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Autunno in Salento

Un weekend da gustare a 5 sensi!

A cura di TEOBALDO FORTUNATO

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autunno è appena arrivato e soprattutto nel Sud dell’Italia, le giornate sono ancora tiepide, ideali per trascorrere un piacevole weekend. Stavolta abbiamo scelto il Salento, che «geograficamente interessa l’intera provincia di Lecce, gran parte della provincia di Brindisi e la parte orientale di Taranto», come ci tiene a ribadire Antonio Santese, un pugliese appassionato del territorio in cui da sempre vive con sua moglie, Annamaria Normanno, con cui condivide la passione per le tradizioni e l’arte. Il paesaggio, prevalentemente pianeggiante, è contraddistinto dalla presenza di grandi estensioni di vigneti e di oliveti (in questi ultimi, purtroppo in parte disseccati a causa della ‘Xilella fastidiosa’, sono state reimpiantate varietà di olivo più resistenti al batterio). L’itinerario

L’ parte da Lecce, denominata la “Firenze del Sud”, per la grande profusione dell’architettura e dell’arte barocca, che in città raggiunge vertici unici in tutta la regione, dalla Basilica di Santa Cro-

ce, al Palazzo dei Celestini, al Duomo, all’imponente Castello di Carlo V. Il basso Salento è l’unica zona d’Italia dove si trovano ben oltre 40, tra Dolmen e Men hir: il modo ideale per visitare zone meno turistiche e antichi borghi ancora oggi ricchi di un caratteristico fascino. «Da Lecce, percorrendo l’entroterra in direzione di Otranto, possiamo visitare Melendugno, Carpignagno, Uggiano la Chiesa, alcuni tra i paesi con un’alta concentrazione di tali monumenti preistorici e sacre pietre. Da non perdere una visita al Giardino Megalitico di Giurdignano, dove è possibile intraprendere un percorso suggestivo alla scoperta di queste opere megalitiche» ci suggerisce la nostra guida d’eccezione. Otranto con il faro di “Punta Palacia”, rappresenta anche l’estremità più ad Oriente d’Italia. Ripartendo da Otranto, in direzione sud, Antonio ci esorta a visitare Tricase per la chiesa matrice e il Palazzo dei Principi Gallone. Sulla strada che da Tricase conduce alle sue spiagge si può notare una maestosa “quercia vallonea” del XII secolo. Da Tricase, seguiamo la strada costiera che offre suggestivi paesaggi, per Santa Maria di Leuca. Qui, merita una visita il santuario, dedicato a Santa Maria de “Finibus Terrae” (così chiamata per la sua posizione all’estremità sud-orientale della penisola italiana), il suo faro, la “Punta Ristola” (l’estremità più a sud del “tacco d’Italia”) e le belle ville di fine ’800 che costellano il lungomare. Lasciando la costa adriatica, caratterizzata da paesaggi rocciosi a picco sul mare, risaliamo verso nord lungo la costa ionica, tipica per le distese di spiagge bianche con alle spalle la macchia mediterranea. Lungo il percorso, tanti piccoli paesi tra i più caratteristici: Salve e Ugento con la sua Cattedrale. Concludiamo questo percorso giungendo a Gallipoli. Arrivati al porto un ponte collega la costa all’isolotto della città vecchia circondata dal mare. Gallipoli offre la possibilità di visitare la cattedrale con il grande ciclo pittorico in stile barocco. Interessante è la visita di antichi frantoi ipogei. Un soggiorno in una masseria del Salento è un concentrato di esperienze uniche. Le masserie sono gestite dagli stessi proprietari che tutelano la storicità delle strutture e ne celebrano l’importante ruolo legato alla tradizione. E cosa gustare, tra le prelibatezze del Salento? È Annamaria Normanno a guidarci nella scelta: «La tradizione culinaria è alquanto varia, intrecciando piatti di terra e di mare: dalle orecchiette alle cime di rape, alle linguine ai ricci di mare; dalle “sagne torte/ncannulate” al pomodoro (lasagne, o meglio strisce di pasta fresca di grano duro, attorcigliate prodotte artigianalmente e condite con sugo di pomodoro e pecorino locale), al risotto ai frutti di mare; dalle lasagne al forno, agli spaghetti con le vongole; dalla pizza di patate, all’impepata di cozze; dai “cozzi/municeddrhi” in brodetto (piatto povero della cucina salentina, a base di piccole lumachine nere cotte o in bianco con vino ed alloro o con l’aggiunta di pomodorini e peperoncino), alla frittura di paranza. E ancora dalle “pittule” (piccole frittelle di pasta lievitata arricchita con vari ingredienti come il cavolfiore, il baccalà o un misto di pomodorini, capperi, alici, sottaceti) ai panzerotti (calzoni di piccole dimensioni ripieni di pomodoro, prosciutto e mozzarella), dalle “fucazze” (pagnotte basse di pane farcito con olive nere locali e cotte nel forno a legna), alle fritture di calamari e gamberi, alla frittura di alici, ai tubettini al sugo di cernia, agli spaghetti allo scorfano/all’astice. Dalla trippa con le patate e dagli “gnommareddrhi” arrostiti (involtini di frattaglie di agnello o di capra conditi con diversi aromi), alla seppia arrostita, ai gamberoni di Gallipoli arrostiti/al forno e alle varie crudità di mare». Godiamoci in Puglia un weekend in questo giovane autunno, “da gustare a 5 sensi”!

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