Rendez-Vous de la Mode HC

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Italy only: € 16,00 - E: € 25,00 - P: € 25,00 - NL: € 20,00 - B: € 26,00 - L: € 26,00 - A: € 30,00 MC: € 30,00 - F: € 30,00 - D: € 30,00 - CH: Fs 35,00 - UK: £ 24,90 Anno 04 - numero 08

ISSUE 08

HAUTE

COUTURE & BRIDAL

SPRING/SUMMER 2016



















dress the soul

www.luanapolimeni.com



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IND 52 PARIGI IL SOGNO DELL'HAUTE COUTURE

83

61

ANTON GIULIO GRANDE LA "GATTA BIANCA"

MAISON GATTINONI 70 ANNI DELL'ATELIER

75

MARELLA FERRERA OLTRE L'ABITO IL PENSIERO

69

RENATO BALESTRA ALTA MODA ITALIANA


ICE 94 RAFFAELLA CURIEL INTELLETTUALE DELLA MODA ITALIANA LUANA POLIMENI ALTAROMA ALTAMODA

105

170 WHERE ART MEETS ART

112 PARIS PRÊT À PORTER, ROMA-NEW YORK-LONDON-MILANO-PARIS ALTA MODA.


IND 182 MASSIMO IZZO UN ARTISTA DEL GIOIELLO

193 YUKI SELI SEA WE DON'T SEE

216

UNTITLED PROJECT

207

JOE VALERIANO AND JOE COLOMBO DUE AMICI CON LO STESSO NOME


ICE 229 CASTELLI DI CARTA THE NEW YORK STATE OF MIND LA GRANDE BELLEZZA

281 SPOSA ITALIA IL FASHION TORNA AD EMOZIONARE

287

BRIDE WARS, LA MIA MIGLIOR NEMICA THE WEDDING DATE LOVE ACTUALLY


COLO PUBLISHER AND DIRECTOR Stefano Cislaghi

CREATIVE DIRECTOR Federico Garibaldi

MANAGING EDITOR Alessia Tota

EDITORIAL ASSISTANT Simona Bosco

FASHION Giulia Meterangelis, Angelica Torelli, Portia ChĂŠrie

IMAGES Jacopo Lorenzini, Alessio Perrotta, Marcello Arena, Mario Zanaria

WORDS Alessia Tota, Daniela Fedi, Franco Ciambella, Valeria Bordoni, Diletta Carosi, Roberto Faelli, Matteo Ceschi, Rossella Menegazzo

GRAPHIC EDITOR Ivonne del Carmen Rosas

VIDEO EDITOR Antony Fesce

ADVERTISING INQUIRY Eurodistripress S.r.l. - Milano Galgano & Tota Associati Via di Vigna Fabbri, 8 00179 Roma +39 067807454


PHON TRANSLATION Opitrad S.r.l. Via Paolo da Cannobio, 37 20122 Milano pubblicita.sg@rendezvousdelamode.com

SUBSCRIPTION AND INFORMATION SERVICE info@rendezvousdelamode.com +39 0271040565 Via Negroli 51, Milano, Italia

DISTRIBUTION Italia: Pieroni Distribuzione S.r.l. Via C. Cazzaniga, 19 - 20132 Milano T +39 02.25823176 | F +39 02.25823324 Milano Roma Bologna: Intercontinental S.r.l. Via Veracini, 9 – 20124 Milano T +39 02.67073227 | F +39 02.67073243 diffusione@intercontinental.it Estero: So.di.p. Spa Via Bettola, 18 - 20092 Cinisello Balsamo (MI) T +39 02.66030400 | F +39 02.66030269 www.siesnet.it | sies@sodip.it Rendez-Vous De la Mode is a Publication by Eurodistripress. Pubblicazione registrata al Tribunale di Milano il 11.09.2012 N° 345, Printed by Tecnografica S.r.l. Via Degli Artigiani 4, 22074 Lomazzo, Como, Italia. Milan April 2016 www.rendezvousdelamode.com

from Issue 173 - pp. 106 - Ring Clotilde Bolognesi.


L’ALTA MODA DAL MIO PUNTO DI VISTA DI FRANCO CIAMBELLA FASHION DESIGNER

“L’alta moda oggi è, come tutta la moda e l’arte in generale, strettamente collegata ai tempi in cui vive e sua diretta espressione. Essa risente delle idee, del gusto estetico, delle tendenze, dei valori e anche dei pregiudizi che le sono contemporanei. A mio avviso bisognerebbe innanzitutto ridefinire il concetto di Alta Moda, ma più che mai quello di stile. Di certo si parla di una forma di comunicazione altamente evocativa, che si esprime attraverso una serie di sovrastrutture concettuali e ad un livello di astrazione più elevato rispetto alla moda comune. Spesso quando si pensa a qualcosa di concettuale, generalmente s’immagina qualcosa di “più alto” che riesce a comunicare emozioni e stati d’animo più che informazioni e lo fa con scelte stilistiche che facilitano tale compito. Che cosa sia questa zona della moda “più alta” e quali siano i progetti o opere che riescono a comunicare direttamente al cuore, però, sono fattori che cambiano continuamente, quindi se per stile intendiamo la perfezione estetica di Dior piuttosto che la passione classica di Yves Saint Laurent, potremmo facilmente dire che oggi di stile v’è ben poco. Oggi infatti le tendenze, e gli stili corrispondenti, nascono dalla strada per poi essere portati sulle passerelle. La società nella quale viviamo oggi è strana a modo suo, da una parte vive d’immagine e d’accessorio, dall’altra sembra rifuggire tutto ciò che è troppo aulico, troppo formalmente perfetto, reputandolo anacronistico e quasi scomodo. È come se si volesse rendere prezioso ciò che non lo è e dare dignità a chiunque in nome della libertà stilistica totale.

Così ognuno può essere stilista: dalla giovane ribelle che descrive le sue esperienze sadomaso facendo largo uso di ossimori stilistici, alla dirigente d’azienda bisognosa di scaricare lo stress disegnando vestiti per il suo clan di amiche. Il problema della moda in genere oggi è che è inflazionata ed è divenuta un ulteriore accessorio. In questa ottica è facile capire quanto risulti arduo distinguere tra ciò che effettivamente è valido e ciò che invece non lo è; tra quanto sia alta moda da quello che non lo sarà mai. Dall’altra parte poi c’è il problema del mercato. I produttori e le aziende che distribuiscono hanno ovviamente bisogno di vendere possibilmente in larga scala e l’Alta moda, per sua natura troppo “lenta” e tecnicamente alla ricerca di perfezione emozionale, mal si presta a divenire prodotto di consumo. Tuttavia credo che l’Alta Moda sia rimasta comunque l’ultimo baluardo contro la mercificazione della moda stessa e l’unica difesa dell’alto artigianato creativo. Essa non è morta e mai morirà, deve trovare nuove forme e nuovi spazi d’espressione, ma deve soprattutto potersi nutrire del coraggio e della fiducia di chi crea e produce. L’arte quindi si intreccia con la moda e crea delle trame in cui l’astrattismo prende vita in una visione del tutto sperimentale. La tendenza più attuale è quella di personalizzazione per diversificarsi e distinguersi dalla massa, perciò proprio per questo il futuro della moda per paradosso rinascerà come sempre dall’Alta Moda. La tradizione viene abbandonata per sperimentare nuove prospettive che aprono la moda ad un palcoscenico futuristico fatto di una teatralità contemporanea ed iper personale.” Franco Ciambella


MY PERSPECTIVE ON HIGH FASHION “High fashion today, like all fashion and art in general, is closely related to the time in which it is exists and the direct expression of the same. It is influenced by the ideas, aesthetic tastes, trends, values and even the prejudices of its times. In my opinion, we need to redefine the concept of high fashion but, more than ever, also that of style. It is certainly a highly evocative form of communication, expressed through a series of conceptual superstructures that work at a higher level of abstraction compared to ordinary fashion. When we think of something conceptual we usually imagine something ‘higher’ that is capable of conveying emotions and states of mind rather than information, and it does so using stylistic choices which facilitate the task. However, exactly what this area of high fashion is and which projects and works are capable of speaking directly to the heart are factors that are in constant mutation, so if by style we are referring to the aesthetic perfection of Dior, rather than the classic passion of Yves Saint Laurent, we could quite easily say that there is very little style today. In fact, nowadays, the trends and the corresponding styles are born on the street then re-proposed on the catwalks. The society in which we live today is peculiar in its own way. On one hand it thrives on images and accessories, while on the other it seems to shy away from anything that is too noble or formally perfect, considering it outmoded, almost uncomfortable. It’s almost as if we want to turn something that isn’t precious into something that is and give dignity to anyone in the name of total stylistic freedom.

In this way, everyone can be a designer: from the young rebel that expresses their sadomasochistic experience through the abundant use of stylistic oxymora, to the company director who needs to offload their stress, designing clothes for their entourage of friends. On the whole, the problem with fashion today is that is overinflated and has become yet another ‘accessory’. From this perspective, it is easy to see why it is so important to distinguish between what is effectively valid and what isn’t; weed out the high fashion from the fashion that will never ever be haute couture. Then there is the problem of the market. Obviously, the producers and companies that distribute need large scale sales, while high fashion, due to its extremely ‘slow’ nature, is technically seeking emotional perfection, making it an unsuitable product for mass consumption. Nevertheless, I believe that high fashion has still remained the last bastion against the commodification of fashion itself and the only defence of artisanal mastery and creativity. It is not dead and never will be. It must find new forms and sources of expression, but above all it needs to be nurtured by the courage and faith of the people who create and produce it. Consequently, art intertwines with fashion, weaving a fabric where abstract art comes to life in a completely experimental vision. The current trend is personalisation, so people can stand out and distinguish themselves from the masses. Paradoxically, it is precisely for this reason that the future of fashion will be reborn as high fashion yet again. Tradition is abandoned to explore new perspectives opening fashion up to a futuristic stage of uber-personal and contemporary theatricality.” Franco Ciambella


L’EVOLUZIONE: UN WORK IN PROGRESS DI STEFANO CISLAGHI PUBLISHER

L’immobilismo non ha mai prodotto progresso e quasi sempre è il mercato a determinare preferenze e cambiamenti. Mai come in questo momento poi i mutamenti sono divenuti fondamentali. Cambia il gusto della gente, cambiano le scelte ed i modi di proporre, come pure di arrivare al consumatore finale. Molto spesso sono fenomeni legati a normali cicli storici. Ma negli ultimi anni la crisi economica che ha coinvolto non solo l’Europa ma tutto il mondo, ha costretto e costringe un adeguamento continuo alla rapida evoluzione, anche tecnologica di ciò che ci circonda. Quindi pure l’editoria rivolta ad un pubblico internazionale, secondo il mio punto di vista, ha l’obbligo di adeguarsi con largo anticipo, alle richieste ed alle esigenze dei diversi paesi, pure attraverso rigorose ed indispensabili ricerche di mercato. Il mondo è cambiato e cambierà sempre di più. Come cambiano anche le mode e le possibilità di spesa. L’unico settore che non sembra aver mostrato cedimenti, ma considerevoli aumenti di fatturato, è quello legato al lusso che ha pure determinato l’interesse e l’acquisizione di importanti marchi italiani da parte di grandi gruppi esteri di investimento. “Rendez Vous de la Mode” è da sempre una testata focalizzata sul lusso. Pertanto ho ritenuto necessario apportare cambiamenti con varianti e modifiche per me opportune, in modo da renderla ancor più ricca ed ancor più interessante al livello mondiale, accogliendo pure le esigenze di quei paesi, come ad esempio Singapore, che al cartaceo preferiscono la lettura del magazine on-line o attraverso le App, mantenendo la qualità della stampa invece per altri mercati, come ad esempio gli Emirati Arabi, che ancora prediligono la lettura tradizionale. Del resto è nell’aria la voglia di cambiamento

pure nel presentare le collezioni. Difatti New York sta considerando superate le settimane della moda e a Singapore si è già svolta la quarta edizione della Digital Fashion Week. Oltretutto ormai è noto che quando le collezioni sono in passerella nei vari calendari, la maggior parte degli acquisti sono già stati effettuati. Pertanto non è da sottovalutare la possibilità che un giorno tutti i possibili clienti possano vedere le collezioni in diretta streaming, le sfilate diventare semplici eventi ed anche la carta stampata dovrà essere costantemente aggiornata. Quindi ho il piacere di presentare “Rendez Vous de la Mode” con uno staff completamente nuovo e nella sua veste rinnovata, seppur mantenendo natura e finalità. Cambia la grafica, e anche i contenuti rifletteranno un nuovo mood creativo, poiché realizzati con reportage e servizi particolari che documenteranno il “dietro le quinte” di tutti gli appuntamenti più importanti di arte, moda e non solo; presenze di stilisti importanti, con interviste agli stessi, collaborazioni con modelle e fotografi internazionali, speciali editoriali e partecipazione di firme note del giornalismo e della moda in generale. Rimarranno sempre quattro i numeri canonici (due per Alta Moda/Alta Moda Sposa e due per Pret-à-Porter), che si arricchiranno di volta in volta, con degli inserti speciali dedicati a tutti i settori da evidenziare, sempre legati alla moda. A questi quattro numeri si aggiungeranno due testate semestrali, rivolte e indirizzate all’avanguardia, alla ricerca, alla sperimentazione e all’ esaltazione della creatività in ogni sua forma, inclusa l’arte pura, del tutto prive di quei condizionamenti che sono determinati da logiche di mercato.

Stefano Cislaghi


THE EVOLUTION:A WORK IN PROGRESS Immobility has never produced progress – preferences and changes are nearly always decided by the market. Never as much as today have changes been so fundamental. People’s tastes change, as do choices and ways of proposing change, and the ways of reaching the end consumer. Very often these phenomena are linked to normal historical cycles, but in recent years the economic crisis, involving not only Europe but the whole world, has forced and is forcing us to adapt continually to the rapid evolution of our surroundings, also technologically. So I believe also publishing aimed at an international readership has an obligation to adapt well in advance to the requirements and demands of the different countries, through rigorous and indispensable market research The world has changed and is going to change more and more, as will fashions and spending possibilities. The only sector that doesn’t seem to have shown a downturn, but even considerable increases in revenue, is the one linked to luxury, which has also led to interest and the acquisition of important Italian brands by big foreign investment groups. “Rendez-Vous de la Mode” has always been a publication focused on luxury. So I felt we needed to bring in changes with variants and modifications, to make it even richer in content and even more interesting on a world level. Accommodating the demands of countries such as Singapore, which prefer to read magazines on-line or through Apps, rather than on paper, but maintaining the print quality for other markets, like the Arab Emirates, which still go for traditional reading. After all, the wish for change is in the air

also in presenting collections. New York is coming to consider fashion week out of date and Singapore has already held the fourth edition of Digital Fashion Week. Everything else aside, we now know that when the collections are on the catwalks in the various calendars, most of the purchases have already been made. So it’s not unlikely that one day all the possible customers may see the collections in direct streaming, the fashion parades may become simple events and also the printed paper will have to be constantly updated. So it’s a pleasure for me to present “Rendez-Vous de la Mode” with a completely new staff and a new image, while maintaining its nature and aims. The graphic design has changed and also the contents will reflect a new creative outlook, achieved with distinctive reporting and stories to document the “behind the scenes” of all the most important appointments in art, fashion and not only: important fashion designers, with interviews; collaboration with international models and photographers; special editorials; participation of well-known signatures from journalism and fashion in general. There will still be the standard issues (two for High Fashion/Bridal High Fashion and two for Prêt-à-porter), which will be enhanced periodically with special supplements dedicated to all the sectors to be highlighted, always related to fashion. These four issues will see the addition of two six-monthly publications, aimed at and addressing the avant-garde, research, experimentation, enhancement of creativity in all its forms, including pure art, completely free of the conditioning imposed by the logic of the market.

Stefano Cislaghi


Face (Sumi on paper - Japanese Ink) Masahiko Kubo Artist/Designer



Future of Symbol (Printing Inks, Paint on paper) Masahiko Kubo Artist/Designer


PHOTOGRAPHER FILIPPO FORTIS - WWW.FILIPPOFORTIS.COM - BEAUTY EDITOR & HAIR CONCEPT GIOVANNI IOVINE@W-MMANAGEMENT - HAIR MARCO MINUNNO@W-MMANAGEMENT - MODEL IZABELA MAGIERA@MPMANAGEMENT

Jewels www.davossa.com www.davossa.com “LE SIGNORE DEGLI ANELLI” PRESENTANO GLI UNICI DI D’AVOSSA, OGNI CREAZIONE UN PEZZO UNICO / ‘’ THE LADIES OF THE RING’’ PRESENT THE D AVOSSA JEWELS, EACH CREATION IS ONE PIECE ONLY


Shell-Woman (Pastel on paper) Masahiko Kubo Artist/Designer



PARIGI il sogno dell’haute couture


Dress ELIE SAAB


PARIGI IL SOGNO DELL’HAUTE COUTURE words DANIELA FEDI pics FEDERICO GARIBALDI

PARIS,THE DREAM OF HAUTE COUTURE

“Me ne vado, non ci sono più donne” ha detto Cristobal Balenciaga un pomeriggio di un giorno da cani. Correva il 1968, l'anno fatidico del maggio francese e della nascita ufficiale del Prêtà-porter, una specie di bestemmia per il cosiddetto “Picasso della couture”, magico inventore di forme da indossare. Per lui esisteva solo l'alta moda intesa come ricerca di assoluti vestimentali, accademia del cimento sartoriale, arena di tagli, ricami e decorazioni preziosi oltre ogni dire, unici per definizione. Le donne ovviamente c'erano ancora, ma stava sparendo il mondo delle dame dell'alta società con infinite regole di etichetta da rispettare a ogni ora del giorno e della notte. Si stavano insomma sfumando i confini tra le occasioni dell'abito e la realtà: non era più necessario conoscere e rispettare un rigido dress code. Non per nulla Yves Saint Laurent che da dieci anni esatti dominava la scena della moda, proprio quell'anno portò le sahariane nei salotti, lanciò il cosiddetto nude look e cominciò la lunga marcia internazionale del marchio Rive Gauche destinato a un pubblico più giovane, sportivo e meno ricco di quello che ancora frequentava lo storico atelier di rue Spontini a Parigi. Inoltre il 10 gennaio 1968 era morta Coco Chanel, la donna che agli inizi del ventesimo secolo aveva traghettato la moda femminile nella modernità pur rimanendo rigidamente fedele ai sacri crismi della couture. Nemica giurata di Schiaparelli che chiamava con disprezzo “l'italienne”, poco amante dello stile futuribile di Paco Rabanne che definiva

“I’m going, there are no women any more” said Cristobal Balenciaga one awful afternoon. It was 1968, the fateful year of the May events in France and of the official birth of Prêt-à-porter, a kind of swear-word for the so-called “Picasso della couture”, the magical inventor of shapes to be worn. For him there was only high fashion, understood as a search for absolutes in clothing, an academy of sartorial endeavour, an arena of cuts, embroideries and precious decorations beyond words, unique by definition. Obviously the women were still there, but the world of high-society ladies, with infinite rules of etiquette to be respected every hour of the day and night, was disappearing. The confines between dress occasions and reality were becoming blurred; you no longer had to know and respect a strict dress code. Not by chance, precisely in that year Yves Saint Laurent, who had dominated the fashion scene for exactly ten years, brought the bush jacket into the salons, launched the so-called nude look and began the international long march of the Rive Gauche brand aimed at a younger, sporting and less affluent public than those who still frequented the historic fashion house in Rue Spontini in Paris. In addition, Coco Chanel had died on 10 January 1968. She was the woman who at the beginning of the twentieth century had brought female fashion into the modern era while remaining strictly faithful to the sacred tenets of couture. A sworn enemy of Schiaparelli, whom she scornfully called “l’italienne”, no lover of the futuristic style of Paco Rabanne, whom she ironically described as “the metal-worker of fashion”, Mademoiselle had a great respect for Balenciaga. It was in fact he, with the complicity of Marie


Dress VALENTINO


Dress VALENTINO


Hélène de Rothschild, who pushed her to open the legendary fashion house in rue Cambon in 1954. Coco had closed down at the beginning of the Second World War and had then reopened only the perfume and costume jewellery department, when she was accused in 1945 of collaborating with the Germans because of her relationship with the assistant of von Ribbentrop and head of Nazi secret services, Hans Günther von Dincklage. Her innocence was soon demonstrated, but she indignantly decided to move to Lausanne, which was to be her place of burial. However, she often returned to Paris, to her celebrated apartment in the Ritz, where one fine day the baroness showed her a dress of rare ugliness made by Balenciaga purely to make her angry. “Cristobal, you wretch, what are you up to?” shouted Coco as she burst into the fashion workshop with the model to be remade. He pretended to be offended and refused to take up the scissors. She did instead, creating a masterpiece of which no one could claim paternity. “They made it with four hands, I can’t say more”, declared the “Baronne” about her dress, pricking the pride of its one creator. The adventure began again and still today Chanel is one of the few high fashion parades worthy of the name in Paris. The others are Valentino, Versace Atelier, Jean Paul Gaultier, Giambattista Valli and Elie Saab. Rome should be seriously rethought because it’s not possible to trace the origins of a phenomenon called “Made in Italy” to “pizza and figs”. Without the sartorial mastery of names like Curiel, Gattinoni or Balestra, there wouldn’t have been an Armani, a Versace and a Ferrè, but certainly a hard styling job needs to be done to remove, as it were, the dust from the very structure of the fashion parade.

ironicamente “il metallurgico della moda”, Mademoiselle aveva un grande rispetto per Balenciaga. Fu infatti lui con la complicità di Marie Hélène de Rotschield a spingerla a riaprire il mitico atelier di rue Cambon nel 1954. Coco aveva chiuso bottega all'inizio della Seconda Guerra Mondiale per poi riaprire il solo reparto profumi e bijoux quando, nel 1945, venne accusata di collaborazionismo con i tedeschi per la sua relazione con l'attendente di Von Ribbentrop e capo dei servizi segreti nazisti Hans Gunther von Dinklage. La sua innocenza venne ben presto dimostrata, ma lei sdegnata decise di trasferirsi a Losanna dove poi è stata sepolta. Tornava comunque spesso a Parigi nel suo celebre appartamento al Ritz dove un bel giorno la baronessa le fece vedere un vestito di rara bruttezza confezionato da Balenciaga al solo scopo di farla arrabbiare. “Cristobal, disgraziato, cosa combini?” chiese a gran voce Coco facendo irruzione nell'atelier con il modello da rifare. Lui si finse offeso e rifiutò di riprendere in mano le forbici. Lo fece lei, creando un capolavoro di cui nessuno poteva assumersi la paternità. “L'han fatto a quattro mani, non posso dire di più” dichiarò la “Baronne” del suo vestito pungolando l'orgoglio dell'unica autrice. L'avventura ricominciò e ancora oggi Chanel è una delle poche sfilate d'alta moda degne di questo nome a Parigi. Le altre sono Valentino, Versace Atelier, Jean Paul Gaultier, Giambattista Valli ed Elie Saab. Roma andrebbe seriamente ripensata perché non si può far finire a “pizza e fichi” le origini di un fenomeno chiamato Made in Italy. Senza la maestria sartoriale di nomi come Curiel, Gattinoni o Balestra non sarebbero esistiti Armani, Versace e Ferrè ma certo bisogna fare un duro lavoro di styling togliendo per così dire la polvere all'impianto stesso dei defilè.


Per capire la Sicilia che in mezzo a tutto ha dato i natali a Marco De Vincenzo e Fausto Puglisi, i migliori designer emergenti degli ultimi anni, non bisogna tanto guardare a Dolce & Gabbana quanto a Marella Ferrera, uno dei tanti, troppi nomi messi in fuga dal calendario di AltaRoma per ragioni politiche. Sulla kermesse romana per il suo presunto ruolo di scouting sono piovuti soldi a palate: un milione e mezzo di euro dicono i bene informati. Sarebbe bello capire dove e soprattutto a chi son finiti e/o finiranno. Forse a questo punto bisognerebbe rubare una citazione di Giuseppe Garibaldi: “Italiani, siate seri”. Con buona pace del maestro Balenciaga e della sua triste teoria sull'estinzione delle donne in grado di capire la magia dell'alta moda.

To understand Sicily, which in the midst of all this has provided the birthplace of Marco De Vincenzo and Fausto Puglisi, the best emerging designers of the last few years, we should look not so much at Dolce & Gabbana as at Marella Ferrera, one of the many, too many, names fleeing the calendar of AltaRoma for political reasons. Money has rained down in buckets on the Roman kermis for her alleged role in scouting: a million and a half euro, say the well-informed. It would be nice to understand where and especially to whom the money went and/or will go. Perhaps at this point we should steal a quote from Giuseppe Garibaldi: “Italians, be serious”. With no offence to the master Balenciaga and his sad theory about the dying out of women able to understand the magic of high fashion.


Dress GIVENCHY



MAISON Intervista a Stefano Dominella e Guillermo Mariotto

GATTINONI


MAISON GATTINONI 70 ANNI DELL’ATELIER INTERVISTA words VALERIA BORDONI

Stefano Dominella tra le numerose cariche ha quella di Amministratore Delegato della Gattinoni Due a Roma, Presidente del Comitato Tecnico Sistema Moda di Unindustria, Consigliere della Camera Nazionale della Moda Italiana con delega alla formazione e Presidente della Commissione di “Unindustria” per le attività di sviluppo e promozione della moda nel Lazio. Nel contesto dell’alta moda romana assieme a Guillermo Mariotto, direttore creativo della Maison Gattinoni, ha preferito presentare la sua ultima collezione con una performance, fuori calendario, scegliendo una location diversa e suggestiva, allestita per l’occasione come un piccolo palcoscenico tutto bianco, pieno di quinte, da dove spuntavano le creazioni della collezione. Abiti accompagnati dai preziosi ed originali gioielli Futuro Remoto by Gianni De Benedittis: magica rappresentazione per un pubblico super selezionato. Secondo lei la sfilata classica è superata? Dipende. Oggi noi abbiamo sperimentato un nuovo modo di presentare, poiché riferendomi a ciò che è stato detto nel corso della fashion week di New York:“Le sfilate dovrebbero essere dei momenti di grande glamour. Ma dei momenti. Perché sfilare sistematicamente due volte l’anno per buyers e clienti, si rischia sia di essere immediatamente copiati, sia di perdere con il tempo la loro forza spettacolare.

Among his numerous roles, Stefano Dominella is Managing Director of Gattinoni Due in Rome; President of the Unindustria Technical Committee for the Fashion System, Council Member in charge of Education and Training to the National Chamber of Italian Fashion and President of the Unindustria Committee for the development and promotion of fashion in Lazio. It is within this context of Roman haute couture, in collaboration with Guillermo Mariotto, Creative Director of Maison Gattinoni, that he decided to present his latest collection. This was done in the guise of an off-programme performance, in an unusual and evocative location, which was decked out like a small white stage, full of curtains. Clothing combined with precious and original ‘Futuro Remoto’ jewellery by Gianni De Benedittis, showcased in a magical presentation for an extremely select public. Do you think the traditional fashion show is outdated? It depends.Today, we have experimented with a new form of presentation, because in reference to what was said during New York Fashion Week: “Fashion shows should be a moment of great glamour. But only a moment.” In fact, by systematically presenting your collections to buyers and clients twice a year, you not only risk being immediately imitated but, over time, there’s also the risk that the collections will lose their extraordinary power.”





And this year the Gattinoni atelier will be celebrating 70 years of activity with an exhibition, held at the Baths of Diocletian in Rome, inspired by water and everything this element has inspired in fashion, photography and technology. As ever, the event will be under the creative direction of Guillermo Mariotto, who as well as being a wellknown designer is also famous for his many appearances as a judge and commentator on some of the most popular and important Italian television programmes. Ironic, sensitive Mariotto is a true artist, who often draws inspiration from religion. A delicate subject, particularly in the present climate. E quest’anno l’atelier Gattinoni festeggia i 70 anni di celebre attività con una mostra a Roma, nelle Terme di Diocleziano, dedicata all’acqua ed a tutto ciò che questo elemento ha ispirato nella moda, nella fotografia e nella tecnologia. A dirigere sempre la mano ed il gusto creativo di Guillermo Mariotto che oltre ad essere noto come designer , è ormai famoso pure per le numerosissime apparizioni televisive in qualità di giurato ed opinionista, nelle più importanti e popolari trasmissioni della TV italiana. Ironico, sensibile ed artista puro, Mariotto spesso trae le sue ispirazioni dalle religioni. Un argomento delicato, soprattutto in un questo momento. Come riesce ad abbinare le trasparenze dei suoi abiti con le religioni, soprattutto in considerazione della sua vasta clientela medio-orientale? Semplice. Per me l’unica religione è “la bellezza”, che è tale per tutti, a prescindere dal credo. Del resto chi non desidera vivere nella bellezza? Quindi nei miei abiti cerco di parlare di questo e sono certo che nel nudo e nelle trasparenze, se trattate nel modo giusto, tutto riesce a diventare bello!

How do you combine the transparency of your clothes and the different religions, particularly in light of your vast client base in the Middle East? It’s simple. For me, the only religion is ‘beauty’, which means the same thing for everyone, regardless of their beliefs. After all, who doesn’t want to live surrounded by beauty? So I try to convey this through my clothes and I’m certain that in nakedness and transparency, when handled tastefully, everything becomes beautiful!

Sergio Dominella Amministratore delegato Maison Gattinoni




RENATO L’ispirazione è dietro l’angolo; basta saperla cogliere.

BALESTRA


RENATO BALESTRA ALTA MODA ITALIANA INTERVISTA words DILETTA CAROSI

Renato Balestra is one of the great names in Italian high fashion, who still today represents one of the few Italian firms to maintain family ownership together with a strongly managerial structure. The celebrated designer works together with his daughters Federica and Fabiana. Fabiana, as well as being a member of the board of management of AltaRoma, has been involved for some time in the promotion of young talents through the “Be Blu Balestra” project. Renato Balestra, uno dei grandi nomi dell’alta moda italiana, che ancora oggi rappresenta una delle poche imprese italiane a mantenere la proprietà famigliare, unita ad un assetto fortemente manageriale. Assieme al celebre couturier, le figlie Federica e Fabiana. Quest’ultima oltre ad essere membro del Cda di AltaRoma è da tempo coinvolta anche nella promozione dei giovani talenti attraverso il progetto “Be Blu Balestra”. Tanto tempo nella moda e sempre protagonista, diventa difficile per Renato Balestra trovare nuove ispirazioni? Assolutamente no: l’ispirazione è dietro l’angolo; basta saperla cogliere. Il segreto è nel non perdere mai l’entusiasmo di fare questo lavoro, che ha a che fare con la bellezza. Nella moda poi è un insieme di tante cose. Perché l’aspetto fisico aiuta sicuramente ed è la materia prima su cui lavorare, ma poi ci vuole cultura, sapersi muovere e parlare. Per la sua collezione ha usato molti colori sgargianti, evitando quelli meno appariscenti. Come mai questa scelta? Una scelta determinata dal periodo che stiamo vivendo. Poiché soprattutto nei momenti difficili bisogna sempre avere l’ottimismo di andare avanti e di non lasciarsi andare. E la moda, come la cultura, in questo sono elementi essenziali a cui nessuno può rinunciare.

With all the time spent in fashion, and always in a leading role, does it become difficult for Renato Balestra to find new inspiration? Not in the least! Inspiration is round every corner, you just have to know how to capture it. The secret is never to lose your enthusiasm for doing this work, which involves beauty. And in fashion it’s a whole series of things; physical appearance certainly helps and it’s the raw material to work on, but then you need culture, to know how to move and speak. You have used a lot of gaudy colours for your collection, avoiding the less ostentatious ones. What’s your reason for this choice? It’s a choice determined by the period we live in. Because especially in difficult times we must always have optimism to go forward and not let ourselves go. And in this, fashion, like culture, is an essential element that no one can discard.






MARELLA FERRERA

“OLTRE L’ABITO… IL PENSIERO” Il primo evento del Grand Opening sarà la Mostra “Oltre l’Abito… il Pensiero” che dopo Roma 2003 e Milano 2004 approda finalmente a Catania; un viaggio in Sicilia, un viaggio colmo di storia e tradizioni attraverso le incredibili sperimentazioni della “Sperimentatrice della Moda”.


MARELLA FERRERA “MUSEUM & FASHION”, RIAPRE IL MUSEO BISCARI words ALESSIA TOTA pics ANTONIO PARRINELLO

Quando a Roma Marella Ferrera presentò la sua prima collezione di alta moda nel 1993, fu subito un grande successo di pubblico e stampa. Tutti d’accordo sul fatto che la minuta e determinata giovane stilista, già da allora oltre alla sua indiscussa creatività, avesse a Catania, sua città natale, pure un atelier e laboratorio fondato nel 1958 dai suoi genitori, ancora oggi seguito dal fratello Mimmi, ricco di bravissime sarte, ricamatrici e premiere. L’anno dopo un’ulteriore affermazione ed il brivido di sfilare tra i grandi nella famosa scalinata di Trinità dei Monti a Roma, accompagnata dalle principesse Michela Rocco di Torrepadula e Sua Altezza Reale Mafalda di Savoia Aosta, per la quale crea l’abito da sposa. Qualcuno l’ha anche accostata al “The King Armani” per quel suo stile femminile, ricercato, raffinato, sempre riconoscibile pur nelle sue numerose diversità, frutto di grande ricerca in ogni collezione. L’ispirazione proviene sempre dalla sua terra di origine, con le sue antiche tradizioni, intrecciate ad una grande cultura. Indimenticabile l’abito interamente realizzato con 90 “piastrelle” ricamate a mano, riprodotte da quelle originali della famosa scalinata di S. Maria del Monte a Caltagirone. E che Marella avesse l’arte nel DNA della sua moda, lo avvalorò presentando nel 2000 una collezione di abiti, con modelle immobili dietro cornici gigantesche, ad interpretare quadri di artisti siciliani, dal XV al XVIII secolo, tra cui Antonello Da Messina. La stilista afferma sempre più le sue creazioni sofisticate ed intellettuali, che si caratterizzano per le linee sobrie, ma costruite e per l’uso di materiali inediti come la pietra lavica, la terracotta, i coralli, le conchiglie, il sughero ed il papiro.

When Marella Ferrera presented her first high fashion collection in 1993, it was an immediate big success with the public and the press. Everyone agreed that already at that time, in her native town of Catania, along with her unquestionable creativity, the petite, determined young designer had a fashion house and workshop with highlyskilled dress-makers and embroiderers. Founded by her parents in 1958, it is still run today by her brother Mimmi. The following year, she had a further success, with the excitement of parading among the greats on the famous Trinità dei Monti stairway in Rome, accompanied by princesses Michela Rocco of Torrepadula and Her Royal Highness Mafalda of Savoia Aosta, whose wedding dress she designed. Some have likened her to the “The King Armani” for her feminine, refined, always recognisable style even in its numerous variations, a product of much research in every collection. Inspiration always comes from her land of origin, with its ancient traditions, interwoven with a great culture. Unforgettable is the dress made up entirely of 90 hand-embroidered “tiles”, reproducing the original ones on the famous stairway of S. Maria del Monte at Caltagirone. And Marella had art in her fashion’s DNA, as was shown in 2000 when she presented a collection of dresses, with her models standing motionless behind gigantic frames, interpreting paintings by Sicilian artists from the 15th to 18th centuries, including Antonello Da Messina. Ferrera increasingly affirms her sophisticated, intellectual creations, featuring sober but constructed lines, and the use of novel materials such as lava stone, terracotta, corals, seas-shells, cork and papyrus.





Also threads of gold, copper and silver for fabrics of inlaid, fragmented, frayed nets, lace and embroidery from other times. There is art too in the bottle designed for the perfume bearing her name, made of crystal and steel fused together to symbolise a perfect balance between material and design. Ma anche fili d’oro, di rame e d’argento per tessuti di reti intarsiate, frammentate, sfilacciate. Pizzi e ricami d’altri tempi. È arte anche il flacone disegnato per il profumo che porta il suo nome, realizzato in cristallo ed acciaio fusi insieme, all’insegna dell’equilibrio perfetto tra materia e design. Nel 2000 nasce una profonda intesa artistica con il regista Micha Van Hoecke che la porta a firmare numerosissimi costumi teatrali per Opere e Balletti. Sempre nello stesso anno debutta con il suo Prêt-à-porter sulle passerelle di Milano Collezioni. Ma il sogno suo più grande si avvera quando nel maggio 2008 inaugura il “Museum&Fashion” all’interno del famoso Museo Biscari, ala storica dell’omonimo Palazzo settecentesco catanese, in occasione del 250esimo anniversario dalla sua prima apertura ad opera del Principe Ignazio Paternò Castello V, per l’appunto Principe di Biscari. Anche Goethe, da viaggiatore, lo visitò il 3 maggio del 1787 e di quella visita lasciò traccia nel suo “Viaggio in Italia”. Oggi il Museo rivive nelle suddivisioni delle sue due lunghe Gallerie: “Naturalia” ed “Antiquaria”. Nella Galleria Naturalia vive l’atelier Marella Ferrera, riferimento della sua clientela internazionale; mentre la Galleria Antiquaria fa rivivere nella memoria il ricordo di quello che nel ‘700 era considerato il terzo Museo d’Italia, con una “wunderkammer” allestita in continua evoluzione artistica. Per Marella arrivano pure premi, riconoscimenti e successi in ogni parte del mondo: Parigi, Kuala Lumpur,Tokyo, New York, Dubai…

In 2000 she reached a profound artistic understanding with the stage director Micha Van Hoecke, which led to her putting her name to a large number of theatrical costumes for Opera and Ballet. In the same year she debuted with her Prêt-à-porter on the catwalks of Milano Collezioni. But her biggest dream came true in May 2008 when she inaugurated the “Museum&Fashion” in the famous Biscari Museum, the historic wing of the 17th century Biscari palazzo in Catania, on the occasion of the 250th anniversary of its first opening by Ignazio Paternò Castello V, Prince of Biscari. Also Goethe in his travels went there on 3 May 1787 and mentioned the visit in his “Travels in Italy”.Today the Museum lives again in the subdivisions of its two long Galleries: “Naturalia” and “Antiquaria”. The Naturalia Gallery is home to Marella Ferrera’s fashion house, a reference point for her international clientele, while the Galleria Antiquaria brings back to life the memories of what in the 1700s was considered the third Museum of Italy, with a “wunderkammer” (wonderroom) in continuous artistic evolution. Marella also wins prizes, awards and successes all over the world: Paris, Kuala Lumpur, Tokyo, New York, Dubai…


What other ambition? “The Biscari museum has been a big satisfaction, but the greatest gift received from my land has been to give body and soul to Demeter and Cora, the Akroliths of Morgantina, the first archaeological installation in the world and the face of Sicily at Milano Expo 2015. In reality I have never aimed at success, it’s enough for me to do well the things I want and enjoy my life and my family”. And with Marella Ferrera it’s a continuous experimentation, which also involves an experience of design, from home to interior, putting her signature to the new Hilton in Sicily and two “capsules” to be presented at the coming Furniture Exhibition in Milan. Today, together with her husband and manager Edoardo Scirè, Marella Ferrera continues to cultivate this precious craft heritage, carrying on constant scouting work among the students of the Accademia Euromediterranea, which was founded by her sister Gabriella and her brother-in-law Marco Aloisi.

Quale altra ambizione? “Il Museo Biscari è stata una grande soddisfazione ma il regalo più grande ricevuto dalla mia Terra è stato dare corpo ed anima agli Acroliti di Morgantina, Demetra e Kore, la prima installazione archeologica al mondo, volto della Sicilia a Milano Expo 2015. In realtà non ho mai puntato al successo, mi basta fare bene le cose che desidero e godermi la mia vita e la mia famiglia”. E Marella Ferrera è una continua sperimentazione, che passa pure attraverso una esperienza di design, dall’home all’interior, ponendo la sua firma per il nuovo Hilton in Sicilia e due “capsule” che saranno presentate al prossimo Salone del Mobile di Milano. Oggi Marella Ferrera, insieme al maritomanager Edoardo Scirè, proprio per continuare a coltivare quella preziosa ricchezza artigianale ereditata, svolge anche un costante lavoro di scouting, attraverso gli studenti dell’Accademia Euromediterranea fondata dalla sorella Gabriella ed il marito Marco Aloisi..



ANTON GIULIO GRANDE

Dopo un’assenza di 15 anni è tornato a gennaio a sfilare nel contesto di AltaRoma AltaModa,

presentando creazioni preziose, liberamente ispirate alla favola della “Gatta bianca”.




ANTON GIULIO GRANDE LA “GATTA BIANCA” ALTAROMA ALTAMODA words DILETTA CAROSI

Da bambino sognava di disegnare abiti per quelle bellissime attrici che era solito ammirare in televisione, nei grandi show del sabato sera. Poi da grande, grazie al suo talento, è diventato proprio uno degli stilisti preferiti da star della TV e dello spettacolo. Timido e tranquillo nella vita, Anton Giulio Grande diventa trasgressivo ed audacissimo quando deve creare per una giovane donna, bella e disinibita. Ed il successo delle sue collezioni è legato anche alla qualità di capi di alta moda realizzati completamente a mano dalle sue “sartine” di Calabria. Abili artigiane e preziose custodi di antichi rituali tessili e tecniche di ricamo tradizionali. Dopo un’assenza di 15 anni è tornato a gennaio a sfilare nel contesto di AltaRoma AltaModa, presentando creazioni preziose, liberamente ispirate alla favola della ‘Gatta bianca’: una principessa trasformata dal sortilegio di una fata in un regale felino, accompagnato dalla sua corte. Come mai la decisione di tornare a sfilare a Roma? Anche se è passato molto tempo sono sempre rimasto legato a questa città in cui è iniziata la mia carriera professionale nell’alta moda; quando ad appena 23 anni ho partecipato a “Donna sotto le Stelle”. Poi ho avuto il privilegio di essere ospitato e patrocinato dalla famiglia Ruspoli, di cui sono amico, vestendo la principessa Giacinta da tanto tempo. Una delle famiglie più importanti d’Europa, che per la prima volta ha deciso di aprire al pubblico le sale di un palazzo storico, che è una residenza privata, mettendolo a disposizione per il mio defilè. Ed è stato un vero onore per me accostare le mie creazioni ai quadri di Caravaggio e presentarli in un luogo dove hanno vissuto personaggi celebri come Napoleone III Bonaparte.

As a child he dreamt of designing clothes for the gorgeous actresses that he used to admire on the great Saturday evening TV shows.Then when he grew up, thanks to his talent, he actually became one of the favourite designers of television stars and entertainers. Shy and calm by nature, Anton Giulio Grande becomes transgressive and audacious when he’s designing creations for a young, beautiful and uninhibited woman. And the success of his collections is also due to the quality of the haute couture clothes, entirely handmade by Calabrian seamstresses; skilled artisans and precious custodians of ancient fabric and traditional embroidery rituals. After an absence of 15 years, he returned, in January, with a fashion show at AltaRoma AltaModa Fashion Week, presenting his exquisite creations, freely inspired by the story of ‘The White Cat’: a princess and her court, who is turned into a regal cat by an evil fairy. What made you decide to return to the catwalks of Rome? Even though a lot of time has passed, I have always been really attached to this city. This was where my professional career in haute couture first began, with the ’Donna sotto le Stelle’ (Woman under the stars) fashion show, when I was 23 years old. Then I had the honour of being hosted and sponsored by the Ruspoli family, who are also my friends, where I dressed Princess Giacinta for a long period of time. One of the most important families in Europe, they have decided to open their historic palace and private residence to the public, allowing me to use it for my fashion shows. And it was a great honour for me to present my collections alongside Caravaggio’s paintings, in a place that has been inhabited by the likes of Napoleon Bonaparte.






Da cosa nasce il tema per questa collezione? Il gatto è stata la mia fonte di ispirazione perché è un animale volubile, snob, ma sensualissimo come la mia moda. E mi ha dato lo spunto per creazioni composte da pizzi, jais, balze e plisse, piume di struzzo, stole di marabù e perfino ‘orecchie’ di raso tempestate di Swarovski, trasformate in sofisticati copricapo. Where did the idea for the theme of this collection come from? The cat inspired me because it is a capricious, snobby, but also very sensual creature – just like my fashion. This gave me the idea for creations composed of lace, jais, flounces, pleats, ostrich feathers, marabou wraps and even satin ‘ears’ studded with Swarovski crystals, all transformed into sophisticated garments. Is it true that your clothes are seen as too audacious? I’ve always been in favour of a sensual woman and sexy glamour. After all, I don’t think I’ve ever met a woman who wanted to sacrifice her femininity. They all want to be beautiful. So why not exaggerate? The wonderful thing about haute couture is creating a ‘made-tomeasure’ garment that satisfies specific needs, without having to turn your own style upside down. What is your favourite fabric? It’s always been lace, because it’s also a tradition of Calabria, my homeland. Obviously, I interpret it in a much sexier and contemporary way, offsetting it against light tulle bases and lots of embroidery, creating effortless garments. Are you as passionate about Calabria as Gianni Versace was? I must admit this comparison makes me proud, not only because we are both from Calabria, but also because ‘our’ styles are designed for a sensual and unashamedly sexy woman. But it is also a great weight and responsibility to bear; something that is difficult to sustain.

È vero che i suoi abiti sono considerati troppo audaci? Sono stato sempre favorevole ad una donna sensuale e sexy-glamour. Del resto non ho mai conosciuto una donna che volesse sacrificare la propria femminilità. Tutte vogliono solo essere belle. Quindi perché non esagerare? Poi il bello dell’alta moda è proprio realizzare un abito “su misura”, accontentando le specifiche esigenze, ma senza stravolgere il proprio stile. Qual è il tessuto che preferisce? Il pizzo, da sempre, perché tra l’altro appartiene alla tradizione della mia terra, la Calabria. Ovviamente poi lo interpreto in maniera sexy e moderna, ponendolo su base di tulle leggerissimi e molti ricami, per abiti che possono essere portati con facilità. Ardito ed attaccato alla propria terra di Calabria come Gianni Versace? Ammetto che questo accostamento mi rende orgoglioso, sia perché entrambi calabresi, sia per quel “nostro” stile rivolto a donne sensuali, spregiudicatamente sexy. Ma è anche un grosso peso ed una grande responsabilità, difficile da sostenere.




RAFFAELLA

CURIEL


Foto di Federico Garibaldi




RAFFAELLA CURIEL INTELLETTUALE DELLA MODA ITALIANA words DILETTA CAROSI

Nel suo lavoro Raffaella Curiel spesso si è ispirata alla cultura ed a grandi artisti, offrendo nel 1982 un omaggio al periodo iridescente di Balla. E poi a grandi nomi come Klimt, Van Gogh, Depero e Schiele, conquistando il soprannome di “intellettuale della moda italiana”. Sono molte le aristocratiche che indossano le creazioni Curiel, come pure le mogli dei più importanti politici, in Italia e nel mondo. Tra queste Clio Napolitano ed Hillary Clinton. Tra gli importanti riconoscimenti anche quello di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana e l’Ambrogino d’oro di Milano. Nell’ultima sua collezione si è voluta ispirare ai fiori ed ai giardini. “Perché mi affascina il miracolo della natura che ogni anno nasce, sboccia, esplode con la sua bellezza, per poi assopirsi e tornare a sorridere. Del resto –spiega la celebre sarta milanese, per gli amici “Lella”- ogni volta che vedo il chiosco di un fioraio, un bel terrazzo rigoglioso o un campo, sia verde che fiorito, sento istintivamente tanta felicità.” Ed alla Curiel è piaciuto molto pure la location che AltaRoma ha voluto per questa edizione couture, in un sito archeologico industriale importante, come l’ex dogana della Capitale. “Una piacevole atmosfera di contrasto con il lusso delle mie creazioni –sottolinea- Io adoro Roma per la sua bellezza che ti insegue. Dall’ archeologia ai palazzi, ai parchi ed i giardini, tutto è bello; e lo è stato anche il grigio industriale delle pareti dell’ex dogana.”

In her work, Raffaella Curiel has often drawn inspiration from culture and great artists; in 1982 she presented a homage to the iridescent period of the futurist artist Balla. And then from great names like Klimt, Van Gogh, Depero and Schiele, earning herself the nickname of “intellectual of Italian fashion”. There are many aristocratic women who have worn Curiel’s creations, as well as the wives of leading politicians, in Italy and the world; among these are Clio Napolitano and Hillary Clinton. Among the important awards are the Cavaliere di Gran Croce of the Italian Republic and the Ambrogino d’oro of Milan. In her latest collection she chose flowers and gardens as her inspiration, “because I’m fascinated by the miracle of nature which is born every year, to flower and explode with its beauty and then fall asleep and smile again. For that matter,” explains the Milanese dressmaker, “Lella” to her friends, “whenever I see a flower seller’s kiosk, a fine thriving terrace or a field, either green or full of flowers, I instinctively feel very happy”. And Curiel greatly appreciated the location that AltaRoma chose for this couture edition, in an important industrial archaeology site, the former Rome customs premises. “A pleasant atmosphere of contrast with the luxury of my creations,” she emphasises, “I adore Rome for its beauty, which follows you everywhere. From the archaeology to the palaces, to the parks and gardens, it’s all beauty; and there’s also beauty in the industrial grey of the customs area walls.”




A Milano la Curiel, nel suo quartier generale, ha tenuto ricostruire già da tempo il vero e proprio atelier. Ossia uno spazio non solo per realizzare e vendere le sue preziose creazioni, ma anche un salotto per ospitare amici, artisti, giornalisti e letterati e realizzare pure eventi. "Oltre la moda, arte, cultura, design, alta gastronomia, musica, tutto può essere punto di ispirazione, di approfondimento, di condivisione e di divertimento.” In her Milan headquarters, Curiel had for some time wanted to reconstruct a real atelier. In other words not only a space to produce and sell her precious creations but also a saloon to invite friends, artists, journalists and intellectuals and put on events. “As well as fashion, art, culture, design, culinary arts, music, everything can be a point of inspiration, detailed study, sharing and entertainment.” Raffaella Curiel, an explosion of sincerity and congeniality, tenacious, born into the fashion world and in love with her work, has wanted to share her passion with her daughter Gigliola, who has been working with her for years and has created the Prêt-à-porter range, more casual than the “couture” but nonetheless very elegant.

Un’esplosione di sincerità e simpatia, tenace, figlia d’arte ed innamorata del suo lavoro, Raffaella Curiel ha voluto condividere questa sua passione con sua figlia Gigliola, che ormai da tanto tempo lavora con lei, creando pure la linea di Prêt-à-porter, più disimpegnata rispetto a quella “couture”, ma sempre molto elegante.





LUANA

Abiti soffici e luminosi, di una colle zione da “sogno di una notte di mezza estate”

POLIMENI


LUANA POLIMENI ALTAROMA ALTAMODA GIOVANI PROMESSE words ALESSIA TOTA

In un’atmosfera da “sogno di una notte di mezza estate”, gli abiti couture Luana Polimeni della prossima primavera/ estate 2016 sono stati presentati nel corso di AltaRoma AltaModa, con uno shooting live che ha riproposto la magia di un giardino incantato in un salotto scenografico dedicato alla moda. Abiti soffici e luminosi, fluidi e leggeri di una collezione che sceglie colori intensi, dal rosa shocking al blu elettrico e al giallo, e li immerge in un contesto di natura che germoglia, per invadere il panorama di luci e sensazioni, con fiori dipinti a mano, attraverso pennellature e microsfumature, che si rincorrono tra loro. Come il grande Gianni Versace, Luana Polimeni è nata a Reggio Calabria, ed anch’essa è figlia d’arte per tradizione. Questa giovane promessa nel firmamento della moda, non si è mai chiesta cosa avrebbe voluto fare da grande. La moda è sempre stata per lei una certezza e “farla” le è venuto naturale. Terza generazione di una famiglia di sarti, che ha inizio con la nonna Grazia che a Reggio Calabria apre la sartoria di famiglia. Poi il turno della mamma Angela, che si dedica alla lavorazione artigianale dell’alta moda; mentre il padre Domenico si occupa della produzione di diverse linee di Prêt-à-porter, seguendo un obiettivo più commerciale. Luana quindi respira “couture” fin da piccola e prosegue la sua formazione approfondendo tutti i vari meccanismi della moda in atelier.

In an atmosphere akin to “a mid-summer’s night’s dream”, Luana Polimeni presented her 2016 Spring/Summer collection at AltaRoma AltaModa Fashion Week, in a live photo shoot that recreated the magical atmosphere of an enchanted garden, set in a parlour, dedicated entirely to fashion. Bright, airy, flowing garments in an intense colour palette, from shocking pink to electric blue and yellow, staged within a context of blossoming nature, lights and sensations, where a succession of hand-painted flowers, brushstrokes and subtle undertones flowed and merged together. Just like the great Gianni Versace, Luana Polimeni was born in Reggio Calabria, and she also comes from a long family tradition of dressmaking. This emerging talent on the fashion panorama has never asked herself what she would be when she grew up. For her, fashion has always been a certainty and creating it is simply second nature. She is the third generation of a family of dressmakers, starting with her grandmother Grazie, who opened the family’s first dressmaking shop. Then it was the turn of her mother, Angela, who dedicated herself to artisanal, highend fashion; while her father Domenico followed a more commercial objective, overseeing the production of a number of pret-à-porter collections. In short, Luana has lived and breathed ‘couture’ from the day she was born and furthers her training by studying the workings of atelier fashion.





After acquiring her diploma at the Polimoda, International Institute Fashion Design & Marketing, in 2012, she established “LULU”, her own high fashion brand, which under the slogan of “Dress the Soul”, proposes creations that are the result of a careful study of the inner world of the wearer. Poi con il diploma presso l’International Institute Fashion Design & Marketing del Polimoda, nel 2012 fonda “LULU”, suo brand di alta moda, che con l’imperativo “Dress the Soul” (vesti l’anima), realizza creazioni, che sono il risultato di una ricerca interiore sulla persona che dovrà indossarle. Cosa intende per bellezza? Spiegarlo non è semplice. È il risultato della fusione tra la verità assoluta e quella che deriva da una interpretazione personale del gusto e delle cose. Quanto c’è della Calabria, nelle sue creazioni? Nella moda, come nell’arte, la sensibilità di un creatore passa attraverso una formazione culturale ed io sono molto legata alla storia della mia regione. Così come lo è stato Gianni Versace, che nelle sue collezioni si è sempre ispirato al “mito” della Magna Grecia, tanto da farne un suo simbolo distintivo. Gianni Versace amava tanto pure le celebrities, lei si è mai ispirata ad una in particolare? No, perché mi attira di più l’unicità di ogni singola donna. Per me è essenziale conoscere in profondità le mie clienti, parlandoci; ed attraverso questo dialogo, ottengo in maniera quasi incondizionata, la loro reale identità e personalità. Mai capitato di “non provare feeling”? A volte è successo, ma fortunatamente molto di rado, poiché di solito già esiste un certo filo invisibile con chi si rivolge a me.

What do you mean by beauty? It’s not easy to explain. It is the result of a fusion between absolute truth and personal interpretations of taste and things in general. Is there a lot of influence from Calabria in your creations? In fashion, just like art, the sensitivity of the creator passes through their cultural formation and I am very attached to the history of my region. In the same way that Gianni Versace was inspired by the ‘legend’ of Magna Graecia, so much so that it became the distinctive symbol of his creations. Gianni Versace also loved celebrities, have you ever been inspired by anyone in particular? No. I’m more attracted to the uniqueness of each individual woman. For me it’s essential to really get to know the client, which I do by talking with them. It is through this dialogue that I can obtain an almost unconditional idea of their personality and identity. Have you ever had a client who you didn’t quite ‘click’ with? It’s happened occasionally, but fortunately it doesn’t happen very often, because there’s usually already an invisible thread between myself and the clients that come to me.


How would you describe the current “Luana Polimeni” woman? She is someone who doesn’t feel the need to hide her fragility; on the contrary, she uses it to her advantage, transforming it into her strength. But she is also an independent woman who is able to raise and inspire others. What was the inspiration behind the collection you recently presented at AltaRoma AltaModa? For me, inspiration always starts from a question and in the N3 collection I asked myself if maybe we needed to laugh more and what I could do to make that happen. So I focused on a world of light, colour, flowing fabrics and delicate gestures. In this collection, the clothes and details don’t have a rock or aggressive attitude. To convey this, I deliberately chose fabrics like silk and organza. And organza is a fabric I simply adore. I always use it in my collections because it’s extremely feminine. It doesn’t cover up the body, instead it dresses and enhances it. And then there’s lace, mostly Chantilly, with its subtle transparency that is never overstated.

Come descriverebbe la donna attuale “Luana Polimeni”? Una persona che non ha bisogno di nascondere la propria fragilità; anzi ne fa un valore aggiunto ed un punto di forza. Ma è anche una donna che sa essere autonoma e capace di sollevare gli altri. A cosa si è ispirata in questa sua nuova ultima collezione presentata nel corso di AltaRoma AltaModa? Per me l’ispirazione parte sempre da una domanda ed in questa collezione N3, mi sono chiesta se ci fosse bisogno di ridere e cosa fare per poterlo suscitare. Quindi mi sono dedicata a tutto quello che era un mondo di luce, colori, stoffe fluttuanti, gesti delicati. In questa collezione non ci sono abiti o caratteristiche troppo aggressive o tendenzialmente rock. Pure la scelta dei tessuti, quali la seta e l’organza è stata determinante per trasmettere tutto questo. L’organza poi è un tessuto che adoro. È sempre presente nelle mie collezioni perché molto femminile, non copre il fisico, ma lo veste ed esalta. E poi il pizzo, principalmente chantilly, con trasparenza molto soffusa, e mai eccessiva.






CARVEN









THOMAS DE FALCO




LUIGI BORBONE


RAFFAELLA CURIEL






JEREMY SCOTT



PORTRAIT



HILFIGER



LAUREN




SIBILING


BELSTAFF



DAKS



WESTWOOD


MC QUEEN





I'M ISOLA MARRAS





EMPORIO ARMANI


ETRO





&ROLF


SCHIAPPARELLI





GUO


PEI


GEORGES CHAKRA


JEAN PAUL GAULTIER


pics FEDERICO GARIBALDI / words AL ESSIA TOTA




L’arte preziosa dei tessuti

THE PRECIOUS ART OF TEXTILES A work of art is something that instils emotion and lives in the dimension of the dream. In making art, you pass from that unreal dimension to a single act, where the work becomes tangible and perceivable. The dream becomes a sign… but also weft and warp, thickening into a design, the weaving or sewing or knotting or knitting, which comes to life in the form of style: particular combinations of shape and volume; colour and feel; light and shadow. This is the potential destiny of a fibre or yarn, which is shaped by technical or technological “hands”, but inevitably possesses that intrinsic emotional value that makes it a fabric; a subtle process where the sign where it began becomes a design and then returns to the primary quality of the sign. Obviously in this project the artist acts according to a style of his own, a personal manner of feeling. For this, his creation will be distinguished from others and will carry in itself an autographic sign, an unambiguous and recognisable one. Sometimes, in the case of the producer, it will follow inevitable market logics and a clientele increasingly crushed by the logics of pure profit as a matter of survival. In this story, experimentation allows the only true revolution, representing the link between the tradition of the past and the originality of the future. What has been origin becomes re-generation. The fabric as a work of art blends continually with the trends and expression of the period in which it is immersed. Today in the creation of a fabric there is an attempt to balance science, nature and poetry, sensuality and movement, fashion and practicality. Its true essence is sought out and its vibrant, powerful beauty and preciousness is enhanced. Raw, natural and original materials are used in an extremely refined manner and vice versa. There is nothing ostentatious in the choice of fibres. Metal-plastic threads are preferred opaque, in wools the coatings become iridescent. In silks the brilliances are often intentionally satined, with hidden reflections.

L’opera d’arte è qualcosa che infonde emozioni e vive nella dimensione del sogno. Nel fare arte si passa da quella dimensione irreale ad un atto unico, in cui l’opera diviene tangibile e percepibile. Il sogno che diventa segno. Ma anche trama ed ordito, che si infittisce in un progetto, la tessitura o cucitura o annodatura o maglia, che prende vita sotto forma di stile: particolare combinazione di forma e volume; colore e tatto; luce ed ombra. È questo il destino potenziale di una fibra o filato che viene plasmato da “mani” tecniche o tecnologiche, ma che inevitabilmente possiede quel valore intrinseco emozionale che lo renderà tessuto: sottile discorso in cui il segno da cui era partito diventerà disegno, per poi ancora tornare alla qualità primaria del segno. Ovviamente in questo progetto l’artista agisce secondo uno stile proprio, una personale maniera di sentire. Per questo la sua creazione si distinguerà dalle altre e porterà in sé un segno autografo, e quindi univoco e riconoscibile. Talvolta, ma è il caso del produttore, seguirà inevitabili logiche di un mercato e di una clientela sempre più schiacciata dalle logiche del puro profitto per questioni di sopravvivenza. In questo racconto la sperimentazione consente l’unica vera rivoluzione, rappresentando il legame tra la tradizione del passato con l’originalità del futuro. Ciò che è stato origine diviene rigenerazione. Il tessuto come un’opera d’arte si mescola di continuo con le tendenze e le espressioni dell’epoca in cui è immerso. Oggi nella creazione di un tessuto c’è il tentativo di bilanciare scienza, natura e poesia, sensualità e movimento, moda e praticità. In esso viene ricercata la vera essenza ed esaltata la sua vibrante e potente bellezza e preziosità. Grezzi, naturali e materie originali vengono declinate secondo un registro estremamente raffinato, e viceversa. Non c’è nulla di vistoso nella selezione delle fibre. I fili metallo-plastici piacciono opachi, nelle lane le spalmature diventano iridescenti.




Nelle sete, le brillantezze sono volutamente satinate, con riflessi nascosti. Le pelli più nobili ostentano superfici ammaccate, stropicciate e decise; perché anche le più piccole imperfezioni vengono mantenute, anzi, portate alla luce, quale imperdibile differenziazione in grado di produrre un certo grado di eccitazione su volumi assolutamente semplici. I cotoni robusti ed i lini spessi accidentati svelano al tocco la loro lussuosa materialità. Ma anche materiali poveri, come rafia, corde e cordicelle, vengono affinate, ammorbidite, impreziosite per sensazioni tattili che non hanno più nulla di rustico. Tra i preferiti voile semi-trasparenti in cotone e seta, fili tinti madras o a riquadri. Ed anche sete ariose, garze e fili tagliati. I dèvorè seducono come i traforati, le reti e i tagli laser. Fiori che sbocciano laddove non li si aspetta, autorizzando accenti pop-art o restituendo vivacità a giardini troppo seri. Composizioni geometriche sbalzate, righe interrotte, motivi aritmici: la rottura e l’asimmetria dinamizzano gli elementi visivi. C’e bisogno di cogliere l’intervento umano, come nei colori, delicatamente fusi, sottilmente sfumati; o come nei filati, graziosamente mal tinti, sapientemente moulinè. Tale bisogno è leggibile anche nei disegni, sugli sfondi a tempera, nei motivi floreali dai bordi irregolari oppure nelle pennellate geometriche. Tra questi dettagli curiosi ed inconfondibili si annida l’arte preziosa dei tessuti.

The noblest leathers display dented, rumpled and cut surfaces; because even the smallest imperfections are maintained or even brought to light, as a differentiation that is not to be lost, able to produce a certain degree of excitement on very simple volumes. Robust cottons and often-uneven linens reveal their luxurious materiality to the touch. But also poor materials, like raffia, ropes and cords, are refined, softened, made precious to give a feel which no longer has anything rustic about it. Among the favourites are semitransparent voiles in cotton and silk, madras dyed threads or tartan. And also airy silks, gauzes and cut threads. Burnouts seduce like the open knit, the nets and the laser cuts. Flowers that bloom where you don’t expect them, authorising popart accents or enlivening over-serious gardens. Embossed geometrical compositions, interrupted lines, non-rhythmic patterns: breaks and asymmetry make visual features dynamic. There’s a need to perceive human intervention as in colours, delicately fused, subtly blended; or as in yarns, gracefully imperfect in their colouring, skilfully mouliné.This need is legible also in designs on a tempera background, in floral motifs with irregular edges or in geometrical brush-strokes. Among these curious, unmistakable details nestles the precious art of textiles.







word s VALERIA BORDONI



Massimo Izzo Massimo Izzo è un artista del gioiello: audace, prezioso, creativo, raffinato. Tutto ciò che realizza è frutto di una grande passione, arte e cultura. Nato a Messina, ma vissuto sempre a Siracusa, ha aperto nel 1987 il suo primo laboratorio orafo nel centro storico della città, per poi essere presente con le sue opere nelle principali capitali del mondo. È suo il piatto prezioso in argento, lavorato a mano, con le “monete pontificie” che la città di Siracusa fece dono al santo padre Karol Wojtyla, in occasione della sua visita in città. Come suoi sono i gioielli realizzati per il vice-re dell’Afghanistan, i reali di Svezia, il sindaco della città di Tokyo. Famoso orafo internazionale ha collaborato pure con il cinema, realizzando i gioielli indossati da Monica Bellucci in “Malena”. E nel tempo ha collezionato una lunga serie di riconoscimenti, anche attraverso le esposizioni delle sue creazioni definite: “arte da indossare”. Le sue materie preferite: oro, soprattutto giallo, intrecciato a coralli dal rosa più tenero ai rossi più accesi; e pietre preziose. L’ispirazione più frequente gli viene dalle creature del mare che circondano la sua isola. Difatti famosa la collezione “ I gioielli del mare “, con cui il designer ha riscosso un notevole successo personale, presentata ad Abu Dhabi, alla Xanadu Gallery di San Francisco e pure in occasione dell’Hong Kong International Jewellery Show. Una collezione di cavallucci, alghe, spugne, stelle marine, che nelle sue mani si trasformano in opere incredibili, grazie ad elaborati intrecci tra metalli preziosi, smeraldi, rubini, diamanti e per l’appunto i coralli.

Massimo Izzo is an artist of jewellery: bold, precious, creative and refined. Everything he produces is the fruit of great passion, art and culture. He was born in Messina but has always lived in Syracuse. In 1987 he opened his first goldsmith’s workshop in the old town centre and went on from there to display his works in the main capitals of the world. An exquisite silver plate, with the “Monete pontificie” (papal coins), a gift from the city of Syracuse to pope Karol Wojtyła on the occasion of his visit there, was handcrafted by Izzo. His too are the jewels made for the viceroy of Afghanistan, the Swedish royalty and the mayor of Tokyo. Famous as an international goldsmith, he has also collaborated with the cinema, making the jewels worn by Monica Bellucci in “Malena”. And over time he has gathered a long series of awards, also through exhibitions of his creations defined as “art to be worn”. His favourite materials are gold, especially yellow, interwoven with corals, from the softest pink to the brightest red; and precious stones. The most frequent inspiration comes from the sea creatures surrounding his island, as in his famous “Jewels of the sea” collection, which has brought considerable personal success to the designer, presented at Abu Dhabi, at the Xanadu Gallery in San Francisco and on the occasion of the Hong Kong International Jewellery Show. It’s a collection of sea-horses, seaweed, sponges and starfish, which in his hands are transformed into incredible works, with elaborate weaves between precious metals, emeralds, rubies, diamonds and, of course, corals.






In 2005 he debuted in London in the Max Mara showroom in Old Bond Street and some of his unique creations were auctioned by Christie’s, as sought-after collectors’ pieces. In 2007 he inaugurated his showcase in the boutique of the Ritz Hotel at 15, Place Vendôme, Paris. Among his most important exhibitions is the one at the FD Art Gallery in Madison Avenue, New York, where among the vast works displayed was the very precious collection of jewelled cups, fashioned with gold leaf, corals and diamonds. On 13 September 2011 he opened his boutique in Corso Monforte 13, Milan, a short walk from via Montenapoleone. In 2012 Olivier Dupon listed him among the 108 contemporary masters of jewellery in the book “The New Jewelers”, published by Thames & Hudson, considered to be the international red carpet of a new generation of artists. The following year a jewel by Izzo, paired with a very luxurious Gucci dress, made the cover of “Vogue Deutsch”.

Nel 2005 debutta a Londra nello show room di Max Mara ad Old Bond Street ed alcune sue creazioni divenute uniche, vengono battute all’asta da Christie’s, quali ambiti pezzi da collezione. Nel 2007 inaugura la sua vetrina nella boutique del Ritz Hotel al 15 di Plaze Vendôme a Parigi. Tra le sue mostre più importanti quella presso la FD Art Gallery in Madison Avenue a New York, dove tra le vaste opere esposte la preziosissima collezione di tazze-gioiello, realizzate in oro zecchino, coralli e diamanti. Il 13 settembre 2011 apre la sua boutique a Milano, in Corso Monforte 13, a pochi passi da via Montenapoleone. Olivier Dupon, nel 2012, lo annovera tra i 108 maestri contemporanei del gioiello, nel volume pubblicato da Thames & Hudson, “The New Jewelers”, considerato il red carpet internazionale di una nuova generazione di artisti. L’anno successivo conquista la copertina di “Vogue Deutsch”, con un suo gioiello abbinato ad un lussuosissimo abito di Gucci.





Higashi Matsushima, Tohoku


YUKI SELI SEA WE DON’T SEE MOSTRA PERSONALE words ROSSELLA MENEGAZZO

Pagina precedente: Albero in acqua

È un mare silenzioso e senza confini quello del fotografo giapponese Yuki Seli. Un elemento che gli appartiene e che diventa ricerca e ritratto della parte più profonda di sé. I suoi paesaggi lasciano percepire più che vedere il mare, è l’assenza piuttosto che la presenza a essere protagonista traducendo in fotografia il fascino e la potenza dei paesaggi monocromi a inchiostro della tradizione pittorica giapponese. È un mare calmo e accogliente e allo stesso tempo misterioso e lontano anche nelle immagini scattate subito dopo i tragici avvenimenti dell’11 marzo 2011 che hanno portato alla distruzione della dimensione umana. Seli riesce a mostrare l’aspetto naturale, primordiale e universale, di un paesaggio in eterno mutamento e sempre meraviglioso in cui la presenza umana è solo una piccolissima parte. Un sentimento per la natura profondo che contiene il dna della cultura giapponese, quello stesso che il maestro di tè riesce a convogliare attraverso la semplice e calma gestualità della cerimonia chanoyu. Il primo viaggio con la macchina fotografica presa a prestito dal padre Seli lo compie a 16 anni e va verso il mare sulla costa San’in. Ma fu un’esperienza poco soddisfacente, che non gli fece amare particolarmente il mezzo fotografico. Troppo lontano il paesaggio vissuto da quello impresso sulla carta. E decide di dedicarsi al design, alla cultura del fare da sé.

It’s a silent and open sea that the Japanese photographer Yuki Seli presents. An element which is part of himself and becomes research and portrait of his most inner feelings. His landscapes let us perceive the sea more than see it. It’s its absence more than its presence to be felt as the main character, translating in a photographic image the fascination and impact of monochromatic ink landscapes of the Japanese painting tradition. It’s a quiet and comfortable sea and, at the same time, a mysterious and far one also in the photos Seli shoot immediately after the tragic events of 11th March 2011 that destroyed human traces. Seli is capable to show the natural, primordial and universal, aspect of a landscape continuously changing and always marvellous, where human presence is only a smaller part of the whole. It’s a deep understanding and feeling for nature which represents also the dna of Japanese culture, the same feeling that the tea master is able to convey through simple and calm gestures during the tea ceremony chanoyu. Seli goes for his first trip with his father’s camera when he is 16 and he goes towards the sea of the San’in coast. But it was not a very gratifying experience from a photographic point of view, so that he didn’t fell in love with photography at all. The landscape he saw and lived was too far from the one he was able to print on the paper.

Pagina a fianco: Itoshima



Ibusuki, Kagoshima


San’in



So he decided do dedicate himself to design, to learn the way of “making by yourself ”. But, this was only a side way to reach his main photographic talent, which was still waiting for him. Since then, he never stopped his trip along the Japanese many islands’ coast, searching for that immense sea still invisible to the most part of the eyes. Japanese title みえないうみ (mienai umi) written in phonetic syllabary (hiragana) means “invisible, unseen sea,”, not in the magical sense of the term, but leaving the term open to more readings as far as each Chinese character attributed to a same sound can assume different meanings. Umi can mean “sea”, but also “born”, as well as mienai can mean “invisible, unseen”, but also “without character, vanity”. Seli invites us to search for one’s own interior landscape, which is unique, made of small things and big marvellous discovering.

Tuttavia, si tratta solo di una curva nel percorso della fotografia che lo aspetta. Da allora non ha più smesso il suo viaggio lungo le coste delle tante isole del Giappone cercando quel mare così grande ma così invisibile agli occhi dei più. Il titolo giapponese みえないうみ (mienai umi) scritto in sillabario fonetico corsivo (hiragana) significa “mare invisibile, che non si vede”, non nell’accezione magica del termine, quanto piuttosto come apertura a letture diverse poiché ogni suono può assumere tantissimi significati a seconda del carattere cinese attribuito. Umi può indicare “mare”, ma anche “nascita”, così come mienai può significare “invisibile, non visibile”, ma anche “senza portamento, senza vanità”. L’invito è a cercare il proprio paesaggio interiore, diverso per ognuno, fatto di piccole cose e di meravigliose scoperte.

Pagina a fianco: Ibusuki, Kagoshima




Yuki Seli nasce a Fukuoka nel 1969. Dopo la specializzazione presso il Kuwazawa Design Institute di Tokyo lavora dal 1994 al 1998 come assistente fotografo del maestro Takeshi Fujimori, allievo del maestro della fotografia realista Domon Ken, formandosi nella fotografia di opere d’arte, scultura e design. Dal 1998 inizia a lavorare come fotografo freelance. Espone in diverse mostre collettive e nel 2002 tiene una prima personale “fotosarajevo”presso il Ginza Maki Masaru Fine Arts, seguita nel 2011 da un’altra presso la Ozon Gallery di Belgrado in Serbia e nel 2014 dalla mostra “Mienai umi. Sea We Don’t See.” presso Area35 a Milano e successivamente presso la Sala della Zorza del Liceo Artistico M. Guggenheim di Venezia patrocinata dal Consolato Generale del Giappone a Milano. Collabora con Università e associazioni fotografiche tenendo workshop creativi di fotografia per studenti e professionisti: nel 2014 a Milano presso il Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano ha tenuto il workshop “grande. piccolo. Provare a guardare attraverso la fotografia” e “SEA WE DON’T SEE. Nuovi sguardi da Oriente tra xilografia e fotografia” tenuto al Liceo Guggenheim di Venezia quale attività legata al progetto didattico nel contesto della mostra Hiroshige organizzata dal Museo d’Arte Orientale di Venezia. Nello stesso anno, tiene a Venezia presso la Ikona Gallery il workshop “Ittari Kitari. Andare e venire nel paesaggio che cambia”per fotografi professionisti e amatori.

Born in Fukuoka in 1969. after the “Kuwazawa Design Insitute” of Tokyo he worked as assistant photographer from 1994 to 1998 with master Takeshi Fujimori, pupil of realist photography master Damon Ken. In 1998 he started his freelance career. his first solo exhibition after many was “Fotosarajevo” at the Ginza Maki Masaru Fine Arts, followed in 2011 by another at the Ozone Gallery in Belgrad and finally in 2014 with “Mienai Umi.Sea We Don’t See.” at Area35 Art Gallery in Milan and at “Sala Della Zorza” within the M. Guggenheim school of Art under the name of the Consulate of Japan in Milan. Workshops for both students and professionals are held by Yuki in collaboration with associations and universities: in 2014 was “grande. piccolo. Provare a guardare attraverso la fotografia” at the Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano and later “SEA WE DON'T SEE. Nuovi sguardi da Oriente tra xilografia e fotografia” held at Liceo Guggenheim of Venice as a learning program within the exposition Hiroshima, organized by the Museum of Oriental Art of Venice. In the same year he held the workshop “Ittari Kitari” at Ikona Gallery.

“Da allora il mio viaggio continua, e intanto tante persone se ne sono andate a causa dello tsunami, mentre la superfice trema e la forma del pianeta è cambiata. La registrazione come realtà esiste, ma il ricordo che rimane è diverso da persona a persona”. Seli


in 2015 he presented at Fuori Salone , Milan within the Fabbrica del Vapore in collaboration with Associazione del Fischio and with the General consulate of Japan in Milan the art video “Sen Mille Thousand. Hiroshima orizuru: new ideas for social design”. In the same year he participated at the “The 12th Asian, African & Mediterranean International Modern Art Exhibition“ at Hangzhou Shangkun · Luoqi International Modern Art Gallery with the body of works “(higan / b 'àn) Autumn Equinoce”. Among the honors received in 2008 the prize of the Display Design Association forShiseido AD and in 2009 for Live’s AD; selected among the winning works at the Triennale of Yokohama in 2004 and mentioned in 2007. he contributed to several design books in collaboration with the Joshibi university of Tokyo and to the prestigious WA. The Essence of Japanese Design (Phaidon 2014) He is working on documenting the students and children of the schools of Japan while continuing his project on the Serbian Boundaries and his project on the coasts of Japan

Nel 2015 presenta al Fuori Salone negli spazi di Fabbrica del Vapore, in collaborazione con l’Associazione il Fischio.Doc e con il patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano la video-installazione “Sen Mille Thousand. Hiroshima orizuru: new ideas for social design”. Sempre nel 2015 partecipa alla mostra collettiva “The 12th Asian, African & Mediterranean International Modern Art Exhibition“ presso Hangzhou Shangkun · Luoqi International Modern Art Gallery con la serie “(higan / b ’àn) Autumn Equinoce”. . Tra i riconoscimenti ricevuti nel 2008 il premio della Display Design Association per Shiseido AD e nel 2009 per Live’s AD; selezionato tra le opere vincitrici della Triennale di Yokohama nel 2004 e menzionato nel 2007. Ha contribuito a diverse pubblicazioni di design e tipografia in collaborazione con l’Università Joshibi di Tokyo e altri Istituti di design oltre che al volume WA. The Essence of Japanese Design (Phaidon 2014). Nel 2014 tiene la conferenza “Naturale, Temporale, Paesaggio. Conversazione intorno alla fotografia” con l’architetto di paesaggio Antonio Perazzi nel contesto del Corso di Storia dell’Arte dell’Asia Orientale presso il Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. Attualmente è impegnato quotidianamente in reportage di bambini delle scuole di tutto il Giappone oltre a continuare il suo viaggio sul “confine”, nei Paesi dell’Est Europa, in particolare in Serbia, e lungo il mare del Giappone.


Higashi Matsushima, Tohoku


Kesennuma


and

Joe

Colombo Joe Valeriano (a destra con il basso) in una delle cantine di Molfetta nei primi anni Settanta / JOE VALERIANO ARCHIVES.



JOE & JOE DUE AMICI CON LO STESSO NOME words MATTEO CESCHI pics COURTESY OF MATTEO CESCHI AND JOE VALERIANO ARCHIVES

TWO FRIENDS TWO BLUESMEN WITH THE SAME NAME

<Joe & Joe>. L’assoluta familiarità e musicalità del doppio, però, non ha mai tolto nulla alle spiccate peculiarità dell’uno e dell’altro. Due personalità decise, un’unica genuina passione. Così, seppure nella loro apparente e memorizzabile somiglianza i due Joe hanno percorso strade molto diverse prima di incontrarsi e di incontrare noi. Siamo a Milano: per quanto piccola sia in confronto ad altre metropoli del globo, la città rimane sufficientemente grande per accogliere due personaggi dal soul così prorompente. Joe Valeriano e Joe Colombo hanno collaborato e suonato insieme all’ombra della Madonnina, ma il loro percorso lungo la tortuosa via della musica del diavolo – evocato il secolo scorso dal bluesman afroamericano Robert Johnson perché gli suggerisse gli accordi giusti – è quanto di più distante si potesse immaginare per due musicisti accomunati oltre che dal nome dalle stesse icone, Jimi Hendrix e Stevie Ray Vaughan. Il primo, Joe Valeriano, originario di Molfetta, Puglia, è un ragazzo degli anni Settanta e si porta ancora oggi dietro quella curiosità felina che ha contraddistinto un’intera generazione spingendo individui e gruppi a esplorare e scoprire nuove vie. Lui, fin da giovane, quando suonava con gli amici nelle cantine della cittadina natale, ha visto nel rock il biglietto aperto per un viaggio destinato mai a finire. Da quelle cantine pugliesi – come si diverte a raccontare agli amici più intimi – partì con la sua band ancora minorenne, all’improbabile

<Joe & Joe>. Yet the deep familiarity and the musicality of the Double never cancelled the striking personal traits of each. Two personalities¸ a common, genuine, passion. So in their striking, memorable, mirroring, the two Joes walked very different roads before meeting each other and meeting us. We are in Milan: however “small” it may be compared to other global metropolises, the city is big enough to welcome two personalities of such striking Soul. Joe Valeriano and Joe Colombo worked together – and played together – in the shadow of the symbolic “Madonnina” topping the spire of Milan’s central, iconic, Duomo. But their long trek through the complicated byways of “ the Devil’s music” – and, indeed, to him the Afro-American bluesman, Robert Johnson famously appealed in the 1900s for “the right accord” – is almost as far as you can imagine for two musicians who share not only a name, but the same icons: Jimi Hendrix and Stevie Ray Vaughan. Joe Valeriano, from the rural town of Molfetta, deep in the Puglie, is a 1970’s boy – and he still has that catlike curiosity which marked a whole generation of individuals and groups, spurring them to explore and discover new roads to follow. For Joe, even as a boy playing with friends in the cellars of his native town, Rock was an open ticket to a trip without end. From those cellar hang-outs in the Puglie – as he likes to tell his closest friends – he set


Joe & Joe ai Pop Life Studios di Milano, 2008 / FOTO DI MATTEO CESCHI.


Joe Valeriano, Milano 2015 / FOTO MATTEO CESCHI.


out with his band of teen-agers , heading for Romania! It was a picaresque tour “behind the Iron Curtain”, where the adolescent Italians, vowed to Deep Purple, put on their show ( not without logistic disasters and comic foul-ups) before an enthusiastic – and incredulous – audience of local fellow teens who knew practically nothing of the very existence of Rock and Blues. Back home again, the passion for the Blues, fundamental for English Rock, remained strong and even college did not manage to distract Joe. Finally, at the beginning of the ‘80s, he decided to migrate North to Milan which, during the ‘70s had become the cradle of Italian Blues. Valeriano fit in at once: expansive, generous with younger colleagues, he soon became highly visible not only for his warm and vibrant singing voice, but for his technique on the guitar in a moment when the Texan Stevie Ray Vaughan had brought Jimi Hendrix’s insuperable model back into style. Among the many names with whom Joe would meet, the name of a Swiss slideguitarist, Joe Colombo, stood out. Younger than Valeriano, Colombo, thanks to his parents’ record collection had loved American music from childhood, preferring, as a teen-ager, Bob Dylan to the ephemeral groups of the late ‘80s. Spurred by an irresistible desire for direct knowledge, this younger Joe set off from his native Canton with Swiss dispatch and optimism, his guitar over his shoulder and very little money in his pockets, to taste the perils and the freedom of the Blues where everything had begun – in the States; in the Deep– South. Repeated trips across the ocean; encounters destined to “make you grow” – like playing Inner City venues or working with Soul singer Terry Evans, Eric Clapton’s and Ry Cooder’s historic backing vocalist – all slowly educated his artistic outlook, leading him to develop a particular rapport with the Dobro guitar and the slide technique.

volta della Romania. Fu un tour picaresco oltrecortina, dove i giovani italiani appassionati di Deep Purple si esibirono, non senza alcuni imprevisti logistici e comici incidenti, davanti a platee di entusiasti e increduli coetanei quasi digiuni di rock e di blues. Al ritorno in patria la passione per il blues, fondamento del rock inglese, non si affievolì e nulla poterono nemmeno gli studi universitari per distrarre Joe. Poi all’inizio degli anni Ottanta la scelta di migrare al Nord, in quella Milano che nel corso dei Settanta era diventata la culla del blues italiano. Valeriano si ambientò subito: espansivo di carattere, generoso con i colleghi più giovani si impose quasi subito, oltre che per la voce calda e sonora, per la sua tecnica chitarristica in un momento in cui proprio la stella del texano Stevie Ray Vaughan riportava in auge il modello insuperato di Jimi Hendrix. Tra i tanti nomi con cui ha avuto modo di confrontarsi, non poteva mancare quello di Joe Colombo, slide guitarist svizzero. Più giovane di Valeriano, Colombo si era appassionato fin da piccolo alla musica grazie ai dischi dei genitori, preferendo Bob Dylan agli effimeri gruppi di successo della sua adolescenza tardi anni ottanta. Spinto da un irresistibile desiderio di conoscenza, ben presto il più giovane dei due Joe abbandona la natia Svizzera con pochi soldi in tasca e la chitarra in spalla per assaporare i pericoli e le libertà del blues laddove tutto prese inizio, negli States. Ripetuti viaggi oltreoceano, incontri destinati a fare crescere, come quello con il soul singer Terry Evans, collaboratore storico di Eric Clapton e Ry Cooder, hanno lentamente educato le sue prospettive artistiche portandolo a sviluppare una predilezione per la chitarra dobro e la tecnica dello slide. Proprio in uno dei periodi di assenza dagli States, Colombo conosce e comincia a collaborare con


Valeriano. La frequentazione artistica e la complementarità dei caratteri – più riservato e timido Colombo – ha portato negli anni alla realizzazione in studio di due sofisticati album di cover e a un numero davvero notevole di performance live apprezzate dalla critica e dal pubblico non solo milanese. Oggi quarantenne, il giramondo Colombo ha eletto Cracovia, nuova mecca della musica e delle arti europee, a sua base. Da qui, riparte di volta in volta alla conquista di nuovi pubblici o per ritrovare quelli più fedeli. <Signore e signori, ecco a voi Joe & Joe>, si sente di nuovo risuonare nell’etere milanese. Quando sono sul palco, le loro anime, soul secondo la terminologia blues, paiono fondersi in qualcosa di nuovo, una doppia anima in cui i pregi dell’uno sopperiscono ai difetti dell’altro invitando tutti a prendere parte a un viaggio non epico, ma di terrestre, inebriante umanità.

It was precisely in one of the periods when he was not in the States that he met, and began working with, Joe Valeriano. The artistic collaboration and the complementary nature of their two characters – Colombo being rather reserved and a bit shy – have produced over the years two sophisticated cover albums and a really noteworthy number of live performances appreciated both by critics and a public that is not limited to Milan. Today forty, the footloose Colombo has chosen Krakow – the new mecca of European art and music, as his base. From there, he travels out, from time to time, to conquer new audiences and to connect again with his faithful fans. <Ladies and Gentlemen – I give you Joe & Joe>, floats out over the Milanese air once again. When they are on stage, their Souls, as the language of the Blues puts it, seem to blend into something new: a Double soul in which the qualities of each lifts the fragilities of the other, inviting everyone to join a trip not epic, but made of earthly, inebriating, humanity.


Un giovane Joe Valeriano solo con la sua chitarra acustica / JOE VALERIANO ARCHIVES.


Joe Colombo dal vivo in un performance solista al Teatro LabArca di Anna Bonel, Milano 2015 / JOTO DI MATTEO CESCHI.




UNTITLED

PROJECT words ROBERTO FAELLI p i cs FEDERICO GARIBALDI


Un piccolo miracolo italiano: due imprenditori italiani hanno creato una società multinazionale specializzata in progetti alberghieri e residenziali di alto livello. “Quando pensi, sogni un progetto, cominci con immaginare qualcosa che non esiste; la maggior parte delle volte è solo un dettaglio, un piedino, l’angolo di una superficie oppure qualcuno che siede nel nulla. Nella tua mente si crea un patchwork di dettagli, si formano le immagini di una scarpa che si appoggia su una barra, due braccioli di una sedia, una linea inclinata, il supporto della schiena, il colore, il materiale. Tutto questo può avvenire di notte, oppure durante il giorno mentre mangi al ristorante e guardi il tuo vicino di tavolo, oppure mentre cammini: allora torni al computer e cominci a disegnare la gamba, lo schienale, il rivestimento. Ogni cosa deve combaciare: i colori, i materiali ma soprattutto le forme, sottili e complete nella loro vista di insieme. Una volta stavo disegnando un lampadario: la prima immagine che mi è nata è stata quella del fuoco di una stella di ghiaccio; la luce fredda, glaciale, impressionante ma non accecante: qualcosa che puoi guardare, rimanerne affascinato ma appena tu sposti il tuo sguardo altrove, puoi comunque distinguere tutte le 50 gradazioni del grigio, o più. .. Tutto è facile a questo mondo. La cosa fondamentale è pensare e sviluppare l’idea giusta usando i materiali giusti e creare un prodotto nel rispetto del gusto e dell’utilizzo dell’utente finale. Design, tecnologia, materiali e costi sono fondamentali per le buone idee: il mancato raggiungimento di ognuno di questi singoli punti comporta di conseguenza il fallimento del designer o dell’architetto incaricato del progetto. Questo è il pensiero della società. Hipret è una società che produce e rende reali sia idee di architetti di fama mondiale, sia direttamente della sua equipe interna di designers. La sua esperienza è cresciuta dal 1993 fino ad oggi e qualunque cosa è una scommessa. Hipret sta ora disegnando arredi con una linea sottile, leggera ma robusta con un’ampia scelta di colori resistenti ai raggi solari, all’acqua, alle intemperie… Possono essere utilizzati sia all’esterno che all’interno e caratterizzati da un costo sostenibile. Questa è una delle scommesse che la società sta sviluppando ma il concetto principale è di stupire i propri sostenitori rendendo concrete e semplici delle idee molto complesse. Perché Hipret è molto diversa ?

A SMALL ITALIAN MIRACLE IN THE WORLD: TWO ITALIANS HAVE CREATE A SMALL MULTINATIONAL COMPANY SPECIALIZED IN TOP LEVEL HOSPITALITY AND RESIDENTIAL PROJECTS “Whenever you think, you wonder about a project, you start imagining something that does not exist; most of the times it is just a detail, a glide, the edge of the top or somebody sitting anywhere. Then you star developing a patchwork of details: a shoe resting on a bar, two arms on a chair, the inclination, the support of the back, the color, the material. All this may happen at night, or during the day while you are eating at a restaurant and you stare at your neighbor or while you are walking; then you go back to your computer and you start designing: the leg, the backrest, the upholstering, everything must match, the color, the materials but overall the shapes that must be thin, light and complete in its overall view. Once I was designing a chandelier, the first imagine I had in mind was the fire of a star made of ice; the light cold, glacial, stunning but not dazzling; something strong that you can observe and remain amazed but when you turn your eyes you can distinguish immediately all the 50 shades of grey or more….. Everything is easy in this world the main thing is to have and develop the right idea, to use the right materials and to create respecting the taste and the benefit of the final user. Design, technology, materials and cost are the fundament of good ideas, whenever one of these points is not achieved, the designer, the architect is failing his mission.” This is the thinking of the company. Hipret is a company that produces and make real both ideas from worldwide known designers and directly from the internal design team. Its experience has grown from 1993 till now, everything is a challenge for them. Hipret now is developing a complete range of furniture that has a slim design, strong, lightweight, great choice of colors that are durable against the sun rays, the water, the snow…. They can be used independently inside or outside and will have an affordable price. This is one of the company’s challenges but the main point is to astonish their supporters making real and simple very complex ideas.





La società è molto “leggera”, ciò nonostante è completa, è attiva in molti paesi nel mondo; Hipret ha un’ampia esperienza, ha lavorato in Europa (per esempio in Germania, Svizzera, Italia, Francia, Regno Unito), Medio Oriente (Arabia Saudita, Libano, Emirati Arabi), Africa (Marocco, Senegal), USA e America Centrale, ha una rete di fornitori a livello mondiale ma, nel limite del possibile, preferisce utilizzare chi è più vicino per potere controllare giornalmente il livello qualitativo ed il mantenimento dei tempi previsti. Hipret ha collaborato con architetti di fama mondiale, ma la cosa più importante è che continua a mantenere tra i propri clienti gli stessi architetti e investitori che, anche dopo vent’anni di collaborazione, decidono di confermare l’esecuzione di progetti di alto standing. Ci deve essere una ragione se questo succede…. La loro storia completa è disponibile sul sito www.hipret.net Ora Hipret è presente con proprie sedi in Italia, Svizzera, Malta, e Irlanda, hanno fatto investimenti immobiliari e possono eseguire progetti completi, sia nella loro totalità che in singoli elementi di arredo. Hanno disegnato e sviluppato sistemi domotici complessi dove non solo l’utilizzo è molto semplice e intuitivo, ma la qualità dei materiali è sempre al massimo livello. Un LED per esempio può avere un costo modesto a condizione che anche la resa cromatica sia modesta, Hipret sceglie sempre materiali molto più costosi che garantiscono un CRI 90 per arrivare a 97, ha sviluppato corpi illuminanti che garantiscono il bianco dinamico, tutto ciò, naturalmente, comporta dei costi molto più elevati che potranno essere visibili solo a lavori ultimati, ma Hipret ama stupire i suoi clienti. Hipret è molto competitiva anche a livello economico non accettando comunque prodotti eseguiti tramite manodopera non in regola oppure con l’utilizzo di materiali tossici anche in paesi in cui questo non è proibito. Hipret è sempre concorrenziale perché tutte le società del gruppo sono autofinanziate, senza intervento di banche il cui costo graverebbe sui prezzi finali ed ha i propri dipendenti capaci di sviluppare tutto ciò che è necessario per la produzione. Hipret paga i propri fornitori immediatamente alla fatturazione e, con ciò, ottiene i prezzi migliori e la massima collaborazione per garantire un alto standard di prodotto. Queste sono semplici regole fondamentali che servono a dare prodotti di alta gamma a prezzi ragionevoli e è la base della filosofia aziendale.

Why Hipret is something different ? The company is very slim, nevertheless complete, is active in several countries in the world; Hipret has a wide experience, it has worked in Europe (i.e. Germany, Switzerland, Italy, France, U.K.), Middle East (Saudi Arabia, Lebanon, U.A.E.), Africa (Morocco, Senegal), U.S.A., Central America, it has a worldwide range of suppliers but, as far as they can, they prefer that everything is manufactured close to them to guarantee a daily check on the quality and the perfection of what they produce within the programmed time. They have collaborated with top Architects and Interior Decorators, and the most important issue is that they are still delivering and executing projects for clients and professionals they met more than 20 years ago. There must be a reason if this happens…. For their full history you can have a look to our website www. hipret.net. Now Hipret is in Italy, in Malta, in Switzerland and Ireland, they have made real estate investments and can internally design and execute complete projects or single pieces of furniture. They have designed and developed full and very advanced domotic systems, where not only the software is easy to handle and very intuitive, but the quality of materials is at top level. A LED, for instance, can be very cheap, but with very low color results, or very expensive but with full natural colors and they never accept anything below CRI 90 but they can reach CRI 97, they have used dynamic white components in several project where clients can feel the difference just when they are finished; but Hipret loves to amaze their clients. They are competitive in prices but do not accept products produced using non regular manpower, they do not accept products using toxic materials in all countries even if, in some of them, all this could be permitted. They are competitive because all their companies are fully selffinanced and therefore they have no added cost; they have their own departments covering all what is needed to produce. Hipret pays its suppliers immediately, without any time delay, therefore also their prices become competitive, their willing to maintain good relations is high and therefore also the quality of what they do is high. These are very simple but fundamental rules to keep competitive prices with high standards.







CAS TELLI DI CAR TA Photographer MARCELLO ARENA @Studio Repossi I Stylist GIULIA METERANGELIS @Studio Repossi Hair and makeup SERENA CONGIU I Stylist assistant FRANCESCA TESSITORE


Total look RAFFAELLA CURIEL Choker and pearls SHARRA PAGANO


Total look RAFFAELLA CURIEL Choker and pearls SHARRA PAGANO Shoes C.B MADE IN ITALY


Dress STEPHANE ROLLAND Choker SHARRA PAGANO


Total look LUISA BECCARIA Body chain ROSANTICA


Total look RAFFAELLA CURIEL Shoes AGL


Dress STEPHANE ROLLAND Jewerly SHARRA PAGANO


Dress LUISA BECCARIA


Dress ISABEL SANCHIS Shoes PAULA CADEMARTORI


Total look LUISA BECCARIA Body chain ROSANTICA


Total look RAFFAELLA CURIEL


Dress LUIGI BORBONE Necklace ROSANTICA


Dress ISABEL SANCHIS Bracelets SHARRA PAGANO


Dress LUIGI BORBONE Necklace ROSANTICA Shoes

REPETTO


Dress ATELIER LUANA POLIMENI


Blazer RAFFAELLA CURIEL



THE

NEW YORK STATE OF MIND Photographer MARIO ZANARIA I Stylist PORTIA CHÉRIE Makeup Artist AKIKO OWADA I Hair Stylist JUN GOTO thank to MAIDEN LANE - Alphabet City - New York

Black lace and mesh jumper accented with ostritch feathers AKINI AND GILLANI COUTURE Red oversized robe RALPH LAUREN Lace up black boots FRYE


Black lace and mesh jumper accented with ostritch feathers AKINI AND GILLANI COUTURE Red oversized robe RALPH LAUREN Lace up black boots FRYE


Asymmetrical black dress CALVIN KLEIN Lace up black boots FRYE Beaded bracelet FREIDA ROTHMAN Wide brim felt fedora PIERRE CARDIN Veil ACCESSORY TO MODA Sunglasses VINTAGE


Floral Jacquard evening dress J.S COLLECTIONS Cuff Bracelet ACCESSORY TO MODA


wide brim felt fedora PIERRE CARDIN Have a mellow and organic day VINTAGE


Denim jacket VERSACE Ripped Denim Jeans JOHN RICHMOND Faux Fur Shawl VINTAGE Camel Felt fedora SELENTINO feathered link chain-necklace ACCESSORY TO MODA


Glitter diamond motif strapless dress JUMP APPAREL Gold turban ACCESSORY TO MODA


Black and white silk dress XSCAPE Wide brim felt fedora PIERRE CARDIN Earrings VINTAGE


Black lace and mesh jumper accented with ostritch feathers AKINI AND GILLANI COUTURE Red oversized robe RALPH LAUREN Lace up black boots FRYE


Glitter diamond motif strapless dress JUMP APPAREL Gold turban ACCESSORY TO MODA



Black gathered V-neck gown AKINI AND GILLANI COUTURE


Black gathered V-neck gown AKINI AND GILLANI COUTURE


Black & Gold sequin tapered gown AKINI AND GILLANI COUTURE Gold cuff Bracelet ACCESSORY TO MODA


Asymmetrical Black dress CALVIN KLEIN Wide brim felt fedora PIERRE CARDIN Veil ACCESSORY TO MODA Sunglasses VINTAGE


Denim jacket VERSACE Ripped Denim Jeans JOHN RICHMOND Faux Fur Shawl VINTAGE Camel Felt fedora SELENTINO Ankle boots APOLLO SIGNATURE feathered link-chain necklace ACCESSORY TO MODA


Royal blue mesh and print cotton jumper AKINI AND GILLANI COUTURE


White textured mesh jumper accented with silk bow AKINI AND GILLANI COUTURE Gold Sandals BCBG Link Bracelet & chandelier Earrings ACCESSORY TO MODA



Abito RENATO BALESTRA Bracciale BALESTRA


LA

GRA NDE

BEL LEZZA Art Direction P3 STUDIO I Makeup TIZIANA PORRAZZO (Roma) e ANIA MELNIKOVA (Milano) Models ANDREEA - NEXT , CAMILLA e ANISIA (Milano) - THE FABBRICA Location PALAZZO MANFREDI (www.palazzomanfredi.com/it/)



Dress RENATO BALESTRA Bracelet BALESTRA


Dress RENATO BALESTRA Ring VINTAGE


Dress RENATO BALESTRA Ring VINTAGE



Dress ANTON GIULIO GRANDE Accessory AVRIL 8790


Dress ANTONIO GIULIO GRANDE Jewelry D’AVOSSA GIOIELLI


Dress GATTINONI Jewelry FUTURO REMOTO



Abito ANTON GIULIO GRANDE


Dress CINZIA EVANGELISTA


Dress CINZIA EVANGELISTA


Dress ANTON GIULIO GRANDE Jewelry D’AVOSSA GIOIELLI


Dress RAFFAELLA CURIEL Jewelry GIGLIOLA CURIEL


Shadow of nothing (Pancil on paper) Masahiko Kubo Artist/Designer


SPECIAL BRIDE


SPOSAITALIA “IL FASHION TORNA A EMOZIONARE” Confermato palcoscenico internazionale, Sì Sposaitalia Collezioni torna dal 20 al 23 maggio 2016 a fieramilanocity per ospitare le collezioni 2017 di abiti da sposa‚ cerimonia uomo‚ donna‚ bambino e accessori dei più grandi marchi italiani e stranieri, con un panorama completo, vario e ricco di idee per tutti gli operatori del settore. La manifestazione sarà ancora una volta osservatorio privilegiato sull’evoluzione di una delle dimensioni più emozionanti dell’universo moda, con le migliori proposte del segmento bridal.

LUSAN MANDONGUS



LUSAN MANDONGUS


WITH SPOSAITALIA, FASHION IS BACK WITH NEW THRILLS As an established international platform, Sì Sposaitalia Collezioni will be back from 20 to 23 May 2016 at fieramilanocity to host the 2017 collections of wedding gowns, men’s, women’s and children’s ceremonial and accessories of the biggest Italian and international brands, with a complete, varied, rich panorama of ideas for all dealers in the sector. The event will once again be a privileged observation point to see the evolution of one of the most exciting dimensions in the fashion universe, with the best proposals in the bridal section. To give a well-deserved space to the many ideas present in the event, Sposaitalia will be welcoming visitors and buyers from all over the world, in a renewed arrangement that will differentiate itself from past editions thanks to a restyling, designed to combine elegance in aesthetics with a greater functionality of the exhibition. The renewed layout is intended to offer buyers a framework that is even more attentive to their needs, committed to giving value to the creativity of the companies that will be making themselves known through their style proposals. Among the brands that have already confirmed their presence to date we can count about 120 collections, including new arrivals like Elisabetta Polignano, Fiò Couture, Emiliano Bengasi Couture, Enzoani Beautiful Blue by Enzoani, Immaculada Garcia, E-Sposa, Gaby Charbachy, Simone Marulli, Paoul, Torre, Trilogy Atelier, Ulker Yar Couture and Via Della Spiga Milano. Other very welcome confirmations will be those of Alessandra Rinaudo, Papilio, Antonio Riva, Cleofe Finati By Archetipo, David Fielden, Luisa Sposa, Gemy Maalouf, Linea Raffaelli, Lusan Mandongus, Pat Maseda and Maestrami, whose creativity has already determined the personality of the event in past editions. This edition of Sposaitalia also confirms the calendar of catwalk parades, a moment of particular prominence for exhibitors, which will characterise the event with precious appointments for visiting dealers. Quality and excellence will play leading roles on the Sposaitalia catwalk, offering dealers an extra opportunity to discover and admire the dresses and accessories in their most vital and exciting dimension. With the event about two months away there are numerous novelties taking shape, which will be unveiled to operators as an unmissable opportunity to be updated and discover the latest trends in bridal fashion. The appointment with Sì Sposaitalia Collezioni is from 20 to 23 May 2016 at fieramilanocity.

Per dare meritato spazio alla molteplice offerta presente in manifestazione, Sposaitalia accoglierà visitatori e buyer da tutto il mondo all’interno di un allestimento rinnovato che si differenzierà dalle passate edizioni grazie a un lavoro di restyling, progettato per unire l’eleganza nell’estetica a una maggior fruibilità dell’esposizione. Il rinnovato layout espositivo è stato voluto per offrire ai compratori una cornice sempre più attenta alle loro esigenze e impegnata a dare valore alla creatività delle aziende che si racconteranno attraverso le proprie proposte di stile. Tra i brand che ad oggi hanno già confermato la loro presenza si possono contare circa 120 collezioni, tra cui nuovi arrivi come, Elisabetta Polignano, Fiò Couture, Emiliano Bengasi Couture, Enzoani Beautiful Blue by Enzoani, Immaculada Garcia, E-Sposa, Gaby Charbachy, Simone Marulli, Paoul,Torre, Trilogy Atelier, Ulker Yar Couture e Via Della Spiga Milano. Grandi conferme saranno, invece, quelle di Alessandra Rinaudo, Papilio, Antonio Riva, Cleofe Finati By Archetipo, David Fielden, Luisa Sposa, Gemy Maalouf, Linea Raffaelli, Lusan Mandongus, Pat Maseda e Maestrami, che già nelle scorse edizioni hanno dato carattere alla manifestazione con la propria creatività. Si conferma anche in questa edizione di Sposaitalia il calendario sfilate, un momento di particolare visibilità per gli espositori che caratterizzerà la manifestazione con appuntamenti preziosi per gli operatori in visita. Qualità ed eccellenza saranno protagoniste della catwalk di Sposaitalia, per farsi ammirare dagli operatori offrendo loro una possibilità in più per scoprire gli abiti e gli accessori nella loro dimensione più vitale ed emozionante. A circa due mesi dall’appuntamento con la manifestazione sono numerose le novità che si stanno delineando e si sveleranno agli operatori come un’occasione irrinunciabile per essere aggiornati e scoprire le ultime tendenze del bridal fashion. L’appuntamento con Sì Sposaitalia Collezioni è dal 20 al 23 maggio 2016 a fieramilanocity.


AMELIA CASABLANCA


International leading bridal exhibition

# SPOSAITALIAEMO TIO NS

20 / 23 MAGGIO 2016 F ie ra m il a n o city Gate 5, Viale Scarampo - Pad. 3 Milano / RISERVATA AGLI OPERATORI PROFESSIONALI /

sposaitaliacollezioni.fieramilano.it

BRIDAL

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EMOTIONS


Dress PETER LANGNER


BRIDE

WARS LA MIA

MIGLIOR NEMICA Art Direction P3 STUDIO I Stylist GIULIA DE MAGISTRIS Makeup MATTEO BARTOLINI I Model IVANA - MP


Dress TONY WARD


Dress ETTORE BILOTTA


Dress PETER LANGNER


Dress ACQUACHIARA COLLECTION



Dress TONY WARD Shoes RENÈ CAOVILLA


Dress ANTONIO GRIMALDI Shoes RENÈ CAOVILLA


Dress REGINA SCHRECKER


Dress PETER LANGNER



Dress ALESSANDRA SABBADINI


THE

WED DING DATE

Photographer ALESSIO PERROTTA I Stylist ANGELICA TORELLI Hair and makeup NOEMI ROSSI I Photographer assistant MASAHIKO KUBO Model ANDREEA CIUCICO - ICE MODELS


Dress: ANTONIO RIVA Shoes: RENÈ CAOVILLA


Dress: CARLO PIGNATELLI Shoes: RENÈ CAOVILLA


Dress: ALESSANDRO ANGELOZZI COUTURE Shoes: RENÈ CAOVILLA


Dress: ALESSANDRO ANGELOZZI COUTURE Shoes: RENÈ CAOVILLA


Dress: ANTONIO RIVA Shoes: RENÈ CAOVILLA



LO VE ACTUALLY Art Direction P3 STUDIO I Stylist GIULIA DE MAGISTRIS Makeup MATTEO BARTOLINI I Model VIKTORIIA - MP


Dress ANNA CERUTI


Dress COUTURE HAYEZ


Abito PETER LANGNER


Dress MARELLA FERRERA




Dress ALESSANDRA RINAUDO - NICOLE SPOSE


Dress ALESSANDRA RINAUDO - NICOLE SPOSE


Dress PRONOVIAS


Dress COUTURE HAYEZ



In braccio (Sumi on paper - Japanese Ink) Masahiko Kubo Artist/Designer


ISSUE 08: ACQUACHIARA Collection

www.acquachiara.it

AGL – ATTILIO GIUSTI LEOMBRUNI

FUTUROREMOTO GIOIELLI

www.futuroremotogioielli.it

RENE’ CAOVILLA

www.renecaovilla.com

www.agl.com

GATTINONI

www.gattinoni.com

REPETTO

AKINI&GILLANI

GEORGES CHAKRA

ROBERTO FAELLI – HIPRET GROUP

ALESSANDRA RINAUDO - NICOLE SPOSE www.nicolespose.it

GIADA CURTI

ROSANTICA

ALESSANDRA SABBADINI

GUCCI

SALEH AL RAMMAH

ALESSANDRO ANGELOZZI COUTURE

GUO PEI

SELENTINO

ALEXANDER MCQUEEN

I’M ISOLA MARRAS

SELF PORTRAIT

AMELIA CASABLANCA

ISABEL SANCHIS

SHARRA PAGANO

www.akiniandgillanifashion.com

www.alessandrasabbadini.it

www.alessandroangelozzicouture.it www.alexandermcqueen.com www.ameliacasablanca.com

www.georgeschakra.com www.giadacurti.it www.gucci.com www.guo-pei.fr www.isolamarras.it

www.isabelsanchis.com

www.repetto.com www.hipret.net

www.rosantica.com sa_rammah@hotmail.com www.themenshats.com www.self-portrait-studio.com www.sharrapagano.it

AMONREE - ANTONIO D’ERRICO

ISSEY MIYAKE

SIBLING

ANNA CERUTI

JEAN PAUL GAULTIER

STEPHANE ROLLAND

ANTON GIULIO GRANDE

JEREMY SCOTT

T.G.M TESSUTI INTERNATIONAL

ANTONIO GRIMALDI

JOE COLOMBO

THOMAS DE FALCO

www.amonree.it

www.annaceruti.com www.aggcouture.it

www.antoniogrimaldi.it

www.isseymiyake.com www.jeanpaulgaultier.com www.jeremyscott.com www.joecolombomusic.com

www.siblinglondon.com www.stephanerolland.com www.tgmtessuti.it

www.thomasdefalco.blogspot.com

CANADA

Speedimpex Canada, Inc. 1040 Martin Grove Road - Unit 6/7 M4W 4W4 Toronto, Ontario Tel. +1 416 741 7555 mail@speedimpex.ca CROATIA, SLOVENIA

Distriest d.o.o. Partizanska 75/A - 6210 Sezana Tel. +386 5 7070 250 info@distriest.si CYPRUS

Hellenic Distribution Agency (Cyprus) Ltd. PO Box 24508 208 Yiannou Kranidioti Avenue, Latsia 1300 Lefkosa Tel. +357 22878500 hell@hellenicmags.com CZECH REPUBLIC

CZ Press Ltd. Türkova 828 - 149 01 Prague 4 Tel. +420 296 371 760 info@czpress.cz DENMARK

Interpress Danmark A/S Islevdalvej 205 - 2610 Rodovre Tel. +45 3327 7700 kundeservice@interpress.dk EGYPT

ANTONIO RIVA

JOE VALERIANO

TOMMY HILFIGHER

AVRIL 8790

JOHN RICHMOND

TONY WARD

www.tonyward.net

AL AHRAM Establishment Distribution Dept., Main Building, Floor#9 Al Galaa Street - 11511 Cairo Tel. +202 2770 4332 dist@ahram.org.eg

BCBG

JS COLLECTIONS

VALENTINO

EMIRATES

BELSTAFF

JUMP APPAREL

VERSACE

www.versace.com

Jashanmal National Company PO Box 1545 - Dubai, UAE Tel. +971 4 417 4800 tony@jashanmal.net

BURBERRY

KENZO

VIKTOR&ROLF

FINLAND

C.B MADE IN ITALY

LUANA POLIMENI

VINTAGE

CALVIN KLEIN

LUIGI BORBONE

VIVIENNE WESTWOOD

CARLO PIGNATELLI

LUISA BECCARIA

YUKI SELI

CARVEN

LUSAN MANDONGUS

Presstalis 30 rue Raoul Wallenberg - 75019 Paris Tel. +33 1 49 28 7247 hoda.landier@presstalis.fr

DISTRIBUZIONE / DISTRIBUTION

GERMANY

www.antonioriva.it www.avril8790.it www.bcbg.com www.belstaff.eu www.burberry.com www.cbmadeinitaly.com www.calvinklein.com www.carlopignatelli.com www.carven.com

www.joevaleriano.altavista.org www.johnrichmond.com www.jscollections.com www.jumpdesigngroup.com www.kenzo.com www.luanapolimeni.com www.luigiborbone.it www.luisabeccaria.it www.lusanmandongus.com

CHIARA BONI

MADE IN FRANCE

CHRISTIAN DIOR

MARELLA FERRERA

CINZIA EVANGELISTA

MASAHIKO KUBO

CLOTILDE BOLOGNESI

MASSIMO IZZO

www.chiaraboni.com www.dior.com

www.cinziaevangelista.com www.clotildebolognesi.com

www.salonmadeinfrance.com www.marellaferrera.com www.facebook.com/masahiko.kubo.milano www.massimoizzo.com

COUTURE HAYEZ

MOSCHINO

CURIEL COUTURE

NINO LETTIERI

D’AVOSSA GIOIELLI

PAUL SMITH

DAKS

PAULA CADEMARTORI

www.couturehayez.com www.raffaellacuriel.com

www.moschino.com www.ninolettieri.com

www.tommy.com

www.valentino.com

www.viktor-rolf.com www.vintagebijoux.com www.viviennewestwood.com www.area35artgallery.com

ARGENTINA

York Agency S.A. Alsina 739 1087 Buenos Aires Tel +54 11 4331 5051 info@yorkagency.com.ar AUSTRIA

Morawa Pressevertrieb GmbH & Co KG Postfach 153 Hackinger Strasse 52 1140 Wien Tel. +43 1 910 76 125 mbaburek@morawa.com AUSTRALIA

Akateeminen Kirjakauppa Stockmann PO Box 23 Stockmannintie 1 H - 00381 Helsinki Tel. +358 9 121 5218 pasi.somari@stockmann.com FRANCE

W.E. Saarbach GmbH Hans-Böckler-Strasse 19 - 50354 Hürth Tel. +49 2233 7996 0 info@saarbach.de GREECE

Hellenic Distribution Agency Ltd. 51, Hephaestou Street - 19400 Koropi Tel. +30 211 211 4300 l.koutzavekiari@hda.eu HONG KONG

Foreign Press Distributors Ltd. Unit 4&6, Block A, Tonic Industrial Centre, 26 Kai Cheung Road, Kowloon Bay Tel. +852 2566 4183 karen@foreignpress.com.hk HUNGARY

www.paulacademartori.com

Speedimpex Australia Pty. Ltd. Unit 3, 123 McEvoy Street NSW 2015 Alexandria Tel. +61 2 9698 4922 info@speedimpex.com.au

DELVES-JK

PETER LANGNER

BAHRAIN

INDIA

ELIE SAAB

PIERRE CARDIN

ELSA SCHIAPPARELLI

PRONOVIAS

www.davossagioielli.it www.daks.com www.delves-jk.com www.eliesaab.com

www.schiaparelli.com

www.paulsmith.co.uk

www.peterlangner.it www.pierrecardin.com www.pronovias.com

EMPORIO ARMANI

RALPH LAUREN

ETRO

RANI ZAKHEM

ETTORE BILOTTA

REGINA SCHRECKER S.R.L

FRYE

RENATO BALESTRA

www.armani.com/it/emporioarmani www.etro.com www.ettorebilotta.com www.thefryecompany.com

www.ralphlauren.fr www.ranizakhem.com www.reginaschrecker.it www.renatobalestra.it

Jashanmal&Sons Seef District PO Box 16 Manama, Bahrain Tel. +973.1.758.2424 BELGIUM

AMP SA Route de Lennik 451 1070 Brussels Tel. +32 2 525 1501 info@ampnet.be BRAZIL

B. and White Livros e Revistas Ltda. Rua Vespasiano 560, Vila Romana 05016-000 São Paulo Tel. +5511 3675 3573 b.andwhite@uol.com.br

Hungaropress Ltd. Táblás utca 39 - 1097 Budapest Tel. +36 1 348 4040 hunpress@hungaropress.hu The Variety Book Depot Avg Bhawan, M-3 ,Connaught Circus New Delhi - 110 001 Tel. +91 11 23417175, 23412567, 23415030 varietybookdepot@gmail.com ISRAEL

Steimatzky (2005) Ltd. PO Box 10333 61 Jobotinsky - 52002 Ramat Gan Tel. +972 3 577 5777 info@steimatzky.co.il ITALIA

PIERONI DISTRIBUZIONE S.R.L. Via C. Cazzaniga, 19 - 20132 Milano T +39 02.25823176 | F +39 02.25823324


JAPAN

MONACO

JORDAN

NETHERLANDS

D.I.P. Inc. 1-3-4 Yushima, Bunkyo-ku 113-0034 Tokyo Tel. +81 3 5842 9050 dip_magazine@dip-inc.co.jp

Presse Diffusion Bld. Charles III 98000 Monaco Tel. +377 9310 1200 salbergucci@monaco.mc

Jordan Distribution Agency PO Box 3371 18 Khalil Al Salem Street, Tla’a Al Ali 11181 Amman Tel. +962 65358855 KOREA

World Magazine Co.,Ltd Yujin Building 1F, 13-7 Nonhyun-dong, Kangnam-gu, Seoul 135-010 Tel. +82 2 529-9123 world@worldmag.co.kr LEBANON

Levant Distributors P.O.BOX 11 48 42 - Beirut Tel. +961 1 488 444 r.naufal@levantgroup.com MPK Luxembourg S.a.r.l B.P 2022 - 11 Rue Christophe Plantin 1020 Luxemburg Tel. +352 499 8888 courrier.mpk@valora.lu

Société Tunisienne de Presse SOTUPRESSE B.P. 719 3 Rue du Maroc 1000 Tunis Tel. +216 71 32 2499 sotupresse@sotup.com.tn

Interpress Slovakia, spol. s r.o. Blagoevova 9 85104 Bratislava Tel. +421 2 44 87 1501 interpress@interpress.sk SPAIN

TURKEY

Iberpress España S.L. Av. Sur del Aeropuerto de Barajas 38 2 Floor - 28042 Madrid Tel. +34 91 748 1370 iberpress@iberpress-spain.com SWEDEN

Svenska Interpress AB PO Box 90170 Byängsgränd 8, 12022 Stockholm Tel. +46 8 50 65 0600 interpress@interpress.se

QATAR

SWITZERLAND

Valora Schweiz AG Hofackerstrasse 40 - 4132 Muttenz Tel. +41 61 467 2020 info@valora.com

Press Point International 2nd Khoroshevkiy proyezd, d.7 123007 Moscow Tel. +7 495 256 9005 e.chamidowa@salespress.ru

Dünya Süper Dagitim A.S. Balamir Sokak No.7 Kavacik 34810 Istanbul Tel. +90 216 681 1800 deniz.oztepe@dunya.com UNITED KINGDOM

COMAG Specialist Tavistock Works, Tavistock Road West Drayton, Middlesex, UB7 7QX Tel. +44 1895 433800 andy.hounslow@comag.co.uk USA

Speedimpex USA, Inc. 35-02 48th Avenue Long Island City NY 11101 Tel. +1 718 392 7477 infony@speedimpex.com

TAIWAN

Multi-Arts Corporation No. 6, Lane 25, Sung Chiang Road 10455 Taipei Tel. +886 2 2505 2288 info@multi-arts.com.tw

ABBONAMENTI Haute Couture e sposa. La nuova stylish guide per chi vuole essere sempre up to date sul favoloso mondo dell’alta moda e della sposa. Un laboratorio di ricerca realizzato da couturier che amano l’esclusività HIPP´MQQEKMRI 7S½WXMGEXE I EZERXKEVHI EPGSZE HIP PYWWS REWGI YR nuovo modo di guardare il fashion world! Haute couture and bride. It is the new stylish guide to be always up to date on the fabulous world of the haute couture and bride. A research laboratory inspired by couturier who love the exclusivity of the image. Sophisticated avant garde cocoon of luxury. A new way of looking at the fashion world that takes life. Prêt-à-porter racconta tutte le novità sul mondo del prêtà-couture, un nuovo linguaggio moderno per descrivere l’alta moda contaminata da elementi street: in esclusiva il best of delle W½PEXI M VMXVEXXM HIM XST HIWMKRIV IH M XVIRH HIPPE RYSZE WXEKMSRI Prêt-à-porter tells about the news concerning the world of prêt-à-couture. It is a modern language that describes the haute couture spoilt by street elements: exclusively the best of the catwalks, the portraits of the top designers and new season’s trend.

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TUNISIA

SLOVAKIA

International News Portugal Edifício Smart,R.Pólo Norte Lt.1.06.1.1A Fracção 1E, Parque das Nações 1990-075 Lisboa Tel. +351 21 898 2010 internews@internews.com.pt

RUSSIA

Distribuidora de Impresos S. de R.L. de C.V. Mariano Escobedo No. 218 Colonia Anáhuac - 11320 México, D.F. Tel. +52 55 5262 9400 dimsa@dimsa.com.mx

Asia Books Co. Ltd. 10320 Huaykwang, Bangkok Tel. +662 715 9000 information@asiabooks.com

438, Ang Mo Kio Industrial Park 1 #02-02 569619 Singapore Tel. +65 6457 7678 infomags@pansing.com

Pol Perfect Sp. z o.o. ul. Stagiewna 2c - 03 117 Warsaw Tel. +48 22 51 939 51 polperfect@polperfect.com.pl

MEXICO

THAILAND

(Magazines)

POLAND

Miller Distributors Ltd. Miller House, Airport Way Tarxien Road, LQA 1814 Luqa Tel. +356 2166 4488 info@millermalta.com

SINGAPORE

No.135, alley 58, lane 278, yong ji. rd. Taipei Tel. +886 2 27685950 superten@ms15.hinet.net

Pansing Distribution Pte Ltd.

Betapress PO Box 77 Burg.Krollaan 14, 5126 PT Gilze 5126 ZH Gilze Tel. +31 161 45 7655 info@betapress.audax.nl

Arabian Establishment for Commerce PO Box 52 Um Guwalina 00974 Doha Tel. +974 4444 0014 distribution@aecqatar.com

MALTA

Super Team

Al Khazindar Dist Co Ltd. PO Box 157 21411 Jeddah Tel. +966 2 682 5052 distribution@alkhazindar.com.sa

PORTUGAL

LUXEMBOURG

SAUDI ARABIA

Rv de la Mode Prêt-à-Couture Rv de la Mode Haute Couture

Per qualsiasi ulteriore informazione contattare la Redazione - Contact editorial staff for any query

email: info@rendezvousdelamode.com Tel: +39 02 71040565 Consulta il nostro sito e abbonati a A RENDEZ-VOUS DE LA MODE - Visit our website and subscribe for yourself or a friend to RENDEZ-VOUS DE LA MODE

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ALTA MODA E SPOSA USCITE: MARZO / SETTEMBRE 2 numeri / 2 issues Italia: € 27,00 Europe: € 62,00 America: € 82,00 Other Countries: € 92,00 ARRETRATI/BACK ISSUES 1 NUMERO/1 ISSUE Italia: € 16,00 Europe: € 35,00 America: € 45,00 Other Countries: € 50,00

PRÊT-À-COUTURE 2 numeri / 2 issues Italia: € 27,00 Europe: € 62,00 America: € 82,00 Other Countries: € 92,00 ARRETRATI/BACK ISSUES 1 NUMERO/1 ISSUE Italia: € 16,00 Europe: € 35,00 America: € 45,00 Other Countries: € 50,00



via Sant’Andrea, 8 - Milano


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