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A Trieste tra arte natura e caffè

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Autunno in Salento

Autunno in Salento

A TRIESTE TRA ARTE NATURA E⁄ CAFF˚

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Respirare il vento, crogiolarsi al sole con il riverbero del mare, ricercare la propria identità in mezzo a tante culture, percorrere i sentieri del Carso scoprendo doline e antichi borghi, assaporare un buon “nero” in un caffè storico o passeggiare tra palazzi di impronta asburgica. Se non siete mai stati a Trieste, è ora tempo di programmare un weekend autunnale tra arte e natura. Trieste offre una moltitudine di esperienze interessanti, vuoi per la sua posizione di mare e di confine, vuoi per l’essere da sempre crocevia di mondi latini, tedeschi e slavi. Sostenibilità e riqualificazione degli spazi urbani sono attualmente le due direttrici che guidano lo sviluppo della città. Cittadini e turisti possono montare in sella a una bici messa a disposizione dal servizio cittadino di bike sharing per raggiungere agevolmente i più bei luoghi di cultura ed arte disseminati nel centro cittadino. Utile anche la app TriesteMetro (www.triestemetro.eu), grazie a cui è possibile scoprire gli itinerari tematici ideati per i visitatori, da quello naturalistico a quello storico, da quello architettonico a quello scientifico. Così, con una bici o a piedi, è facile iniziare a scoprire le meraviglie del centro: mete imperdibili soprattutto per chi esplora Trieste per la prima volta sono i palazzi storici, la piazza Unità d’Italia, affacciata sul mare, il castello, la Cattedrale di San Giusto. Gli amanti della mountain bike possono optare per i tanti percorsi nella natura, tra cui l’uscita lungo il Carso triestino tra grotte scavate nei millenni, corsi d’acqua e sentieri tra boschi e piccoli borghi in pietra.

STORIE E LUOGHI “SOLITI”

Il centro di Trieste è relativamente raccolto quindi facilmente percorribile a piedi nella sua interezza. Il cuore della città è senza dubbio Piazza Unità d’Italia: un nome così patriottico che rievoca una storia non poi tanto lontana nel tempo, se pensiamo che Trieste è appartenuta agli austriaci fino al 1918. È probabilmente la più grande piazza d’Europa affacciata sul mare, come vantano i triestini. Nata come Piazza San Pietro per la presenza di una chiesetta, divenne

poi Piazza Grande e infine, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, prese il nome definitivo. Nella piazza c’è la Fontana dei Quattro Continenti (XVIII sec.), le cui figure sono un’allegoria dei 4 continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America). Il richiamo a figure “straniere” non era gradito a Mussolini quindi nel 1938, in occasione della visita del Duce, la fontana fu rimossa. Davanti alla piazza si snoda il Molo Audace che prende il nome dalla prima nave che riuscì ad entrare nel porto di Trieste dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e l’annessione all’Italia. La rosa dei venti in bronzo presente sul molo è stata ottenuta dalla fusione di una nave austriaca affondata dalla Marina Italiana. Con le sue luci incastrate nel terreno, il Molo Audace è un braccio di pietra che per 246 metri entra nel mare, quasi che fosse un ponte sull’Adriatico. Anche i castelli meritano una visita. Il Castello di San Giusto domina la città. Il Castello di Miramare ci dona un’atmosfera da fiaba. Il Castello di Duino, tuttora abitato dai principi della Torre e Tasso, si trova a pochi chilometri da Trieste e si erge su un ripido costone di roccia a strapiombo sul mare da dove si gode di una magnifica vista sul Golfo.

STORIE E LUOGHI “INSOLITI”

La spiaggia del Pedocin. A Trieste tutti la chiamano da sempre Pedocin (letteralmente, “pidocchietto”), forse a causa del fatto che un tempo centinaia di persone si ammassavano su questo fazzoletto di terra ed acqua relativamente ristretto. Si tratta di una spiaggia di sassolini situata appena fuori dal porto turistico, in una zona dal limitato pregio naturalistico ma molto centrale: è famosa per essere l’ultimo posto in Italia dove la spiaggia è rigorosamente separata tra uomini e donne. In mezzo c’è un muro alto e liscio, invalicabile. Anche in mare le zone di balneazione dei due sessi sono separate. Ma lì ci si può almeno vedere! Il Tram de Opcina. Si tratta di una trenovia unica nel suo genere, in funzione a Trieste fin dal 9 settembre 1902, che con le sue antiche carrozze blu collega la centrale piazza Oberdan con l’altopiano carsico di Villa Opicina, a 326 metri sul livello del mare. Il percorso è di oltre 5 chilometri con un tratto di ripida salita; l’originale sistema funicolare è formato da due “carri scudo” che spingono o trattengono il mezzo e il panorama di cui si gode durante il tragitto lo rendono unico e insuperabile in Europa, e forse secondo nel mondo solo alle famose “cable cars” di San Francisco. Grotta Gigante. Sull’altipiano carsico, si può vivere un’altra esperienza unica: la visita della Grotta Gigante contenente la sala naturale più grande al mondo, raggiungibile con un percorso di 850mt e 500 gradini. Il percorso parte da Villa Opicina e, oltre alla Grotta, può includere la sosta in una tipica “osmiza” per uno spuntino a base di prodotti locali e un buon bicchiere di vino. Le Osmize. Era il 1784 quando l’Imperatore Giuseppe II d’Asburgo emanò un editto con cui consentiva ai contadini la vendita dei loro prodotti. Il nome ‘osmiza’ deriva dal vocabolo sloveno ‘osem’, che significa otto e si riferiva ai giorni concessi ai contadini del Carso per

vendere presso le proprie case, in via eccezionale, il sovrappiù derivato da agricoltura, viticoltura e allevamento. Essi appendevano ‘una frasca’ (un ramo d’edera) sui bivi delle strade principali e in prossimità della propria abitazione, in modo da segnalare l’osmiza ai viandanti. Tale consuetudine si è mantenuta a tutt’oggi, assumendo valenze folcloristiche e commerciali. Ad oggi sono circa 50 le osmize aperte e tutt’ora segnalate con una frasca in bella vista. Si tratta di luoghi molto casalinghi dove vengono serviti pochi alimenti totalmente genuini: tutti i possibili insaccati derivati dal maiale, vino del Carso, un po’ di formaggio - purché proveniente da aziende agricole della regione - e uova sode. Anche se alcuni offrono anche verdure sott’olio e sott’aceto, olive e dolci.

San Spiridione e i luoghi di culto.

Era il grande porto dell’impero asburgico, Trieste. Tutti i popoli avevano cittadinanza, e ognuno portava tradizioni, sapori e credenze. Testimonianza di quell’epoca cosmopolita sono i tanti luoghi di culto di credi diversi che si possono incontrare per le vie della città, come S. Nicolò dei Greci, unica chiesa fronte mare della città, o il grande tempio a pianta greca di San Spiridione, casa della comunità serbo-ortodossa. I soci volontari TCI di Aperti per Voi hanno adottato e tengono aperto il Museo della comunità greco-orientale “Costantino e Mafalda Pisani”, testimonianza della stagione di cosmopolitismo della città e riferimento di una comunità che oggi conta circa 600 persone. Teatri. Trieste, la città più mitteleuropea d’Italia, ospita importanti teatri come il Politeama Rossetti con un interessante calendario di spettacoli - dal Mercante di Venezia (dall’11 al 16 ottobre) al Rocky Horror Show (dal 25 al 30 ottobre) - o ancora il Teatro Lirico Giuseppe Verdi che aprirà la stagione 202223 il 4 novembre con Otello. Musei. Tra le novità dell’autunno, il Museo Revoltella celebrerà i 150 anni dalla sua fondazione (1872 2022) con una mostra dedicata alla scultura da Canova al XXI secolo, in programma dal 3 novembre 2022 al 25 aprile 2023. E ancora, sempre al Revoltella, sarà inaugurata il 19 novembre I Macchiaioli, un’importante retrospettiva sul movimento pittorico italiano dell’Ottocento visibile fino ad aprile 2023. Il Museo della Bora o Magazzino dei Venti, in Via Belpoggio 9, è una delle tante chicche che la città offre. È un magazzino bizzarro, una divertente immersione in un piccolo centro di documentazione sul vento dove si scopre tutto su una delle caratteristiche più famose della città. La “bora in scatola” è un souvenir da non perdere! Da non perdere, inoltre, l’Immaginario Scientifico (Science Centre), un museo sperimentale o in cui trovano spazio apparati interattivi che permettono ai visitatori di ogni età di “toccare” con mano e scoprire non solo i fenomeni naturali ma le applicazioni più innovative della scienza e le attività di ricerca degli enti del sistema scientifico di Trieste. Dall’ottobre 2020 si trova al Magazzino 26 del Porto Vecchio: il nuovo Immaginario presenta spazi multimediali, immersivi e coinvolgenti, che si inseriscono armoniosamente nell’edificio che li ospita: il ristrutturato Magazzino 26 è un luogo imponente e prestigioso, con elementi architettonici, ambienti e atmosfere profondamente legati alla storia e alla cultura della città. Un weekend a Trieste non è completo senza una sosta nei suoi Caffè Storici o nei tanti ristoranti, osterie e buffet dove gustare piatti della tradizione, ma anche proposte più innovative. Non tutti sanno che Trieste è la città italiana dove si consuma più caffè, con oltre 10 chili a testa contro i 5 della media nazionale. Merito dell’antica tradizione asburgica che aveva fatto di Trieste il porto principale per ricevere le merci, soprattutto coloniali come il caffé. Da allora la città è il centro della torrefazione dei chicchi in Italia, con alcune delle maggiori aziende italiane. Ma il caffé bevanda a Trieste è legato intimamente ai caffé intesi come bar. Architettonicamente stupendi, ricchi di fascino e da sempre sede di incontri tra intellettuali. I nomi? Caffé Tommaseo, il più antico; Caffé degli specchi in piazza dell’Unità; Caffé Tergesteo e Caffé San Marco, in stile secessione. Tra i piatti tipici triestini, da provare ci sono la Jota, minestra di fagioli, crauti, patate e salsicce, la minestra de’ bobici (mais e fagioli), gli gnocchi di pane, di fegato o con i susini (prugne). Tra i secondi piatti di carne non mancano mai, soprattutto d’inverno, Goulash e agnello al Kren, mentre tra quelli di pesce spiccano canocchie alla busara (pomodoro, pepe, vino), le alici in savore, il baccalà. Tra i tanti dolci triestini, il più amato è sicuramente il presnitz, sulle cui origini ci sono diverse interpretazioni. Si tratta di una pasta sfoglia arrotolata con un ripieno a base di noci, nocciole, pinoli, uvetta e rhum. Terrano e la Vitovska sono due eccellenti vini tipici della provincia di Trieste.

Sopra la Grotta Gigante; sotto: i Tram de Opcina; San Spiridione e Piazza dell’Unità D’Italia con il Caffè degli Specchi

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