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Fès. Un tuffo nel passato della città imperiale del Marocco

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Lugana D.O.C

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Ritornare dopo un tempo lungo in una città che ci ha affascinato per le sue atmosfere, i colori, gli odori nell’aria è una emozione che lascia il segno. È capitato a tanti di noi. L’architetto Maria Rosaria Citarella ci racconta cosa l’ha spinta dopo tanti anni a tornare a Fès (o Fez), una delle città più interessanti del Marocco. Situata all’interno di una fertile valle incastonata tra le colline del Maghreb, a 350 metri sul livello del mare, la città imperiale di Fès è una vera roccaforte della cultura e dell’identità del Paese. Entrare qui è come fare un tuffo nel passato: i nostri sensi si perdono fra paesaggi meravigliosi, suoni particolari, ricchi profumi e tantissimi colori. La città è divisa in tre parti: la Città vecchia o Medina (Fès el Bali), la Città nuova (Fès el Jedid) - dove si trovano la Stazione, il Palazzo Reale e il Quartiere ebraico - e la Ville Nouvelle, la nuova espansione francese. Fondata nel IX secolo, la Medina, sede anche della più antica università del mondo, raggiunse l’apice a cavallo tra il XIII e il XIV secolo sotto la dinastia dei Merinidi quando sottrasse lo status di capitale a Marrakech. La medievale Fès el Bali rappresenta la città più estesa e meglio conservata di tutto il mondo islamico ed è un autentico dedalo di viuzze piene di bancarelle, negozi e fontane. Orientarsi per le sue oltre 9mila stradine non è agevole, ma è il modo migliore per ammirare ogni angolo della città: le porte delle case, delle scuole, delle moschee grazie alle loro forme intarsiate, dipinte costituiscono autentici capolavori artistici. Le moschee sono da ammirare solo dall’esterno, come quella di Al Karouine: ha 17 porte e colpisce per i decori finissimi esterni che lasciano intendere quelli interni. Sempre dall’esterno è possibile vedere il Palazzo Reale vietato ai turisti: la visione delle porte dorate e decorate con legno di cedro intarsiato e piastrelle è incantevole. A questo punto, suggerisce l’architetto Citarella, si può pernottare nel riad di Rachid Amrani, Dar Amrani 20 (www.daramrani20.com), un b&b di charme, dopo il restauro dell’architetto paesaggista Enrico Auletta. La vista sulla città dal terrazzo-giardino è impagabile: uno dei più begli scorci della Medina. Vicinissimo al Palazzo Reale, si trova Mellah (risalente alla metà del XV secolo), che per secoli è stato il quartiere di residenza della comunità ebraica. Meritano una visita anche le Madrase ovvero antichi edifici per lo studio del Corano, dell’arabo e dell’Islam. Da non perdere, la Madrasa Bou Inania, uno dei pochissimi complessi sacri islamici accessibili ai non musulmani, e l’affascinante area archeologica delle Tombe Merenidi, ci segnala l’ar-

A cura di TEOBALDO FORTUNATO

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chitetto. Senza dimenticare il Museo Dar Batha, all’interno di un antico palazzo in stile ispano moresco, che consente di ammirare le più belle collezioni di artigianato marocchino: 12 sale custodiscono autentici tesori d’arte, da ceramiche a ricami in filigrana d’oro, da tappeti a gioielli, da manoscritti andalusi dell’VIII sec. a libri rilegati in pelle dell’XI sec. Da ricordare vi è anche il quartiere delle Concerie di Fez, o Chouara, con il loro odore pungente, le enormi vasche di pietra piene di pigmento e le pelli stese ad asciugare una dietro l’altra, famose in tutto il mondo. Qui sono impiegati tutt’oggi i processi utilizzati nel XVI secolo, quando Fès si è imposta come leader nella loro produzione, per trattare le pelli di mucca, cammello, pecora e capra. Il cuore di Fès è costellato di Souk dove è possibile comparare di tutto dai dolci alla frutta fresca e secca, allo street food che in Marocco offre una variegata scelta dal panino con la carne, alla Bissara, una zuppa di fave cotte, cumino, olio di oliva e paprika, ottima per colazione o il Cuscus, granelli di semola di frumento serviti con verdure, pesce o carne. Costituisce la più antica ricetta del Marocco. Nei locali migliori da assaggiare è la Tajine: un piatto di verdure e carne esaltate da profumatissime spezie. Autentica prelibatezza anche se non per tutti i palati, è la Pastilla, preparata con carne di pollo mentre quella della tradizione è con carne di piccione! La Ville Nouvelle è la zona dove si trovano i ristoranti, i bar, i caffè, le librerie ed altri negozi della città. A Fez el Bali e Fez el Jedid ci sono pochi locali aperti solo per pranzo. Tanti piccoli caffè si trovano nella Medina e offrono ottime colazioni e pranzi. Dopo esserci rifocillati e riposati, un pomeriggio in uno dei numerosi hammam tradizionali della Medina è il giusto rimedio alla stanchezza delle visite ai monumenti: sapone nero e guanti per lavarsi è possibile comprarli nei souk e portarli con sé nell’hammam! Riguardo al soggiorno, durante il nostro lungo weekend nella stupenda Fès, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Si va dai piccoli alberghetti ai meravigliosi riad, fino a strutture da mille e una notte: le abitazioni di lusso in stile arabo-andaluso attentamente restaurate sono molte e celano stucchi, mosaici, giardini rigogliosi, tessuti berberi e pavimenti piastrellati. Buon viaggio e… buon tuffo nel passato!

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