IoArch 87 Apr_May 2020

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ioArch

Anno 14 | Maggio 2020 euro 9,00 ISSN 2531-9779 FONT Srl - Via Siusi 20/a 20132 Milano Poste Italiane SpA Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in l. 27.02.2004 n. 46) Art. 1 Comma 1 - DCB Milano

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HOSPITALITY RELOADED COME CAMBIA IL CONCETTO E IL PROGETTO DI OSPITALITÀ

VESTIRE

LO SPAZIO Teresa Sapey + Partners

OMA | FEIGIN ARCHITECTS | EUGENI QUITLLET | SANJAY PURI | MARCO PIVA ALBERTO APOSTOLI | CABERLON CAROPPI | BERGUNDTAL | ZAHA HADID ARCHITECTS KING & ROSELLI | BININI PARTNERS | NOA* | SYSTEMATICA | CARLO MINGOTTI




50 SOMMARIO ioArch 87

WORK IN PROGRESS 22 Shenzhen | ZAHA HADID, LE TORRI 24 Milano | BININI PARTNERS, IL NUOVO GALEAZZI 26 Verduno | APERTO L’OSPEDALE ALBA-BRA 28 Borgo Valsugana | POLITECNICA, SWS, OSPEDALE SAN LORENZO 30 Milano | IL PRISMA ANTICIPA LA TRASFORMAZIONE DELL’AREA FARINI 31 Milano | D2U, CO-WORKING WEWORK 32 Cremona | WIP, RIQUALIFICAZIONE DELL’ARMAGUERRA

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33 Roma | IL PRISMA, HI-GREEN

ARCHIWORKS 34 Un imponente parallelepipedo di luce | OMA 38 L’architettura dell’innovazione | CARLO MINGOTTI 44 Campiture abitate | TERESA SAPEY + PARTNERS

HOSPITALITY RELOADED 50 Nel paesaggio e nei colori della terra | SANJAY PURI 54 Guesthouse Gloriette | NOA* 60 Galaxsea Project Hotel | EUGENI QUITLLET 64 Lefay Hotel e SPA | ALBERTO APOSTOLI 70 Doubletree by Hilton | CABERLON CAROPPI 74 La Suite Hotel Matera | MARCO PIVA 80 Palazzo Montemartini | KING & ROSELLI 84 Philiaz | BERGUNDTAL

DESIGNCAFÈ

88 Beresheet Hotel | FEIGIN ARCHITECTS

91 Hotel come serviced apartments | ZHA HADID ARCHITECTS

92 Ospitalità RIPARTENZA SICURA

8 One Earth | IDEAS FOR A WORLD AFTER COVID-19 10 Una città a misura d’uomo 48 Francesco Borromini | PAOLO PORTOGHESI 104 Libri

FOCUS 12 Clip Up System | PARCHETTIFICIO GARBELOTTO 14 Isotec Parete Black | BRIANZA PLASTICA 16 La texture del rovere | WOODCO 18 Cerniere a scomparsa | ANSELMI / SIMONSWERK 20 Nelle grotte di San Giovanni | IPM ITALIA 86 Nuove superfici, vecchie tradizioni | COSENTINO

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SOMMARIO

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DOSSIER CLIMATIZZAZIONE 96 La salute non ha prezzo | NUVAP 96 Stop agli inquinanti indoor | MITSUBISHI ELECTRIC 97 Aria pulita e massimo comfort | SAMSUNG 98 Comfort sicuro | ALESSANDRO MIANI 98 Per la salubrità degli ambienti domestici | LG 99 Il climatizzatore autopulente | HITACHI 99 Qualità dell’aria indoor | PANASONIC 100 Contro la contaminazione | ANDREA CASA 100 Caldaia domestica all’idrogeno | BAXI 101 Naturale a costo zero | ALPAC 101 Il comfort arriva dal soffitto | RDZ 102 Economia circolare | DAIKIN 102 Efficienza e risparmio energetico | VIESSMANN

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103 Novant’anni di tecnologia | ZEHNDER

ELEMENTS a cura di Elena Riolo

105 Contract

ioArch

Anno 14 | Maggio 2020 euro 9,00 ISSN 2531-9779 FONT Srl - Via Siusi 20/a 20132 Milano Poste Italiane SpA Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in l. 27.02.2004 n. 46) Art. 1 Comma 1 - DCB Milano

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HOSPITALITY RELOADED COME CAMBIA IL CONCETTO E IL PROGETTO DI OSPITALITÀ

VESTIRE

LO SPAZIO Teresa Sapey + Partners

OMA | FEIGIN ARCHITECTS | EUGENI QUITLLET | SANJAY PURI | MARCO PIVA ALBERTO APOSTOLI | CABERLON CAROPPI | BERGUNDTAL | ZAHA HADID ARCHITECTS KING & ROSELLI | BININI PARTNERS | NOA* | SYSTEMATICA | CARLO MINGOTTI

In copertina Arco, Madrid 2020 Teresa Sapey + Partners foto di Asier Rua.

Direttore editoriale Antonio Morlacchi

Contributi Pietro Mezzi Luigi Prestinenza Puglisi Elena Riolo

Direttore responsabile Sonia Politi

Grafica e impaginazione Alice Ceccherini

Comitato di redazione Myriam De Cesco, Carlo Ezechieli Antonio Morlacchi, Sonia Politi

Marketing e Pubblicità Elena Riolo elenariolo@ioarch.it

Editore Font srl, via Siusi 20/a 20132 Milano T. 02 2847274 redazione@ioarch.it www.ioarch.it Fotolito e stampa Errestampa

Prezzo di copertina euro 9,00 arretrati euro 18,00 Abbonamenti (6 numeri) Italia euro 54,00 - Europa 98,00 Resto del mondo euro 164,00 abbonamenti@ioarch.it Pagamento online su www.ioarch.it o bonifico a Font Srl - Unicredit Banca IBAN IT 68H02 008 01642 00000 4685386

© Diritti di riproduzione riservati. La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Materiali inviati alla redazione salvo diversi accordi non verranno restituiti.

Reg. Tribunale di Milano n. 822 del 23/12/2004. Spedizione in abbonamento postale 45% D.L. 353/2003 (convertito in legge 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1 - DCB Milano

ISSN 2531-9779



› DESIGNCAFÈ

ONE EARTH IDEAS FOR A WORLD AFTER COVID-19

UN NUMERO SPECIALE DI IOARCH, A CURA DI CARLO EZECHIELI, CHE RACCOGLIE IDEE RIFLESSIONI E CONTRIBUTI PER UN MONDO CHE CAMBIA. IN DOWNLOAD GRATUITO

https://issuu.com/redazioneioarch Dopo i giorni in cui si è fermato il mondo Quando usciremo dall’emergenza ci troveremo davanti un mondo cambiato e lo dovremo pensare, progettare e infine costruire, possibilmente tutti insieme. È questo il presupposto che abbiamo seguito per lo sviluppo del numero speciale – disponibile gratuitamente in edizione digitale – di IoArch, partito da un’idea di Elena Riolo, e nel quale abbiamo raccolto le riflessioni, del tutto inedite, di ventisette autori: architetti, scrittori, scienziati e artisti di tutto il mondo. Un pensiero a livello sistemico non può limitarsi al design di barriere protettive, al verde sanitario, alle City Beautiful, al lavarsi le mani, in tutti i sensi. La condizione attuale richiede un ragionamento profondo e la necessità di cogliere e progettare i cambiamenti, enormi e in parte già presenti, che finora stentavano ad affermarsi, ma che in questo periodo hanno ricevuto una formidabile accelerazione. Con questo numero speciale infine non abbiamo voluto comporre una semplice antologia di scritti, ma proporre una possibile fonte di ispirazione per molti, architetti e non, che potranno pensare su nuove basi il mondo che si andrà configurando. Il tutto nella consapevolezza che ciò che chiamavamo normalità, era già un problema.

SPECIAL ISSUE

ioArch

SPECIAL ISSUE

Anno 14 | Maggio 2020 Supplemento al numero 87 di IoArch euro 9,00 ISSN 2531-9779

ONE EARTH IDEAS FOR A WORLD AFTER COVID-19

GIACOMO ALBO | ANDREA BARTOLI | LUISA BOCCHIETTO | PAOLO L. BÜRGI | WOLFGANG BUTTRESS | PAOLO CAPUTO MAURIZIO CARTA | ALDO CIBIC | ANGELO COSTA | STEPHAN HARDING | ANNA HERINGER | BJARKE INGELS ARTHUR MAMOU-MANI | MICHAEL PAWLYN | CHRIS PRECHT | LUIGI PRESTINENZA PUGLISI | RENATO RIZZI DAVIDE RUZZON | PATRIK SCHUMACHER | MARTHA SCHWARTZ | GINO STRADA | TAMASSOCIATI KJETIL TRÆDAL THORSEN | BEN VAN BERKEL | CÁSSIO VASCONCELLOS | JULIA WATSON | ALAN WEISMAN

Gli autori Giacomo Albo Andrea Bartoli Luisa Bocchietto Wolfgang Buttress Paolo L. Bürgi Paolo Caputo Maurizio Carta [8]

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Aldo Cibic Angelo Costa Stephan Harding Anna Heringer Bjarke Ingels Arthur Mamou-Mani Michael Pawlyn

Chris Precht Luigi Prestinenza Puglisi Renato Rizzi Davide Ruzzon Patrik Schumacher Martha Schwartz Gino Strada

TAMassociati Kjetil Trædal Thorsen Ben Van Berkel Cássio Vasconcellos Julia Watson Alan Weisman


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UNA CITTÀ A MISURA D’UOMO L’ANALISI DI SYSTEMATICA SULL’AGIBILITÀ DEI MARCIAPIEDI NELLA MILANO POST-COVID19 INCORPORA IN REALTÀ UNA STRATEGIA POTENZIALE DI PROFONDO MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DEGLI SPAZI APERTI PUBBLICI URBANI

“Il sovraffollamento e la densità abitativa sono per definizione due fattori cruciali nell’aumento del rischio di pandemie. In un mondo globale iper-connesso, abitato da 7,5 miliardi di persone di cui il 55% concentrato in ambiti urbani (70% nel 2050) situazioni di emergenza sanitaria potranno essere un rischio sempre più frequente”. Così esordisce lo studio condotto e pubblicato all’inizio di maggio dalla società milanese Systematica, fondata nel 1989 e oggi uno dei punti di riferimento a livello internazionale nel campo dell’urbanistica, della mobilità e dei trasporti. Lo studio parte dalla nuova fase di adattamento della città di Milano al Covid-19, dalla previsione di un significativo aumento della presenza di pedoni e dalle strategie, attualmente in fase di definizione e di realizzazione, contenute nei piani “Strade Aperte” e “Strategie adattamento 2020” promossi dal Comune di Milano. Nello specifico viene presa in considerazione la sicurezza dei marciapiedi – propriamente intesi come infrastrutture di viabilità pedonale – in termini di agibilità e di prevenzione della diffusione di malattie infettive, derivante dall’affollamento degli spazi aperti pubblici. Basandosi sul geoportale del Comune di Milano, Systematica ha sviluppato una mappa interattiva che documenta in termini di ampiezza, e pertanto di efficacia in termini di distanziamento sociale, la categoria dei marciapiedi di Milano. Dai dati emersi, peraltro esposti con grande semplicità e chiarezza, risulta che quasi la metà non è sufficiente a garantire un distanziamento sociale

adeguato e vengono pertanto anticipate strategie di intervento. Ma forse, l’elemento principale è che lo studio di Systematica pone in realtà le basi per un progetto della città che sposta in modo evidente il discorso nei confronti della mobilità pedonale, ovvero verso la visione di una città progettata su misura dei suoi abitanti. È un approccio per certi versi rivoluzionario, dato che il fulcro di gravitazione della pianificazione e del disegno urbano è stato per decenni l’automobile: la presenza più ingombrante, invasiva e per molti versi deleteria per qualsiasi realtà propriamente qualificabile come urbana. Adattare o ampliare i marciapiedi non è dunque il semplice suggerimento di tattiche di riduzione del contagio, di aumento dell’agibilità, di eventuale riduzione della presenza di auto in sosta per liberare spazio. Significa mettere al primo posto l’essere umano e non la macchina, moderare la congestione, ridurre l’inquinamento, dare impulso al progetto degli spazi aperti pubblici e alla qualità della città nel suo insieme. In breve, è un’azione che pone le premesse per una trasformazione profonda. Se il termine traffico è stato per anni automaticamente associato all’automobile, in questo caso diventa invece sinonimo di attività e complessità, in una dimensione in cui la prevenzione del contagio si trasforma in un motivo di ribaltamento virtuoso delle prospettive. Carlo Ezechieli Lo studio https://research.systematica.net/research/milan-sidewalks-map/ La mappa interattiva https://research.systematica.net/prj/milan/sidewalks.html

Marciapiedi milanesi: basandosi sui dati del geoportale del Comune di Milano e sulla distanza fisica attualmente ritenuta ‘sicura’, Systematica ha sviluppato un’analisi puntuale e dettagliata consultabile su una mappa interattiva disponibile sul sito della società.

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› FOCUS

Il parquet si rinnova in pochi minuti con Clip Up System IL SISTEMA MESSO A PUNTO DAL PARCHETTIFICIO GARBELOTTO RAPPRESENTA L’INNOVAZIONE NELLA POSA DEI PAVIMENTI FLOTTANTI IN LEGNO. IN POCHI MINUTI SI POSSONO SOSTITUIRE LE SINGOLE TAVOLE ED È POSSIBILE RIPOSIZIONARE L’INTERA PAVIMENTAZIONE IN UN AMBIENTE DIFFERENTE. SILVER DEFENCE È LA NUOVA FINITURA AD AZIONE ANTIBATTERICA CHE L’AZIENDA APPLICA ORA A TUTTA LA LINEA SENZA COSTI AGGIUNTIVI

Un nuovo spazio è a disposizione degli ospiti dell’hotel Il Giardinetto di Colle Umberto, piccolo centro tra Conegliano e Vittorio Veneto. Per la pavimentazione della nuova sala ristorante è stato scelto Clip Up System, il sistema di posa brevettato dal Parchettificio Garbelotto: una soluzione che permette la sostituzione anche di una sola tavola del pavimento in pochi minuti. Si tratta di una reale innovazione nei sistemi di posa dei pavimenti in legno flottanti e questo grazie alle clip inserite nella fresatura realizzata sotto le tavole dei prefiniti. Una soluzione che rende il pavimento completamente ispezionabile e permette di rimuovere ogni singolo elemento, che può così essere sostituito in poco tempo, così come può essere completamente rimossa e posata in un altro ambiente l’intera pavimentazione. La superficie è stata protetta con Silver Defence, la nuova finitura ad azione antibatterica, certificata Catas che contribuisce a ridurre del 99,9% la popolazione di batteri in appena 24 ore, quando questi vengono a contatto con gli ioni d’argento. L’azione antibatterica si esaurisce solo al momento della rilamatura del parquet. Clip Up System è impiegabile nell’edilizia residenziale, commerciale, alberghiera, così come negli aeroporti e nei musei. I prodotti del Parchettificio Garbelotto sono sottoposti alla verifica Voc e l’azienda mette a disposizione dei propri clienti i certificati di garanzia rilasciati in base al regolamento tedesco AgBB/ DIBt. A richiesta, e per soddisfare i requisiti stabiliti dagli standard Leed, l’azienda fornisce i certificati Fsc. www.garbelotto.it

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› FOCUS

Il Residence all’Adige prima della riqualificazione (sopra) e, a sinistra, dettaglio del sistema di facciata ventilata al termine dei lavori.

Isotec Parete Black L’edificio cambia aspetto A VERONA UN COMPLESSO RESIDENZIALE VIENE TRASFORMATO GRAZIE ALL’INSTALLAZIONE DI UNA FACCIATA VENTILATA: UN SISTEMA TERMOISOLANTE, POSATO A SECCO, A CUI SONO STATE FISSATE LASTRE DI GRANDI DIMENSIONI E DI NOTEVOLE PESO. ESTETICA, COMFORT E VELOCITÀ DI POSA SONO I VANTAGGI DELLA TECNOLOGIA ISOTEC PARETE DI BRIANZA PLASTICA

Un complesso residenziale è stato radicalmente trasformato grazie a un accorto intervento estetico e tecnologico, tanto che oggi il Residence all’Adige di Verona si presenta con un rinnovato profilo architettonico di stile contemporaneo. La proprietà ha optato per una soluzione di riqualificazione delle facciate in grado di conciliare qualità estetica e risparmio energetico. Per i prospetti laterali la ristrutturazione ha previsto l’installazione di una facciata a cortina avanzata retroventilata, realizzata con il sistema termoisolante Isotec Parete Black, installato a secco, con pannelli disposti in verticale e un rivestimento in lastre di grès di grandi dimensioni. Il sistema, realizzato in poliuretano espanso rigido Pir autoestinguente con un rivestimento

minerale ignifugo esterno di color antracite, si caratterizza per l’alta prestazione di reazione al fuoco. Due i colori del rivestimento ceramico: grigio scuro e beige chiaro, entrambi con finitura superficiale opaca. A rendere veloce la posa in opera è stata la possibilità di ottimizzare le dimensioni del passo dei pannelli al formato delle lastre. Le stesse sono ancorate al correntino metallico mediante ganci a scomparsa, con aggiunta di colla poliuretanica antivibrazione. Nella camera d’aria che si crea fra il rivestimento e lo strato isolante, i moti d’aria ascensionali contribuiscono a massimizzare il comfort sia d’inverno che d’estate. isotec.brianzaplastica.it

La facciata ventilata realizzata con Isotec Parete Black ha consentito una rapida ed efficace riqualificazione energetica ed estetica dell’involucro dell’edificio.

CREDITI Località Verona Committente Versus Progettazione M.P.&T. Engineering, Verona Progettazione esecutiva facciata ventilata Studio Mudilab | Ingegnerie per l’architettura, Monza

Impresa Forciniti, Verona Isolamento facciata Sistema Isotec Parete Black (spessore 60 mm) di Brianza Plastica

Superficie facciata ventilata 2.000 mq Rivestimento facciata Lastre in grès di grande formato (180x80 cm)

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› FOCUS

La texture del rovere tra l’antico e il contemporaneo UNA VILLA RISTRUTTURATA NEL VERDE DELLA PIANURA PADANA. UN LUOGO ACCOGLIENTE E FAMILIARE RESO MODERNO DAL PARQUET IN ROVERE COLONIALE DELLA COLLEZIONE SIGNATURE DI WOODCO. UN TOCCO DI ATTUALITÀ RICCO DI NODI E VENATURE, FRUTTO DELL’ESPERIENZA ARTIGIANA E DELLE MODERNE TECNOLOGIE DI PRODUZIONE

Una bella casa di campagna ristrutturata nel verde della pianura padana. Ampi spazi e generose volumetrie dell’antica cascina si accompagnano agli arredi contemporanei arricchiti dal senso del tempo del camino in pietra, delle porte e delle finestre incorniciate, delle pareti intonacate color cemento. Un luogo antico, accogliente e familiare reso moderno dalle tonalità avvolgenti della texture materica del parquet in Rovere di Slavonia Coloniale Woodco. Le gradazioni scelte per il pavimento dimostrano la ricerca cromatica e stilistica che, attraverso il contrasto combinato con le pareti, crea profondità e continuità tra gli spazi. La pavimentazione della collezione Signature [ 16 ]

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è ricca di sfumature, nodi e venature: un elogio alla natura valorizzato dalla colorazione viva e intensa. Le tavole sono state realizzate da esperti artigiani italiani, mescolando tecniche e strumenti antichi con le più moderne tecnologie. Spazzolate e microbisellate sui lati lunghi, le doghe (dimensioni 1.600-2.400 per 200 mm) sono state colorate con pigmenti naturali con la tecnica della stracciatura a mano e sono state rifinite con una vernice opaca a elevata resistenza, completamente atossica, priva di solventi e conforme alle normative europee.

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Il parquet in Rovere di Slavonia Coloniale della collezione Signature di Woodco valorizza gli ampi spazi di questa elegante villa di campagna.


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› FOCUS AN 170 3D DI ANSELMI Per le porte in legno dei bagni del Calimala, Anselmi, azienda del Gruppo Simonswerk, ha fornito cerniere del modello AN 170 3D, con sistema completamente nascosto. Nonostante siano cerniere di dimensioni ridotte, realizzate interamente in zama, hanno una portata di 60 Kg, finitura in ottone lucido e un’agevole registrazione sui tre assi. Come tutte le cerniere Anselmi, anche questo modello offre un angolo di apertura delle porte di 180 gradi. Le cerniere si possono installare su ante con apertura sia destra che sinistra e sono disponibili in 13 finiture estetiche. Il sistema di regolazione in altezza garantisce un’equa distribuzione del peso su tutte le cerniere: ciò, oltre a permettere velocità di installazione e regolazione in cantiere, consente alle cerniere di lavorare nell’identico modo, evitando tensioni sugli assi di rotazione e cedimenti della porta.

TECTUS DI SIMONSWERK Il sistema di cerniere Tectus è stato utilizzato per le porte d’ingresso delle 38 suite dell’Hotel Calimala (porte produzione Pietrelli). Sono state installate 152 cerniere modello TE 340 3D, con portata di 80 Kg la coppia, in finitura ottone lucido. Regolabili nelle tre dimensioni, grazie al particolare sistema di scorrimento non richiedono manutenzione. Sono certificate Ce e Ul, permettono una rotazione di 180 gradi della porta, possono essere applicate su telai in legno, acciaio e alluminio e sono disponibili in oltre 16 finiture estetiche. Tectus consente di movimentare ante da 40 a 300 Kg con solo due cerniere; è disponibile nelle versioni A8 per porte con rivestimenti estetici applicati, FVZ per porte raso muro e Energy, sistema che permette di trasferire la corrente dal telaio all’anta passando attraverso la cerniera.

Cerniere a scomparsa nelle porte dell’hotel Calimala Da tempo, nella progettazione degli ambienti interni si è imposta la tendenza a rendere invisibili gli accostamenti di materiali e componenti tra loro differenti. Termini come filo muro e a scomparsa accompagnano sempre più spesso la realizzazione delle finiture degli interni di abitazioni, uffici e alberghi. Per raggiungere questi obiettivi apparentemente semplici servono però ricerca, innovazione e design. Tre attività fondamentali che, sempre più spesso, si ritrovano nella produzione di elementi, anche di quelli poco appariscenti, come possono essere le cerniere di una porta. «Noi progettiamo oggetti in modo che il loro valore reale sia inizialmente sullo sfondo, dan[ 18 ]

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do spazio ad altri elementi. Il montaggio a filo è un principio stilistico orientato al minimalismo, che implica tecnologia e precisione». Così Simonswerk spiega il sistema di cerniere completamente a scomparsa Tectus, particolarmente indicato per il design dell’architettura contemporanea. Con questa soluzione il sistema consente alle porte di essere completamente a filo, perfettamente integrate all’interno di ambienti dalle linee rigorosamente geometriche. E quando chiusa, la porta rimane percepibile grazie al sistema invisibile delle cerniere. Tectus non è solo estetica: è anche capacità di carico (fino a 300 Kg), funzionalità (con un angolo di apertura di 180°), flessibilità d’uso (si può installare su telai in legno, acciaio e

LA RICERCA DELL’INVISIBILITÀ DEGLI ACCOSTAMENTI DI MATERIALI E COMPONENTI È TENDENZA CONSOLIDATA NELLA PROGETTAZIONE DEGLI INTERNI DI ABITAZIONI, UFFICI E ALBERGHI. SERVONO PERÒ INNOVAZIONE E DESIGN. GLI ESEMPI DI SIMONSWERK E ANSELMI

alluminio). È anche qualità ed efficienza, con l’aiuto della tecnologia dei cuscinetti a scorrimento esenti da manutenzione. Un altro modello che unisce design, qualità e funzionalità è la cerniera AN 170 3D di Anselmi. Per l’Hotel Calimala di Firenze, nelle foto di questo servizio, Anselmi ha fornito le cerniere delle porte dei bagni delle suite dell’albergo (porte produzione Pietrelli, design Alex Meitlis). Sono porte tamburate in Rovere naturale, con fasce sull’anta e specchio applicato su un lato del pannello. Al Calimala sono state impiegate 100 cerniere del modello AN 170 3D. www.anselmisrl.it www.simonswerk.it



› FOCUS

Un cammino nelle grotte di San Giovanni a Domusnovas, in Sardegna IPM ITALIA È STATA CHIAMATA A RIQUALIFICARE UNA STRADA CHE SI INSINUA TRA ROCCE CALCAREE IN UN AMBIENTE NATURALE DALLE CARATTERISTICHE UNICHE. SOSTENIBILITÀ DEI MATERIALI, POSSIBILITÀ DI UTILIZZO DI INERTI LOCALI E MASSIMA CAPACITÀ DRENANTE SONO LE CARATTERISTICHE CHE HANNO PORTATO ALLA SCELTA DI IPM GEODRENA

A Domusnovas, cittadina della zona sudoccidentale della Sardegna, si trova uno tra i fenomeni carsici più sorprendenti: le Grotte di San Giovanni, le uniche in Italia e tra le poche al mondo ad essere attraversate da una vera e propria strada interna lunga 850 metri. Completamente transitabile e percorribile solo a piedi, la strada è stata oggetto di una recente opera di riqualificazione che ha visto il coinvolgimento di IPM Italia come partner tecnico per la pavimentazione. «Siamo stati coinvolti nel progetto – ci spiega Fabrizio Penati, fondatore e Amministratore Unico dell’azienda - da Francesco Cherchi, direttore dei lavori di riqualificazione dell’area. Oggetto dell’intervento ripristinare le funzionalità della strada interna delle Grotte con un nuovo sistema di pavimentazione che doveva avere caratteristiche ben specifiche: capacità di integrarsi armoniosamente e nel pieno rispetto del paesaggio delle grotte, essere il più possibile sostenibile a livello ambientale e altamente drenante. Quest’area infatti è soggetta a fenomeni [ 20 ]

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meteorologici e piovosi di forte entità che rendono la strada impraticabile». Per gli 8mila mq del cantiere, comprensivi anche dei 1.800 della superficie esterna, è stato scelto il rivestimento IPM GeoDrena, specifico per pavimentazioni continue all’aperto, un prodotto eco-friendly, ultra drenante (2700 l/ min/mq) e traspirante che grazie alla varietà e combinazioni di colori delle graniglie naturali di pregio (marmo, quarzo, porfido, serpentino o granito) si integra perfettamente in qualsiasi spazio outdoor. «Dopo ricerche in diverse cave della zona e test in laboratorio – prosegue Penati – siamo riusciti a individuare un inerte calcareo compatibile con le caratteristiche della Grotta e perfettamente miscelabile con il nostro legante. È infatti la miscela tra graniglia e legante a formare la pavimentazione continua e a garantire le caratteristiche di portanza e drenanza richieste dal progetto. Abbiamo prima di tutto lavorato sulla vecchia pavimentazione, un misto di cemento e asfalto rovinato e ammalorato, e ottenuto un supporto coeso e utile

ai fini della successiva posa. Sono stati impiegati circa 350mila kg di materiale per l’intera superficie, che la squadra certificata IPM ha realizzato in circa 20 giorni di lavoro». Il sottofondo è stato ricoperto con un legante molto resistente all’umidità, mentre la parte esterna è stata rivestita con un legante resistente ai raggi UV anti-ingiallimento. «Una delle caratteristiche di IPM GeoDrena è di essere molto resistente all’umidità e anche ai raggi UV permettendo così di contrastare i problemi di ingiallimento dovuti all’esposizione al sole e relativo ammaloramento. Questa caratteristica ne ha consentito l’utilizzo per tutto il progetto, garantendo anche la resa estetica uniforme, che era un altro aspetto cruciale da rispettare», aggiunge Andrea Penati, direttore tecnico di IPM Italia, soddisfatto anche perchè il prodotto ha ottenuto l’approvazione della Sovrintendenza dei Beni Archeologici. IPM Italia è stata in grado di fornire la soluzione ideale per pavimentare il piazzale esterno, anch’esso di grande importanza poiché ospita


› FOCUS I 3 KEY POINT DELL’INTERVENTO IPM GeoDrena è molto resistente all’umidità e ai raggi UV: per questo è stato utilizzato in tutto il progetto, garantendo una resa estetica ottimale e risolvendo anche i problemi di ingiallimento dovuti all’esposizione al sole e di rapido ammaloramento causato dall’umidità. L’attività di Ricerca e Sviluppo del laboratorio interno IPM Italia è riuscita a modulare le richieste del cliente con test, campionature e studi specifici. La costante presenza sul territorio del responsabile vendite IPM Italia ha semplificato il lavoro di squadra con l’impresa. In questo caso l’unione dell’expertise IPM Italia con quella del team Re.Co. Restauri si è rivelata vincente.

IPM ITALIA

l’edificio dell’ex cartiera, il vecchio mulino restaurato e la chiesetta di San Giovanni, che dà il nome alle grotte. «Questo progetto è stato un vero lavoro di squadra tra il team Re.Co. Restauri e IPM Italia – ha affermato Francesco Cherchi – che ha saputo rispondere con efficienza e nei tempi concordati alle necessità dell’opera, anche in termini di programmazione. Dalla fase di approvazione al vaglio, dalla logistica al trasporto del materiale, dalla scelta della granulometria e dei colori più idonei alla parte esecutiva vera e pro-

pria, ogni aspetto è stato curato e seguito secondo le aspettative, motivo per cui siamo davvero estremamente soddisfatti». IPM Italia si è proposta come interlocutore unico garantendo, grazie ai suoi 40 anni di esperienza, grande capacità di gestione dei cantieri, rispetto dei tempi di esecuzione e una customizzazione del sistema, oltre a produzione e posa. Anche la presenza del responsabile vendite in loco ha garantito il pieno rispetto del cronoprogramma di cantiere, terminato a febbraio 2020.

Attiva dal 1981, IPM Italia è oggi uno dei top player nel campo della produzione e posa di pavimentazioni continue per uso indoor e outdoor. Pioniere nel campo dei rivestimenti resinosi tecnici, ancora oggi core business dell’azienda, IPM Italia negli anni si è impegnata molto in ambito Ricerca e Sviluppo portando alla luce una serie di sistemi specifici per pavimentazioni interne ed esterne, come IPM GeoDrena e la linea all’acqua traspirante Aquaperm. IPM Italia da sempre mira ad avere un comportamento aziendale rispettoso dell’ambiente: formula prodotti con un basso impatto ambientale caratterizzati da emissioni VOC bassissime se non nulle e opera secondo un proprio Sistema di Gestione Qualità, Ambiente, e Sicurezza certificato. Con la propria struttura basata sul laboratorio interno, le squadre certificate e la rete tecnicocommerciale distribuita su territorio nazionale e internazionale IPM Italia è in grado di garantire la formula All in One: gestione unica e diretta di formulazione, produzione, commercializzazione e posa di tutte le pavimentazioni. www.ipmitalia.it

L’ingresso e alcuni ambienti interni delle Grotte di San Giovanni di Domusnovas e della strada recentemente ripavimentata da IPM.

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› WORK IN PROGRESS

Nei render, il panorama urbano come apparirà quando le torri degli Hq di Oppo saranno completate e, sotto, l’ambiente collettivo della ‘Sky Plaza’ previsto al decimo piano (Copyright © Zaha Hadid Architects).

SHENZHEN ZAHA HADID ARCHITECTS VINCE IL CONCORSO PER L’HQ DI OPPO Zaha Hadid Architects si è aggiudicato la progettazione della nuova sede di Oppo a Shenzhen. Per il progetto del quartier generale del brand mondiale di smartphone, ZHA ha superato la concorrenza di importanti studi come Bjarke Ingels Group, Skidmore, Owings & Merrill, Rogers Stirk Harbour+Partners e Henning Larsen Architects. Il nuovo head quarter di Oppo – che conta oltre 40mila dipendenti – risponde alle esigenze di sviluppo del marchio cinese della telefonia. Il design concepisce il complesso – che raggiunge un’altezza di 200 metri per 42 piani – come quattro torri interconnesse tra loro: due a pianta aperta e spazi flessibili, collegati da una hall di 20 piani, destinate a ospitare uffici per una superficie complessiva di 185mila metri quadrati; le altre due ospiteranno l’intera impiantistica dell’edificio. La scelta di localizzare gli impianti all’esterno permetterà di disporre di spazi di lavoro liberi da vincoli, con una vista capace di spaziare su tutti i piani migliorando la comunicazione tra i dipendenti. Allo stesso modo, gli ampi spazi della hall permetteranno la continuità visiva e miglioreranno la collaborazione tra i diversi dipartimenti della società. Ai livelli inferiori, le due torri si assottigliano verso l’interno e creano, al piano strada, grandi spazi pubblici. Il nuovo complesso, oltre agli [ 22 ]

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uffici, comprenderà diverse funzioni collettive, come la piazza panoramica, una galleria d’arte, una serie di negozi e ristoranti e, infine, il collegamento diretto con la stazione della linea metropolitana di Shenzhen. Al decimo piano si trova la Sky Plaza, uno spazio dove dipendenti e visitatori potranno trovare ristoranti e locali per il tempo libero e l’intrattenimento; lo Sky Lab sul tetto sarà invece un luogo pubblico con vista sulla baia di Shenzhen. Il quartier generale di Oppo sarà precertificato Leed Gold.

Località Shenzhen, Cina Progetto Zaha Hadid Architects Design Patrik Schumacher e Christos Passas Direttori di progetto Charles Walker, Christos Passas, Satoshi Ohashi Piani 42 Altezza 200 m Superficie 185.000 mq Fine lavori primi mesi 2025



› WORK IN PROGRESS

MILANO IL NUOVO GALEAZZI DI BININI PARTNERS Il nuovo ospedale Galeazzi, che con l’Human Technopole e l’università Statale sarà uno dei cardini del futuro ecosistema della ricerca, dell’innovazione e della cura di Mind-Milano Innovation District, è stato il primo cantiere a sorgere sull’area che cinque anni fa ospitò a Milano l’Expo2015. Sarà anche il primo ospedale alto in Italia (90 metri): una scelta funzionale che, determinata dal contesto, minimizza il consumo di suolo. Il complesso (i cui lavori sono ripresi lo scorso 16 aprile, dopo avere organizzato il cantiere secondo i protocolli di sicurezza Covid-19) riunirà in un’unica sede i due istituti del Gruppo San Donato, l’ortopedico Galeazzi e la clinica Sant’Ambrogio, e una volta ultimato ospiterà aule universitarie, laboratori di ricerca e 600 posti letto. Scopo dell’operazione, oltre all’accorpamento dei due ospedali, quello di garantire elevate performance in termini di sicurezza e sostenibilità. La progettazione è stata eseguita con metodologia Bim. Parallelo al Decumano, l’ospedale si caratterizza per la trasparenza ai piani inferiori e la correttezza formale del [ 24 ]

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corpo in elevazione. Il forte carattere stereometrico dell’edificio è alleggerito dalla scelta di tonalità chiare per la facciata, che contrastano con i tagli d’ombra degli sfondati e la trasparenza delle porzioni vetrate. L’organizzazione interna della struttura si basa su tre principi fondamentali: la ripartizione dei flussi e dei percorsi; la stretta integrazione tra assistenza, ricerca e didattica; ambienti confortevoli e accoglienti che minimizzano i percorsi e tutelano la privacy (le camere singole sono già equipaggiate con presìdi contro le infezioni ospedaliere o le epidemie). L’edificio si articola in due volumi principali: la piastra di base, con funzioni che prevedono maggior afflusso di pubblico, e il corpo in elevazione, con aree sensibili protette. La maglia strutturale, aperta, con altezze di interpiano adeguate e senza vincoli, permette soluzioni interne adattabili per poter far fronte a esigenze mutevoli. Il piano interrato, oltre a ospitare il parcheggio, gli impianti e i flussi di lavanderia, accoglie i locali per la posta pneumatica e di servizio. Il piano terra è dedicato agli spazi d’ingresso, accoglienza,

diagnostica per immagini e pronto soccorso, università, radioterapia, locali tecnici, accettazione della logistica e control room. Oltre che dai servizi, il primo piano è occupato dall’aula magna a disposizione della futura vicina università Statale di Milano. Il piano secondo è interamente destinato ai laboratori di ricerca e chimicoclinici, mentre il terzo è per gli outpatients: ambulatori medici e chirurgici, procreazione medicalmente assistita, endoscopia.


› WORK IN PROGRESS

Il concept del niuovo ospedale Galeazzi che sta sorgendo nell’area milanese di Mind (a sinistra il masterplan dello sviluppo dell’area). Alla pagina di sinistra un render della hall del nuovo ospedale e una vista del basamento e del primo piano, che accoglierà l’aula magna dell’università Statale. In alto, un’immagine del cantiere (tutte le immagini ©Binini Partners).

Al quarto piano si collocherà la bassa intensità chirurgica con le relative degenze. Il quinto è dedicato alla cardiochirurgia e alla terapia intensiva. Al sesto piano trovano sede un blocco operatorio da 16 sale. Il settimo piano è il cosiddetto piano calmo per l’evacuazione e l’esodo in verticale dai piani superiori. Si tratta di un piano libero da attività capace di garantire la permanenza in sicurezza dei pazienti allettati, anche in terapia intensiva, in attesa di soccorso.

Il piano può essere considerato anche un ospedale dormiente, da attivare in caso di calamità e di grandi emergenze (in poche ore è possibile creare 120 nuovi posti letto). L’ottavo piano è destinato a uffici e alla centrale di sterilizzazione mentre quelli dal nono al sedicesimo sono dedicati a degenze ordinarie e per solventi. Il volume tecnico in copertura ospiterà le centrali di trattamento dell’aria e gli impianti, coperti da un tetto solare termico e fotovoltaico.

Località Mind, Milano Committente Gruppo San Donato Real Estate Progettazione architettonica, strutturale e impiantistica Binini Partners (responsabile Tiziano Binini; coordinamento e direzione Cecilia Morini e Raffaele Ramolini; progettazione architettonica Cecilia Morini e Francesco De Benedittis) Superficie dell’area 150.000 mq Superficie complessiva dei piani 180.000 mq Posti letto 600 Sale operatorie 28 (più 4 ibride) Piani e altezza 16 fuori terra; 90 metri Premi Cneto (Centro nazionale per l’edilizia e la tecnica ospedaliera) 2019 Impresa costruttrice Edile Engineering & Construction Importo lavori 250 milioni di euro Cronologia settembre 2018 - dicembre 2021

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› WORK IN PROGRESS

L’ospedale di Verduno (foto ©Paolo Dellapiana).

VERDUNO APERTO L’OSPEDALE ALBA-BRA Ci sono voluti più di vent’anni e una pandemia epocale per arrivare all’apertura (parziale) dell’Ospedale di Alba-Bra, collocato a metà strada tra le due località del cuneese per sostituire due strutture sanitarie ormai obsolete e far risparmiare 130mila ore/anno di spostamenti (peccato che l’autostrada Asti Cuneo sia anch’essa, ad oggi, incompleta). Osservando i tempi si intuisce che gli attuali problemi del Paese hanno radici lontane (anche per la cieca fiducia riposta negli scorsi anni nel project financing): bando di concorso 1997; assegnazione autunno 1998; preliminare 1999; definitivo 2001; esecutivo 2004; conclusione gara d’appalto (con affidamento a Maire Engineering e Gesto Scarl) 2005; posa della prima pietra 2005. Poi la crisi finanziaria del 2008, quella del 2012, l’assetto del raggruppamento di imprese cambia e si arriva al 2020. Salvo Paolo Dellapiana, i progettisti architettonici del raggruppamento iniziale – Aymeric Zublena (Scau Architecture, Parigi), Ugo e Paolo Dellapiana (Archicura) e Ugo Camerino – sono ormai in pensione ma il presupposto sul quale venne sviluppato il progetto è tuttora attuale: ospedale inteso come luogo di passaggio per i pazienti e al contempo come luogo di vita degli operatori. Criteri interpretati con una grande luminosità interna, finestre che consentono di cogliere il paesaggio all’esterno, grande attenzione ai colori, semplicità dei percorsi, zone di attesa frequenti e attrezzate, spazi di privacy ed altri che favoriscono l’incontro. La volumetria generale e lo schema funzionale sono organizzati in quattro elementi caratteristici: la Galleria [ 26 ]

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Ospedaliera, un grande spazio trasparente che attraversa da nord a sud l’edificio, su cui si aprono gli ambulatori e da cui si accede alla maggior parte dei reparti; la Piastra di base, con percorsi chiari e brevi, che contiene i reparti medico-tecnici, di diagnostica, gli ambulatori, le sale operatorie e la radioterapia e l’accettazione; il volume direzionale al centro e, caratterizzante la forma del complesso, il Corpo Sostenuto, due edifici lineari che accolgono le specialità, le degenze e le aree mediche: una scelta che riduce i percorsi del 70%. Soluzioni e accorgimenti impiantistici particolarmente efficienti – incluso un impianto fotovoltaico e un sistema di cogenerazione – collocano il complesso in classe energetica A1.

Località Verduno, Cuneo Committente ASL 2 Cuneo Progettazione architettonica Aymeric Zublena, Scau Architecture (capogruppo), Ugo e Paolo Dellapiana Archicura, Ugo Camerino Progettazione strutturale Sì.Me.Te. Progettazione impianti Giuseppe Forte, Steam Direzione lavori Conteco e Paolo Dellapiana (supervisione) Primo raggruppamento di imprese Maire Engineering, Gesto Scarl Cronologia 1998 - 2020 Superficie 110.000 mq Volumetria 396.000 mc Posti letto 350 Terapia 12 sale operatorie, 12 posti letto in rianimazione, 10 unità di terapia intensiva di cardiologia, 10 unità di medicina d’urgenza, 1 bunker di radioterapia


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› WORK IN PROGRESS L’ospedale di Borgo Valsugana risale al 1913. Nel fotoinserimento e nel prospetto, il volume aggiuntivo di 4.500 mq (immagini courtesy Provincia di Trento).

Località Borgo Valsugana, Trento Stazione appaltante APSS (Azienda Provinciale Servizi Sanitari) di Trento Progettazione Politecnica e Sws Engineering Progettazione architettonico Claudio Pongolini e Barbara Frascari, Politecnica Direzione lavori Andrea Lucarelli, Politecnica Superficie 4.480 mq (ampliamento), 3.590 mq (ristrutturazione) Importo dei lavori 16,3 milioni di euro Imprese aggiudicatarie AT Bertolini Ocea Impianti (capogruppo), Mak Costruzioni (mandante), Edison Facility Solutions (mandante) Durata dei lavori 4 anni

BORGO VALSUGANA POLITECNICA E SWS PER L’OSPEDALE SAN LORENZO Riprese da pochi giorni dopo l’interruzione dovuta all’emergenza sanitaria le attività preliminari per l’avvio dei lavori di ampliamento e ristrutturazione dell’ospedale di San Lorenzo di Borgo Valsugana. Il progetto, affidato alle società Politecnica e Sws Engineering, prevede di realizzare un ampliamento del nosocomio (l’inaugurazione risale al 1913) per modernizzare il pronto soccorso, le sale operatorie, le degenze chirurgiche e la dialisi collocandole nel volume aggiuntivo. Il programma dei lavori prevede di realizzare spazi più accoglienti e di dotare l’ospedale di standard strutturali, impiantistici e tecnologici in linea con gli attuali requisiti di sicurezza. Le opere sono infine finalizzate ad accorpare le degenze delle varie specialità secondo i livelli di assistenza. Il volume in ampliamento, collocato a ovest dell’attuale fabbricato, si sviluppa su cinque livelli e su una superficie complessiva di 4.480 metri quadrati. Al piano seminterrato verranno collocati gli spogliatoi, i locali tecnici e gli archivi, mentre al piano terra il pronto soccorso, il blocco operatorio al [ 28 ]

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primo, al secondo le stanze di degenza, al terzo la dialisi. Il progetto pone particolare cura al contenimento energetico: verrà infatti realizzata una facciata ventilata in lastre di Hpl con finitura in similegno su sottostruttura in alluminio, mentre sui corpi in elevazione leggermente aggettanti sui fronti sud e ovest verrà posato un cappotto isolante rasato con intonachino.

L’appalto prevede anche la ristrutturazione parziale dell’edificio esistente (l’opera verrà realizzata al termine dei lavori di ampliamento) e interesserà una superficie di oltre 3.500 metri quadrati. Obiettivo: razionalizzare alcune destinazioni d’uso e dotare il nosocomio di spazi per la diagnostica, gli ambulatori, la degenza e i servizi generali.


LA PORTA APERTA AI TUOI PROGETTI

Hotel Eden, Roma Dorchester Collection

Le porte San.Co per l’Hotel Eden di Roma All’interno dell’importante opera di ristrutturazione dell’Hotel Eden di Roma, hotel 5 stelle appartenente alla Dorchester Collection, San.Co, marchio del gruppo Zanini Italia, ha svolto un ruolo centrale nella compartimentazione tagliafuoco degli ambienti della struttura. San.Co ha realizzato le porte di tutte le camere e le porte in legno tagliafuoco dell’intero edificio. Le porte hanno una resistenza al fuoco EI 30’ e un abbattimento acustico fino a Rw 43 dB, fondamentale per garantire insonorizzazione degli ambienti. Per i corridoi invece sono state installate le porte della serie Va&Vieni EI 60’, senza serrature e maniglioni così da svolgere la funzione di compartimentazione e via di fuga.

Progetta, proteggi Soluzioni Tagliafuoco in legno e vetro

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› WORK IN PROGRESS

MILANO IL PRISMA ANTICIPA LA TRASFORMAZIONE DELL’AREA FARINI Oggi ha un aspetto anonimo e autoreferenziale; domani, dopo il restyling integrale, l’edificio di via Bernina 7 sarà aperto al quartiere che, tra qualche anno, verrà profondamente trasformato dalla riqualificazione delle aree dell’ex scalo ferroviario Milano-Farini. Per i progettisti di Il Prisma, Bernina 7 sarà un immobile che anticipa le tendenze legate alla futura trasformazione: l’apertura alla zona, con esercizi food in una parte di città sottodotata, e la ricerca della sostenibilità attraverso sistemi attivi (fotovoltaico, gestione delle acque, gestione dei consumi energetici) e passivi (oasi verdi per la biodiversità, gestione degli impatti climatici). Il fabbricato, con i suoi 23mila metri quadrati a uso uffici, oggi dispone di spazi poco sfruttati e mura di recinzione che impediscono il rapporto con l’esterno: l’obiettivo del progetto è renderlo un avamposto sul quartiere, che anticipa i cambiamenti futuri e offre un punto di vista privilegiato sulle prossime trasformazioni. Cinque i cardini del progetto, tutti declinati in chiave di apertura: l’Open Square, un [ 30 ]

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piano terra aperto che agevola i flussi pubblici e privati e che offre identità all’area; l’Open Landmark, con i corpi di fabbrica del complesso che diventando trasparenti e si aprono al dialogo con l’esterno; l’Open Work, con spazi di coworking, espositivi e di sperimentazione (fablab); l’Open Scalo Farini, che con una nuova facciata ricerca il dialogo con ciò che avverrà sulle aree vicine, e il Silent Pavillion, un luogo, in adiacenza alla reception e alla

fine del percorso tra la corte e il secret garden, più riservato e intimo. Quinto e ultimo ambiente sarà l’Open Art, filo rosso che coniuga le diverse destinazioni d’uso dell’immobile, con l’arte che entra all’interno degli spazi e trova qui, in ambienti disegnati a questo scopo, l’occasione per essere creata, condivisa ed esposta. L’edificio è stato progettato per la certificazione Leed Platinum.

Render dell’edificio di via Bernina 7, in zona Farini a Milano, come apparirà al termine dell’intervento (courtesy Il Prisma)

Località Milano, via Bernina Committente Kryalos Progettazione Il Prisma Superficie 23.000 mq Inizio lavori giugno 2020 Fine lavori giugno 2022


TECTUS® IL SISTEMA COMPLETO DI CERNIERE A SCOMPARSA

MILANO

IL CO-WORKING FIRMATO D2U A oggi sono tre gli spazi di co-working aperti a Milano per iniziativa del network globale WeWork. Sono quelli funzionati in via Vittor Pisani, Turati e San Marco. Altri tre sono in rampa di lancio e si tratta degli ambienti delle vie Meravigli e San Fedele e di via Mazzini, con aperture differenziate nel tempo. Il co-working di via Mazzini (inaugurazione prevista a novembre), sarà quello di maggiori dimensioni: settemila metri quadrati di superficie a pochi passi dal Duomo, che potranno ospitare fino a 1.100 persone. Lo sviluppo del progetto e l’adattamento del concept, realizzato interamente in Bim, è di D2U, Design to Users, studio di architettura di Jacopo della Fontana e Corrado Caruso. I progettisti hanno trasformato un intero edificio di dieci piani in spazi di lavoro luminosi, con sale riunioni smart e uffici privati esclusivi, capaci di adattarsi alle esigenze di un mondo di professionisti, creativi, imprenditori che per le loro attività hanno bisogno di luoghi da condividere. Secondo Jacopo della Fontana, partner e Ceo di D2U, «si è trattato di un’esperienza stimolante, anche per l’interazione a distanza con il team internazionale di WeWork, che ci ha permesso di completare il progetto nei tempi, molto serrati, richiesti. Soprattutto nella fase che stiamo vivendo, un progetto come quello di viale Mazzini ci aiuterà a creare una nuova visione del lavoro e di condivisione degli spazi che ci accompagnerà nel prossimo futuro».

Località Milano Committente WeWork Concept e progettazione D2U (Design to Users), Jacopo della Fontana e Corrado Caruso Superficie 7.000 mq Piani 10 Persone ospitate 1.100 Apertura Novembre 2020

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› WORK IN PROGRESS

Evidente dai render la conservazione delle strutture a shed che caratterizzavano l’antico complesso industriale di Cremona. Sotto, la planimetria (immagini courtesy WiP Architetti).

Località Cremona Committente DN Soluzioni e Immobiliare Azzurra Commercializzazione C&G Partners Progettazione urbanistica e architettonica WiP Architetti Progettazione strutturale Maurizio del Gobbo Progettazione del verde Gabriele Panena, Studio Clorofilla Viabilità Fabrizio Ottolini, Plan & Project Superficie dell’area 39.150 mq Superficie lorda pavimento 15.758 mq

CREMONA WIP RIQUALIFICA L’ARMAGUERRA Nonostante il lockdown, il programma di riconversione in spazio commerciale dell’ex complesso industriale Armaguerra di Cremona non si arresta. Si è infatti conclusa da poco l’operazione di trasformazione portata avanti dalla società di sviluppo immobiliare Dn Soluzioni specializzata nel settore del retail. Si tratta di un’area di circa 40mila metri quadrati su cui si potrà realizzare un intervento edilizio di oltre 15mila metri quadrati di superficie calpestabile. Il complesso, realizzato nel 1938, venne utilizzato come fabbrica d’armi e dopo la guerra trasformato in stabilimento di produzione di camion; negli anni Sessanta chiuse i battenti e l’area subì un abbandono [ 32 ]

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di oltre mezzo secolo. Più recentemente le coperture degli edifici vennero impiegate per alloggiarvi pannelli fotovoltaici. L’Armaguerra si trova in prossimità della circonvallazione di Cremona, nella zona nord della città, e rappresenta un elemento di cerniera tra la zona residenziale e quella produttiva di via Seminario. Il progetto di intervento, messa a punto dalla società di progettazione WiP Architetti, prevede di realizzare tre nuovi edifici, riqualificare alcuni altri fabbricati esistenti, mantenere in funzione il parco fotovoltaico e preservare il carattere storico del complesso attraverso il mantenimento della tipologia di copertura a shed.

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› WORK IN PROGRESS

ROMA GLI UFFICI DI HI-GREEN FIRMATI IL PRISMA In che modo un edificio, privo di identità architettonica e slegato dal contesto, può essere rigenerato per accogliere nuove modalità di utilizzo degli spazi lavorativi? Una risposta arriva da Il Prisma con la riqualificazione di un fabbricato di via Ravà, all’Eur di Roma. Il team dei progettisti ha ribaltato il punto di vista convenzionale, partendo dall’analisi delle zone meno qualificate del complesso (la copertura non agibile, un porticato utilizzato come parcheggio per le moto) e soprattutto osservandolo dall’alto. Sollevando lo sguardo dal piano terra al piano copertura sono emerse alcun evidenze: il sistema di poli verdi che circondano l’immobile, tra cui gli Orti delle Tre Fontane, il parco Oreste Leonardi, la Tenuta di Tormarancia. Da qui l’intuizione progettuale: portare il verde a bordo del progetto, trasformando gli spazi tecnici dell’edificio in setting ideali per il relax e il lavoro informale. Nessuna ambizione di stravolgere gli uffici attuali, ma quella di operare sulle aree più depresse del fabbricato per introdurre modalità lavorative individuali e collaborative. I nuovi workspace aperti diventano una risposta alla domanda di spazi non convenzionali, dedicati al lavoro e alla socialità. Il progetto di riqualificazione è iniziato così dalla copertura, innestando su una struttura di metallo fioriere e punti panoramici che trasformano un tetto tecnico in una terrazza

da vivere, che permea l’intera architettura. Una fitta vegetazione di fiori e piante dalla terrazza scende sulle facciate, prosegue sotto il portico e avanza fino alla reception degli uffici. È il filo rosso in grado di ridare forma, vita e valore all’immobile. La struttura in lamiera forata è l’elemento chiave dell’intervento, che permette di creare uno spazio fluido e integrato. Così il piano terra diventa una grande area di accoglienza, coperta ma esterna, in cui ogni elemento d’arredo e strutturale richiama il concept curvilineo della terrazza.

Dare nuova vita a una copertura tecnica trasformandola in terrazza abitata da greenery che scendendo si appropria delle zone meno qualificate del complesso. E il concept de Il Prisma per la riqualificaizone di un immobile a destinazione ufficio (immagini courtesy Il Prisma).

Località via Rava, Eur Roma Proprietà Savills Investment Management Progettazione Il Prisma Inizio lavori 2020 Fine lavori fine 2020

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› ARCHIWORKS

In cust alignihilis venda dessitate ium simusda nume num de con perum, aci alit que magnam, nienimo serio.

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Sopra, la sede della Qatar Foundation sorge nell’area di Education City, come appare chiaro anche dal modello al centro e la scala che conduce all’auditorium. A sinistra, l’edificio illuminato di sera sullo sfondo della National Library, sempre di OMA. A destra, il vasto atrio a tutt’altezza attraversato da corridoi a ballatorio e passerelle vetrate (foto © Beppe Raso).


› ARCHIWORKS

QATAR FOUNDATION HQ, DOHA

UN IMPONENTE

PARALLELEPIPEDO DI LUCE IL PROGETTO DI OMA DOMINA COME UNA TORRE DI CONTROLLO I 12 KMQ DELL’EDUCATION CITY DI DOHA LA PIÙ IMPORTANTE INIZIATIVA DELLA FONDAZIONE CHE QUI HA IL PROPRIO QUARTIER GENERALE

Tra i Paesi del Golfo Persico il Qatar è stato il primo, più di vent’anni fa, ad avviare una coerente strategia di transizione verso l’era post fossile, investendo buona parte della ricchezza derivante dai vasti giacimenti petroliferi e di gas naturale del Paese in mezzi di informazione come Al Jazeera e in programmi culturali e formativi, con il progetto di Education City. Avviato nel 1997 dalla Qatar Foundation, nel campus – un’area di 12 chilometri quadrati nella zona di Al Rayyan nei pressi di Doha – oggi trovano spazio più di 50 istituzioni universitarie internazionali, più di 4.000 docenti e ricercatori e oltre 8.000 studenti provenienti da tutto il mondo, oltre a un hub per compagnie tecnologiche che trasformano alcuni progetti di ricerca in pro-

dotti e servizi commerciali innovativi. Oltre al programma funzionale, alle architetture che compongono il campus di Education City è assegnato un forte ruolo simbolico, e per questo l’emiro Sheikh Hamad bin Khalifa Al Thani e l’attuale presidente dell’istituzione Sheikha Moza bint Nasser hanno convolto noti architetti internazionali che, sul masterplan disegnato da Arata Isozaki, hanno realizzato edifici iconici. È il caso di OMA, che oltre al Research Institute e alla National Library ha realizzato anche il cubo bianco traforato, alto 57 metri, formato da due volumi sovrapposti, quasi sospesi l’uno sull’altro oggi sede della Qatar Foundation. Il quartier generale mostra facciate in cemento prefabbricato contrassegnate da

centinaia di aperture quadrate a formare una griglia continua sui quattro lati dell’edificio; un’architettura a maglia che lascia intravedere gli interni dell’imponente torre e che crea un’immagine pixellata del logo della fondazione, l’albero di Sidra, uno dei simboli nazionali. Al settimo piano, tra i due volumi massicci, è stata ricavata una grande terrazza esterna riparata che, libera da colonne, offre una sensazione di sospensione del volume superiore rispetto a quello sottostante. L’edificio, di 29mila metri quadrati, è suddiviso in tre distinte aree: la prima ospita gli uffici del personale, la seconda quelli della direzione, la terza infine è destinata alle autorità dell’emirato. Alle differenti aree si accede attraverso un

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› ARCHIWORKS

Accanto, la profonda terrazza che al settimo piano corre intorno all’edificio tagliando in due parti il volume architettonico. Sotto, uno degli ambienti riservati alle autorità del Paese e, in basso, il movimento di uno degli elementi di architettura realizzati custom da Lualdi che uniscono/separano gli ambienti interni. Alla pagina di destra in basso l’ampia porta basculante del programma Wall&Door di Lualdi che dà accesso all’auditorium (foto © Beppe Raso).

CREDITI Località Education City, Dubai Committente Qatar Foundation Destinazione Uffici, auditorium, sala conferenze Progettazione architettonica OMA (responsabile del progetto, Kunlé Adeyemi; partner OMA Dubai, Iyad Alsaka)

Consulenza Louis Berger General contractor

Midmac Contracting Company

Gestione del progetto

Astad Project Management

Superficie complessiva 29.000 mq Finanziamento Statale

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› ARCHIWORKS

Office for Metropolitan Architecture | OMA Fondata nel 1975 da Rem Koolhaas, Elias e Noa Zenghelis e Madelon Vriesendorp, lo studio internazionale di architettura e urbanistica OMA oggi è guidato da otto partner che seguono i numerosi progetti dello studio che ha sedi a Rotterdam, New York, Hong Kong, Pechino, Doha, Dubai e Brisbane. Alla pratica professionale, da anni si affianca l’attività teorica e di ricerca portata avanti da AMO, che spesso affianca i clienti di OMA con contributi intellettuali interdisciplinari, come nei casi di Prada, Universal Studios, l’aeroporto Schipol di Amsterdam, Heineken, Ikea, Condé Nast, Harvard University e l’Hermitage. Con AMO Rem Koolhaas ha curato anche la 14. Biennale Internazionale di Architettura di Venezia. www.oma.eu

vasto atrio multipiano che riceve luce dall’alto, con vista su auditorium, sale riunioni e caffetteria; ai piani superiori gli uffici sono collegati tra loro da passerelle trasparenti in vetro. La copertura, in cemento e vetro, è realizzata con l’identico schema delle facciate: una soluzione che permette l’ingresso della luce naturale. Al quartier generale della Qatar Foundation non manca il tocco distintivo del design italiano: le porte di Lualdi che danno accesso alla maggior parte degli ambienti interni. Quasi rivoluzionaria la soluzione adottata: le porte infatti aprendosi ruotano su assi invisibili ba-

sculando attorno a punti quasi magici per assolvere nel migliore dei modi differenti funzioni: transitare, dividere, collegare, unire e articolare spazi con varchi di qualsiasi dimensione: l’oggetto porta scompare diventando tutt’uno con il progetto di architettura. Si tratta del programma Wall&Door di Lualdi, un sistema divisorio su misura che assembla pannelli modulari, ante e porte, pensato come soluzione per razionalizzare, definire e rendere più omogenee le superfici di uno stesso ambiente senza necessità di realizzare opere murarie

A Doha, all’interno della fondazione, Lualdi ha fornito e installato uno dei fiori all’occhiello della sua produzione: le porte Wall&Door, un sistema divisorio su misura che assembla pannelli modulari, ante e porte, pensato come soluzione per razionalizzare, definire e rendere più omogenee le superfici di uno stesso ambiente senza il bisogno di realizzare le opere murarie www.lualdi.com

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› ARCHIWORKS A destra, il doppio arco sinusoidale – nel disegno con i calcoli compositivi – e i vetri colorati del prospetto principale. Sotto, particolare dei tubolari di acciaio che sorreggono uno sbalzo (foto ©Massimo Crivellari). In basso, vista sud-est dell’edificio (courtesy Schüco).

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› ARCHIWORKS

CON UN AUDACE SEGNO COMPOSITIVO, IL PROGETTO DI CARLO MINGOTTI ESPRIME LA VOCAZIONE DI INDUSTRIA 4.0 PER LA SEDE DELLA DIVISIONE AUTOMAZIONE DEL GRUPPO INDUSTRIALE FRIULANO CHE STA RIVOLUZIONANDO IN OTTICA GREEN I PROCESSI DELL’INDUSTRIA SIDERURGICA IN TUTTO IL MONDO

DANIELI AUTOMATION HQ, BUTTRIO, UDINE

L’ARCHITETTURA DELL’INNOVAZIONE Nell’ambito della programmazione PorFesr 2014-2020 della Regione Friuli-Venezia Giulia, Danieli Automation insieme a Bean Tech aveva avviato un progetto di digitalizzazione che migliora l’efficienza dei processi produttivi dell’industria siderurgica (Digi&Met) riducendone al contempo l’impatto ambientale. Due cifre da sole sono sufficienti a comprendere la portata dell’innovazione: a parità di produzione i nuovi impianti consumano il 74% in meno

di energia (prevalentemente elettrica) e riducono del 56% le emissioni di CO2 . Il progetto dello studio Mingotti per la nuova sede, inaugurata due anni fa, esprime plasticamente il significato della trasformazione che la società friulana sta apportando a uno dei settori industriali attualmente di maggiore impatto ambientale. Sul prospetto principale, rivolto a nord verso la strada di accesso, l’effetto sinusoidale dato dalle linee curve del grande arco rivestito in

pannelli in vetroresina è esaltato da speciali vetri colorati. Il regolare prospetto esposto a sud, invece, si caratterizza per una facciata a doppia pelle che crea un’intercapedine ventilata naturalmente. L’ingresso principale, a est, è protetto da una grande pensilina a sbalzo sostenuta da elementi-colonne di tubolari intrecciati che da una base unica si allargano e distanziano salendo. Sostenuto e rivestito da strutture in carpenteria metallica realizzate da Pichler Projects

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› ARCHIWORKS

I prospetti dell’edificio. Accanto, un ambiente open space al secondo livello. Si notano l’ampia luce dello spazio, le isole acustiche Atena sospese al soffitto e le griglie della climatizzazione a pavimento. Sotto, un’altra vista del fronte nord (foto ©Alessandro Paderni).

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› ARCHIWORKS

Mingotti Architetti Associati Fondato a Udine nel 2003 da Gianpiero e Carlo Mingotti (nella foto), lo studio opera nei settori della progettazione residenziale e direzionale pubblica e privata e dell’arredo urbano. Negli anni lo studio ha realizzato masterplan e studi di fattibilità e importanti progetti di recupero dei centri storici e degli spazi museali, oltre a opere di riqualificazione ed efficientamento di scuole e istituti della pubblica amministrazione.

Soluzioni Schüco per l’involucro

l’edificio, che in lunghezza misura 85 metri, si articola in due livelli fuori terra. Anche per la natura dell’attività svolta, che prevede dialogo e interazione costanti, lo spazio interno, in grado di ospitare fino a 250 persone, è organizzato essenzialmente in open space. La qualità abitativa e le prestazioni degli spazi interni sono fra gli aspetti più significativi della realizzazione. Trattandosi di ambienti di lavoro condivisi particolare attenzione è stata posta alla qualità acustica, con studi specifici sui tempi di riverbero, che hanno condotto all’introduzione di isole acustiche sospese, lamiere a vista in acciaio sagomate e forate, controsoffitti metallici con pannelli microforati, pavimento anti calpestio e, per le sale riunioni, pannelli fonoassorbenti a parete e a soffitto microforati in legno. Soluzioni di avanguardia anche per l’impiantistica elettrica e meccanica: i corpi illuminanti posti all’interno dei controsoffitti acustici sospesi sono dotati di sensori che regolano automaticamente accensione e intensità; la climatizzazione a pavimento è regolata da sonde interne che consentono di gestire la temperatura in maniera differenziata da zona a zona. La qualità dell’aria è data da una ventilazione meccanica controllata a recupero di calore e da sensori che regolano automaticamente l’apertura delle finestre in presenza di condizioni ottimali

Da tempo è ormai chiaro che efficienza energetica e comfort ambientale sono due facce della stessa medaglia, da risolvere entrambe anche sotto il profilo estetico. Se le facciate continue Schüco FWS 50+.SI

chiuse in sommità con vetrate curve, una speciale realizzazione sartoriale Schüco. Per una totale fusione visiva tra parti apribili e partizioni vetrate fisse, per la nuova sede di Danieli Automation sono state

e Schüco FWS 60+.SI (Super Insulation) si sono rivelate la soluzione migliore sia sotto il profilo estetico che prestazionale, per rispondere alle diverse esigenze di illuminazione naturale e comfort degli spazi esposti a sud si è scelto di equipaggiare la facciata a doppia pelle di schermature esterne (pale frangisole in lamiera microforata Schüco ALB Tech Optik) e interne. Il fronte ovest, invece, è stato realizzato con finestre a nastro verticali anch’esse protette da frangisole motorizzati. Il fronte est, sul quale prospetta l’ingresso principale, si distingue infine per le specchiature inclinate

scelte le finestre in alluminio ad elevato isolamento Schüco AWS 75 BS.SI (Block System Super Insulation), in cui i profili delle ante si integrano nel telaio fisso mimetizzandosi nella struttura dell’edificio. Completano infine l’involucro architettonico le finestre in alluminio con apertura a sporgere Schüco AWS 114 SG.SI, i lucernari Schüco AWS 57 RO e le porte in alluminio ADS 75.SI (Super Insulation), dalle elevate prestazioni termoisolanti e di sicurezza. www.schueco.it

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› ARCHIWORKS CREDITI Località Buttrio, Udine Committente Danieli Automation Progettazione architettonica e interior design

Gianpiero e Carlo Mingotti Architetti Associati

Progettazione strutturale Mauro Mattelloni Progettazione impianti Progetec Studio Ass. Superficie lotto 5.870 mq Piani 2 fuori terra e piano scantinato Superficie operativa 2.830 mq Personale impiegato 250 addetti Anno di realizzazione 2016-2018 Valore delle opere 5,8 milioni General contractor strutture acciaio e facciate Pichler Projects Srl

Sistemi di facciata e serramenti Schüco Arredi Quadrifoglio Group Altri fornitori Atena (controsoffitti metallici

e isole acustiche), Sikkens (cappotto e verniciature), Kalzip (copertura), Uniflair (pavimento sopraelevato), Casalgrande Padana (piastrelle), iGuzzini (luci), Frezza (pareti attrezzate), Assa Abloy (porta scorrevole), Serge Ferrari (tende interne in tessuto filtrante)

Accanto, grandi travi in acciaio a vista al secondo livello (foto ©Alessandro Paderni) raggiunto dalla grande scala centrale – a destra, nella foto ©Oskar Da Riz – con gradini sospesi in lamiera mircoforata disegnata e realizzata su misura. Sotto, l’open spazxe al piano terra, con postazioni di lavoro regolabili in altezza ‘Sit & Stand’ di Quadrifoglio Group che consentono di svolgere parte del lavoro in piedi (foto ©Alessandro Paderni).

per l’afflusso di aria dall’esterno. L’innovazione riguarda anche le scelte strutturali. Sono state adottate tecnologie all’avanguardia quali il solaio interpiano in cemento armato post-tensionato per ottenere la massima fruibilità e flessibilità degli spazi, pilastri metallici esterni e una copertura a vista hi-tech in acciaio. Il concetto di grandi luci è ben rappresentato dalle capriate a ogiva di 21 metri di ampiezza. Lo studio del soleggiamento ha comportato la realizzazione di diverse schermature in facciata differenziate secondo l’orientamento: frangisole esterni orizzontali meccanizzati o fissi, microforati e pieni; lame verticali per schermare i raggi solari; sbalzi più o meno profondi; la doppia pelle sul lato sud con interca[ 42 ]

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pedine a doppio vetro microventilata naturalmente; tende esterne regolabili e interne microforate per la regolazione dei raggi solari in entrata. Il tutto consente di ottimizzare le prestazioni energetiche e il comfort ambientale e visivo per l’uso dei videoterminali. Pannelli fotovoltaici in copertura per una potenza totale di 100 kW rendono quasi completamente autonomo il complesso, certificato in classe energetica A4. Numerosi infine nel progetto i particolari e le soluzioni interne e esterne disegnate e realizzate su misura, come l’arco esterno in conci tridimensionali di vetroresina o la grande scala centrale curva interna con gradini sospesi in lamiera microforata disegnati uno a uno


› ARCHIWORKS

QUADRIFOGLIO GROUP

Il benessere negli spazi di lavoro Il concetto di benessere negli spazi di lavoro ha subito una profonda evoluzione: ormai la qualità costruttiva, la rispondenza alle normative e l’ergonomia vengono considerati requisiti di base. Danieli Automation per la nuova sede ha scelto il concetto avanzato di ergonomia proposto da Quadrifoglio Group. La persona è al centro, il posto di lavoro le si adatta in altezza, seguendone abitudini, esigenze di salute, modo di lavoro e di vita. Il piano si solleva elettricamente permettendo una regolazione millimetrica e consente di lavorare per parte della giornata in piedi, scaricando la spina dorsale. I devices trovano posto e possibilità di ricarica in modo ordinato e organizzato. Gli effetti personali sono riposti in luoghi chiusi, puliti e custoditi, comunque a portata di mano. La luce è corretta e non affatica la vista. È stata pensata la gestione del riverbero e la giusta privacy tra le persone. Si va quindi oltre il concetto di ‘scrivania a norma’ o ‘scrivania ergonomica’: si migliora la qualità della vita di chi lavora. www.quadrifoglio.com

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› ARCHIWORKS

ARCO MADRID 2020, SPAZIO COLLEZIONISTI PER IL PRINCIPALE APPUNTAMENTO SPAGNOLO DI ARTE CONTEMPORANEA TERESA E FRANCESCA SAPEY USANO COLORI E MATERIALI PER CREARE UN DIPINTO VIVENTE I CUI PROTAGONISTI SONO GLI OSPITI DELLA FIERA

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CAMPITURE ABITATE Quando venne inaugurata era solo il 26 febbraio scorso ma sembra un’epoca fa. La fiera d’arte contemporanea Arco Madrid 2020 è stata l’ultima manifestazione pubblica prima del lockdown. Incaricato di realizzare lo spazio di accoglienza per galleristi e collezionisti, lo studio Teresa Sapey+Partners ha progettato un ambiente spettacolare, concepito come una tela, un quadro vivente dove i personaggi ritratti sono gli ospiti che lo visitano.

Su una superfice di 1.300 metri quadrati, questa architettura temporanea era organizzata in due ambienti principali. Una piazza-agorà con gradinate come un teatro greco dove sedersi per conversare, osservare ed essere visti, in una palette di colori dai toni del viola a quelli del giallo, la cui luminosità risultava ancora più viva dal tunnel nero dell’ingresso. Colori contrastanti, nei toni del verde e del blu su uno sfondo completamente nero, per l’area bar, con un bancone particolarmente lungo per evitare


› ARCHIWORKS

Teresa Sapey + Partners L’attività dello studio, fondato nel 1990 a Madrid dall’italiana Teresa Sapey e di cui da circa un anno è partner la figlia Francesca Heathcote Sapey, si fonda sulla ricerca e sulla collaborazione per dare vita a progetti di forte identità nei quali colori, pattern, textures, luce e materiali vengono tagliati su misura come nelle mani di un sarto. Il progetto che per primo diede visibilità internazionale allo studio è l’hotel Silken Puerta de America, a cui Teresa partecipò insieme a Zaha Hadid, Norman Foster, David Chipperfield, Jean Nouvel, Ron Arad e Arata Isozaki. Tra i progetti più recenti, il flagship store di Gancedo a Madrid. Nel 2009 Teresa Sapey è stata nominata Cavaliere dell’Ordine della Repubblica Italiana dall’Ordine al Merito. www.teresasapey.com

foto ©Jacobo Medrano

Sopra, la piazza-teatro con le gradinate dove sedersi per conversare, osservare ed essere visti. A destra, la palette vira al viola per il bar – delimitato da una tenda di catene decorative sopese alla struttura dell’installazione – e proseguirà poi nei verdi dell’ambiente ristorante.

(preveggenza?) l’affollamento tipico del servizio standing, e per la più riservata area del ristorante, con tavoli singoli e un lungo tavolo collettivo bicolore. La separazione dei due ambienti era suggerita da un curtain sospeso fatto di catene decorative di Kriska Decor, come una parete trasparente ancorata al soffitto anziché a terra. L’installazione è stata realizzata con la partnership di Red, l’Adi spagnola. Diverse aziende hanno fornito i materiali e gli elementi dell’ar-

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› ARCHIWORKS

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› ARCHIWORKS

La pianta con lo schema-colori dell’installazione. A sinistra, dettaglio dell’ambiente di conversazione e scorcio del ristorante, con tavoli singoli e un lungo tavolo collettivo bicolore.

redo, tra cui la grande lampada-uccello sospesa sopra le gradinate (Lzf Lamps). Al progetto di arredo ha collaborato lo studio Robledo Arquitectos. È questa la seconda volta che lo studio Sapey riceve l’incarico di progettare l’area Vip della manifestazione di Madrid: la prima venne realizzata nel 2012 e aveva Ikea come partner, ma certo l’allestimento di quest’anno si è rivelato il set ideale per i post di instagram

CREDITI Committente ARCOmadrid 2020 Progetto Teresa Sapey+Partners Collaboratori Robledo Arquitectos Superficie 1.300 mq Sponsor RED (Reunión empresas del diseño

español): Actiu, Akaba, Enea, Estiluz, Equipo DRT, Lxf Lamps, Kriska Decor, Joquer, Carmenes, Diabla, Servitec, Ondarreta, Nerinea e Inclass

Moquette Milliken Sedute in metallo Isimar Illuminazione Metalarte by Luxiona Pittura Metalarte by Luxiona Fotografie Asier Rua

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› DESIGNCAFÈ

ARCHITETTURA DELLO SPIRITO LA MONOGRAFIA DI PAOLO PORTOGHESI SU FRANCESCO BORROMINI Alcune monografie sono più interessanti di altre ma poche risultano imperdibili come la nuova e aggiornatissima vita e opere di Borromini scritta da Paolo Portoghesi, pubblicata da Skira trent’anni dopo l’ultima edizione. Trent’anni nel corso dei quali il dibattito intorno alle opere e alla vita stessa dell’architetto ticinese, così avvincente da includere la lite insanabile con l’amico e sodale Gian Lorenzo Bernini e il suicidio, ha prodotto un lavoro di eccezionale vastità di cui questa splendida edizione tiene conto. Nato a Bissone sulle sponde del lago di Lugano nel 1599 Francesco Castelli – che a 28 anni cambiò il suo nome in Borromino – è unanimemente considerato uno dei maggiori rappresentanti del linguaggio architettonico barocco. I suoi edifici, realizzati per la maggior parte a Roma – e di cui ancor oggi caratterizzano la scena urbana – hanno influenzato in modo determinante lo sviluppo dell’architettura europea nel XVII e XVIII secolo, in particolare per ciò che attiene le forme, lo spazio, l’uso della luce e dei materiali costruttivi. Nelle sue opere più significative (da San Carlo alle Quattro Fontane a Sant’Ivo alla Sapienza, da Sant’Agnese all’Oratorio dei Filippini, da Propaganda Fide al tiburio di Sant’Andrea delle Fratte) è possibile rileggere i filoni di una ricerca che partendo dai modelli classici adrianei interpreta la tradizione in modo originale attraverso l’uso creativo della geometria, dell’iconologia e della sapienza tecnica. Si tratta sempre di opere – che le oltre mille illustrazioni del volume, inclusa una sezione di disegni originali, ben consentono di apprezzare – nelle quali gli aspetti architettonici e costruttivi, dall’impianto

Paolo Portoghesi Francesco Borromini. La vita e le opere Skira Editore, Milano, 2019 632 pp, 1.044 ill, 90 euro ISBN 978-88-572-3997-2

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generale al più minimo dettaglio, si intrecciano con aspetti simbolici, filosofici e religiosi che rischiano di sfuggire all’occhio dell’uomo moderno, più attento ad apprezzare il valore materiale di progetti la cui iconicità si limita oggi alla rappresentazione del peso economico o politico del committente.

Da pagina 209: assonometria di Sant’Ivo alla Sapienza, uno spazio a pianta centrale con tre assi di simmetria ruotati di 120 gradi. Ne deriva un impianto esagonale che presenta alternativamente all’occhio dello spettatore absidi semicircolari e spazi più complessi formati da lati rettilinei convergenti e da un fondale convesso, così che nell’insieme il contorno planimetrico assume una forma stellare.


› OSPITALITÀ

HOSPITALITY

RELOADED ARIA LUCE SPAZIO COME CAMBIA E CAMBIERÀ IL CONCETTO E IL PROGETTO DI OSPITALITÀ

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› OSPITALITÀ

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› OSPITALITÀ

ARIA HOTEL, NASHIK, INDIA

NEL PAESAGGIO NEL CONTESTO DI UNA ZONA VINICOLA INDIANA, IL PROGETTO DI SANJAY PURI SVILUPPA IL PROGRAMMA CONFORMANDOSI ALLA TOPOGRAFIA DEL LUOGO E IN COSTANTE CONTATTO CON IL PAESAGGIO

Camere e suite si affacciano con pareti interamente vetrate su grandi loggiati coperti, con viste sul fiume o sul paesaggio delle colline circostanti (anche alla pagina precedente. Accanto, l’ampio ingresso pavimentato, come la sala banchetti (sopra) in basalto nero della zona, che - trattato a spacco - riveste anche i muri basamentali (foto ©Sanjay Puri).

E NEI COLORI DELLA TERRA Inaugurato a giugno dello scorso anno, l’Aria Hotel sorge nella provincia occidentale indiana di Nashik, tra colline coltivate a vigneto e tenute agricole che a sud raggiungono le sponde del Gangapur, che qui si allarga in un bacino artificiale. Adattandosi a questo contesto, così come alla materia geologica della zona, l’architettura si sviluppa su più livelli adattandosi alla lieve pendenza del lotto. Oltre alle 60 camere (comprese alcune suite a doppia altezza), il programma richiedeva una sala per banchetti particolarmente ampia – 1.400 metri quadrati – che, rivolta a sud, dove scorre il fiume, apre direttamente sulla strada pubblica. Il blocco dell’hotel vero e proprio, formato da parallelepipedi sovrapposti a diverse angolature tra loro e rivestiti con un intonaco color terracotta, sorge invece all’estremità nord del lotto, con ampi loggiati affacciati sul fiume o aperti verso le colline retrostanti. La creazione di questi spazi, aperti ma protetti

dai raggi solari diretti, contribuisce a ridurre il surriscaldamento degli ambienti interni. Tutti gli spazi di circolazione si affacciano su una corte-atrio ventilata naturalmente che riceve luce naturale dall’alto. Tra la sala banchetti e il volume dell’hotel e a una quota mediana, si inseriscono poi gli spazi della lobby, bar, ristorante, Spa e le sale di un business center. Il progetto ha minimizzato l’uso di suolo e la terra necessaria per la costruzione, al pari della pietra di basalto nera usata per più della metà delle superfici murarie, proviene dagli immediati dintorni: scelte che oltre a salvaguardare l’ambiente hanno reso più economico il cantiere. Pannelli fotovoltaici posti in sommità del volume principale e sulla copertura della cucina e dei parcheggi producono il 50% dell’energia consumata dall’albergo. Cisterne raccolgono l’acqua piovana e le acque grigie usate poi per l’irrigazione

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› OSPITALITÀ

Sanjay Puri Architects Laureato in architettura nel 1988 all’Accademia di Architettura di Mumbai, Sanjay Puri è il titolare dell’omonimo studio di Mumbai dove con più di 72 giovani professionisti lavora a progetti su scala urbana, sviluppi residenziali, centri direzionali e commerciali, hotel, scuole e residenze private. sanjaypuriarchitects.com

CREDITI Località Nashik, India Committente Mr. Aditya Parakh Progetto architettonico Sanjay Puri Architects Team di progetto Sanjay Puri (capoprogetto), Toral Doshi, Manjeet Khatri, Sudhir Ambasana, Dipti Patil

Superficie del lotto 13.000 mq Superficie edificata 13.935 mq Cronologia 2016-2019

Assonometria e sezione del complesso, che con volumi diversi si adatta alla topografia del luogo. In alto, vista di dettaglio dei volumi sfalsati delle camere. A destra, lo studio della ventilazione naturale dell’edificio, con il grande atrio interno che crea l’effetto camino (courtesy Sanjay Puri).

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› OSPITALITÀ

Dall’alto, una camera, una parte del giardino e sotto il grande atrio interno a tutt’altezza (foto ©Sanjay Puri).

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› OSPITALITÀ

La grande terrazza wellness a sporto collocata in posizione asimmetrica sul tetto dell’hotel è sicuramente la principale caratteristica di questa struttura.

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› OSPITALITÀ

HOTEL, SOPRABOLZANO, ALTO ADIGE

L’IDENTITÀ DEI LUOGHI LA GUESTHOUSE GLORIETTE, SULL’ALTOPIANO DEL RENON, RIPROPONE GLI ELEMENTI DELL’ARCHITETTURA LOCALE, COME L’ARCO E IL TETTO A PADIGLIONE. CIÒ CHE SORPRENDE È IL VISTOSO SEMICILINDRO IN SOMMITÀ, CHE TRASFORMATO IN GUSCIO AGGETTANTE OSPITA LA PISCINA DELLA SPA. IL PROGETTO È DI NOA*

Prima la demolizione dell’albergo esistente, il Bergfink, poi la costruzione ex novo della Guesthouse Gloriette, sull’altopiano del Renon, in Alto Adige. Il tutto in soli sei mesi. Il nuovo hotel, che ripropone il disegno delle abitazioni e degli alberghi di villeggiatura della zona, è un edificio solitario, inserito nel paesaggio e che si ispira nelle sue forme semplificate ai caratteri dello stile Liberty. Il progetto di questa nuova struttura è dello studio noa*, network of architecture di Bolzano. Importante per i progettisti era incorporare nella nuova realizzazione alcuni elementi dell’architettura locale, come gli archi in

facciata o il tetto a padiglione, caratteristici degli edifici di Soprabolzano, o l’elemento decorativo a forma di rombo presente nelle logge delle case cantoniere lungo la ferrovia del Renon. Il volume dell’hotel, che si sviluppa al di sopra dell’autorimessa, si compone di 25 camere, di cui 7 suite-giardino. Al piano terra è collocata l’area pubblica dell’albergo: la reception, la lobby e il ristorante con terrazza. Nei tre piani superiori si trovano le camere degli ospiti e, alle estremità, le suite, chiaramente riconoscibili dai bow window che danno vita, sull’involucro, a una forte impronta architettonica.

A partire dal piano terra fino ai piani superiori, sulla facciata interna si sviluppa una sequenza simmetrica di archi, elemento architettonico quest’ultimo che viene parzialmente riproposto anche negli altri prospetti dell’edificio. Nella parte superiore, con il tetto a padiglione quasi come fosse un corpo a sé stante, si trova l’area wellness dell’albergo. Qui, vistoso, emerge l’elemento dell’arco, in questo caso trasformato in un guscio aggettante color bronzo, che sfonda l’involucro del tetto e, in virtù della sua posizione asimmetrica, dà dinamicità a tutta l’architettura. È il semicilindro rovesciato a dare riconosci-

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› OSPITALITÀ

noa*

SI TE PLAN 0 1

GSPubl i s her Ver s i on 0. 0. 100. 10

5

10m

Fondato nel 2015 da Lukas Rungger e Stefan Rier, lo studio di architettura ha sedi a Bolzano e Berlino. Opera nel campo della progettazione architettonica e dell’interior design. Rungger e Rier dirigono lo studio collaborando con una rete di esperti che si forma secondo le specifiche esigenze di ciascun progetto. Esplorare il genius loci, analizzare l’anima del luogo, la scelta dei materiali, la riduzione all’essenza dell’edificio: sono i punti di riferimento della filosofia e della metodologia di noa*. Etica, responsabilità e sostenibilità sono alla base del loro lavoro progettuale. Le opere di noa* hanno ottenuto premi e riconoscimenti: recentemente il progetto della Guesthouse Gloriette ha ricevuto il premio Platinum all’Outstanding Property Award London 2019 nella categoria Architectural design boutique hotel. www.noa.network

Qui accanto, un angolo del lounge bar e, sotto, il terrazzo di una delle 25 camere del Gloriette Guesthouse con le sedute Nolita di Pedrali.

CREDITI Località Soprabolzano, Renon Committente Alber Wilhelm Gmbh Progetto architettonico e Interior design noa* (network of architecture)

Projcet management

achammer + breitenberger

Progetto statico Stefano Brunetti Progettazione Klimahaus e antincendio KTB-Group Engineering Design

Progetto piscina plan4D Direzione lavori Christian Vitroler Impresa di costruzioni Ramoser Gmbh Volumetria 6.400 mc Superficie 2.000 mq Camere 25 (di cui 7 suite-giardino) Cronologia gennaio/luglio 2018 Fotografie Alex Filz Rivestimenti di facciata e coperture Alpewa Fornitori Pedrali (sedute), Schindler (ascensori),

Metal Ritten (carpenteria metallica), Wolf Fenster (serramenti) Rubner Türen (porte), Starpool (sauna), Fantini Silvano (cucine)

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› OSPITALITÀ

La zona wellness situata all’ultimo piano dell’hotel, con l’ingresso alla scenografica piscina. Coperta da un semicilindro rovesciato in alluminio color bronzo che all’esterno si dissolve in una rete leggera.

bilità all’edificio: lo attraversa e definisce gli spazi dell’ultimo piano. È rivestito dell’identico pannello di alluminio color bronzo dei bow window. All’interno la copertura della piscina è formata da un altro guscio arrotondato, che si dissolve verso l’esterno a formare una struttura a rete fatta di barre ricurve d’acciaio che scompare del tutto nella parte finale e rimane a cielo aperto. Il tema dell’arco è ripreso anche all’interno dell’hotel: nelle camere con l’elemento a specchio arrotondato alla base; nel camino della lounge dove l’arco è estruso attorno al proprio asse; nello schienale delle sdraio della terrazza della spa. Nella zona pubblica è stato scelto un pavimento in resina senza fuga, interrotto da isole con finitura in legno che definiscono le aree lounge e ristorante. Stessa soluzione anche per la zona Spa nel sottotetto. Il progetto degli interni ha posto un’attenzione particolare ai bow window delle suite, che dispongono di particolari aree lounge con camino, vasca liberamente posizionata o divano

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› OSPITALITÀ

Il Gloriette è il risultato dell’incontro tra Alpewa, la committenza e i progettisti, e del successivo felice processo di collaborazione che ha permesso di individuare insieme soluzioni e materiali innovativi che potessero risolvere la dicotomia tra un’architettura audace, pensata dallo studio noa*, e una struttura che voleva comunque conservare le caratteristiche della tradizione locale. Per un edificio quindi in delicato equilibrio tra il nuovo e il tipico. Elementi, materiali e soluzioni che Alpewa – leader nel settore dei rivestimenti per l’involucro edilizio – con la preziosa consulenza di Lorenz Pichler, project manager dell’azienda, ha reso disponibili per un’applicazione che potesse inserirsi nel progetto esattamente al livello richiesto in termini di estetica e di qualità. I lavori di lattoneria e quelli per la messa in opera dei rivestimenti del tetto e della facciata sono stati affidati a Pechlaner Nikolaus & Urban, eccellente carpenteria locale che ben conosce la gamma Alpewa. Per l’hotel Gloriette sono stati utilizzati: i pannelli compositi Stacbond che ben si adattano a ricoprire i cubi sporgenti dell’hotel, data la vasta gamma di colori disponibili e l’estrema adattabilità a qualsiasi forma. le scaglie in alluminio Prefa per il tetto, una forma che guarda al passato ma con materiali moderni garantiti 40 anni. le membrane in Epdm Firestone, un telo impermeabile innovativo ed estremamente durevole, utilizzato per rivestire tetti piani e superfici a contatto con l’acqua per evitare il deterioramento delle sottostrutture a causa dell’umidità. La consulenza di Alpewa durante la fase di cantiere, con i tecnici Fabian Pircher per Stacbond e le membrane e Rheinold Augschöll per Prefa, ha seguito i progettisti e gli artigiani durante i lavori, per garantire la corretta posa dei materiali e risolvere le problematiche di cantiere. Gloriette è la dimostrazione di quanto un partner serio e competente in materia di involucro edilizio possa costituire un supporto indispensabile in ogni fase della realizzazione, dai preliminari al cantiere, e consentire il raggiungimento degli obiettivi comuni in termini di tempi, qualità, costi. [ 58 ]

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foto dario conci

Oltre lo standard

Rivestiamo l’architettura HOTEL GLORIETTE Bolzano Progetto architettonico e di interni nOa* Materiali STacBOnd, pannello composito in alluminio / PREfa-ScaGLIa, alluminio preverniciato

www.alpewa.com


› OSPITALITÀ Nell’hotel orbitante di Eugeni Quitllet ci saranno giardini botanici, un centro di ricerca spaziale una opera house, piscine vuote dove galleggiare e la discoteca Un-gravity per danzare in assenza di gravità. A metà strada tra la terra e le stelle.

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› OSPITALITÀ

IL GALAXSEA HOTEL IL DESIGNER CATALANO EUGENI QUITLLET IMMAGINA E DISEGNA UN RESORT PER I TURISTI DELLO SPAZIO CHE POTRANNO AMMIRARE DALL’ALTO BLUE MARBLE (O SPERARE DI SFUGGIRE ALLA PROSSIMA CATASTROFE PLANETARIA)

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› OSPITALITÀ

GALAXSEA, PROGETTO PER UN HOTEL SPAZIALE Alimentata da immensi pannelli solari, l’astronave veleggia sopra la stratosfera, un inno ai sogni dell’umanità a cavallo tra arte, immaginazione e design. È uno scafo lungo mille metri che può accogliere quindicimila ospiti e che contiene giardini botanici, un centro di ricerche biologiche, un’opera house, la discoteca un-gravity e piscine vuote dove nuotare nel nulla dello spazio. Nato usando i metodi della stampa 3D che imitano i processi con cui la natura crea esoscheletri super-efficienti e strutture come le conchiglie o gli alveari, GalaXsea Project Hotel è un progetto aperto e in co-

Gli asteroidi saranno le miniere del futuro? Quitllet immagina che Galaxsea sia dotata di una macchina per catturarli.

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stante evoluzione. Nel suo sviluppo più recente, un grande utensile tecnologico consente all’astronave di catturare ed esplorare gli asteroidi, le nostre miniere del futuro. Un progetto improbabile? Forse, ma da sempre l’umanità insegue i sogni. Era improbabile anche la missione dell’uomo sulla Luna, obiettivo raggiunto in otto anni pur avendo a disposizione la potenza di calcolo di un Commodore 64; o SpaceX, la compagnia aerospaziale di Elon Musk che oggi ha in portafoglio più di 100 ordini per un valore di oltre 12 miliardi di dollari. www.galaxseaproject.com

Eugeni Quitllet Nato a Ibiza nel 1972, Eugeni Quitllet si è laureato presso la Llotja Art School di Barcellona e ama definirsi disoñador, neologismo che nasce dall’unione di designer e soñador. La sua attività si rivolge principalmente al mondo dell’industrial design e tra le sue creazioni si annoverano oggetti caratterizzati dal binomio eleganzasinuosità. Il suo sguardo è rivolto al futuro e questa sua propensione porta alla realizzazione di oggetti-sculture capaci di giocare sul contrasto vuoto-pieno. Quitllet ha ricevuto molteplici premi e riconoscimenti in ambito internazionale, come il Good Design Award, il Red Dot Design Award, il German Design Award, la menzione speciale del Compasso d’Oro e, nel 2016, la nomina di Designer of the Year di Maison&Objet. www.eugeniquitllet.com


› OSPITALITÀ

«Sono nato circondato dal mare, dalla luce e dalla bellezza. Cresciuto su un’isola che si specchia nelle acque del Mediterraneo osservando l’orizzonte come quella linea sottile che separa il cielo dal mare, il cielo dall’acqua, il presente dal futuro, la realtà dal sogno. Intorno a quella linea sottile ho visto navigare un veliero, lo vedi anche tu? Sembra galleggiare nell’aria» Eugeni Quitllet

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› OSPITALITÀ

In alto, la lobby d’ingresso all’ultimo piano apre sulla zona lounge (foto ©Mattia Aquila). A fianco, il resort e la Val Rendena sullo sfondo. Nella pagina a fianco, la sky lounge esterna (foto ©Sharon Radisch).

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› OSPITALITÀ

Studio Apostoli Lo studio è attivo a livello internazionale nel campo della progettazione architettonica, dell’interior e del product design, con una specializzazione nella progettazione di ambienti wellness. Conta su una struttura multidisciplinare di circa 60 collaboratori e project manager interni per la gestione integrata del progetto e in casi specifici opera anche come general contractor (design & build) tramite società controllate. Fondato nel 1997 da Alberto Apostoli – che svolge anche attività di divulgazione accademica – lo studio ha maturato importanti esperienze nella progettazione alberghiera, retail, residenziale, office e allestimenti per importanti brand internazionali. Fornisce, inoltre, alcuni servizi aggiuntivi tra cui brand design, cost control, procurement, comunicazione integrata, r&d, business planning, due diligence ed energy management. www.albertoapostoli.com

UN’ARCHITETTURA SEMPLICE E RIGOROSA CHE SI DISCOSTA DALLA TRADIZIONE LOCALE. DISEGNATI APPOSITAMENTE ARREDI E OGGETTI CONFERISCONO UNA FORTE IDENTITÀ AD OGNI AMBIENTE. IL DESIGN DEGLI INTERNI È DELLO STUDIO ALBERTO APOSTOLI

HOTEL E CENTRO BENESSERE, PINZOLO

STILE ITALIANO

ATMOSFERA INTERNAZIONALE A Pinzolo, in val Rendena, alle spalle del monte Grual, ha da poco aperto i battenti il nuovo Lefay Resort & Spa Dolomiti della famiglia Leali: un resort 5 stelle dall’architettura semplice e rigorosa, a forte impronta italiana. Alberto Apostoli, con il suo progetto d’interni, oltre al lusso e alla sostenibilità, ha voluto comunicare un’atmosfera internazionale, allontanandosi dallo stile tradizionale dell’architettura alpina. Il complesso si sviluppa su nove livelli, quattro destinati alle residenze private (23 in totale) e cinque all’accoglienza

alberghiera (88 le suite). Ciascuna area del resort si caratterizza per una propria forte identità: arredi e oggetti sono stati appositamente disegnati, dalle boiserie alle carte da parati alle maniglie delle porte. L’elemento architettonico centrale, dal forte impatto visivo. è il ‘diamante nero’ che ospita i servizi della struttura. La lobby di ingresso, posizionata sorprendentemente all’ultimo piano, apre sulla zona lounge arredata con divani in pelle e poltroncine di velluto. Il camino è rivestito in sassi di granito, mentre il

bancone del lounge bar ha un frontale rivestito in onice retroilluminata; una scala scenografica conduce alla sala lettura soppalcata. Sullo stesso piano è presente uno sky lounge esterno, con sedute in teak e tonalite inserite in un giardino, e un’area meeting che si compone di due sale. È stata ricavata anche un’area dedicata allo sport, dove è possibile noleggiare sci e bici. L’offerta è completata da una sky room posizionata al piano Spa. Ai piani inferiori del ‘diamante’ si incontrano gli altri servizi del resort: due

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› OSPITALITÀ

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› OSPITALITÀ

In alto, la grande piscina internaesterna, riscaldata tutto l’anno. La vasca in pietra scura si presenta come un tempio acquatico colonnato. A fianco, l’architettura semplice e rigorosa del Lefay Resort (foto ©Sharon Radisch).

ristoranti – il Dolomia e il Grual – la zona beauty, la piscina indoor&outdoor e una grande Spa con area fitness, cuore del resort: cinquemila metri quadrati di superficie con area trattamenti, piscina con family sauna, ambienti con percorsi energetico-terapeutici e zona fitness. L’area trattamenti, con le 21 cabine, un terzo delle quali affacciate sulla vallata, è una sorta di giardino d’inverno rivisitato, dall’atmosfera domestica e con un

pavimento in parquettina in rovere naturale e divani in ecopelle chiara. Sono state realizzate anche due Spa private, Bosco e Baita, che ripropongono le atmosfere dei luoghi di montagna. Nel mezzo della Spa si trova Il Centro, un’enorme vasca idromassaggio a semicerchio, rivestita in pietra avorio tagliata a conci concentrici e in tessere in mosaico tonde con finitura in madreperla bianca, con sfioro infinity. A sottoline-

arne la natura di luogo di ricerca dell’equilibrio fisico e psicologico la presenza di un enorme lucernaio, pozzo di luce e veicolo di ventilazione e deumidificazione degli ambienti. Al livello uno si trova la piscina internaesterna, riscaldata tutto l’anno. La vasca in pietra scura si presenta come un tempio acquatico colonnato, ingentilito da un rivestimento a soffitto in delicati listelli in legno che garantiscono an-

GEZE

Automazioni Slimdrive Gli ingressi automatici scorrevoli del Lefay Resort di Pinzolo sono Geze, serie Slimdrive. Con un’altezza di soli 7cm la serie Slimdrive rappresenta una sintesi tra dimensioni ridotte e perfezione tecnica. Soluzioni che si integrano in modo quasi invisibile in qualsiasi contesto architettonico e oltre all’estetica, offrono garanzia di sicurezza e praticità. Geze offre una gamma completa di ingressi per porte, omologate e certificate a norma EN 16005, che permette di integrare l’automazione nella facciata in modo quasi invisibile. www.geze.com

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› OSPITALITÀ

In alto, il locale sauna con vista sulle montagne; accanto, il living di una delle residenze (foto ©Sharon Radisch).

CREDITI Località Pinzolo, Trento Committente Famiglia Leali Progettazione architettonica

Alberto Apostoli, Studio Apostolii

che la morbidezza acustica. La piscina, completa di postazioni per l’idromassaggio, si apre all’esterno grazie a una porta vetrata automatica che funge da specchio per il diamante nero collocato all’esterno. Tutte le camere, di differenti dimensioni, si caratterizzano per l’integrazione tra le zone letto e bagno; quest’ultima [ 68 ]

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è compartimentata da divisori vetrati; la privacy è garantita da listelli in legno lungo il perimetro. Anche le residenze off rono metrature e composizioni differenti: dotate di cucina, zona open space con living e sala da pranzo e arrivano a off rire fi no a tre camere da letto, sempre con bagno vetrato rivolto verso la camera e l’esterno

Piani 9 Suite 88 (più una Exclusive spa suites e una Royal pool & spa)i

Appartamenti 23 Impresa di costruzione Paterlini Costruzioni Impianti meccanici Holländer Porte scorrevoli Geze Fornitori Gabana Arredamenti, Stenal,

Italpoltrone, Jacuzzi, Festi

Illuminazione Licht Studio, Xal



› OSPITALITÀ

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› OSPITALITÀ

DOUBLETREE BY HILTON TRIESTE

TRA RESTAURO E DESIGN CONIUGANDO RIGORE STORICO E DISEGNO CONTEMPORANEO IL PALAZZO CHE FU SEDE DELLA RIUNIONE ADRIATICA DI SICURTÀ È STATO TRASFORMATO IN UN 4 STELLE LUXURY. UN ESEMPIO DI PROGETTAZIONE INTEGRATA CUI HANNO PRESO PARTE MOLTEPLICI ATTORI CON LA DIREZIONE ARTISTICA DELLO STUDIO CABERLON CAROPPI In origine sede della compagnia di assicurazioni Riunione Adriatica di Sicurtà, oggi Allianz (che ne è ancora proprietaria), l’edificio che dallo scorso dicembre ospita il DoubleTree by Hilton è uno dei palazzi storici di Trieste, nei prospetti e nei primi due piani interni tutelato dalla Soprintendenza. Per affrontare sia gli aspetti di risanamento e restauro conservativo sia quelli legati alla nuova funzione di ospitalità, con gli standard di comfort attesi da una catena upscale internazionale, il team di progettazione multidisciplinare guidato dallo studio Caberlon Caroppi, a cui era affidata la direzione arti-

stica e l’interior design, ha adottato due differenti approcci, con il restauro conservativo degli ambienti dei primi due livelli – il primo aperto anche al pubblico, che era già solito frequentare una preesistente libreria storica – e un intervento di natura contemporanea, caratterizzato da un impatto visivo di forte identità, negli ambienti privi di rilievo artistico che in precedenza avevano una destinazione ufficio. Dopo i lavori di ristrutturazione, durati poco più di due anni, l’hotel è oggi dotato di 125 camere, di cui 25 suite, aree reception, sala meeting, centro benessere e Spa, oltre a sale

conferenze multifunzionali. Completano la dotazione funzionale un ristorante e una sala da thè. L’ampiezza delle camere, disegnate per creare la sensazione di soggiornare all’interno di uno yacht, varia dai 23 metri quadrati delle standard agli 80 della presidential suite. L’edificio si articola attraverso una pianta trapezoidale di 79 per 44 metri e si sviluppa su un piano interrato e otto livelli fuori terra, per un totale di 79mila metri cubi. Il progetto strutturale, curato da F&M Ingegneria (che ha seguito anche la direzione lavori), pur entro i vincoli monumentali imposti,

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› OSPITALITÀ Il progetto di Trieste è un caso esemplare di progettazione integrata finalizzata al restauro, recupero strutturale e rifunzionalizzazione di un edificio in cui le parti storiche si integrano con ambienti contemporanei di qualità adeguata al profilo upscale del brand DoubleTree by Hilton. Alle pagine precedenti, gli spazi monumentali e una nuova copertura vetrata per l’ambiente che conduce agli ascensori. In questa pagina, moderne aree comuni e l’interno di una suite (foto ©Roberto Pastrovicchio, courtesy Caberlon Caroppi). A destra, le unità esterne a recupero di calore di Samsung e, in basso, dettaglio di un mascheramento operato per una delle unità interne, del tutto invisibili in ambiente.

ha ridotto la vulnerabilità sismica del fabbricato. Connettori d’acciaio migliorano la resistenza dei collegamenti tra i solai in calcestruzzo armato e le pareti portanti in muratura, gli impalcati in legno sono stati irrigiditi con barre inghisate alle murature (quest’ultime utilizzate anche per le nuove solette in lamiera grecata), sono stati installati doppi tavolati incrociati all’intradosso delle travi in legno di copertura, al piano interrato è stata irrigidita e controventata la copertura degli ex locali tecnici. Infine, le murature danneggiate sono stati riparate con operazioni di scuci e cuci. La vecchia copertura della scala monumentale è stata sostituita. Conservando il soffitto decorato, è stata realizzata una struttura metallica con chiusura in vetro stratificato temperato di geometria uguale alla precedente. Nella hall è stato conservato il pavimento in opus romano e marmo originale e mantenuti i disegni a controsoffitto esistenti, integrati da un nuovo sistema di illuminazione. L’area lounge, ampliata, conserva il pavimento in parquet esistente, mentre il pavimento tecnico della sala da thè è stato sostituito con un parquet e con cementine decorate. Conservate, anche con attenti interventi di ricostruzione filologica, le decorazioni e le finiture dei locali storici del primo piano, affacciati su piazza della Repubblica. Anche la pavimentazione esistente al terzo piano è stata quasi totalmente mantenuta. La lavorazione sulle porte di ingresso alle camere è consistita nel mantenimento della cornice del portale, la rimozione delle ante e la realizzazione di una controparete nella quale è stata inserita una porta a filo muro, riprendendo i motivi decorativi delle cornici esistenti. Gli ambienti del quarto piano infine sono stati recuperati e adibiti a palestra e centro benessere dell’albergo

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› OSPITALITÀ

Caberlon Caroppi Italian Touch Architects Fondato nel 2004 da Chiara Caberlon e Ermanno Caroppi, lo studio è specializzato in progettazione alberghiera e turisticoimmobiliare. Si occupa della progettazione di alberghi per marchi internazionali come Intercontinental, Hilton, Starwood, Carlson Reizton Hotels Group, Marriott, Ora Hotel, NH, Italiana Hotels, The RitzCarlton, Chik Chik Hotels (in Angola). Negli anni lo studio ha partecipato a numerosi eventi e conferenze all’estero. Tra i lavori completati nel 2019, lo Sheraton Milano San Siro e, sempre nel capoluogo lombardo, l’NH Touring. Numerosi i cantieri aperti attualmente in Italia e all’estero, in particolare in Russia, Kazakistan e Armenia. www.caberloncaroppi.com

Comfort ambientale e risparmio energetico CREDITI Località Trieste Committente Allianz Progetto architettonico e direzione artistica Caberlon Caroppi Italian Touch Architects

Progettazione architettonica, strutturale, sismica F&M Ingegneria Progettazione impianti Andrea Raggini (laboratoriodimpianti)

Project management Arcadis Italia Direzione lavori F&M Ingegneria: Tommaso Tassi e Giampaolo Lenarduzzi (beni tutelati)

Responsabile lavori e arredi tutelati Aulo Guagnini

Prevenzione incendi

STZ, Studio Tecnico Zaccarelli

Coordinamento sicurezza Adriano Spoldi General contractor Carron cav. Angelo Restauro aree storiche Centro Restauro Carpenteria metallica Augusto Dal Pont Importo lavori 16,8 milioni di euro Superficie lorda di pavimento 24.385 mq Volumetria 79.600 mc Cronologia 2016-2019 Impianti Samsung Electronics Italia Porte F.lli Pietrelli Serramenti Carretta Serramenti

Risultato di una progettazione molto spinta e di un confronto serrato con la Soprintendenza, l’impianto del DoubleTree by Hilton è composto da 45 unità esterne a recupero di calore “DVM S” di Samsung che consentono il funzionamento simultaneo in raffrescamento e riscaldamento di tutte le unità interne collegate. Il sistema permette infatti di effettuare un “recupero di calore” dalle unità interne che funzionano in freddo verso le unità interne che funzionano in caldo (e viceversa) garantendo un’elevata efficienza energetica. Si tratta di performance analoghe a quelle di un impianto a 4 tubi ad acqua, che in questo caso però non si sarebbe potuto realizzare a causa dei vincoli monumentali imposti all’edificio. Di conseguenza il progettista, l’Ing. Andrea Raggini (laboratoriodimpianti), ha scelto una soluzione VRF con gas refrigerante che consente di utilizzare tubazioni di diametro ridotto, opportunamente nascoste, in coordinamento con la direzione artistica del progetto, sia intervenendo sui soffitti dei livelli sottostanti sia con interventi architettonici disegnati ad hoc. Strategia analoga a quella adottata per nascondere alla vista i terminali, collocati anche all’interno di arredi realizzati esclusivamente a questo scopo. Samsung utilizza l’innovazione tecnologica per trasformare continuamente il volto dell’elettronica. Negli ultimi 40 anni ha applicato questa stessa tendenza innovativa alla climatizzazione. Con design

eccezionali e performance avanzate, le Cimate Solutions di Samsung stanno rivoluzionando il mondo della climatizzazione. Su consiglio dell’Ing. Raggini, il rivestimento interno delle canalizzazioni è trattato a ioni d’argento, soluzione che aiuta la sanificazione. Questa scelta significa che, con una buona dose di preveggenza, l’impianto del DoubleTree by Hilton presenta standard di sicurezza igienica quanto mai preziosi alla luce di quanto è avvenuto in tutto il mondo solo due mesi dopo l’inaugurazione del 4 stelle lusso di Trieste. www.samsung.com/it/business/climate

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› OSPITALITÀ

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› OSPITALITÀ

LA SUITE HOTEL, MATERA

CITTÀ ANTICA

ACCOGLIENZA MODERNA FUNZIONALE E ISPIRATO AL MIGLIORE RAZIONALISMO ITALIANO IL PROGETTO DI MARCO PIVA RIFUGGE DAL PITTORESCO E DÀ VITA A UNO SPAZIO MODERNO PER UN TURISMO DI QUALITÀ E COME LUOGO DI INCONTRO PER LA CITTÀ Con Gerico e Aleppo, Matera è la città abitata senza soluzione di continuità da più tempo, per la precisione da novemila anni. Se oggi, per il turismo di massa Matera è sinonimo di ‘Sassi’, in realtà fin dall’Ottocento sorse una Matera igienica e abitabile, mentre la denuncia, prima di Carlo Levi e poi di altri intellettuali, di ‘vergogna d’Italia’ indusse negli anni Cinquanta il governo guidato da Alcide De Gasperi a promulgare una legge speciale per affrontare una condizione intollerabile per qualsiasi Paese civile. All’opera di risanamento si dedicarono architetti e imprenditori illuminati come Adriano Olivetti, con la costruzione di

nuovi borghi contadini e il progressivo risanamento di larghe parti della città. Al di là del pittoresco, peraltro disseminato di improvvisati bed and breakfast, esiste dunque una città moderna che, anche in virtù della popolarità raggiunta grazie a operazioni culturali, ultima l’elezione a Capitale Europea della Cultura nel 2019, affronta una crescente domanda di turismo di qualità a cui oggi dà risposta il recente progetto dello Studio Marco Piva con l’hotel 5 stelle La Suite. Rifuggendo il banale, l’architettura del nuovo albergo trae ispirazione dalle forme del razionalismo italiano proponendo un’autenticità priva di decorazioni

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› OSPITALITÀ

Studio Marco Piva Fondato da Marco Piva nel 1997, lo studio ha sede a Milano e filiali a Dubai, Abu Dhabi, San Pietroburgo, Mosca, Mumbai, Pechino, Shanghai, Doha e Los Angeles. Opera nel campo della progettazione architettonica, del master planning, dell’interior, exhibition e industrial design. È nota l’attività di ricerca dello studio sui caratteri formali e funzionali degli spazi, sulle tecnologie e sui materiali, sviluppate con attenzione all’ambiente e alla continuità progettuale tra architettura e interior design. Nel corso degli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi. Nel 2002 Marco Piva ha costituito Atelier Design, un centro di ricerca e sviluppo per l’industrial design. Piva insegna in diverse facoltà straniere e dal 2016 è docente del master universitario in Interior Design del Politecnico di Milano. Nella sua carriera ha lavorato per le più importanti aziende dell’interior e della decorazione. www.studiomarcopiva.com

Nella pagina precedente, il prospetto dell’hotel su via Lucana incorpora un portale seicentesco ad arco e, a destra, il nuovo volume inserito nel panorama della città moderna. In primo piano il fronte della chiesa di San Francesco. In queste pagine, in alto la pianta del piano terra e a destra il giardino d’inverno che crea una transizione verso lo spazio esterno. Nelle altre immagini, ambienti comuni del 5 stelle (foto @Andrea Martiradonna).

ma non di monumentalità che si integra, rinnovandolo, nel tessuto urbano e riflette l’aspirazione della città verso il moderno. Ma non si fraintenda: il La Suite non può trovarsi che a Matera. Nient’affatto indifferente all’unicità del luogo, che ingloba fin dall’ingresso, con l’attenta ristrutturazione di un imponente portale ad arco Seicentesco; con l’ampio ricorso in facciata alla pietra Mazzaro, materiale tufaceo di particolare resistenza che è il colore della città; con le ampie finestrature affacciate sulla via Lucana, una delle strade principali di Matera; con lo spazio-corte interno, orientato verso Piazza San Francesco, che raccoglie la forte luce del Meridione; o con il suggestivo Giar[ 76 ]

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› OSPITALITÀ

dino d’Inverno che fa da filtro tra ambiente esterno e interno, accogliente tutti i mesi dell’anno. La Suite è costituito da 40 camere dalle dimensioni generose e di diverse metrature, con spazi flessibili, complementi d’arredo su misura, lampade alle testate dei letti e bagni dal carattere familiare. Geometrie, volumi e materiali, da quelli più tecnici delle pavimentazioni ai laminati strutturali alle pietre della tradizione, vengono espressi attraverso lavorazioni ricercate e dettagli eleganti, per uno stile senza tempo. L’edificio è articolato su un piano interrato e sei piani fuori terra, che si impostano al pian terreno con la hall, il bar e la sala colazioni.

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› OSPITALITÀ

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› OSPITALITÀ

Gli ambienti privati del La Suite. Lo studio Marco Piva ha progettato anche gli interni, fino ai complementi e ai dettagli (foto ©Andrea Martiradonna).

CREDITI Località Matera Committente Tam.Co Progettazione architettonica e interior design Studio Marco Piva

Interior e Light design Studio Marco Piva Camere 40 suite Piani 6 fuori terra Superficie del sito 5.000 mq Inizio e fine lavori 2017 - 2019 Fotografie Andrea Martiradonna Climatizzazione Daikin Fornitori Italian Creation Group, Runtal, Vescom, Marazzi, De Carlo, Microdevice, Effegibi, Geberit, Pratic, Sigma Coatings

Al piano interrato sono presenti una sala meeting, una Spa organizzata in un centro benessere e una sala fitness, e una wine cellar per la degustazione di vini pregiati. Nel progetto di interior design gli ampi spazi sono caratterizzati da giochi prospettici, elementi iconici e uso scenografico della luce. L’atmosfera è resa accogliente in tutte le aree dell’hotel: dagli spazi comuni alle camere. La grande lounge a pianterreno e le terrazze panoramiche che si aprono sulla città ne fanno un ambiente versatile, luogo di ospitalità turistica e anche punto di incontro per i cittadini di Matera

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› OSPITALITÀ

King & Roselli Architetti Associati Studio di architettura fondato nel 1997 da Jeremy King e Riccardo Roselli (nella foto). Opera nei settori residenziale, alberghiero, del disegno industriale e di interni. Lavora anche in campo aeroportuale e nella progettazione di villaggi turistici e campus universitari. Numerosi i progetti di interni realizzati: dalle residenze private ai foyer cinematografici. Lo studio gestisce tutte le fasi del processo di progettazione, comprese le competenze ingegneristiche e impiantistiche attraverso il consorzio Kit Design, di cui lo studio è amministratore unico. Numerosi negli anni i premi e i riconoscimenti, ultimo dei quali il premio Best Hotel & Tourism al Mipim 2019. www.kingroselli.com

A fianco, la hall. Sotto la sala ristorante. Nella pagina a fianco, la Skylight, suite superlusso dotata anche di doccia Hammam.

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› OSPITALITÀ

PARTICOLARITÀ DEL LAVORO DI KING & ROSELLI ARCHITETTI PER PALAZZO MONTEMARTINI È LA REALIZZAZIONE A DISEGNO: DALLA PROGETTAZIONE DEGLI SPAZI AL DETTAGLIO DI ARREDI, INTERRUTTORI, MANIGLIE, TAPPETI. ULTERIORE TOCCO DISTINTIVO LA CARATTERIZZAZIONE DEGLI AMBIENTI, CON SONORITÀ E PROFUMI EVOCATIVI DEI SENSI

ALBERGHI, ROMA

IL 5 STELLE TOTAL DESIGN Palazzo Montemartini è un edificio di fine Ottocento collocato tra le Terme di Diocleziano e la stazione Termini di Roma. Il progetto dello studio King & Roselli Architetti Associati, con un sapiente intervento di ristrutturazione, l’ha trasformato da sede per uffici in un albergo 5 stelle lusso dell’insegna Ragosta Hotels Collection. Si è trattato di un progetto di total design: fatte salve le facciate, tutto l’edificio è stato ristrutturato e riprogettato dopo la completa demolizione degli interni. Sono stati così creati i nuovi ambienti, men-

tre la presenza delle Mura Serviane del VI secolo a. c. nel giardino esterno ha definito lo spirito del luogo, sottolineato dall’utilizzo di materiali preziosi e longevi come la pietra e dalla presenza dell’acqua, come motivo dominante dei luoghi dell’albergo. Particolarità del lavoro di King & Roselli è la realizzazione a disegno: dalla scala di progettazione degli ambienti a quella di dettaglio di arredi, interruttori, maniglie, tappeti. Ulteriore tocco distintivo è la caratterizzazione degli spazi, con sonorità e profumi evocativi dei sensi.

L’uso della pietra conferisce una preziosità unica agli ambienti, mentre negli spazi privati sono state utilizzate pietre duttili, dall’aspetto morbido e setoso al tatto. Per quelli pubblici si è preferito adottare pietre preziose, dure, dal forte effetto scenico. Come nelle antiche terme romane, come elemento olfattivo e sonoro alla pietra si accosta l’acqua, mentre nelle camere l’acqua diventa percezione tattile grazie alle piscine private, gli hammam e le saune. Nella hall di ingresso un grande setto in onice massello sabbiato e retroilluminato acco-

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› OSPITALITÀ

CREDITI Località Roma Committente Gruppo Ragosta Progettazione e interior design King & Roselli Superficie area 9.000 mq Impresa di costruzioni Fapa Costo 14 milioni di euro Anno 2015 Fotografie King Roselli Architetti Porte e vetrate Tagliafuoco San.Co by Zanini Rivestimenti resina Colledani Saune Effegibi Infissi Secco Sistemi SPA e Wellness Starpool Opere in marmo Testi Group Contract Tino Sana

glie e accompagna i clienti verso la reception, scherma una fontana in cui l’acqua scorre su fili d’acqua cadendo dallo spazio a doppia altezza e si trasforma in banco reception. Gli ospiti dell’albergo sono accolti da sonorità e profumi speciali: il rumore dell’acqua, il profumo di cedro degli arredi in legno massello, il profumo del cuoio degli imbottiti. Nel Lounge Bar il progetto è intervenuto in forma conservativa. Il pavimento veneziano nero lucido riflette a terra i decori preesistenti, mentre una grande vasca d’acqua centrale in gelcoat nero lucido accoglie la fontana a fili d’acqua e scandisce gli spazi. Le 82 camere sono suddivise in dieci differenti tipologie, l’una diversa dall’altra, adattate alla [ 82 ]

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natura del manufatto, alla necessità di conservare alcuni spazi interni e alle richieste della committenza. Ciascuna camera è caratterizzata da un elemento individuato come fortemente distintivo. Le camere con vista si affacciano sulle Terme di Diocleziano: il valore del panorama ne ha definito l’assetto interno e il piacere dell’affaccio alle finestre ha comandato la disposizione degli arredi. Così le geometrie standard sono state stravolte: il letto è affacciato alla finestra e dà le spalle alla camera. Le camere del benessere, con l’affaccio verso la città, hanno un diverso impatto: lo spazio è progettato per lasciare ricordi olfattivi e tattili. Nelle camere a isola il relax è fisicamente e me-

tafisicamente posto al centro dello spazio: una grande isola morbida domina la stanza ed è il centro della vita notturna e diurna. Le camere boudoir sono ampie e flessibili; lo spazio è scandito in tre settori, interamente o alternativamente apribili uno verso l’altro. Lo spazio-notte si affaccia su un grande cilindro centrale in Corian che accoglie l’area living che, a sua volta, si affaccia sulla stanza dell’acqua, caratterizzata da una grande vasca in pietra

In alto, leggeri fili d’acqua cadono da uno spazio a doppia altezza su un piano che si trasforma nel banco bar.


› OSPITALITÀ

Le camere sono divise in 10 diverse tipologie, adattate caso per caso agli spazi e al contesto. Tutte però accomunate dall’uso della pietra e di materiali longevi e preziosi.

SAN.CO

Porte tagliafuoco per l’ospitalità 5 stelle San.co, marchio del gruppo Zanini Porte di Verona, è specializzato nella realizzazione di porte tagliafuoco e tagliafumo, che possono essere anche realizzate nella versione custom made in base alle esigenze del cliente. Per l’hotel di Palazzo Montemartini di Roma, San.co ha fornito le porte delle camere e degli ingressi alla sala colazioni, oltre a una vetrata custom made, nella foto qui accanto, utilizzata per compartimentare l’ascensore rialzato. Quest’ultima è stata realizzata con tecnologia tagliafuoco con resistenza 30’ con vetri Isofireglas. Per le porte di accesso all’area colazioni sono state scelte le porte antincendio della serie Isofire L Star 60’, con resistenza al fuoco di 60 minuti. Le porte tagliafuoco utilizzate per questa zona dell’albergo sono personalizzabili, verniciate ad acqua e realizzate in legno naturale. Le cento porte delle camere sono tagliafuoco EI 30’ della serie Isofire RM 30’; sono a raso muro sul lato del corridoio, con telaio in alluminio completamente invisibile e l’anta a filo alla parete. www.sancoct.com

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› OSPITALITÀ

Bergundtal Lo studio, fondato nel 2007 da Alexander Huber e Thomas Duregger, ha sede a Brunico. Huber si è laureato in architettura allUniversità Iuav di Venezia e nei primi anni dopo la laurea ha lavorato in studi di architettura di Innsbruck e di Barcellona. Duregger ha studiato architettura a Graz e Lione. Ha conseguito il diploma di pianificazione negli Stati Uniti, si è laureato all’Università Iuav di Venezia. I lavori dello studio si concentrano soprattutto nei settori dell’hotellerie, dei ristoranti e del retail. www.bergundtal.it

A CALDARO, SULLA STRADA DEL VINO, LO STUDIO DI ARCHITETTURA BERGUNDTAL DI BRUNICO HA PROGETTATO PHILIAZ, UN PIACEVOLE RISTORANTE E COCKTAIL BAR DOVE L’ ARREDO CONTEMPORANEO VALORIZZA L’ORIGINALITÀ DELLA CUCINA

IL CONCEPT RESTAURANT

CHE FA TENDENZA

BABILA di Pedrali, design Odo Fioravanti, nella versione con scocca imbottita e rivestita in tessuto e telaio a slitta. [ 84 ]

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Philiaz. È questo il nome del ristorante e cocktail-bar di Caldaro sulla Strada del Vino che, in breve tempo, è diventato uno dei locali di tendenza della zona. Il nome, ispirato a Phileas Fogg, il protagonista del romanzo di Jules Verne Il Giro del mondo in 80 giorni, fa del luogo un concept restaurant: un luogo in cui è possibile assaggiare piatti di quasi ogni angolo del mondo, ispirati anch’essi alle località raccontate nel libro. Il ristorante è diviso in due ambienti: la sala Fix, dove degustare piatti esotici à la carte, realizzati da chef di cucina e chef de partie; e la sala Auda, dove cuochi provenienti da diversi Paesi si alternano nella preparazione di menu originali. Alle due sale si aggiungono gli oltre 300 metri quadrati dello spazio terrazza, in cui i tavoli sono riparati da una pergotenda autoportante. All’interno dei locali, dalle tende al bancone,

dalle sedute alle pareti dominano i toni del grigio e del mattone. Chiare anche le travi in legno a vista che sorreggono la copertura, dove un lucernario centrale porta luce naturale all’interno. A far da contrasto ai toni chiari dell’ambiente è il colore nero degli apparecchi di illuminazione e delle pale di ventilazione. Un breve corridoio introduce alla sala ristorante: qui le tinte si fanno più scure. Il legno rimane molto presente, ma l’ambiente è più elegante e classico. Il verde smeraldo è quello delle poltrone e dell’isolamento acustico alle pareti, mentre a illuminare i tavoli provvedono raffinate lampade a soffitto. Alcune decorazioni alle pareti sembrano rifarsi all’erba e al verde circostante, mentre sul lato opposto alcune ampie finestre favoriscono l’ingresso della luce e permettono di ammirare il panorama. Perfettamente integrati ai diversi ambienti del


› OSPITALITÀ

Accanto, la terrazza lounge arredata con poltrone e divani della collezione Reva di Pedrali, design Patrick Jouin. Sotto, l’ingresso e la sala interna.

TRIBECA di Pedrali, CMP Design, reinterpretazione in chiave moderna delle classiche sedute da terrazza degli anni ‘60.

ristorante, grazie al loro design contemporaneo, sono gli elementi di arredo Pedrali, impiegati sia nello spazio esterno sia negli ambienti interni del Philiaz. La terrazza è arredata con la collezione per l’outdoor Reva, design Patrick Jouin, con divani e poltrone dalle linee morbide e dimensioni generose e tavoli Stylus, mentre i tavoli Ypsilon, design Jorge Pensi, si accompagnano con le sedute delle collezioni Babila, design Odo Fioravanti, di colore nero e gli Arki-Table con Tribeca, CMP Design, di colore bianco. Anche all’interno, negli ambienti dove dominano i colori grigi e mattone, Pedrali ha fornito tavoli inox e tavoli Arki-Base, sgabelli con schienale e poltrone con scocca imbottita della collezione Babila; nella sala da pranzo classica l’imbottitura delle poltrone Babila è di colore verde smeraldo

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› FOCUS

BAR TENDER

Lo scorso anno il locale, situato non lontano dallo stadio comunale di Perugia, è stato interessato da un progetto di restyling. Nel rifacimento sono state utilizzate tre lastre di Silestone Eternal Statuario (spessore 1,2 centimetri). Ispirato al classico marmo di Carrara, le lastre rivestono il bancone con una superficie bianca, arricchita da una sfumatura di grigio dai dettagli scintillanti. L’effetto della finitura Suede conferisce una percezione gradevole al tatto.

NUOVE SUPERFICI

VECCHIE TRADIZIONI TRA PERUGIA E UMBERTIDE, PER LA RECENTE RISTRUTTURAZIONE DI QUATTRO LOCALI PUBBLICI LO STUDIO TP ARREDAMENTI HA SCELTO SUPERFICI SILESTONE E L’ULTRACOMPATTO DEKTON DI COSENTINO. MATERIALI LISCI E NON POROSI E PER QUESTO IGIENICI, RESISTENTI A GRAFFI, MACCHIE E LIQUIDI. DI FACILE PULIZIA E DI LUNGA DURATA

CAFFÈ MORLACCHI

Per la ristrutturazione dello storico caffè Morlacchi di Perugia, punto di ritrovo di studenti e professori e dalle antiche origini (in origine i locali vennero ricavati dai resti della demolizione della chiesa di Santa Maria in Campo d’Orto, successivamente denominata degli Aratri) nel 2018 la scelta del progettista è caduta su Silestone Eternal Marquina (spessore 2 centimetri). Sette sono le lastre che ricoprono la superficie e i lati esterni del bancone, con una tonalità che ricorda il marmo spagnolo Black Marquina. L’intensità del fondo nero e le venature bianche sono trattati nella finitura Suede.

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› FOCUS

TWINS BAR BONAZZI

Per il rifacimento del Twins Bar Bonazzi, collocato nella parte meridionale del centro storico di Perugia, il rivestimento impiegato per il bancone e la postazione della cassa è il Silestone Lyra (spessore 2 centimetri). Si tratta di una tonalità con un’ampia gamma cromatica di grigi, marroni e beige, che si stagliano sul fondo bianco dell’ambiente. Anche in questo caso la finitura scelta è Suede. Il restyling del locale risale allo scorso anno.

FOXX SPAZIO MENCHETTI

Il Foxx_Spazio Menchetti si trova a Umbertide, tra Perugia e Città di Castello; i lavori di ristrutturazione risalgono allo scorso anno. Per il locale sono stati scelti i marmi di Carrara e Calcatta. Per il rivestimento del bancone e delle basi dei tavolini sono state impiegate sei lastre di Dekton Aura (spessori 1,2 e 2 centimetri): un prodotto con venature su fondo bianco, ispirate alla pietra naturale.

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› OSPITALITÀ

Tutti i fronti principali della struttura godono di una vista straordinaria e si affacciano sul canyon che si apre nel deserto. Per garantire la massima permeabilità visiva tra interno ed esterno anche il corpo principale è dotato di una grande facciata vetrata con struttura in legno lamellare realizzata da Uniform.

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› OSPITALITÀ

LA MATERIA INCONTRA LA TECNOLOGIA. PIETRA ROCCIA, LEGNO E ACQUA SI FONDONO IN UN’ARCHITETTURA INTEGRATA NEL PAESAGGIO DESERTICO DEL NEGEV. PROGETTO DELLO STUDIO FEIGIN ARCHITECTS DI TEL AVIV

BERESHEET HOTEL, MITZPE RAMON, ISRAELE

MIMETIZZATO NELLA ROCCIA Mitzpe Ramon è un luogo straordinario nel cuore del deserto del Negev, 200 km a sud di Gerusalemme. Sperduta e lontana da tutto, la cittadina sorge su un promontorio dal quale domina un’immensa depressione: il Cratere di Ramon (Makhtesh Ramon). Fondata nel 1950, Mitzpe Ramon è divenuta recentemente una meta turistica dove sono sorte diverse strutture alberghiere, oasi di relax per viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Tra queste, il lussuoso Beresheet Hotel, dello Studio Feigin Architects di Tel Aviv, una struttura felicemente integrata in questo arido pae-

saggio e nell’orografia del terreno. È costituito da un blocco principale e da residenze periferiche disposte a raggera, ognuna delle quali dotata di piscina privata. Tutti i fronti principali dei volumi si affacciano sul canyon che si apre nel deserto, favorendo la totale immersione in un contesto onirico, di particolare bellezza. Per garantire la massima permeabilità visiva tra interno e esterno, anche il corpo principale è dotato di una grande facciata vetrata con struttura in legno lamellare realizzata dall’italiana Uniform. Un diaframma leggero e resistente, una pelle vetrata in grado di proteg-

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› OSPITALITÀ

LA FACCIATA IN LEGNO LAMELLARE L’intervento è stato realizzato con Unitherm di Uniform, un sistema montanti-traversi in legno lamellare con la parte esterna della struttura lignea attrezzata con un estruso di alluminio in grado di accogliere le vetrate di tamponamento. La facciata vetrata è caratterizzata da moduli regolari, rettangoli dimensionati in modo equilibrato, definiti da copertine esterne in legno inserite solo nei profili orizzontali. Il sistema Unitherm in legno-alluminio per facciate continue è pensato per essere costruito e montato con precisione e velocità. È costituito da una struttura in legno lamellare, con possibilità di scelta tra diverse essenze, con taglio termico in pvc e profili esterni in alluminio, bronzo o legno. www.uniform.it

gere dal caldo e soddisfare gli obiettivi formali dell’intervento. Il perimetro della facciata segue la scala interna panoramica, che mette in collegamento visivo l’esterno dell’edificio con la hall interna a tripla altezza. La struttura in legno lamellare è rivestita esternamente da una copertina in mogano, riferimento alle antiche barche israeliane, posizionata sulle fughe orizzontali di facciata, mentre quelle verticali sono sigillate con il riempimento della fossa tra i due vetri con silicone nero. Legno e pietra sono i materiali d’elezione del progetto, sapientemente utilizzati dai progettisti per trasmettere all’edificio un’eleganza non [ 90 ]

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ostentata e una dimensione estetica in linea con il territorio circostante, al quale si ispira anche dal punto di vista cromatico. La struttura lignea inoltre migliora il livello di comfort termico dell’edificio, e il consumo energetico nei mesi invernali. In questo progetto, l’angolo di facciata, in assenza di montanti terminali, è stato realizzato con il solo posizionamento di una colonna metallica interna, poco invasiva, che permette il collegamento vetro-vetro con la sola sigillatura, conferendo un insieme di leggerezza che volutamente contrasta con la pietra viva esterna delle pareti adiacenti

CREDITI Località Mitzpe Ramon, Israele Committente Isrotel Progetto architettonico e landscape design Feigin Architects

Project management

Nizan Inbar Project Management Ltd

Interior design ARA Design, Londra Superficie 14.000 mq Superficie lotto 50.000 mq Cronologia 2008 - 2011


› OSPITALITÀ

ALBERGHI COME

SERVICED APARTMENTS È UNA DELLE CONCLUSIONI DELLO STUDIO CONDOTTO DAL TEAM DI ZAHA HADID ARCHITECTS PER IL PRIMO STUDIO SUL PROGETTO DEGLI SPAZI DEL FUTURO PROMOSSO DA DESIGNTECH Recentemente DesignTech, l’hub per l’innovazione tecnologica nel settore del design insediato in Mind - Milano Innovation District, l’ex area Expo, ha creato una task force di studi di architettura, consulenti e operatori del settore per fornire le prime risposte in termini di progetto all’attuale emergenza. Il risultato è un white paper che affronta le diverse tipologie dell’ambiente costruito incluso il settore dell’ospitalità nel capitolo curato da un team di Zaha Hadid Architects secondo il quale, in futuro, il progetto degli alberghi dedicherà maggiore attenzione alla privacy e allo spazio dedicato

ad ogni ospite. Il concetto di all day dining verrà ripensato e aumenteranno le possibilità di servizio in camera e anche di cucinare autonomamente, avvicinando gli hotel al modello dei serviced apartments. Muteranno gli spazi comuni e aumenterà lo spazio a disposizione degli ospiti. L’estetica – e la percezione di bellezza – giocheranno un ruolo importante per il successo dei cambiamenti. Materiali caldi e naturali lasceranno spazio ad altri, che si possano pulire più facilmente. La ricerca di efficacia igienica privilegerà linee pulite. Sarà un’eleganza ‘streamlined’, senza ridondanze ma evitando materiali sintetici, percepiti come freddi e poco accoglienti. Anche gli impianti verranno ripensati per disporre di sistemi di filtraggio più efficienti, e le

facciate saranno progettate per proteggere, oltre che dall’acqua e dal freddo, anche dall’inquinamento. In conclusione, secondo ZHA, gli architetti e gli interior designer saranno chiamati a trovare soluzioni che consentano di risolvere questioni pratiche e di adeguarsi a nuove normative ridefinendo – per le strutture ricettive di nuova generazione – estetiche, qualità e sistemi di gestione. Promosso da Hi-Interiors, DesignTech conta tra i suoi partner la società di real estate LendLease, responsabile dello sviluppo privato di Mind, e la società di consulenza internazionale PwC. www.thedesign.tech

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› OSPITALITÀ

16.6% le camere gestite da catene

La crescita è del 5% sull’anno precedente e del 25% dal 2013

+65 crescita media annua degli hotel di catene

Mentre il numero totale registra in media –138 unità all’anno

CON 32.900 ALBERGHI E 1,1 MILIONI DI CAMERE, IL PORTFOLIO ALBERGHIERO ITALIANO È IL PIÙ GRANDE D’EUROPA. IN TERMINI DI REAL ESTATE, NEL 2019 GLI INVESTIMENTI NEL SETTORE HANNO RAGGIUNTO IL VALORE RECORD DI 3,3 MILIARDI DI EURO

Un potenziale turistico intatto

Zoran Bačić Managing Director Horwath HTL Italy

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«L’Italia non sta perdendo neppure un punto della sua attrattività» – è netto nella risposta Zoran Bačić, managing director della sede italiana di Horwath Htl, la prima società di consulenza al mondo nel settore alberghiero. Horwath aveva appena rilasciato l’outlook 2020 del nostro Paese, realizzato in collaborazione con Confindustria Alberghi, Cdp Investimenti Sgr e l’Università Bocconi, quando è scoppiata la pandemia e ora naturalmente sta monitorando il sentiment del settore. «Gli investitori e le grandi catene considerano questo momento, seppur drammatico, semplicemente come un incidente di percorso, stanno solo spostando in là di qualche mese i loro piani», prosegue Bačić. Piani che, in termini di transazioni, solo lo scorso anno valevano 700 milioni di euro, ovvero il 27% di tutte le transazioni sul mercato immobiliare italiano, e che per l’83% dei casi erano state portate a termine da investitori internazionali. «Certo questo è un momento molto particolare e i ritardi della pubblica amministrazione finiscono per aggravare le difficoltà dei piccoli operatori e degli albergatori singoli. In Sardegna per esempio so di alberghi che hanno già deciso di non aprire: non sanno quanto personale sarà necessario e se gli arrivi copriranno le spese, e così l’albergo si trasforma in un asset finanziario. Ma per le grandi catene internazionali, attive soprattutto nei

segmenti upscale e upper upscale & luxury (4 e 5 stelle) l’Italia rimane il posto dove investire. C’è una domanda in crescita da sessant’anni a un tasso annuo composto del 2,5%». Le difficoltà degli indipendenti diventeranno opportunità per i grandi? «Probabilmente sì – spiega Bačić – nel medio periodo si presenteranno occasioni sia per gli investitori lungimiranti sia per il capitale di rischio e i fondi di investimento privati che operano in maniera opportunistica». Anche per quanto riguarda l’ospitalità business Bačić è ottimista: «siamo mediterranei e per concludere un affare ci piace guardarci negli occhi. Il lavoro da remoto è un aiuto e penso che in parte rimarrà ma le idee nascono negli incontri diretti. Quando le frontiere si riapriranno e gli aerei torneranno a volare la gente tornerà a viaggiare, sia per lavoro sia per turismo. Un’indagine di un paio di settimane fa spiegava che il 54% dei tedeschi questa estate vorrebbe andare all’estero». Ma ci sarà ancora un turismo low-cost? Secondo Bačić i bed&breakfast e gli affitti brevi nell’immediato saranno i più penalizzati: «non prendiamo in esame questo tipo di ospitalità informale ma sicuramente ci si fiderà di più degli standard di igiene di una grande catena. Il bisogno di sicurezza penalizzerà un settore che negli ultimi anni era cresciuto troppo e disordinatamente».


› OSPITALITÀ

OSPITALITÀ

+6.164

RIPARTENZA SICURA

crescita media annua numero di camere di catene

Per un totale 2019 di circa 181.000 camere di catena

HNH - Ripensare gli spazi con ragionevolezza

Luca Boccato Ad HNH Hospitality

«Un hotel deve essere progettato per durare nel tempo sul piano architettonico e, ovviamente, funzionale. Le conseguenze della pandemia in atto avranno certamente degli effetti anche sul futuro del nostro settore. E sì, senz’altro gli architetti potranno dare il loro contributo in questo senso in fase di progettazione e di ripensamento degli spazi già in essere». Questo ciò che afferma Luca Boccato, Ad di HNH Hospitality, che aggiunge: «dobbiamo capire quanto tempo ci vorrà per giustificare scelte diverse dal passato nella gestione degli spazi e dei servizi all’interno degli hotel. in questa logica, oggi, assume rilevanza un maggiore grado di flessibilità nella dimensione degli spazi e nella diversa allocazione dei contenuti sociali, un tempo molto ricercati. Modularità e possibile compartimentazione delle aree, in questa fase incerta, sono certamente preferibili. L’attitudine verso il distanziamento fisico tra le

persone potrebbe perdurare e portarci a considerare cambiamenti di orientamento nella progettazione delle nostre strutture, da valutare però con prudenza e ragionevolezza. Immagino ad esempio che gli ospiti chiederanno maggiore privacy, vorranno sentirsi quasi in uno spazio domestico. Di conseguenza dovremo predisporre ambienti con arredi e luci idonee per leggere, lavorare, trascorrere il tempo in tranquillità. Forse preferiranno cenare prevalentemente in albergo. Prevedo anche un ripensamento degli spazi esterni, prima più vocati alla convivialità, domani ridisegnati per un utilizzo più privato. Immagino anche che i viaggiatori saranno sempre più portati a scegliere strutture alberghiere affidabili, in grado di rispettare protocolli igienici e sanitari certi, rispetto a soluzioni come camere in affitto o bed&breakfast. A maggior ragione domani, continueremo a lavorare in un’ottica di tutela ambientale e per un turismo sostenibile».

Marriott - un comitato globale di igiene Irroratrici elettrostatiche con disinfettante di livello ospedaliero e tecnologia UV per la sanificazione di chiavi e dispositivi in uso al personale. Marriott, che gode già di una consolidata reputazione in termini di igiene, ha messo in campo un Global Cleanliness Council per affrontare da subito la realtà della pandemia e definire i prossimi standard del ‘new normal’ per i prossimi 18/24 mesi. «Siamo grati ai nostri ospiti per la fiducia che gli ci hanno sempre dimostrato – ha dichiarato il presidente e Ceo di Marriott International Arne Sorenson – ma voglio che sappiano che stiamo facendo di più. Quando varcano la soglia di un Marriott la nostra priorità è la loro salute e sicurezza. E lo stesso vale per i nostri collaboratori». Presieduto dal Coo di Marriott Ray Bennett, il comitato include i dirigenti senior e, come consulenti, scienziati esperti di salute pubblica e alimentare e di soluzioni di igiene, uno specialista in malattie infettive, un docente di microbiologia alimentare e il direttore della School of Ho-

spitality & Tourism Management della Purdue University. «Attraverso il consiglio e la consulenza scientifica di esperti stiamo adottando un approccio ponderato per stabilire un livello più elevato di pulizia - ha aggiunto Bennett - e sviluppare nuovi protocolli di interazione con gli ospiti. Il Comitato Globale di Marriott è focalizzato su qualcosa di più della semplice disinfezione in tutto l’albergo: stiamo fornendo un approccio olistico pensato per prenderci cura dei nostri ospiti e collaboratori». L’implementazione dei protocolli di pulizia prevede l’uso frequente di disinfettanti per uso ospedaliero e la disponibilità di salviettine disinfettanti per gli ospiti in ogni camera. Per quanto riguarda i provvedimenti immediati per il distanziamento fisico, oltre alla segnaletica e alla riconfigurazione degli arredi, Marriott sta valutando l’aggiunta di divisori ai front desk. La compagnia sta installando anche un maggior numero di distributori per la sanificazione del-

le mani agli ingressi, vicino alla reception, allo sbarco ascensori e agli spazi per fitness e sale riunioni. Inoltre, in più di 3.200 hotel Marriott gli ospiti possono scegliere di utilizzare i propri telefoni per effettuare il check-in, accedere alle proprie camere, effettuare richieste particolari e ordinare il servizio in camera, che sarà appositamente confezionato e consegnato direttamente alla porta senza contatto. Il programma di sicurezza alimentare infine prevede un’adeguata formazione per tutti coloro che entrano in contatto con alimenti, l’autoispezione secondo gli standard di sicurezza impostati dall’azienda, audit indipendenti di convalida e nuove pratiche operative per il servizio in camera e gli approcci ai buffet. Il portafoglio di Marriott International, attivo da 92 anni nel settore alberghiero, comprende oltre 7.300 proprietà e 30 marchi in 134 Paesi nel mondo.

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› OSPITALITÀ

8% hotel di catena con contratti di gestione

Poco diffusi in Italia ma in crescita significativa nel 2019

106 brand internazionali presenti in Italia

Nel 2013 erano solo 61. Una crescita di 45 brand in soli 6 anni

in modo da garantire la distanza fisica conservando nello stesso tempo la piacevolezza della nostra ospitalità. Fortunatamente disponiamo di grandi spazi, specie all’aperto, e per noi sarà più facile assicurare un’adeguata distanza tra gli ospiti.

Come avete vissuto questo periodo di chiusura forzata?

Marcello Cicalò Direttore Operativo del Gruppo Italian Hospitality Collection

IHC - Qualità ritrovata Il 15 marzo, primo giorno della chiusura forzata, hanno avviato il piano interno, significativamente chiamato Rebirth, rinascita, che oltre a disegnare i necessari protocolli per la riapertura configura la strategia di medio periodo di Italian Hospitality Collection, il gruppo che gestisce cinque strutture alberghiere da Courmayeur a Chia Laguna, passando per tre destinazioni termali in Toscana. «Il direttore generale delle terme è un medico – ci spiega Marcello Cicalò, direttore operativo di Ihc – e sarà lui a istruire un responsabile sanitario per ogni struttura e un team di consulenti pronto a intervenire in ogni momento». Nell’immediato sarà necessario assicurare il distanziamento fisico degli ospiti.

Sicuramente, e sarà importante il ruolo degli architetti, soprattutto nell’organizzazione dei flussi, con la definizione dei percorsi, che devono essere al tempo stesso sicuri e fluidi, ma senza diventare ‘obbligati’: le persone vengono in albergo per rilassarsi. Inoltre dovremo riprogettare gli ambienti comuni, dalla reception ai ristoranti alle Spa. Anche qui, architetti e designer ci aiuteranno a ridisporre gli arredi [ 94 ]

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Come un’opportunità. Ha presente quando deve riavviare il computer? Ecco, per me è stato un po’ così. Resettare il modo stesso di vedere le cose mi ha aiutato a dare a ciascuna il giusto peso. È quello che credo sia capitato un po’ a tutti: vedere ciò che è veramente importante, riscoprire il valore del tempo e, ora che ci mancano, degli incontri umani. Abbiamo rinunciato ai viaggi e imparato a lavorare a distanza con le videoconferenze ma non vediamo l’ora di poterci incontrare di nuovo di persona. Soprattutto, il tempo e l’incertezza pongono interrogativi e sono un’occasione per pensare in modo strategico al futuro. E qual è il futuro che immagina per il turismo nel nostro Paese?

Ragionando su una prospettiva di 18/24 mesi, l’attrattività dell’Italia rimane intatta e anzi si apriranno nuove possibilità per un turismo di qualità. Gli investitori internazionali più attenti stanno già valutando nuove possibili acquisizioni. Se ragioniamo sulle possibili evoluzioni dei comportamenti infatti possiamo immaginare ad esempio una rivalutazione delle aree interne del Paese, lontano dai luoghi del turismo di massa. Le occasioni di affollamento verranno evitate, magari anche con forme di contingentamento in luoghi come piazza San Marco ad esempio, portando a una diminuzione del lower tourism a tutto vantaggio della qualità dei luoghi. Se il lavoro da remoto prenderà piede, come in molti prevedono, assisteremo anche a una destagionalizzazione dei flussi turistici, che potranno distribuirsi su un arco di tempo più ampio, a favore della fruizione dei luoghi. Viaggeremo di meno, quindi ogni viaggio acquisterà più valore, sarà un viaggio più consapevole, da godere in ogni momento, e anche per questo probabilmente si spenderà di più. Come evolverà la domanda di benessere?

Sono convinto che esista un forte bisogno, per ora necessariamente latente, di alleviare lo stress anche psicologico a cui il lockdown ci ha sottoposto. Credo che appena sarà possibile, Spa e terme saranno molto ricercate.

Valerio Duchini Presidente e Ceo di B&B Hotels Italia

B&B - Digital transformation Per B&B Hotels, che gestisce oltre 500 hotel in Europa e in Brasile (41 in Italia) l’attuale emergenza contribuisce all’accelerazione della ‘digital transformation’ già in atto da tempo: dal pre-check-in online al presidio di self-checkin attraverso i totem digitali installati nelle hall, che rendono più efficiente il processo di reception e riducono le occasioni di contatto fisico. Una trasformazione che prevede anche un ampio ricorso al digital signage e a una più intensa comunicazione interattiva rivolta agli ospiti mediante supporti multimediali nelle aree comuni e nelle camere, attualmente in corso di sperimentazione. Naturalmente il Covid-19 impatta anche sulla progettazione degli ambienti e sulle attività di pulizia, alle quali B&B Hotels applica uno specifico protocollo di sanificazione validato con la Safety Label High Quality. Oltre a una maggiore ampiezza che assicuri il prescritto distanziamento fisico, la ri-progettazione degli spazi comprende una più stringente gestione dei flussi, anche con il ricorso a segni grafici per spiegare, guidare, definire posizioni di sicurezza, e una rinnovata attenzione verso gli spazi esterni, definizione che include terrazze, balconi, patii, serre e ogni occasione di cielo libero. Il progetto di interni – per semplicità e razionalità degli arredi uno dei tratti distintivi di B&B Hotels – rimane saldamente ancorato alla scelta di materiali e finiture oggi più che mai pensati per mantenere elevato il livello di igiene, con superfici lisce che ben si prestano, senza deteriorarsi nel tempo, a una sanificazione continua mantenendo in ogni caso le qualità decorative che caratterizzano l’insegna. «Con il senso di responsabilità e partecipazione che ci contraddistingue – conclude il presidente e Ceo di B&B Hotels Italia Valerio Duchini – siamo in grado di offrire ai viaggiatori, sia business sia leisure, un vantaggio concreto ad elevati standard qualitativi e design innovativo, in linea con i nostri valori e la nostra filosofia Only For Everyone».


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Salute Benessere Ambiente Consigli e soluzioni per il clima e la qualità dell’aria indoor In questi mesi abbiamo imparato a distinguere ciò che è realmente importante da ciò che non lo è. Il benessere ad esempio: spesso mal-inteso come espressione di status economico, oggi acquista il corretto significato di salubrità e comfort. Non necessariamente grazie al prodotto più costoso ma per merito di tecnologie e soluzioni attente alla qualità dell’aria, dell’ambiente e di conseguenza anche della nostra salute


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La salute non ha prezzo MA HA UN COSTO ECONOMICO E SOCIALE DA CONSIDERARE QUANDO SI CALCOLA IL RITORNO SULL’INVESTIMENTO DI UN SISTEMA DI PREVENZIONE DI MALATTIE CAUSATE DA INQUINAMENTO INDOOR Nuvap, società specializzata nel monitoraggio permanente della qualità ambientale indoor, ha brevettato un indice di salubrità ambientale – il Nuvap Index, con valori da 1 a 10 – che tiene conto della concentrazione media di ogni inquinante, delle variazioni delle rilevazioni rispetto alle concentrazioni limite e del peso di ciascun inquinante per gli effetti sulla salute (su dati Inail e Eu-Osha, l’agenzia europea per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro). Su queste basi la società ha avviato un progetto di ricerca autofinanziato, inteso a valutare i benefici di un sistema di monitoraggio per la prevenzione di malattie causate da inquinamento indoor nei luoghi di lavoro. La ricerca, che ha ricevuto il primo premio eHealth4ALL Tecnologie per la salute e il benessere, ha riguardato 100 uffici italiani di superfici inferiori a 300 mq e da 3 a 40 dipendenti. La ricerca ha preso in esame 20 parametri ambientali: 6 inquinanti fisici, 10 inquinanti chimici, temperatura, umidità, rumore e l’indice di qualità ambientale. Un’azienda monitorata su cinque ha mostrato un Nuvap Index insufficiente e in alcuni casi

gravemente deficitario, mentre presso il 19% del campione esaminato l’indice è risultato superiore a 8. Gli inquinanti che più hanno compromesso la qualità ambientale sono gas Radon, Voc e formaldeide. Il monitoraggio continuo ha permesso anche di confrontare i dati diurni e notturni (nel grafico) e quelli tra giorni feriali e fine settimana. È chiaro l’impatto del funzionamento degli impianti e delle attività umane. Per esempio, le

concentrazioni di inquinanti come Voc, CO2 e metano aumentano in alcuni casi di notte, quando si spengono gli impianti di aerazione. Esiste una correlazione inversa tra il Nuvap Index e i costi a carico dell’azienda in caso di malattia, misurabili in produttività, giorni di assenza e impatto sociale, e secondo Eu-Osha, il ROI di un sistema di prevenzione per migliorare sicurezza e salubrità al lavoro è superiore al 200%.

periodi di tempo, riducendo i consumi e limitando la necessità di manutenzione dell’unità. La Linea Plus si caratterizza per l’elevata estensione di gamma, costituita da unità interne a parete, a pavimento o con installazione nel controsoffitto. Le soluzioni di Mitsubishi Electric per applicazioni residenziali impiegano il refrigerante a basso

Gwp (Global Warming Potential) R32 – in anticipo rispetto all’obbligatorietà, fissata al 2025 – che contribuisce a ridurre dell’80% le emissioni di CO2 rispetto ai sistemi refrigeranti tradizionali.

MITSUBISHI ELECTRIC

Stop agli inquinanti indoor I climatizzatori della linea Kirigamine di Mitsubishi Electric, apprezzati per silenziosità, design e comfort e disponibili in diverse configurazioni, si distinguono anche per la capacità di filtraggio dell’aria. La linea è dotata infatti di filtro attivo Plasma Quad Plus che è in grado di abbattere gli inquinanti indoor: virus, batteri, odori e polveri sottili (anche le particelle più sottili di 2,5 µm). Grazie alla tecnologia Double Barrier Coating, i componenti interni vengono trattati con un secondo strato protettivo che impedisce il deposito di polvere e impurità anche dopo lunghi

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climatizzazione.mitsubishielectric.it


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SAMSUNG

Aria pulita e massimo comfort Wind-Free è la tecnologia di raffreddamento dell’unità di climatizzazione avanzata Samsung. È un’unità still air dotata di intelligenza artificiale e capacità di raffreddamento adattivo. Tra le caratteristiche dell’unità di climatizzazione, apprezzata per l’innovativo sistema di raffrescamento dell’aria senza getti diretti attraverso i 21mila microfori, la dotazione del filtro Tri-Care che mantiene l’aria pulita, contribuendo a ridurre la presenza di polveri sottili, virus, batteri e allergeni. Il sistema Easy Filter Plus, posizionato all’esterno, rende semplice la manutenzione ed evita l’intervento di tecnici specializzati. La funzione Auto Clean, inoltre, previene l’accumulo di batteri e odori e garantisce la pulizia e l’igiene del condizionatore. Con il compressore Digital Inverter Boost ad alta efficienza energetica, l’unità di climatizzazione riduce il consumo sia in raffreddamento sia in riscaldamento, raggiungendo la classe A+++/A+++. Il sistema Wind-Free, grazie all’intelligenza artificiale, consente di utilizzare il condizionatore in modo più intuitivo ed efficiente partendo dall’analisi delle condizioni dell’ambiente in cui si trova, delle temperature e modalità di raffreddamento preferite dall’utente e persino del clima esterno, stabilisce l’impostazione più appropriata. Grazie al Wi-Fi integrato, può essere inserito in un ecosistema di casa connessa, controllato e monitorato da remoto.

www.samsung.it/windfree

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Alessandro Miani, presidente di Sima

Comfort sicuro GLI INDIRIZZI DI SIMA, SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA AMBIENTALE, PER UN USO CORRETTO DEGLI IMPIANTI DI RAFFRESCAMENTO E CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il 24% di tutte le malattie nel mondo è dovuto all’esposizione a fattori ambientali negativi. Per questo, dal 2015 la Società Italiana di Medicina Ambientale (www.simaitalia.org) opera per tutelare la salute umana tramite la salvaguardia e la valorizzazione della natura e dell’ambiente. Nel caso dell’attuale pandemia, Sima per prima ha individuato tracce di Rna del virus di Covid-19 nel particolato

atmosferico, suggerendo la relazione tra la diffusione dell’epidemia e la (cattiva) qualità dell’aria outdoor. Consulente di numerose aziende che operano nel settore del condizionamento dell’aria, recentemente Sima ha sviluppato una serie di suggerimenti per vivere in sicurezza e comfort in ambienti chiusi anche durante i mesi caldi. «Non possiamo trascorrere i prossimi mesi estivi soffrendo il caldo nelle nostre case o sul posto di lavoro. È quindi necessario seguire poche semplici regole che ci consentano di usare i nostri impianti in sicurezza – anticipa Alessandro Miani, presidente di Sima. Piccole azioni quotidiane possono migliorare il nostro comfort indoor senza farci incorrere in particolari rischi per la salute». Per i piccoli impianti, il consiglio è di lavare con acqua e sapone liquido i filtri degli split, lasciarli asciugare bene prima di riporli negli alloggiamenti e pulire le parti esposte con un prodotto igienizzante. È bene invece incaricare personale specializzato per provvedere alla sanificazione periodica dei motori esterni, sanificazione per la quale è consigliabile fare ricorso a una tecnologia a shock termico per iniezione e contemporanea aspirazione di vapore ad alta temperatura e pressione. Questo tipo di intervento è consigliato anche per

split o radiatori che presentino evidenti segni di degrado, sporcizia, presenza di polveri e muffe accumulate e/o incrostazioni. Passando agli impianti centralizzati, è bene affidare a personale esperto la sanificazione delle canalizzazioni, mentre per i più moderni impianti di condizionamento multizona, destinati al controllo ambientale di umidità e temperatura dei locali serviti, occorre dedicare maggiore attenzione al corretto mantenimento, pulizia e sanificazione, disinfezione e bonifica delle sezioni principali di scambio, quali batterie calde e fredde, umidificazione ad acqua e batterie di post-riscaldamento, canalizzazioni di distribuzione aria e dello stato dei filtri ai vari livelli. Ferma restando infine l’importanza di periodici ricambi d’aria (e aprire le finestre rimane il metodo migliore) è consigliabile il ricorso a sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata, specie se abbinati a sistemi di monitoraggio e di purificazione. Ovviamente – ma a questo si prestava attenzione anche prima – è bene evitare che il flusso d’aria proveniente dagli split colpisca direttamente i presenti, e che i tassi di umidità ambiente non scendano mai al di sotto del 50% in estate e del 40% in inverno.

LG

Per la salubrità degli ambienti domestici Per un ambiente domestico salubre, LG propone il climatizzatore con purificatore integrato Dualcool Atmosfera. È una tecnologia con funzionalità innovative: il climatizzatore infatti rimuove le polveri sottili presenti nell’aria attraverso l’impiego del sensore Pm1, il diffusore di ioni e il filtro magnetico. Il sensore, posto sul lato dell’unità interna, rileva le particelle di polvere più sottili e, quando necessario, avvia il sistema di purificazione.

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Il diffusore, posizionato nella parte superiore dell’unità, immette in ambiente oltre 5 milioni di ioni negativi che catturano le particelle microscopiche. Il sistema Haf (High Air Flow) attira le particelle grazie al sistema di filtrazione magnetico che, caricato positivamente, le trattiene immettendo aria pulita in ambiente. Con quattro differenti colori e con semplici indicatori numerici relativi alla concentrazione di Pm10, Pm2,5 e Pm1, lo smart

display mostra n tempo reale la ualità dell’aria indoor. Il controllo e la gestione sono resi semplici grazie alla tecnologia wi-fi integrata nell’unità interna, con cui è possibile gestire il climatizzatore anche da remoto. LG Dualcool Atmosfera, disponibile in configurazione mono e multi split, può essere gestito anche con comando vocale. www.lg.com/it


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HITACHI COOLING & HEATING

Il climatizzatore autopulente Premium FrostWash è il climatizzatore prodotto da Hitachi Cooling & Heating, brand giapponese di sistemi di climatizzazione. La funzione FrostWash cattura, congela, lava ed elimina il 91% di batteri e l’87% di muffe presenti sulla superficie dello scambiatore. La funzione è programmata in automatico ed è attivabile anche da telecomando. L’impianto risulta sempre pulito grazie anche ai componenti interni realizzati in acciaio inox, che riduce la percentuale di batteri del 99% e del 62% delle polveri. Il robot di autopulizia, che si attiva periodicamente e non richiede l’apertura del condizionatore per la pulizia dei filtri, rende superflue le attività di manutenzione. Premium FrostWash consente di impostare con la modalità ‘vacanza’ il funzionamento in riscaldamento a una temperatura minima di mantenimento (10-16°C), anche in caso di assenza prolungata. La funzione in pompa di calore è programmabile direttamente da smartphone o tablet. Il condizionatore ha un’efficienza in classe A+++ in raffrescamento e riscaldamento; è disponibile fino alla taglia 50, adatta per climatizzare ambienti di grandi dimensioni. Con la funzione ‘info’ è possibile verificare i consumi del mese in corso e di quello precedente direttamente dal telecomando. È disponibile in due versioni: bianco matt e silver. www.hitachiaircon.it

PANASONIC

Qualità dell’aria indoor Il climatizzatore Etherea VKE, sviluppato da Panasonic Air Conditioning per applicazioni residenziali, grazie alla tecnologia nanoe X consente di climatizzare e migliorare la qualità dell’aria nei luoghi chiusi, a vantaggio della salute degli occupanti. Questa funzione può essere attivata sull’unità interna indipendentemente dalle funzioni di raffrescamento e di riscaldamento, quindi anche quando non serve agire sulla temperatura. La tecnologia, utilizzando l’umidità presente nell’aria, genera particelle acquose atomizzate, con carica elettrostatica, di dimensioni da 5 a 20 nanometri, capaci di raggiungere elementi inquinanti inibendone la carica virale e batterica. Le particelle nanoe X procurano tre effetti positivi: inibiscono non solo determinati batteri e virus ma anche certe muffe, allergeni, pollini e sostanze pericolose; preservano e deodorizzano l’ambiente, neutralizzando gli odori sgradevoli; aiutano a mantenere la pelle e i capelli idratati. Etherea è disponibile in due colori: argento e bianco opaco. aircon.panasonic.com

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Andrea Casa, presidente emerito di AIISA

Contro la contaminazione CHIUDERE IL RICIRCOLO E IGIENIZZARE GLI IMPIANTI, SPIEGA ANDREA CASA, ESPERTO IN MATERIA DI IGIENE AERAULICA In ottica di contenimento dell’epidemia di Covid-19 – afferma il presidente emerito di Aiisa, Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici – il primo provvedimento da prendere è l’esclusione del circuito di ricircolo degli impianti. Anche laddove si intraprenda tale cautela, poi è necessario verificare se sussista un pericolo di eccessiva contiguità delle prese d’aria con i punti di espulsione in esterno. Se i punti in cui gli impianti aspirano l’aria esterna sono contigui a

quelli in cui l’aria proveniente dai locali interni viene espulsa in atmosfera, si potrebbe verificare un pericoloso bypass nei flussi, a causa del quale l’aria proveniente dai locali in cui potrebbe essere presente il virus verrebbe aspirata da un altro impianto e introdotta negli ambienti che climatizza. In tal modo il virus potrebbe passare da un impianto all’altro e diffondersi. È questo un tipico caso di cross contamination, che gli igienisti aeraulici ben conoscono e hanno imparato a controllare. Un altro fattore da non trascurare è la gestione delle pressioni differenziali tra locali adiacenti, normalmente assicurata dagli impianti di trattamento aria e dal bilanciamento tra aria immessa ed aria estratta. I locali nei quali si dovessero trovare soggetti affetti dal virus, dovrebbero essere sempre ad una pressione inferiore rispetto ai locali adiacenti considerati puliti, in modo che i flussi d’aria non possano muoversi dai primi verso questi ultimi, ad esempio per l’apertura di una porta. Per questo motivo, la predisposizione di aree destinate alla cura di persone infette in locali precedentemente considerati puliti, così come la modifica dei parametri di funzionamento dei sistemi di trattamento aria (es. esclusione del ricircolo come suggerito da ISS),

BAXI

Caldaia domestica all’idrogeno Prosegue l’impegno di Baxi verso la Green Hydrogen Generation. Dopo la messa in funzione a Rozenburg, in Olanda, della prima caldaia domestica premiscelata certificata alimentata a idrogeno, all’interno dello stabilimento di Bassano del Grappa è stata installata la nuova area dedicata ai test dei prototipi funzionanti a idrogeno tramite energia rinnovabile e a miscele di gas naturale. Il locale accoglie le apparecchiature necessarie per il processo di elettrolisi per la trasformazione di energia elettrica in idrogeno. Si tratta di un caso concreto che dimostra la fattibilità del processo di trasformazione dell’energia solare in energia termica per il riscaldamento abitativo, attraverso l’utilizzo di idrogeno come vettore a zero emissioni di CO e CO2. La caldaia a idrogeno messa a punto lo scorso anno ha una potenza termica resa di 28 kW, garantisce la stessa efficienza termica delle caldaie a condensazione a gas naturale ed è stata progettata per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria. La sfida di Baxi e del gruppo internazionale a cui appartiene, Bdr Thermea Group, è iniziata nel 2015, anno in cui è stato avviato lo sviluppo della tecnologia per la caldaia premiscelata a idrogeno. www.baxi.it

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andrebbero sempre attuati tenendo in considerazione le pressioni differenziali in gioco e mettendo in atto le opportune azioni correttive. Il cattivo stato igienico degli impianti di trattamento aria inoltre provoca un incremento delle polveri sottili negli ambienti indoor e aggrava il problema costituito dal fatto che tali polveri potrebbero veicolare e amplificare la diffusione del virus. Un recente studio di Sima, Società italiana di Medicina Ambientale e delle Università di Bologna e Bari, rileva infatti una correlazione positiva tra le elevate concentrazioni di polveri sottili in Pianura Padana nel mese di febbraio e l’incidenza dei casi di Covid-19, con evidenze che sembrano suggerire come il particolato atmosferico agisca da vettore di contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus, che possono rimanere vitali nell’aria per ore o addirittura giorni. Poiché è ormai dimostrato che l’inquinamento indoor è spesso maggiore di quello esterno, la verifica dello stato igienico degli impianti risulta indispensabile. Soprattutto alla luce del fatto che nella realtà impiantistica italiana, nonostante la presenza delle sezioni filtranti, l’accumulo di polveri e particolato nelle condotte dell’aria sembra essere un fenomeno diffuso, anche nei sistemi di strutture ospedaliere.


dossier_climatizzazione

ALPAC

Climatizzazione naturale a costo zero Per ridurre l’utilizzo eccessivo degli impianti di raffrescamento dell’aria, il gruppo Alpac ha progettato e sviluppato Ingenius Vmc, un sistema integrato di ventilazione meccanica controllata a scomparsa. Il monoblocco è dotato di Free Cooling, una tecnologia intelligente che permette di raffrescare in modo naturale l’ambiente interno utilizzando l’aria esterna. Quando quest’ultima raggiunge una temperatura inferiore rispetto a quella indoor, il sistema, prima di immetterla, interrompe la funzione di recupero di calore mantenendo così invariata la condizione termica. In questo modo si introduce aria fresca negli ambienti indoor per una climatizzazione naturale e a costo zero. Grazie al doppio filtro F7+G4 in entrata, l’aria esterna, prima di essere immessa nei locali, viene purificata da pollini, batteri e polveri sottili. Attivando l’opzione tramite il pannello dei comandi o una app, è lo stesso sistema, in base alla temperatura dell’aria esterna, a bloccare o ad avviare l’attività dello scambiatore di calore. La tecnologia Alpac è particolarmente utile nelle ore notturne estive e nelle mezze stagioni, quando la temperatura esterna è più gradevole. www.alpac.it

RDZ

Il comfort arriva dal soffitto b!klimax+ è un sistema di riscaldamento e raffrescamento radiante a soffitto indicato per le abitazioni e gli uffici. Il sistema si contraddistingue per la bassa inerzia termica e per le elevate prestazioni, tanto in inverno quanto in estate. Installato nel controsoffitto, sorretto da una comune struttura metallica, in soli 12 centimetri di profondità b!klimax+ garantisce libertà nell’impiego dello spazio e nella disposizione degli arredi. A ciò si aggiunge l’uniforme ripartizione del caldo e del fresco trasmessi per irraggiamento, con immediata sensazione di benessere. Il comfort termico si accompagna all’efficienza energetica del sistema, in quanto consente risparmi sui costi di gestione e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

b!klimax+ si compone di pannelli radianti formati da una lastra in cartongesso su cui sono fissati, tramite un diffusore in alluminio, quattro circuiti idraulici in PB di 6 millimetri di diametro, con barriera contro la diffusione dell’ossigeno. L’isolamento termico è garantito da uno strato di polistirene o, in caso di requisiti di reazione al fuoco, da uno strato di lana di roccia, entrambi dello spessore di 40 mm. Appositi distributori e raccordi a innesto rapido facilitano l’allacciamento dei singoli pannelli alle linee di alimentazione, realizzate sempre in PB di 20 mm di diametro e rivestite con una guaina isolante di 6 millimetri. www.rdz.it

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DAIKIN

Economia circolare Daikin vara una nuova iniziativa denominata ‘Allocazione di Refrigerante Rigenerato Certificato’. Si tratta di un programma ispirato ai principi dell’economia circolare nell’industria del riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria (Hvac-R). La scelta di un prodotto che possiede questa denominazione eviterà di immettere sul mercato gas vergine per un valore stimato di oltre 300mila tonnellate di CO2 equivalente l’anno.

del refrigerante vergine e risponde agli standard AHRI700. Al momento Daikin è impegnata ad allocare refrigerante rigenerato alle gamme VRV IV+ a recupero di calore e Mini VRV IV serie S (che possono essere già ordinate). Ma l’impegno non si ferma qui: la multinazionale giapponese intende coinvolgere i clienti nel partecipare attivamente al recupero della grande quantità potenziale di refrigerante presente nelle installazioni esistenti.

Il refrigerante rigenerato, certificato da un laboratorio esterno, è della stessa qualità

www.daikin.it

VIESSMANN

Efficienza e risparmio energetico Vitocal 100-A Kit Compact Hybrid è la pompa di calore da incasso del Gruppo Viessmann. Si tratta di un sistema ibrido, con caldaia a supporto (Vitodens 100-W), per la climatizzazione degli edifici residenziali e per la produzione di acqua calda sanitaria. Ideale negli edifici di nuova costruzione, il sistema è vantaggioso anche negli interventi di riqualificazione

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degli impianti esistenti, grazie agli incentivi fiscali destinati alle fonti energetiche rinnovabili. Nella sua fornitura base, oltre ai componenti principali, il sistema include un modulo a incasso da montare sul posto e un puffer tecnico da 150 litri per la produzione di acqua calda sanitaria istantanea (con accumulo inerziale di 40 litri per il riscaldamento e il raffrescamento).

Il modulo a incasso ha dimensioni ridotte: soli 38 cm di profondità, requisito che consente di disporre di maggiore spazio all’interno dell’abitazione. Vitocal 100-A Kit Compact Hybrid è indicata per le zone climatiche con temperature particolarmente rigide. www.viessmann.it


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Nel 1930 Robert Zehnder inventa e presto inizia a produrre il radiatore tubolare Charleston, alternativa al classico radiatore in ghisa. Avrà successo grazie al fatto che è più leggero e possiede una migliore capacità di trasmissione del calore.

ZEHNDER

Novant’anni di tecnologia e design per Charleston Novant’anni di tecnologia e design. È il radiatore Zehnder Charleston che proprio quest’anno celebra il suo 90° anno di vita. Il radiatore multicolonna infatti è in produzione dal 1930 e da allora l’innovazione tecnica e la ricerca nella progettazione lo hanno reso un prodotto versatile che, grazie alle molteplici forme, modelli e colori si adatta alle diverse esigenze di installazione in ogni ambiente. Zehnder Charleston è anche riscaldamento efficiente: la valvola Q-Tech, installata in fabbrica nella versione Completto, lo promuove a primo radiatore multicolonna con bilanciamento idronico automatico. La peculiarità EasyAccess aumenta la facilità di funzionamento: la valvola e la testina termostatica sono posizionate a un’altezza appropriata, scelta questa che ne facilita la regolazione della temperatura. www.zehnder.it

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› DESIGNCAFÈ PRIMA DEL BOSCO VERTICALE

Canto di uccello su un albero in città, 1951, ©Namida Ag

A prima vista puramente decorative e in netto contrasto con la qualità compositiva e il progetto dello spazio del Movimento Moderno, le forme organiche degli edifici di Friedensreich Hundertwasser, che ripudiano linee e angoli retti, interpretano l’ideale di armonia tra uomo e natura dell’artista viennese. Se per Adolf Loos ‘l’ornamento è un crimine’, Hundertwasser rivendica la libertà creativa e costruttiva di realizzare la casa come un’autentica terza pelle per chi la abita. Una pelle che muta e cresce in modo organico e naturale. Il ricorso al verde vegetale in facciata, in copertura e ai singoli piani - ‘gli inquilini alberi’ - non si limitava a trasportare in architettura lo stile dei suoi dipinti, ispirati all’Art Nouveau viennese e a Paul Klee, ma interpretava in maniera esemplare quella che sembrava un’utopia per trasformarsi, cinquant’anni dopo, nell’odierno

movimento della forestazione urbana. Il piccolo e affascinante volume pubblicato oggi da Hatje Kantz, a vent’anni dalla scomparsa di Hundertwasser, raccoglie i numerosi manifesti dell’artista mettendone in luce la straordinaria attualità.

Robert Hodonyi, Carolin Würfel graphic design Santiago da Silva Hundertwasser for Future Hatje Kantz, Berlino, 2020 En, 144 pp, 30 ill, 18 euro ISBN 978-3-7757-4698-4

CHRISTINE GEDEON MEMORIE RICOSTRUITE È possibile descrivere una città senza averla vissuta intimamente? Lo fa Christine Gedeon in Aleppo Deconstruction | Reconstruction, prima una mostra e oggi un libro che raccoglie le mappe con le quali l’artista, aiutata dai ricordi dei parenti e da Google Maps, descrive con precisione satellitare la città dove è nata e che ha potuto visitare una sola volta, a 33 anni, prima della distruzione che si è accanita su Aleppo, una delle città più antiche del mondo. Non è di distruzione che si occupa Christine ma di ‘decostruzione’: i ricordi

dei luoghi – la cittadella, l’ospedale dove è nata, la casa di sua madre, l’hotel Baron – sono frammenti tenuti insieme dalle sensazioni provate durante quella sola visita, quindici anni fa. La ricostruzione mentale del luogo, con il viaggio fotografico nei ricordi di famiglia, restituisce la complessa storia degli ultimi 100 anni inserita nel percorso personale, tra vita quotidiana e sconvolgimenti politici. Con una postfazione di Nasser Rabbat, direttore dell’Aga Kahn Program for Islamic Architecture al Massachusetts Institute of Technology.

Christine Gedeon Aleppo: Deconstruction | Reconstruction Kerber Verlag, 2020 96 pp, 51 ill, 28 euro ISBN 978-3-7356-0690-7

TUTTO RICHTER VOLUME 5 Nato a Dresda nel 1932, Gerhard Richter è uno degli artisti più quotati sul mercato internazionale: secondo una classifica

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di Artnet, tra le 100 opere più costose di artisti tuttora viventi andate all’asta negli ultimi cinque anni, 34 sono di Richter. In cinquant’anni di carriera ha prodotto più di tremila opere che Dietmar Elger, direttore dell’archivio Gerhard Richter alla Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, ha classificato e che l’editore tedesco Hatje Kantz sta raccogliendo in un catalogue raisonné scientifico in 7 volumi. Il quinto, appena pubblicato, raccoglie le opere astratte prodotte tra il 1994 e il 2006 e lavori eterogenei dello stesso periodo, come la monumentale Schwarz - Rot - Gold realizzata in vetro nel 1999 per l’ingresso del palazzo del Bundestag a Berlino e le successive installazioni in vetro grigio e in strati di vetro trasparente giustapposti per rispecchiarsi a vicenda moltiplicando i loro

riflessi. Pubblicati anche i dipinti al silicato in grande formato del 2002/2003 nati dall’interesse dell’artista per le strutture microscopiche. Come Richter ebbe modo di affermare: “le immagini mi interessano più della pittura in senso stretto”.

Dietmar Elger graphic design Gabriele Sabolewski Gerhard Richter Catalogue Raisoneé. Volume 5 Hatje Kantz, Berlino, 2020 De, En, 600 pp, 700 ill, 248 euro ISBN 978-3-7757-3230-7


elements Contract a cura di Elena Riolo

foto Andrea Martiradonna

foto Mattia Aquila

foto King Roselli Architetti


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BROSS WAM BERGÈRE. Parte della collezione Wam firmata Marco Zito, la bergère ha linee contemporanee ma proporzioni inusuali: i volumi enfatizzati della seduta abbraccciano l’ospite e lo separano dall’ambiente. La scocca, infatti, è completata da un particolare poggiatesta ergonomico, che assorbe i rumori incentivando il riposo o, al contrario, la concentrazione di chi la utilizza per lavoro. Wam bergère consente di combinare differenti finiture: la struttura è in metallo verniciato nero o bronzo spazzolato mentre scocca e poggiatesta possono avere tessuti e colorazioni diverse.

www.bross-italy.com

ARTELINEA MONOLITE. Come un unico blocco di pietra, solido e massiccio, ma con l’eleganza e la poesia del vetro. Un prodotto capace sia di esaltare gli elementi circostanti con discrezione sia di accendere la sala da bagno con la sua ampia gamma di colori che vanno dal cipria al blu notte, dal mela al senape. Monolite, design Anita Brotto, è un elemento di progettazione componibile e personalizzabile, disponibile con lavabo in appoggio, incasso o semincasso, con basintop in cristallo, lucido o satinato, o in Opalite bianco o nero, materiale innovativo assimilabile alla pasta di vetro, ecosostenibile e riciclabile.

www.artelinea.it

DE CASTELLI IL RAME. Desk reception, banconi per bar e ristoranti, complementi per la casa, superfici per i rivestimenti: De Castelli da sempre progetta con il rame in spessore, scegliendolo tra i suoi metalli di elezione per trasformarlo in arredi e interventi architetturali dal forte impatto visivo. Oltre a essere naturale, il rame è un materiale passivo, antimicrobico, in grado di auto-sterilizzarsi in superficie senza bisogno di elettricità o sostanze chimiche. De Castelli ha avviato una sperimentazione per poterlo lavorare preservando questa proprietà.

www.decastelli.com

MOROSO TABA. La collezione conferma la felice collaborazione tra il designer Alfredo Häberli e Moroso. È una famiglia di prodotti pensati per una multifunzionalità esistenziale: vivere, sedersi, conversare, lavorare. “Quando si progettano divani e sedute - afferma il designer - l’interazione tra le persone deve essere in primo piano”. Sovrapposizione di diverse linee organiche e morbidezza delle forme asimmetriche caratterizzano la collezione, composta da otto pezzi: un divano, due poltrone, cinque ottoman. www.moroso.it

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PEDRALI YPSILON E INTRIGO. Pedrali arreda a Roma la terrazza – con vista sui Fori, il Vittoriano, il Campidoglio e la Colonna di Traiano – dell’Oro Bistrot, il ristorante dello chef siciliano Natale Giunta per NH Collection. I tavoli sono Ypsilon, Jorge Pensi Design Studio, dove la sofisticata tecnologia della pressofusione d’alluminio dà vita a un prodotto a base centrale leggero e maneggevole. Le due versioni, a tre e quattro razze, sono abbinabili a ripiani in diverse dimensioni e finiture. Le sedute Intrigo, Design Claudio Dondoli Marco Pocci, un insieme di linee che si intersecano armonicamente dando origine ad una silhouette avvolgente e minimale.

www.pedrali.it

FORNASARIG WOLFGANG METAL 54. Firmata da Luca Nichetto è un esplicito richiamo al design scandinavo; il concept si ispira alla sedia disegnata da Hans J. Wegner e a quella realizzata da Michael Thonet. Nasce in legno di rovere, in perfetta sintonia con il know-how Fornasarig, per poi evolversi nella versione in metallo. Caratterizzata da uno schienale curvato, la poltrona è versatile e confortevole, e si adatta ad una illimitata serie di applicazioni. Disponibile con base a slitta o 4 gambe.

www.fornasarig.it

MIDJ CALLA. Si ispira alle forme dell’omonimo fiore la collezione di sedie e poltroncine progettata per Midj dall’architetto Fabrizio Batoni. Impilabile e con scocca in polipropilene, già disponibile con base a quattro gambe in acciaio o legno, presenta ora nuove possibilità compositive: trespolo fisso o su ruote, girevole e regolabile in altezza, e base a slitta. Nuova anche la versione sgabello (nella foto) con altezza progettata ad hoc. Colori vivaci e intensi, che si aggiungono ai colori neutri di base e ampia gamma di tessuti, pelli e similpelli disponibili per il rivestimento o per il cuscino opzionale di sedie e poltroncine.

www.midj.com

NARDI KOMODO ECOWALL. È un divisorio, modulare e riposizionabile, in resina rigenerata pensato per la partizione degli spazi outdoor. I singoli moduli sono componibili in verticale e in orizzontale formando diverse geometrie, valorizzando l’estetica dell’ambiente e favorendone la privacy. Disegnato da Raffaello Galiotto, è il primo prodotto del programma industriale Nardi ‘Regeneration’ per il riutilizzo della plastica usata ed è appena stato premiato con il Good Design Award. www.nardioutdoor.com

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MOBART BEN Mobart Ben, l’azienda del bellunese ormai punto di riferimento sul territorio per la progettazione e realizzazione di arredi e finiture in legno, su misura e su progetto firma la ristrutturazione del ristorante Rosa Nera a Falcade. Oltre a finiture e arredi, la ristrutturazione ha coinvolto controsoffitti, serramenti e piani di lavoro, illuminazione, sedute e tessuti. Altissima qualità dei materiali rigorsamente Made in Italy, attenzione ai dettagli, artigianalità delle lavorazioni e tecnologie produttive all’avanguardia: queste le caratteristiche delle collezioni studiate e disegnate dall’Ufficio Progettazione Mobart Ben.

www.mobartben.it

DVO DV350-REFUGE è un sistema completo di arredo che comprende schermi divisori fonoassorbenti orientabili, pouf, poltroncine lounge, piani di lavoro, mensole e anche fioriere. Il sistema, firmato da Enzo Berti, prevede una molteplicità di tessuti e cromie e la possibilità di abbinare le partizioni fonoassorbenti agli altri complementi d’arredo. Tutti gli imbottiti possono essere dotati di collegamenti Usb per la ricarica di ogni tipo di device.

www.dvo.it

UNOPIÙ TLINE. È la nuova collezione in alluminio bianco o grafite di Unopiù disegnata da Adam D. Tihany che così la definisce: “si ispira ai motivi del ricamo e della tessitura tradizionale, fondendoli con la struttura materica tipicamente industriale dell’alluminio e con linee morbide e sinuose che ricordano quelle dei pizzi artigianali. Un’elegante collezione outdoor che cattura la poesia della luce e delle ombre”. TLine comprende due tipi di sedie, uno sgabello, una poltrona, due tavoli, un lettino e un divano a 2 o 3 posti.

www.unopiu.it

CHECK UP ITAIR è un purificatore e sanificatore d’aria che sfrutta la naturale azione filtrante dell’apparato radicale delle piante per abbattere i Voc, i composti organici volatili dannosi per salute. E’ una soluzione IoT completamente integrabile all’interno di mobili e complementi d’arredo, gestita e programmabile tramite app dalla quale è possibile verificare in tempo reale la qualità dell’aria. Il sistema è stato integrato negli arredi della nuova area di ristorazione della Torre Hadid di CityLife a Milano (nella foto).

www.check-up.it

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CARUSO ACOUSTIC SILENTE. È un pannello fonoassorbente rivestito in tessuto sfoderabile, da installare in aderenza, a soffitto o a parete, oppure in sospensione nella versione con aggancio e cavi regolabili. Disponibile in varie dimensioni consente ampie possibilità di personalizzazione: dai colori del tessuto alle stampe realizzate ad hoc, fino all’integrazione di sistemi di illuminazione a Led. Silente è una soluzione acustica dalle molteplici caratteristiche, capace di soddisfare le specifiche esigenze tecniche di progetti custom, ideale per hotel, ristoranti, uffici e pubblici esercizi.

www.carusoacoustic.com

INSTABILELAB CUSTOM-ME. È il nuovo progetto di personalizzazione degli ambienti di Instabilelab. Da oggi le grafiche non rivestono più solo le pareti ma diventano temi d’arredo stampabili su qualsiasi volume. Un catalogo con poltrone, lampade, consolle, tavolini e tappeti, rigorosamente realizzati da artigiani italiani. Nella foto Compo-Bed la proposta completa per la camera da letto con oltre 1.600 grafiche tra le quali scegliere.

www.instabilelab.it

CORRADI PERGOTENDA. Lo spazio esterno di un ristorante o di un hotel, un’area benessere, il terrazzo di una suite: le possibilità per sfruttare al meglio un outdoor sono innumerevoli, così come le soluzioni che Corradi propone. Pergotenda, pergole bioclimatiche o le vele ombreggianti sono disegnate su misura per adattarsi a qualsiasi spazio. Nella foto: Pergotenda B-Space, sintesi di design pulito, forza strutturale e resistenza, è realizzata in alluminio e ancorata a una parete di supporto, arriva fino a 9 metri e può prevedere chiusure perimetrali per vivere l’outdoor molti mesi all’anno.

www.corradi.eu

PIXIE La qualità del prodotto si comunica attraverso tecnologia, design, efficienza e assistenza personalizzata, parametri irrinunciabili soprattutto in hotel, ristoranti e centri benessere, progettati con l’esigenza di elevati standard di igiene e pulizia. In quest’ottica i parati Pixie, con tecnologia antibatterica Pura, rappresentano la soluzione, sicura ed ecologica, capace di coniugare l’alto livello di igiene grazie alla protezione antibatterica integrata nella superficie con impermeabilità, elevata resistenza al fuoco, all’abrasione e alla luce, senza rinunciare a stile e design.

www.pixieonweb.com

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SDR CERAMICHE SOLIDO. Dopo Revolution, la collezione di sanitari in Solid Surface, SDR Ceramiche presenta Solido: il mobile da bagno dalle forme pulite, rigorose e minimali che coniuga la maestria nella lavorazione della ceramica con il Solid Surface. Ha una profondità compatta di 46 cm che permette una progettazione ottimale dell’ambiente bagno senza penalizzare né la praticità di utilizzo né l’ampiezza del piano del mobile. Disponibile in tutte le nuance della collezione Revolution: cotone (panna), camelia, aloe e avio.

www.sdrceramiche.it

ITALGRANITI GROUP SILVER GRAIN E CEPPO DI GRÉ. Due collezioni in gres porcellanato con cui Italgraniti valorizza la ricchezza cromatica e grafica delle superfici, in una meticolosa riproduzione delle sedimentazioni naturali. Silver Grain reinterpreta con fedeltà l’eleganza delle pietre naturali, il Ceppo di Gré tutta la bellezza dell’omonima roccia italiana. Accanto al tradizionale 9 mm, si aggiungono per entrambe sia le grandi lastre sia un’ampia gamma di proposte per l’outdoor.

www.italgranitigroup.com

EMILGROUP MILLELEGNI. Per il Villaverde Hotel & Resort l’architetto Alessio Princic ha scelto la Collezione Millelegni di Emilgroup. Oltre 1.300 mq di Millelegni Larch betulla in lastre da 20x120 cm, sono stati posati nelle 33 camere, nelle suite e nell’area Gym&Spa. Il team R&S di Emilceramica si ispira per riprodurre le venature e i nodi propri del legno sulla superficie ceramica, attraverso molteplici passaggi di lavorazione e trattamento delle lastre. Oggi la collezione comprende sette varietà di legni raccolti in altrettante regioni differenti per clima e posizione geografica.

www.emilgroup.it

RAGNO CONTRASTI. Proposta di cementine in gres 20×20 cm, realizzata in sei colorazioni polverose. Grazie alla nuova tecnologia StepWise, Contrasti presenta una superficie setosa e morbida al tatto che garantisce allo stesso tempo un’elevata rispondenza ai valori di attrito imposti dalle normative sullo scivolamento. La palette cromatica e la proposta decorativa sono adatte ad ambienti vivaci e colorati: i decori floreali usano il contrasto bicolore per proporsi in una veste contemporanea mentre le proposte geometriche, con le loro linee pulite e decise, consentono di conferire alle superfici una forte identità. www.ragno.it

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COSENTINO DEKTON DOMOOS. Diversi ambienti del ristorante Diverxo dello chef pluristellato David Muñoz a Madrid sono rivestiti con le superfici Dekton e Silestone di Cosentino. Nella sala principale (nella foto) si trova l’isola centrale con top in Dekton Domoos, una delle tonalità della Solid Collection. Un nero grafite semplice e raffinato, di grande impatto estetico, con tutti i vantaggi della superficie ultracompatta Dekton: resistenza al calore, ai graffi e alle macchie, requisiti indispensabili negli ambienti dell’alta ristorazione.

www.cosentino.com

GRUPPO BONOMI PATTINI VALCHROMAT E STARON SOLID SURFACE. Il Gruppo Bonomi Pattini, specializzato nella selezione e distribuzione di materiali per l’arredamento, l’architettura e il design, propone diverse soluzioni per l’interior, l’home design e per il contract come Valchromat e Staron. Perfetto per creare atmosfere pop o dettagli colorati, Valchromat è un pannello in fibra di legno versatile, resistente e facilmente lavorabile, disponibile in 11 colori. Staron Solid Surface è un materiale estremamente duttile, composto da minerali naturali e componenti acrilici. Simile alla pietra naturale, con i vantaggi dei prodotti minerali, è riciclabile, resistente, facile da pulire e dalle straordinarie proprietà antibatteriche. Termoforabile e disponibile in 140 colori.

www.gruppobonomipattini.com

LAPITEC Lapitec è una miscela di minerali 100% naturali, priva di resine e inchiostri, che dà origine a grandi lastre a ‘tutta massa’. Grazie alla sua composizione, il materiale non subisce variazioni cromatiche per effetto dei raggi UV e ha elevate performance tecniche, che gli permettono di resistere alle escursioni termiche, ai graffi, agli urti, ai prodotti chimici e acidi. Inoltre, la totale assenza di porosità della superficie si rivela ideale in termini di igiene. Caratteristiche che hanno determinato l’impiego del Lapitec nel nuovo ristorante Simya di Londra, dove la pietra sinterizzata, in nuance Arabescato Michelangelo finitura Satin, è utilizzata per il top dei tavoli e integra una piastra riscaldante.

www.lapitec.it

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CEA GIOTTO PLUS. Nasce come ampliamento di gamma della collezione Giotto, ispirata alle forme pure e archetipiche del cerchio e propone nuove configurazioni alla rubinetteria attraverso il miscelatore monocomando. Pur mantenendo le linee puriste e contemporanee della precedente collezione, si presenta con una maniglia generosa, che ospita al suo interno la cartuccia miscelatrice. Disponibile nelle varianti satinato e lucidato e in tutte le finiture speciali: Black Diamond, Bronzo, Rame e Light Gold. Design Natalino Malasorti.

www.ceadesign.it

CISAL VITA. Cisal rappresenta un esempio di industria italiana autonoma e integrata, a ciclo di produzione completo, con soluzioni tecnologiche e gestionali innovative. Una lunga tradizione di ingegno, mestiere e professionalità, di rispetto e considerazione per l’uomo e per il territorio: il lago d’Orta, luogo in cui si concentra il distretto della rubinetteria. Nella foto, Vita by Karim Rashid, una collezione che migliora la funzionalità offrendo un’esperienza sensoriale, intuitiva e riducendo gli ingombri.

www.cisal.it

GROHE TOUCHLESS. Da diversi anni, Grohe è impegnata nella produzione di soluzioni a infrarossi che consentono di massimizzare l’igiene e ottimizzare i consumi idrici. Questa tecnologia è stata estesa a diverse linee consentendo così da incontrare gusti ed esigenze differenti e integrarsi in modo flessibile nella progettazione di qualsiasi tipologia di bagno. Le tecnologia Touchless è disponibile nelle configurazioni di prodotto Bau Cosmopolitan E, Eurosmart Cosmopolitan E e nelle finiture Essence E ed Eurocube E.

www.grohe.it

RITMONIO FINISHES SELECTION. Ritmonio presenta nuove finiture grazie alle quali la rubinetteria si abbina alle scelte cromatiche dell’intero progetto d’interni. La Finishes Selection propone sei nuove cromie: oro rosa lucido, spazzolato e satinato; bronzo scuro spazzolato; cromo nero satinato e champagne satinato. Ottenute con lavorazioni speciali in impianti a basso impatto ambientale, andranno a impreziosire le serie Glitter, Pois, Haptic, Taormina, Reverso e Diametro35, dando vita a innumerevoli configurazioni possibili.

www.ritmonio.it

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CERAMICA GLOBO RING. Fa parte della linea di arredi per il bagno OPI realizzata da Ceramica Globo con la direzione creativa di Angeletti Ruzza Design. Un sistema caratterizzato da design contemporaneo e versatilità grazie alle differenti forme, dimensioni, colori e materiali. Ring, in due dimensioni, nasce per accogliere due diversi modelli di lavabi a incasso, tondi o ovali. Realizzata in metallo a sezione circolare verniciato a polvere, è completa di portasciugamani laterale o frontale. Il piano in metallo in basso la rende pratica e comoda, quello ad altezza lavabo dona un tocco di originalità e stile.

www.ceramicaglobo.com

IDEAL STANDARD CONCA E CHECK. Il lavabo Conca trae ispirazione dall’iconico lavabo progettato nel 1972 da Paolo Tilche. Angoli smussati, design squadrato e minimal, in linea con le tendenze contemporanee, pur mantenendo intatto il carattere unico e sofisticato. La linea di miscelatori Check è caratterizzata da un miscelatore ultrapiatto e una maniglia sottile. La sua leggerezza formale, ottenuta attraverso il disegno di una maniglia sottilissima leggermente ricurva e le sue proporzioni piatte completano lo skyline del lavabo, permettendo un’integrazione perfetta con il modello Conca. Entrambi sono stati disegnati dallo Studio Palomba Serafini Associati.

www.idealstandard.it

CERAMICA FLAMINIA APP. La serie di lavabi della collezione App si arricchisce di nuovi elementi con una proposta perfettamente tonda e una morbida forma ovale. Gli spessori sottilissimi restituiscono una grande leggerezza e consentono anche nelle dimensioni ridotte un notevole sfruttamento del bacino. Coerente con la visione di Flaminia, il colore è inteso come elemento costitutivo e irrinunciabile del progetto. Le stesse forme tondeggianti, sintetiche, perfette dei lavabi vengono riprese anche nella nuova collezione di vasche da bagno App, in tre dimensioni. Realizzate in pietraluce, sono presentate in diversi colori per un perfetto abbinamento alle finiture ceramiche.

www.ceramicaflaminia.it

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FLUIDRA FLUIDRA. Nella piscina del Resort Trulli Leonardo di Locorotondo in Valle d’Itria è racchiusa tutta la ricerca tecnologica di Fluidra. Un elegante tipologia a sfioro, realizzata in cemento armato, che permette all’acqua di scorrere verso i quattro lati dando la sensazione di nuotare in una vasca senza confini. Le pompe di filtrazione a velocità variabile garantiscono un forte risparmio nel consumo di energia, così come l’illuminazione a led. La sanificazione dell’acqua avviene tramite l’elettrocloratore a sale SaltExpert by AstralPool che trasforma il comune sale in cloro con evidente beneficio per l’ambiente e per un bagno estremamente piacevole.

www.fluidra.com

STARPOOL NATURESAUNA. La nuova sauna per esterni Starpool, progettata dallo Studio aledolci&co è realizzata in legno naturale della Val di Fiemme con inserti in rame spazzolato e si trasforma con il tempo valorizzando l’essenza naturale dei materiali e la loro evoluzione a contatto con l’ambiente. Con il passare degli anni, legno e metallo cambieranno, esprimendo tutte la loro potenzialità. L’ampia gamma di layout a disposizione, unita alla semplicità e alla velocità dell’installazione, creano una sauna adatta a ogni contesto outdoor e a ogni clima.

JACUZZI VIRTUS. Una spa di grandi dimensioni che accoglie comodamente fino a sei persone in postazioni dedicate, per un’esperienza di idromassaggio personalizzata. Il guscio interno garantisce un percorso benessere efficace e completo e le sedute, con inclinazioni e profondità differenti, un idromassaggio mirato su aree specifiche del corpo. Disponibile nelle versioni con riscaldatore elettrico, scambiatore di calore o pompa di calore Jacuzzi EcoHeat, Virtus garantisce risparmio energetico e facilità di gestione.

www.starpool.com

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EFFE TOUCH&STEAM. Effe, la nuova Effegibi, presenta un generatore di vapore essenziale e compatto: una sottile lastra di vetro che integra cromo e aromaterapia e sistemi di ventilazione e lavaggio della caldaia. I comandi touchscreen illuminano il vetro e consentono di scegliere le varie funzioni: erogazione del vapore, caldo doccia, preriscaldamento vano, illuminazione con luce bianca o cromoterapia. Si installa con facilità e trasforma la doccia in un hammam.

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