, competenze e responsabilità in relazione a quel prodotto. Non per il prodotto in sé ma per la relazione che

stessa e perché in funzione e in ragione della omessa distinzione tra fabbricante e rivenditore/commerciante si corre il rischio di incappare in gravi conseguenze per aver così pregiudicato e compromesso la stessa ragion d’essere della registrazione del marchio del fabbricante. Con l’ovvietà della palese e reciproca incidenza dell’uno aspetto sull’altro. Ma non solo: proprio in ragione di ciò, al divieto di soppressione del marchio del fabbricante si accompagna implicitamente e concretamente anche quello di alterazione

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di tale marchio. Se infatti scopo della norma è quello di tutelare il fabbricante nei passaggi anche con gli altri commercianti/rivenditori, ogni alterazione che non si concretizzi in una vera soppressione del marchio del medesimo fabbricante ma in un’alterazione o in un altro intervento che comunque non consenta quella identificazione, e soprattutto quella distinzione tra le diverse soggettive competenze, costituisce condotta vietata dalla legge perché in palese violazione di un preciso obbligo nei rapporti commerciali. A rigore, il principio non si applica nel caso in cui il rivenditore abbia effettuato delle lavorazioni sul prodotto, presentandolo come prodotto finito proprio e diverso da quello ricevuto dall’originario fabbricante, suo fornitore. Questo è il caso, per esempio, delle lavorazioni per conto terzi o dei rapporti in subfornitura. Ma fate attenzione: in simili casi il vantaggio di non essere soggetti alla disciplina qui in esame non è tale, se poi non si è in grado di sostenere la posizione così dichiarata di “fabbricante” del prodotto finito. Per intenderci: se la falegnameria o il posatore nel portare a compimento quanto commissionato dal cliente lavora il prodotto fornitogli dal fabbricante e presenta il medesimo prodotto come proprio, non sta (soltanto) sopprimendo l’identificazione della figura del fabbricante suo fornitore, ma sta assumendosi gli oneri e le responsabilità di fabbricante dell’intero prodotto. Quindi, se è in grado di sostenere gli uni e le altre nei confronti del destinatario del suo prodotto e in qualsiasi contesto, compreso un contenzioso, nulla da dire. Se invece non è in grado, è bene allora che ci ripensi e riveda il proprio agire. Che la distinzione tra fabbricante e rivenditore/commerciante debba sempre risultare e, a maggior ragione, quando quest’ultimo non intervenga sul prodotto e non si ponga come fabbricante, qualche giudice lo consente anche attraverso l’espressa menzione nei cataloghi di vendita o nelle espo-

sizioni ove i prodotti sono mostrati al pubblico. Quindi, se dall’insieme o dal contesto globale del rapporto che il rivenditore/commerciante instaura con il proprio cliente vi sono segni di non equivoco sulla distinzione tra sé e il fabbricante suo fornitore, i rischi della compromissione possono ritenersi attenuati e sufficientemente superabili. Se invece così non è, allora il rischio è davvero notevole.

LA CENTRALITÀ DI UNA PRECISA E ATTENTA REGOLAMENTAZIONE

Tutto ciò, a maggior ragione, deve rafforzare la necessità di una precisa e attenta regolamentazione del rapporto tra fabbricante e rivenditore ed eventuali ulteriori commercianti anche quando al rapporto economico-commerciale di fornitura si accompagni l’autorizzazione all’uso del marchio o qualsivoglia altra possibilità di utilizzare diversamente intestazione o modalità di presentazione del prodotto. Come sappiamo, in alcuni di questi rapporti esistono accordi per l’uso di marchi o

di loghi e per l’utilizzo di documentazione tecnica e commerciale relativa al proprio prodotto, ma se questi accordi non vengono correttamente disciplinati, sia per le modalità di esternazione, sia per le formalità, i rischi per ambo le parti sono notevoli: per il rivenditore, perché può essere ritenuto e chiamato a rispondere dal mercato come fabbricante senza in realtà esserlo (stante quanto già più volte richiamato in tema di scheda prodotto e marcatura CE); per il fabbricante, perché può essere coinvolto in irregolarità o inadempimenti del proprio rivenditore senza averne avuto titolo o colpa. Infine, per tutte le ragioni qui richiamate, per quanto qui si insista intorno al marchio o al logo del fabbricante, si faccia attenzione che, in un’economia dove ormai la comunicazione e l’immagine hanno un peso non indifferente, devono intendersi ricompresi e trattati allo stesso modo del marchio o del logo del fabbricante anche quegli altri segni a lui riconducibili e che sono destinati a contraddistinguerlo o a contraddistinguerne i diversi prodotti. ■

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Eko Supply nasce nel 2016 dall’idea di due professionisti che decidono di unire le loro competenze per offrire al mercato target uno straordinario mix di capacità imprenditoriale: Franco Bambino, esperto imprenditore e consulente nel settore dei servizi integrati e Maurizio Priola, nel Pest Control dal 2008 e oggi sicuro punto di riferimento del mercato. La missione di Eko Supply è offrire ai Clienti il supporto necessario per consulenze, sopralluoghi, assistenza post-vendita, formazione, accompagnandoli lungo tutto il percorso professionale verso la strada del successo. L’ampio mix di offerta spazia dai prodotti di consumo ad atomizzatori per la disinfestazione, da spazzatrici stradali per la pulizia professionale a software per la gestione delle imprese di servizi.

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vita professionale del Cliente, con una moderna Vision Green alla continua ricerca di  Soluzioni Innovative al passo con i tempi.

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Lavasciuga, il comparto verso NUOVE SFIDE

Nel corso del 2020, la risposta delle aziende del comparto delle lavasciuga pavimenti, dopo un primo periodo di smarrimento, è stata pronta ed efficace. Ma ora, quali sono le sfide che le attendono? Come si sta evolvendo il mercato? Lo abbiamo chiesto ai protagonisti del settore

Dal punto di vista strettamente tecnologico, il mercato delle lavasciugapavimenti propone macchine con nuovi sistemi e varianti nate allo scopo di fronteggiare la pressante richiesta di ottenere alti livelli di pulizia, anche in

situazioni difficili, eliminando completamente il virus Covid-19. Questo potrebbe definire lo stato dell’arte di quella che viene riconosciuta come la macchina per la pulizia meccanizzata dei pavimenti per eccellenza. Oggi però le aziende del comparto si trovano ad affrontare nuove sfide lasciate

in eredità da una pandemia, peraltro non ancora finita, che ha modificato le dinamiche internazionali, influenzato i flussi di materie prime e componenti elettronici, cambiato lo stile di vita e la mentalità della gente. Un contesto per nulla semplice ma che, tuttavia, non spaventa le imprese abi-

32 DIMENSIONE PULITO | 09/2021 M M ERCATO

tuate ormai da anni a competere in un mercato globale molto meno stabile rispetto al passato. Per fare il punto della situazione del settore abbiamo rivolte alcune domande alle principali aziende del mondo delle lavasciuga. Siamo entrati nell’ultimo trimestre dell’anno: è già possibile stilare un bilancio relativo al 2021 sia per quanto riguarda il settore delle lavasciuga nel suo complesso, sia per quanto riguarda la vostra azienda? È possibile fare il punto anche sull’andamento dell’export con riferimento al 2020? Adiatek opera in oltre trenta paesi nel mondo fornendo macchine lavasciuga per la pulizia professionale e indu-

striale dall’elevato livello tecnologico e di affidabilità. Gian Paolo Accadia, presidente e direttore generale dell’azienda, incontrato alla fiera Pulire 2021, risponde così alla nostra domanda: “Nel 2020, a causa della chiusura forzata dell’attività per quasi tutto il mese di marzo, abbiamo subito un forte calo, recuperato almeno in parte nei mesi successivi. Per contro, il 2021 ci sta dando grandi soddisfazioni, tanto da poter già dire che sarà il nostro anno migliore di sempre. Detto questo non posso non dichiarare la mia soddisfazione per quanto svolto lo scorso anno, sconvolto dalla pandemia: è servita tutta la nostra esperienza per gestire

una situazione di emergenza, riuscendo a mantenere un bilancio alla fine positivo. Ora si sta verificando una situazione ugualmente pericolosa a livello internazionale: alla crescita del fatturato si contrappone un forte aumento, spesso non giustificato, delle materie prime, nonché la carenza di componentistica elettronica. È un problema molto serio che ci impone di limitare il più possibile i costi fissi aziendali per evitare, fino a che sarà possibile, l’aumento dei prezzi a danno dell’utente finale. Questa situazione penalizza un mercato in netta ripresa; mai come in questo periodo abbiamo avuto un così elevato numero di ordini: tre settimane su quattro del 2022 sono praticamente già coperte. Per tale motivo saremo costretti a fare nuovi investimenti per aumentare la capacità produttiva e il più possibile i tempi di consegna che allo stato attuale rischiano di allungarsi troppo”.

Giancarlo Ruffo è il presidente di Comac, una storica azienda italiana che produce una gamma completa di macchine per la pulizia professionale dei pavimenti. Alla nostra domanda risponde con un deciso ottimismo: “Lo scenario economico del mercato del cleaning ha subito notevoli cambiamenti in fase di Covid, e alcuni di questi si protrarranno sicuramente nel corso del tempo. Per Comac è stata una sfida che abbiamo affrontato mettendo in campo tutte le conoscenze acquisite in quasi cinquant’anni di attività. Grazie alle nuove macchine per la pulizia dei pavimenti e a quelle per la sanificazione delle superfici abbiamo chiuso il 2020 positivamente, anche per quanto riguarda l’export. A conferma che i nostri sforzi degli ultimi anni sono stati

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Gian Paolo Accadia, presidente e direttore generale di Adiatek, posa con le figlie Camilla (a sinistra) e Matilde allo stand della fiera Pulire 2021 Flotta di macchine per il cleaning professionale Comac Giancarlo Ruffo presidente di Comac

proficui, il 2021 ci sta dando buone soddisfazioni. In previsione della riapertura di scuole e uffici, il settore delle lavasciuga, e del cleaning in generale, ci sembra impostato per arrivare anche quest’anno a una chiusura in positivo”. Diversey fornisce prodotti, sistemi e servizi per la pulizia, l’igiene e la manutenzione che integrano in modo efficiente prodotti chimici, macchine e programmi di sostenibilità. “Lo stimolo e l’attenzione alla pulizia, che la pandemia ha instillato nel mondo del cleaning, hanno di sicuro coinvolto anche il comparto delle lavasciuga –dice Simone Coccato, responsabile commerciale di Diversey Italia. Il 2021

per quanto riguarda il nostro gruppo sta segnando performance in netta crescita rispetto all’ultimo biennio; in particolare, il marchio TASKI, proprio grazie alla vendita di macchine per il lavaggio e asciugatura del pavimento, sta contribuendo in modo importante alle vendite. I fondi emergenziali erogati straordinariamente dal governo hanno stimolato il rinnovo delle attrezzature in ambito pubblico, in particolare segnaliamo un incremento delle richieste nei plessi scolastici, dove abbiamo effettuato il maggior numero di dimostrazioni e delucidazioni. Gli stessi docenti coinvolti dal personale ATA hanno contribuito alla ricerca delle

migliori soluzioni per la sicurezza e salubrità di questi ambienti”.

Ghibli & Wirbel è il brand che nasce dall’unione delle due eccellenze italiane del cleaning professionale. La domanda di pulizia cresce di pari passo con la diversificazione delle superfici da pulire: dagli spazi tipici del settore Horeca, ai grandi centri commerciali; dalle stazioni del trasporto pubblico alle Spa. Per questo Ghibli & Wirbel ha ulteriormente ampliato e approfondito la propria gamma di lavasciugapavimenti.

Luca Pedrotti, Direttore vendite di Ghibli & Wirbel, parla di un 2021 superiore alle aspettative: “Dopo aver recuperato pienamente le perdite del 2020, possiamo vantare una crescita a doppia cifra anche rispetto al 2019” Il bilancio dell’anno in corso sarà positivo anche per IPC, multinazionale italiana produttrice di macchine, attrezzature e accessori per la pulizia industriale e professionale. Ce lo spiega il direttore commerciale Italia Raimondo Aldrovandi: “Il 2020 e la prima metà del 2021 si possono definire dei periodi estremamente intensi; abbiamo ricevuto molte richieste con esigenze specifiche di igiene e pulizia, ovviamente dettate dal periodo assai particolare.

Gli incentivi statali messi in atto nel 2020 hanno aiutato moltissimo il settore del cleaning: scuole ed enti pubblici hanno potuto rinnovare il parco macchine e le attrezzature. Ora le richieste si sono stabilizzate pur mantenendo un trend positivo”.

Künzle&Tasin nasce nel 1946 dallo svizzero Massimo Künzle e dall’italiano

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Lavasciuga TASKI Swingo di Diversey Simone Coccato responsabile commerciale di Diversey Italia Luca Pedrotti, Direttore vendite di Ghibli & Wirbel Raimondo Aldrovandi direttore commerciale IPC Italia
Soluzioni per la pulizia e sanificazione professionale Inquadra il QR Code e scarica il nostro catalogo COMAC S.p.A. Via Maestri del Lavoro, 13 - 37059 Santa Maria di Zevio - Verona - ITALY Tel. 045 8774222 - www.comac.it - com@comac.it Organizzazione certificata Q.C.B. Italia ISO 9001:2015, ISO 14001:2015, ISO 45001:2018

Ezio Tasin, ma solo nel 2018 esce dal suo tradizionale business delle macchine per la lavorazione del legno e parquet lanciando Multi Mode Line, la prima linea per il cleaning professionale che presenta come modello “distintivo” la lavasciuga-spazzatrice Module). Pietro Mambrini, Product Manager dell’azienda, ci parla del mercato degli ultimi due anni: “Per quanto riguarda il mercato delle lavasciuga, già dalla fine del 2020 c’è stato un inizio di ripresa che si è via via consolidata sia in Italia che all’estero. Certamente la riapertura di scuole e uffici ha spinto

questa crescita, ma non dobbiamo dimenticare anche la riapertura delle strutture sportive in cui il nostro prodotto viene molto utilizzato. La nostra macchina, infatti, è a tutti gli effetti una lavaspazzatrice compatta, differente quindi dalle lavasciuga tradizionali. Ciò la rende una soluzione particolarmente indicata in ambienti come i campi da tennis ed i centri sportivi, che necessitano di entrambi i trattamenti: sia l’aspirazione a secco delle polveri (più frequente) che l’effettivo lavaggio delle superfici”.

LA TECNOLOGIA EVOLVE VERSO L’ECOSOSTENIBILITÀ

E L’INDUSTRIA 4.0

Affidabilità e sicurezza sono certamente i cardini su cui indirizzano la scelta gli utilizzatori di una macchina lavasciuga. Il trend tecnologico delle macchine di ultima generazione è rivolto verso le soluzioni in ottica 4.0 in grado di ottimizzare l’utilizzo delle lavasciugapavimenti. Non va dimenticato, infatti, che l’introduzione di accorgimenti digitali va a migliorare il rendimento della macchina incrementando la produt-

tività della stessa. Un altro elemento importante è l’attenzione rivolta all’ecosostenibilità sia intesa come filosofia produttiva, sia come caratteristiche intrinseche del prodotto.

Chiediamo ai nostri interlocutori quali sono le caratteristiche delle lavasciuga che attualmente vengono maggiormente richieste dal mercato e quali sono le loro proposte.

“Grazie alla collaborazione tra Adiatek e Muratec, grande azienda giapponese che produce tra le altre cose sistemi di automazione di fabbrica, siamo stati i primi italiani a lanciare sul mercato R-Quartz, una lavasciuga industriale a guida autonoma – racconta Gian Paolo Accadia. Sono particolarmente orgoglioso del fatto che un colosso mondiale come Muratec ha scelto noi come partner del comparto delle lavasciugapavimenti industriali. R-Quartz è pensata per memorizzare i percorsi più brevi e flessibili per la pulizia delle superfici a ogni ciclo di lavoro ed è in grado di gestire situazioni nuove, non integrate nel processo di apprendimento, così da garantire la sicurezza di persone e luoghi. In qualsiasi momento, la fase di apprendimento o ripetizione può essere sospesa dall’operatore, senza che questo influisca sul resto del percorso. Se R-Quartz incontra un nuovo ostacolo durante la fase di prova, cerca di evitarlo e riprende il suo percorso il più presto possibile. Se ciò non avviene l’operatore riceve una notifica mediante Telematics, un sistema che permette di monitorare le funzioni della macchina e il suo reale rendimento, garantendo il controllo delle prestazioni in tempo reale. È la nostra forte risposta al paradigma produttivo 4.0. A breve lanceremo sul mercato anche la taglia grande con operatore a bordo”.

Sull’onda dell’importanza della connettività a bordo macchina si basa l’innovazione tecnologica in Comac: “Oggi i prodotti devono essere interconnessi,

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Ghibli & Wirbel ha lanciato sul mercato una nuova lavasciuga uomo a bordo: Racer 85 Pietro Mambrini, Multimode Line Product Manager di Künzle&Tasin

ti porta nella

R-Quartz è stata progettata sulla base del modello Quartz 66-80, una lavasciuga con caratteristiche tecniche e prestazioni di alto livello. Grazie ad una capacità di 100l del serbatoio soluzione e al Solution Saving System Dispenser (3SD) di serie, è possibile regolare in modo preciso i consumi garantendo fino a 4 ore di lavoro continuo.

Il pacco batteria al Litio 24V 330Ah offre fino a 6 ore di autonomia di lavoro ed una ricarica rapida in 5 ore. R-Quartz ha due modalità di

apprendimento e la possibilità di creare sequenze di lavoro combinando diversi percorsi, memorizzati anche in modalità e con caratteristiche differenti tra loro.

Il cruscotto è dotato di un “touch screen” da 7 pollici che consente una comunicazione semplice ed intuitiva tra la macchina ed il suo operatore.

La macchina è sempre in contatto con l’operatore attraverso il telematics Questi ha sempre la visibilità della sequenza della mappa, il tempo mancante al termine del lavoro e le

indicazioni di eventuali avvisi che la macchina segnala.

Inoltre, riceverà degli avvisi in tempo reale con delle notifiche trasmesse direttamente sullo smartphone.

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raccogliere dati e trasformarli in preziose informazioni che permettano di ridurre i consumi e aumentare la produttività, il tutto senza dimenticare le prestazioni di pulizia – spiega Giancarlo Ruffo. In quest’ottica Comac da qualche anno ha implementato, sulle lavasciuga pavimenti di ultima generazione, la tecnologia CFC - Comac Fleet Care. Basta avere uno smartphone, un tablet o un PC per comunicare direttamente con la lavasciuga, sapere in tempo reale dove si trova e conoscerne lo stato di salute o le prestazioni. Avere a disposizione dati reali sui consumi permette anche di identificare i margini di miglioramento per ridurre gli impatti ambientali delle attività di pulizia. Un altro tema molto importante è l’ecosostenibilità. Da sempre in Comac siamo consapevoli dell’importanza del rispetto dell’ambiente e per questo il nostro impegno in questo campo è costante. Tutte le aree aziendali sono state coinvolte, dalla fase di progettazione alla spedizione finale dei nostri prodotti, fino alla sensibilizzazione dei canali distributivi e degli utilizzatori finali.

Attraverso azioni piccole e grandi, ogni giorno puntiamo a tutelare l’ambiente cercando di ridurre l’impatto ambientale delle nostre attività e dei nostri prodotti. Abbiamo quindi lavorato per misurare l’impronta di carbonio valutando il ciclo di vita “dalla culla alla tomba” e conseguire il certificato CFP Systematic Approach per alcune gamme di lavasciuga pavimenti Comac di ultima generazione. L’approccio sistematico per il calcolo della Carbon Footprint è stato certificato da un ente terzo secondo lo standard ISO 14067:2018. In questo modo siamo in grado di fornire un dato reale e certificato in merito alle performance sul cambiamento climatico delle nostre lavasciuga pavimenti. Oggi più che mai abbiamo la consapevolezza che per poterci migliorare è assolutamente necessario comprendere e misurare quello che stiamo facendo in termini ambientali. Con questi principi in mente

ci impegniamo a progettare le macchine del futuro per rendere la pulizia sempre più ecosostenibile, installando tecnologie all’avanguardia che tutelino al massimo la salute di chi le utilizza”. L’introduzione dei nuovi Criteri Ambientali Minimi che il governo ha approvato a giugno 2021 sancisce regole chiare e precise su quali siano le caratteristiche obbligatorie che le lavasciuga devono adottare per onorare la legge in ambito appalti pubblici. Questa è la linea seguita rigorosamente da Diversey nella progettazione dei propri prodotti, come dice Simone Coccato: “Taski da oltre 30 anni ha introdotto in tutte le proprie macchine sistemi e brevetti che vanno esattamente incontro ai principi che regolamentano i CAM 2021: riduzione degli sprechi del prodotto chimico, ottimizzazione dell’utilizzo dell’acqua e dimezzamento della plastica sono alcuni dei pilastri che insieme all’attenzione della sicurezza del personale, costituiscono i principi a cui Diversey da sempre si ispira. Tecnologia al Litio, IntelliDose, IntelliFlow sono sistemi che riducono drasticamente i consumi energetici, il consumo di acqua e di prodotti chimici, permettendo di dichiarare in modo analitico il consumo/costo/mq puliti. Per dimostrare al mondo del cleaning professionale quanto Diversey sia

attenta alla green economy abbiamo creato un ambiente online dedicato al cleaning eco sostenibile: il “Sito Cam Diversey 2021”, una piattaforma che racchiude, oltre che le Lavasciuga Taski Swingo, le migliori soluzioni Diversey in ambito appalti pubblici civili e sanitari. Abbiamo arricchito e aggiornato le schede tecniche, così da essere fruibili e in linea con la normativa, dedicate a studi tecnici/imprese che se ne vogliano servire per redigere offerte tecniche destinate a gare pubbliche”. Ghibli & Wirbel ha lanciato sul mercato due nuove lavasciuga uomo a bordo, la Racer 85 da 85 litri e la Ranger 115 da 115 litri, frutto della ricerca interna del dipartimento R&D dell’azienda. Dice Luca Pedrotti: “Sono entrambe macchine su cui abbiamo puntato e investito moltissimo a livello di materiali, di ricerca delle finiture e di ottimizzazione delle prestazioni. Nel corso degli anni abbiamo cercato di rispondere con puntualità alle sempre maggiori richieste di assistenza e consulenza da parte del cliente e, ultimamente, anche di una maggiore digitalizzazione del prodotto. In ambito di Industria 4.0 stiamo collaborando con Afidamp per avere una posizione unica insieme a tutti gli altri fabbricanti di macchine, questo per una questione di serietà nei confronti di clienti e distributori”.

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CT 71, lavasciuga uomo a terra realizzata da IP

MOre DUties Less Effort

Lavasciuga-Spazzatrice : la migliore alleata per la pulizia e la sanificazione di tutti gli ambienti 1 macchina dalla struttura modulare, 3 diverse configurazioni: SPAZZATRICE-ASPIRANTE, LAVASCIUGA, ASPIRATORE

É questa la vera “anima” dei modelli , macchine componibili che “si fanno in 3”, rappresentando di fatto la soluzione migliore per lavorare in ambienti anche molto diversi tra loro: dall’ambito commerciale a quello ospedaliero a quello più strettamente industriale.

Disponibile in 2 versioni: con pista di pulizia da 35 e 50 cm, sia con alimentazione a cavo elettrico che a batteria.

Tel. +39 02/971695 info@kunzletasin.com www.kunzletasin.com

In ripresa anche la componentistica delle macchine

In linea con la ripresa dei consumi e degli investimenti in macchine per la pulizia industriale e professionale, anche il comparto dei componenti si sta via via avviando verso un totale recupero dei fatturati persi con la sospensione di molte attività causa Covid.

Secondo Michele Colombi, Responsabile commerciale Synclean la riapertura autunnale di uffici e scuole ha dato un forte impulso a un 2021 che, tuttavia, era già partito bene: “Va tenuto in conto che per Synclean, nonostante la pandemia, il 2020 si è chiuso in pareggio rispetto al 2019 che è stato un anno decisamente buono. Il 2021 si chiuderà con un deciso segno più perché la richiesta di parti di ricambio per tutte le macchine per la pulizia in generale e per le lavasciuga in particolare - mi riferisco a motori di aspirazione, gomme tergipavimenti, batterie e caricabatterie - è tornata a salire in parallelo all’aumento di lavoro dei grossi riparatori”

La forza riconosciuta all’azienda lodigiana è quella di fornire da sempre ricambi originali per tutti i marchi in commercio. “Chi ha macchine più vecchie ha ancora noi come punto di riferimento potendo contare sulla nostra competenza ed esperienza e su un magazzino in costante aggiornamento. Dal 2021 è operativo ormai al centro per cento il servizio di e-commerce grazie con cui abbiamo voluto creare una catena produttiva che risponda, a volte anche in meno di 24 ore, alla necessità di pezzi di

ricambio da parte del cliente, il quale con una password personale può entrare nel nostro sito ed effettuare ordini alle condizioni commerciali stabilite. Per noi questo è certamente un valore aggiunto visto che il servizio e la disponibilità dei componenti di ricambio in tempi brevi faranno sempre di più la differenza in futuro”

Anche Tre Colli, azienda di Sommacampagna (VR) che produce spazzole per la pulizia industriale e stradale, non ha patito particolari cali di fatturato nel corso del 2020, a parte nei primissimi mesi seguiti allo scoppio della pandemia, come ci spiega Giulia Bonotto, contitolare della società: “Producendo un articolo di consumo, non stiamo soffrendo per la situazione che si è venuta a creare a livello internazionale. I primi mesi dello scorso anno sono stati certamente i più difficili più che altro per lo stato di incertezza che si era venuto a creare e per la necessità di riorganizzare internamente l’azienda applicando le regole che lo Stato ha imposto a causa del virus. Alla fine, il 2020 si è chiuso positivamente e l’anno in corso è partito altrettanto bene sia per le vendite extra Europa – il 65 % del nostro business – sia per quelle sul mercato interno ed europeo”. Un contrasto alla ripresa tuttavia esiste, come racconta la signora Bonotto: “Fino a luglio abbiamo dovuto affrontare l’aumento improvviso e frequente dei costi delle materie prime a cui abbiamo sopperito in parte con le nostre scorte di magaz-

zino. Successivamente a questa situazione, abbiamo dovuto fare i conti con i ritardi di consegna da parte dei fornitori per la mancanza di materia prima alla fonte”. Ciascuna spazzola prodotta da Tre Colli può contare molte versioni differenti variando sia la tipologia di aggancio, la misura, il tipo di fibra ecc.

“Questo non ci consente di poter avere scorte di magazzino di prodotto finito. Quindi una delle nostre caratteristiche principali è la flessibilità, intesa come capacità di accontentare le specifiche tecniche richieste dal costruttore che è il nostro target come mercato di sbocco.

Altra nostra peculiarità è l’attenzione alla qualità. Se per i materiali ci affidiamo a quanto di meglio offre il mercato europeo, alcune parti in plastica delle spazzole, come per esempio il corpo dei dischi, i tubi centrali per le spazzole e gli agganci per le macchine, vengono realizzati internamente nel nostro reparto di stampaggio”.

Spazzola

Tre Colli per macchine per la pulizia industriale e stradale

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Motori di aspirazione messi in mostra da Synclean alla fiera ISSA Pulire 2021 Michele Colombi, Responsabile commerciale Synclean Giulia Bonotto, contitolare di Tre Colli

Raimondo Aldrovandi mette prima di tutto dei punti fissi: “In generale le lavasciuga devono essere pratiche nella messa in funzione (batterie e caricabatterie già a bordo), facili da usare e da manutenere. Le macchine IPC sono abilitate per esempio per industria 4.0, che richiede connessione tra fabbricante e utilizzatore nel monitoraggio dei principali dati di utilizzo della macchina (sistemi GPS). Nel nostro caso specifico, parliamo del dispositivo Telematic che consente di tenere sotto controllo una macchina o un’intera flotta dallo Smartphone, Tablet o PC. Permette, inoltre, di verificare la posizione, l’utente, la vita delle batterie, i motori e le ore di utilizzo. Con riferimento all’ecosostenibilità del prodotto ma anche alla salute dell’operatore, tutti i dispositivi e i comandi delle nostre lavasciuga sono progettati per garantire la sua sicurezza e ridurre la rumorosità delle macchine in funzione, così che esse possano essere usate anche in ambienti e orari particolarmente affollati. Le nostre macchine sono, inoltre, sostenibili perché disegnate in un’ottica di controllo e riduzione dei consumi elettrici, di detergente e di acqua”.

Pietro Mambrini pone nuovamente l’accento su Module, la lavasciuga-spazzatrice compatta: “Module mantiene come caratteristica distintiva una struttura (appunto) modulare e flessibile, che le permette di lavorare con facilità in ambienti e contesti anche molto differenti tra loro, garantendo sempre ottime performance di pulizia. I motori, altamente performanti, garantiscono sicurezza, resistenza e prestazioni; la testata, con doppie spazzole cilindriche controrotanti, assicura la massima efficacia e produttività di lavoro. Ma è soprattutto la doppia azione di lavasciuga e di spazzatrice ad assicurare un doppio livello di pulizia, costante e in profondità. Il risultato finale sono superfici perfettamente pulite e igienizzate. Per Module (e per altri modelli appartenenti alla gamma Multi Mode Line) forniamo un servizio di consulenza e dimostrazione personalizzati, per un utilizzo ottimale della macchina, che permetta di sfruttarne in modo consapevole tutte la potenzialità. Anche per questo modello, poniamo molta attenzione all’aspetto green impiegando ove possibile plastiche riciclate e motori ad alta efficienza. In un momento come quello che stiamo vivendo di grosse difficoltà con l’aumento del costo

delle materie prime, una macchina come la nostra rappresenta in ogni caso un risparmio per i nostri clienti”.

Consulenza, servizio al cliente e Industria 4.0: come si fondono questi tre elementi all’interno della vostra azienda?

“La nostra ricerca continua della soddisfazione del cliente avviene anche attraverso la consulenza, la ricerca e la creazione di soluzioni personalizzate per le sue esigenze – dice Giancarlo Ruffo - In questo senso l’obiettivo di Comac è quello di supportare i clienti nel loro percorso di crescita sostenibile attraverso l’utilizzo di tecnologie 4.0. Secondo il nostro punto di vista l’innovazione in ambito Industria 4.0 dovrebbe focalizzarsi sull’integrazione. Per questo, oltre ad offrire prodotti capaci di integrarsi nel sistema, cerchiamo di sensibilizzare il cliente che decide di muoversi in questo senso spronandolo a integrare le attività, che hanno un’influenza reciproca sia tra loro che con i diversi attori che compongono la catena del valore. L’Industria 4.0 può rappresentare una grande opportunità di crescita, cambiamento ed innovazione che però va attentamente pianificata e sostenuta costantemente per renderla un percorso profittevole e sostenibile”.

Sull’argomento Simone Coccato svela i piani Diversey per il prossimo anno: “Realtà aumentata, interconnessione, supporto da remoto e piattaforme online, sono il futuro che abbinato a nuove tecnologie hardware sono alla base del progetto legato al lancio della nuova gamma lavasciuga Diversey che Taski presenterà nel 2022 al mondo del cleaning professionale”.

“Questi tre elementi - spiega Raimondo Aldrovandi - vanno assolutamente a braccetto, uno non esclude l’altro. Se gli incentivi statali vedranno poi nuove proroghe nel settore del cleaning, la nostra consulenza e il servizio ai clienti saranno indispensabili a garantire risultati efficaci e sicuri” ■

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La linea modulare di lavasciuga-spazzatrice di Künzle&Tasin

Lavapavimenti INOX: la soluzione per le INDUSTRIE alimentari

Il sistema HACCP impone procedure molto precise e rigorose per la tutela del livello di igiene negli stabilimenti di produzione alimentare. Nell’industria alimentare e in altri comparti produttivi è forte la necessità di pulire ambienti “difficili”, dove sale, umidità e agenti chimici possono essere molto aggressivi con i macchinari.

ACCIAIO INOX PER RESISTERE A OGNI SFIDA

L’acciaio inox è una lega composta da metalli che incidono, a seconda della quantità presente, sulle caratteristiche strutturali, meccaniche e di corrosione dell’acciaio.

Per questo l’acciaio inox è resistente agli effetti di umidità, salinità o agenti chimici e ha avuto notevole successo in vari settori industriali, come il settore petrolchimico, quello minerario, il comparto energetico, oltre che nel settore alimentare. E proprio nel settore alimentare ha trovato largo impiego, proprio nei comparti produttivi in cui l’umidità o l’uso di sale possono aggredire gli strumenti di lavoro e danneggiarli (lavorazione delle carni, industria lattiera-casearia per la produzione di latticini e formaggi). RCM produce le lavapavimenti INOX progettate proprio per queste esigenze specifiche:

■ MEGA I 552 INOX e MEGA II 802 INOX con operatore a terra

■ GIGA 802 INOX con operatore a bordo. In queste lavapavimenti, tutte le parti che sono a contatto con gli agenti aggressivi sono realizzate in acciaio inox di forte spessore in grado di resistere nel tempo sia alla presenza di sale che di umidità, ma anche all’uso di detergenti chimici aggressivi usati per pulire a fondo, con l’obiettivo di rispettare i criteri imposti dal sistema HACCP. Le lavapavimenti INOX di RCM sono costruite per durare nel tempo, anche in ambienti dove gli agenti aggressivi potrebbero potenzialmente provocare corrosione e fermi macchina.

FATTA APPOSTA PER TE

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Lavapavimenti professionale realizzata per la pulizia di supermercati, stabilimenti di produzione della carne, industria conserviera, caseifici, aziende vinicole, etc. Il sistema HACCP impone procedure molto precise e rigorose per la tutela del livello di igiene negli stabilimenti di produzione alimentare. Le lavapavimenti che lavorano in questi ambienti devono però essere costruite tenendo conto dell’azione corrosiva dei detergenti impiegati, che causa l’insorgenza di ruggine. Nelle lavapavimenti RCM INOX, tutte le parti a contatto con gli agenti aggressivi sono realizzate in ACCIAIO INOX di forte spessore, in grado di resistere ai detergenti più corrosivi.

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IENE
C’E’
ROSSA
SEMPRE UNA

La DISINFEZIONE degli ambienti in tempo di PANDEMIA

La bibliografia scientifica e quando l’incompetenza diventa “Fake”

Nel 2020 e nel 2021 abbiamo assistito a molti “Claims” con sistemi di disinfezione che vantano capacità battericida, virucida, fungicida, a volte in completa dissonanza con quelle che sono le “norme vigenti” e lo “stato dell’arte”, nonché il semplice “buon senso”

Come noto, vi è una grande differenza tra i microorganismi sia per il loro sistema di riproduzione che per la loro resistenza ai disinfettanti.

UN BREVE ACCENNO

DI MICROBIOLOGIA

I batteri – I batteri sono microrganismi unicellulari che si riproducono per scissione. Le infezioni batteriche si possono curare quasi tutte con gli antibiotici, a parte certe situazioni complesse. Ricordiamo lo Stafilococco, la Salmonella, la Pseudomonas, il Clostridium

Tetani (con difficoltà), l’Escherichia Coli, la Legionella Pneumofila (con difficoltà), il Micocco e vari altri responsabili di varie infezioni o patologie. I virus – I virus invece sono degli ammassi di proteine costituite da DNA e RNA, capaci di riprodursi utilizzando il materiale presente in una certa cellula che li ospita per formare un altro individuo identico o simile se ha mutato. Di fatto, vivono solo all’interno delle cellule di animali e piante, specifiche di varie funzioni. Fuoriescono da queste cellule ed infettano altre cellule dello stesso tipo o a volte di altri tipi presenti in altre parti dell’organismo. Le infezioni

virali possono essere combattute solo con la produzione di anticorpi da parte dell’organismo, di sostanze cioè che imbrigliano il virus legandosi chimicamente alla loro struttura e rendendoli così incapaci di riprodursi. Questo avviene nel momento in cui fuoriescono dalla cellula ospite. Gli antibiotici che funzionano per aggredire i batteri sono inefficaci per neutralizzare i virus che sono presenti all’interno delle cellule. Numerosissimi sono i tipi di virus causa di moltissime malattie curabili solo se trattate in fase iniziale o preventiva con i vaccini, grazie agli anticorpi prodotti dal nostro organismo.

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S ANI f ICAZIONE /P RIMA PARTE

Esistono farmaci antivirali specifici per combattere un particolare tipo di virus con vari meccanismi. Non vi sono al momento farmaci antivirali che possano sostituire la vaccinazione anti Covid-19. Vi sono farmaci che producono effetti positivi, ma non sempre risolutivi della malattia.

I vaccini sono ricavati o dagli stessi virus disattivati dopo averli fatti crescere o, come gli attuali vaccini anti Covid-19, prodotti chimicamente. I vaccini provocano la produzione di anticorpi da parte dell’organismo e con questi si blocca l’infezione, purché questa non si sia già estesa e non abbia già danneggiato la maggioranza delle cellule che sono state da loro infettate. Ricordiamo solo alcune patologie causate dai vari virus.

Morbillo, Varicella, vari tipi di Herpes, Influenze, AIDS, Gastroenteriti, Epatiti, Verruche, Polmoniti (tra cui la ben nota Covid-Sars 2) ecc.

Non c’è cellula del corpo che non possa essere attaccata da qualche tipo di virus. Basta andare su Internet alla voce Batteri e Virus (Biologia) Wikipedia e si può vedere quali e quante malattie di origine batterica e virale sono state identificate.

I funghi – Le infezioni fungine o micosi sono di natura completamente diverse da quella causata da batteri e virus. I funghi sono delle piante senza funzione clorofilliana e proliferano utilizzando i tessuti sui quali si sono impiantati.

Le infezioni micotiche avvengono per trapianto delle spore sui tessuti in particolare sulla pelle, nonché i tessuti polmonari o la vagina. Il Tricofiton Interdigitale, la Tigna, l’Aspergillus Niger e il Tricomonas Vaginalis sono alcuni tra i più noti.

Si curano con sostanze fungicida mediante pomate o unguenti.

Di particolare pericolosità è l’infezione polmonare da Aspergillus Niger difficile da curare con esito spesso fatale.

IL COVID-SARS2 NELL’AMBIENTE Superfici

Quanto sopra premesso, l’oggetto di questo articolo riguarda la disinfezione ambientale in tempo di pandemia da Covid19 quale trattamento preventivo in particolare quello delle superfici.

La malattia Sars 2 (Severe Acute Respiratory Syndrome) provocata dal Covid19 (Corona Virus Disease) si propaga principalmente inalando il fiato infetto del

Tabella

A. Tempi di sopravvivenza del virus sars-cov2

WHO “World Health Organization - Organizzazione Mondiale della Sanità; JHI Journal of Hospital Infection; NEJM New England Journal of Medecine Medical Fact. Digitare il nome della rivista e “Persistence of corona Virus on inanimate surfaces and their inactivation with Biocidal agents”.

Vincenzo Cama Direttore generale Kemika

portatore. Le famose droplets (goccioline) del respiro con il virus arrivano fino a più di un metro di distanza. Le droplets dello starnuto arrivano fino a 6-7 metri. Come si può vedere quando si è con l’aria fredda dove le droplets coagulano, il fiato umido tende a cadere e di conseguenza a posarsi sulle superfici, con tempi e modalità che dipendono da vari fattori (vedi seguito). Altrettanto più visivamente avviene con lo starnuto. Numerosi articoli sono apparsi sulle riviste scientifiche negli anni 2019/2020 con rilevazione della presenza del Corona Virus nell’aria e sulle varie superfici.

La Tabella A riporta i tempi di sopravvivenza del Corona virus su varie tipologie di superfici.

Altrettanto interessanti sono gli studi della sopravvivenza del virus nell’aria trasportato dalle droplets (vedi Tabella B).

Vi sono moltissime evidenze che la diffusione del Corona virus avviene durante gli “assembramenti” quando si inala direttamente il respiro del portatore del virus. Quindi evitare gli assembramenti e portare la mascherina sono le due ben note misure di prevenzione. Sul significato di “assembramento” ci sono da fare alcune considerazioni (vedi seguito).

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Vi sono altre raccomandazioni fondamentali quali il lavaggio frequente delle mani e l’uso dei gel alcoolici per le sanificazioni delle stesse. Per queste semplici operazioni come per altre che riguardano la disinfezione dell’aria e delle superfici che possono essere toccate, non basta “l’atto e l’uso del disinfettante”, ma è necessario che l’operazione di disinfezione sia fatta correttamente. sulle
superfici SUPERFICI WHO JHI NEJM M. F. Acciaio 3 giorni 5 giorni 2 giorni 2 giorni Formica 3 giorni - -Plastica - 4-6 giorni 3 giorni 3 giorni Rame - 4 ore 4 ore 4 ore Alluminio - 2-8 ore -Metallo (verniciato n.d.r.) - 5 giorni -Legno - 4 giorni - 24 ore Vetro - 5 giorni -PVC - 5 giorni -Tessuti - 1 ora-2 giorni -Ceramica - 5 giorni -Cartone - 3 ore 24 ore 25 min.
Riferimenti bibliografici

Per la disinfezione delle superfici non basta che si usi un disinfettante contenente un “Principio attivo Biocida”, ma che la concentrazione sia corretta e che sia corretta con il tempo di contatto corretto sulla superficie e che la superficie sia correttamente totalmente ricoperta. Analogamente per la disinfezione dell’aria, forse ancora più complessa.

Di seguito riportiamo i dati su concentrazioni e tempi di contatto ricavati dalla letteratura scientifica e da documenti ufficiali di vari enti. La Tabella C riporta quelli fondamentali per la disinfezione delle superfici. Altri dati sono riportati per la disinfezione dell’aria e delle superfici con “vaporizzatori”.

Per la validazione di un disinfettante e la sua immissione in commercio è necessario, inoltre che il prodotto sia registrato presso il Ministero della Sanità come PMC (Presidio Medico Chirurgico) e/o presso l’ECHA (European Chemical Agence) come Biocida se l’ECHA è subentrato, per tale Principio attivo, nella gestione di tale prodotto. (Tabella C)

Per la disinfezione dell’aria sono necessarie alcune considerazioni preliminari.

AEROSOL E DROPLETS

Vi sono diversi studi sulla sopravvivenza ambientale del Corona virus che dimostrano che la persistenza del virus nell’aria è marginale o temporanea mentre l’effetto residuale sulla superficie come si vede dalla Tabella A può arrivare fino a diversi giorni. Digitando Wikipedia “Airborn transmission” si può leggere una interessante sintesi di studi di vari autori e pubblicazioni scientifiche sul problema della trasmissione aerea del virus Sars-Cov2 collegata alle droplets (goccioline) che vengono emesse da una persona infetta. Il tutto è collegato alle dimensioni delle droplets e alla loro capacità infettante legata alla loro presenza nell’aria. Una persona con il respiro, con starnuti o tosse può emettere droplets di dimensioni da 1 micron (µm) a 1000 micron di diametro. Un micron è un

Tabella B

ORE LOG

Tempo 0 log 3.5 - 103.5 (circa 10.000 unità TCID)

Tempo 3 log 2.7 - 102.7 (circa 1.000 unità TCID)

Tempo 6 log 1.7 - 101.7 (circa 100 unità TCID)

Tempo 9 log 0.5 - 100.5 (meno di 10 unità TCID)

millesimo di millimetro. Le droplets più grandi di 100 µm ricadono sulle superfici entro 2 minuti. Droplets più piccole possono rimanere e viaggiare di più in funzione della movimentazione dell’aria e della loro dimensione nonché dell’umidità ambientale (RH). Droplets molto piccole sotto 30 µm possono evaporare in alcuni secondi, rimpicciolendosi fino a dimensioni inferiori a 5 µm. Questo dipende quasi esclusivamente dall’umidità relativa (RH) dell’aria oltre che dalla tempera-

Tabella

Clorossidanti

Acqua Ossigenata

tura. I locali con umidità relativa più alta (RH˃50%) mantengono inalterate per più tempo le dimensioni delle droplets e quindi ricadono più rapidamente sulle superfici diminuendo l’infettività dell’aria. Un’aria secca come in inverno in locali riscaldati senza umidificazione è fonte di un contagio maggiore. Molti autori che hanno effettuato studi sulla diffusione del Covid-19 hanno di fatto concluso che il contagio aereo può avvenire inalando il respiro di una persona infetta entro i 2 metri (vera

Cloro attivo disponibile 1.000 ppm (0,1%) 1 minuto

Perossido di Idrogeno (H2O2)

Applicazione con stesura con panno 5.000 ppm (0,5%)

Applicazione con erogatori aerosol (aHP)* 15.000 ppm (1,5%)

Applicazione con erogatori gas* (HPV) 130 ppm (180 mg/m3)

Alcooli Etanolo

70% in peso (p/p) O 78% in volume (V/V)

5 minuti 60 minuti

30-60 secondi

46 DIMENSIONE PULITO | 09/2021
S
MINIME RACCOMANDATE TEMPO
CONTATTO
C TIPO DI PRODOTTO PRINCIPIO ATTIVO E CONCENTRAZIONI
DI
Ipoclorito di Sodio e Dicloroisocianurato

distanza anti-assembramento). Evidentemente un ambiente chiuso, tanto più con aria secca, con più persone che emettono droplets, può diventare ben contagioso tramite l’aria carica di queste particelle se non vi sono ricambi. Il resto del contagio avviene tramite le superfici se non sono disinfettate.

Una pubblicazione del Journal of the American Society del 4 Marzo 2020 (Airborn Corona Virus) riporta che prelievi aerei in una stanza isolata a Singapore con 3 pazienti con Covid non hanno dimostrato presenza del virus nell’aria, mentre vi era presenza del virus su pavimenti e superfici.

In una indagine ospedaliera sulla ricerca della presenza della Sars 1 pubblicata su Emerging Infectious Diseases del 2004 Vol.10 (5) “Sars in Hospital

Emergency Room” gli autori hanno verificato assenza virale in aria a fronte di vari campionamenti risultati positivi su varie superfici (sedie, tavoli, scaffalature, pavimenti, ecc.).

In questi ed altri studi simili si può supporre che vi siano stati nelle camere dei ricambi d’aria adeguati.

Altri studi riportano le stesse conclusioni, tra questi anche uno nell’ospedale di Wuhan.

Un importante articolo richiamato spesso da altri autori, è quello pubblicato dal New England Journal of Medicine nel Marzo del 2020 (N.V. Doremalen et Al. Aerosol and surface stability of Sars-Cov2) che riporta uno studio sulla sopravvivenza del virus nell’aria infettata con un aerosol di dimensioni inferiori a 5 µm. Le dimensioni sono come quelle droplets che con buona probabilità sono restate in

sospensione nell’aria. La sopravvivenza nell’aria è messa in paragone a quella sulle superfici dopo l’essiccamento delle droplets che sono ricadute.

La misura della carica virale che rimane vitale nel tempo è effettuata con il Test TCID50 (Tissue Culture Infection Dose). Viene effettuata la conta della carica virale al 50% di prelievi da un litro d’aria infettata con il virus, mentre per le superfici si è usato 1 ml di fluido contaminato steso su plastica e acciaio. Il decadimento della dose infettata è indicato (come sempre viene fatto) con funzione logaritmica “Log”. Dopo aver vaporizzato la dispersione di virus Sars-Cov2 con droplets ˂5µm a vari intervalli viene effettuata la conta della disattivazione. Non è stata indicata la RH che si presuppone al 50-60%. I risultati sono riportati nella tabella B Sulle superfici invece si rileva la carica di 100,7 (meno di 10 unità) dopo 72 ore (3 giorni) sulla plastica e dopo 48 ore (2 giorni) sull’acciaio.

Quanto sopra è un’indicazione molto importante se si devono fare delle disinfezioni aeree. La presenza signifi-

cativa del virus nell’aria è tra 3-6 ore dopo l’utilizzo dei locali. Successivamente le droplets o sono ricadute sulle superfici come quelle di dimensioni superiori a 30 µm o hanno perso di infettività come indicato nella tabella B. La trasmissione aerea del contagio è considerata sempre la principale causa di infezione ma appare evidente quando il contagio attraverso l’aria avviene in contemporanea all’immissione del virus nell’ambiente in prossimità del contagiato, mentre la presenza sulle superfici è molto più duratura. Anche un articolo sul Journal of Hospital Infection riporta simili dati (2004; 56 (supl.): 564-569). ■

I dati riportati nell’articolo sono ricavati da pubblicazioni scientifiche su riviste o istituzioni qualificate come l’OMS o WHO (Organizzazione Mondiale di Sanità – World Health Organization), l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), l’ECDC (European Center for Disease Prevention and Control), il Ministero della Salute, il CDC-USA (Center for Disease Control and Prevention americano). Si può accedere facilmente alle pubblicazioni originali, digitando argomenti come “Aerosol and surface stability of Sars Cov2”. I riferimenti bibliografici più significativi sono riportati nel testo. Su internet si possono facilmente ritrovare tali articoli.

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PROTEGGERE i FEDELI dal Covid 19

A Verona il professional cleaning è entrato nelle chiese. L’architetto Stefano Gregolo, Responsabile Sicurezza e Coordinatore Area Tecnica della Diocesi di Verona racconta la sua interessante esperienza.

48 DIMENSIONE PULITO | 09/2021 P P REVENZIONE

Le istituzioni religiose, in particolare chiese e strutture ecclesiastiche, così come gli altri luoghi di culto, hanno dovuto affrontare l’emergenza scaturita dal Covid 19 dotandosi di protocolli di prevenzione e sicurezza assai rigorosi, che hanno richiesto non solo un grande sforzo organizzativo e gestionale, ma anche la scelta di prodotti professionali per la pulizia, la sanificazione e la disinfezione degli ambienti. Abbiamo chiesto all’architetto Stefano Gregolo, Responsabile sicurezza e Coordinatore Area tecnica della Diocesi di Verona, di parlarci dell’impegnativo lavoro svolto in questi due difficili anni, per proteggere i fedeli dalla minaccia del Coronavirus.

La pandemia da Covid 19 ha messo a dura prova la gestione dell’igiene e della salubrità, in termini di prevenzione e sicurezza, delle strutture ecclesiastiche, in particolare delle Chiese, chiamando ad un duro sforzo la Diocesi di Verona. Con quali risultati? Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto. Come tutte le strutture ad alta affluenza, anche quelle ecclesiastiche hanno subito lo stress gestionale e logistico indotto dal Covid19.

La risposta è comunque stata rapida e le procedure di sicurezza proposte fin dal primo momento sono state ben accolte e ben applicate. In particolare il protocollo per la ripresa delle attività, in primis nei luoghi di culto, ha trovato una forte motivazione per ripartire in sicurezza, coinvolgendo il numero più alto possibile di fedeli, rispettando le capienze prescritte e le procedure di partecipazione alle Messe.

Per i protocolli e le procedure di sanificazione e disinfezione nelle Chiese e nei luoghi religiosi, che direttive avete seguito e che risposta c’è stata da parte di parroci e responsabili delle strutture?

Le direttive principali sono state il “Protocollo per la celebrazione delle Messe con il popolo” e tutte le prescrizioni provenienti dal Comitato Tecnico Scientifico, oltre che alle leggi prodotte

sul tema specifico. La risposta dei parroci e dei responsabili delle strutture è stata di grande apertura mentale e capacità di adattamento, anche in tempi brevi nel condividere le normative e i consigli operativi.

Si è fatta strada l’idea che anche questi luoghi di culto/preghiera e ospitalità debbano affidarsi a criteri, prodotti e tecnologie professionali per le operazioni di pulizia e sanificazione? Tutto ciò, nonostante le proverbiali ristrettezze economiche delle parrocchie e di molti altri istituti religiosi?

C’È STATA LA CONSAPEVOLEZZA DELL’IMPORTANZA DELL’UTILIZZAZIONE DI PRESIDI MEDICO CHIRURGICI COME PRODOTTI DI USO QUOTIDIANO PER PASSARE DALLA IGIENIZZAZIONE ALLA SANIFICAZIONE. SI È PUNTATO MOLTISSIMO ANCHE SULLA PROFESSIONALITÀ DEGLI OPERATORI DELLE DITTE SPECIALIZZATE

Direi molto di più, c’è stata la consapevolezza dell’importanza dell’utilizzazione di presidi medico chirurgici come prodotti di uso quotidiano per passare dalla igienizzazione alla sanificazione. Si è puntato moltissimo anche sulla professionalità degli operatori delle ditte specializzate. C’è stato un grande sforzo collettivo sia operativo che di condivisione di intenti, sostenuti anche da contributi straordinari messi a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana.

Quali tecniche, metodologie e parametri sono stati adottati per gli interventi di sanificazione e disinfezione? Con quale frequenza e che tipologia di controlli? Vi sono stati ambienti che, più di altri, hanno richiesto un livello maggiore di prevenzione (mascherine,

distanziamento sociale, colonnine gel, ecc.) e interventi di pulizia, sanificazione e disinfezione più accurati?

Le tecniche di sanificazione hanno avuto un ruolo centrale nel garantire l’operatività, sia che si trattasse dei trattamenti di nebulizzazione meccanica sia che si ponessero in essere attività di sanificazione manuale. I parametri adottati sono stati quelli consigliati dal Governo. Determinare la frequenza degli interventi è stata oggetto di particolare approfondimenti. Alla fine la scelta condivisa è stata quella, soprattutto nella fase iniziale, di una rigida alternanza evento-sanificazione-evento. Le nostre Chiese sono state oggetto di una capillare campagna di gestione dell’emergenza, promuovendo la costante sanificazione personale in entrata e

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Stefano Gregolo, Responsabile sicurezza e Coordinatore Area tecnica della Diocesi di Verona

durante le attività salienti all’interno delle strutture e cercando di garantire sempre un ambiente sanificato. I controlli sono stati spesso affidati a volontari appositamente formati che hanno contribuito anche alla serena fruizione delle strutture ed edifici. Ad esempio le Messe, che fossero svolte all’aperto o al chiuso (nei numeri massimi di previsti) hanno sempre visto la presenza di distributori di gel, obbligo sempre e comunque delle mascherine e il rigido distanziamento che preferisco chiamare personale.

La pulizia e la massima igiene è un elemento fondamentale non solo per una questione di “presentabilità” ma soprattutto per preservare la salute delle persone che frequentano un determinato luogo, impedendo il proliferare di batteri e virus che possono causare anche serie malattie. Un obiettivo non facile da raggiungere nei luoghi di culto, in chiese che presentano le più svariate soluzioni architettoniche e configurazioni delle superfici e degli arredi. Quali traguardi vi siete dati da raggiungere? Come state monitorando il percorso e che mete vi siete dati per il futuro? Gli obiettivi sono stati di dare la massima sicurezza in riferimento alle attuali conoscenze sul virus e alle best-practice applicate. Grande importanza è stata attribuita anche alle tipologie di prodotti utilizzati che non solo non dovevano in nessun modo nuocere alla salute delle persone, ma dovevamo anche tutelare arredi, affreschi, quadri e quant’altro di prezioso nelle chiese e nelle strutture religiose. Abbiamo costantemente monitorato l’incidenza dei casi riconducibili a possibili contagi nelle chiese o nelle strutture diocesane constatando il gran lavoro fatto dai Parroci in primis per contrastare il proliferare dei virus e l’efficacia delle soluzioni messe in campo. Oggi però facciamo tesoro di

questa esperienza e anche a pandemia rientrata cercheremo di mantenere un costante livello di sanificazione delle nostre strutture.

Nelle chiese e nei luoghi religiosi è importante, come in altri luoghi comunitari, promuovere le “buone pratiche” con il posizionamento di colonnine igienizzanti, cartelli esplicativi, ecc. Come avete coinvolto i fedeli e gli ospiti delle strutture religiose per centrare la massima igiene e sicurezza per la prevenzione del Covid 19?

Che esperienza ha maturato in proposito?

Il lavoro principale fatto è stato quello di una costante comunicazione, spiegando sempre dettagliatamente i comportamenti da tenere e il livello di sanificazione previsto all’interno delle strutture. Comunque il livello di conoscenza, ormai patrimonio collettivo di tutti sul tema della prevenzione ci ha aiutato moltissimo. Sono stati mesi molto complessi, ma che hanno fatto emergere la capacità di risposta di un settore, quello delle chiese, e delle strutture religiose che, compatto, ha dato una attenzione elevatissima al problema. ■

50 DIMENSIONE PULITO | 09/2021 P
P REVENZIONE

CELEBRAZIONI LITURGICHE CON IL POPOLO

a cura di Cristina Cardinali Alcune indicazioni per le necessarie misure di sicurezza, cui ottemperare con cura, nel rispetto della normativa sanitaria e delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.

1. ACCESSO AI LUOGHI DI CULTO IN OCCASIONE DI CELEBRAZIONI LITURGICHE

1.1 L’accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell’edificio sia nei luoghi annessi, come per esempio le sacrestie e il sagrato.

1.2 Nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone, il

legale rappresentante dell’ente individua la capienza massima dell’edificio di culto, tenendo conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale.

1.3 L’accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, resta contingentato e regolato da volontari e/o collaboratori che – indossando adeguati dispositivi di protezione individuale, guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento – favoriscono l’accesso e l’uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite. Laddove la partecipazione attesa dei fedeli superi significativamente il numero massimo di presenze consentite, si consideri l’ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche.

1.4 Per favorire un accesso ordinato, durante il quale andrà rispettata la distanza di sicurezza pari almeno 1,5 metro, si utilizzino, ove presenti, più ingressi, eventualmente distinguendo quelli riservati all’entrata da quelli riservati all’uscita. Durante l’entrata e l’uscita dei fedeli le porte rimangano aperte per favorire un flusso più sicuro ed evitare che porte e maniglie siano toccate.

1.5 Coloro che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche sono tenuti a indossare mascherine.

1.6 Venga ricordato ai fedeli che non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali/respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5°C.

1.7 Venga altresì ricordato ai fedeli che non è consentito l’accesso

al luogo della celebrazione a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARSCoV-2 nei giorni precedenti.

1.8 Si favorisca, per quanto possibile, l’accesso delle persone diversamente abili, prevedendo luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni nel rispetto della normativa vigente.

1.9 Agli ingressi dei luoghi di culto siano resi disponibili liquidi igienizzanti.

(“… sulla base degli attuali indici epidemiologici, è possibile la reintroduzione dei cori e dei cantori, i cui componenti dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali file del coro e dagli altri soggetti presenti. Tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet. L’eventuale interazione tra cantori e fedeli deve garantire il rispetto delle raccomandazioni igienico-comportamentali e in particolare il distanziamento di almeno 2 metri.”).

2 IGIENIZZAZIONE DEI LUOGHI E DEGLI OGGETTI

2.1 I luoghi di culto, ivi comprese le sagrestie, siano igienizzati regolarmente al termine di ogni celebrazione, mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti ad azione antisettica. Si abbia, inoltre, cura di favorire il ricambio dell’aria.

2.2 Al termine di ogni celebrazione, i vasi sacri, le ampolline e altri oggetti utilizzati, così come gli stessi microfoni, vengano accuratamente disinfettati.

2.3 Si continuino a mantenere vuote le acquasantiere della chiesa.

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Igiene e pulizia CERTIFICATE

Allegrini SpA ha avviato una partnership con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri per realizzare nuovi protocolli di pulizia e disinfezione degli ambienti

Apartire dalla Business Unit della Detergenza e dallo stretto legame tra scienza e industria del pulito nasce la nuova partnership che lega Allegrini all’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”: due eccellenze italiane accomunate non soltanto dal legame territoriale ma anche dalla passione per la ricerca continua e l’innovazione.

L’obiettivo? Sviluppare un protocollo di igienizzazione e pulizia che sia certificato, condiviso e soprattutto trasparente.

“La sinergia con la Ricerca scientifica è da sempre parte integrante della nostra cultura aziendale - spiega Maurizio Allegrini, socio fondatore e Amministratore Delegato di Allegrini SpA - a partire dalla collaborazione con il San Raffaele di Milano nel 2003 per Primagel Plus, il gel disinfettante per le mani Presidio Medico Chirurgico realizzato ancor prima dell’avvento del Covid per rispondere all’elevato numero di infezioni batteriche contratte all’in-

terno delle strutture sanitarie. Oggi vogliamo rompere nuovamente gli schemi per redigere, con il supporto dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, un protocollo di igiene volto a garantire la sicurezza degli ambienti in tutto il settore hospitality. Ciò valorizza ancora di più il servizio tailor-made che Allegrini garantisce ai suoi clienti: non solo fornitura di prodotti, ma anche consulenza e assistenza, anche postvendita”.

Un percorso che parte da lontano, con Allegrini che, fin dai suoi albori, si è distinta per un approccio scientifico e rigoroso al mondo della pulizia, a partire dall’istituzione di un vero e proprio “Metodo Allegrini” distinto in 5 fasi: sopralluogo iniziale per analizzare minuziosamente ogni ambiente; fornitura delle attrezzature e dei prodotti più adatti a ogni contesto; “servizi tecnici” come la consegna di una reportistica puntuale sui piani di igiene HACCP; formazione (interna ed esterna) attenta e puntuale; controlli periodici per la verifica delle corrette procedure di pulizia e stesura di apposite relazioni post-controlli.

Oggi però Allegrini ha voluto muovere un ulteriore passo avanti:

“Vogliamo strutturare insieme una nuova formula di pulizia certificata, in grado di garantire la sicurezza e la corretta informazione di tutti i viaggiatori per rilanciare il turismo e dare un valore aggiunto non soltanto alle strutture del settore hospitality, ma anche ai loro utenti - spiega Enrico Davoli, coordinatore del Centro di Ricerca Spettrometria di Massa per la Salute e l’Ambiente presso l’IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” -. Come indicato anche dalle linee guida dell’Unione Europea, infatti, la sinergia tra industria e ricerca è sempre più vitale per la crescita e il benessere della comunità. Ecco perché abbiamo intenzione non solo di creare un protocollo di pulizia e igienizzazione condiviso, sicuro e garantito, ma anche di renderlo “tracciabile” da parte dei clienti Tramite QR Code, infatti, potranno visionare facilmente e in qualunque momento la procedura di pulizia effettuata per ciascun ambiente e superficie, dai comodini alla biancheria delle camere, dai tavoli di bar e ristoranti alla qualità dell’aria negli ambienti comuni, scoprendo quali passaggi sono stati eseguiti e quali prodotti sono stati utilizzati”.

09/2021 C C ERTI f ICAZIONI

LA LINEA ECOLABEL DI ALLEGRINI

La linea Ecolabel è la gamma di detergenti ecologici formulata dai laboratori di Ricerca & Sviluppo Allegrini con il fine di soddisfare i criteri del marchio definiti a livello europeo. Il ciclo di vita dei detergenti insigniti dell’etichetta più green d’Europa rispetta l’ambiente in ogni sua fase, riducendo l’impatto ambientale in termini di consumi energetici, inquinamento, produzione di rifiuti, risparmio delle risorse naturali, sicurezza ambientale e protezione dei suoli.

FM5, IL SISTEMA DI DILUIZIONE PROFESSIONALE

IL METODO ALLEGRINI

Accanto all’offerta di prodotti, Allegrini promuove una collaborazione a stretto contatto con il cliente: dall’ascolto delle sue esigenze alla progettazione di una proposta tailor-made, interamente realizzata in Italia. Sopralluogo, consulenza, fornitura di accessori e attrezzature, formazione, assistenza tecnica e controlli periodici completano i servizi di Allegrini, valorizzando ogni linea di prodotto. Il risultato è una partnership orientata alla qualità e alla soddisfazione del cliente.

LA LINEA TOPFORMULA+, I DETERGENTI SUPERCONCENTRATI

Risultato di nuovi investimenti nella ricerca di materie prime eccellenti, la linea TopFormula+ è molto di più di una nuova gamma di detergenti: con innovative formule all’avanguardia, testate per alte performance, è indicata per soddisfare le richieste dei clienti più esigenti. La sua ideazione è stata progettata nei minimi dettagli da un vero e proprio pool di professionisti del settore: i laboratori di Ricerca & Sviluppo di Allegrini, in collaborazione con docenti universitari e ingegneri informatici, hanno pensato di potenziare le performance di pulizia e igiene mediante FMX, un sofisticato impianto di diluizione da 12 detergenti che completa l’offerta top-class di Allegrini.

All’interno del Metodo Allegrini sono previste l’installazione e la taratura di sistemi di diluizione, tra i quali segnaliamo FM5, innovativo sistema di diluizione professionale che, in base al prodotto super concentrato selezionato e ai parametri impostati per la diluizione, è in grado di produrre da 130 a 660 flaconi da 750 ml di prodotto pronto all’uso. FM5 consente un controllo preciso delle quantità utilizzate e, di conseguenza, il monitoraggio dei consumi, dei costi e delle giacenze, con una riduzione della plastica fino all’89%.

Indicato per hotel, resort con oltre 100 camere, ristoranti, strutture sanitarie e imprese di pulizia, si distingue dagli altri sistemi di diluizione per essere dotato di un sistema di filtraggio dell’acqua e di una pompa di aumento pressione che consentono di ottenere una diluizione precisa e impeccabile e per aver vinto, nel 2015, il premio Smart Label per “l’innovazione delle modalità di fruizione, delle tecnologie e dei vantaggi per l’utenza”.

09/2021 | DIMENSIONE PULITO 53

Oli ESSENZIALI tra funzionalità e SALUTE

Nel mondo dell’home care, anche a seguito del forte trend dei prodotti naturali e green, si sta diffondendo in misura sempre più elevata l’utilizzo di soluzioni contenenti oli essenziali

Materie uniche nel loro genere, dalle spiccate potenzialità e dalle numerose proprietà, gli oli essenziali trovano applicazione sia nell’universo professionale del laundry care che nel mondo dell’home care più legato all’universo delle superfici dure.

IDENTITÀ E FUNZIONALITÀ

Nonostante il termine ‘olio essenziale’ venga decisamente utilizzato ed abusato, è necessario considerare la definizione di olio essenziale, secondo le linee guida dell’ECHA (European Chemical Agency). Si definisce olio essenziale la parte volatile di un prodotto naturale, che può essere ottenuta tra-

mite distillazione, distillazione a vapore o spremitura, nel caso degli agrumi. I metodi di estrazione sono numerosi e diversificati, si tratta di prodotti che contengono soprattutto idrocarburi volatili e sono ottenuti da diverse parti di piante: l’olio viene definito “essenziale” perché contiene un profumo distintivo, o essenza, della pianta. Le

T TENDENZE

sostanze naturali complesse (NCS) di origine botanica sono una famiglia di sostanze molto diversificata che sono in particolare utilizzate come ingredienti nelle formulazioni di fragranze e (direttamente o indirettamente) aggiunti a cosmetici e detergenti per il settore della detergenza domestica e professionale. Le NCS sono ben descritte nella norma ISO 9235: 20138 e le più comuni sono oli essenziali, concrete e assolute, oleoresine e resinoidi, estratti di anidride carbonica, infine infusi ed estratti alcolici. Trattandosi di prodotti botanici, ci sono variazioni naturali nella composizione chimica di una NCS ottenuta da un unico genere e specie. Una variabilità che è diretta conseguenza della regione di crescita, delle variazioni annuali di clima all’interno della regione e della parte della pianta da cui si procederà ad ottenere la materia prima. Le strategie di estrazione sono numerose, ognuna delle quali più specifica per un particolare tipo di tipologia di matrice vegetale e di olio essenziale.

MICROINCAPSULATI DI NUOVA GENERAZIONE

Esistono numerosi studi che analizzano il profilo d’inclusione di alcuni oli essenziali all’interno delle microcapsule, soluzioni che permettono di ottimizzare le performance di questa tecnologia. Sempre di più, anche nel settore delle lavanderie professionali, hanno grande rilevanza le microcapsule, in determinati casi sviluppate ormai con tecnologie che permettono di avere prestazioni uniche sul dry cloth, anche dopo procedure ‘estreme’ come la manganatura. Gli oli essenziali trovano applicazione in questo segmento, nonostante i costi degli stessi siano decisamente elevati, per quanto concerne molti degli stessi. Esiste la possibilità di utilizzare tracce degli stessi all’interno del processo formulativo, massimizzando la resa cercando di minimizzare l’investimento iniziale. Si tratta di una tecnologia abbastanza costosa che si applica al settore della detergenza professionale, ma sempre di più la presenza degli oli essenziali sta diventando un valore aggiunto nel mondo delle capsule. In alcuni casi la loro introduzione, infatti, permette di vantare nel prodotto finito alcuni claim di grande attualità e

importanza, come l’attività antibatterica ed antiodore che alcuni oli essenziali, da soli oppure in miscela fra di loro, possiedono da letteratura. In questo modo è possibile riuscire ad individuare alcuni importanti claim che aiutino a differenziare il proprio prodotto da quello dei competitor, riuscendo a proporre soluzioni nuove con prodotti che presentano attività 2 in 1. Una soluzione indubbiamente molto apprezzata dai clienti che possono utilizzare un prodotto finito unico, anziché doversi sobbarcare la necessità di utilizzare diversi articoli. Una scelta, quest’ultima, decisamente interessante anche ai fini di ridurre il notevole impatto ambientale che questi prodotti hanno su vasta scala.

REPELLENZA E NUOVI ORIZZONTI PER GLI OLI ESSENZIALI

Gli oli essenziali sono particolarmente apprezzati in alcune categorie merceologiche per la loro attività repellente, proprietà che li rende molto interessanti per applicazioni in ambito insetticida e surface care. In alcuni paesi di futuro interesse per il mercato home care professionale, come per esempio la Malaysia sono innumerevoli gli studi atti a verificare potenziali e nuove sinergie fra il mondo degli oli essenziali e quello della detergenza pura. Esistono per esempio, importanti ricerche condotte in Malaysia deputate a trovare nuovi orizzonti sinergici: enti universitari indonesiani

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TENDENZE

si sono focalizzati sulla formulazione di un ammorbidente a base naturale con aggiunta di olio di citronella con finitura repellente per insetti e vanillina. L’efficacia dell’ammorbidente è stata valutata conducendo un test di rigidità su campioni di tessuto sia non trattato che trattato con ammorbidente formulato in questo studio. La valutazione dell’efficacia della repellenza contro gli insetti è stata eseguita utilizzando 3 partecipanti umani dello stesso sesso e corporatura ma differenti per gruppo sanguigno, situato in una zona infestata dalle zanzare. Sono stati condotti test normali per valutare l’efficacia dell’ammorbidente con finiture repellenti. L’ammorbidente formulato con finiture repellenti per insetti non è servito solo come buon ammorbidente tessuto ma anche come buon repellente per zanzare. Sulla base dei risultati, questo studio ha rilevato che l’uso di bicarbonato di sodio può migliorare la flessibilità e la morbidezza del tessuto. Inoltre il progetto di ricerca rappresenta un’importante alternativa alla commercializzazione di ammorbidenti a base chimica e prodotti repellenti per insetti con l’uso di quantità minime di sostanze chimiche. Si tratta di

un opzione che rappresenta un indubbio vantaggio nell’ottica di avere prodotti finiti nel settore professionale che possano svolgere un’interessante azione 2 in 1. L’utilizzo degli oli essenziali è molto elevato anche per quanto concerne l’universo dei prodotti surface care, dove sono numerose le soluzioni ricercate di prodotti finiti per la pulizia della grandi superfici che presentino un olio essenziale al suo interno. A livello di claim, ad esempio per articoli destinati alla cura delle grandi superfici nelle case di cura o all’interno delle superfici alberghiere, la possibilità di utilizzare l’indicazione ‘profumata con oli essenziali di..’ rappresenta un valore aggiunto e per questo si moltiplicano le profumazioni realizzate in tal senso. L’azione igienizzante di molti oli essenziali, inoltre, rappresenta il punto di partenza per il loro utilizzo sempre più massiccio in futuro anche nell’ambito del settore professionale, grazie alla loro duplice attività sia come azione profumante che come attività batteriostatica, una duplice azione che risulta molto apprezzata dai clienti e su cui diversi players su scala worldwide si sono direzionati con decisione per le future strategie.

RISCHI E SAFETY PROFILE

Dal punto di vista del profilo ‘safety’ gli oli essenziali rappresentano un prodotto molto spesso dibattuto, ma gli esperti del settore sanno che si tratta di un prodotto molto versatile, che può essere inserito in formulazione senza alcun tipo di problema. Di grande importanza per quanto concerne gli oli essenziali è considerare i VOC, Volatile Organic Compounds emessi dagli stessi. Alcuni di questi COV sono considerati potenzialmente pericolosi secondo le normative federali ma tuttavia, gli oli essenziali sono esenti dalla divulgazione dei loro ingredienti sulla loro etichetta. La percentuale di queste molecole all’interno dei detergenti è, in ogni caso, molto bassa e come tale si tratta di prodotti assolutamente sicuri, per quanto concerne la presenza degli oli essenziali anche in virtù del loro contatto minimale con il derma e l’apparato respiratorio degli utilizzatori. Con il termine “Composti Organici Volatili (VOC)’’ si indica qualsiasi composto di carbonio, esclusi monossido di carbonio, anidride carbonica, acido carbonico, carburi o carbonati metallici e carbonato di ammonio, che partecipano alle reazioni fotochimiche atmosferiche. I VOC presentano diversi livelli di reattività: non reagiscono per formare ozono alla stessa velocità o non formano ozono nella stessa misura. Alcuni VOC reagiscono lentamente o formano meno ozono; pertanto, i cambiamenti nelle loro emissioni hanno effetti limitati sugli episodi di inquinamento da ozono a livello locale o regionale. All’interno del settore professionale gli oli essenziali non rappresentano una problematica importante, se dosati con attenzione all’interno dei prodotti finiti e possono rappresentare un indubbio valore aggiunto. Negli ultimi tempi l’attenzione mediatica si è decisamente spostata verso l’analisi degli effetti avversi che alcuni oli essenziali potrebbero avere sul sistema endocrino e dal punto di vista dermatologico, situazioni che non precludono in ogni caso l’utilizzo all’interno dei detergenti del settore professionale. ■

56 DIMENSIONE PULITO | 09/2021
T

FALPI anche quest’anno VINCE

il PREMIO

ECOLABEL 2021 per  la migliore innovazione progettuale

Falpi ha ottenuto anche quest’anno, un nuovo riconoscimento da parte di Ecolabel UE: il premio per la migliore innovazione. L’azienda biellese, infatti, lo scorso anno aveva già ottenuto il Premio Ecolabel 2020 per la frangia in microfibra MIKRO K.

La Giuria del Premio composta da esperti di tematiche ambientali ad ogni livello, ha voluto motivare così la propria scelta: “L’azienda ha candidato il Mobile Carrellato Kubi Pro Big-Foot per le pulizie professionali, recentemente certificato Ecolabel UE, articolo caratterizzato da performance di resistenza fisica e stabilità eccezionale. È innovativo in quanto realizzato con materiali che portano ad impatti positivi sull’ambiente, attraverso il prolungamento maggiore possibile del ciclo di vita del prodotto, senza gravare sui costi di produzione. Il Mobile Carrellato è progettato per lo smontaggio, consentendo la riparazione, il riutilizzo ed il riciclaggio. Questo prodotto è unico ed innovativo nel mondo del cleaning professionale, difatti Falpi è l’unica azienda in Italia ad aver certificato Ecolabel UE questo tipo di prodotto”.

“Ciò che ci rende più soddisfatti, oltre alla vittoria stessa, è il costante

riconoscimento del nostro impegno a favore dell’ambiente ed è per questo che siamo orgogliosi di essere, da sempre, precursori di una cultura sostenibile ed eco-friendly. Tutti questi passi verso un futuro “sostenibile” attestano come per noi di Falpi sia decisivo coniugare l’innovazione tecnologica, la raffinatezza, la qualità e il rispetto per l’ambiente – affermano Alessandra, Aldo e Andrea Loro Piana, alla guida di Falpi -. In quest’ultima edizione del premio Ecolabel UE è stato premiato il nostro carrello Kubi Ecolabel, presentato ufficialmente durante la fiera Issa Pulire a Verona. Un prodotto che garantisce elevate performance ambientali, assicurando gli stessi standard dei modelli Kubi ormai conosciuti dal mondo del cleaning. Questo premio conferma che il nostro impegno è riconosciuto e che i prodotti Falpi sostenibili e certificati sono da considerarsi delle eccellenze Made in Italy”.

09/2021 | DIMENSIONE PULITO 57 P PREMIO ECOLABEL

ASPIRAPOLVERE/ liquidi: il comparto è RIPARTITO alla grande

Superato il 2020, con tutte le problematiche che lo hanno accompagnato, le macchine per il cleaning professionale e, in particolare, il segmento delle aspirapolvere/liquidi, stanno vivendo una ripresa significativa. Attenzione alle esigenze dei clienti in termini di qualità, servizio ed ecosostenibilità al centro delle proposte delle aziende del settore

Archiviato il 2020 pesantemente condizionato dalla pandemia, il 2021 ha confermato quanto già era emerso a fine dello scorso anno. Il lock down aveva spostato il focus su mascherine, camici, gel disinfettanti e prodotti sanificanti, rallentando in maniera consistente gli investimenti in macchine per la pulizia e attrezzature. Passata la fase della paura è però iniziata quella della reazione che si è palesata attraverso la maggiore attenzione da parte di tutti, in particolare di imprese, strutture sanitarie, scuole, nei confronti della pulizia, dell’igiene e della sanificazione. Motivo per cui gli ultimi mesi del 2020 hanno lasciato intravedere una ripresa dei consumi e degli investimenti in macchine per la pulizia che, se non sufficienti per compensare le perdite della prima parte dell’anno, hanno riacceso la fiducia dell’intero comparto.

58 DIMENSIONE PULITO | 09/2021 M MERCATO

Un andamento che lentamente si è consolidato anche nella prima parte del 2021, fino ad arrivare a prospettare una fine dell’anno con crescite dei fatturati a doppia cifra. “Per Diversey - dice Simone Coccato, Sector Leader BSC & TASKI dell’azienda in Italia – il mese di agosto ha segnato una conferma sul trend positivo che ha caratterizzato la vendita del comparto Aspirapolvere/liquidi da gennaio 2021 a oggi. Registriamo vendite del 30% superiori allo stesso periodo del 2020 e circa 10% in più rispetto al 2019. I contributi erogati al comparto pubblico a supporto e contrasto della pandemia hanno aiutato a sensibilizzare gli addetti ai lavori a una maggiore attenzione e di conseguenza molte risorse sono state veicolate su attrezzature professionali. Il ripopolamento dei luoghi di lavoro permetterà

anche alle imprese di tornare, seppur in volume minore rispetto al passato, di certo con frequenze del cleaning moltiplicate, a garanzia di un protocollo di sanificazione ben definito.”

La ripresa totale delle attività con l’inizio dell’autunno è un motivo di fiducia in più per Maurizio Calianno Amministratore di Elsea: “il nostro settore ha subito un forte incremento, il ritorno in presenza delle attività scolastiche e lavorative sarà sempre più preziosa l’attenzione verso il cleaning e la sanificazione.”

Un 2021 superiore alle attese anche per Luca Pedrotti Sales & Marketing Director di Ghibli & Wirbel. “I risultati che abbiamo raggiunto nel corso di quest’anno sono molto positivi non solo se confrontati con il 2020 che, come sappiamo, è stato caratterizzato da vari lock down, ma soprattutto con il 2019 rispetto al quale registriamo una crescita a doppia cifra. E tutto ciò nonostante l’aumento indiscriminato dei prezzi delle materie prime, in particolare di quelle che usiamo maggiormente quali acciaio, rame, plastiche. La nuova incognita, purtroppo, potrebbe essere l’impennata dei costi energetici.” Ottimi risultati confermati anche da Vito Palmisano Managing Director di Kemak Group. “Il bilancio è positivo soprattutto per la ripresa dell’export con crescite costanti a doppia cifra, sebbene anche il mercato interno si stia confermando in crescita in questo 2021.” Più cauto ma ottimista anche Ercole Bibiano, Direttore commerciale di Klindex. “Per quanto riguarda Klindex nel suo complesso, il 2021 è certamente un anno positivo e riteniamo che si concluderà con un leggero incremento con speciale riferimento alle vendite estere.”

Soddisfatto per l’andamento dei primi nove mesi dell’anno e per le prospettive degli ultimi rimanenti Dante Rossetti, Responsabile marketing di Lavorwash “Il mercato nel suo complesso è molto attivo. Con la riapertura delle scuole e degli uffici pubblici ci aspettiamo una crescita ulteriore della domanda. Anche i dati dell’Export sono positivi e il trend è in costante crescita.”

Anche Makita segna una tendenza alla crescita per il comprato cleaner, come spiega Luca Gilardi Direttore commerciale: “l’azienda ha impostato attività dedicate che hanno riscosso un riscontro positivo sul mercato in particolare su alcune tipologie di prodotto indirizzato alla pulizia nel settore industriale in quello turistico e automotive.”

Ottimista anche Michele Colombi, Responsabile commerciale Synclean, il quale sottolinea come il Covid abbia mutato il mercato nel suo complesso. “Tutte le richieste della clientela a livello nazionale e internazionale sono state condizionate dalla pandemia, per cui le aziende hanno puntato su nuove macchine e nuove soluzioni per la sanificazione. Anche Synclean ha saputo adattarsi a questa nuova situazione tanto che il 2020 si è chiuso in pareggio rispetto al 2019 che è stato un anno decisamente buono. L’anno in corso ci

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Aspirapolvere X15B con batteria al litio 36Vdc senza cavo, dal design innovativo e funzionale Maurizio Calianno, Amministratore di Elsea Simone Coccato, Sector Leader BSC & TASKI di Diversey Aspirapolvere ad alta efficienza TASKI AERO 8/15 PLUS

sta dando ulteriori soddisfazioni per cui pensiamo di chiudere con un deciso segno più. La riapertura delle attività darà nuovo ossigeno soprattutto alle imprese di pulizia che gioco forza avevano ridimensionato i loro progetti.” Sulla stessa lunghezza d’onda, Franco Arata Area manager di TMB: “Il 2020 era partito bene poi con il covid ha spiazzato tutti per cui da marzo fino a dopo l’estate il calo nella vendita delle macchine è stato evidente, mentre altri comparti, per esempio la vendita di prodotti chimici, mascherine, se ne sono avvantaggiati. Il 2021 è partito lentamente ma piano piano ha recuperato terreno. TMB non solo ha già recuperato le perdite del 2020, ma conta di chiudere l’anno con un incremento variabile tra il 20 e il 25%. Tutto questo nonostante l’aumento dei prezzi delle materie prime che ci ha portato a rafforzare i rapporti di partnership con i nostri fornitori che hanno capito la gravità della situazione venendo incontro alle nostre legittime richieste.”

CLIENTELA PIÙ ESIGENTE ED ECOSOSTENIBILITÀ

DEI PRODOTTI

Come sottolineato dai nostri interlocutori, parallelamente a una maggiore generalizzata sensibilità nei confronti della pulizia e della sanificazione degli ambienti e delle superfici, è aumentata anche la richiesta di prodotti di qualità, affidabili ed ecosostenibili, in combinazione con un servizio di assistenza e consulenza considerato un vero valore aggiunto.

Dal punto di vista tecnologico, pertanto, le linee guida sono quelle che puntano a rendere il lavoro degli operatori il più confortevole e sicuro possibile il che vuol dire maneggevolezza, ergonomia, bassa rumorosità.

A queste caratteristiche oggi più che mai si affianca il concetto di ecosostenibilità motivo per cui negli ultimi anni sono stati fatti notevoli investimenti su motori ad alta efficienza energetica e sull’impiego di materiali riciclati che coinvolge l’intera filiera produttiva.

Simone Coccato sottolinea l’importanza dei sistemi di filtrazione. “La pandemia ha alzato il livello di attenzione nei confronti della pulizia e in particolare le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità hanno segnato specificità precise, sistemi di filtrazione dell’aria esausta, riduzione dei consumi energetici e del rumore, sono alla base delle specifiche richieste. Diversey, con il marchio TASKI, investe da oltre 60 anni per onorare le richieste del mercato del cleaning professionale. Le innovazioni proposte che caratterizzano le nostre apparecchiature di aspirazione, si basano su pilastri imprescindibili da sempre, che onorano le più rigide norme anche in materia di CAM 2021. Sicurezza degli operatori, risparmio energetico - tramite un motore digitale che consuma in modalità ECO solo 295 watt combinato a un design che si ispira alle turbine degli aeromobili, permette di garantire performance paragonabili ad apparecchi da 1.200watt -, filtri HEPA H13 a garanzia del filtraggio delle polveri esauste, pressione

sonora di solo 50Db in modalità Eco, materiali plastici 100% riciclabili sono solo alcune delle peculiarità della linea TASKI. L’ultima novità, che abbiamo presentato alla recente fiera Pulire è TASKI AERO 3500, un concentrato delle migliori innovazioni presenti sulla gamma AERO amplificate in una macchina uomo a bordo, larga solo 58cm, in grado di attraversare porte domestiche, permette di aspirare e spazzare fino a 2100mq ora di pavimenti indoor. “Ma non solo - continua Coccato -. Stiamo per lanciare una nuova piattaforma che racchiude tutte le soluzioni in casa Diversey necessarie per onorare i nuovi Criteri Ambientali Minimi 2021, oltre che un contenitore delle ultime novità, un sito interattivo che permetta ai clienti di collettare velocemente tutte le informazioni richieste dalle stazioni appaltanti. Molto legato

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M MERCATO
Ercole Bibiano, Direttore commerciale Klindex Vito Palmisano, Managing Director di Kemak Group Aspirapolvere Tool Pro WDA per polveri pericolose con scuotifiltro automatico proposto da Ghibli & Wirbel Luca Pedrotti, Sales & Marketing Director di Ghibli & Wirbel

al mondo Industria 4.0 è l’IntelliTrail, una “scatola nera”, che invia una serie di dati, tra i quali, geolocalizzazione, produttività, manutenzioni, sono tutte monitorabili da remoto e permettono tramite un cloud di condividere dati in qualsiasi momento con qualsiasi cliente ne abbia l’accesso.”

Secondo Maurizio Calianno il mondo manifatturiero viaggia sempre più deciso verso un’economia green. “Elsea da sempre è improntata sul green. In quest’ottica, i nostri prodotti faranno ulteriori passi in avanti in quella direzione. Puntiamo molto anche sulla digitalizzazione del servizio alla clientela, infatti, il nostro customer service lavora giornalmente con strumenti digitali in gradi di rendere il servizio sempre più rapido ed efficiente.”

«Per Ghibli & Wirbel – dice Luca Pedrotti – il tema della “green economy” è estremamente importante. Investiamo continuamente per migliorare dal punto di vista qualitativo e ambientale la nostra flotta in tutte le fasi del ciclo di vita della macchina, dalla selezione dei fornitori al fine vita. Tra gli aspirasolidi/liquidi, la novità si chiama WDA con sistema automatico di pulizia del filtro che rappresenta la soluzione ideale per lavorare in modo continuativo e al top delle prestazioni in taluni ambiti industriali, quali per esempio l’automotive.»

Anche Vito Palmisano vede nella green economy il futuro del settore. “Rispar-

mio energetico, modelli a batterie e sanificazione professionale sono i tre elementi maggiormente richiesti dal mercato in questo momento. Questo ci porterà a compiere notevoli investimenti per fare in modo di essere sempre pronti a soddisfare queste esigenze. Oltre ai generatori di vapore e i sanificatori, anche gli aspirapolvere professionali sono in ripresa costante. Alla fiera Pulire di Verona, Kemak ha presentato una linea di aspirapolveri trifase in linea con i paradigmi di industria 4.0 e modelli di aspiratori a batteria impatto zero, insieme alle nostre linee che ci caratterizzano nel mercato con prodotti adeguati a tutti i settori di utilizzo.”

Alla domanda quali sono le caratteristiche di prodotto che vengono maggiormente apprezzate dal mercato, Ercole Bibiano fa riferimento alla specializzazione di Klindex. «La nostra azienda è specializzata in macchine aspirapolvere professionali studiate per lavori gravosi come aspirazione di grandi quantità di polvere. Per tale motivo, le richieste che riceviamo sono riferite a macchine con ottime capacità filtranti e possibilmente con pulizia automatica dei filtri, per questo proponiamo un apparecchio, di cui deteniamo il brevetto, denominato ASC “Automatic Self Cleaning” dei filtri.»

vere è silenziato così da evitare anche l’inquinamento acustico. A Pulire 2021 abbiamo presentato il nuovo aspirapolvere industriale Supervak 200 T7 con motore da 7 kW e pulizia completamente automatica dei filtri.”

Per quanto riguarda il servizio Bibiano ricorda che Klindex dispone di una scuola per insegnare a tutti i clienti sia italiani che stranieri come levigare, lucidare, proteggere e fare manutenzioni di tutti i tipi di pavimenti. “La consulenza non viene svolta solo presso la nostra sede, ma anche sui cantieri in tutto il mondo.”

Edward è una linea di macchine per riciclare i cartoni usati trasformandoli in maglie o rete che vengono poi usati per l’imballaggio: queste macchine sono poi collegate a un aspirapolvere per aspirare il pulviscolo che si crea nella fase di lavoro

Chiediamo anche a Bibiano quanto è importante per la sua azienda il tema dell’ecosostenibilità. “Per noi è un tema fondamentale. Non a caso la nostra azienda da molti anni produce una serie di macchine per il riciclaggio dei cartoni usati. Inizialmente, queste macchine furono da noi pensate e progettate a uso interno al fine di ridurre lo spreco di plastica e di materiali inquinanti usati per l’imballaggio. Successivamente, avendo intuito la grande potenzialità di queste macchine, abbiamo deciso di avviare la produzione e la vendita delle stesse sotto il marchio Edward. La loro funzione è quella di riciclare i cartoni usati trasformandoli in maglie o rete che vengono poi usati per l’imballaggio riducendo notevolmente il consumo di plastica, pluribolle, politilene e altri materiali inquinanti.  Queste macchine sono poi collegate a un nostro aspirapolvere per aspirare il pulviscolo che si crea nella fase di lavoro. Tale aspirapol-

La green economy indirizzerà anche le scelte strategiche e tecnologiche di Lavorwash. “Si parla molto e sempre più spesso di prodotti green e di un’economia che in generale deve essere sempre più attenta all’ambiente – dice Dante Rossetti. Stiamo analizzando la possibilità di rivedere l’intera gamma con degli accorgimenti tecnici sempre più attenti all’impatto ambientale e ai dettami di Industria 4.0. Le nostre macchine sono molto richieste sul mercato, in particolare nel corso di quest’anno sono andate per la maggiore le aspira-

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Lavor Silent: Aspirapolvere Lavor Silent di Lavorwash Dante Rossetti, Responsabile marketing di Lavorwash

MMERCATO

polveri 2/3 motori e le lavamoquette. In generale tutta la gamma ha visto incrementare le richieste grazie anche alla varietà e completezza dell’offerta e a un servizio al cliente di alto livello.” “Makita propone sia prodotti a filo orientatati principalmente a gestire le polveri derivate negli ambienti di lavoro e a salvaguardare la salute degli operatori, che prodotti a batteria con un’ampia proposta di gamma in espansione in grado di soddisfare diverse esigenze - spiega Luca Gilardi. In virtù di un vastissimo assortimento di elettroutensili professionali molto conosciuti nel mercato che utilizzano le stesse batterie, i cleaner Makita a batteria vengono facilmente recepiti come prodotti di qualità. In particolare, su questa gamma ergonomia e prestazioni devono andare di pari passo in considerazione anche del fatto che il settore annovera una elevata presenza di manodopera femminile.»

E che posto occupa l’ecosostenibilità all’interno del mondo Makita?: “L’ambiente è un fattore primario per l’Azienda nella ricerca di soluzioni e materiali che garantiscano il minor impatto possibile sia in utilizzo che a fine ciclo di vita. L’aspiratore/soffiatore che è stato prescelto durante ISSA come finalista del premio prodotto dell’anno va in questa direzione e ha trovato un riscontro sia in ambito privato che in quello professionale oltre che alle performance anche grazie alla compattezza e al peso ridotto associate a soluzioni tecnologiche che garantiscono prestazioni elevate in utilizzo. Il 2021 ha

visto una crescita generale compatibilmente con la sempre crescente conoscenza sul mercato dei nostri prodotti. Tutta la gamma di aspiratori, sia compatti che a zaino che in versione robot, ha contribuito a soddisfare richieste di diverse imprese del settore. I nostri dimostratori hanno eseguito prove in svariate location in ambito turistico, dagli alberghi di lusso agli agriturismi, così come in ambito industriale e di servizio in magazzini ed uffici, senza dimenticare il settore trasporti; comparti in forte ripresa dopo il periodo di stallo forzato. Ma Makita guarda anche avanti. Stiamo sviluppando dei pulitori a batterie anticipando le richieste del mercato con prodotti dotati delle migliori tecnologie oggi disponibili. Motore BL, filtro Hepa, batterie a lunga durata, sistemi di ricarica veloci e affidabili, prestazioni paragonabili o superiori agli utensili a filo. Design equilibrato e compatto, peso contenuto, ricerca e sviluppo di progetti con l’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale. Ergonomia sofisticata. La principale tecnologia che ha rivoluzionato il modo di lavorare è il wireless. Questo ha garan-

tito la massima mobilità all’operatore nel rispetto del comfort e sicurezza di utilizzo. L’assenza di cavi di alimentazione ha consentito lavorazioni fino a oggi impossibili o molto difficili e pericolose. Un aspiratore a batteria si può usare ovunque vi è la necessità di intervento. Su un’imbarcazione, nelle case su alberi dei parchi avventura.”

Il servizio è un elemento fondamentale per Makita che si riflette nella struttura aziendale, a partire da una nuova sede con magazzino integrato di 16.000

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Edoardo Savoldi, a sinistra, titolare di Synclean e Michele Colombi, Responsabile commerciale di Synclean Makita sta sviluppando pulitori a batterie dotati delle migliori tecnologie oggi disponibili: motore BL, filtro Hepa, batterie a lunga durata Luca Gilardi, Direttore commerciale Makita

metri quadri in grado di garantire un servizio eccellente di consegne su tutta la gamma utensili / accessori e ricambi in tempi brevi ed una officina interna e più di 200 Centri Assistenza sul territorio italiano per riparazioni garantite e rapide. Synclean è considerata leader mondiale nei ricambi per la pulizia industriale per numero di articoli multimarca offerti. Cambiando le tipologie di macchine, i prodotti chimici e gli impieghi anche l’azienda lodigiana deve adattare la propria offerta alle nuove esigenze del mercato. Lo stesso discorso vale per l’impiego di prodotti realizzati con materiali da riciclo. Per quanto riguarda la fiera ISSA Pulire, Michele Colombi apprezza molto la svolta verso le imprese di pulizie che hanno fatto gli organizzatori. “Il target della manifestazione si è orientato maggiormente verso le imprese di pulizie e di servizi che hanno risentito maggiormente della crisi indotta dalla pandemia. Di conseguenza anche l’offerta degli espositori è stata tarata su macchine e attrezzature di dimensioni e potenze più adatte a questo tipo di utilizzatore.

L’offerta Synclean si adatta chiaramente anche a questo tipo di target. Parlando di fiera è stato particolarmente apprezzato il corner dedicato all’e-commerce che presentava il nostro sito grazie al quale abbiamo voluto creare una catena produttiva che rispondesse nelle 24/48 h – a volte anche meno di 24 h – alla necessità di pezzi di ricambio da parte dell’utilizzatore finale.”

Secondo Franco Arata di TMB il Covid ha avuto il merito di portare una selezione del mercato. “I tempi di consegna lunghissimi hanno frenato le importazioni di macchine per il cleaning provenienti dalla Cina favorendo la produzione locale. Questa situazione ha spostato la scontro tra concorrenti più sul campo della qualità che del prezzo, ovviamente entro determinati limiti all’interno del mercato. Di conseguenza sono stati fatti molti investimenti in ricerca e sviluppo per lanciare macchine aspirapolvere/liquidi con caratteristiche più innovative e maggiormente rispondenti alle nuove esigenze degli utilizzatori. Per esempio, per quanto riguarda gli aspirapolvere, c’è una serie di pro-

blematiche che più o meno si verificano con frequenza: il motore che si guasta, il tubo flex che si rompe, il cavo che si rovina. Pensando quindi di agevolare la vita dell’utilizzatore abbiamo lanciato una nuova linea chiamata Meta Vac che risolve la quasi totalità di questi problemi. Oltre all’elevata potenza di aspirazione e il basso livello di rumorosità, queste aspirapolvere consentono una rapida e facile sostituzione del motore, hanno il fissaggio del cavo di alimentazione studiato per evitarne la rottura e il tubo flessibile a doppio spessore. Per quanto riguarda l’attenzione all’ambiente, abbiamo iniziato il processo di conversione di tutte le nostre linee classiche in plastica riciclata al 75-80% ovviamente contando anche sull’apporto dei nostri fornitori.” ■

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Meta Vac è un aspiratore per la pulizia di manutenzione quotidiana proposto da TMB Panoramica di motori di ricambio offerti da Synclean Franco Arata Area manager di TMB

COMUNICARE a un pubblico (di clienti) per lasciare IL SEGNO

Da sempre l’uomo si è trovato davanti a persone alle quali comunicare qualcosa, con le quali affrontare e condividere idee o affrontare difficoltà; ebbene la capacità di comunicare in pubblico in modo efficace è un’abilità indispensabile per dimostrare una leadership efficace e che lasci un segno. Sembra scontato sottolineare l’importanza di trasferire credibilità di ruolo e concretezza quando si presenta un prodotto o un servizio ad un cliente, oppure semplicemente durante una riunione con i propri colleghi o i propri collaboratori, eppure in anni di attività consulenziale in aziende private e pubbliche ci troviamo davanti persone che non danno un’importanza strategica alla loro comunicazione!

Ebbene sì, sembra che la forza del contenuto sia ritenuta sufficiente affinché

arrivi dall’altra parte, al pubblico. Tuttavia sappiamo benissimo, in cuor nostro, che non è così.

Quali sono i segreti della comunicazione efficace, quali i “trucchi” del mestiere di un attore, i segreti di chi ci affascina in una vendita, su un palco o, semplicemente, ci lascia una traccia importante del loro passaggio nella nostra memoria, come un’esperienza d’acquisto da non dimenticare?

Potremmo rispondere a queste domande rivolgendole a chi ha calcato le scene e ha studiato per onorare l’aspettativa del proprio uditorio ovvero a chi ha studiato da attore.

Non neghiamo di aver fatto la scuola di teatro d’improvvisazione e di aver calcato le scene qualche volta, ma oggi più trainer e consulenti che attori (o forse form’attori), abbiamo qualcosa che vorremmo condividere con voi su questo tema.

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Fabrizio Pirovano Marco Monti
“La vita è un palcoscenico”, scriveva William Shakespeare, e non aveva tutti i torti

Innanzi i basics che devono essere chiari a tutti i comunicatori:

1. Non si può non comunicare1

2. L’efficacia della comunicazione risiede nel responso che si ottiene (feedback) e non nelle intenzioni.

3. Il pubblico è creditore.

Affrontiamo nel dettaglio questi tre punti e vediamo come possano essere adattati al caso di un venditore nella gestione di una presentazione ai clienti.

IL PRIMO PUNTO:

“Non si può non comunicare” è un assioma assai noto che mette in evidenza come ogni gesto, ogni atteggiamento, ogni pausa, ogni comportamento produca degli inevitabili effetti sui destinatari; questo significa che è bene essere pienamente consapevoli che possiamo influenzare adeguatamente il nostro cliente attraverso un uso appropriato e strategico del nostro linguaggio non-verbale (gesti, posture e sguardi) così come l’uso puntuale della voce e, poi, delle argomentazioni.

Se ci poniamo in modo saccente, da “esperti tecnici del settore”, anche se ciò rispecchia la nostra posizione pro-

1 Paula Watzlawick ne “La pragmatica della comunicazione umana”, Astrolabio

fessionale, non significa che ciò basti per fare arrivare il messaggio là dove desideriamo e, soprattutto, con l’efficacia che vogliamo.

Le nostre pause, se giuste, sottolineeranno la rilevanza del messaggio mentre se usate male faranno addormentare!

Il fatto di non guardare i clienti a favore dei nostri prodotti corrisponde a farsi i fatti propri mentre l’interlocutore si sta rivolgendo a noi: che scorrettezza!

Possiamo quindi riassumere il primo punto con questi principi chiave dell’arte del public speaking2:

■ La voce, che impatta per il 38% sull’efficacia della comunicazione sintonica, governa l’attenzione del cliente ed è lo strumento chiave per sottolineare, come un evidenziatore, alcuni concetti più importanti rispetto ad altri. Se vogliamo sottolineare un messaggio ci basterà introdurre una pausa preparatoria prima e questa alzerà l’attenzione e l’aspettativa dell’interlocutore; poi, dopo aver marcato il messaggio (breve), inseriremo un’altra pausa di chiusura a valle di un tono della voce calante. Così funziona.

2 Fabrizio Pirovano: “Le ultime parole fumose. Cosa dire e fare ma soprattutto NON dire e non fare quando si parla in pubblico”. Sperling&Kupfer

■ Lo sguardo rientra nella comunicazione non-verbale (gesti, posture ecc.) tuttavia noi preferiamo dare allo sguardo una dignità propria e indipendente per una ragione molto semplice: lo sguardo è il mirino della nostra comunicazione! Se non guardiamo in faccia il nostro cliente mentre parliamo non potremo mai far capire che ciò che stiamo dicendo è pensato proprio per te che mi stai incrociando lo sguardo

■ I gesti e le posture (che pesano il 55%) aggiungono ovviamente efficacia alle nostre parole. I gesti non dovrebbero essere eccessivi, ma sufficienti per sottolineare ciò che stiamo dicendo favorendo una visione tridimensionale ai nostri interlocutori. È come dire che il nostro messaggio, sostenuto dalle parole e dalla voce, si arricchisce di gesti e sguardi che lo rendono completo a 360°.

IL SECONDO PUNTO:

“L’efficacia della comunicazione risiede nel responso che si ottiene e non nelle intenzioni” significa che le aspettative del venditore sono ovviamente importanti ma mai quanto il risultato del lavoro fatto. La volontà di trasmettere dei contenuti non è mai sufficiente per riuscire a trasmetterli!

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MM ARKETIN g

Quante volte ci è capitato di sentir dire che certi tipi di clienti fossero ostici e che nulla si potesse fare per convincerli… niente di più errato: la responsabilità dell’efficacia della comunicazione è in capo al venditore e basta. Ci possono essere certamente situazioni difficili ma è piuttosto disarmante sentire venditori convinti di aver fatto bene il loro lavoro a prescindere dal feedback. Per questo lo scopo di un venditore, così come quello di un attore in scena, deve sempre essere quello di rispondere a un bisogno atteso del pubblico (i clienti) e non di “imporre” il bisogno come se fosse calato dal cielo e

il venditore avesse il potere divino di influenzare l’attenzione per la sola ragione di avere una qualche motivazione importante per farlo. In altri termini stiamo sottolineando una delle credenze errate più gravi e ricorrenti dei venditori “vecchia maniera”: «ciò che si dice conta perché conta chi lo dice» . Incompleto! «Ciò che si dice conta perché conta chi lo dice e, siccome conta, sa anche dirlo!».

IL TERZO PUNTO:

“Il cliente è creditore”. Sì, il cliente è creditore nei confronti del venditore per una semplice ragione: ha un lucro

cessante dato dal tempo che spenderà ad ascoltarvi e si aspetta, giustamente, che sia un tempo proficuo, in grado di compensare la rinuncia ad altre attività parallelamente sacrificate per l’occasione d’acquisto. Se non sarà così andrà a comprare da un’altra parte. Naturalmente l’aspettativa del cliente è frutto dell’esperienza, e ciò non è confortante se consideriamo che la maggior parte delle esperienze della “parte lesa” (il cliente) è negativa a causa di venditori saccenti, autoreferenziali, disinteressati alla priorità dell’interlocutore e convinti che “la forza del contenuto” sia più che sufficiente e che le tecniche di comunicazione persuasiva, di public speaking siano, per loro, ovviamente tempo sprecato.

Due parole, infine, vanno spese a favore del contenuto per non sembrare assurdo nel sottolineare l’efficacia di una argomentazione di vendita solamente in base all’abilità di erogarla. Ciò che diciamo è indubbiamente importante e non sia mai che raccontare sciocchezze passi inosservato perché siamo bravi a raccontarle, ancorché esista il concetto di menzogna la quale sussiste proprio grazie all’abilità di travisare la verità. Ciò che diciamo, frutto della nostra competenza, della nostra preparazione e anche ciò che interessa in genere al cliente, rischia di perdere il valore che ha perché il venditore è noioso e distaccato!

IN CONCLUSIONE

L’unione del contenuto - ciò che diciamo - e della forma - come lo diciamooffrirà il 100% della nostra efficacia ad una clientela che sarà lieta di ascoltare, di ricordare e, soprattutto, di acquistare, attivando un proficuo passaparola. Gli attori si preparano moltissimo su cosa dire e altrettanto è l’impegno sulla preparazione a come dirlo. Facciamo in modo che le riunioni, le presentazioni siano un giusto mix tra contenuto e forma: il pubblico di acquirenti ringrazierà. ■

66 DIMENSIONE PULITO | 09/2021

Il settore del cleaning professionale si è specializzato, e si è evoluto tecnologicamente. Un bagaglio teorico di conoscenze si rende necessario per stare al passo con i tempi, capire il mercato, comprenderne i diversi aspetti, per sviluppare nuovi strumenti, nuove metodologie e nuovi modi di comunicazione, fermo restando l’importanza dell’esperienza fatta “sul campo”.

La Linea Guida “L’azienda nell’azienda”, realizzata da Mauro Martini, uno dei maggiori esperti del settore, è uno strumento di lavoro dedicato alle diverse figure professionali che compongono il mondo del cleaning. “L’azienda nell’azienda” si articola in tre volumi: La cultura del pulito, L’analisi, L’azione.

In questo capitolo si affronta il tema della sicurezza sul lavoro. La legge 626 ha sicuramente dato nuovo impulso al tema della sicurezza, stimolando la stesura di numerosi opuscoli e manuali e portando a un notevole incremento dei corsi di formazione, tuttavia gli incidenti sul lavoro rappresentano ancora una piaga sociale di non facile soluzione. Nonostante maggiore informazione, controlli più frequenti e una legislazione più completa non si ottengono risultati più soddisfacenti perché manca la cultura della sicurezza che mantiene alto il livello di attenzione, infatti, la ripetitività delle operazioni crea la tendenza ad abbassare la guardia.

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Percorso di Formazione Mauro Martini, l’autore
L’azienda nell’azienda Volume Volume Volume I II III LA CULTURA DEL PULITO • Motivazioni e presentazione • La riunione • Cristallizzazione e sviluppo, la tensione creativa • Le culture operative • La terziarizzazione dei servizi • Le fasi contrattuali • La qualità • La dorsale dell’appalto • Formare il formatore L’ANALISI • Il sopralluogo • La ricognizione ambientale • Rilievi metrici e numerici • Sporco e rivestimenti • Mappa delle criticità • I veicoli della trasmissione • L’analisi dei tempi • Visibilità del piano delle frequenze e delle operazioni • Fornitore e forniture L’AZIONE • Operazioni preventive • La qualità della prestazione • Operazioni della linea d’uso • Operazioni della linea luce • Operazioni della linea ombra • Operare in sicurezza • Set operativo • Attrezzi, macchine • Le risorse umane
Linea Guida

Percorso di Formazione Capitolo 6

Operare in sicurezza

3.6.1 La cultura della sicurezza

3.6.4 Diligenza

3.6.1 LA CULTURA DELLA SICUREZZA

La legge 626 ha sicuramente dato nuovo impulso al tema della sicurezza sul lavoro stimolando la stesura di numerosi opuscoli e manuali e portando a un notevole incremento dei corsi di formazione, tuttavia gli incidenti sul lavoro rappresentano ancora una piaga sociale di non facile soluzione.

La domanda che sorge spontanea è: “Perché nonostante maggiore informazione, controlli più frequenti e una legislazione più completa non si ottengono risultati più soddisfacenti?”

La risposta non può che essere questa: “manca la cultura della sicurezza che mantiene alto il livello di attenzione, infatti, la ripetitività delle operazioni crea la tendenza ad abbassare la guardia”.

La cultura della sicurezza non nasce dalla paura dell’incidente, né per le immagini raccapriccianti di una disgrazia, ma si alimenta nel momento in cui la sicurezza diventa un elemento tecnico di un’operazione ed è trattata alla stregua delle altre, diventando parte integrante del bagaglio tecnico dell’operatore. Il maggior numero di incidenti è causato dal pressapochismo e dall’incapacità tecnica degli stessi impresari che non sono in grado di preparare adeguatamente gli operatori. Il fatto che la sicurezza sia un problema tecnico è confermato dai primi soccorsi prestati ad una persona che ha avuto un incidente o un malore in attesa dell’intervento del medico o di personale qualificato. In questo caso devono essere applicate delle procedure ben precise, altrimenti è meglio non intervenire.

Iniziamo con le operazioni da effettuare sempre:

1. allontanare la folla (lasciare spazio libero intorno all’infortunato)

2. esaminare l’infortunato (constatare se si tratta di asfissia, di emorragia, di perdita dei sensi o altro)

3. dare l’allarme (telefonare al 113 o al 118). Questa operazione è generalmente preceduta dalla messa in atto del piano di emergenza interno. Chi rileva l’emergenza avvisa il guardiano o il personale in carico della gestione dell’emergenza.

4. praticare, se si è in grado, le metodiche d’urgenza (respirazione artificiale, arresto di emorragie, posizione laterale di sicurezza).

La formazione per innestare la cultura della sicurezza deve potersi sviluppare attraverso itinerari alternativi che sappiano toccare la sensibilità. La sicurezza è un tema affascinante se visto in chiave tecnica, infatti, conoscere la segnaletica, il simbolo, aiuta a riconoscere l’avversario, mentre la conoscenza degli effetti di un evento traumatico aiuta a predisporre le soluzioni di emergenza che possono sempre manifestarsi nonostante la buona impostazione di un piano di sicurezza. Sapere in linea di massima qual è la tipologia dell’incidente in cui si può incorrere in una particolare situazione non suggerisce un modo di evitarlo, ma ci fornisce dati per attenuare e ridurre il danno nella disposizione tecnica e nell’addestramento dell’operatore: oltre alla gestualità e ai mezzi con cui eseguire l’operazione, ad ogni passaggio o fase si dovrà evidenziare anche l’operazione che presuppone un’esecuzione nella massima sicurezza. Provocare paura può portare ad atteggiamenti di insicurezza, che possono innescare altri tipi di processi a rischio, come la diminuzione del livello di attenzione da parte dell’operatore dopo che ha indossato le protezioni indicate dal manuale. Il manuale interpreta situazioni di massima e suggerisce protezioni in tal senso, mentre la realtà può essere più subdola oppure meno pericolosa.

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3.6.2 Prevenzione infortuni
3.6.3 Il responsabile della sicurezza
3.6.5 La segnaletica 3.6.6 La normativa

Una concausa della mancata sicurezza può dipendere dal datore di lavoro che ha venduto male il suo prodotto e si affida alla frenesia operativa per salvaguardare la redditività, tuttavia il primo responsabile della sicurezza è il singolo operatore.

Deve essere radicato in ognuno di noi il concetto che le attività che si svolgono, siano esse lavorative, ricreative o sportive, hanno come obiettivo la qualità della vita.

3.6.2 PREVENZIONE INFORTUNI

Nel caso specifico delle operazioni di pulizia, le situazioni e i rischi più prevedibili provengono da due fattori: l’uso di prodotti chimici e l’utilizzo di macchine a motore elettrico.

La maggior parte dei prodotti, se usati non correttamente, provocano reazioni dannose all’operatore e alla struttura.

Le macchine elettriche, ovviamente, devono essere usate con estrema prudenza, poiché la pulizia si svolge con l’uso dell’acqua, che come è noto, è un conduttore di elettricità.

Lo stato d’uso delle macchine, d’ogni loro componente, la corretta gestualità e le giuste indicazioni operative sono i primi elementi sulla cui base si deve effettuare l’esame dell’ambiente.

È necessario verificare se l’ambiente è incompatibile con il movimento necessario all’azione, e occorre simulare mentalmente quali eventi, oltre a quelli legati all’attività, possano accadere per effetto di una reazione a catena.

Per esempio: colpendo un vetro con un attrezzo di avvicinamento, mentre si pulisce una superficie, si può provocare oltre al danno, una reazione a catena che può assumere toni drammatici. Occorre quindi valutare la tipologia delle superfici, la loro fragilità, la scivolosità, la presenza di ostacoli, la porosità, eccetera.

Si consiglia, nel realizzare la scheda per scegliere il set operativo più idoneo, di segnalare tutte le incompatibilità strutturali o quelle che coinvolgono la persona.

A fronte dei fattori a rischio emersi dalla situazione, l’operatore adotterà le contromisure necessarie per evitare il pericolo, proteggendo sé stesso e le strutture limitrofe, e predisponendo gli attrezzi per fronteggiare un’eventuale emergenza.

Esiste nell’azione una gradualità, prima di raggiungere la soglia del rischio.

Per esempio: effettuare la pulizia di superfici innevate con una prolunga riduce quasi a zero la soglia di rischio di un’eventuale caduta, mentre aumenta quella d’impatto improprio sia dell’attrezzo sia dell’operatore, che a testa in su può inciampare in un ingombro. È necessario quindi che nella

TERZO VOLUME L’azione

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fase preparatoria, mentre si predispone il set operativo, sia inclusa anche la preparazione del percorso che l’operatore effettuerà, eliminando e allontanando il più possibile la soglia di rischio.

Esiste naturalmente una diversa gradualità e pericolosità dei fattori di rischio, infatti, l’impatto con un tavolo può creare comunque una contusione o una ferita lacero contusa, nei casi limite, mentre cadere da una scala, o peggio da una finestra, può provocare sicuramente danni assai più gravi. Tanto più grave è il rischio tanto più si dovrà operare allontanando la soglia del rischio.

Come già accennato parlando della mascherina che può appannare gli occhiali, vogliamo porre l’attenzione sulle protezioni che l’operatore indossa, ricordando che il fatto può essere positivo per alcune situazioni e può non esserlo per altre: si dovranno quindi valutare sempre le possibilità di rischio e non abbassare il livello di attenzione perché si indossa un paio di guanti o degli occhiali di protezione. Esistono casi in cui l’operatore, anziché avvicinarsi alla superficie, è preferibile che ne sia il più distante possibile. Ad esempio, per pulire un cunicolo o una cisterna che comporta rischi di asfissia a causa di possibili formazioni di gas, è consigliabile provvedere con l’utilizzo di prolunghe e di attrezzi in grado di raggiungere un risultato conforme senza esporre l’operatore a gravi rischi.

3.6.3 IL RESPONSABILE DELLA SICUREZZA

I principi di salvaguardia di sicurezza per il lavoratore non possono essere perseguiti da dipendenti secondo criteri personali, altrimenti ciascuno, adeguando l’azione alla personale percezione del rischio, potrebbe mettere a repentaglio la sua sicurezza e quella di altri operatori. Nella convinzione che tutti gli incidenti possono essere prevenuti, si realizzeranno condizioni, procedure e modi di lavoro tali da evitare qualsiasi incidente. Per la sicurezza si pone anche in risalto la necessità della prontezza del primo soccorso. In proporzione al grado di complessità, l’attività di controllo va coordinata tra i responsabili e chi, a tutti i livelli, sviluppa l’azione operativa.

È riconosciuto il diritto di controllo e di collaborazione alla rappresentanza dei lavoratori (per lavoratori si intendono coloro che prestano lavoro alle dipendenze e sotto la direzione altrui, anche solo allo scopo di apprendere un mestiere). Tra le competenze assegnate alla rappresentanza dei lavoratori troviamo:

■ accertamento e controllo dei fattori nocivi negli ambienti di lavoro

09/2021 | DIMENSIONE PULITO 69

Percorso di Formazione

■ comunicazione dei dati accertati e la diffusione della conoscenza

■ indicazione delle contromisure per risanare gli ambienti di lavoro

■ formulazione di mappe a rischio

■ verifica delle compatibilità delle altre procedure con le esigenze della sicurezza

Nel caso specifico dell’impresa esterna che svolge operazioni continue, il datore di lavoro deve informare tutti i laboratori delle misure di sicurezza adottate nella prevenzione incendi, evacuazione, pronto soccorso e prendere provvedimenti affinché in caso di pericolo qualsiasi lavoratore esterno o interno sia messo al sicuro.

Le misure di pronto soccorso prevedono:

■ mantenere in efficienza il presidio medico aziendale (cassetta di pronto soccorso)

■ aggiornare e rendere immediatamente reperibili i numeri telefonici dei principali presidi sanitari di zona

■ fornire a ogni lavoratore nozioni su come intervenire in caso di infortuni, onde evitare che all’infortunato sia prestata assistenza non corretta.

Il responsabile della sicurezza deve informare gli operatori sui rischi presenti nell’ambiente di lavoro e su quelli legati alle procedure operative che devono sviluppare, dotare di tutte le protezioni necessarie e di tutte le informazioni indispensabili utili o apparentemente non influenti.

La cultura della sicurezza insegna che la reazione a catena di un evento disastroso può essere innescata da fattori apparentemente innocui o meglio sottovalutati perciò il responsabile del cantiere (sia operativo sia della sicurezza degli operatori) deve avere la capacità di esaminare un ambiente, rapportarlo all’azione che gli operatori svolgeranno al suo interno e prevedere quali situazioni a rischio possono scatenarsi, dopodiché, completare con informazioni segnaletiche.

3.6.4 DILIGENZA

Tenere a portata di mano i numeri urgenti. Conoscere l’ubicazione degli interruttori e delle cassette della luce.

In caso di incendio allontanarsi con calma.

In caso di perdite di acqua chiudere il contatore e asciugare onde evitare infiltrazioni.

Se vi sono macchinari in movimento usare abbigliamento attillato Riconoscere e segnalare i casi di pericolo del settore

Usare sempre una mascherina leggera Usare gli occhiali quando si lavora con il capo inclinato all’indietro

Usare i guanti e gli occhiali quando si travasano prodotti Non usare il vapore con impianti elettrici attivati Non rovesciare residui solidi negli scarichi Non usare attrezzi acuminati Non bere liquidi da bottiglie di dubbia provenienza Per bere usare bicchieri di carta e gettarli dopo l’uso Non inserire tra i rifiuti oggetti e superfici taglienti non protette Accertarsi di non essere allergici ai prodotti Non utilizzare gli ascensori se si lavora isolati Accertarsi che i locali si possano sempre aprire Nelle zone a rischio uscire sempre in gruppo Non attivare macchine con mani bagnate Verificare la stabilità delle scale Non sporgersi da finestre e terrazzi Prima di pulire le parti elettriche disinserire la corrente Non staccare la spina dalla presa tirando il filo Non creare correnti d’aria Usare le protezioni e l’abbigliamento indicato per l’intervento Riporre le attrezzature con la relativa protezione Durante la pulizia vetri chiudere le persiane Non lasciare i prodotti vicino alle fonti di calore Disinserire le macchine durante le pause Usare calzature antisdrucciolo Usare sempre i guanti Non portare anelli o bracciali Non spostare carichi senza visuale Accertarsi che i fili elettrici non abbiano spaccature nella protezione isolante e non entrino a contatto con l’acqua Non lasciare cavi innestati nell’attesa di attaccare le macchine Non sostare sotto carichi sospesi

3.6.5 LA SEGNALETICA

La finalità della segnaletica è quella di attirare rapidamente e chiaramente l’attenzione su eventuali oggetti o situazioni che comportano rischi e che possono dare origine a pericoli la segnaletica rappresenta pertanto uno strumento di informazione ai lavoratori per:

■ l’adozione di comportamenti corretti

■ la corretta esecuzione di procedure aziendali

■ l’attuazione di norme di legge

Diversi tipi di segnaletica: segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro: è riferita a un oggetto, a un’attività o a una determinata situazione,

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fornisce un’indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro e utilizza, a seconda dei casi, un cartello, un colore un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale. segnali di divieto: vietano un comportamento che potrebbe causare un pericolo. segnale di avvertimento: avverte di un rischio o di un pericolo. segnale di prescrizione: richiede un determinato comportamento segnali di salvataggio o soccorso: fornisce indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso e di salvataggio cartello: mediante la combinazione di una forma geometrica, di colori e simboli, fornisce una determinata indicazione colore di sicurezza: colore al quale è assegnato un determinato significato

COLORE SIGNIFICATO INDICAZIONI

TERZO VOLUME L’azione

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■ le direttive suddette non devono ostacolare lo sviluppo delle piccole imprese ■ dai requisiti minimi è facoltativo realizzare migliori condizioni

La Direttiva Europea 89/391 è espressa dalla legislazione italiana con Il decreto legislativo 626/94.

La 89/391 è una direttiva quadro, cioè fissa i principi fondamentali sui quali si devono uniformare tutte le altre direttive particolari, ed è così suddivisa:

■ disposizioni generali rivolte agli Stati

■ obblighi del datore di lavoro

■ obblighi dei lavoratori

■ disposizioni varie relative al controllo sanitario

Tra gli obblighi del datore di lavoro c’è quello di garantire la salute e la sicurezza del lavoratore in tutti gli aspetti connessi al lavoro.

rosso segnali di divieto pericolo, allarme materiali e attrezzature antincendio

atteggiamenti pericolosi Alt, arresto dispositivi di interruzione di emergenza sgombero identificazione e ubicazione giallo segnali di avvertimento attenzione cautela verifica azzurro segnale di prescrizione comportamento o azione specifica, obbligo

verde segnali di salvataggio o di soccorso situazione di sicurezza

3.6.6 LA NORMATIVA

porte, uscite, percorsi, materiali. postazioni, locali ritorno alla normalità

Le attività produttive, per le caratteristiche degli ambienti in cui si svolgono e della tecnologia impiegata, presentano determinati rischi per i lavoratori: infortunio: trauma più o meno grave, che può portare menomazione della capacità lavorativa. malattia professionale: risultato di una serie di azioni nocive che minano l’organismo del lavoratore. Il consiglio dell’Unione Europea emana i regolamenti e le direttive. La base giuridica su cui poggia la materia di salute e sicurezza è costituita dall’articolo 118 A, in sintesi manifesta: ■ volontà di promuovere il miglioramento dell’ambiente di lavoro

I punti cardine della direttiva quadro 89/391 sono: ■ l’effettuazione di una valutazione dei rischi e la determinazione delle misure protettive

■ la designazione di uno o più lavoratori che sovrintendono le attività e in particolare la protezione e la prevenzione dei rischi

■ la realizzazione di programmi formativi dei lavoratori

LA SEGNALETICA DI SICUREZZA

Forma geometrica e significato del segnale di sicurezza. Combinazione di forme e colori e loro significato.

FORMA GEOMETRICA

SIGNIFICATO

SEGNALI DI PRESCRIZIONE E DIVIETO

SEGNALI DI AVVERTIMENTO ATTENZIONE AVVISI DI PERICOLO

MATERIALE ANTINCENDIO

SEGNALI DI SALVATAGGIO

SEGNALI DI INFORMAZIONE

SEGNALI COMPLEMENTARI

SEGNALI DI PERICOLO CON GIALLO/NERO Segnalazione di punti costanti di pericolo dove sussiste un pericolo di urto, caduta dei carichi: gradini, buche nel pavimento, ecc.

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CONSUMI

SICUREZZA

La sanificazione vista dal Tecnologo Alimentare

TENDENZE

DISINFESTAZIONE

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SPECIALE IGIENE ALIMENTARE / SOMMARIO

CONSUMI

VI

Le scelte alimentari ai tempi della pandemia Guendalina Graffigna

INTERVISTA GRUPPO GERMINAL X

Covid-19: implementato il piano sicurezza Maurizio Pedrini PACKAGING XIV

Economia circolare per una plastica sostenibile Francesca De Vecchi

SICUREZZA

XXII

La sanificazione vista dal Tecnologo Alimentare Silvia Monguzzi

IN COPERTINA

Tra le più importanti aziende nel settore chimico nazionale, Rubino Chem offre innovazione e tecnologia in una vasta gamma di prodotti per la detergenza professionale, garantendo l’alta qualità. L’azienda dispone di un reparto interdisciplinare di Ricerca & Sviluppo d’avanguardia. La nostra parola d’ordine è eccellenza.

FOOD EXPERIENCE

XXIV

La chimica degli aromi Luca Ilorini TECNOLOGIE XXVIII

Sanitizzazione dei prodotti caseari freschi Francesco Emilio Ricciardi, Valentina Lacivita, Amalia Conte, Matteo Alessandro Del Nobile in collaborazione con GSICA

DIRITTO ALIMENTARE

XXX

Allerte alimentari: le nuove linee guida Chiara Marinuzzi

RUBRICA

XXXIV

Oggi sul mercato a cura di Loredana Vitulano

EVENTI XXXVIII

Parasitec 2021: Pest Control and Public Health XL

Copyr festeggia 60 anni: invitato speciale… la natura Cristina Cardinali

DISINFESTAZIONE XLIV Norme in tutela dell’ambiente Michele Ruzza

XLVIII

Un felice incontro: ULV e micro-incapsulati Graziano Dassi

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XXII XXIV XXVIII
XIV

Le scelte alimentari ai tempi della PANDEMIA

Se ancora oggi, in buona parte del Mondo, la pandemia da Covid-19 è un’emergenza sanitaria, è sempre più evidente come la crisi che ne sta derivando impatti su molti ambiti della nostra vita quotidiana

Guendalina Graffigna Professore Ordinario di Psicologia dei Consumi e della Salute, Università Cattolica del Sacro Cuore

Focalizzando l’attenzione sulle relazioni tra alimentazione e difese immunitarie, è recentemente uscito uno studio dell’Università Cattolica che inizia a far luce su un aspetto peculiare di questa fase storica: il cambiamento che il Covid-19 sta causando nell’approccio psicologico alle scelte e ai consumi alimentari. Da questa ricerca – condotta attraverso una survey su un campione

rappresentativo della popolazione – emerge subito un dato particolarmente rilevante: il 40% della popolazione italiana percepisce la propria alimentazione come “poco importante” al fine di rafforzare il sistema immunitario per ridurre il rischio di contagio da Covid-19. E in tal senso sono soprattutto i giovani a pensarla così: nella fascia della popolazione tra i 18 e i 34 anni, il 51% del campione non ritiene che le proprie scelte alimentari possano

aiutare a difendersi dal Covid-19. Seppur ad oggi non esistano evidenze scientifiche che testimoniano una relazione diretta tra l’alimentazione e la prevenzione da Covid-19, è pur sempre vero che da sempre gli esperti sottolineano l’importanza di avere un sistema immunitario sano per affrontare al meglio eventi come questo. Risulta quindi interessante offrire una panoramica sugli orientamenti degli italiani rispetto al ruolo che l’alimentazione possa avere in

C ONSUMI SPECIALE IGIENE ALIMENTARE S

questa pandemia, anche a fronte delle sfide che essa ha comportato per gli italiani in termini di stile di vita. In questa fetta della popolazione, quelli che attribuiscono meno importanza al cibo come fattore di prevenzione differiscono, dal punto di vista psicologico, sull’atteggiamento nei confronti della salute e del cibo.

Lo studio – condotto da Mariarosaria Savarese, Greta Castellini e Guendalina Graffigna dell’EngageMinds HUB, centro di ricerca della Cattolica in psicologia dei consumi e della salute e da Lorenzo Morelli, Ordinario di microbiologia e direttore del Dipartimento di Scienze e tecnologie alimentari per una filiera agro-alimentare sostenibile (Distas) dello stesso Ateneo e pubblicato sulla rivista scientifica Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases – ha fatto emergere anche altri elementi che coinvolgono la sfera psicologica dei cittadini e che possono fornire una chiave di lettura interessante per questo fenomeno. In particolare, fra coloro che hanno una bassa preoccupazione di contagio da Covid-19 e mostrano difficoltà nel gestire la propria salute in condizione di forte stress, la percentuale di persone che non percepisce l’alimentazione come un fattore di protezione aumenta, rispettivamente, di 6 e 15 punti percentuali (46% e 55%).

Per quanto riguarda le abitudini di consumo alimentare, fra coloro che non percepiscono l’alimentazione come un’arma di difesa contro il contagio da Covid-19, solamente il 18% dichiara che, nei prossimi sei mesi, il rafforzamento del sistema immunitario diverrà un principale driver di consumo alimentare. Per questo motivo, probabilmente, affermano che, anche nei prossimi mesi, l’85% delle persone non darà ai propri consumi alimentari la valenza di sostegno al proprio sistema immunitario e dunque di difesa da Covid19. Nemmeno attraverso prodotti ricchi di vitamine e antiossidanti. Di conseguenza, la maggior parte di queste persone non sarà inten-

zionata ad aumentare l’acquisto di alimenti ricchi di vitamine e antiossidanti ma, al contrario, ne prevede una diminuzione (15%). Ma ripartiamo dal contesto. La diffusione del coronavirus Sars-Cov-2, che sta determinando la pandemia da Covid-19 – sta sfidando i comportamenti delle persone, e questo è particolarmente vero nel campo degli stili di vita e delle scelte alimentari. Molte delle misure di contenimento della curva epidemiologica, quali la forte riduzione degli spostamenti, il lavoro da casa e il distanziamento sociale che elimina la convivialità stanno cambiando l’approccio delle persone all’acquisto del cibo. E in questa fase, dall’altro lato, gli sforzi di molti soggetti istituzionali per comunicare buoni stili di vita e corrette scelte alimentari, sembrano essere vanificati dall’o-

LA RICERCA

tra l’orientamento dei cittadini alla salute e come questo aspetto possa riconfigurare i consumi alimentari di oggi e del futuro.

In questo contesto, la situazione determinata dal Covid-19 sembra aver polarizzato nelle persone gli atteggiamenti psicologici nei confronti della salute e abbia influenzato le loro scelte alimentari aumentando potenzialmente il rischio di diete scorrette. Seppur evidenziato dalla letteratura scientifica, il legame tra alimentazione e sistema immunitario rischia di essere sottovalutato proprio a causa del disorientamento emotivo che i consumatori stanno vivendo in questa pandemia. Il pericolo è quello che le scelte dei consumatori italiani si allontanino da un’alimentazione sana ed equilibrata – rappresentata nel nostro Paese dal modello della dieta medi-

I dati della ricerca sono stati raccolti tramite un questionario posto a campione rappresentativo della popolazione italiana per genere, età, professione, area geografica. Il sondaggio è stato condotto utilizzando la metodologia CAWI (computer-assisted web interviewing) tra il 12 e il 18 maggio 2020. Il campione era costituito da 1004 soggetti selezionati in modo casuale dal panel dei consumatori gestito da Norstat srl (https://norstat.it/). Nella ricerca sono state esplorate le differenze tra quanti credono che il rafforzamento delle difese immunitarie attraverso la nutrizione sia importante per ridurre il rischio di contrarre Covid-19 e coloro che pensano il contrario; e i dati sono stati incrociati con variabili socio-demografiche e un insieme di item ad hoc.

rientamento psicologico di molti cittadini. Sono d’altro canto diversi gli studi recenti che indicano come l’emergenza da Covid-19 abbia influito sui consumi alimentari tramite l’impatto psicologico che essa ha avuto sui consumatori. È ad esempio frequente il caso di persone che per affrontare lo stress passino a diete scorrette e talvolta nocive per la salute, attraverso un abbondante ricorso a cibi ricchi di zuccheri, sali o grassi.

Considerando che il cibo ha un ruolo importante nel buon funzionamento del sistema immunitario, questa ricerca è stata orientata alla comprensione degli atteggiamenti delle persone sul ruolo dell’alimentazione come misura di prevenzione nel corso della pandemia da Covid-19, allo studio della relazione che esiste

terranea - verso forme più estreme di alimentazione che oscillano tra una visione del cibo come “rifugio emotivo” ad una visione dello stesso come panacea per tutti i mali. Ecco il motivo per cui è sempre più importante comprendere l’orientamento psicologico delle persone, anche e soprattutto al fine di trovare le leve giuste, dal punto di vista della comunicazione in senso lato e delle policy da adottare a vari livelli, per orientare favorevolmente le dinamiche individuali e sociali, e di conseguenza le scelte alimentari dei consumatori. Anche attraverso campagne educative che mirino a diffondere informazioni efficaci e corrette, a rafforzare la motivazione positiva degli individui verso un sano consumo di cibo e ostacolare così l’insorgere di comportamenti a rischio. ■

09/2021 | DIMENSIONE PULITO VII

RUBIK EVO, la proposta “differenziata” di MEDIAL INTERNATIONAL

In un mondo che produce sempre più rifiuti, la raccolta differenziata rappresenta uno strumento indispensabile ai fini della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare. La sua introduzione ha ormai indotto un cambiamento radicale nella cultura stessa dello smaltimento dei rifiuti e, come tutti i cambiamenti, ha richiesto tempo per poter essere appresa e applicata proficuamente.  Se è vero che la separazione dei materiali di scarto è ormai un’abitudine consolidata tra le mura domestiche, ancora critica è invece la sua applicazione nei luoghi pubblici, ove la differenziata finisce per essere di pura forma più che sostanza, sia per mancanza di collaborazione da parte dei cittadini, sia per l’effettiva assenza di attrezzature idonee a praticarla. Così, nei cestini di parchi, aeroporti, ospedali e centri commerciali vengono spesso e indistintamente riversati rifiuti di ogni genere.

CESTINI PORTARIFIUTI A SCOMPARTI DIFFERENZIATI

Una valida soluzione per ovviare a questo inconveniente, quanto meno da un punto di vista strumentale, consiste nel dotare gli spazi d’uso comune con cestini portarifiuti a scomparti differenziati. È esattamente questo principio che ha ispirato Medial International nella progettazione di Rubik Evo, la nuova gamma di contenitori mono flusso dedicata alla raccolta differenziata nelle aree indoor a medio ed elevato traffico.

Capienza, funzionalità e colore sono i tratti distintivi di questa linea, caratterizzata da una geometria regolare ed essenziale. L’allestimento alla base del cestino prevede un corpo a struttura singola realizzato in acciaio verniciato nero, con 80 L di capacità massima. L’accesso al sacco di raccolta – che viene agganciato al pratico supporto interno – è facilitato dall’apertura verticale del coperchio, anch’esso realizzato in lamiera d’acciaio e opportunamente incernierato alla base dell’unità. I coperchi sono disponibili in sei differenti cromie – grigio, bianco, blu, giallo, rosso e verde – e presentano una bocca di conferimento apprezzabilmente ampia. Per rendere più facile e intuitivo il corretto conferimento dei rifiuti all’utente finale – e così enfatizzare il concetto di raccolta differenziata – l’anta frontale del contenitore è stata valorizzata con un adesivo “skyline”, colorato e sagomato, che richiama il colore del coperchio superiore. Tutti i contenitori sono ulteriormente personalizzabili dall’utente con etichette – simboli o scritte – identificative del tipo di rifiuto da riporre. In opzione viene offerto un kit di quattro ruote da Ø 40 mm per facilitarne lo spostamento durante le operazioni di pulizia. Concepiti per essere disposti in serie o batteria, grazie ai contenitori della linea Rubik Evo è possibile creare isole di raccolta

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COVID 19: implementato il piano sicurezza

A colloquio con Nicola Facchinelli, responsabile Qualità e Sviluppo dell’industria trevigiana, leader nel comparto BIO

Le dure restrizioni igienico-sanitarie e le misure di prevenzione e sicurezza connesse all’emergenza messe in campo dal Governo per contenere la diffusione del Covid 19 hanno avuto un significativo impatto sull’industria alimentare italiana. Negli stabilimenti di produzione ci si è concentrati soprattutto sui nuovi protocolli, sui processi di sanificazione, sulle necessarie modifiche alle modalità di lavoro, con l’introduzione della distanza di sicurezza e di nuove procedure operative finalizzate a tutelare la salute delle maestranze. La ricerca della massima pulizia, a garanzia dell’ottimale sicurezza, ha fatto da filo conduttore al grande impegno assunto dalle aziende, anche in termini di investimento su tecnologie e prodotti e nella formazione dei lavoratori. Le innovazioni introdotte hanno comportato nuove, stimolanti sfide nella gestione della sicurezza alimentare, mettendo le imprese nella condizione di dover fare i conti anche con la potenziale interruzione delle filiere di fornitura, le assenze del personale e l’accesso di nuovi lavoratori temporanei in questo delicato settore.

X DIMENSIONE PULITO | 09/2021 I NTER v ISTA G RUPPO G ERMINAL SPECIALE IGIENE ALIMENTARE S
Maurizio Giornalista di settore e Direttore tecnico della rivista Dimensione Pulito

CHI È NICOLA FACCHINELLI

Nicola Facchinelli lavora presso il Gruppo Germinal dal 2006, occupandosi di coordinare gli aspetti relativi alla qualità e allo sviluppo prodotti. In questi anni ha collaborato all’implementazione degli standard GFSI e di altri standard internazionali di qualità e sicurezza alimentare. Con il team dedicato ha messo a punto un ampio assortimento che comprende la realizzazione di prodotti free from e rich in. “Siamo orgogliosi - afferma Facchinelli - della nostra gestione degli allergeni che ci consente di produrre alimenti adatti anche a consumatori che seguono o devono seguire una specifica dieta”.

Abbiamo chiesto al dottor Nicola Facchinelli, responsabile Qualità e Sviluppo del noto Gruppo Germinal, di Castelfranco Veneto (TV), leader in Italia nel comparto biologico, di raccontarci la sua esperienza aziendale e le strategie messe in atto durante la Pandemia.

Partiamo presentando in breve l’azienda in cui lei opera, ovvero Germinal BIO.… Germinal BIO è il brand principale del Gruppo Germinal, specializzato, da quarant’anni, nella produzione di prodotti biologici, salutistici e funzionali senza glutine, vegan e baby food, realizzati con materie prime da filiere controllate. Da sempre Germinal BIO s’impegna a favore della sostenibilità alimentare e ambientale. Più in generale, per quanto concerne la storia aziendale, nel 1981 è nato il Mangiarsano, di cui Emanuele Zuanetti è stato il fondatore. Oggi, cresciuto, grazie a successive acquisizioni, è diventato Gruppo Germinal, con sede in via Staizza 50 a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso. Vi operano circa centocinquanta dipendenti distribuiti in tre stabilimenti dedicati alla produzione biologica che occupano una superfi-

cie complessiva di trentacinquemila metri quadri. I siti produttivi sono rispettivamente dedicati, il primo ai prodotti dolciari e salati da forno biologici, senza glutine e vegan; il secondo ai piatti pronti freschi biologici, senza glutine e vegan; il terzo alla pasta biologica. Il fatturato complessivo riferito al 2020 è stato di cinquantacinque milioni di euro.

Lei gestisce il Piano di autocontrollo (HACCP) e il Sistema di Qualità aziendale: come vive questo importante incarico?

Faccio parte del gruppo HACCP, e ho avuto la possibilità di affrontare un’analisi per pericoli e una valutazione dei rischi associati su flussi di produzione che spaziano tra tre categorie di prodotto molto diverse tra loro: dai prodotti da forno, a quelli pronti di gastronomia, fino alla pasta. È stato un lavoro utile e, per molti aspetti, davvero prezioso.

Che importanza ha, per la sua azienda, il controllo della qualità, non intesa solo nel senso burocratico, ma quale fondamentale garanzia della piena integrità del prodotto

alimentare, anche sotto il profilo della sostenibilità e genuinità, a beneficio del consumatore?

Direi fondamentale. Infatti seguiamo con la massima attenzione ogni fase del ciclo produttivo, dalla selezione del fornitore di materie prime, fino all’arrivo del prodotto finito sullo scaffale di vendita. Ci impegniamo ogni giorno a portare nelle tavole di tutti i consumatori, anche di quelli con intolleranze e allergie, prodotti buoni e sicuri, orientati anche al target baby food. Per fare tutto ciò, investiamo costantemente sulla formazione e sull’addestramento di tutti i nostri collaboratori, tramite specifici piani di formazione, con contenuti mirati per ogni mansione. Un altro filone sul quale puntiamo molto, con investimenti mirati, è quello dei sistemi informativi, per assicurare una corretta pianificazione, gestione e analisi della produzione. Infine, per noi è essenziale un’attenta manutenzione degli impianti e di tutte le aree produttive.

Analizziamo i processi di pulizia e igienizzazione degli spazi relativi agli impianti interni dell’azienda: da chi vengono effettuati gli interventi sotto l’aspetto organizzativo e chi si occupa di controllare la loro efficacia? L’attività di sanificazione viene effettuata direttamente dai nostri collaboratori interni: riteniamo infatti che siano le figure più competenti per applicare le istruzioni di lavaggio in quanto figure che, operando direttamente sull’impianto, ne conoscono ogni eventuale criticità e possono efficacemente raggiungere gli standard previsti. Tutti i processi di detersione e disinfezione sono sottoposti ad un severo protocollo di validazione, monitoraggio e verifica, che assicura la conformità di ogni attrezzatura e superficie a contatto con il prodotto.

Come ha vissuto l’azienda la difficile fase della Pandemia da SARS CoV 2? Quali nuovi protocolli di sanificazione

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SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

avete adottato per garantire la sicurezza?

Fortunatamente, gli standard di igiene previsti dall’azienda erano già sufficienti a garantire la mitigazione della diffusione del virus SARS CoV 2. Abbiamo solo implementato e previsto nel nostro piano di sicurezza alcune procedure integrative. Mi preme solo sottolineare che, nella pratica quotidiana, il trattamento di disinfezione viene applicato in modo assolutamente rigoroso. Per esempio:  la concentrazione del germicida deve essere quella esatta, così come la durata dell’esposizione e la temperatura della soluzione.  In campo alimentare, infatti, anche solo una piccola disattenzione, un tempo di applicazione insufficiente o giocare al risparmio sulla quantità di disinfettante significa far sopravvivere batteri molto nocivi e mettere a rischio la salute dei consumatori finali dei prodotti alimentari.

In particolare, come avete rafforzato le misure e le procedure a tutela del personale nei vari ambienti di lavoro, dagli uffici alle linee di produzione?

Il Gruppo ha ritenuto prioritario rafforzare varie misure e procedure con l’obiettivo di mitigare la diffusione della Pandemia. In particolare

abbiamo implementato i protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse stato possibile rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro come principale misura di contenimento, sono stati adottati vari tipi di strumenti di protezione individuale. Inoltre, abbiamo incentivato le operazioni di sanificazione, limitato gli spostamenti all’interno del sito produttivo e contingentato l’accesso agli spazi comuni. I processi di sanificazione sono stati estesi a tutti gli uffici ed alle aree comuni tramite l’impiego di prodotti, anche a base di dicloroisocianurato di sodio, clorexidina o quaternari d’ammonio.

Avete introdotto nuove soluzioni di distanziamento fisico tra le persone e misure più stringenti di igiene e sanificazione, anche promuovendo più frequenti ed efficaci lavaggi delle mani da parte del personale?

Sì, il Gruppo si è mosso proprio in questa direzione, introducendo e adottando da subito un protocollo con l’intento di proteggere la salute e garantire la sicurezza

di tutti i suoi clienti, dipendenti e i loro familiari, puntando così a contrastare efficacemente la diffusione del virus Covid 19 nell’ambiente di lavoro. Obiettivo prioritario è stata la prosecuzione delle attività produttive, con la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza dell’ambiente di lavoro e delle modalità lavorative.

In prospettiva, come intendete affrontare la problematica della qualità ed efficacia della pulizia, della sicurezza igienica e della sanificazione delle superfici e degli impianti aziendali, in un’ottica di miglioramento continuo?

Produciamo bio da sempre e con i nostri prodotti rispettiamo l’ambiente, anche grazie all’apporto di fornitori e partner commerciali che condividono il nostro impegno volto alla sostenibilità. Coerenti con la nostra mission aziendale, rivolta alla sostenibilità, stiamo ricercando soluzioni a sempre più basso impatto ambientale, che assicurino i nostri standard produttivi e di qualità, al servizio della clientela. ■

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Una LINEA di prodotti TRASVERSALI per tutti gli ambienti da igienizzare

Amuchina Multiuso Area Food, lo sgrassatore ad azione igienizzante per le pulizie delle superfici, può essere utilizzato in tutte le aree di produzione e di confezionamento dell’industria alimentare e della ristorazione. Si asciuga rapidamente ed è particolarmente indicato per forni a microonde, affettatrici e superfici in acciaio. Non produce schiuma e non c’è alcun rischio di graffi o striature perché non contiene sostanze abrasive.

Amuchina Spray Vetri Multiuso Igienizzante rimuove germi e batteri ed è l’alleato ideale per l’igiene delle piccole superfici, ma è particolarmente indicato per l’igiene e la pulizia di specchi, vetri e vetrate. Oltre a questo, rimuove germi e batteri da tavoli, sedie, piani di lavoro. Non necessita di risciacquo.

Amuchina Sgrassante Tecnico è un prodotto igienizzante pronto all’uso per il trattamento delle cappe, dei piani di cottura, dei piani di lavoro, delle griglie, dei laminati, degli acciai, dei filtri di aspirazione, degli utensili e degli arredi. Ideale per tutte le superfici unte in cui sia richiesto uno sgrassaggio rapido e totale.

Amuchina Detergente Bagno, ad azione igienizzante, lascia le superfici brillanti. Grazie alla sua formula ricca di agenti pulenti, elimina le tracce di calcare lasciando le superfici brillanti senza bisogno di strofinare a lungo.

Una linea trasversale per tutti gli ambienti da igienizzare

09/2021 | DIMENSIONE PULITO XIII I IGIENIZZANTI
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Economia CIRCOLARE per una PLASTICA sostenibile

Migliorare la gestione delle vaschette alimentari in plastica a fine vita, tramite l’integrazione e la responsabilizzazione di tutti gli attori della filiera e soprattutto con il coinvolgimento diretto del consumatore. I risultati del progetto “Ricircola”

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Non esiste una sola via o un unico approccio alla sostenibilità del packaging alimentare. Ma una cosa è certa: un modello di business sostenibile deve generare valore, riducendo l’impatto negativo sull’ambiente e aumentando i benefici per la società, che si tratti di imballaggio, di tecnologie di trasformazione o di sistemi di produzione primaria. Lo sanno bene le aziende della filiera che devono affrontare la difficile transizione verso un’economia circolare. Non è semplice identificare e soprattutto passare a modelli di business sostenibili, per i quali servono mezzi, strumenti e competenze adeguati alla valutazione quantitativa dei benefici e dei rischi. Le barriere sono di diverso tipo: dall’organizzazione interna aziendale che deve essere coinvolta nel suo complesso; alle competenze tecniche e tecnologiche; dalle barriere poste dal mercato per il passaggio ad un’economia circolare, alla necessità di disporre di risorse economiche che supportino i costi di gestione di tutto il piano. Nell’ambito di un webinar organizzato dall’Università di Bologna lo scorso 6 maggio è stato presentato il progetto “Ricircola - Plastic Waste Free”, che ha riportato i risultati della prima sperimentazione di un modello di gestione delle vaschette

alimentari in plastica lungo l’intera filiera, pensato per ridurre gli scarti e mantenere il valore del packaging in plastica.

Il progetto Ricircola ha scelto di puntare al recupero di vaschette attraverso l’implementazione di una filiera integrata secondo i principi di economia circolare. L’iniziativa ha coinvolto 6 aziende dell’Emilia-Romagna (Amadori, Apofruit, BPER, Cia-Conad, Hera, Ilip), ognuna con un ruolo fondamentale per la buona riuscita del progetto, dimostrando, attraverso numeri, benefici e potenziali barriere il possibile sviluppo su scala industriale di un modello di recupero di vaschette alimentari in plastica che costituiscono uno dei packaging maggiormente diffusi, con almeno il 50% di plastica riciclata da bottiglie (rPET), ma che risultano difficili da riciclare (Figura 1).

«L’obiettivo principale della sperimentazione - dice Augusto Bianchini, Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna a capo del progetto - era capire in quanto tempo saremmo potuti arrivare a regime e con quale sforzo». Il progetto ha puntato sulla completa tracciabilità delle vaschette 100% PET - monomateriale, dal produttore alla fase di post-consumo, grazie a un tag RFID posto sulla vaschetta stessa; sul coinvolgimento del consumatore finale, definendo un incentivo economico per la riconsegna e infine, sull’efficienza di riciclo delle

La vaschetta di Amadori per il progetto Ricircola

RICIRCOLA IN BREVE

Da metà settembre a metà novembre 2020, in 3 punti vendita Conad della Romagna, sono stati commercializzati 2 prodotti aventi il packaging innovativo (una referenza Amadori e una Apofruit). Ai consumatori è stato richiesto di riconsegnare, dopo l’utilizzo, la vaschetta in plastica vuota presso i punti di raccolta allestiti negli stessi supermercati, a fronte di un rimborso di 0.20 euro/vaschetta riconsegnata. Le vaschette raccolte, prodotte da Ilip, sono state portate, tramite una gestione dedicata da parte di Hera, all’impianto di recupero del produttore stesso, chiudendo quindi il ciclo per produrre altre vaschette. L’intero progetto, completamente sviluppato in Emilia-Romagna, è stato sponsorizzato anche da BPER Banca

vaschette tramite l’implementazione di una logistica inversa dedicata. Oggi la plastica è diffusa per la sua funzionalità, economicità in ogni settore produttivo. L’imballaggio da solo copre circa il 40%, ricorda Loris Giorgini, Dipartimento di Chimica Industriale dell’Università di Bologna. Sicuri che possiamo farne a meno? O la questione dovrebbe più che altro focalizzarsi sul corretto smaltimento (per non inquinare) e sull’efficiente recupero, perché le materie prime che la generano non sono infinite e i processi di produzione di nuovi polimeri hanno a loro volta un certo impatto sull’ambiente?

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AGING

SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

LA RICHIESTA DI PLASTICA NON ACCENNA A DIMINUIRE

ll mondo al momento consuma circa 450 milioni di tonnellate di polimeri per anno (soprattutto nei paesi sviluppati), con la previsione di raggiungere 1.2 miliardi di tonnellate nel 2050, spiega ancora Giorgini. Per non parlare dell’indotto economico: nella sola Europa il fatturato 2018 dell’industria della plastica valeva 340 miliardi euro e 63 per l’Italia. D’altra parte, non si può negare che la plastica sia oggi ad un bassissimo livello di percezione sociale, nonostante la presenza di rifiuti

polimerici nell’ambiente dipenda da una scorretta gestione del fine-vita anche da parte degli utilizzatori.

I RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE

L’economia circolare fornisce una risposta, perché mantiene il valore dei prodotti e dei materiali più a lungo. In questa logica il progetto Ricircola - Plastic Waste Free ha rivisto le attuali modalità di gestione del packaging plastico per alimenti, responsabilizzando tutti gli attori coinvolti nella filiera, incluso il consumatore. I risultati di questa prima sperimentazione su piccola scala

sono stati incoraggianti: il modello consente di aumentare l’efficienza di recupero della plastica del +120%, grazie alle modalità di raccolta e separazione del rifiuto. Inoltre, proiettando su un anno i risultati ottenuti in soli 2 mesi di sperimen-

CIA CONAD: sostenibilità a lungo termine

Cia, commercianti Indipendenti Associati, una delle cinque cooperative socie del consorzio Conad, nasce a Forlì nel 1959 e associa gli imprenditori al dettaglio a marchio Conad nei territori della Romagna, San Marino, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, con 274 negozi (al 31/12/2020). Abbiamo chiesto a Maurizio Pelliconi, Presidente Cia Conad, di parlarci di come CIA Conad interpreta i valori della sostenibilità

Perché avete partecipato al progetto Ricircola?

C’è una consapevolezza che guida sempre più le scelte politiche e governative, quelle di molti privati cittadini e delle imprese; una consapevolezza che guarda al rispetto dell’ambiente, delle persone, della qualità delle relazioni. Ci siamo quindi trovati in sintonia con quanto il progetto ha voluto proporre, anche per la forte connotazione territoriale. I tre punti vendita coinvolti sono negozi gestiti da soci imprenditori, che sono anche consiglieri di amministrazione della cooperativa, con delle sensibilità abbastanza mature verso la tematica. CIA Conad ha rappresentato il punto di contatto fra la produzione e il cliente, impegnandosi anche nell’attività di sen-

sibilizzazione, svolta dal personale dei punti vendita, a supporto delle ragazze e dei ragazzi dell’Università.

Come interpretate il concetto di sostenibilità come CIA? Pensiamo che bisogna ragionare e agire in termini di sostenibilità a livello ambientale (tutela dell’ambiente), sociale (inclusione sociale) ed economica (crescita economica), nel locale e su scala più ampia, con un orizzonte temporale di lungo periodo. Sono questi i temi che ci riguardano come cooperativa; temi comuni al consorzio Conad nel complesso, che è largamente impegnato sulla sostenibilità in modo strutturato: per esempio ha attivato il progetto “Sosteniamo il futuro”, un sito web nel quale sono raccolte tutte

le iniziative che Conad realizza in ambito ambientale, economico e sociale; attività che ci vedono impegnati anche come Cia. Tutte le iniziative di sostenibilità ambientale, sociale ed economica svolte vengono comunicate anche in punto vendita, a riprova di quanto sia importante l’aspetto della relazione con il territorio che ci circonda.

Quali sono i vostri progetti? Partiamo dalla sostenibilità economica

XVI DIMENSIONE PULITO | 09/2021 S P
AC k
Maurizio Pelliconi, Presidente CIA Conad

MODELLO TIPICO

Estrazione MP e raffinazione

Produzione del materiale plastico Produzione del packaging

Produzione di alimenti confezionati Grande distribuzione Utilizzo Raccolta Separazione Riciclo Discarica

MODELLO RICIRCOLA

Produzione del packaging

Produzione di alimenti confezionati

Grande distribuzione

Utilizzo

Fig. 1 - Economia circolare nella filiera della plastica – il modello Ricircola

Per noi “sostenibilità economica” significa ragionare in un’ottica di lungo periodo con risorse che la cooperativa reinveste per dare continuità nel tempo alla crescita. Siamo un’azienda fortemente patrimonializzata - 770 milioni di euroche quindi riesce a fare investimenti e sviluppo; che distribuisce sul territorio ricchezza anche sotto forma di contratti di lavoro, per lo più a tempo indeterminato. Come Cia lavoriamo con oltre 600 fornitori locali, che valgono circa 175 milioni di fatturato, che vanno a sostenere aziende locali di dimensioni anche medio piccole, legate al territorio e che devono rispondere a disciplinari definiti da Conad, che richiedono anche il rispetto degli aspetti di sostenibilità ambientale e qualità del lavoro in termini di eticità.

Uno dei temi di cui si parla meno è quello della sostenibilità sociale... Sì. Lo scambio è nelle due direzioni: il cliente ci sceglie e noi restituiamo una serie di risorse che vanno a finanziare iniziative solidaristiche, culturali e sportive a beneficio

della collettività. Si pensi che solo negli ultimi 3 anni CIA e i soci sul territorio hanno erogato oltre 13 milioni di euro tra sponsorizzazioni, erogazioni e devoluzione di merce. Siamo fortemente impegnati infatti anche nel recupero a fini solidaristici della merce vicina a scadenza: una buona percentuale dei nostri punti vendita svolge in maniera strutturata il recupero della merce che può essere ancora consumata devolvendola a ONLUS, per un equivalente ogni anno di circa 2 milioni di euro.

Per quanto riguarda gli impatti ambientali?

In termini di sostenibilità ambientale come CIA ci siamo attivati per una serie di iniziative ad ampio spettro su più fronti. In ambito logistico collaboriamo con partner attenti e impegnati a sviluppare soluzioni sempre meno negative per l’ambiente, specie per quanto concerne il sistema degli imballi per la consegna della merce sulla rete e i trasporti; per la riduzione dei consumi energetici abbiamo adottato diverse strategie: dal chiudere

i frigoriferi dei surgelati in punto vendita fino a soluzioni costruttive energeticamente più efficienti, sia nelle ristrutturazioni sia per la costruzione dei nuovi punti vendita.

Per la nuova sede della Cooperativa, in fase di ultimazione a Forlì, sono state adottate soluzioni per l’autosufficienza energetica (dai pannelli fotovoltaici a materiali e scelte costruttive che vanno in questa direzione).

Parteciperete all’eventuale prosieguo del progetto?

La tematica del packaging ci vede allineati con le politiche di Conad che, da questo punto di vista, si sta muovendo verso la promozione di soluzioni di prodotti che permettano la maggior differenziazione possibile del packaging e verso una riduzione del consumo delle plastiche e l’utilizzo di plastiche riciclate. Probabilmente non seguiremo il progetto semplicemente per motivi organizzativi perché rimaniamo comunque impegnati sulle attività territoriali, lasciando a Conad l’impegno e la gestione su progetti nazionali di più ampio respiro.

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AGING

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SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

tazione, si potrebbe arrivare ad un aumento del +126% della plastica riciclata, una riduzione del -57% del rifiuto inviato in discarica e la sostituzione del 36% di plastica vergine con plastica secondaria. Abbiamo però evidenziato dei limiti che sono prevalentemente logistici, spiega Bianchini. «Non in tutti i punti vendita, infatti, è possibile destinare spazio per il recupero delle vaschette. E anche la gestione della raccolta dei rifiuti è un punto che richiede particolare attenzione». Ora il progetto dovrebbe proseguire. Spiega ancora Bianchini: «Riteniamo che ci siano i presupposti per ragionare su scala industriale e per questo abbiamo presentato una proposta di progetto europeo per portare la sperimentazione a livello regionale:

30/40 supermercati di diverse tipologie per avere risultati che possono essere usate da tutti».

RICIRCOLA si avvale anche dell’utilizzo di un sistema innovativo della valutazione della sostenibilità. Si chiama VIVACE ed è stato messo a punto dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna. Vivace permette la visualizzazione e quantificazione dei flussi di risorse in diversi scenari di business, rendendo immediatamente visibili opportunità nuove e/o inesplorate e fornendo i dati per il calcolo di KPI di interesse (ambientali, economici, sociali).

«Vivace non lavora sull’indicatore finale ma sui dati di base - dice Bianchini. Quindi da un lato organizza i dati, dall’altro permette di certificarli

ILIP: il valore della ricerca

Ilip, azienda del Gruppo ILPA, è stata partner del progetto Ricircola, fornendo vaschette in rPET post-consumo per le carni fresche avicole in MAP e clamshell in rPET post-consumo per il confezionamento di uva. Abbiamo chiesto a Luigi Garavaglia, Quality Assurance e R&D Manager del Gruppo, di spiegare i motivi di questa partecipazione e di come l’azienda interpreta la sostenibilità del packaging alimentare.

Chi è Ilip e quali tipologie di materiali e packaging alimentare produce?

Ilip fa parte del Gruppo ILPA, realtà presente sul territorio emiliano dal 1962 ed esporta in più di 60 paesi nel mondo. Produce per la filiera agroalimentare e i settori della ristorazione, del foodservice e della Moderna Distribuzione, ogni tipo di packaging rigido/ vaschette e cestelle per carni, ortofrutta e prodotti lattiero caseari (PP, rPET, PS, biopolimeri compostabili).

Del gruppo fanno parte anche MP3, specializzate nella produzione di lastre per termoformatura di articoli industriali per arredamento, automotive, e foglie per il comparto alimen-

tare ed AMP recycling (Ferrara) che opera nel riciclo di bottiglie di pet post-consumo (25.000 ton/anno). AMP recycling acquista balle di bottiglie di PET provenienti dalla raccolta differenziata di plastica da Corepla, Coripet (consorzio volontario, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente, tra produttori, converter e riciclatori di bottiglie in PET) e da altri operatori; ne fa una selezione, un lavaggio sino a produrre flakes per un successivo reimpiego. Il Gruppo Ilpa, con un fatturato di 205 milioni di euro/anno, è uno delle poche realtà europee ad essere integrata verticalmente, dal riciclo del PET sino alla produzione di foglie e vaschette per alimenti.

con qualsiasi standard specifico per ogni categoria e settore merceologico». Fornisce alle organizzazioni una struttura dati utile alla gestione e comunicazione.

Soddisfatte anche le aziende che hanno partecipato al progetto. Per Amadori, azienda leader del comparto avicolo, che ha confezionato in vaschette 100%PET un petto di pollo Qualità10+ da 400g, il progetto potrebbe aprire nuovi scenari di sviluppo di una filiera a ciclo chiuso, secondo l’approccio «dalla culla alla culla», in cui la vita del prodotto packaging viene valorizzata all’infinito in ottica di economia circolare. Apofruit Cooperative ortofrutticola ha distribuito una bianca senza semi; nell’applicazione su scala industriale di un simile schema

Come è nata la vostra partecipazione al progetto Ricircola?

La nostra presenza sul territorio e i contatti con le principali Università dell’Emilia-Romagna ci hanno consentito di essere coinvolti sin dall’inizio nel progetto Ricircola. Ilip è tra i principali fornitori di imballaggi in rPET post consumo/riciclabili della

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Luigi Garavaglia, Quality Assurance e R&D manager di Ilip

intravede una riduzione dei costi della materia prima delle confezioni; ma anche un importante strumento di comunicazione che valorizza

filiera agro-alimentare dell’Emilia-Romagna, italiana ed europea. Inoltre, disponiamo dei packaging monoPET riciclabili per le due applicazioni richieste e delle soluzioni per applicare sulle singole vaschette l’etichetta con i TAG RFID. A suo tempo, in forma di ricerca, avevamo già avviato la sperimentazione sul riciclo delle vaschette, che oggi fa registrare una quantità elevata di vaschette multistrato che riducono la frazione utile monomateriale (Corepla ha avviato la separazione della frazione vaschette dalla raccolta differenziata). La raccolta sul punto-vendita, infatti, permette un recupero totalmente utile per un efficace riciclo tray to tray.

Qual è il vostro approccio ai temi della sostenibilità’?

Da anni Ilip è impegnata sul tema della sostenibilità. Come azienda diamo molto valore alla ricerca. Abbiamo collaborazioni con Università Italiane (Torino, Tuscia, Bologna, Modena, Parma, Tor vergata-Roma) in molti temi di ricerca e sviluppo. Siamo

maggiormente i brand del Gruppo. Nei box riportiamo le testimonianze delle altre due aziende della filiera, Cia Conad e Ilpa Group

Interessante in prospettiva anche la risposta dei consumatori: solo il 7% ha detto di aver preso parte all’iniziativa per il rimborso economico, il 67%per il prodotto stesso e il 26% per la volontà di aiutare l’ambiente. Ben l’86% degli intervistati ha dichiarato infine che avrebbe riconsegnato le vaschette anche per meno denaro o gratis.

Ricircola è un esempio di approccio che mette al centro la plastica e il suo corretto smaltimento e ricircolo. Un’analisi su cosa significhi essere “circolari”, quali siano ad oggi i limiti del sistema, e quali gli strumenti per affrontare un passaggio ad un modello sostenibile misurabile e realmente innovativo. È necessario un approccio diverso perché lo sviluppo economico conservi le risorse della terra e Ricircola può essere un esempio virtuoso al quale ispirarsi. ■

parte di Unionplast, siamo associati al Consorzio Bioplastica e partecipiamo attivamente in Pro Food (gruppo di aziende associate a Unionplast, produttrici di contenitori e stoviglie in plastica per cibi e bevande). In Europa, infine siamo associati a PET Sheet Europe (PSE), un gruppo settoriale di produttori di pellicole e fogli in PET con impianti di produzione, nell’UE e nell’EFTA/AELE (Associazione europea di libero scambio). È stato creato nel 2016 come gruppo settoriale di EuPC (European Plastics Converters) e rappresenta gli interessi dell’industria presso i legislatori europei e altre organizzazioni professionali. Sviluppiamo il concetto di sostenibilità in tre distinte aree: la riduzione del food waste, la riduzione del packaging waste, l’utilizzo di risorse rinnovabili abbinando anche studi di LCA (un esperto in azienda è formato per l’uso di SimPro - software per lo studio del LCA - e per condurre gli studi di LCA).

Quali soluzioni proponete alle aziende alimentari per un

packaging “sostenibile”?

Per quanto riguarda la riduzione del food waste lavoriamo sull’estensione della shelf life, il monitoraggio della qualità, la protezione agli urti e sulla mitigazione della rottura della catena del freddo. Parlando di riduzione del packaging waste invece siamo focalizzati su soluzioni di riduzione del peso, uso di monomateriali, impiego di Pet da riciclo (da bottiglie e vaschette post consumo). E poi sistemi per il riconoscimento e gestione del rifiuto sul punto vendita e sulla progettazione in base a criteri di ecodesign e LCA. In ultimo, siamo presenti anche nel settore dell’utilizzo delle risorse bio-rinnovabili con l’impiego di biopolimeri biodegradabili, compostabili per carni fresche, prodotti caseari, ready meals, monouso e capsule caffè. Di conseguenza, la nostra proposta varia da vaschette ecosostenibili monomateriale alleggerite in rPET, a vaschette ed articoli monouso piatti e bicchieri in biopolimeri compostabili.

09/2021 | DIMENSIONE PULITO XIX

TORK WASHSTATION, i nuovi dispenser per l’industria alimentare

Il controllo dell’igiene nell’industria della lavorazione degli alimenti, un settore con standard già molto rigorosi, l’anno scorso è ulteriormente aumentato. Da una recente ricerca1 emerge che l’82% delle aziende di trasformazione alimentare ha subito una riduzione della capacità produttiva a causa della contaminazione incrociata dovuta al mancato rispetto dei protocolli di sicurezza e igiene da parte della forza lavoro nell’ultimo anno. C’è poco spazio per gli errori quando si tratta di igiene nella lavorazione degli alimenti. Sostenere gli standard è una sfida significativa e il 54% dei responsabili della produzione sa che è difficile motivare i lavoratori a rispettare i protocolli di sicurezza e igiene. Proprio per affrontare le sfide dell’Industria Alimentare, Tork, leader mondiale dell’igiene professionale di Essity, ha progettato Tork Washstation, un nuovo dispenser certificato Haccp International. Ne parliamo con Riccardo Trionfera, direttore Commerciale di Essity Professional Hygiene. “Mentre i responsabili della produzione si impegnano a sostenere un’elevata conformità igienica, la scelta delle corrette soluzioni può fare una grande differenza e a questo proposito siamo orgogliosi di presentare Tork Washstation, un dispenser progettato proprio per le esigenze dell’industria alimentare, sostenendo al contempo produttività e sostenibilità.”

Tork Washstation Dispenser promuove:

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 ricariche ad alta capacità in modo che gli asciugamani di carta siano sempre disponibili  erogazione di un solo asciugamano per volta, in modo che i lavoratori tocchino solo ciò che prendono  il design impedisce il ristagno dell’acqua e la conseguente crescita batterica

Produttività

 la continua disponibilità degli asciugamani, assicurata da ricariche ad alta capacità, riduce gli intervalli di servizio per la sostituzione dei rotoli  resistente all’acqua per proteggere le ricariche e costruito per resistere agli spruzzi ad alta temperatura, senza bisogno di essere coperto o rimosso dal muro

Sostenibilità

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Con il dispenser Washstation e le altre soluzioni come i dispenser per panni intercalati e di saponi Tork, i responsabili della produzione possono essere sicuri che la loro struttura è attrezzata per sostenere l’igiene, aumentare l’efficienza e gestire le pressioni di un ambiente complesso.

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1 Sondaggio condotto da PRS In Vivo nel marzo 2021. Il sondaggio ha riguardato gli Stati Uniti e la Germania, con 100 intervistati in ogni mercato.

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Riccardo Trionfera, direttore commerciale di Essity Professional Hygiene

Il 97% dei responsabili della produzione conviene che dispenser di prodotti per la pulizia e l’igiene robusti, ben riforniti e di facile manutenzione, collocati in punti strategici, possano contribuire a incrementare la conformità alle pratiche di igiene.*

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La SANIFICAZIONE vista dal Tecnologo Alimentare

L’igiene degli alimenti è un concetto costituito da diversi fattori e richiede un approccio multidisciplinare, il Tecnologo Alimentare che si occupa di sanificazione nelle industrie alimentari sa che: “La sicurezza igienico-sanitaria nei confronti della salute del consumatore è considerata la prima qualità di un alimento”. Nell’applicazione di questo principio e indipendentemente dalla natura del prodotto e dalle dimensioni dell’azienda è necessario considerare che l’igiene di prodotto porta con sé altre responsabilità in termini di sostenibilità e formazione del personale. Ogni processo è a sé e il T.A. applica le sue conoscenze e la sua esperienza nella scelta e nella messa a punto del metodo di pulizia di un impianto: conosce la composizione dell’alimento, studia le caratteristiche progettuali e costruttive delle macchine, la possibilità di essere facilmente pulite, sanificate e ispezionate al fine di eliminare e prevenire o ridurre i rischi di natura igienico-sanitaria legati al processo di produzione. Incontriamo il Dott. Paolo Barchiesi si occupa di sanificazione alimentare.

Può descrivere il suo lavoro? Lavoro nella divisione della Gem Chimica srl che si occupa di sani-

ficazione nelle industrie alimentari. Come responsabile di zona seguo diversi clienti in Piemonte e Valle d’Aosta. L’obiettivo aziendale è quello di creare una relazione tecnica diretta con i nostri clienti, garantendo quindi il supporto tecnico di cui le aziende necessitano, su temi riguardanti la detergenza (ossia la rimozione preventiva dello sporco da una superficie) e la sanitizzazione (ossia la rimozione finale della popolazione microbica batterica, virale e fungina da una superficie).

Qual è la differenza tra sanificare e sanitizzare? Sanificare rimanda all’insieme delle operazioni in grado di risanare una

superficie, quindi alla fase di detergenza e sanitizzazione. La sanitizzazione, svolta con un sanitizzante dopo la fase di detergenza, riguarda invece la fase di rimozione della contaminazione microbiologica dalla superficie.

Il settore alimentare è un sistema complesso e articolato, caratterizzato da diverse attività la cui sicurezza igienico-sanitaria è un prerequisito fondamentale. Come T.A. in che modo utilizza le sue conoscenze al servizio delle imprese alimentari?

I punti di forza del Tecnologo Alimentare sono le competenze “orizzontali” nel campo della chimica,

XXII DIMENSIONE PULITO | 09/2021 S SICUREZZA SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

(generale e analitica) nella microbiologia (comportamento dei batteri e formazione dei biofilm), nella tecnologia alimentare e nei sistemi di qualità (come gli schemi di certificazione BRC/IFS). Lavorando con chimici tutti i giorni, mi rendo conto della loro maggiore competenza “verticale” sulla tematica delle formulazioni e sulla capacità di prevedere il comportamento di una determinata specie chimica applicata durante la sanitizzazione. Il lavoro sinergico tra le due professioni è quello che ci permette di risolvere le più svariate problematiche di detergenza industriale, garantendo al contempo, l’ottimizzazione dei costi.

Oltre alla fornitura di prodotti specifici per la detergenza, in che modo supporta le aziende?

Come consulenti tecnici delle aziende, ci poniamo l’obiettivo di spostare il focus dal prodotto ai servizi che vengono offerti alle nostre aziende clienti. Un esempio dei servizi che siamo in grado di offrire e che sono sempre più richiesti oggi dal mercato sono: assistenza tecnica e consulenza per quanto riguarda l’applicazione dei prodotti; affiancamento degli operatori durante le prime fasi di applicazione; controlli periodici di concentrazione dei prodotti e servizio di taratura degli impianti dosa-

tori, con rilascio di report specifici, utilizzabili per le certificazioni BRC, IFS, Iso 22000; corsi di formazione specifici per il personale sul prodotto chimico, al fine di garantirne il consumo consapevole e piani di igiene forniti sotto forma di cartellonistica plastificata personalizzata.

La gestione dell’igiene ha effetti diretti non solo sulla qualità degli alimenti ma anche sulla sostenibilità dei processi e dei prodotti, in che modo gestisce questo aspetto?

Una sanificazione carente, alla lunga, può portare a problematiche di inquinamento microbiologico. Le problematiche di questo tipo, che causano la necessità di ritiro/ richiamo dei lotti inquinati dal mercato, comportano l’eliminazione fisica del prodotto (tramutando l’alimento in un codice CER).

Il concetto di igiene è un insieme complesso di requisiti e attività, quale consapevolezza ha riscontrato tra gli operatori che lavorano nelle aziende alimentari?

La consapevolezza è scarsa nella misura in cui l’operatore è poco formato, non dotato di mezzi adeguati e con procedure di lavoro pesanti dal punto di vista fisico. Un operatore formato, con impianti di lavaggio funzionanti e con procedure chiare e validate ha consapevolezza dell’importanza del lavoro che sta eseguendo. Fondamentale è quindi il contributo che l’alta dire-

PAOLO BARCHIESI

zione fornisce ai propri dipendenti relativamente alla formazione e alla fornitura di strumenti idonei per le procedure di lavaggio.

Quali requisiti nella progettazione degli impianti alimentari determinano la buona riuscita delle operazioni di pulizia?

Gli impianti progettati ultimamente hanno accorgimenti che facilitano le operazioni di sanificazione. Lavoro in questo settore da un anno e mi è capitato di dover sanificare impianti progettati nel 1960. Ovviamente in questo caso le procedure si complicano perché la progettazione dello stesso non ha previsto materiali e possibilità di detergenza con i mezzi in uso attualmente (per esempio gli impianti schiumogeni a medio-alta pressione).

Il servizio è rivolto ad aziende di diverso genere e dimensione, nell’approcciarsi ai clienti ci sono procedure standard che possono essere valide per tutti o ogni programma va adattato all’utente?

Ogni responsabile tecnico di zona opera in una zona definita, per poter seguire al meglio i propri clienti e poter “studiare” un piano di igiene adatto alle caratteristiche aziendali, considerando capacità di spesa, personale coinvolto, tempistiche disponibili, materiali presenti, obiettivi qualitativi e particolari necessità (ad esempio qualità richieste delle acque in ingresso o dei reflui in uscita). ■

Il dott. Paolo Barchesi, laureato in scienze e tecnologie agroalimentari presso l’Università degli Studi di Torino, ricopre il ruolo di tecnico commerciale per la divisione detergenza e sanificazione della Gem Chimica di Busca. Con esperienza nella certificazione BRC, valutatore di Sistemi interni Haccp-Csqa è in continua formazione sullo standard ISO 22000 e sulla metodologia lean six sigma (sistema con lo scopo di eliminare sprechi (MUDA), ottimizzando l’utilizzo delle risorse, delle aree di lavoro, dei cicli produttivi, assicurando allo stesso tempo elevata qualità nella produzione e nella gestione dei processi).

La sua pregressa esperienza lavorativa come Responsabile Assicurazione Qualità in diverse aziende alimentari gli ha consentito di applicare le sue conoscenze nella gestione e progettazione del layout di impianti di produzione e nello sviluppo di prodotti innovativi stabilizzati con pastorizzazione e surgelazione e nello sviluppo di prodotti vegani.

09/2021 | DIMENSIONE PULITO XXIII

La CHIMICA degli AROMI

Un labirinto di molecole presenti nella maggior parte degli alimenti confezionati e un mondo affascinante da scoprire: gli aromi rappresentano senza dubbio uno dei mondi più interessanti da scoprire e conoscere nell’universo alimentare

Gli aromi, nonostante occupino una posizione terminale nella lista degli ingredienti, sono quasi ubiquitari nella maggior parte degli alimenti, salvo qualche illustre eccezione in prodotti caseari e nel cacao amaro per esempio. Un universo che presenta

regole ben precise dal punto di vista normativo e in continua evoluzione come vedremo nel prosieguo dell’articolo ma anche un settore estremamente aperto all’innovazione in ambito tecnologico per cercare di cogliere le possibilità di sviluppo future senza snaturarsi e perdere la tradizione che rappresenta un forte valore aggiunto.

AROMI E PROFUMI: LE ANALOGIE

Due termini spesso abusati e confusi nel linguaggio comune rappresentano in realtà due entità ben distinte ma con forti analogie: profumi e aromi si caratterizzano per essere al loro interno costituiti da numerose molecole in quantità

XXIV DIMENSIONE PULITO | 09/2021 S F OOD E x PERIENCE SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

variabile e la loro realizzazione è il frutto del sapiente lavoro di maestri profumieri e aromatieri per realizzare composizioni uniche in cui alcune molecole sono proprietà unica di determinate aziende e rappresentano materie prime che, pur dosate in tracce infinitesimali, rappresentano un valore aggiunto per il prodotto finito, caratterizzando l’aroma in maniera univoca: ad esempio l’aroma di un frutto come la fragola è composto da oltre 250 molecole, per il cioccolato sono più di 600, mentre per il caffé tostato arriviamo a 900. L’industria individua alcune di queste molecole, le ricostruisce in laboratorio e le mette a disposizione delle aziende alimentari, che utilizzano solo quelle che rappresentano meglio l’odore, chiamate molecole target. Un alimento confezionato contiene un numero variabile e significativo di materie prime che costituiscono le note aromatiche principali della composizione che possono spaziare dalla fragola alla menta, dalla vaniglia al cioccolato. Un’altra analogia fra le due categorie è rappresentata dall’origine che è doppia in entrambi i casi: i vari aromi, infatti, possono essere ottenuti attraverso un processo di sintesi chimica oppure mediante procedimenti fisici, enzimatici o microbiologici a partire da sostanze di origine animale, vegetale o microbiologica, nel segno di una bivalenza che fa parte anche del mondo essenziero al cui interno la sintesi e la natura rappresentano i due bacini di utenza per la maggior parte delle materie prime di uso profumistico. Le più grandi multinazionali nel mondo aroma non a caso possiedono oltre alla divisione food una parte legata alla creazione di essenze, dal momento che alcune volte alcune materie prime di natura alimentare utilizzate nel mondo ‘aroma’ come ad esempio le pirazine possono essere utilizzate per creare essenze di natura gourmand, che abbracciano il mondo del caffè e del pane appena sfornato per creare emozioni dove il confine fra profumo e aroma è difficile da definire e davvero sottile.

EFSA E LA BANCA DATI OPEN TOX

Inaugurata nel 2017 la banca dati Open Tox rappresenta il registro più completo di sostanze valutate dall’EFSA, che in precedenza erano sparse in migliaia di pubblicazioni scientifiche, e ora comprende dati sulla tossicità di quasi 5000 sostanze chimiche ricavati da oltre 2000 valutazioni scientifiche condotte dall’EFSA dal 2002 in poi. Con i primi anni del 2020 si stanno moltiplicando le idee per uno sviluppo futuro della tecnologia OpenFoodTox con una versione demo 2.0, che include l’arricchimento del modello dati con indicazioni sempre più puntuali su metabolismo, bioaccumulo ed esposizione, collegando la banca dati ai modelli informatici per avere stime di tossicità e tossico cinetica sempre più dettagliate: lo sviluppo è partito da modelli per esseri umani, animali d’allevamento e anche animali selvatici, tra cui api e pesci. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare oltre alla grande attenzione per i dati sulla sicurezza dei principali componenti degli alimenti presta grande attenzione ad abitudini e modelli di consumo in tutta l’UE, fornendo informazioni dettagliate relative a diversi Paesi europei, suddivise per categorie alimentari più mirate e gruppi specifici con una serie di dati statistici estratti dalla banca dati, che consentono di effettuare una rapida selezione tra esposizione cronica ed esposizione acuta a sostanze che potrebbero essere presenti nella catena alimentare. La presenza di un’agenzia in costante aggiornamento come EFSA è fondamentale per la sicurezza del mondo alimentare fornendo consulenza scientifica e una comunicazione efficace in materia di rischi, esistenti ed emergenti, associati alla catena alimentare. L’Autorità comunica con il pubblico in modo aperto e trasparente su tutte le materie che rientrano nel suo ambito di competenza. Le attività scientifiche dell’EFSA vengono utilizzate dalle autorità responsabili delle decisioni politiche per adottare o revisionare

SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

la legislazione europea in materia di sicurezza dei cibi e dei mangimi, per decidere in merito all’approvazione di sostanze regolamentate, come fitofarmaci e additivi alimentari, oppure per introdurre nuovi quadri normativi e formulare nuove politiche, ad esempio nel settore della nutrizione dove la prerogativa è il mantenimento della salute degli individui, nel segno di un’armonizzazione che permetta di evitare notifiche e continui adeguamenti senza un filo conduttore comune.

AROMI NATURALI NEL MONDO BIO

Un segmento di straordinaria importanza nell’universo alimentare è quello del biologico e a tal proposito è giusto sottolineare le principali novità che il nuovo Regolamento europeo sull’etichettatura dei prodotti biologici introdurrà con la sua entrata in vigore nel 2021: vi saranno regole più severe per l’impiego di aromi naturali che saranno compresi nella percentuale del 95% delle materie che devono arrivare da agricoltura biologica oppure essere ottenuti al 100% da agricoltura biologica. Al momento attuale al fine di essere etichettato come bio e dotato di certificazione connessa, il 95% degli ingredienti deve essere biologico e solo il 5% del totale degli ingredienti agricoli può provenire da fonti non biologiche: a tal proposito attualmente è giusto ricordare che gli aromi naturali sono esclusi dal computo del 95% perché non sono considerati ingredienti agricoli. Dal 2021 quest’ultimo aspetto è cambiato e gli aromi naturali sono considerati ingredienti agricoli a tutti gli effetti, entrando a far parte della totalità del famoso 95% e al fine di essere ammessi nella ricetta la percentuale di materiale derivato da ‘fonte naturale’ dovrà essere superiore al 95%. L’armonizzazione si è resa necessaria a livello UE anche in questo settore, come accaduto

in passato per il mondo biologico legato all’universo cosmetico, dove si moltiplicavano gli enti e le singole associazioni che fornivano autocertificazioni biologiche al prodotto: nel mondo alimentare settore bio questa armonizzazione è fondamentale per evitare sovrapposizioni tra deroghe e decreti di paesi diversi membri dell’UE e garantire a tendere una notevole semplificazione delle procedure.

LA TECNOLOGIA PER RICREARE UN SAPORE

Una delle ultime novità nel settore alimentare è rappresentata da un’innovazione lanciata da una start up cilena in grado di ricreare il cibo attraverso l’intelligenza artificiale: un’idea assolutamente incredibile fino a qualche decennio fa, uscita sul mercato all’insegna del ‘non-alimento’. Grazie alla presenza di un super computer e all’abilità di alcuni programmatori è possibile introdurre nello strumento la struttura molecolare di ogni cibo che si voglia riprodurre, in particolare quelli di derivazione vegetale: ovviamente il programma non lavora da solo ma è affiancato da alcuni colleghi umani, con specializzazioni diverse, da quelle informatiche ad altre più strettamente legate all’arte culina-

ria, che non solo verificano che gli ingredienti selezionati dall’intelligenza artificiale siano sani e stiano bene insieme, ma anche per aiutarla ad arrivare dove non potrebbe da sola. Ad esempio, per comprendere qual è la giusta consistenza del latte per il nostro palato o anche che una maionese di colore rossastro (com’era il primo prototipo della NotMayo) è inaccettabile per il nostro cervello, quale che sia il suo sapore. Il prossimo passo sarà probabilmente rappresentato dall’approccio al mondo del pesce con l’introduzione del concetto del nonfish, in particolar modo con i primi test per la riproduzione artificiale del tonno. L’utilizzo di tecnologie come la biologia sintetica, l’internet delle cose, l’intelligenza artificiale, l’ingegneria genetica, la stampa 3d, i droni e la robotica permetteranno di raggiungere la food security e abbassare drasticamente  i numeri fornendo un supporto sostenibile ad agricoltori e allevatori, così come a ridurre i costi e le risorse per favorire una migliore nutrizione alla gran parte della popolazione: un nuovo modo di intendere l’alimentazione che non potrà mai raggiungere o darci il piacere degli stessi provenienti dalla natura. ■

XXVI DIMENSIONE PULITO | 09/2021 S F OOD E
x PERIENCE

PUNTO KEMIKA: un servizio su MISURA

Kemika, da sempre attenta alle esigenze del comparto produttivo alimentare e della ristorazione collettiva, ritiene che il proprio compito non possa esaurirsi nella produzione e commercializzazione di uno o più prodotti chimici destinati alla pulizia e alla disinfezione di questi ambienti, ma deve, necessariamente, essere integrato da un servizio di consulenza, attento e continuo, che pone al centro le esigenze dei propri Clienti che in questo settore operano da anni. L’obiettivo è di proporsi come Partner stabile, pronto ad offrire una serie di servizi completi e integrati che permette, al Cliente Kemika, una sempre maggiore professionalità e competitività nell’ambito di un mercato in continua evoluzione e sempre più attento nei processi e nelle tecniche di intervento legate alla pulizia degli ambienti a tematiche quali detersione, disinfezione, basso impatto ambientale.

Per questo motivo si è deciso di costruire un comparto, interno all’Azienda, in grado di erogare tre fondamentali servizi:

■ Assistenza all’interno dei reparti di produzione

■ Consulenza sulla progettualità e la pianificazione dei processi e delle tecniche di intervento

■ Formazione del Personale

La filosofia dell’intervento fornito è “su misura”, cioè vestito sulle esigenze del singolo Cliente.

Ogni realtà ha una sua unicità, delle sue specifiche esigenze, di conseguenza, la consulenza di Kemika ad un Cliente a cui eroga il servizio è gestito come se questo fosse, in quello specifico momento, l’unico Cliente dell’Azienda di Ovada.

Un esempio concreto su come opera Kemika è il Progetto Formazione, seri e concreti seminari a tema, erogati non come spot pubblicitari legati all’evidenziare la qualità del prodotto chimico venduto al mercato, ma training che lavorano sul: ■ Saper essere (la testa delle persone) ■ Saper fare (le loro competenze)

Questa metodologia di pianificazione del lavoro permette, a tutti coloro che sono coinvolti nei progetti formativi di Punto Kemika, di crescere come Persone e come Professionisti.

Gli argomenti trattati nei corsi sono divisi per aree di competenza, di seguito l’elenco dei seminari che oggi Kemika è in grado di organizzare e sviluppare, destinati al mercato della produzione alimentare e della ristorazione collettiva:

■ Procedure di detersione e disinfezione all’interno di una Industria Alimentare

■ La Pulizia nella Ristorazione collettiva

■ I Disinfettanti: cosa sono e come si utilizzano

■ Procedure di detersione e disinfezione nella lotta al CoViD 19

Il Progetto Tecnico e il Progetto Economico

Quello che in Kemika si vuole ottenere è di diventare il “Punto” di riferimento, non occasionale ma continuo, dove gli Attori protagonisti del comparto alimentare e ristorativo possono acquisire preziose informazioni che, trasferite nel loro lavoro quotidiano, permettono di ottenere il massimo rendimento sotto il profilo professionale ed economico.

09/2021 | DIMENSIONE PULITO XXVII C C ONSULENZA
www.kemikaspa.com

COLLABORAZIONE CON GSICA

SANITIZZAZIONE dei prodotti CASEARI freschi

Da qualche decennio, il mondo scientifico è impegnato nello studio di tecnologie alternative alla classica sanitizzazione termica. Il caso dei raggi X applicati a Fiordilatte e Ricotta.

Francesco Emilio Ricciardi, Valentina Lacivita, Amalia Conte, Matteo Alessandro Del Nobile Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente, Università di Foggia

La luce pulsata, i campi elettrici pulsati, gli ultrasuoni, le radiazioni ionizzanti, le alte pressioni e il plasma freddo sono tecniche note per abbattere la

carica microbica e/o ridurre l’attività enzimatica, promuovendo quindi un incremento della shelf life dell’alimento trattato. Tuttavia, il loro utilizzo è ancora molto limitato su scala industriale poiché di queste tecno-

logie non si conoscono a fondo gli effetti collaterali, perché è ancora necessario ottimizzare il trattamento per le specifiche categorie alimentari, perché possono causare alterazioni delle proprietà sensoriali.

XXVIII S T ECNOLOGIE PER LA S h ELF LIFE SPECIALE IGIENE ALIMENTARE
IN Gruppo Scientifico Italiano di Confezionamento Alimentare

LE POTENZIALITÀ DEI RAGGI X

In questo ambito, il gruppo di ricerca dell’Università di Foggia, ha voluto esplorare le potenzialità dei raggi X applicati ad alcuni prodotti caseari freschi, quali fiordilatte e ricotta (sia ricotta artigianale che industriale). Fiordilatte e ricotta artigianale sono prodotti lattiero-caseari che, a causa della loro composizione e dell’elevato livello di umidità, hanno un’alta proliferazione microbica che li rende inaccettabili nel giro di pochi giorni. La ricotta industriale ha una shelf life più lunga poiché sottoposta a pastorizzazione. L’applicazione dei raggi X sui prodotti scelti si è rivelata molto interessante poiché il prolungamento della vita di scaffale dei campioni trattati è stato significativo. I raggi X sono una tecnologia ad elevato potere penetrante, in grado di sanificare la matrice alimentare, garantire un’efficace azione antimicrobica e sono applicabili sul prodotto già confezionato, senza che ci sia quindi rischio di ri-contaminazione del prodotto in fase di confezionamento.

I RISULTATI DELLA RICERCA

Anche se la dose massima consentita sugli alimenti è di 10 kGy, nell’ambito della ricerca sono state utilizzate dosi molto più basse. Nello specifico, campioni confezionati di ciascun prodotto sono stati trattati a dosi di 0.5, 2.0 e 3.0 kGy. Durante la conservazione a temperature

di leggero abuso termico (9°C), a intervalli di tempo regolari, sono state eseguite analisi microbiologiche per identificare lo sviluppo di agenti deterioranti/patogeni (Pseudomonas spp., lieviti, Enterobacteriaceae, Mesofili e Bacillus cereus), valutare il pH e analizzare la qualità sensoriale mediante panel test. Tutte le analisi sono state eseguite anche su campioni di controllo, cioè non trattati e tenuti nelle stesse condizioni di conservazione.

In Figura 1 è mostrata l’efficacia del trattamento ai raggi X per ricotta artigianale e industriale rispetto ai prodotti non trattati. La ricotta artigianale, di cui si stima normalmente una durata di circa 4-6 giorni, dopo trattamento a 0.5 kGy ha esteso la shelf life a 2 settimane, mentre, alle dosi irradianti di 2.0 e 3.0 kGy, la durata si è allungata fino a 24 giorni. Anche la ricotta industriale, che generalmente registra una shelf life di poco superiore al mese, ha dato risultati interessanti. Il campione di controllo è durato circa 38 giorni, mentre a tutte le dosi di trattamento utilizzate, si è avuta una shelf life più che duplicata (84 giorni).

La Figura 2 mostra l’efficacia del trattamento sul fiordilatte rispetto al campione non trattato. Il fiordilatte fresco ha mostrato una durata di circa 10 giorni, tempo in cui le Enterobacteriaceae hanno raggiunto il limite di accettabilità di 105 cfu/g, mentre per i prodotti irradiati si è verificato un’estensione della shelf life di 20 giorni per il trattamento

eseguito a 0.5 kGy e di circa 44 giorni per i restanti trattamenti (2.0 e 3.0 kGy), così confermando che nei campioni in cui è stata inibita la crescita microbica sono state apprezzate più a lungo anche le proprietà sensoriali. In tutte le matrici il pH risultava leggermente superiore rispetto al controllo. Ad oggi l’uso dei raggi X, a livello nazionale, è consentito solo per prevenire la germogliazione di patate e liliacee e per il trattamento di erbe e spezie aromatiche. Tale tecnologia potrebbe davvero cambiare lo scenario di molti prodotti freschi di qualità e renderli disponibili anche su mercati molto lontani dal luogo di produzione. Pertanto, la ricerca dovrà proseguire e approfondire le conoscenze per dare maggiori informazioni al mondo industriale, che possa sentirsi motivato nell’operare scelte mirate all’innovazione di processo, e maggiori garanzie di sicurezza al consumatore finale, ad oggi ancora scettico sulle radiazioni ionizzanti applicate agli alimenti. ■

Per ulteriori approfondimenti si rimanda alle seguenti pubblicazioni scientifiche:

■ Lacivita, V., Mentana, A., Centonze, D., Chieravalle, E., Zambrini, Conte, V.A. & Del Nobile, M.A. (2019) Study of X-ray irradiation applied to fresh dairy cheese. LWT. 103, 186-191.

■ Ricciardi, E.F., Lacivita, V., Conte, A., Chiaravalle, E., Zambrini, A.V. & Del Nobile, M.A. (2019) X-ray irradiation as a valid technique to prolong food shelf life: The case of ricotta cheese. International Dairy Journal. 99, 104547.

09/2021 | DIMENSIONE PULITO XXIX
Figura 1. Shelf life di ricotta artigianale e industriale Figura 2. Shelf life del fiordilatte.

Allerte alimentari: le nuove LINEE GUIDA

Per l’individuazione del livello di rischio e quindi per l’attivazione dell’allerta alimentare, le Linee guida fanno riferimento ai criteri definiti dalla Commissione Europea. Rientrano nel campo di applicazione delle Linee guida anche eventuali riscontri provenienti dall’autocontrollo

Avv. Chiara Marinuzzi

Studio Legale Avv. Gaetano Forte Diritto penale agroalimentare e sicurezza alimentare

Èdel 5 maggio 2021 l’emanazione delle “Linee Guida per la gestione operativa del Sistema di allerta per alimenti, mangimi e materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti” che sicuramente hanno trovato il proprio banco di prova nell’importante allerta sull’ossido di etilene che ha attraversato l’Europa da giugno 2021.

IL CAMPO DI APPLICAZIONE

Il documento disciplina il funzionamento del sistema sia nei casi di un grave rischio, sia nei casi di rischio meno grave o meno urgente, ma per cui sia necessario uno scambio di informazioni tra i membri della rete. Emerge l’esigenza di adeguarsi al reg. Ue 625/17 che ha rimodulato il mondo dei controlli ufficiali. Nell’all.to A, ad esempio, si nota immediatamente l’estensione dell’applicazione anche per la salubrità dell’ambiente dovuto ad alimenti e materiali od oggetti destinati a venire a contatto con alimenti (MOCA).

XXX DIMENSIONE PULITO | 09/2021 S D IRITTO A LIMENTARE SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

Interessante è il passaggio in cui si afferma che “Sono compresi, nel campo di applicazione, anche eventuali riscontri ottenuti nell’ambito dell’autocontrollo su alimenti, mangimi o MOCA già immessi sul mercato”.

Viene inoltre ribadito il principio dell’art. 14/6 del Reg. CE 178/2002 che istituisce una presunzione di rischio della partita lotto o consegna di alimenti o mangimi di cui fa parte l’alimento a rischio. È un passaggio spesso controverso tra gli operatori, soprattutto nel caso di prodotti a marchio in cui talvolta l’avvio di ritiri e richiami indiscriminati può creare acerrimi contenziosi risarcitori.

Viene infine chiarita l’esclusione dalle allerte per:

■ criteri microbiologici di igiene di processo;

■ frodi commerciali che non rappresentano un rischio attuale o potenziale per il consumatore.

Quando parte l’allerta

a) Controllo ufficiale

Se nel corso di attività ispettive/audit/ campionamento ufficiali si rilevano evidenze di non conformità su un prodotto che non è più sotto il controllo dell’OS parte l’allerta. Si precisa tuttavia che in tale caso non dovrà essere sottoposto ad ulteriore indagine un medesimo lotto risultato non conforme, mentre verrà valutata I‘opportunità di effettuare campioni ufficiali su lotti diversi dello stesso prodotto.

b) Autocontrollo

Questa è una novità.

L’OS deve valutare, in caso di non conformità, se il prodotto è “a rischio” ai sensi del Reg. (CE) 178/2002 e agire per tutelare la salute pubblica nonché informare I’Autorità competente, che, una volta venuta a conoscenza della problematica, valuta le attività condotte dall’OS e attiva il sistema di allerta.

c) reclamo consumatore

La denuncia di un consumatore per prodotto non conforme non attiva il sistema di allerta. Rimane facoltà delle Autorità competenti locali valutare se la non conformità denunciata costituisca motivo per determinare I’attivazione del sistema di allerta, eventualmente procedendo a campionamento ufficiale su confezione integra.

Si tratta di una precisazione importante che definisce un caso molto discusso.

d) Malattia trasmessa da alimenti (MTA)

In caso di MTA dovuta a prodotti immessi sul mercato, compresa la somministrazione, viene attivato il sistema d’allerta qualora sia individuato, analiticamente e/o tramite indagine epidemiologica il prodotto che ha originato l’episodio tossinfettivo.

Verifiche sull’OS

Come devono essere le liste di distribuzione? Vanno consegnate in formato elettronico, senza indicazioni relative ai prezzi o altre informazioni lesive della “trasparenza e riservatezza”. Non devono riportare le sedi legali, ma le sedi operative dei destinatari del prodotto.

Le autorità verificano l‘immediato avvio del ritiro/richiamo del prodotto non conforme e le modalità con cui è stato effettuato dall’OS. È facoltà dell’autorità competente fare controlli a campione con i seguenti criteri: il rischio; il periodo di vita commerciale del prodotto; l’ampiezza della rete di commercializzazione; la fascia di popolazione a cui sono destinati i prodotti. Interessante il passaggio in cui si fa riferimento all’affidabilità dell’operatore accertata in corso di precedenti controlli. Non si può escludere che lo strumento del rating, individuato nell’art. 11 Reg. UE 625/17, ma ad oggi ancora non attivo, possa svolgere un ruolo significativo. Il documento prosegue nel dettaglio della gestione dei flussi informativi e dei ruoli dei diversi uffici centrali e periferici.

VALUTAZIONE DEI RISCHI



Casi in cui il RASFF non trova applicazione

Si tratta di una elencazione nuova che esemplifica i casi in cui non sussiste un rischio diretto o indiretto per la salute. Si citano i casi di riscontrate carenze igieniche, deterioramento o infestazioni che potrebbero produrre solo elementi di non commerciabilità dei prodotti, interruzioni della catena del freddo, superamento di limiti di legge non supportate da elementi di valutazione dell’effettivo rischio, Moca che creino condizioni inaccettabili di composizioni o di proprietà organolettiche che non abbiano conseguenza per la salute.

L’obiettivo è evitare l’avvio di un’allerta per mere non conformità, non supportate da valutazioni sul rischio effettivo.

09/2021 | DIMENSIONE PULITO XXXI

SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

D IRITTO A LIMENTARE



Casi di azione rapida in altro Paese membro

Sono citate: la presenza di sostanze vietate o di valore superiore alle dosi acute di riferimento o di esposizione che possano creare un rischio.

Particolare il caso degli allergeni: la presenza di un allergene non indicato in etichetta è automaticamente oggetto di allerta. Interessante la fattispecie delle “salmonelle rilevanti” che costituiscono l’elemento che fa scattare l’allerta nel caso siano rilevati in allevamenti di uova da consumo.

non solo nel caso nel caso di allerte, ma anche in caso di contenziosi civilistici per il risarcimento danni connessi non solo alle stesse allerte ma più in generale a vizi del prodotto. Per quanto concerne la conservazione della documentazione sono indicati i seguenti tempi:

■ 3 mesi per i prodotti freschi (es. prodotti di panetteria o pasticceria, ed ortofrutticoli);

■ i 6 mesi successivi alla data di conservazione del prodotto deperibile, prodotti “da consumarsi entro il”;



Casi in cui può essere richiesta una valutazione di rischio ad hoc Si tratta di situazioni specifiche in cui mancano parametri di riferimento o che vanno verificate in relazione all’entità della contaminazione.

Qui si parla finalmente dei corpi estranei, che saranno oggetto di allerta se presentano un rischio. La specificazione è molto importante per evitare allerte per queste contaminazioni spesso non influenti sulla salute del consumatore.

Il provvedimento contempla un albero decisione che dovrebbe uniformare le azioni a livello europeo.

RINTRACCIABILITÀ

Le linee guida si soffermano molto sulla rintracciabilità insistendo sull’opportunità di dotarsi di un sistema di rintracciabilità interna pur non essendo questa espressamente prevista dal regolamento. Questa, collegando le materie prime con i prodotti finiti, faciliterebbe I‘operatore nelle proprie procedure, consentendogli di effettuare ritiri mirati dei prodotti che condividono lo stesso rischio sanitario e di limitare, pertanto, il quantitativo di prodotti da ritirare.

Vi è da dire che la rintracciabilità svolge un ruolo molto significativo

■ i 12 mesi successivi alla data di conservazione consigliata, per i prodotti “da consumarsi preferibilmente entro”;

■ un periodo minimo di 2 anni successivi alla vendita per i prodotti per i quali non è prevista dalle norme vigenti l’indicazione del TMC nonché per i MOCA.

tare se quest’ultimo sia stato informato dal proprio fornitore per definire il livello di responsabilità. Attualmente l’omesso ritiro/richiamo è sanzionato in via amministrativa dall’art. 3 D.lgs. 190/2006, tuttavia nel progetto di legge di riforma dei reati agroalimentari (n. 2427 presentato alla Camera il 06.03.2020) si ipotizza di trasformare il fatto in illecito penale punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

DISPOSIZIONE OPERATIVE

Nel documento sono disciplinate le procedure di notifica, i provvedimenti sui prodotti ritirati nonché la trasparenza e la riservatezza. L’allerta verrà gestita unicamente mediante lo strumento informatico RASFF da integrare nell’IMSOC per lo scambio di informazioni. L’obiettivo è evidentemente quello di assicurare maggiore efficacia e gestione del rischio.

RICHIAMO

Viene ribadito che quando un alimento/mangime/MOCA a rischio, oggetto di notifica, è ancora sul mercato e ha raggiunto il consumatore, l’OS deve provvedere, oltre agli adempimenti sulla tracciabilità e di ritiro, anche al richiamo in conformità alle note del Ministero della Salute 31.05.2016 e 15.12.2016. Cosa succede in caso in cui l’OS viola tale obbligo?

Nel caso in cui, nel corso di un controllo, I’A.C. verifica che I‘operatore che ha ricevuto un prodotto oggetto di notifica di allerta non adempie i propri obblighi sul ritiro/richiamo, deve accer-

CONCLUSIONI

Le Nuove linee guida sulle allerte costituiscono uno strumento importante non solo per le autorità ma anche per gli operatori. Il maggiore dettaglio delle procedure non può che essere visto con favore, anche se ogni situazione rimane a sé e deve essere sempre attentamente valutata tenendo conto delle conseguenze. Rimane sempre il tema della leva commerciale e dei rapporti di forza che spesso introducono elementi ulteriori che si innestano su quelli prettamente legali e operativi previsti dalle Linee Guida. ■

XXXII DIMENSIONE PULITO | 09/2021 S

ARCO, prevenzione e SICUREZZA

Arco Chimica sta seguendo con attenzione l’attuale diffusione dell’epidemia del Coronavirus. Quali sono le raccomandazioni?

Le raccomandazioni standard per prevenire la diffusione dell’infezione comprendono il lavaggio frequente delle mani, in particolare prima e

dopo la preparazione degli alimenti, prima di mangiare, dopo l’uso della toilette e dopo aver maneggiato

animali o rifiuti animali, coprire la bocca e il naso quando si tossisce e si starnutisce. In aggiunta al lavaggio delle mani è consigliabile l’utilizzo di un Gel Lavamani senza risciacquo a base alcolica.

GEL LAVAMANI IGIENIZZANTE

A tal fine propone Hygi Gel un gel igienizzante, a base di alcol 65-75%, che consente di lavare le mani senza la necessità di risciacquarle. È facile e veloce da applicare ed agisce in pochi secondi, pratico in ogni situazione in cui si desidera igienizzare e lavare le mani quando non si dispone di acqua e sapone. In ottica di rispondere ai requisiti dettati dalle normative vigenti in termini di prevenzione da Covid-19, si comunica che il prodotto ha ottenuto le seguenti certificazioni: UNI EN 1040, 13727, 13624, 1275, 1499, 1500, 1650, 1276. Hygi Gel è disponibile in più formati di vendita: 100ml - 500ml –1000ml e tanica da 5kg. www.arcochimica.it

09/2021 | DIMENSIONE PULITO XXXIII G G EL LA v AMANI

Prodotti in sintonia con L’AMBIENTE

Tecnologia, ricerca, sviluppo: le ultime dal mondo del cleaning

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R-Quartz è soggetta al credito d’imposta “industria 4.0”.

SPECTRE: IL SISTEMA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEGLI INFESTANTI DA REMOTO

Oggi le moderne aziende di disinfestazione scelgono sistemi di monitoraggio e di controllo degli infestanti innovativi, sostenibili, non cruenti. Dalla collaborazione tra Vebi Tech, azienda con più di 75 anni di esperienza e Byron, leader nei servizi integrati per il pest control, nasce Spectre, tra i primi sistemi di monitoraggio e cattura degli infestanti da remoto. Spectre è composto da una centralina e da una rete di sensori, i quali rilevano il passaggio o la cattura e avvisano l’operatore. Ciò permette di organizzare le uscite dei tecnici solo nei casi ove è necessario, garantendo il controllo dei cantieri H24, 7/7, la riduzione dei costi di intervento, il risparmio di tempo nella gestione del cliente e un aumento considerevole di efficienza. Vebi Tech offre inoltre ai suoi clienti un servizio di consulenza personalizzata tramite la valutazione tecnica del cantiere e il supporto nell’attivazione di Spectre così da garantire il suo corretto funzionamento.

NUOVE CS700 E CS800: LE SPAZZATRICI VERSATILI, CONFORTEVOLI E ROBUSTE

Comac presenta CS700 e CS800, una gamma di spazzatrici uomo a bordo che offrono la massima semplicità di utilizzo e grande comfort per l’operatore. Estremamente robuste e affidabili, sono state progettate per offrire grande produttività e una pulizia efficace. Sono disponibili con alimentazione a batterie o con motore a benzina, e con due differenti piste di lavoro per soddisfare qualsiasi esigenza di pulizia. Estremamente efficaci anche in presenza di sporco grossolano, queste spazzatrici sono adatte alla pulizia di spazi interni o esterni di ambienti industriali, magazzini, aree commerciali, parcheggi e nei settori pubblico, automotive, dei trasporti e delle superfici che misurano fino a 15.000 m2 www.comac.it

www.adiatek.com

XXXIV DIMENSIONE PULITO | 09/2021 V v ETRINA SPECIALE
IGIENE ALIMENTARE
Loredana Vitulano
www.vebitech.it

SYNCLEAN, ACCESSORI E RICAMBI MACCHINE

La società Synclean è da 25 anni nel settore della pulizia professionale e partner delle migliori case produttrici di macchine e accessori. È un’azienda moderna e dinamica ma con un’esperienza di alto livello e un know-how specifico nel mondo delle macchine per la pulizia industriale. Nel suo listino, è possibile trovare: Motori aspirazione diretti / periferici / tangenziali - l’azienda è distributrice ufficiale AMETEK; Motori per aspirapolveri e impianti centralizzati; Turbine soffianti; Gomme tergipavimento e paraspruzzi; Dischi abrasivi; Batterie e Caricabatterie; accessori per aspirapolvere; Spazzole per lavasciuga, Spazzatrici e Monospazzole; ricambi originali. www.syncleanservice.com

NUOVA LINEA PAPERDÌ

Paperdì amplia la sua gamma prodotti con una linea di Tovaglioli completamente rinnovata. Dal tovagliolo monovelo al doppio velo, dal formato 33*33 al maxi formato 38*38, dal pacchetto singolo a quello doppio: una linea nata per offrire il giusto prodotto per ogni differente esigenza del mercato. Tutti prodotti certificati Ecolabel e FSC, un unico fattore comune: l’attestata qualità delle materie prime combinata alle elevate caratteristiche tecniche. www.paperdi.it

MODULE: LA SOLUZIONE KÜNZLE&TASIN PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE

Künzle&Tasin dispone della macchina multifunzione Module, soluzione per una pulizia efficace e completa nel rispetto dell’ambiente e della salute. Disponibile in 2 varianti, con pista di pulizia da 35 e 50 cm (versione a cavo o a batteria), Module è l’unico prodotto “compact size” sul mercato con funzioni di spazzatrice, lavasciuga e aspirapolvere/liquidi. Soluzione economica (3 macchine in 1) e indicata in ambienti molto diversi. È Perfetta nelle varie strutture del settore alimentare che necessitano di trattamenti diversificati: dall’aspirazione di polveri fini, al lavaggio in profondità di superfici, alla pulizia in angoli nascosti.

www.kunzletasin.com

09/2021 | DIMENSIONE PULITO XXXV

OLÈ RESSENZA NUOVO BRAND RUBINO CHEM

Olè RESSENZA è il nuovo brand di Rubino Chem, identificativo del formulato polifunzionale ad alta concentrazione con spiccata azione igienizzante e a pH neutro utilizzato per detergere, rimuovere germi e batteri con azione meccanica, spolverare, profumare e deodorizzare ambienti e superfici. Come Olè ESSENZA lanciato nel 2002, Olè RESSENZA è stato progettato per rispondere alle necessità degli utilizzatori professionisti. Il marchio registrato Trademark e il formulato hanno mantenuto nel tempo la peculiare alta qualità ed identità riconosciuta ed apprezzata dagli utilizzatori finali. www.rubinochem.it

MIRA CON FILTRO HEPA

La pulizia professionale è uno degli aspetti fondamentali dell’accoglienza e l’utilizzo di adeguate tecnologie appare fondamentale per una reale igienizzazione. In particolare i modelli di lavasciuga pavimenti più compatti risultano molto utili in questo settore, garantendo un alto livello di igiene, operazioni rapide, pavimenti subito asciutti e calpestabili senza fatica. 4CleanPro propone l’applicazione, alla più piccola delle lavasciuga pavimenti presente nel suo catalogo MIRA, di un filtro assoluto di tipo HEPA classe H13 che filtra completamente l’aria aspirata garantendo così un’efficace sanificazione dell’aria di riflusso riemesso nell’ambiente. www.4cleanpro.com

SANIFICAZIONE AMBIENTALE

PER IL CONTROLLO DEI RODITORI

Muskil è un rodenticida basato su un’associazione unica ed esclusiva di 2 principi attivi, Bromadiolone 0,0025% e Difenacoum 0,0025%, che conferisce al prodotto un’efficace azione contro ratti e topi. Muskil è l’unico rodenticida bi-componente in Europa autorizzato come biocida e la speciale combinazione dei 2 principi attivi è un brevetto europeo di ZAPI SpA (n. 2090164B). www.pestnet-europe.it

Spray Team è un’azienda nata nel 1994 dalla volontà di un gruppo di tecnici decisi a mettere a frutto la loro ventennale esperienza maturata nella costruzione di atomizzatori e nebulizzatori. Oltre alla produzione dei tradizionali atomizzatori trainati, come Start e Wind, Spray Team si specializza nella produzione e la vendita di attrezzature e macchinari per la disinfestazione e disinfezione urbana e per il trattamento del verde pubblico e urbano. L’azienda offre inoltre una gamma di prodotti per la sanificazione e disinfezione in grado di produrre ed erogare acido ipocloroso e di generare grandi volumi di acqua fortemente disinfettante, che, più che per la disinfestazione urbana, trova impiego nella sanificazione ambientale. Spray Team ha inoltre messo a punto gli atomizzatori per la nebulizzazione dell’acqua elettrolizzata, progettando ugelli specifici in grado di ottenere un’aria secca. Con questa tecnologia l’azienda intende entrare nel settore dell’hospitality.

XXXVI DIMENSIONE PULITO | 09/2021 V v ETRINA SPECIALE
IGIENE ALIMENTARE
www.sprayteam.it

F IERE PARASITEC 2021: Pest Control & Public Health

Parasitec Paris 2021 si conferma un importante appuntamento per il mercato del Pest Control e la salute pubblica in Europa. L’ultima edizione si è tenuta dal 17 al 19 novembre 2021 a Parigi presso Paris Event Center, 20 avenue de la Porte de la Villette. La fiera internazionale, sviluppata su una ben organizzata superficie di oltre 2000 mq, ha visto la presenza di circa 100 espositori tra laboratori, produttori di attrezzature e prodotti biocidi provenienti da 30 nazioni diverse. Una significativa vetrina di opportunità per centinaia di soluzioni.

Di seguito alcuni degli incontri organizzati con i migliori esperti del settore nelle tre giornate della fiera:

Prodotti per la disinfezione: immissione sul mercato e requisiti normativi in periodi transitori e perenni. Sophie Aviron-Violet & Augustin Debacker – Normativa Staphyt

Disinfezione in periodo di crisi sanitaria. Pierre Deschamps –Batiment&Entretien & Olivier Haution – Deppik

Monitoraggio genetico della resistenza della cimice dei letti agli insetticidi. Dr Romain Lasseur – Izinovation

Panoramica di strumenti comprovati per soddisfare i requisiti della gestione integrata dei parassiti. Protocollo e sistema di gestione per il 3D di domani. Thomas Le Louarn – RatDown

XXXVIII DIMENSIONE PULITO | 09/2021 F

DISINFESTAZIONE

Possibilità

Possibilità

MARTIGNANI S.r.l.

Via

da remoto tramite dispositivo CNC
tramite
Fermi, 63 (Zona Industriale Lugo 1) - 48020 S. Agata sul Santerno (RA) Tel. +39 0545 23077 - Fax +39 0545 30664 - martignani@martignani.com www.martignani.com Controllo
Interfaccia utente semplice ed intuitiva Nebulizzatore connesso all’azienda
cloud
di impostare aree geografiche di lavoro
Sistema completo di autodiagnosi e flusso di dati continuo
di monitorare il numero di giri del motore e la pressione istantanea di esercizio da remoto
SOLUZIONI INTELLIGENTI PER UN’IGIENE AMBIENTALE MODERNA ED ECO-SOSTENIBILE

COPYR festeggia 60 ANNI: invitato speciale...la natura

Un 60° anniversario vissuto con entusiasmo e partecipazione. Il modo migliore per festeggiare un importante traguardo e per rinnovare l’impegno di sostenibilità

Copyr compie 60 anni, una cifra che solo le aziende più solide e capaci di adattarsi attivamente al mer-

cato possono raggiungere; e per festeggiare questo importante traguardo Copyr ha voluto organizzare un evento con i propri collaboratori e partner nella splendida cornice di

Fondazione Minoprio. Una location esclusiva che riassume nelle sue attività l’essenza stessa del rispetto per la natura e l’attenzione alla sostenibilità condivisi con Copyr.

XL DIMENSIONE PULITO | 09/2021 E Ev
ENTI
Guarda il video

Una grande festa di una bella azienda, a cui Dimensione Pulito ha avuto il piacere di partecipare. Appena arrivati la sensazione è stata quella di essere accolti in una “squadra ben amalgamata”.

LA GIORNATA

Folta la partecipazione dei protagonisti dell’azienda: le due reti di vendita Igiene Ambientale e Home&Garden alle quali si è aggiunta la nuova rete GDO di recentissima costituzione. Non sono mancati i principali business partner strategici (Sumitomo, Basf, Syngenta, Endura, Limaru, Valagro, etc.), nonché il Consiglio di Amministrazione presieduto da Juan Ameneiro, Pedro Gonzalez e Monica Mascato, rispettivamente amministratore e consigliere delegato, il collegio sindacale, tutto lo staff dirigente guidato dal Country Manager Mario di Leva, i dipendenti e le loro famiglie. Una giornata con tanti momenti di svago nella quale i partecipanti sono stati suddivisi in team contraddistinti da diversi colori, per sfidarsi in gare dove hanno potuto cimentarsi e dare sfoggio di insospettabili e apprezzate doti da giardiniere. Bellissime le creazioni del logo del 60esimo realizzate con i fiori, e la gara delle aiuole fiorite piene di colori e di profumi. Ci sono stati anche momenti di relax con itinerari studiati per scoprire le piante meravigliose e rare delle serre della Fondazione Minoprio. Tutte attività ricreative che mettevano la natura al centro, come indiscutibile e unico protagonista.

CENA DI GALA

Altro momento di forte partecipazione è stata la cena di gala, con circa 130 commensali, durante la quale hanno preso la parola il presidente Juan Ameneiro che ha ricordato che “Ogni azienda ha tra le sue opzioni anche quella di decidere come tutelare la sopravvivenza del nostro pianeta. Perché è un impegno quotidiano” e ha proseguito ricordando che “Bisogna davvero guardare avanti con una

SONO FELICE DI INCONTRARE TUTTO LO STAFF COPYR... CON UN SOLO SGUARDO POSSO INTRAVEDERE IN OGNUNO DI VOI LA VOSTRA DEDIZIONE PER QUESTA AZIENDA E PERCEPIRE L’ORGOGLIO DI APPARTENERE A QUESTA GRANDE FAMIGLIA”

-Presidente Juan Ameneiro

nuova visione. Copyr vuole fare la sua parte, con scelte sempre più motivate e coscienti. La ricerca che i nostri laboratori mettono in atto quotidianamente ci aiuta a sviluppare prodotti che assicurano una totale sostenibilità e una sicurezza straordinaria. Ecosostenibilità non è solo una parola; per noi significa visione del domani e rispetto dell’ambiente”.

Anche l’amministratore delegato Pedro Gonzalez ha voluto portare il suo pensiero: “I valori portanti di un’azienda riguardano molti aspetti, tutti ugualmente importanti. La sua storia, la tradizione, la qualità dei prodotti, la capacità di evolversi sul

mercato, la bravura nell’immaginare il nuovo” e poi ha sottolineato l’importanza dell’italianità dell’azienda. “Ognuno di voi in Copyr si riconosce in tre semplici, ma fondamentali, parole: professionalità, soddisfazione, crescita, e ne aggiungerei una quarta altrettanto importante: italianità. Sì, italianità, in cui sono concentrate fantasia, unicità, creatività, stile. Un modo unico di stare in azienda e lavorare”.

La cena ha concluso una 3 giorni di meeting commerciali con le 3 reti di vendita per la presentazione delle iniziative di fine anno; importanti le novità per la neonata rete GDO, che dovrà presentare al mercato il rilan-

09/2021 | DIMENSIONE PULITO XLI
Juan Ameneiro, presidente Copyr e amministratore delegato Zelnova Zeltia

cio del brand Stira&Ammira, recente acquisizione del Gruppo Zelnova Zeltia-Copyr.

In un clima di festa, sereno e collaborativo, abbiamo raccolto la testimonianza di Angela Novembre, direttore marketing e di Pedro Gonzalez, amministratore delegato Copyr. “Noi di Copyr - ci racconta Angela Novembre - abbiamo iniziato nel 1961 a importare il Fiore del Piretro, per ricercare delle soluzioni che difendessero l’uomo, gli ambienti e gli organismi vegetali stessi dagli insetti molesti e dannosi, nella maniera più naturale possibile e rispettando i tempi della natura, per garantire un futuro di benessere e sostenibilità alle generazioni a venire. L’azienda, nel corso degli anni, grazie allo sviluppo continuo che c’è stato intorno al Piretro e ai principi attivi sostenibili e a basso impatto ambientale è riuscita a sviluppare formulazioni sempre più efficienti da portare nel mercato, soprattutto nel comparto dell’igiene ambientale. Il Piretro,

del resto, è tra le poche molecole ammesse in agricoltura biologica e trova impiego anche per la cura della casa, dell’orto e del giardino”.

L’anno scorso, durante la Pandemia, è aumentata la necessità di avere soluzioni igienizzanti e disinfettanti. Come avete risposto a questa crescente richiesta? “Grazie al nostro team di Ricerca & Sviluppo molto qualificato e competente e al contributo del laboratorio interno di Zelnova Zeltia - continua Novembre - siamo riusciti a reagire in maniera tempestiva e a ottenere delle registrazioni di prodotto , riuscendo a inserire delle soluzioni specifiche per rispondere a questa esigenza contingente. Inoltre, da tempo , offriamo attrezzature per la nebulizzazione, apparecchiature di fondamentale importanza per la tipologia di trattamenti richiesti. L’anno scorso le macchine della famiglia Nebulo sono state tra le più utilizzate per effettuare i trattamenti di sanificazione ambientale. In Spagna - aggiunge - c’è stata anche una col-

PERCHÉ LA FONDAZIONE MINOPRIO?

Lo spiega bene il Presidente Juan Ameneiro nel discorso introduttivo alla giornata di festa. “Ci troviamo in questa meravigliosa tenuta della Fondazione Minoprio, che ringrazio perché ci ha permesso di poter organizzare il nostro evento. ‘Dalla natura un futuro verde…’ è lo slogan della Fondazione con la quale abbiamo scoperto di avere tanti punti in comune come la ricerca, la formazione, la passione per l’agricoltura e il giardinaggio. Abbiamo vissuto l’ultimo anno e mezzo isolati nelle nostre abitazioni o con limiti all’aggregazione. La cornice all’aperto della Fondazione ci garantisce sicurezza e tranquillità per trascorrere finalmente questo pomeriggio insieme, divertirci e rigenerarci, godendo del benessere che questo parco naturale ci mette a disposizione”.

laborazione con il settore pubblico, per la fornitura di gel per le mani. Abbiamo promosso tutta una serie di brand, che sono stati poi introdotti anche nella grande distribuzione italiana - in questo ambito la nostra casa madre è tra le aziende di riferimento per la parte di cura della casa e igiene degli ambienti. Un esempio

XLII DIMENSIONE PULITO | 09/2021 E Ev ENTI
Angela Novembre, direttore marketing e Pedro Gonzalez, amministratore delegato Copyr

di come la flessibilità e la capacità di reagire e di andare a risolvere i problemi dei nostri clienti caratterizzi il nostro Gruppo. Per noi è stata sicuramente un’opportunità, ma anche un motivo di orgoglio, possiamo infatti dire di avere avuto un ruolo attivo nel contenimento della Pandemia”.

Nel 2020 il Gruppo ha registrato un’importante crescita di fatturato.

Quali sono state le scelte strategiche vincenti e come vedete il futuro?

Risponde Pedro Gonzalez: “La fusione con Zelnova Zeltia, quindici anni fa, ha dato vita ad un Gruppo dalle dimensioni orgogliosamente internazionali che è diventato una delle principali realtà europee nello sviluppo e nella produzione di formulati per la difesa e la cura della casa e della persona.

Unendosi, Copyr e Zelnova Zeltia hanno esaltato le loro valenze positive, avvalorando la capacità di sviluppare insieme sinergie progettuali vincenti.

Nuovi impegni ci attendono, con scelte che saranno certamente in grado di concretizzare nuovi progetti e realizzare appaganti sviluppi futuri.

Oggi siamo presenti in oltre 20 paesi europei, grazie anche alla relazione e alla collaborazione in essere con partner strategici che ci hanno scelto, si fidano di noi e con i quali abbiamo in comune molti valori.

La nostra strategia prevede di sviluppare nuove soluzioni per i clienti e nello stesso tempo creare nuovi mercati per il Gruppo”.

Concludiamo con le parole del presidente Ameneiro nel discorso tenuto durante la cena di gala. “Si dice spesso che il valore di un’azienda sia rappresentato dalle persone che vi lavorano. Basta guardarvi per essere d’accordo con quest’affermazione. Perchè è grazie alla validità di persone di ogni livello e mansione che Copyr in tutti questi anni ha sviluppato e sviluppa anche oggi, soluzioni efficaci e rispettose dell’ambiente per ogni tipo di esigenza.”

Come redazione non possiamo che condividere queste affermazioni. ■

09/2021 | DIMENSIONE PULITO XLIII

Norme in tutela dell’AMBIENTE

Decreto Legislativo N°102 del 30 luglio 2020

Èsempre più evidente come nel Pest Management sarà necessaria una costante e corretta conoscenza delle normative cogenti, una attenta lettura delle Schede di Sicurezza dei prodotti e come il tutto si dovrà “sposare” con un utilizzo sempre più consapevole dei biocidi attualmente a disposizione Se in Italia vogliamo parlare di Tutela dell’Ambiente dobbiamo certamente rifarci al “Testo Unico Ambientale (T.U.A)”, emanato con il Decreto-legge n°152 del 3 Aprile 2006. Questo decreto, che, come si evidenzia in epigrafe al titolo stesso, identifica le “norme in tutela dell’ambiente”. Naturalmente queste norme abbracciano molteplici aspetti, e nella prima stesura si possono evidenziare sei parti fondamentali quali: 1) Disposizioni comuni e principi generali; 2) Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d’impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC); 3) Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche; 4) Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati; 5) Norme in materia di tutela dell’aria e di riduzioni delle emissioni in atmosfera; 6) Norme in materia di tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente. Negli anni il T.U.A. ha

subito varie modifiche come l’inserimento di altri due titoli quali il 5bis e il 6bis, oltre a Disposizioni Attuative, Integrative e Correttive.

Tra i vari Decreti, può destare interesse per le Aziende che operano nel Pest Management il “Decreto Legislativo n° 102 del 30 luglio 2020” che introduce alcune modi-

fiche fondamentali a T.U.A. aggiungendo all’art. 271 il comma 7 bis. Nello specifico tale comma identifica come “Le emissioni delle sostanze classificate come cancerogene o tossiche per la riproduzione o mutagene (H340, H350, H360) e delle sostanze di tossicità e cumulabilità particolarmente ele-

XLIV DIMENSIONE PULITO | 09/2021 S P EST MANAGEMENT SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

vata devono essere limitate nella maggior misura possibile dal punto di vista tecnico e dell’esercizio. Dette sostanze e quelle classificate estremamente preoccupanti dal regolamento (CE) n°1907/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 Dicembre 2006, concerne la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH) devono essere sostituite non appena tecnicamente ed economicamente possibile nei cicli produttivi da cui originano emissioni delle sostanze stesse” e inoltre possiamo leggere come “Ogni cinque anni, a decorrere dalla data di rilascio o di rinnovo dell’autorizzazione i gestori di stabilimenti o delle installazioni… [Omissis]…inviano all’autorità competente una relazione con la quale si analizza la disponibilità di alternative, se ne considerano i rischi e si esamina la fattibilità tecnica ed economica della sostituzione delle predette sostanze”.

Secondo il Regolamento REACH le Sostanze estremamente preoccupanti (Substances of Very High Concern SVHC) sono le sostanze che rispondono ai criteri di classificazione come sostanze cancerogene o mutogene o tossiche per la riproduzione (categorie 1A o 1B, a norma del regolamento CLP – art. 57 lettere a), b), c) del regolamento REACH), le sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche (PBT) o molto persistenti e molto bioaccumulabili (secondo i criteri stabiliti nell’allegato XIII del regolamento REACH – art. 57 lettere d), e); le sostanze, identificate caso per caso per le quali l’evidenza scientifica certifichi probabili effetti gravi per la salute umana o l’ambiente (art. 57 lettera f).

Per l’utilizzo di queste sostanze il Decreto-legge identifica inol-

tre come entro il 28 agosto 2021 doveva essere elaborata una relazione con la quale si analizzava la disponibilità di alternative, se ne considerano i rischi e si esamina la fattibilità tecnica ed economica della loro sostituzione e da ripresentare ogni cinque anni, e per tale elaborato può venire in aiuto quanto prodotto dalla Regione Friuli Venezia Giulia dove è possibile trovare un allegato per facilitare la compilazione e produzione della relazione sopracitata. (https:// suap.regione.fvg.it/portale/cms/it/informazioni/ notizie/Emissioni-in-atmosfera-nuovi-adempimenti-entro-il-28-agosto-2021/) Spostando il focus sui prodotti impiegati per il Pest Control, tra i diversi prodotti attualmente in commercio, quelli che presentano una frase di rischio tra quelle evidenziate nel Decreto-legge possiamo identificare i prodotti rodenticidi con ppm 50, dove in etichetta è evidente la presenza della frase di rischio “H360D – Può nuocere al feto”. Sulla base di utilizzo degli stessi, considerando anche il largo uso che ne

viene fatto nei territori comunali per il contenimento delle specie sinantropiche, sarà certamente importante andare a valutare come e in che modo le Aziende di Pest Control andranno ad inserirsi all’interno dell’attuale normativa, ovvero se dovranno essere loro a produrre la documentazione richiesta sulla base di quanto richiesto o se la stessa sarà a carico degli utenti finali, fermo restando al momento attuale poter virare su composti rodenticidi Trained Professional con ppm 25 che non presentano tale frase di rischio, ma in ogni caso sempre soggetti alle misure della mitigazione del rischio. È quindi sempre più evidente come nel Pest Management sarà necessaria una costante e corretta conoscenza delle normative cogenti, una attenta lettura delle Schede di Sicurezza dei prodotti e che il tutto si dovrà “sposare” con un utilizzo sempre più consapevole dei biocidi attualmente a disposizione, in un’ottica di un’attenta analisi dei prodotti che non presentano nella loro composizione le frasi di rischio H340, H350, H360. ■

09/2021 | DIMENSIONE PULITO XLV

Rischio BLATTE

La lotta alle blatte non subisce certamente momenti di rallentamento. Capace di penetrare in depositi, stabilimenti e ambienti produttivi, la blatta può rivelarsi sorgente di contaminazione dal notevole tasso di pericolosità, i cui effetti, possono determinare un grave pregiudizio per la conservabilità degli alimenti, nonché una diffusione, talvolta capillare, di germi e miceti.

BASF offre varie soluzioni innovative contro gli scarafaggi tra queste Mythic® 10 SC, un insetticida non repellente, senza piretroidi, per il controllo anche di cimici dei letti e formiche. Contiene Clorfenapyr, sostanza attiva con un esclusivo meccanismo di azione: si attiva solo una volta assorbito e impedisce alle cellule dell’insetto di generare energia, causando paralisi e morte. A differenza dei piretroidi, non è repellente e non viene quindi rilevato dagli insetti, per questa ragione è ideale in strategie applicative in abbinamento ai gel antiblatta. Inoltre il suo meccanismo d’azione non rapido come i neurotossici, non lascia scampo. Gli insetti che vengono a contatto con questo prodotto si comportano normalmente per un breve periodo dopo l’ingestione, per poi morire tranquillamente, in genere nei loro nidi, senza indurre gli altri insetti ad evitare le aree trattate e senza generale problemi di resistenze.

Mythic® 10 SC è una sospensione concentrata a base acquosa, facile da miscelare e da applicare su crepe, fessure e altri punti generalmente considerati difficili da raggiungere tramite normali applicatori a spruzzo.

La sua formulazione permette inoltre una copertura superficiale uniforme e un’ottima adesione a tutte le superfici, incluse quelle difficili e porose come malta, legno e cemento.

Mythic® 10 SC è in grado di mantenere la residualità fino a tre mesi nella maggior parte degli ambienti trattati in funzione dell’infestazione.

PRATICITÀ E FACILITÀ

D’USO

Mythic® 10 SC si può utilizzare nei locali commerciali, industriali, edifici pubblici, domestici, ed anche nelle aree dedicate alla conservazione, alla trasformazione e alla preparazione degli alimenti.

La sua formulazione antimacchia, a basso impatto olfattivo e che non lascia residui visibili, può essere utilizzato anche negli ambienti sensibili, evitando lamentele da parte dei clienti. Applicando il prodotto correttamente, persone e animali domestici possono ritornare negli ambienti trattati non appena le superfici spruzzate sono completamente asciutte al tatto. www.pestcontrol.basf.it

XLVI DIMENSIONE PULITO | 09/2021 D DISINFESTAZIONE

Mythic® SC I parassiti non sapranno cosa li ha colpiti

Modalità di azione unica, chimica non repellente Aiuta a controllare anche gli insetti più problematici Azione residuale sostenuta attiva nella maggior parte degli ambient Strumento complementare per programmi di gestione integrata dei parassiti www.pestcontrol.basf.it

Mythic® contiene Chlorfenapyr Mythic® è un marchio registrato di BASF. Usare i biocidi in modo responsabile. Prima dell’uso, leggere sempre l’etichetta e le informazioni riguardo al prodotto

Un felice incontro: ULV e MICRO-INCAPSULATI

Dove si arriva a pesare ogni micro-goccia erogata da un nebulizzatore ULV e soprattutto a renderci conto che usarlo significa entrare nel mondo dell’ultra piccolo e stupirci dei risultati igienico-sanitari che contemporaneamente possiamo raggiungere

XLVIII DIMENSIONE PULITO | 09/2021 S DISINFESTAZIONE SPECIALE
IGIENE ALIMENTARE

Sono tentato di iniziare proponendo la formula per calcolare il volume della sfera (che per inciso è V = 4⁄3 πr3) con il rischio di interrompere da subito la lettura, ma garantisco che ogni aspetto matematico sarà possibile saltarlo senza quasi nulla togliere all’enunciato. Sono convinto che la lettura dei vari passaggi consente di entrare nel merito delle problematiche che nell’utilizzo dei nebulizzatori a ULV può comportare. Colgo l’occasione per rimarcare, per l’ennesima volta, che il lavoro del disinfestatore è tutt’altro che facile, e contemporaneamente metto in luce alcuni principi che sono alla base del nostro operare, come strumento per valorizzare la concretezza di questa professione.

Il problema mi è stato proposto per la bonifica di un piccolo magazzino dismesso da un anno affittato da un’azienda per stoccare prodotti alimentari confezionati: pasta, riso, prodotti in scatola, bevande. Sottolineo prodotti confezionati e posti in cartoni.

Lo stato di pulizia iniziale lasciava a desiderare: vi era di tutto, persino due vecchi malconci materassi. Gli interventi sono stati affidati a un Consorzio che prima ha fatto intervenire una squadra di pulitori (che previa disinfezione e disinfestazione) sommaria ha provveduto prima allo sgombro e poi alla pulizia del locale. Sono seguiti interventi di manutenzione edile, di tinteggiatura e messa a norma dell’impianto elettrico e misure anti-incendio. Poi il riassetto di porte, finestre e un piccolo impianto di condizionamento e infine una seconda disinfestazione che voleva garantire l’assenza di parassiti e, soprattutto, dal rischio di reinfestazione. Essendo il Consorzio alle prime armi di quest’ultimo lavoro mi ha interpellato per testare procedure che, se avessero dato i risultati sperati, sarebbero state adottate come standard.

AMBIENTE E RISORSE TECNICHE

Cubatura del magazzino ≈ 3.000 m3 Caratteristiche del nebulizzatore ULV:

■ Dimensione micro gocce 30 ÷ 50 µm (il diametro delle microgocce è un poco superiore a quello che un ULV dovrebbe avere, ma dovendo aumentare la portata per diminuire i tempi di erogazione i diametri indicati sono attendibili).

■ Portata: da O a 36 litri/ora

■ Capacità del serbatoio: 6 litri

Formulato micro incapsulato a base di Permetrina (tralascio la composizione per dare carattere generale all’esposizione):

1. Concentrazione d’uso: 2%

2. Dosaggio indicato come efficace: 100 ml / 500 m3

3. Dosaggio unitario di prodotto commerciale: 0,2 ppm = 0,2 ml/ m3

4. Dosaggio unitario di soluzione d’uso: 10 ppm = 10 ml/ m3

5. Quantità di soluzione d’uso per 500 m3 = 10 ml/ m3 x 500 m3 = 5.000 ml = 5 litri

6. Verifica: 5.000 ml x 2% = 100 ml cvd (come volevasi dimostrare) – vedi punto 2

7. Essendo il magazzino di 3.000 m3 è necessario erogare (3.000 m3: 500 m3) x 100 ml = 600 ml di prodotto commerciale

8. Dato che ogni 5 litri di soluzione d’uso contengono 100 ml di prodotto commerciale basta moltiplicare per 6 (5 L x 6) = 30 L (litri, indicati con L maiuscola anche se il simbolo esatto sarebbe l che però potrebbe confondersi con la i maiuscola I) ricordo che 30 L equivalgono a 30.000 ml

9. Verifica: 30.000 ml x 2% = 600 ml di formulato commerciale che corrispondono esattamente a quanto è esposto al punto 7).

Tempi di erogazione a) L’ULV è regolato alla portata massima di 36 L/h b) Essendo il serbatoio di 6 litri si svuoterà in un sesto di ora pari a 10 min’ c) Per erogare i 30 L necessari sarà necessario svuotare 5 serbatoi, quindi 50 min’ più i tempi di riempimento.

Il responsabile dell’azienda e il tecnico disinfestatore non erano per niente soddisfatti, avrebbero eseguito quanto derivante dai conteggi, ma hanno rimarcato che era una procedura che comportava tempi di lavoro troppo lunghi. Per successivi lavori sarebbe stato scelto un nebulizzatore più potente (una portata di “almeno” 120 L/h) e un serbatoio di “almeno” 30 L in modo da ridurre il tempo di lavoro in 15 min’ senza dover effet-

09/2021 | DIMENSIONE PULITO XLIX

SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

ESEMPIO DI CALCOLO

Codice colore: principio attivo: p.a. <> formulato commerciale <> soluzione d’uso

1. Dato che il dosaggio unitario per avere più del 90% di abbattenza degli insetti volanti bersaglio è stato testato pari a 2 ml/ha (≈ g/ha) di p.a. di Deltametrina [l’ha equivale a 10.000 m2 (un quadrato di 100 m x 100 m oppure una striscia di 10 m per 1 km) avremo 0,0002 ml/m2] più avanti indagheremo anche sui m3

2. Quanto premesso fa riferimento a test effettuati in Camargue con applicazioni a Ultra Basso Volume nella lotta adulticida alle zanzare.

3. La domanda è la quantità di insetticida (prodotto commerciale) al 2% di p.a. dovrò mettere nel serbatoio di un nebulizzatore ULV montato su pick-up che procede a 8 km/h posto che la velocità di avanzamento sia di 8 km/h (8.000 m/h) stimando la fascia orizzontale larga 10 m e quella verticale alta 9 m e la portata sia di 100 L/h (il litro ha come simbolo l ma dato il possibile fraintendimento con la i maiuscola I, si utilizza la L maiuscola)

4. NB: l’evaporabilità delle micro-gocce non è tenuta in considerazione, ma è una variabile che nella pratica di tale tecnica di lotta non dovrebbe mai essere trascurata un conto è distribuire una soluzione oleosa, un conto è distribuire una soluzione acquosa.

Durata e distanza di caduta di una micro-goccia di acqua in differenti condizioni di umidità [UR%] e temperatura [°C] in assenza di vento (da G.A. Matthews)

TEMPERATURA 20°C - ∆ T 2,2° C - UR% 80

TEMPERATURA 30°C - ∆ T 7,7° C - UR% 50

Dimensione iniziale micro-gocce in µm

Durata in secondi Distanza di caduta in metri 50 4 0,15 100 16 1,4 200 227 39

Impostazione del calcolo

5. L’area orizzontale trattata in un’ora di lavoro è: (8.000 m/h x 10 m) = 80.000 m2 pari a 8 ha

6. La cubatura interessata sarà invece di 720.000 m3 = (80.000 m2 x 9 m)

7. Dato che il dosaggio unitario è di 2 ml/ha dovrò mettere nel serbatoio di 100 L (2 ml x 8 ha) = 16 ml/ha di p.a.

8. Essendo il formulato scelto al 2% di p.a. ogni litro conterrà 20 ml di p.a. quindi dovrò mettere circa 0,8 L di prodotto commerciale. Verifica: 800 ml x 2% = 16 ml – Quindi nel serbatoio sarà necessario versare 0,8 litri. Quindi la concentrazione della soluzione d’uso sarà allo 0,8%)

Dimensione iniziale micro-gocce in µm

Durata in secondi Distanza di caduta in metri 50 14 0,5 100 57 8,5 200 227 136.4

9. Il dosaggio unitario rapportato alla superficie a terra di formulato commerciale sarà: 0,8 L diviso 8 ha = 0,1 L/ha = 100 ml: 10.000 m2 = 0.01 ml/ m2 che al 2% di p.a. equivale a 0,00002 ml/ m2 [l’esatta dose indicata al punto 1)]

10. Andando oltre possiamo calcolare il dosaggio unitario di formulato commerciale rapportato al volume della cubatura interessata: 100 ml: 720.000 m3 [vedi punto 6)] ≈ 0,000139 ml/ m3 che al 2% di p.a. equivarrebbero a 0,00000278 ml/m3

Anche la valutazione dei volumi di soluzione d’uso per Ha portano a cifre difficili da interpretare soprattutto in relazione ai risultati indicati dalla pubblicazione a cui faccio riferimento (abbattimento ≥ al 90% delle zanzare presenti), per mia e spero per vostra curiosità la riporto: 100 L/su 8 ha equivalgono a 12,5 L/ha di soluzione d’uso che all’0,8% di prodotto commerciale 12,5 L/ha x 0,8% = 0,1 L/ha che al 2% di p.a. confermerebbero i 2 ml/ha come dosaggio sufficiente al risultato riscontrato.

RIASSUMENDO: se in un nebulizzatore ULV montato su un pick-up che procede a 8 km/h (in grado di interessare una fascia di erogazione di 10 m di larghezza e 9 m di altezza) con una portata di 100 L/h mettiamo 0,8 L di un formulato al 2% di Deltametrina distribuiremmo 2 ml (≈ grammi) di p.a. In assenza di vento e di evaporabilità delle micro-gocce (del cui diametro non abbiamo volutamente approfondito) avremmo buone probabilità di abbattere ≥ 90% della popolazione di zanzare. Cosa testata in Camargue i cui risultati sono stati pubblicati.

NB: questo esempio si presta bene, a livello metodologico ai trattamenti adulticidi negli enormi magazzini degli interporti e alla lotta adulticida all’aperto. Per quanto riguarda i trattamenti all’aperto saranno oggetto di una specifica trattazione in un prossimo futuro, magari in uno speciale mosche e zanzare.

L DIMENSIONE PULITO | 09/2021 S DISINFESTAZIONE
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SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

DISINFESTAZIONE

tuare rifornimenti. Il che sancisce che ogni attrezzatura ha un suo campo di applicazione ottimale. Il nebulizzatore utilizzato è fra i miglior ULV in commercio ma nei limiti della sua portata e della capacità del serbatoio per i biocidi. Se si usano attrezzature inadatte alle cubature da trattare il rischio è che non siano rispettati i dosaggi unitari necessari a raggiungere l’effetto desiderato. In tal senso l’Ufficio Acquisti è stato attivato, come dare loro torto, si sa “il tempo è denaro”. Sfogliando dei cataloghi ho dato delle indicazioni di nebulizzatori più potenti (sempre a motore elettrico) disponibili sul mercato. Concludo dicendo che erogando formulati micro-incapsulati si evita, in buona parte, il rischio che una quota parte delle micro-gocce erogate in base acqua vaporizzino. Questo aspetto il più delle volte trascurato è, a parer mio, una delle cause che diminuiscono l’efficacia dei trattamenti adulticidi. Argomento che merita una specifica trattazione magari in un prossimo Speciale Zanzare. Ora si rende necessario un ulteriore sforzo aritmetico: i sacri testi affer-

Se volessimo spingerci oltre potremmo chiederci quanto p.a. si trova in questa micro-goccia. Quindi 0,000.000.033 g x 2% = 0,000.0000.000.660 g pari a 660 pico grammi (pg = un bilionesimo di grammo = milionesimo di milionesimo di grammo).

Al di là di questi virtuosismi aritmetici si intravedono alcuni aspetti interessanti e critici della professione della disinfestazione: in particolare le infinitesime grandezza biochimiche con cui ci cimentiamo. Se non ci fosse stato un rigoroso progetto rispettoso delle prescrizioni riportate in etichetta e nella letteratura tecnica probabilmente l’operatore avrebbe ritenuto concluso il proprio compito dopo aver svuotato il primo serbatoio. Una scorciatoia sarebbe possibile: aumentare di 6 volte la concentrazione d’uso, portandola al 12% ma ciò comporterebbe aumentare di 6 volte la % d’uso indicate in etichetta Scorciatoia quindi da evitare. Inoltre, non è detto che la soluzione a quella concentrazione rimarrebbe stabile.

mano che da un ml ≈ g di acqua si ricavano 30 milioni (30.000.000) di micro-gocce (ecco spiegata la ragione della formula del volume della sfera riportata in testa all’articolo), se il dato è esatto avendo distribuito 30 L (ossia 30.000 ml di soluzione d’uso) ne risulta che abbiamo erogato, nel nostro magazzino: 30.000.000 x 30.000 = 900.000.000.000 (900 miliardi!!). Pari a 300.000.000 di micro-gocce per m3 (i 900 miliardi di micro-gocce diviso i 3.000 m3 del magazzino); ovvero a 300.000 micro-gocce per dm3; il che equivale a 300 micro-gocce per cm3 Non male come copertura; difficile

pensare che qualche parassita possa sfuggire a cotante micro-gocce. Tanto per non tralasciare nulla, visto che per ogni m3 si hanno 300.000.000 micro-gocce e che per ogni m3 si distribuiscono 10 ml di soluzione d’uso [vedi punto 4)] ne deriva che 300 milioni di gocce dovrebbero pesare, salvo errori o omissioni, ≈ 10 grammi, quindi ogni goccia peserebbe ≈ 0,000.000.033 g pari a ≈ 33 ng (nanogrammi) come dire 33 miliardesimi di grammo. Mi sembra quindi che in questi casi sia necessario operare con la precisione di un farmacista.

DERATTIZZAZIONE E MONITORAGGI

Dal sopralluogo e da alcune interviste è emerso che non sono presenti roditori, che i controlli delle merci sono effettuati con scrupolosità; si è deciso quindi di posizionare 12 contenitori di sicurezza: 4 per ratti e 8 per i topolini. Il controllo è delegato al magazziniere ogni volta che preleverà delle derrate. All’uopo è stato informato e addestrato. Sa chi contattare nel caso ravvisi rosicchiature o tracce, comprese presenze di insetti che saranno monitorate una volta a regime con due lampade elettro-luminose con basi collanti e trappole a feromoni o attrattivi alimentari. Cadenza delle ispezioni e monitoraggi saranno oggetto di trattativa fra il direttore dell’azienda e il responsabile commerciale del consorzio. ■

LII DIMENSIONE PULITO | 09/2021 S

D-GEL: la rivoluzionaria esca per blatte efficace in soli 30 MINUTI

Forte della sua esperienza e competenza, Colkim si è concentrata sulla ricerca di un principio attivo innovativo e performante che garantisse l’assenza di attività repellente ma avesse un ampio spettro d’azione, un’ottima velocità di mortalità (Flash Out) del target e un miglior livello di dose giornaliera tollerabile (ADI). La soluzione è la nuova esca per blatte D-Gel a base di Dinotefuran.

Analizzando le caratteristiche del principio attivo del D-Gel, si osserva come il Dinotefuran sia un neo-nicotinoide di terza generazione la cui struttura deriva dal neurotrasmettitore acetilcolina che agisce sui recettori nicotinici dell’acetilcolina delle sinapsi nervose degli insetti. Una volta legata a questi recettori,

l’azione agonistica degli impulsi eccitatori ripetuti, porta alla mortalità dell’insetto. Per questo principio attivo è importante evidenziare che la sua ADI (Acceptable Daily Intake), ovvero la quantità massima di sostanza chimica che può essere ingerita giornalmente nella vita senza causare effetti dannosi. Tra le altre caratteristiche che collocano il Dinotefuran fra i migliori principi attivi, sono da sottolineare l’assenza di attività repellente, un ampio spettro d’azione e una bassa tensione di vapore.

Valutate le caratteristiche chimico-tossicologiche del principio attivo, e studiato un adescante rivoluzionario specifico per le blatte, Colkim ha confrontato l’attività del D-Gel rispetto ad altri principi attivi

presenti in alcuni gel per blatte. Dopo numerosi test che comparano l’efficacia tra il D-Gel a base di Dinotefuran e altri principi attivi contenuti nei gel per blatte, i risultati hanno evidenziato come il D-Gel elimini le blatte 23 volte più velocemente di altri prodotti, con un Flash Out, ovvero la mortalità delle blatte, che avviene dopo solo 30 minuti rispetto alle 10 ore necessarie.

Un ulteriore test cioè il bait-averse (avversione all’esca), ovvero quel fenomeno che porta i blattoidei a non volersi più nutrire di una determinata tipologia di esca, ha dimostrato come il D-Gel presenti una attrattività del composto nettamente superiore rispetto ai competitor con principi attivi diversi, risultando quindi più attrattivo.

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