casam cciolacity i
Special
COVER
MARIKA DE MAIO BABACAR GUYE
LIFE
IL BORGO DEL MAJO
CHEF STELLATO
GIOVANNI DE VIVO
FOOD
LA MAGIA DELLO CHANDELIER
FASHION
VALERIA TROYATSKA
SPECIAL
SCOPRIRE CASAMICCIOLA anno 1 - N°01 autunno_ 2017 ischiacity.it
euro 5,00
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01
S U M M A R Y
CREDITS editorinchiefcreativedirector riccardosepevisconti executivedirector silviabuchner marketingdirector ceciliad’ambrosio artdirectorstyle riccardofioretti
Special
editors luciaelenavuoso_life gianlucacastagna_nature antoninoitaliano_nature massimomattera_history lellomontuori_people francoborgogna_amarcord pietrodimeglio_wine manuelabottiglieri_food ceciliad’ambrosio_food
i
COVER_ Marika De Maio e Babacar Gueye AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MAKEUP_ Nancy Tortora per Aglaia HAIR_ Raffaella Tortora per Aglaia DRESS & BEACHWEAR_ Vogue Fashion Beachwear JEWELRY_ Bottiglieri Gioielli EYEWEAR_ Ottica Cinzia Pipolo
PHOTO riccardosepevisconti T. 347 61 97 874 riccardosepevisconti dayanachiocca stefanofiorentino
150 59
128
CONTRIBUTING models andreamarfè nataliakitsul rominadicostanzo gabrieldicostanzo dalilasghaier annabuono sirinjelassi luciascaloppino stephaneamegbedji valeriatroyatska marikademaio babacargueye makeupartist nancytortora ileanadiraffaele angelicalavita
170
27
136
FOOD
NATURE
19 Uno su tutti 21 Chandelier 27 Il Mosaico 31 L’Altra Mezzanotte 35 Fratelli La Bufala 39 Il Bracconiere 45 Il Signore degli Agnelli 48 Da Carusino 54 O’ Solit Post 56 Comprare cibi a km0
14 Terremoto del 21-8-2017, perché è successo? 126 Racconti dal mare 128 La via dell’allume
FASHION
59 Valeria Troyatska
PEOPLE
75 Lo Stato, tutti noi
COVER
82 Despacity
HISTORY
139 Garibaldi a Ischia
AMARCORD
hairdresser raffaellatortora marcoaiello cristiansirabella Per la pubblicità: direttore marketing Cecilia D’Ambrosio 334. 2931628 marketing@ischiacity.it
editore officinaischitana delleartigrafiche s.r.l. via A. De Luca, 42 80077 ischia - italy rsv@ischiacity.it
145 Casamicciola e la Belle Epoque
LIFE
150 Il Borgo del Majo
WINE
132 Le Cantine di Crateca 136 La Vigna di Pietrasecca
EVENT
170 Sal Da Vinci emoziona Casamicciola 172 Vagnitiello: è qui la festa!
ischiacity.it
retefissa +39.081.5074161 retemobile 347.6197874 direttoreresponsabile riccardosepevisconti N°01, anno 2017 registrazione tribunale di napoli, n°5 del 5 febbraio 2005 stampa tipografia microprint, napoli
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D I R E C T O R
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SONO CONTRO LA POLITICA DELL’HIC ET NUNC
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(foto tratta dalla rete)
l punto centrale del dibattito sul terremoto in questo caso (come in quelli legati a qualsiasi altro tipo di gravi emergenze) è l’onestà intellettuale: è centrale trattare il problema con lo scopo di offrire una soluzione, un su-
peramento della crisi e non con l’obiettivo di trarne delle opportunità (il più delle volte dubbiamente corrette). Ciò che è utile nell’immediato, spesso è devastante nel tempo, come una droga!… E drogata appare la situazione all’indomani del sisma del 21 agosto, dove si è perimetrata una “zona rossa” in modo, a dir poco, bislacco e palesemente deficitario. Nascondere, sottostimare, tacere i problemi legati alla sicurezza è criminale. E purtroppo nulla ci permette di affermare che sia stato fatto un lavoro puntuale, severo, serio e capace di garantire sicurezza e prospettive di recupero dell’area colpita dal sisma. Il criterio con il quale sono state individuate le strutture pericolanti è assai opinabile: sembrerebbe che vengano compresi solo quei fabbricati visibilmente compromessi o dei quali i proprietari abbiano chiesto le verifiche: incredibilmente, infatti, non si è voluto ispezionare casa per casa lo stato dei luoghi, per non parlare del recente tentativo di consentire ai privati di intervenire in assoluta autonomia sulle case danneggiate, senza - di fatto - alcun controllo istituzionale. E questo è, lo dico con chiarezza, un atteggiamento criminale e criminogeno. Un delitto in sé che spinge i collusi o i compiacenti a generarne altri con un processo virale. È sempre la solita storia di uno Stato Italiano che non funziona, del quale nessuno si fida, che in definitiva non protegge nessuno, esclusi i furbastri e i folli. Perché bisogna essere matti, ma matti davvero, per pensare di ripristinare ex ante lo stato dei luoghi senza tener conto che con la scossa del 21 agosto la Natura ha voluto ricordarci che siamo in un’a-
diventare, ancora una volta, “un far west de’ noantri” per piccoli conquista-
rea sismica, dove è assai alta la probabilità di un succedersi di nuovi eventi
dores… Mi dispiace doverlo annotare in queste righe - ed all’interno del mio
tellurici. Un’area, dove, a ragione o a torto (molto più a torto) si è costruito
Ischiacity, che in genere ama volgersi verso tutto ciò che è bello e produttivo
in assenza di regole, piani e prescrizioni; in modo selvaggio e arbitrario, sen-
- ma questa volta a Casamicciola Terme, così come a Lacco Ameno (che sono
za alcun rispetto dei protocolli (minimi) di sicurezza. Tutta la zona andrebbe
i Comuni maggiormente colpiti dal sisma) i presidi istituzionali - tutti! - dalle
evacuata con criteri militari, proibendo l’accesso a chiunque e sorvegliando
amministrazioni locali, a quella regionale e statale, dai presidi di sorveglianza
che tale divieto sia rispettato (appena pochi giorni fa, con disarmante spen-
a quelli dedicati alla sicurezza o al rispetto della legge, stanno, ognuno di loro,
sieratezza, alcuni abitanti di Piazza Majo mi hanno invitato a cenare in loro
tradendo il mandato di fiducia, affidabilità, sicurezza ed onestà. E lo fanno
compagnia presso il “bivacco” che da diverse settimane, e senza che le forze
mimetizzandosi dietro un sipario che ogni giorno di più imparo ad odiare: la
dell’ordine lo impediscano, è divenuto fulcro d’attività della piazza stessa!...).
politica dell “hic et nunc” (qui e adesso)…
Andrebbero controllati gli appartamenti uno per uno, e abbattuti in tempi ragionevolmente rapidi per permettere una bonifica totale di tutta l’area. E solo in questo modo quel territorio potrebbe tornare a vivere (semmai con una nuova destinazione). Ma sappiamo tutti che nulla di ciò sta avvenendo e nulla avverrà. Il Majo e le aree confinanti sono destinati a restare come sono: luoghi pericolosi a metà strada tra futuri ghetti fantasma e terre di ulteriori scempi e infami speculazioni. In poche parole aree di abbandono e miseria, pronte a
RICCARDO SEPE VISCONTI
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in collaborazione con
#coltellirosa
UNO SU TUTTI
IL PIATTO CHE MI HA SEDOTTO
“LE ENTRÉE DELLO CHEF” LA NOSTRA FOODINFLUENCER CECILIA È SEMPRE IN GIRO ALLA RICERCA DI NUOVI SAPORI, DI ABBINAMENTI INSOLITI E DI CHEF CHE CATTURINO LA SUA ATTENZIONE (E IL SUO PALATO). E QUANDO PUNTA IL COLTELLO, È PERCHÉ HA SCELTO DI AFFONDARLO NEL PIATTO GIUSTO, QUELLO CHE SU TUTTI REPUTA ECCELLENTE E… ASSOLUTAMENTE DA PROVARE! Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Dayana Chiocca
Q
uando ti accomodi al ristorante e già con le entrée assaggi preparazioni squisite, capisci che hai centrato la scelta e che
la tua cena sarà qualcosa di assai piacevole, da ricordare. Ecco perché nel mio percorso di degu-
stazione al ristorante Chandelier del Mezzatorre Resort & Spa a Forio, guidato dallo chef Giuseppe D’Abundo, voglio segnalare proprio la prima pietanza arrivata in tavola. Non perché abbia sovrastato le altre ma perché le ha, con efficacia e seduttività, anticipate in quella che per me è stata un’esperienza del gusto decisamente avvolgente. Lo chef ha scelto tre piccoli assaggi di mare, bocconcini di pescato di diverso gusto e in differenti cotture accostati a tre salse, tutte a base di vegetali. Le carni lievemente dolci della mazzancolla e dei minuscoli e tenerissimi gamberetti, assai graziosi nella loro delicata doratura, vengono fritte e arrivano in tavola su una fresca crema di lattuga iceberg; un coulis di pomodoro datterino giallo freddo accompagna, invece, il merluzzo cotto in
rancia; sopra piccoli elementi che richiamano le
pori disegnati dallo chef D’Abundo si fondono
olio extravergine di oliva a bassa temperatura, in
tipicità dell’isola: capperi fritti, scorzetta di agrumi
perfettamente con l’elegante e insieme acco-
modo da conservare intatta la morbidezza del
candita, arancia pelata a vivo e pomodorino essic-
gliente ambiente del ristorante Chandelier: per
pesce, servito insieme alla classica scarola alla na-
cato e aromatizzato con erbe locali, come timo e
chiudere il perfetto cerchio del piacere.
poletana condita con uvetta e pinoli; perfetto il
maggiorana.
tocco sapido affidato alla polvere di pane al pomodoro e alla cialdina al nero di seppia. Infine, un
OBBLIGO O VERITA’?
saporito pesce azzurro, il tonno, solamente scot-
VERITA’: scegliete di vivere questa esperienza del
tato e accostato ad una aromatica riduzione all’a-
gusto con una persona per voi importante. I sa-
Mezzatorre Resort & Spa via Mezzatorre, 23 - Forio Info 081. 986111 www.mezzatorre.it Mezzatorre Resort & Spa - Ischia Island
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MEZZATORRE RESORT & SPA
CHANDELIER
UN MENU’ COSTRUITO PER ESALTARE I SAPORI CON ELEGANZA ED EQUILIBRIO, FACENDO INCONTRARE IL MARE PESCOSO E I FERTILI ORTI DELL’ISOLA. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti
Q
uarantenne, sorriso dolce, di poche pa-
terni di suggestiva bellezza, è una tappa obbligata
questo quadro, la cucina costituisce un momen-
role lo chef Giuseppe D’Abundo guida
per una clientela molto spesso internazionale, ma
to essenziale. “Conoscere i sapori tipici dell’isola
con mano sicura il settore ristorazione
naturalmente è amato anche dagli italiani. Sono
d’Ischia, vulcanica, verde, ricca di orti, nel cuore
del Mezzatorre Resort & Spa uno dei più affa-
turisti molto particolari, che scelgono per il loro
del Mediterraneo, circondata da un mare pescoso
scinanti hotel dell’isola d’Ischia: unico per la sua
soggiorno strutture che costituiscono esse stesse
e, allo stesso tempo, mangiare pietanze costruite
posizione a chiudere la baia di S. Montano, al li-
un’esperienza all’interno della vacanza e Mezza-
con attenzione alla forma fisica e che soddisfino
mitare del bosco di Zaro, con una caletta privata
torre rientra sicuramente fra queste: per i suoi
anche le esigenze di chi preferisce mangiare ve-
a disposizione dei suoi ospiti e spazi esterni e in-
panorami, per l’atmosfera, per la sua spa e, in
getariano, ecco tutto questo desidera trovare nel
piatto chi siede alla tavola dello Chandelier e dello
porta, infatti, pietanze ricche di colore, dove la
e le uova dell’animale rafforza il sapore delle carni.
Sciuè Sciuè, i due ristoranti del Mezzatorre Resort
freschezza delle materie prime è una priorità, gli
Ricca di profumi la tartare di pezzogna affumica-
& Spa” - chiarisce D’Abundo. E se lo Sciuè Sciuè
accostamenti sono studiati, all’insegna di un equi-
ta, lavorata con lime e zenzero in agrodolce, con-
è il ristorante informale, a bordo piscina, perfetto
librio che si tiene lontano dall’ovvio.
dita con polvere di capperi, olive, pomodori confit
per un pranzo leggero, è nel menù dello Chande-
Verdure, frutta - preferibilmente tipiche del sud -
cotti con maggiorana e timo, ecc., e affumicata a
lier, aperto anche al pubblico esterno, che lo chef
pescato, erbe aromatiche sono il perno su cui ruo-
tavola al momento di servire, adoperando essen-
porta al loro apice gli accostamenti di ingredienti,
ta il menù dello Chandelier. Negli antipasti, quin-
ze tipiche come arancio, olivo, mirto, rosmarino
di consistenze, di sapori, creativo ma rigoroso nel
di, un’insalatina d’astice che richiama quello alla
marino; la accompagna un leggero intingolo che
seguire il percorso che si è dato. Ai tavoli elegan-
catalana, ma che guadagna in freschezza, con po-
consiste in un’acqua pazza fredda.
temente apparecchiati sulla terrazza da cui si può
modoro, cipolla rossa, crostini ed erbe aromatiche
Un vero orto nel piatto il mix vegetale con verdure
ammirare ogni sera il sole che si immerge in mare,
mentre l’emulsione preparata anche con il corallo
crude, cotte, e soffiate: asparagi, fagiolini, carote,
legumi, pomodorini confit, sedano rapa, barba-
senza del Mediterraneo nel piatto, con in più il
bietola, chips di riso e i salutari semi (finocchio,
tocco deciso dell’affumicatura nelle tagliatelle af-
lino, papavero, girasole, ecc.), ricchi di antiossi-
fumicate, fatte da loro, con tartufi di mare su un
danti e sali minerali. Ama lavorare sulle diverse
guazzetto ai pomodorini gialli; si serve con polpa
cotture, lo chef D’Abundo, per esempio nel piat-
di ricci a crudo, completato con scorzetta di limo-
to di crudo e cotto di pesce dedicato agli agrumi
ne e tarallo sbriciolato.
dell’isola. Che accompagnano in diverse forme
Infine, Lo chef ha ideato una carta dei dessert ac-
- vellutata, pelati a vivo, chips, zeste candita, il
cattivante, che dedica spazio ai dolci napoletani,
pesce bianco, spigola per esempio, sia scottato
rivisti e alleggeriti, conservandone intatto il gusto
leggermente che in tartare e il gambero crudo e
- come nel Carosello napoletano che compren-
in tempura. Per quanto riguarda i primi, invece, la
de la variazione di sfogliatella, pastiera cotta al
dolcezza della zucca si sposa con il sapore delicato
vapore e gelato alla pastiera, e babà, classico, in
del coccio nei tortelli farciti di zucca condita con
sorbetto e croccante - ma anche a golosità come
cipollotto e amaretto e immersi in una zuppetta
il tiramisù o la sinfonia ai quattro cioccolati sele-
preparata con il pesce lavorato al momento. L’es-
zione Valrhona.
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RISTORANTE
IL MOSAICO Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti
U
na cucina che insieme sorprenda e ab-
ormai parte imprescindibile del mangiare bene.
contemporanea il piacere di una vacanza fatta
bia radici solide, che guardi alle ten-
Questi i punti fermi che ha portato con sé Gio-
di benessere e rigenerazione del corpo e del-
denze ma tenga sempre ben presente
vanni De Vivo, quando poco più di un anno fa è
la mente. E che si è affermato in pochissimo
da dove proviene – la Campania, una delle re-
diventato executive chef del Terme Manzi Ho-
tempo anche come punto di riferimento nel
gioni italiane che esprime la maggiore concen-
tel & Spa, cinque stelle che raccoglie l’eredità
panorama nazionale e internazionale per la cu-
trazione di chef stellati e, al tempo stesso, da
di uno storico stabilimento per le cure terma-
cina gourmet con il ristorante Il Mosaico, oggi
cui arrivano materie prime e prodotti che fanno
li di Casamicciola per reinterpretare in chiave
guidato appunto da De Vivo. Che è arrivato al
Terme Manzi avendo alla spalle già una stella
fila alla preparazione dei piatti), ristorante stel-
di Villa Cimbrone, suggestiva struttura dell’o-
Michelin, come vedremo, e conquistandone
lato Michelin dove lo chef porta l’essenza della
spitalità di lusso a Ravello specializzata in even-
subito una anche con Il Mosaico.
cucina di territorio che rielabora con tecnica e
ti esclusivi: è secondo chef nel 2012 quando
Lo chef coordina tutta la ristorazione della
creatività.
Luigi Tramontano prende la stella Michelin; il
struttura, molto articolata - si va infatti dal
Originario di Angri, più generazioni di pastic-
ristorante la perde subito dopo per riconqui-
menù più tradizionale de Gli Ulivi ai piatti leg-
cieri alle spalle, Giovanni ha scelto di non segui-
starla nel 2014 proprio con De Vivo diventato
geri dello snack bar Bouganville, a bordo pi-
re una strada che appariva già tracciata e che
nel frattempo executive chef.
scina sul roof garden dell’hotel. Per culminare
gli stava stretta e, dopo la scuola dell’Alma ed
Nel 2016 la scelta di passare al Terme Manzi
con i cinque esclusivi tavoli de Il Mosaico (cui
esperienze con Vissani, Marchesi, Heinz Beck
Hotel & Spa, alla guida del prestigioso Mosai-
si aggiunge lo chef table per assistere in prima
nel 2006 approda al Flauto di Pan, il ristorante
co e contemporaneamente dell’intero settore
31
beri scottati, una burrata che prepara lui stesso e zeste di limone. Anche il burro ai gamberi per la mantecatura del risotto lo prepara personalmente lo chef con un procedimento che combina osmosi e bassa temperatura. Molta tecnica anche al servizio dei tortelli al coniglio, che rivedono in chiave gourmet la ricetta simbolo della cucina ischitana. Il coniglio viene cotto in olio con tecnica confit a 80° per 4-5 ore per preservarne umidità e morbidezza, dopo
della ristorazione e dopo la prima stagione a
averlo speziato con finocchietto e altre erbe.
Casamicciola arriva nuovamente la stella per il
Spolpato e frullato con ricotta di bufala e un
ristorante gourmet. De Vivo ama lavorare in-
pizzico di cannella (si combina bene con le car-
tensamente, trattare le materie prime con cura
ni bianche - spiega lo chef), va a farcire i tortelli
e il suo menù riflette tutto questo. “E’ fonda-
di sfoglia, preparata solo con semola e tuorli,
mentale che la cucina abbia identità, quindi gli
accompagnati con una riduzione del suo sugo
elementi esotici vanno inseriti ma senza che
e polvere di coniglio, ricavata dal grasso che
coprano e mettano in un angolo quelli loca-
concentra in sé l’essenza del sapore, e comple-
li” - dice De Vivo, così nella composizione di
tati con ricotta di bufala affumicata. Si ritorna
crudi l’ostrica Belon si sposa con una perla di
ai profumi del mare con il dentice che De Vivo
pomodoro datterino di Battipaglia appoggiata
affumica con tabacco Coiba dopo averlo mari-
su sale blu e azoto, lo scampo viene servito in
nato con zucchero di canna, sale e spezie locali,
purezza con una foglia d’argento, la palamita
agrumi, aneto, timo, limone. Verrà servito su
con salsa al passion fruit, polvere di menta e
uno speciale supporto in legno e vetro: sopra il
un croccante al nero di seppia; e ancora la tar-
dentice da mangiare accostandolo a una creme
tare di spigola ed erba cipollina si abbina con
fraiche con formaggio fresco, yogurth ed erba
vinaigrette al lampone, la ricciola si combina
cipollina, e ancora kumquat e frutti di bosco,
diverse consistenze, con cioccolato bianco, al
con riccio di mare, salsa al mango e citronette
mentre nel cassettino sottostante una combi-
latte, fondente, crué di cacao e burro di cacao,
allo yuzu, il battuto di gambero di Mazara con
nazione di azoto e menta consente di godere
che si combinano con liquori, frutta, ma anche
salsa di mozzarella e mango, fragola disidra-
del profumo dell’erba aromatica senza che sia
birra ai cinque luppoli...
tata (quindi croccante), germogli di verbena e
nel piatto; la si gusterà nel sorbetto alla menta
polvere di menta. Pensato in ogni particolare
glaciale che arriva a tavola in un secondo mo-
il risotto Mosaico: il pomodorino giallo che lo
mento a chiudere la portata. Torna l’antica for-
condisce è pastorizzato in modo che conservi
mazione di pasticciere nei dessert, che De Vivo
la sua freschezza e dia la sensazione di assapo-
cura in prima persona: piacere puro la sinfonia
rare un’insalata di pomodori. All’interno gam-
di cioccolato, che comprende otto variazioni, in
Ristorante Il Mosaico Terme Manzi Hotel & Spa Piazza Bagni, 4 - Casamicciola Tel. 081 994722 Il Mosaico www.termemanzihotel.com
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RISTORANTE
L’ALTRA MEZZANOTTE
IL FASCINO DELLA RIVA DESTRA SI COMBINA CON LA CREATIVITA’ E LA CURA CHE METTONO NEL LORO LAVORO I TRE GIOVANI CHE GUIDANO QUESTO LOCALE E CHE NE HANNO FATTO UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI CERCA UNA CUCINA DI MARE DI STAGIONE, FANTASIOSA, CHE POGGIA SU SOLIDE BASI. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Ischiacity
S
i muove senza incertezze fra tradizione e
anche le tartare, di gambero rosso, tonno, riccio-
compagnare sughi preparati al momento in base
tocchi di creatività, grande cura nella scelta
la, servite su scarola croccante, condite con olio
al pescato, con scorfani, palamito, astici. Ma sono
delle materie prime e negli accostamenti
delicato e zeste di lime. Fra gli antipasti, è il risul-
da scegliere assolutamente anche le pappardel-
di sapori il menù de L’Altra Mezzanotte, guidato
tato di un mix armonico di ingredienti il gustoso
le di pasta all’uovo di propria produzione con
da tre giovani che tengono alta la fama della Riva
calamaro scottato, saltato con burro e caramel-
genovese di mare: invece della carne molluschi,
Destra di Ischia, consacrata alla ristorazione da
lato con aceto balsamico, completato con pane
seppie, totani e tanta cipolla che si riducono per
sempre. Valentina Amitrano, che segue la sala,
grattugiato in modo grossolano che dà croccan-
circa 10 ore come vuole la celebre ricetta napo-
il fratello Mariano che si occupa dell’amministra-
tezza, il tocco amaro della rucola e le scaglie di
letana, il risultato è un intingolo davvero squisito.
zione, e lo chef Nunzio Calise propongono ai loro
grana che aggiungono sapidità, mentre nei primi
Per chi preferisce un piatto molto fresco, invece,
ospiti un’ottima cucina, curando con altrettanta
l’ottima pasta secca di Gragnano è ideale per ac-
i vermicelli aglio e olio, con calamaretti cucinati
attenzione il servizio e il locale arredato con colori freschi - i tavoli esterni sono a un passo dal porto, ma c’è anche la sala superiore dove si può mangiare davanti a una ampia finestra che inquadra lo specchio d’acqua e il bel panorama. Il risultato è un ristorante e pizzeria che si sta affermando come punto di riferimento: il menù ruota attorno al pescato
freschissimo,
come nei crudi che comprendono ostriche, cannolicchi, tartufi di mare, fasolare, scampi e gamberi di Mazara; da provare
35 brevemente e peperoncino verde dolce a crudo.
filetto di tonno, in crosta di sesamo o di pistac-
ziato, soffice pasta del babà profumata con una
Lavorazioni differenti per i diversi tipi di pesce, in
chio, squisito nel contrasto di caldo all’esterno e
bagna aromatizzata al limoncello e una copertura
modo da esaltare la qualità delle loro carni, per
crudo e freddo all’interno accompagnato da una
di crema al limone. E il limoncello, come i sorbet-
i secondi: rombi, scrofani, gallinelle sono perfet-
glassa di balsamico e germogli. I dolci li crea tut-
ti preparati con questo profumatissimo agrume,
ti sia al forno con patate, olive e capperi che in
ti Valentina, per piccole delizie che sono già dei
sono realizzati con i frutti del terreno di famiglia.
acqua pazza, spigole, orate, dentici, pezzogne
classici sempre richiesti come il tiramisù al pistac-
Curata anche la cantina, con molti bianchi, a par-
sono destinati alla griglia e alla cottura al sale; le
chio o al caffè e la sfoglia con crema chantilly e
tire da quelli isolani, ma sono presenti anche vini
grandi ricciole nostrane, lavorate in tranci, vengo-
fragole; e ancora la fresca mousse al cioccolato
nazionali di importanti cantine, per accompagna-
no appena scottate e accompagnate da crema di
fondente con gelèe di lamponi e scaglie di cioc-
re piatti pensati in ogni dettaglio.
patate o di zucchine. Stesso procedimento per il
colato al latte, ma assaggiate anche il babà deli-
via Porto, 71 (Riva Destra) Ischia info 081 981711 L’Altra Mezzanotte
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FRATELLI LA BUFALA
PIZZAIOLI EMIGRANTI PROPRIO SUL PORTO DI ISCHIA, IL LOCALE CHE FA PARTE DELLA RETE DI RISTORANTI NAPOLETANI DEDICATI ALLA VERA PIZZA E AI MUST DELLA CUCINA PARTENOPEA: SAPORI AUTENTICI PER TUTTI I GUSTI. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti
“O
vunque andiamo, in qua-
Iasolino, in strategica posizione sul porto, a
za fritta conditi con pomodorini, pecorino
lunque parte del mondo,
due passi dagli imbarchi, e quindi facilmen-
e basilico, sono solo alcune delle proposte
portiamo con noi i colori, i
te raggiungibile per un pranzo veloce come
per gli antipasti; in tema di pizze c’è da per-
profumi ed i sapori di Napoli, perché non
per una serata piacevole.
dersi in una offerta ricca e variata, muoven-
dimentichiamo di essere pizzaioli emigranti,
Partiti dalle zone intorno ad Eboli, terra ricca
dosi con disinvoltura fra immancabili classici
ed è perciò che i nostri valori e l’autentici-
di allevamenti di bufale, dove si producono
e farciture che attingono a materie prime
tà della nostra terra sono sempre con noi”.
ottima mozzarella e carne ricavata da questi
tipiche (regionali e non) ma anche a com-
E’ questa la filosofia che guida le decine e
animali, i Fratelli La Bufala con i loro locali
binazioni creative, come vuole la tenden-
decine di ristoranti-pizzerie firmati Fratel-
dall’ambientazione che li identifica con im-
za. Troverete, perciò, il Cornetto di bufala,
li La Bufala - Pizzaioli Emigranti in Italia e
mediatezza grazie ai colori decisi e all’ico-
calzone con ripieno di emmenthal e moz-
all’estero. E da qualche anno questa rete
nografia ispirata alla silhouette di questo
zarella ricoperto, all’uscita dal forno, con
di ristoranti ha aperto anche a Ischia, con
particolare bovino, sono ambasciatori dei
prosciutto crudo, rucola e scaglie di grana;
il comodo e centrale Fratelli La Bufala di via
sapori della cucina partenopea e campa-
o il Cappello di Totò, al centro una classica
na. Dall’antipasto alle pizze, passando per
margherita mentre il cornicione è arricchi-
i piatti di carne e i primi, il menù è ideato
to da un ripieno di ricotta; o ancora l’estiva
per soddisfare tutti, e periodicamente si ag-
Mare Nostrum, con pomodorini gialli, filetti
giungono nuove voci, all’insegna della mi-
di tonno, cipolla rossa e pecorino. Creative
gliore espressione della gastronomia in una
e insieme ispirate dai sapori tipici sono la
regione che ha dato i natali ad alcuni cibi e
Atranese, con pomodorini del piennolo, sca-
prodotti che rendono celebre l’Italia. A co-
rola alla napoletana con olive e capperi e co-
minciare dalla mozzarella di bufala, appun-
latura di alici, la Genovese condita con la ce-
to, completata con verdure grigliate o con
lebre salsa a base di cipolle o la Carrettiera
pomodorini e rucola, ed è possibile chiedere
con mozzarella, guanciale di maialino nero
anche la Mozzata, mozzarellona large size
e melanzane sott’olio… E sono solo alcune
da 500 grammi! Sfizi come il “cuoppo” di
di una bella carta. Cui si aggiunge la pizza
fritturine e gli Scugnizzielli, straccetti di piz-
fritta, simbolo dello street food partenopeo,
con la saporita farcitura classica di mozza-
to dal famoso formaggio inglese, o come fi-
rella, ricotta, salame napoletano e pepe. Le
letto grigliato o tagliata da accostare a una
proposte della sezione ristorante vanno dai
selezione di verdure. Insomma, è necessario
primi conditi coi frutti di mare alle irresistibi-
solo avere un grande appetito!
li fritture di pesce e impepate di cozze, fino ai piatti a base di gustosa carne di bufala, da provare nel cheddarburger, accompagna-
39
via Iasolino 28 - Ischia Porto (di fronte imbarchi aliscafi) Info 081 3334529 www.fratellilabufala.com Fratelli la Bufala - Ischia Porto
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RISTORANTE IL BRACCONIERE ACCANTO AL FAMOSO CONIGLIO ALLA CACCIATORA, QUESTA TRATTORIA SULLE COLLINE DI SERRARA FONTANA, PRESENTA NUOVI PIATTI SAPORITI, EQUILIBRATI, DA PROVARE. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti
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l giovane Leonardo Di Meglio non era neppure nato quando il padre Salvatore, insieme al nonno di cui porta il nome, apriva Il Bracconiere, da
oltre 40 anni saldo punto di riferimento per la cucina di terra nell’isola, in particolare per il suo coniglio all’ischitana. Deviando all’altezza della località Pantano, nel comune di Serrara Fontana, per la strada che conduce al monte Epomeo, dopo una salita che vale il “premio” finale si raggiunge questa trattoria che si apre sul magnifico panorama che va dalla baia di Citara a punta Imperatore fino a Panza. Gli spazi interni sono accoglienti, le pareti coperte da una variegata raccolta di pittoreschi cimeli. Lo staff, attento e cordiale, è guidato oggi da Michele e Francesca Di Meglio, che hanno preso il testimone dai fondatori, oggi scomparsi e insieme
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a loro - con successo - c’è la terza generazione, rappresentata appunto da Leonardo. Trent’anni, in cucina ci è cresciuto, e quando ha capito che voleva farne la sua professione ha trascorso diverse stagioni di formazione sia all’estero, a Londra, in Australia, che in Italia dove fra l’altro ha lavorato al ristorante Duomo di Ciccio Sultano, bistellato Michelin a Ragusa Ibla, mantenendo sempre però il legame con il ristorante di famiglia. Fino al 2017, quando nel menù de Il Bracconiere entrano le sue creazioni: guardano alle nuove tecniche di cottura e sono accomunate da accostamenti interessanti di dolce e salato, ma la salda tradizione che vuole questa trattoria dedicata ai piatti di carne continua. Troviamo, infatti, la pancetta di maiale cotta a bassa temperatura, bocconcini di
mola
carne che si sciolgono in bocca con la loro coten-
e crackers con
na croccante, serviti con marmellata di cipolle e ri-
peperoncino. Primi freschi e legati
duzione di vino rosso. E poi le coscette di quaglia,
alla stagionalità, come il raviolo con ricot-
farcite con un ripieno a base di carne di maiale; un
ta di bufala, condito con un intingolo a base di
zato
letto di friarielli cotti insieme alle salsicce, come nel
zucchine e zeste di limone e il pacchero mante-
rum, cannella e agrumi con mousse al cioccolato
tipico piatto napoletano, che cedono tutto il loro
cato con acqua di pomodoro e pesto di basilico,
bianco e fondente, alla sfera di cioccolato bianco
sapore alla verdura, pomodorini alla brace e un
insalatina di pomodoro, ricotta salata e mandorle
croccante che contiene una leggera farcia al pi-
‘bicchiere’ di pane raffermo completano la porta-
tostate, affiancano superclassici come le pappar-
stacchio, alla frolla all’arancia e limone con crema
ta. Nel ricco antipasto, tipico del Bracconiere, in-
delle con il sugo di coniglio all’ischitana.
al cioccolato bianco e gelatina di cantalupo. Da
sieme a verdure, salumi e alla pasta e patate pre-
Pieni di profumi i dolci, si va dal babà aromatiz-
gustare godendosi il fresco della collina ischitana.
sentata in una pagnotta svuotata, ha introdotto diverse gustose novità, come la spuma di mozzarella con granella di pane tostato su pomodorini, il minipanino preparato con granella di cioccolato amaro e curcuma e farcito con marmellata dolce di pomodoro e pistacchio e ricotta salata di pecora, il cannolo con crema di mascarpone e rucola, pancetta tostata e pecorino. Senza dimenticare che fanno loro il pane, integrale, di se-
via Falanga 1 - Serrara Fontana Info 081 999436 (Sempre aperto a pranzo e cena tranne martedì, agosto senza giorno di chiusura. Chiude il 1 novembre, riapre a Pasqua) Ristorante Il Bracconiere
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CASAMICCIOLA
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AL VECCHIO MONFALCONE
BY IL SIGNORE DEGLI AGNELLI
STEACKHOUSE, PIZZERIA, RISTORANTE CON PROPOSTE SIA PER CARNIVORI CHE PER AMANTI DEL PESCE, MA C’E’ ANCHE UN MENU’ PER CELIACI E VEGANI: AL CENTRO DI CASAMICCIOLA UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI VUOLE MANGIAR BENE. Text_ Manuela Bottiglieri Photo_ Emanuele Minerva
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l nome richiama una celebre trilogia fantasy,
pensata per soddisfare tutti i gusti, si va infatti
Non solo panini, in quello che è a tutti gli ef-
ma con Hobbit ed Elfi non c’entra proprio
da I 3 porcellini, composto da un hamburger
fetti un ristorante pizzeria e steakhouse, gesti-
nulla! Per quanto riguarda il ‘fantasy’ inve-
di salsiccia, gustosa porchetta, bacon croccan-
to dal giovane Alessandro Scibilia e dal padre
ce, ce n’è sicuramente: Umpalunpa ad esem-
te, scarola, scamorza ed una strepitosa mar-
Massimiliano sempre attenti ai gusti dei clienti
pio. Cosa c’è di più fantastico di un panino
mellata di cipolle al Pollo light per chi vuole
ed a proporre nuovi accostamenti di sapori, è
con un delizioso hamburger di chianina, bacon
mantenersi leggero, sempre un hamburger ma
una piccola oasi di gusto in pieno centro, con
croccante, scamorza, patate al forno e crema
realizzato con carne di pollo, formaggio spal-
uno spazio esterno sul corso o la possibilità
di zucca?
mabile, rucola, pomodorini e scaglie di grana.
di ‘rifugiarsi’ in un giardino interno, delizioso
Al Vecchio Monfalcone by il Signore degli
Un’altra proposta da assaggiare assolutamen-
nelle calde serate estive. Si può optare anche
Agnelli, nel cuore di Casamicciola Terme, lun-
te è il Croccante, questa volta la polpetta è di
per l’hamburger al piatto, serviti con salse e
go la zona pedonale, la vasta carta dei panini,
pollo, avvolta da una per l’appunto ‘croccante’
contorni vari, magari scegliendo quelli pre-
originali e dai sapori decisi, con del morbido
panatura, e poi insalata di cavolo rosso, cipol-
parati con carni alternative al manzo, come il
pane artigianale preparato ogni giorno da un
la cruda, bacon e scamorza, un vero comfort
cinghiale o l’agnello, accompagnati da una
panificio ischitano e carne di ottima qualità, è
food, insomma, dal gusto ricco e appagante.
porzione di parmigiana di melanzane, pata-
tine fritte esclusivamente con patate fresche
ad assaggiare interrompendo per un secondo il
maionese, salsa barbecue, formaggio cheddar,
o dalle speciali patate alla messicana, con un
suo viaggio, i gustosi Lecca lecca di pollo.
insomma una vera bomba! I più temerari poi
tocco piccante. Molto saporito è anche il Texas
Se invece si ha voglia di una buona pizza, la
possono ‘provare il ‘brivido’ di ordinare una
Ribbes, costolette di maiale in salsa barbecue e
lista è lunga e la scelta ardua. Quasi 40 varietà,
simpatica Fantasia del Pizzaiolo condita con in-
spezie, o il gustoso controfiletto avvolto nel lar-
oltre alle pizze classiche se ne possono provare
gredienti sempre diversi, secondo la creatività
do e tartufo. Per gli amanti delle “sfizioserie”,
diverse molto particolari, come La favola farcita
per l’appunto del pizzaiolo. Per non parlare del-
oltre ad alette e coscette di pollo marinate, al
con hamburger sbriciolato, mozzarella e pata-
le proposte-ristorante, con una selezione che
Signore degli Agnelli potete assaggiare cipol-
tine a tocchetti o, per i più affamati, la Steack
segue le stagioni senza mancare però di avere
le fritte, polpette arabe con salsa agrodolce e
House sempre con hamburger sbriciolato ma
in carta primi piatti con sughi a base di scampi
qualcosa che anche Frodo si sarebbe fermato
con l’aggiunta di cipolle caramellate, bacon,
e frutti di mare, la grigliata che può compren-
dere crostacei e pescespada, mentre i carnivori troveranno un’ottima tagliata con patate. e ci sono anche veri e propri menù per chi ha problemi di celiachia e per vegani, con piatti preparati attentamente con prodotti appositi. Lo spazio dolce vede una serie di proposte golose, con semifreddi al cioccolato, al pistacchio, cheesecake con frutti di bosco, tiramisù, torta Oreo, Snickers Cake, con il goloso caramello... Insomma, è un posto davvero per tutti e per tutti i gusti, il Signore degli Agnelli! Piazza Marina, 1 Casamicciola Terme Info. 081. 980960 cell. 334. 3838885 Il Signore Degli Agnelli
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RISTORANTE - STEAK HOUSE - PIZZERIA
DA CARUSINO
SAPORITA CARNE ALLA BRACE, PIZZE CON VARIEGATE FARCITURE, PRIMI GUSTOSI, RICCHI ANTIPASTI NEL MENU’ DI QUESTO LOCALE, PERFETTO PER LE FAMIGLIE MA ANCHE PER UNA SERATA IN DUE. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti Dayana Chiocca
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C
i si sente a casa in questo locale che
passate poi nel forno a
troverete a Ischia subito dopo i Pilastri,
legna: dal classico hambur-
comodo per la sua posizione e facile
ger con bacon e formaggio a una grande varie-
arancini di riso, involtini di melanzane, tutto
parmigiana, crocchè di patate,
da raggiungere, soprattutto se si ha la macchi-
tà di ripieni, parmigiana di melanzane, maiale,
preparato da loro. E se per i primi si dà spazio
na: una volta entrati, infatti, nel ristorante, ste-
porcini e provola nel panino Carusino, la zinga-
ai classici, con puntate nei sapori di mare con
akhouse e pizzeria Da Carusino ti avvolge un’at-
ra invenzione gastronomica ischitana con moz-
gli scialtielli cozze e pecorino o i paccheri allo
mosfera linda e accogliente, fatta di fragrante
zarella, prosciutto crudo, insalata e pomodori, il
scoglio, per i secondi la carne, di qualità e frut-
profumo di carne e di pizza e di sorrisi cordiali.
fresco bresaola, provola, rucola e scaglie di gra-
to di una selezione accurata, la fa da padrona.
Gli esterni ampi, poi, con giardino, pergolato e
na del Raggio Verde. E poi il mondo variegato
La brace, che incontrerete all’aperto entrando
un’area per i bambini, sono ideali per festeggia-
delle pizze: si va dall’essenziale e profumatissi-
nel locale, è il regno di Giuseppe Caruso, che
re ricorrenze ed eventi, riunendo anche tante
ma di odori mediterranei pizza Del Nonno, con
la segue personalmente, scegliendo la legna,
persone che troveranno un ambiente caldo e
dolci pomodorini, aglio, origano al Bocconcino
di faggio, ed eseguendo il taglio e la cottura,
familiare. E dietro i sei anni di successo di Caru-
con olive, pomodori, bufala e basilico, alla deli-
per un trionfo di filetti, servita sia alla griglia
sino c’è proprio il lavoro affiatato di un padre e
cata Antonio con gamberetti e, a crudo, rucola
che con pepe verde o funghi porcini, tagliate di
del suo primogenito, Giuseppe e Antonio Ca-
e ricotta, fino alla Carusino, un inno al sapore,
carne argentina, T-Bone e costate di scottona,
ruso, che lo guidano fianco a fianco, una bella
bianca con patate al forno e cipolla, salsiccia,
grigliate miste che comprendono anche pollo e
storia la loro, di legami forti e di un obiettivo
provola e gorgonzola. Il Cappello di Napoleone
salsicce. E per finire, vale la pena di assaggiare
comune, far crescere la propria azienda attra-
è perfetta per gli incontentabili, per metà infatti
i dessert al cucchiaio come il tortino caldo con
verso la soddisfazione di quanti la scelgono.
è un classico ripieno, con ricotta, mozzarella,
gelato, e la cheesecake, sempre molto richiesta.
Dalla postazione con il classico piano in marmo
salame e prosciutto cotto mentre l’altra metà è
e con il grande forno a legna con base rotante
condita con pomodoro, mozzarella, rughetta,
che si affaccia sulla sala principale grazie all’a-
scaglie di parmigiano e prosciutto crudo.
bilità di Antonio, che segue il settore pizzeria,
Per il ristorante, gli antipasti di terra sono ricchi
esce ogni tipo di delizia, cibo gustoso, saporito,
con un tagliere che contiene salumi artigiana-
che sia posto sul classico disco di pasta lievitata
li, bruschette, mozzarella di bufala, carciofini,
o racchiuso nel panpizza. Infatti, Da Carusino è possibile trovare le farciture dei panini più amati all’interno di un involucro di pasta della pizza,
Da Carusino Ristorante - Steak House - Pizzeria via Michele Mazzella, 228 - Ischia tel. 348 3364919 - Cell. 344 2250764 DA CARUSINO arrosti, pizze e dintorni
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RISTORANTE - PIZZERIA
O’ SOLIT POST
UN LOCALE NEL CUORE DI ISCHIA, CHE OFFRE UN BEL MENU’ ARTICOLATO, CON TANTI PIATTI A BASE DI PESCATO FRESCO E UNA CARTA DELLE PIZZE NELLA PIU’ PURA TRADIZIONE NAPOLETANA CON TOCCHI DI SFIZIOSE NOVITA’. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti
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na bella famiglia sta dietro il suc-
nio, arrivato a Ischia da Napoli già nel 1996
che seguono le nuove tendenze, che vedono
cesso di O’ Solit Post, ristoran-
e che ha sempre lavorato nel settore della
sul disco di pasta anche condimenti diversi
te e pizzeria al centro di Ischia, a
ristorazione, come dipendente prima come
dal pomodoro. Il pesto di pistacchi si abbina
via delle Terme in posizione strategica, vi-
proprietario poi, e con ottimi risultati. Ma
a mozzarella, mortadella e fili di peperonci-
cinissimo a via Roma, con uno spazio ben
oggi che O’ Solit Post si è ampliato e lo con-
no. Il profumato pesto di basilico si combina
allestito, accogliente sia d’estate che nella
ducono i suoi figli, lui si è rimesso ancora
bene con dolci pomodorini gialli e con l’af-
stagione invernale. Le redini le hanno due
una volta in gioco, dedicandosi a un take
fumicatura dello speck; farciture che ricor-
fratelli, giovani ma che lavorano da molto
away di gustoso street food partenopeo a
rono a specialità dell’autunno sono quella
tempo in questo settore, Antonino e Vin-
poca distanza dal ristorante.
con salsa di noci, salsiccia, porcini e moz-
cenzo Canale La Motta, pizzaiolo il primo,
Dal 2015, sorridente, preciso, meticoloso,
zarella e quella con crema di zucca, funghi
mentre il secondo segue la cucina. Affiatati,
Antonino Canale La Motta prepara anche
champignon e speck. E i salumi vengono ta-
determinati, una esperienza di lavoro anche
oltre 300 pizze al giorno, classica ricetta per
gliati con l’affettatrice al momento di met-
in Australia, e con le idee chiare: realizzare
l’impasto, lievitato da 20 a 24 ore e cotto
terli sulla pizza, perché il loro aroma arrivi in
un locale con un menù piacevole, che pos-
nel forno a legna. Per le farciture ha scel-
tavola intatto. Insomma, O’ Solit Post è un
sa incontrare il gusto di tutti, pensato con
to di proporre una carta in cui si possono
locale che si muove bene fra piatti di collau-
cura, che in cucina vede sia i piatti classici
trovare tutti i sapori tradizionali più amati,
dato successo e tocchi di novità, da visitare
della cucina campana, in particolare tanti
e non mancano una sfiziosa focaccia con-
per la sua capacità di essere accogliente e
primi con crostacei e tanto pesce freschissi-
dita con pomodorini, bufala, origano, olive
variegato nell’offerta, in modo che ciascuno
mo, che preparazioni in cui Vincenzo porta
nere, e la pizza fritta, in due versioni, classi-
vi possa trovare la formula che preferisce.
la sua creatività.
ca con cicoli, ricotta, provola e pepe, e una
Il forno, invece, è il mondo di Antonino che
con prosciutto cotto. Per Ischiacity, invece,
l’arte bianca l’ha imparata dal padre Anto-
ha preparato pizze (tutte presenti in carta)
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via delle Terme, 13 - Ischia Info 081 984423 (Sempre aperto a pranzo e cena) O’solit post
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COMPRARE CIBI DAVVERO A KM 0? ALLA TENUTA DON NICOLA E’ UNA REALTA’ Text_ Gianluca Castagna Photo_ Ischiacity di grande caldo. Ad accogliere il visitatore sono Roberto Iacono e la sua compagna Erika. Giovani agricoltori, allevatori e imprenditori. A riprova che l’agricoltura è l’unico settore che non ha visto diminuire la presenza di under 30. Nei prossimi decenni il ricambio generazionale sarà una necessità e la ricetta per imporsi in un mercato difficile,
U
ma prodigo di gratificazioni (quando ci si riesce), è
na visita alla Tenuta Don Nicola, a pochi
proporre un territorio vivo, dinamico, che scriva il
minuti dalla spiaggia dei Maronti, è un
racconto di se stesso, e quindi la propria qualità di
appuntamento con la luce, non solo con
vita, partendo da tutti gli elementi che lo compon-
la terra e ciò che produce. Invade, abbacinan-
gono. La passione per la terra e i suoi frutti, il duro
te, i terrazzamenti cadendo da un cielo denso e
impegno quotidiano che non permette tregue,
blu. E’ una luce che soggioga anche quando si
l’esperienza maturata nel corso degli anni (pochi
è al riparo nella pineta ombrosa che guarda ver-
ma fertili), soprattutto una grande determinazio-
so Sant’Angelo e la Cava di Olmitello, oasi pro-
ne nel fare impresa, hanno permesso all’azienda
fumata e dolcemente ventilata anche nei giorni
Don Nicola di diventare un punto di riferimento
nel settore dell’agroalimentare sull’isola d’Ischia e
vera sfida, anche creativa oltre che commerciale,
sapore e poi nei nostri alberghi di famiglia San
non solo. Roberto è la sintesi felice di due anime:
di Roberto ed Erika. Perché le spese ci sono e, ov-
Giorgio e Smeraldo e in realtà più piccole del set-
quella contadina, arcaica e ricca di un patrimonio
viamente, per offrire un prodotto garantito occor-
tore come il ristorante Da Mario ai Maronti o nei
prezioso di conoscenze, e quella turistica, con la
rono comunque dei controlli. «Il punto è trovare
piatti dell’hotel Villa al Mare. Collaborazioni che
sua capacità continua di connettersi al cambia-
un giusto equilibrio» spiegano. «Ci avvaliamo di
aumentano anno dopo anno, ma è evidente che
mento. Ventisei anni, studi liceali, poi la Facoltà
un laboratorio conto terzi, uno dei più famosi del
occorre accrescere l’attenzione e sensibilità degli
di Legge. L’incontro con Erika, in Abruzzo, e con
centro Italia». Attualmente, preparano in questo
chef verso l’uso di verdure davvero a km 0». Nella
la vita degli allevatori. Una passione che prende
modo marmellate di mandarini e arance amare,
Tenuta Don Nicola, accanto all’orto, una piccola
il sopravvento, alimentata dalla proprietà di fami-
confetture di mele annurche e cannella, creme di
fattoria dove si allevano bovini, capre, suini, pol-
glia: tre ettari e mezzo di terreno sospesi tra la
peperoncini piccanti miscelati insieme, cioccolato
li, galline e conigli. Durante la bella stagione, su
montagna e l’arenile più celebre dell’isola che non
all’habanero. Prelibatezze che è possibile acquista-
queste balze si incontrano dal più grande al più
aspettano altro che di essere coltivati. Pomodo-
re in Tenuta o nei punti vendita della grossa distri-
piccolo: un cavallo, vitelli, galli, mosche, lumache e
ri, patate, zucchine, melanzane, cipolle, carciofi,
buzione, ma che sono richieste soprattutto fuori
formiche. Queste ultime contenute, più che avver-
insalate, bietole, peperoni dolci e rucola, broccoli
dai confini isolani. Meraviglie del gusto arrivate e
sate, con rimedi esclusivamente naturali («in certi
e cavoli d’inverno, erbe aromatiche, (quasi) ogni
apprezzate anche nelle cucine dei ristoranti roma-
casi funzionano, in altri no» ci dice Roberto).
sorta di peperoncino e uova. Tutto da portare in
ni più prestigiosi. Già, hotel e ristoranti. Interlocu-
Da poco, nei pressi della pineta, si possono am-
tavola avendo la certezza dell’ottima qualità e del-
tori che, in merito ai prodotti lavorati, potrebbero
mirare quattro arnie destinate a una colonia di
la loro genuinità.
garantire il decollo interno di vendite. Roberto sa-
api domestiche. Perché degli oltre tre ettari di
«All’inizio è stato difficile» confessa Roberto.
etta lo sguardo. Un po’ risponde, un po’ svicola.
appezzamento solo due sono destinati alla colti-
«Sull’isola d’Ischia la tradizione contadina è ri-
«L’interesse c’è, ma il costo li frena. Eppure l’ospite
vazione. Il resto di questa fusion eccezionale tra
masta, tutti coltivano l’orticello, ma sono poche
ne è entusiasta, arriva fin qui per acquistarli prima
orto e mare è lasciata agli animali, dentro e fuori i
le persone che lo fanno in modo professionale,
di partire. Oggi sono presente in ristoranti blaso-
recinti costruiti dal fedele Enrico (già collaboratore
mettendo su un’azienda. Con tutti gli sforzi, non
nati, i cui chef stellati comprendono l’importanza
di nonno Nicola), in uno spazio che resta incredi-
solo economici, che questo comporta: dalla buro-
di utilizzare materie prime che abbiano davvero
bilmente vitale, fertile e pulsante.
crazia alla concorrenza sleale. Quando ho iniziato a propormi, la gente era diffidente. Dopo il primo anno sono riuscito a dar vita ad un giro di clientela che sa quello che acquista e crede in quello che offro. A chi mi contatta per la prima volta dico sempre: vieni a vedere dove lavoro, guarda con i tuoi occhi i frutti della terra che vuoi comprare». Dall’incontro diretto tra produttore e consumatore la Tenuta Don Nicola (dal nome del nonno paterno) ottiene i primi importanti risultati. Roberto può vendere ciò che proviene dalla sua fattoria, tipicità del territorio in cui ha scelto di vivere e lavorare; mentre il consumatore, residente o turista, fa la spesa a km 0, sapendo di ricevere merce freschissima, che non ha subito rincari o alterazioni dovute al trasporto. «Lavoro attraverso il telefono, whatsapp, pagina Facebook, eCommerce, italiani e stranieri. Le mie verdure, uova, conserve si trovano anche nei supermercati ma preferisco la vendita diretta, senza dover passare per forza attraverso intermediari. I clienti sono più contenti, tutto è freschissimo, e una volta alla settimana possono approfittare della consegna a domicilio che faccio personalmente». E’ possibile offrire cibo buono a prezzi contenuti? «Ieri sono stato al supermercato, dove non tutto quello che offrono è autentico o davvero made in Ischia. Il falso c’è, inutile negarlo. Ad ogni modo mi sono accorto che ciò che viene dal mio orto lo vendo a soli 10 centesimi in più. Ma talvolta accade anche che siamo noi i più economici, è il caso, per esempio, dei pomodori datterini, dall’aroma inconfondibile». Più problematica la questione prezzo per i trasformati, ottenuti dalla lavorazione di frutta e vegetali. Forse è questa la
Azienda Agricola Tenuta Don Nicola via Maronti, loc. Pantano (50 mt dal piazzale dei Maronti) - Barano d’Ischia Tenuta don Nicola Azienda Agricola Vendita a domicilio su prenotazione. Per prenotare il box di verdure assortite, le confetture e le uova fresche telefonare o inviare whatsapp al 331.3351739
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AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MODEL_ Valeria Troyatska MAKE UP_ Ileana Di Raffaele per Aglaia Centro estetico - Ischia HAIR_ Raffaella Tortora per Aglaia Centro estetico, Ischia DRESS SHOES & ACCESSORIES_ Micki Boutique - S. Angelo JEWELRY & GLASS_ Micki Boutique - S. Angelo PHOTO ASSISTANT_ Dayana Chiocca, Stefano Fiorentino ASSISTANT_ Raffaela Mendella LOCATION_ Lunapark Fratelli Verde - Ischia (Info 338 8466752)
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Qui e nelle pag. precedenti abito Gas, sandali Moda Marina, borsa e cappello Versari, gioielli Isidoro, occhiali Catuma.
Nella pag. precedente e in queste abito Gas, sandali Verdura, gioielli Isidoro, Borsa IBeliv, bandana Le Sciantose.
Qui e di fianco abito Gas, sandali Verdura, occhiali Catuma, pendente e bracciali Le Sciantose, cappello e borsa IBeliv.
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Qui e nelle pag. seguenti tuta Frida Querida, zainetto Gio Cellini, espadrillas Manebi, bracciali Isidoro, collana Stamps.
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Qui e nelle pag. precedenti tuta Frida Querida, zainetto Gio Cellini, espadrillas Manebi, bracciali Isidoro, collana Stamps.
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P E O P L E
LO STATO, TUTTI NOI Text_ Lello Montuori Photo_ Dayana Chiocca
È
venuto, come è giusto che fosse. Come
Una Nazione in cui tutti si oppongono a tutto. I
È vero, non basta niente per far fronte a questi
molti si aspettavano. Come era suo dove-
politici ai giornalisti, i giornalisti agli abusivi, quelli
drammi. Veri, intensi, atroci a volte.
re. Non importa che l’isola non fosse di-
presunti e quelli veri. Gli abusivi a tutti e due.
Ma lo Stato c’era. Non a dire ‘domani sarete di
strutta come si era creduto subito dopo il sisma.
Ammesso che c’entrino qualcosa gli abusivi. Sta-
nuovo a casa vostra’.
Non importa che i morti non fossero decine.
volta no, direi di no.
Ma a portare l’affetto e il cordoglio di tutta la
Ma due. Non dico ‘solo’ due.
Perciò la visita del Presidente assume anche più
nazione.
Perché ci sono state due vittime. Due donne la
valore. Per dire che nessuno deve sentirsi solo di
La stessa i cui cittadini - ospiti affezionati anno
cui vita è stata spezzata dal terremoto. Famiglie
fronte alla tragedia.
dopo anno - hanno consentito a Casamicciola di
distrutte. Affetti colpiti.
È vero, non c’è modo di lenire il dolore di chi ha
risorgere dalle sue rovine dopo il grande terremo-
E centinaia, migliaia di sfollati fra Casamicciola
perso i propri cari.
to del 1883 grazie alle sue Terme, al Gurgitello, ai
alta e Lacco Ameno, i comuni più colpiti.
Di chi ha perso la casa, il luogo di una vita. Di chi
paesaggi, al Parroco Santo, alla sua storia e alle
È venuto. A rappresentare il popolo italiano. Fos-
forse una casa in quel luogo non potrà avercela
sue tradizioni. Quelle di gente semplice, che non
se stata anche una soltanto la vittima di questo
mai più.
si è mai arresa e ha continuato a vivere nel luogo
evento tragico.
Non c’è modo.
forse più pericoloso dell’isola, la loro terra, il loro
Perché l’Italia c’è.
Non basta il Presidente.
posto nel mondo, quello in cui sono nati e desi-
È vicina e non dimentica.
Non basta niente.
deravano morire.
È venuto nel rispetto del dolore. Senza clamore.
Per le comunità di quelle contrade che ora non
Per questo per un giorno l’Italia intera è Casa-
Senza gli annunci spesso beffardi dei politici.
vivono più insieme. Strappate alle loro più care
micciola. Ognuno dei Comuni di questo scoglio
Serio e composto come si addice al Presidente,
abitudini. Fosse anche solo quella di affacciarsi al
verde e fragile, accogliente e spietato, è Casamic-
perché il Capo dello Stato rappresenta l’unità del-
balcone e riconoscere, uno per uno, i vicini ed i
ciola.
la Nazione.
passanti. Le loro storie, quelle di chi in quel posto
Grazie Presidente. Di essere venuto. Di esserci
Una Nazione che ama dividersi e che fatica a
ci è nato ed ha sempre pensato di continuare a vi-
stato.
trovare l’unità persino nel cordoglio di fronte a
verci consegnando in eredità luoghi, case, affetti
Di aver rappresentato lo Stato.
eventi così gravi.
e memorie a chi viene dopo di lui. Figli e nipoti.
Tutti noi.
N A T U R E
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TERREMOTO DEL 21 AGOSTO 2017: PERCHE’ E’ SUCCESSO? Text_ Antonino Italiano e Massimo Mattera - geologi
L
’isola d’Ischia ha le sue rughe... sono le
si, stratificandosi insieme ai sedimenti prove-
Beh, si immagini magma che inizia a fuoriu-
sue faglie, in svariate tipologie e dimen-
nienti dalla catena appenninica, diedero vita
scire da una frattura; se il magma è troppo
sioni. E, proprio come le rughe, le faglie
a enormi strati di depositi (roccia). Terremoto
denso, allora non riesce a scorrere, a formare
parlano delle sue origini, dei suoi terremoti,
dopo terremoto, eruzione dopo eruzione, tali
colate di lava, ma si addensa sulla frattura e,
dei suoi scuotimenti tettonici, delle sue eru-
depositi si innalzarono dai fondali finché, nei
impilandosi, forma veri e propri colli di lava,
zioni. Parlano dell’isola, in toto, che SI TRA-
secoli, nei millenni, finirono per emergere dal
duomi, appunto, come quello su cui si arram-
SFORMA. Le faglie, come le rughe, sono le
mare: fu così che si eresse un enorme cono,
picano le costruzioni del Castello Aragonese o
pagine di un libro antico quanto l’isola: oggi
un’isola, Ischia, con un perimetro maggiore
quello di Sant’Angelo.
drammatiche e odiate, un tempo, prima che
dell’attuale. Quel vulcano, Ischia, era come
Rughe, faglie, pagine... tante, tantissime...
fosse abitata, NO. Perché, allora, ci regala-
un bimbo; aveva la pelle liscia, priva di rughe,
E, così, nei tempi, l’isola ha assunto l’aspetto
rono, appunto, l’isola. Facciamo un salto in-
perché le fratture da cui era sbucato giaceva-
attuale (vedi figura).
dietro nel tempo di qualche milione di anni,
no sotto l’isola, sotto enormi coltri di depositi.
Niente si distrugge, tutto si può solo trasfor-
quando l’Europa e l’Africa si avvicinavano, de-
Aveva pochi millenni, pochi battiti per l’orolo-
mare. Il magma diventa roccia, la roccia si tra-
terminando nel Mediterraneo corrugamenti e
gio geologico. Ma le cose cambiarono qual-
sforma. Perché è sottoposta a terremoti, piog-
fratture attraverso cui il magma risaliva.
che battito più tardi, tra i 150.000 e 75.000
ge, frane, eruzioni o, ancora peggio, all’azione
Giunto a contatto con il mare, si produssero
anni fa. Responsabile ancora una frattura. Sta-
antropica. Cosa ne sarà di Ischia tra 300.000
violente eruzioni sottomarine (sia esplosive
volta ad andamento curvilineo e, ancor oggi
anni? Sono troppi e, per questo, ce ne occu-
che effusive). Le lave e i prodotti piroclastici
desumibile perché, lungo più punti di questo
piamo poco. Occupiamoci del futuro imme-
si accumularono sulle fratture, solidificando-
circolo, giacciono alcuni “duomi lavici”... Che?
diato, gli anni, i decenni (speriamo), i battiti
dell’orologio che scandiscono le nostre rughe,
Primo: i maggiori danni (l’epicentro) sono lo-
meno in atto da decenni e passa. Dunque ci si
quelle dei nostri cari e di chi ci vuole ascoltare.
calizzati nella parte alta di Casamicciola Terme
deve attrezzare per convivere con una Natura
A costoro, per costoro, parliamo di un’altra
e Lacco Ameno. La sorgente delle onde (l’ipo-
madre e matrigna. La ricostruzione delle zone
pagina... Intorno al VI sec. a.C., lungo una
centro) dovrebbe trovarsi a poca profondità,
terremotate deve procedere con la redazione
frattura a direzione SW-NE, si aprì un centro
entro uno o due chilometri dalla superficie.
di un piano urbanistico che preveda ampi spa-
eruttivo e si produsse un’eruzione che culmi-
Secondo: è accertato che negli ultimi decenni
zi pubblici, concentrando le esigenze abitative
nò con la formazione del Bosco dei Conti (un
si registra un lento ma diffuso abbassamen-
in fabbricati resistenti al sisma atteso (fosse
cono piroclastico). La violenza dell’eruzione
to dell’isola. A questa discesa non è estraneo
anche il Big One) e mettendo in sicurezza gli
destò profondo sgomento sugli abitatori di al-
l’Epomeo la cui cima cede mediamente 8 mil-
edifici di valore culturale. I fabbricati che non
lora. Secondo molte fonti, erano i Calcidesi e
limetri all’anno.
rispettino le norme antisismiche e che risulti-
gli Eretriesi, popolazioni originarie dell’Eubea
Terzo: i dati geochimici e fisici (degassamento,
no in contrasto col nuovo disegno urbanistico
(Grecia), che, poco più di un secolo prima, ab-
temperatura, composizione chimica) relativi all’i-
vanno sacrificati. Questa è materia di urbani-
bandonate le proprie terre e dopo un lungo
sola d’Ischia, pubblicati dall’Osservatorio Vesu-
sti, architetti e ingegneri da cui dipende gran
periplo attraverso il Mediterraneo, si stabiliro-
viano (Sezione di Palermo) fino all’anno 2009,
parte della rinascita di Casamicciola.
no in quel di Lacco Ameno dove fondarono
non mostrano variazioni significative da 40 anni.
Si deve volare alto! Si inventino forme adatte
Pithecusa. Ebbene, successe che, dopo l’eru-
Per esempio, se le temperature dei fluidi non ca-
al territorio. Si devono studiare gli adattamen-
zione, i Calcidesi, a differenza degli Eretriesi,
lano e non varia la composizione isotopica del
ti all’isola di tecnologie antisismiche nuove,
lasciarono l’isola e scapparono verso il vicino
gas elio nel tempo, non si può ipotizzare un raf-
adottate in Giappone o in California, e anti-
continente dove avrebbero fondato Cuma.
freddamento del sistema magmatico. Il geyser
che (le piramidi). Non sono necessari caser-
Ischia è un’isola straordinariamente ricca.
comparso a Panza nel 1996 ne è una conferma.
moni o bunker: le imbarcazioni che vediamo
Deve gran parte della sua ricchezza alla sua
Quarto: il monitoraggio geodetico della rete
nei nostri porticcioli sono esempi di costruzio-
natura vulcanica perché, oltre alle fonti terma-
GPS non offre spunti significativi come rigonfia-
ni perfettamente antisismiche, perché posso-
li, i prodotti vulcanici disfacendosi arricchisco-
menti, avvallamenti o traslazioni planimetriche.
no sopportare qualunque oscillazione. Perciò
no i suoli rendendoli particolarmente feraci.
Quinto: la catena appenninica si abbassa gra-
senza rinunciare alle volumetrie e al lusso si
Succede (successe) a Ischia, così come per
dualmente verso est e il suo limite superiore
possono realizzare costruzioni ricche e fun-
esempio nei vicini Campi Flegrei. Gli Eretriesi
(top del Mesozoico) si trova a circa 2500 metri
zionali. I geologi professionisti suggeriscano
preferirono non abbandonare l’isola perché
di profondità (rispetto al livello del mare) in
in che modo ancorare i manufatti al terreno
accettarono il pericolo di una nuova eruzione
corrispondenza dell’Epomeo; quindi il bacino
di fondazione. Insomma, sbizzarrirsi sui nuovi
o, anche, di un terremoto. Lo fecero perché
magmatico si valuta essere impostato sopra le
materiali da impiegare con intelligenza, per la
Ischia poteva dare loro ciò che non aveva po-
rocce carbonatiche mesozoiche a circa -2000
bellezza della nuova Casamicciola.
tuto dare l’Eubea: raccolti floridi, argille (per
metri.
Si dice che la Grande Storia spesso si è servita
produrre le ceramiche), boschi (quindi legna-
Sesto: il quadro tettonico è, almeno localmen-
delle Piccole Isole, adesso tocca a noi misu-
me per i forni), porti naturali, sorgenti d’ac-
te, distensivo. Il che dà luogo ad un inarca-
rarci con una sfida altrettanto storica. Si pre-
qua, termali e non, tutto. Scelta legittima. I
mento verso il basso del substrato (crosta).
senta un’occasione per dimostrare al Mondo
Calcidesi, nonostante i travagli del lungo viag-
Per capirci: si immagini la pasta che, sospesa
che un’isola vulcanica può essere vissuta da
gio, nonostante avessero trovato un piccolo
dalle mani dal pizzaiolo, si assottiglia e si inar-
residenti e turisti in tutta sicurezza. Vietato
paradiso, non se la sentirono di restare. Eb-
ca verso il basso trascinando tutto quello che
sbagliare. L’alternativa di fare affidamento
bero paura e scapparono. Scelta altrettanto
c’è sopra. Nel nostro caso sopra ci sarebbe l’E-
sull’oblio del tempo non va presa in nessuna
legittima.
pomeo che si abbassa lentamente.
considerazione.
Chi vive a Ischia (così come in un qualsiasi ter-
Queste sei considerazioni ci inducono a con-
ritorio esposto ai rischi naturali) deve essere
getturare, in attesa di altri dati ufficiali, che
conscio che sono possibili (probabili) frane,
l’abbassamento del pilastro Epomeo, non
sismi, alluvioni e mareggiate, eruzioni.
dovuto a raffreddamento del bacino ma alla tettonica distensiva appunto, abbia fatto
L’EVENTO
mancare l’appoggio, lungo una faglia a nord
Al momento in cui scriviamo i dati relativi alla
dell’isola, ad imponenti cunei di tufo verde e
localizzazione dell’area focale del sisma del
alle coltri terrigene superiori, cioè alle frane
21 agosto 2017 diffusi dall’INGV sono ancora
stabilizzate costituenti i terreni di fondazione
piuttosto incerti, quindi le considerazioni che
delle zone terremotate. La conseguente libe-
seguono si basano sugli effetti visibili e su os-
razione di energia, sotto forma di onde elasti-
servazioni tanto consolidate quanto datate.
che, ha manifestato in pochi secondi un feno-
79
S P E C I A L
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IL PERCHÉ DI CASAMICCIOLACITY Text_ Riccardo Sepe Visconti
H
o pensato di dedicare un’intera edi-
za e nostalgia per i tempi andati, e abbiamo
Ed Ischiacity - che per una volta si chiamerà
zione di Ischiacity ai territori di Casa-
deciso di assegnare alla nostra immagine
Casamicciolacity - ha provato a raccontarla
micciola Terme e Lacco Ameno feriti
di copertina un valore simbolicamente
nel modo che da molti anni ci contraddistin-
dal sisma del 21 agosto perché credo che,
multietnico e fortemente inclusivo. Lo
gue: allestendo un coloratissimo ed allegro
chi come me si occupa di comunicazione, ha
abbiamo fatto proprio perché - anche a cau-
shooting fotografico (dove abbiamo giocato
il dovere etico e civile di sorreggere nei mo-
sa di un’informazione assai scorretta resa da
sul tema “Despacito”, montando il set tra
menti di maggiore difficoltà la comunità a cui
molti colleghi sciatti e in malafede all’indo-
le rovine del Pio Monte della Misericordia,
appartiene. È stato facile trovare nel nostro
mani del terremoto - una parte considerevole
proprio a Casamicciola) che descrive perfet-
archivio molti bei servizi fotografici ambien-
di italiani (diffidenti ed estranei al Sud Italia)
tamente l’energia e la bellezza del ritrovarsi
tati nei luoghi recentemente colpiti dal sisma
si è affrettata a condannare con estrema se-
insieme a qualsiasi età e da qualsiasi latitu-
per riproporli ai tanti lettori quali testimo-
verità il nostro stile di vita senza impegnarsi a
dine…
nianze dell’assoluto fascino di questi posti.
voler conoscere le ragioni che determinano i
Poi, grazie al lavoro di ricerca di tutta la re-
comportamenti e la cultura di chi appartiene
dazione, a queste foto abbiamo fatto segui-
a questa isola: un simile modo di vedere le
re anche diverse raccolte di immagini d’altri
cose mi è apparso inzeppato di preconcetti e
tempi, per rinverdire la nostalgia di un’epoca
fortemente discriminatorio.
alla quale non siamo più abituati… Infine, ho scelto di pubblicare un reportage fotografico
Per fortuna, al contrario di chi coltiva questa
della “vita al Majo” (che oggi assume uno
mentalità di chiusura, Ischia vive di ospitalità
struggente valore di documento storico), re-
e come tale si avvantaggia della presenza di
alizzato nel 2012 e mai pubblicato.
stranieri che provengono da ogni parte del
Ma non ci siamo limitati a parlare di bellez-
mondo. Per noi l’universalità è ricchezza.
ischiacitydivisionepubblicitĂ
C O V E R
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ESPACITY
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AD & Photo_ Riccardo Sepe Visconti Coordination_ Cecilia D’Ambrosio, Silvia Buchner First Photo Assistant_ Dayana Chiocca Photo Assistant_ Stefano Fiorentino, Gaetano Calise Video Makers & Video Editing_ Eleonora Sarracino ed Emanuele Rontino per The Mother Factory Dress, Beachwear & Accessories_ Vogue Fashion Beachwear Boutique Forio, Lacco Ameno Negombo Eyewear_ Ottica Cinzia Pipolo - Ischia Jewelry_ Gioielleria Bottiglieri - Ischia Make Up & Nails_ Nancy Tortora, Ileana Di Raffaele, Angelica La Vita, Anna Rainone per Aglaia Centro Estetico Ischia Hair_ Raffaella Tortora, Maria Luisa Raja, Stefania Pesce per Aglaia Casting & DJ_ Annalisa Di Bonito Photo Retouching & Graphic_ Riccardo Fioretti Assistant_ Giovanni Morgera Location_ Pio Monte della Misericordia Casamicciola Terme
94 MODELS Andrea Marfè Natalia Kitsul Dalila Sghaier Anna Buono Marika De Maio Romina Di Costanzo Raffaela Mendella Gabriel Di Costanzo Babacar Gueye Diop Tala Stephane Amegbedji Cristina Floren Gheorghe Valentina Conte Lucia Scaloppino Calvin Scaloppino Rosa Franzese Sirin Jelassi Antonio Di Iorio Carla Loffredo Eury Della Guarda Gomez BODY BALLET CENTER MODELS Lara Migliaccio Alessia Amabile Susanna Filisdeo Cristina Tavani Danila Maggio Simona Di Sapia Simona Monti Ilenia Puca Laura Mattera Lorenza Lupoli Donatella Salvato Antonio Bollito Daniel Feliciello Mario Zabatta Stefano Trani
SPECIAL GUEST Aldo Imer Giacomo Polito Paolo Massa Franco Lucido Balestrieri SPECIAL THANKS Comune di Casamicciola Terme Body Ballet Center di Paolo Massa e Anna De Angelis Angela e Mario Di Meglio (Topless) Massimo Buono Barbara Savi Alessio (stylist) Angela Bottiglieri (jewelry assistant) Manuela Bottiglieri (jewelry assistant) Maryna Yakiwleva (jewelry assistant) Martino Pipolo Vito Manzo (logistica) Michele Prota (logistica) Pasquale Chiocca (barman) Sergio Canestrelli (arredi e antiquariato) Franco Lucido Balestrieri (auto d’epoca) Roberto Iacono (Tenuta don Nicola) Claudia Iacono (Sea & Meat - beverage) Matteo e Nicola Di Meglio (Music Store - attrezzatura musicale) Barbara Ruggiero Piero Piro Pierpaolo Iovinelli Leonardo Miragliuolo
I costumi da bagno e gli abiti per donna e uomo sono di: Miss Bikini Pin Up Stars Twin Set Simona Barbieri District Margherita Mazzei Michael Kors Ipanema Pepita Forte dei Marmi Verdissima 4Giveness Hippie shop Formentera Bikkembergs Sundek Mastri Camiciai Bermuda Perfection Tiki Hom Shockly IN VENDITA PRESSO VOGUE BEACHWEAR A FORIO CITARA, FORIO CENTRO E LACCO AMENO (PARCO NEGOMBO) INFO. 081. 908020
P L A C E S
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SCOPRIRE CASAMICCIOLA Text_ Silvia Buchner Photo_ Romolo Tavani
C
asamicciola Terme si sviluppa sul
più vasto dell’isola, nella zona di piazza Ba-
bili napoletani, lo stabilimento del Pio Monte
mare, allungandosi a ridosso del-
gni, e La Rita, al confine con il comune di
della Misericordia, con lo scopo di consentire
la litoranea e del porto turistico e,
Lacco Ameno, mentre al limite del territorio
anche ai malati poveri di giovarsi delle cure
nell’interno, sulle numerose colline che an-
verso Ischia, presso la collina omonima, sor-
con le acque, che venivano dispensate loro
nunciano le cime del versante nord del grup-
ge il parco termale del Castiglione. Proprio
gratuitamente, creando quello che è stato
po dell’Epomeo e cioè i Colli Jetto e Mon-
sul promontorio del Castiglione, uno spero-
definito con felice espressione “termalismo
te Bianchetto con il Capo dell’Uomo, che si
ne di roccia lavica coperto di fitta macchia
sociale”.
ergono a distanza ravvicinata, dominando il
mediterranea che si protende in mare, c’era
Nell’Ottocento, prima che il terremoto del 28
paesaggio con ripide pareti boscose.
un antichissimo villaggio preistorico (età del
luglio 1883 distruggesse ogni cosa, Casamic-
In particolare nella parte alta, che è anche
bronzo, 1400-1300 a.C.) che fu annientato
ciola era un centro rinomatissimo dove curar-
quella di più antico insediamento, si distri-
da un’eruzione intorno alla metà dell’VIII sec.
si e riposare, le colline del Maio e della Sen-
buiscono numerosi gli alberghi, sia grandi
a.C.: gli utensili ritrovati e tutto quanto ne
tinella e quelle intorno a piazza Bagni erano
che a gestione familiare, nei quali continua
testimonia la vita sono esposti al museo ar-
punteggiate di alberghi eleganti e piccole
la tradizione delle cure con le acque terma-
cheologico di Villa Arbusto a Lacco Ameno.
pensioni. Accoglievano una clientela interna-
li che hanno fatto la fama di questo centro.
La storia di Casamicciola come stazione turi-
zionale, spesso molto agiata e aristocratica
Gli alberghi si sono raccolti soprattutto in-
stica per le terapie termali è plurisecolare, co-
e talvolta anche i loro nomi - Hotel Suisse,
torno alle molte fonti, tutte alimentate da
mincia, infatti, agli inizi del Seicento quando
Villa Sauvé, Hotel Bellevue, Villa de Rivaz - ri-
due grandi bacini idrotermali, il Gurgitello, il
fu costruito, per iniziativa di un gruppo di no-
chiamavano la discendenza straniera dei pro-
prietari o la volontà di rifarsi a un ambiente europeo. E alle porte della cittadina oggi si incontra un edificio, purtroppo in totale decadenza, con la lunga facciata che si estende sulla litoranea: è la sede tardo ottocentesca del Pio Monte della Misericordia, ricostruita in basso dopo che il terremoto aveva buttato giù quella eretta nel 1604 nella zona collinare presso piazza Bagni. Alcuni degli illustri visitatori della cittadina termale sono ricordati ancora oggi: così fra i tanti scrittori provenienti dal nord Europa che numerosi abitarono sull’isola d’Ischia, uno dei più famosi scelse Casamicciola, si tratta di Henrik Ibsen, il drammaturgo norvegese autore di “Casa di bambola”, che sull’isola si dedicò sistematicamente alla stesura di una delle sue opere più importanti, “Peer
Gynt”. Era letteralmente innamorato di Casamicciola e delle sue colline boscose lo scrittore francese Ernest Renan, autore del celebre “Vita di Gesù”. Egli vi soggiornò a più riprese insieme alla famiglia e il figlio Ary, che si sottoponeva alle cure termali, ha lasciato una serie di interessanti disegni con vedute che documentano l’aspetto della cittadina prima del terremoto del 1883. Non è possibile dimenticare, infine, il breve ma importante soggiorno di Giuseppe Garibaldi, che venne a Casamicciola nel giugno 1864, per curare i postumi della ferita alla gamba infertagli in Aspromonte due anni prima. Dai giornali e documenti dell’epoca sappiamo che la permanenza sull’isola gli fornì soprattutto la possibilità di convocare con una certa discrezione e senza allarmare le autorità gover-
native i suoi collaboratori, mentre si operava
lamiera e il legno, totalmente estranei all’edi-
Sentinella che regala una visuale amplissima
ancora per completare l’unità d’Italia.
lizia tradizionale ischitana.
sia sul versante nord dell’isola che sulla ter-
Nei decenni successivi al 1883, la cittadi-
Oggi Casamicciola è certamente un luogo
raferma.
na lentamente riuscì a riconquistare un suo
adatto a un soggiorno riposante che all’ani-
Nel territorio di Casamicciola troviamo quello
spazio come centro di villeggiatura; l’abitato
mazione di piazza Marina unisce la possibilità
che è certamente uno dei capisaldi del pa-
che era andato distrutto, in particolare nella
di allontanarsene per fare passeggiate nella
trimonio naturalistico ischitano, costituito
vasta zona collinare, fu ricostruito di prefe-
parte più agreste del paese. In primo luogo,
dal Monte Rotaro, raggiungibile percorrendo
renza nelle brevi aree pianeggianti lungo il
lungo le strade che, affacciandosi su valloni
con la macchina via bosco Cretaio e poi inol-
mare, considerate più sicure. Camminando
in cui le case ancora lasciano spazio alla natu-
trandosi a piedi. Il Rotaro con i crateri e dos-
nel paese, si individuano facilmente i quar-
ra, salgono al Maio, uno dei nuclei storici che
si che lo attorniano formano un complesso
tieri edificati dopo il terremoto, frutto di una
fu completamente distrutto dal terremoto, e
vulcanico oggi coperto da una folta pineta,
pianificazione dall’alto, per esempio alle spal-
da qui alla via Borbonica, la vecchia strada
una parte della quale prende il nome di Bo-
le della marina di Casamicciola e a Perrone,
che collegava Casamicciola alta con Lacco
sco della Maddalena. Tra il Rotaro e il retro-
caratterizzati da strette stradine a incroci or-
Ameno (nella sua parte collinare di Fango) e
stante cratere di Fondo d’Oglio, nei campi di
togonali e nei quali ancora si vede qualche
Forio (dove arriva nel quartiere di Montero-
fumarole che creano un particolare microcli-
tipica casa dell’epoca (un paio di esse sono
ne). Essa si snoda alle pendici dell’Epomeo e
ma caldo umido, cresce bene una pianta oggi
anche originalissimi esempi di architettura
vi si può godere un notevole panorama, ver-
unica in Europa, il Cyperus polystachjius, un
antisismica), con caratteristiche come i tetti a
so la montagna e la marina sottostante. Al-
papiro che di solito si trova solo nei paesi a
doppio spiovente e l’uso di materiali quali la
tra meta gradevole è la collina della Grande
clima tropicale e subtropicale. Qui a Ischia, le
102
condizioni di temperatura e umidità offerte
quando, per le mutate condizioni ambientali,
strada rotabile che ne prende il nome e che
da alcune fumarole come al Rotaro, appun-
scomparve altrove: data la sua estrema rari-
collega Casamicciola con Fiaiano, seguendo
to, hanno consentito a questa pianta, che è
tà è una pianta che va assolutamente salva-
un tracciato estremamente panoramico, che
un vero e proprio “relitto” delle epoche in
guardata.
regala in alcuni punti una vista quasi a volo
cui il clima nelle nostre zone era molto più
Alle spalle del Rotaro vi è il Cretaio, coperto
d’uccello su Vivara, Procida e la costa.
caldo e umido, di continuare a vivere anche
da un folto castagneto e attraversato dalla
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FRANCESCA BARBIERI AD_ Riccardo Sepe Visconti PHOTO_ Enzo Rando MODEL_ Francesca Barbieri
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N °15 / 20 07
_ Casamicciola Terme
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N °30 / 2011
_ Casamicciola Terme
CHLOE HOOTON
AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MODEL_ Chloe Hooton
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N °27 / 2010
_ Lungomare di Casamicciola
AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MODEL_ Lella Scotti
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LELLA SCOTTI
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FRANCESCA MIGLIACCIO
AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MODEL_ Francesca Migliaccio
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N °43 / 2016
_ Porto di Casamicciola Terme
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BORIS MOLINARO
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N °4 0 / 2015
_ Lungomare di Casamicciola Terme
DA
N ° 9 / 20 0 6
_ Porto di Lacco Ameno AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MODEL_ Teresa Buono
TERESA BUONO
F A S H I O N
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N °24 / 20 0 8
_ Vicoletti di Lacco Ameno
EMANUELA GENTILIN
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AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MODEL_ Emanuela Gentilin
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DA
N °24 / 20 0 8
_ lungomare di Casamicciola, terrazza Acquamarina
F A S H I O N
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DA
N °42 / 2016
_ Villa Parodi Delfino, Casamicciola Terme
MATRIMONIO ALL’ISCHITANA
AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MODELS_ Palma Di Meglio, Natalia Kitsul, Giulia Rj, Davide Circello, Antonio Crisano, Valentino Barile, Lucia Scaloppino, Domenico D’Agostino, Daniel Conte, Alessandro Mazzara, Simone De Sanctis, Giovan Giuseppe Conte.
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N °34 / 2012
_ Casamicciola Terme - C.so Garibaldi
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TIZIANA BARRA
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AD & PHOTO_ Alessandro Demycost MODEL_ Tiziana Barra
Oceanomare Delphis Onlus jeansgabsdiary.tumblr.com oceanomaredelphis.org
N A T U R E
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RACCONTI DAL MARE Text_ Lucia Elena Vuoso Photo_ Archivio Oceanomare Delphis
I
l mare racconta storie. Le ha sempre raccontate, attraverso marinai impavidi, relitti sommersi, inestimabili tesori, attraverso bellissime sirene e perfidi pirati. Oggi lo fa attraverso le voci di Angelo Miragliuolo, Carlotta Vivaldi e Sara Osenda, rispettivamente comandante ricercatore, biologa ricercatrice e assistente ricercatrice a bordo del veliero-laboratorio Jean Gab, che fa base stabilmente nel porto di Casamicciola Terme,
nell’ambito del progetto Ischia Dolphin Project. Storie di delfini e capodogli, di emozioni e di scoperte, storie di uomini un po’ animali e di animali molto umani, ambientate nello specchio d’acqua tra le isole di Ischia, Procida e Vivara.
I delfini possono essere di diverse specie, col
fatica: fanno visita, anche due o tre volte in una
pati insieme ed allontanati. Le femmine hanno
rostro o senza. Il delfino comune - Flipper per
notte, alle ‘totanare’, avendo capito che le luci
un cucciolo ogni 5 anni circa ed i piccoli appena
intenderci - è quello più a rischio d’estinzione. Il
calate da queste sul fondale servono ad attira-
nati non sanno nuotare bene. La madre, però, è
globicefalo, quello di cui si ha un minor numero
re totani, calamari e polpi di cui vanno ghiotte,
attentissima, e se avverte anche il minimo peri-
di avvistamenti nell’area, non ha il rostro ed è
e saccheggiano letteralmente il pescato. Altro
colo per il figlio, emerge nel giro di pochi attimi
chiamato dai pescatori del posto ‘ ‘u monc’ - il
trucco che i delfini usano per catturare il pesce
e nuota a mezzo metro da lui. Molto buffo è
monaco - per il colore del suo manto. Infatti, è
è seguire i capodogli. Quando questi emergo-
assistere all’allattamento poiché il cucciolo non
tutto bruno e sul torace ha una macchia bianca a
no dal fondale per respirare, i delfini, a decine,
ha grande capacità di apnea e, quindi, si tuffa
forma di ancora. Quando viene fuori dall’acqua
gli si scagliano addosso per cercare di mangiare
sotto la mamma, succhia velocemente il latte e
e si mostra di pancia, assomiglia moltissimo ad
tutti i piccoli polpi che viaggiano sotto l’animale.
riemerge trafelato dal lato opposto, prende fia-
un frate, col cappuccio in testa e il colletto bian-
Spesso il capodoglio è anche infastidito dall’at-
to e torna ad immergersi, fino a quando non è
co. Un’altra specie di delfino di cui sono stati
tacco dei delfini che per
avvistati molti esemplari è il grampo. Sono crea-
cibarsi lo graffiano, anche
ture molto socievoli, amano entrare in contatto
in punti sensibili come gli
fra di loro e lo fanno con morsi e sfregamenti;
occhi, e cerca di allontanar-
non si fanno del male ma, essendo la loro pelle
li sbattendo violentemente
molto sensibile, lungo tutto il corpo presentano
la coda nell’acqua.
i segni di morsi e graffi che restano per sempre
Il capodoglio, così grande e
e non è raro che sugli esemplari anziani diven-
così possente, che a prima
gano tutti bianchi. I tursiopi, invece, sono i più
vista può anche spaventa-
curiosi ed intraprendenti: lunghi circa quattro
re, sa essere non solo molto dolce ma anche
15 metri. Spesso si è indotti in errore poiché la
metri, hanno il becco e i maschi giovani spesso
agilissimo nei movimenti e delicato coi piccoli.
balenottera non emerge completamente in su-
si allontanano dal branco per esplorare coste ed
I capodogli, come gli esseri umani, hanno una
perficie e ci si rende conto della sua maestosità
insenature e non di rado sono stati avvistati nel
vita media di circa 70 anni e la loro è una so-
solo se passa accanto all’imbarcazione, mentre
porto di Napoli. Infine, il delfino più comune nel
cietà matriarcale. Nonne, zie, mamme e cuccioli
il capodoglio per respirare si mostra completa-
Mediterraneo, la stenella striata, sottile e lunga
vivono insieme fino a quando il “piccolo” non
mente, con la sua grande testa, fuori dall’acqua.
circa due metri. Sono molto furbe e hanno esco-
raggiunge la lunghezza di 11 metri. A questo
Delfini, capodogli e balenottere sono gli unici
gitato un trucco per mangiare a sazietà e senza
punto, tutti i giovani maschi vengono raggrup-
esseri viventi al mondo che non hanno una tana
sazio. Spesso il capodoglio
I delfini possono essere di diverse specie, col rostro o senza. Il delfino comune - Flipper per intenderci è quello più a rischio d’estinzione.
viene confuso con la balenottera, si pensa infatti che il primo sia più grande. Non è così: la balenottera, infatti, coi suoi 23 metri è l’animale più grande del pianeta, il capodoglio, invece, è lungo al massimo
dove rifugiarsi. Quando dormono si mettono a pelo d’acqua in modo da poter respirare e si lasciano trasportare dalla corrente. Hanno gli occhi aperti, ma chiudono le orecchie. Queste specie, infatti, comunicano con gli ultrasuoni: emettono dei ‘click’ e grazie al segnale di ritorno riescono a vedere precisamente cosa hanno di fronte. A secondo del numero di dettagli che vogliono conoscere di un oggetto emettono click di diverse entità, e la loro percezione è sorprendente: riescono a vedere attraverso il piombo, riescono a capire di quali e quanti materiali è fatto un ostacolo e ne hanno conoscenza a 360 gradi. Uno degli episodi più belli che si ricordano a bordo del Jean Gab è l’incontro tra la cagnolina-mascotte Zora (ora sostituita da Berta) e il giovane globicefalo Pan. Pan era ancora protetto da Cagliostro, il ‘pilota’ maschio adulto. I delfini, infatti, non hanno un capobranco, ma un pilota che gestisce solo la difesa, poiché il maschio non può comandare sulla femmina. Spesso i piloti, quando avvistano un’imbarca-
del delfino fossero dirette a lei. Cominciò un in-
sciuta, come ci sono sconosciute ancora tante
zione, iniziano a saltare davanti alla prua per
seguimento: il delfino dall’acqua e la cagnetta
informazioni, tante curiosità e tante avventure
attirare l’attenzione su se stessi e distoglierla dal
dalla barca, fino alla poppa. Finito lo spazio per
sui più grandi abitanti del mare.
branco e dai piccoli, che scompaiono in fretta
correre Zora si tuffò sul gommone di scorta e
Tutte le specie di cui abbiamo raccontato pos-
nei fondali marini. Un giorno in cui Cagliostro,
si sporse in acqua, nello stesso momento Pan
sono essere avvistate durante le escursioni in
conoscendo l’imbarcazione e fidandosi dell’e-
mise la testa fuori dall’acqua. I due animali si
barca a vela organizzate dall’associazione Oce-
quipaggio, era più rilassato, il piccolo Pan sfuggì
guardarono negli occhi per circa un minuto alla
anomare Delphis, anche aperte al pubblico. Per
al suo controllo. Si avvicinò allo scafo saltando
distanza di un pochi centimetri l’uno dall’altra.
informazioni si può scrivere a postmaster@oce-
e Zora iniziò ad abbaiare come se le attenzioni
La storia che si raccontarono ci è ancora scono-
anomaredelphis.org.
N A T U R E
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LA VIA DELL’ALLUME Text_ Silvia Buchner Photo_ Romolo Tavani
A
guardarlo dal basso mostra una superficie verde, densa, apparentemente invalicabile: così è il monte Epomeo nella parte che affaccia verso Casamicciola. Eppure, sotto le chiome dei castagni, fra i loro tronchi fitti esiste un reticolo di
sentieri, passaggi, radure. Un tempo brulicanti di vita, di persone che avevano nel bosco un’importante risorsa, dalla legna, alla caccia, alla raccolta di funghi e castagne, cui si ag-
giunse in certe epoche addirittura lo sfruttamento di giacimenti minerali - argilla, caolino, allume - come vedremo subito per quest’ultimo. Ma, anche oggi gli ischitani che ‘vivono’ i boschi sono più di quanti s’immagina, molte famiglie ne posseggono appezzamenti e ne conoscono tutti i segreti: con questa passeggiata dalla località Campomanno a Casamicciola Terme fino alle fumarole di Monte Cito, al confine con Lacco Ameno, realizzata con la guida di Giampaolo Castagna, vogliamo portare i lettori a conoscere un ‘mondo altro’ a poche centinaia di metri dalle vie asfaltate, dove la luce, i profumi, l’atmosfera avvolgono chiunque vi entri. Si inizia dal piazzale del Celario, presso piazza Maio, nella parte alta di Casamicciola: già qui il panorama è di quelli che non si dimentica e sulla nostra testa si erge in tutta la sua imponenza la parete Nord del monte Epomeo, quella più ripida, interamente coperta dal bosco, appunto. Le prossime ore le trascorreremo lì, nel regno del castagno, che nelle zone meno soleggiate dell’isola qual è appunto questa, si estendeva (e oggi rimane, comunque, dominante, anche se la costruzione di strade e case che si spingono anche nelle zone impervie, l’ha fatto arretrare) addirittura dai 100 ai 700 metri sul livello del mare, quindi quasi fino alla cima più alta. Ancora oggi in questa zona,
131
periodicamente, si effettua il taglio delle ceppaie, che garantisce il fatto che le piante crescano bene e contribuisce, perciò, in maniera fondamentale alla prevenzione del rischio idrogeologico, in quanto alberi sani svolgono in maniera ottimale l’importante compito di trattenere con le loro radici il suolo, qui molto friabile. Dopo aver percorso meno di un chilometro di una stradina stretta ma ancora asfaltata (via Campomanno), una deviazione sulla destra si inerpica verso il bosco. Addentrandosi, si giunge ad un pianoro che custodisce strutture che potremmo definire di archeologia industriale: in mezzo ai ceppi di castagni appena recisi, in parte coperti dalla macchia mediterranea, ma comunque ben visibili, emerge, infatti, una serie di fosse di forma conica, rivestite di pietre regolari e di vasche larghe e dal fondo basso, ricoperte sulle pareti con un battuto di malta e mattoni sbriciolati e collegate fra loro da canalette. I casamicciolesi le chiamano ‘caulare’, cioè caldaie, e danno questo nome anche alla località, anticamente chiamata anche piazza de la Pera. Fosse e vasche sono gli ultimi resti di un impianto che lavorava l’alunite, un minerale che si cavava a vari chilometri di distanza. Qui, infatti, si avevano a disposizione sia l’acqua in abbondanza, grazie alla presenza di sorgenti, che il combustibile da ardere, il legno di castagno, essenziali al processo di lavorazione che consentiva di ottenere dal minerale l’allume. Oggi, troviamo l’allume di rocca accanto al rasoio degli uomini più anziani, che ancora hanno l’abitudine di tamponare le piccole ferite causate dalla rasatura usando una piccola pietra biancastra che ha un forte potere emostatico, e altro non è appunto che allume, ma un tempo esso era indispensabile per la concia delle pelli, la tintura dei
132 tessuti, la fabbricazione del vetro, l’estrazione dell’oro e mille altre attività. E quando le imponenti miniere di allume presenti in Turchia furono precluse all’Europa a causa delle guerre a sfondo religioso con le popolazioni musulmane, naturalmente si cercò la preziosa sostanza più vicino e se in Toscana vi era il più grande giacimento di tutto il vecchio Continente (la città di Allumiere deve il suo nome all’attività di estrazione che vi si faceva), tuttavia tra il ‘400 e il ‘600 anche filoni del minerale più modesti come quello di Ischia furono assai sfruttati, benché pare che la qualità non fosse eccelsa. La nostra passeggiata ripercorre a ritroso proprio il cammino dei carretti colmi di alunite (e ancora oggi il tracciato viene chiamato via dei Carri), che dalle fumarole di Monte Cito, dove si formava e veniva cavato, era portato per la lavorazione fino alle Caulare di Casamicciola, appunto. Il giacimento di alunite fossile allora sfruttato si trovava nelle località monte Bianchetto e Crateca, assai vicine a Monte Cito, dove ancora oggi si forma grazie alla vigorosa attività delle fumarole. La presenza di acque termali a ph acido, infatti, attraverso una serie di reazioni chimiche, altera e disgrega i tufi vulcanici caratteristici dell’isola d’Ischia, dando vita al minerale. Dove oggi ci si deve fare largo nel bosco invaso dalla esuberante vegetazione spontanea c’era un sentiero in alcuni punti anche rivestito con blocchi di pietra, lungo il quale con fatica i muli trascinavano i blocchi che custodivano al loro interno la preziosa sostanza fino alle Caulare. Lì subiva trattamenti di calcinazione, lavatura, bollitura nelle caldaie per purificarla e, una volta estratto finalmente l’allume, sotto forma di cristalli era riposto in casse che si trasferivano sulla costa, dove veniva imbarcato per la terraferma. L’attività per un paio di secoli fu intensa dando lavoro a tanti abitanti, al punto che la marina di Casamicciola si chiamava l’Alumiera. Il segno più evidente, anzi maestoso, che possiamo vedere ancora oggi e che lascia immaginare come doveva essere la via dei Carri quando era percorsa da uomini ed animali in attività, è data dagli alti muri a secco. Se, infatti, ‘parracine’ ne incontriamo spesso e volentieri lungo i percorsi che attraversano l’interno dell’isola, tuttavia quelle che caratterizzano tuttora per molte centinaia di metri la zona che collega le Caulare a Monte Cito sono vere realizzazioni murarie. Fiancheggiano il sentiero ergendosi in alcuni punti anche fino a tre metri, formate da blocchi grandi e perfettamente sagomati: intorno, ovunque, il castagneto è fittissimo, fino a quando si arriva finalmente al pianoro di Monte Cito da dove, invece, lo sguardo può correre libero
da Casamicciola fino al promontorio di Zaro, passando per Lacco Ameno. Ma qui vale assolutamente la pena di osservare con attenzione il suolo: esso assume, infatti, colorazioni speciali che vanno dal rosso carminio al giallo intenso e, toccandolo, si percepisce chiaramente che emana un forte calore e si sente distintamente odore di zolfo. Siamo, infatti, in uno dei campi fumarolici attivi dell’isola (altri sono a Forio). Se, infatti, da oltre 700 anni Ischia non ha più assistito a eruzioni vulcaniche, sono ben evidenti quelle che i geologi chiamano “manifestazioni secondarie del vulcanesimo”: una è costituita dalle acque termali e l’altra, appunto, dalle fumarole, che si formano quando i gas trovano una via libera per la superficie attraverso una faglia e, a contatto con le rocce, le modificano chimicamente e si manifestano tutti quei fenomeni che si notano così bene a Monte Cito. Addirittura, il forte calore che viene dalle viscere della terra ha creato un microclima perfetto per piante che oggi possono vivere esclusivamente qui. A Monte Cito sono ben visibili, per esempio, robusti ciuffi di Cyperus polystachyus, vegetale diffuso a Ischia come nel resto d’Europa quando l’isola e il continente avevano un clima molto diverso, di tipo tropicale, e che adesso cresce solo dove l’attività delle fumarole, appunto, ricrea un ambiente caldo-umido, mentre altrove è scomparsa.
W I N E
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LE CANTINE DI CRATECA:
VINI DI ALTA TIPICITA’ PER UNA DELLE REALTA’ ENOLOGICHE PIU’ DINAMICHE DELL’ISOLA D’ISCHIA Text_ Silvia Buchner Photo_ Dayana Chiocca Archivio Ischiacity
L
e Cantine di Crateca, uno dei vigneti più
ro di Crateca è una delle zone più adatte alla
belli in assoluto fra i tanti, storici e nuo-
coltivazione della vite, esposto fra Nord-Ovest
vi, dell’isola d’Ischia, frutto dell’intuizio-
e Ovest, con 3 chilometri di terrazze digradanti
ne e della passione per la loro terra dei fratelli
fra i 250 e i 450 metri sul livello del mare, che
Castagna, si arricchiscono di nuove etichette,
ospitano il vigneto, dalla primavera all’autunno
grazie alla riorganizzazione aziendale partita
illuminato dal sole per 12 ore. Il terreno è sof-
dalla gestione della vigna e del processo di
fice, ricco di minerali, l’insolazione è mitigata
vinificazione, che tocca anche il packaging e
dalla brezza marina e innestandosi sul ricco pa-
la distribuzione, sotto la guida degli enologi
trimonio di vitigni dell’isola, le caratteristiche
Marco Esti e Alessandro Leoni. Un cammino di
del suolo e del clima e l’ambiente costituiscono
crescita in linea con la capacità imprenditoria-
condizioni favorevoli per ottenere vini dagli alti
le e di visione che caratterizzano le scelte di
livelli di tipicità. Per secoli le terre di Crateca,
Arnaldo, Giampaolo e Piergiovanni Castagna
infatti, hanno ospitato grandi vigneti e oggi,
che, insieme alla madre Concetta Maio, han-
grazie al recupero dell’antica, bellissima canti-
no restituito 2 ettari di terreno alle pendici
na, lo spirito di questi luoghi è tornato forte e
del monte Epomeo, in località Fango a Lacco
vivo, interpretando al meglio le peculiarità di
Ameno, alla sua vocazione originaria, dopo un
questa terra.
periodo di abbandono durato 40 anni. Il piano-
Dal 2015, dunque, le Cantine di Crateca produ-
cono un DOP biancolella, un rosato, da aglianico al 100%, oltre ai due IGP, Crateca Bianco e Crateca Rosso; cui nel 2017 si è aggiunto il rosso Crastula, affinato in barrique. “Il rosato, pur realizzato con un vitigno non ischitano, dimostra le peculiarità isolane, manifestando, lavorato nel giusto modo, tratti particolari molto interessanti”, spiega il professor Esti, “ha colorazione delicata, l’aspetto è cristallino e ha una buona complessità aromatica, con note di rosa, piccoli frutti, ananas. Come anche gli altri, esprime, pur se di fondo dato che si tratta di vini giovani, una nota minerale che si integra perfettamente con questa gamma olfattiva. Per l’Ischia DOP biancolella si è lavorato molto in vigna per ottenere una maturità ideale, che consentisse al vitigno di esprimersi al massimo”. Ha colore paglierino, aromi di fiori, acacia
Accanto, l’ultimo nato nelle cantine di Crateca, il rosso Crastula da vitigni Aglianico e Piedirosso, affinato in barrique di rovere.
e agrumi, e frutti bianchi, pompelmo e pera, che gli conferiscono eleganza ed equilibrio; in bocca è fresco, armonico, sapido e si accosta bene, come il rosato, a carni bianche - anche il coniglio - pesce, crostacei, tipici della cucina isolana. Il Crateca Bianco (biancolella, forastera, greco e fiano, vinificati separatamente e poi assemblati secondo precise proporzioni), ha un’espressione più complessa dal punto di vista
aromatico comprendente note di fiori gialli, mi-
starlo a una cucina più ricca, quindi carni alla
dell’essenza autentica espressa da questo ter-
mosa, ginestra, frutta sciroppata, è più strut-
brace, baccalà, formaggi, salumi stagionati. E
ritorio attraverso i suoi vini. E noi le seguiamo
turato, con gradazione alcolica più alta, colore
poi l’ultimo nato, Crastula appunto, che dopo
con entusiasmo.
più carico. E’ lavorato tutto in acciaio il Crateca
la fermentazione a bassa temperatura di bucce
rosso (per ‘e palummo e aglianico), “ha colore
e mosto, viene trasferito in piccole botti di ro-
rubino carico, riflessi violacei, è giovane quin-
vere per 18 mesi. Il lungo affinamento in botti-
di con una struttura morbida, tannica sottile,
glia lo renderà ancora più intenso e fortemente
buona acidità e una freschezza che cerchiamo
minerale. Le Cantine di Crateca continuano,
di mantenere in tutti i vini”: l’ideale è acco-
dunque, nel loro cammino di valorizzazione
Cantine di Crateca - www.vinicratecaischia.it Via Crateca (loc. Fango) Lacco Ameno Info: 081. 994902 e 349. 3982431 Cantine di Crateca
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LA VIGNA DI
PIETRASECCA
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UNA VIGNA COSTRUITA PIETRA SU PIETRA PER PASSIONE, PER HOBBY, PER PIACERE. E’ QUESTA L’ORIGINE DEL VIGNETO PIETRASECCA, CREATO DA MARIO D’ORTA - UNA PROFESSIONE NEL SETTORE DEL TURISMO - SUL TERRENO DI FAMIGLIA A CASAMICCIOLA TERME, NELLA LOCALITÀ CELARIO, SOPRA PIAZZA MAIO. DOVE SEMBRA CHE L’EPOMEO SI POSSA TOCCARE E DI FRONTE IL PANORAMA È FATTO DI CIELO E MARE. Text_ Pietro Di Meglio Photo_ Ischiacity
M
ario D’Orta, concierge dell’hotel Continental Terme di
il terreno con strumenti moderni creando un vino che piace, perché
Ischia, è una persona elegante, distinta e molto simpatica,
porta con sé la promessa di un’esperienza legata al suo territorio
appartiene alla cosiddetta vecchia guardia, ha più di 40
fortemente vulcanico, ricco di tufi e pomici e alla tradizione conta-
anni di servizio alberghiero e ama il suo lavoro, che gli ha insegnato a
dina ischitana. La vigna è situata in località Celario, nel comune di
vincere la timidezza ed affrontare la vita.
Casamicciola Terme, sul versante nord dell’isola, a 300mt sul livel-
Da qualche tempo, è anche produttore di un vino di qualità, il “Vigna
lo del mare, vicino ad un castagneto; è coltivata a terrazze dette le
di Pietrasecca”: Mario si è trovato ad un bivio quando ha ricevuto in
‘Schiappe’, con una serie di muri a secco, le famose ‘parracine’. E’
eredità dal padre il vigneto, non sapeva, infatti, se abbandonarlo o
bene esposta all’insolazione e alle brezze marine che risalgono dalla
coltivarlo, essendo sempre molto impegnato con il suo lavoro. Per
costa fino alla vetta dell’Epomeo, inducendo salinità e aggiungendo
fortuna, ha scelto di occuparsene, grazie anche all’aiuto del figlio Sta-
elementi chimico-fisici che favoriscono ulteriormente la maturazione
nislao: insieme ora si divertono a fare i viticoltori e hanno attrezzato
dei grappoli. Le uve, in perfette condizioni, vengono raccolte con una
vendemmia che segue i metodi tradizionali: la raccolta manuale, la
Ma il rapporto dei D’Orta con la vigna di famiglia non si limita alla
sistemazione in cassette, il trasporto in furgoncini, la pigiatura. Una
produzione di un ottimo vino; Mario tiene, infatti, ad esaltarne le
procedura che rende il bianco Forastera della “Vigna di Pietrasecca”
caratteristiche di veicolo di convivialità: così, su di un terrazzo del
profumato, leggero, facile e con un sottile fondo fruttato.
vigneto c’è una capanna, una vera e propria sala degustazione inca-
stonata nella pietra, rifugio per serate con amici dove si organizzano cene speciali. Una su tutte vale la pena di citare: la cena delle Chiavi d’oro, che vede come protagonisti i concierge dei grandi alberghi isolani. Il menù è fisso, quasi un rito, e consiste in fave e ventresca. Le fave piantate per l’occasione, con la semina nel mese di novembre, vengono servite crude; la ventresca è preparata secondo la ricetta degli anni ’50, lavorata a mano con il sale dal macellaio di fiducia, il tutto accompagnato da pane caldo fatto in casa. E in momenti del genere il vino è sogno e poesia, è misteriosa composizione e magica sapienza, è seducente come una bella donna birichina e maliziosa, che prima riscalda e poi può tradire. In questa immagine sono presenti la gestualità mai volgare, la cultura, l’eleganza del “Pietrasecca” che non nasce per caso, ma grazie alla passione e all’amore di Mario e con tutte le specificità per un DOC., conferite dal mix di elementi che sono la terra, il clima, la tradizione, il buon gusto. Insomma quelle qualità che farebbero recitare al dio Bacco “Tra il bianco e il rosso Scegliere non posso Entrambi mi dilettano Sono parti di me stesso”
i
H I S T O R Y
GARIBALDI A ISCHIA Text_ Silvia Buchner
F
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u una nave inglese, proprietà del duca di
il 19 giugno e il 19 luglio 1864, Casamicciola
realtà, in quel momento il grido di “Roma o
Sutherland, suo grande amico e ammira-
Terme fu il centro del neonato Regno d’Italia,
morte!”, che egli aveva fatto suo, non pote-
tore, a condurre Garibaldi a Ischia; dalla
e ad essa guardò con grande interesse anche
va essere - almeno alla luce del sole - condi-
marina di Casamicciola salì poi a dorso di un
l’Europa, stando almeno alle tante corrispon-
viso e sostenuto dalle istituzioni, a cominciare
mulo (probabilmente la strada, che altro non
denze giornalistiche dall’isola apparse in quei
dalla monarchia. Il rischio era di provocare un
era che un passaggio scavato nelle pareti della
giorni sulle testate straniere, inglesi in partico-
grave incidente diplomatico con la Francia di
collina dall’acqua, non consentiva l’uso di car-
lare. Una simile affermazione potrà apparire
Napoleone III, che si era posto a strenuo difen-
rozze) fino a piazza Bagni, ‘seduta’ sulla cele-
espressione di un campanilismo fuori luogo.
sore dell’indipendenza dello Stato pontificio.
bre fonte del Gurgitello, le cui acque avrebbero
Ma la ‘vacanza’ di Giuseppe Garibaldi finì per
Di qui derivò la decisione inevitabile, ma pur
dovuto curargli la ferita che lo faceva soffrire
proiettare sul proscenio della cronaca nazio-
sempre ambigua, di mandare l’esercito con-
ormai da circa due anni.
nale Casamicciola e, con essa, l’isola d’Ischia:
tro le camicie rosse - insomma, italiani contro
Accadde così che esattamente per un mese, fra
infatti, seguire le tracce del soggiorno del Ge-
italiani - che risalivano la penisola, dirette alla
nerale nella cittadina termale, consente di ca-
conquista della Città-simbolo. Con l’ingloriosa
larsi in una fase delicata e fondamentale della
- e non certo per colpa di Garibaldi - conclusio-
storia del nostro Paese che - se pure aveva rag-
ne della vicenda dell’Aspromonte, ha inizio un
giunto la sua unità - non annoverava ancora
lungo periodo (la breccia di Porta Pia è infatti
fra i suoi territori Roma e il Veneto. Tornando
solamente del 1870) durante il quale intorno
all’eroe del Risorgimento, fu per una di quel-
alla ‘questione romana’ i maggiori protagoni-
le alchimie della politica che i comuni mortali
sti degli eventi politici del tempo, il re Vittorio
faticano a capire - che Garibaldi, rischiando la
Emanuele II, l’imperatore francese Napoleone
vita, rimediò una brutta ferita al malleolo della
III, il papa Pio IX, Mazzini (non però il genia-
gamba destra per le fucilate non dei borboni-
le artefice dell’unità, il conte di Cavour, morto
ci, dei papalini o dell’esercito austriaco, ma dei
nel 1861), giocarono una complessa partita
bersaglieri che rappresentavano il regio Stato
diplomatica fatta di accordi firmati con mille
italiano! A mandarglieli contro, sull’Aspromon-
riserve mentali, di compro-
te, era stato, infatti, il capo del governo, Ur-
messi che con disinvoltura
bano Rattazzi. Scopo della missione: fermare
non vennero osservati, di in-
il “Padre della Patria” nella sua marcia verso
tese segrete che, portate allo
Roma, la cui liberazione pure tutti parevano,
scoperto, furono immedia-
con ardore non minore di Garibaldi, volere. In
tamente seguite da
smentite ufficiali.
di notizie con cui alimentare l’attività di pro-
continuazione l’inno a lui dedicato.
E Garibaldi non era a suo agio in una situa-
paganda contro di lui. Garibaldi abitò in un
Ma una ricostruzione alternativa attribuisce
zione del genere: fosse stato per lui, la cosa si
primo tempo presso l’albergo di Luigi Manzi,
questa decisione al fatto che Garibaldi scoprì
sarebbe risolta in quattro e quattr’otto, possi-
cittadino illustre di Casamicciola. Proprietario
di essere ‘spiato’ dal fratello del suo ospite e
bilmente replicando anche per lo Stato pontifi-
delle terme omonime (oggi, dopo un attento
che naturalmente la cosa gli dispiacque molto.
cio l’audace impresa dei Mille, che aveva in un
recupero sono un albergo a cinque stelle, e
Quale che sia la causa del cambio di residenza,
baleno liberato dal Borbone prima la Sicilia e
all’interno si conserva la vasca in pietra che si
la scelta cadde sulla bellissima, panoramica e
poi Napoli. Ma i nodi della storia non sempre si
dice fu usata per le abluzioni del Generale), era
appartata Villa Zavota, che era un albergo con
possono tagliare con la spada e quindi non ci
un personaggio interessante, un patriota che
il nome di Hotel Bellevue (oggi è Villa Parodi
si sorprenda del fatto che, mentre sceglieva di
aveva contribuito economicamente alla causa
Delfino) in località Sentinella. Qui - dove sog-
dedicare qualche settimana alle cure termali a
mazziniana e garibaldina e un imprenditore
giornò come un ospite qualunque (tanto che si
Casamicciola nella speranza di alleviare i dolori
pieno di idee. A lui è attribuita l’invenzione
conserva il conto di 78 franchi che fu pagato
alla gamba, Garibaldi avviò contemporanea-
della sambuca, il famoso liquore a base di ani-
per 23 giorni di permanenza!) - Garibaldi, tra
mente una fitta agenda di incontri politici e di
ce poi sfruttato industrialmente dalla famiglia
una cura termale e l’altra, passò il tempo al-
strategia, con abboccamenti e contatti. L’inten-
Molinari e, in una lettera che scrisse alla mo-
ternando agli incontri politici (in uno di questi
to era di rilanciare un’azione decisa, fuori dagli
glie, si legge che naturalmente la fece assag-
fu addirittura costretto a fare da paciere fra i
schemi imbalsamati della politica di palazzo,
giare al Generale, dopo il caffè, ed egli la gradì
suoi stessi sostenitori che, in disaccordo sulla
per arrivare prima a Roma e poi, magari, a con-
molto. Al punto, sempre secondo il racconto di
linea d’azione da adottare, stavano per venire
quistare il Veneto. Egli credeva che la ‘vacanza
Manzi, da acquistarne per sé delle casse. Per
alle mani) passeggiate in carrozzella, durante le
casamicciolese’ potesse offrire ai suoi disegni
una coincidenza quanto meno spiacevole il fra-
quali pare che un giovanotto locale gli portasse
quella necessaria copertura da occhi indiscreti
tello di Manzi, Raffaele, era uno dei funzionari
ogni giorno del latte di capra fresco per la co-
che altrove non avrebbe avuto. Già, perché il
incaricati di sorvegliare Garibaldi. Presto, però,
lazione. E fra i molti incontri di rilievo che Gari-
Generale era un sorvegliato speciale delle au-
questi decise di trasferirsi in un luogo molto
baldi tenne a Villa Zavota, vi furono sicuramen-
torità costituite ed egli s’illuse che, stando in
più tranquillo, lasciando l’albergo di Manzi e
te quello del 2 luglio 1864, quando convocò le
un luogo comunque più appartato, gli venisse-
piazza dei Bagni. Le ragioni non sono del tutto
logge massoniche italiane che sperava di vede-
ro per una volta risparmiati i consueti occhiuti
chiare. Sicuramente, dall’animatissima piazza
re unite in nome del comune obiettivo (ma non
controlli. In realtà, la polizia italiana (che all’e-
provenivano infernali rumori che disturbavano
ci riuscirà, tanto che poco tempo dopo mandò
poca era sabauda) non lo perse mai di vista e
il suo sonno: infatti, vi si radunavano giorno e
le proprie dimissioni alle due logge di cui era
sui suoi movimenti venivano redatti dettagliati
notte gruppi di sostenitori intenzionati a incon-
membro) e quello con il colonnello Salvatore
rapporti, da cui gli storici hanno ricavato infor-
trarlo a tutti i costi e a fargli giungere in ogni
Porcelli, inviato direttamente dal re. Un docu-
mazioni utili sul soggiorno. Senza dimenticare
modo il loro entusiasmo; per di più, la banda
mento, venuto alla luce
che ai movimenti di Garibaldi erano interessati
di Forio suonava in
naturalmente anche i filo borbonici, ansiosi di fargliela pagare e quindi in costante
ricerca
solo pochi anni or sono e proveniente
dal
fondo Savoia, prova inoppugnabilmente che
neta, era sempre riuscito a farsi beffa. Infatti,
modità e sicurezza”. E venne, infine, il giorno
l’ufficiale era stato mandato a Casamicciola per
lo tirarono fuori esanime, si faticò non poco a
della partenza. All’alba del 19 luglio, Garibaldi
portare l’appoggio di Vittorio Emanuele II alla
rianimarlo e i dottori decisero una ‘congiura del
s’imbarcò sul piroscafo che lo porterà definiti-
causa di Garibaldi. Si conserva, infatti, il man-
silenzio’, stabilendo di tenere nascosto l’incre-
vamente via da Ischia, ma nel lasciare l’isola,
dato del Generale in persona a Porcelli per l’ac-
scioso episodio. Tuttavia, avevano dimenticato
portò con sé qualcosa, o meglio qualcuno, che
quisto di una nave da impegnare in successive
la vecchia donna, che si vantò di come aveva
gliela ricorderà per sempre: ad accompagnarlo
azioni militari e, naturalmente, il denaro neces-
salvato Garibaldi con il suo medico di fiducia,
vi era, infatti, un contadino del posto che do-
sario all’operazione veniva dalla casa reale. Da
Tommaso Cigliano (foriano, ebbe la cattedra
veva aiutarlo a coltivare il suo orto-giardino di
quanto si è detto, si potrebbe trarre l’impres-
di omeopatia all’università di Napoli; era pro-
Caprera.
sione che la storia della ferita fosse solo una
prietario dell’originale palazzetto al centro del
trovata per camuffare la sua attività politica. E
suo paese che reca il motto dell’omeopatia
invece così non era, essa esisteva davvero e non
“similia similibus”). E il dottore, a sua volta,
lo lasciava in pace, tanto che Garibaldi si sotto-
non riuscì a tacere la clamorosa rivelazione e
pose docilmente ai trattamenti a base di acqua
spiattellò tutto ad un giornale inglese! Se Ga-
La ricostruzione dei giorni casamicciolesi di
termale delle fonti del Gurgitello e dell’Occhio,
ribaldi sospese le cure, continuò, tuttavia, il
Giuseppe Garibaldi deve moltissimo all’avvoca-
frequentò le stufe a S. Lorenzo (nella vicina
soggiorno casamicciolese, in un crescendo di
to Nino D’Ambra che da anni si dedica allo stu-
Lacco Ameno), bevve l’acqua di Castiglione.
entusiasmo intorno alla sua persona. Oltre agli
dio di questo tema e che mi ha raccontato con
Tuttavia, la cura fu travagliata e i risultati as-
importanti incontri politici, una grande quan-
grande efficacia le vicende, i risultati delle sue
sai meno brillanti delle previsioni. La terapia la
tità di lettere, telegrammi, dispacci, documen-
ultime scoperte e mi ha illustrato i documenti
stabilirono i suoi medici personali, coadiuvati
ti ufficiali gli vennero inviati e raccontano dei
che conserva in copia e in originale presso il
però dal dottor Antonio Mennella, casamic-
tanti, tantissimi cittadini, associazioni, logge
Centro di Ricerche Storiche D’Ambra, a Forio,
ciolese ed esperto termalista, ma le modalità
massoniche, sindaci
e amministrazioni che
in via S. Vito, 56. Il Centro e l’esposizione dedi-
furono sbagliate, tanto che a un certo punto
portarono
saluti
ed auguri all’illustre
cata all’Eroe dei due Mondi è visitabile su pre-
Mennella entrò in disaccordo con i colleghi, i
degente. E la fol-
la che intendeva
dolori alla gamba ferita addirittura aumentaro-
accorrere ad Ischia
no e Garibaldi interruppe il trattamento. Non
per omaggiarlo era
prima, però, di rischiare la vita. A raccontarlo,
tale che l’isola rice-
l’episodio fa sorridere, ma allora per poco non
vette l’appellativo di
volse in tragedia: durante una delle sedute alle
“nuovo santuario di
stufe (una sorta di sauna), i medici, rapiti dalla
libertà”, proprio per
bellezza del panorama, dimenticarono il Gene-
l’ospitalità
rale all’interno della stufa stessa, dove, chiuso
all’Eroe. Tra le curiosi-
in uno scafandro che ne impediva i movimen-
tà che si conservano,
ti, si sottoponeva alle sedute a base di vapori
vi è l’annuncio di una
caldi. Solo la prontezza di una vecchia in-
compagnia di naviga-
serviente che si accorse che il Nostro era
zione che comunica le
sigillato da troppo tempo dentro lo
corse speciali per Ischia
stanzino, riuscì a sottrarlo a quel-
destinate a chi voleva
offerta
la morte di cui, in mille bat-
rendere visita “al no-
taglie e scontri in giro
stro eroico liberatore
per il pia-
Giuseppe Garibaldi” viaggiando “con un vapore che offre ogni agio, co-
notazione (tel. 081.997117).
W E L L N E S S
i
LE ANTICHE TERME BELLIAZZI Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Collezione Leopoldo Reverberi Riva
L
e acque della sorgente del Gurgitello, nel cuore di Casamicciola
rali, che ha le redini della struttura. Le Terme Belliazzi oggi offrono
e del bacino idrotermale più importante dell’isola d’Ischia, da
la possibilità di vivere in un’unica struttura i due aspetti che costi-
secoli sono sinonimo dell’eccellenza nel campo delle cure ter-
tuiscono l’essenza delle terme, da un lato i trattamenti terapeutici,
mali attraverso i bagni, le applicazioni dei fanghi maturati per almeno
dall’altro le applicazioni al wellness ed alla cosmesi. Varcata l’elegante
6 mesi in quelle acque, i preziosi aerosol, e le terme Belliazzi che
facciata neoclassica delle Antiche Terme Belliazzi che si apre su piazza
sorgono su quella fonte ne sono l’esempio più illustre. E’, infatti, il più
Bagni, si entra in un mondo dove si ritrovano tutti gli elementi che
antico stabilimento termale attivo nell’isola, la cui storia e tradizione
compongono l’unicità di Ischia come località termale: nei sotterranei
diventa ragione di orgoglio per la prestigiosa azienda produttrice di
dell’edificio c’è la sorgente, da dove l’acqua risale in maniera naturale,
cosmetici a base di acqua termale dell’isola, Ischia Cosmetici Natu-
continuamente, senza bisogno di scavare pozzi, alla temperatura di
70° circa, vicine ci sono la fangaia naturale, cioè la vasca per la maturazione del fango e una seconda sorgente, detta “del cappone”, da cui fuoriesce acqua adatta a cure idropiniche, che si eseguono cioè bevendo l’acqua stessa. “Le cure termali alle terme”: questo il motto dello stabilimento, dove si eseguono trattamenti con estrema professionalità e rigore, utilizzando fanghi e acque di altissima qualità. Il progetto dell’avvocato Carmine Bernardo, proprietario della struttura, è di rendere visitabile la suggestiva zona della sorgente, allestendo un vero e proprio percorso termale, che mostri come combinando acqua e fango si ottenga il benefico prodotto che viene poi applicato sul corpo seguendo specifiche direttive, a secondo delle patologie (o degli inestetismi da trattare). Al pianterreno del Belliazzi, infatti,
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attraversato il grande salone tardo ottocentesco, si accede alla vasta
ribile terremoto del 1883 danneggiò relativamente la struttura che fu
area consacrata alle cure, con decine di cabine in cui si eseguono i
subito ripristinata. Le acque del Gurgitello, prima di sgorgare ad una
trattamenti. Le proprietà delle sorgenti del Gurgitello sono ricono-
temperatura molto elevata (si dicono, perciò, ipertermali), compiono
sciute e sfruttate da almeno 400 anni, quando cominciarono a sorge-
un percorso nelle viscere della terra che le porta a contatto con am-
re le strutture termali nella zona. E se il celebre contiguo complesso
bienti molto ricchi di sali minerali di cui si caricano e affiorano con
del Pio Monte della Misericordia era in attività agli albori del ‘600,
un’alta concentrazione di bicarbonato che ha azione antiacida, solfa-
il Belliazzi fu costruito già nel 1698 (come si legge sulla bellissima
ti alcalini, antinfiammatori, sodio e fosfati di calcio, rimineralizzanti:
lapide al centro del salone), “a vantaggio di tutta la nobiltà e per
grazie a queste proprietà, da oltre tre secoli intervengono con suc-
portare soccorso”, su iniziativa del signore dell’isola, Andrea D’Avalos
cesso nella cura di patologie dell’apparato digerente, di reumatismi e
principe di Montesarchio (che fra l’altro fu tra i protagonisti della
processi cronici articolari, affezioni delle mucose respiratorie e degli
repressione della rivolta di Masaniello), appartenente alla potentis-
organi uro-genitali, dei postumi di traumi, attraverso fanghi, bagni,
sima famiglia che ha governato Ischia per secoli. Accanto alla lapide
cure inalatorie e irrigazioni.
si conserva un piccolo bassorilievo in marmo con l’immagine della Madonna col Bambino, voto dedicato, invece, nel 1717 da Michelangelo Conti, guarito dall’idropisia grazie alle acque del Gurgitello e che divenne poi papa prendendo il nome di Innocenzo XIII. Alla metà del XIX secolo, Amedeo ed Umberto Belliazzi, napoletani, rilevarono le terme e le abbellirono, come si ricorda nella lastra apposta proprio sulla facciata, dando loro l’aspetto che conserva tuttora, infatti il ter-
In queste pagine, cartoline risalenti ai primi decenni del ‘900 che hanno come soggetto diversi scorci, dell’interno e dell’esterno, delle Antiche Terme Belliazzi e di alberghi ed altre strutture termali storiche che sorgevano a piazza Bagni in prossimità della fonte del Gurgitello.
A M A R C O R D
i
CASAMICCIOLA E LA BELLE EPOQUE Text_ Franco Borgogna Photo_ Collezione Leopoldo Reverberi Riva
I
l leit-motiv di “ Casamicciola e la Belle Epo-
Benedetto Valentino aveva già pubblicato saggi
2014-2020, ma per fare ciò è necessario ap-
que” (Ndr. Libro pubblicato da Benedetto
di storia isolana, ma con questo volumetto di-
prontare una progettualità che, al momento, è
Valentino nel 2013 e che alla luce dei recenti
mostra la capacità di andare oltre la storia, di
assente. Come sarà necessario che l’Italia, e il
avvenimenti appare di sorprendente attualità), è
prefigurare una via d’uscita dal ripiegamento e
Mezzogiorno in particolare, migliori nettamen-
la voglia di riscossa di Casamicciola Terme, più
dalla stagnazione in cui versa l’isola. Si intuisce il
te la sua capacità di utilizzo dei fondi messi a
volte punita da catastrofi naturali ma sempre
tifo e la speranza di un rinnovato vigore impren-
disposizione. Non è più possibile ripetere le
capace di risorgere, come la mitica araba fenice.
ditoriale, capace sull’onda di passati successi, di
esperienze negative del passato: dei fondi 2007-
Si tratta di appena un centinaio di pagine, trasu-
rilanciare Casamicciola, l’isola intera, le sorti di
2013 sono stati spesi soltanto 18,5 miliardi su un
danti un ottimismo creativo che, sinceramente,
un Mezzogiorno che deve trovare innanzitutto
totale stanziato di 49,5 miliardi. E si trattava di fi-
ci voleva in quello che è certo un periodo com-
in se stesso le forze (come da anni va scrivendo
nanziamenti dedicati a trasporti, turismo, tutela
plesso per l’Italia come per l’isola e per Casamic-
lo storico Giuseppe Galasso), ma con il sostegno
dell’ambiente e prevenzione dei rischi: tutti set-
ciola in particolare.Il primo merito di questo libro
del Ministero per la Coesione Territoriale che fi-
tori importanti per un’economia turistica come
è il tempismo, il passo coi tempi, l’intelligenza
nanzi progetti virtuosi.
quella di Ischia.
dell’attualità e dell’urgenza del tema proposto.
Bisognerà agire sui fondi europei FSE e FERS
Nella dedica che fa alla famiglia, Valentino svela
il suo obiettivo quando scrive: “la storia di Casamicciola ci insegna che tutto può cambiare in un attimo e dalla felicità si può passare alla disperazione. L’importante è reagire, rinascere e avere la forza di ritornare a sorridere, come accadeva negli alberghi della Belle Epoque dopo il terremoto”. Lo spartiacque di questo libro è, per l’appunto, il terremoto del 1883: l’autore mostra che cosa rappresentava Casamicciola prima del 1883 e che cosa rappresentò dopo questa data. Pensando allo sviluppo dell’isola, la dinastia dei Borbone aveva puntato tutto sulla creazione di infrastrutture e, di fatto, l’apertura del porto a Ischia fu un evento di portata eccezionale e dagli effetti positivi sui traffici commerciali e turistici, come furono importanti altre vie di comunicazione ed opere pubbliche realizzate. Tuttavia, per le infrastrutture occorrevano risorse e per
In queste pagine, momenti di vacanza a Casamicciola fra gli inizi del ‘900 e gli anni ‘30. Grazie alle sue fonti termali era meta di tanti viaggiatori che poi spedivano cartoline ad amici e parenti. Per questa combinazione di ragioni Casamicciola Terme è stato il comune dell’isola più documentato nelle cartoline illustrate dell’epoca.
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trovarle si pensò bene di cercare una mitica mi-
Ma il vero “oro ischitano” e cioè il turismo e il
ospitò Alphonse de Lamartine. Nel 1854 apriro-
niera d’oro, di cui si favoleggiava, e alla quale
termalismo, fu scoperto da operatori economi-
no le Terme Belliazzi e nel 1864 l’Hotel Manzi,
aveva fatto cenno già lo storico antico Strabo-
ci intraprendenti, che diedero vita ad alberghi
struttura moderna, architettonicamente rile-
ne - probabilmente sulla scorta dell’esistenza in
e stabilimenti termali che attrassero entusiastici
vante e ben attrezzata per le cure. E così fino
epoca greca di officine per la lavorazione dei
cultori del “ Grand Tour”. All’inizio dell’800 il
al 1883, arrivarono a Casamicciola circa 13mila
metalli. La ricerca dell’oro fu vana, ma l’espe-
medico francese Chevalley de Rivaz costruì Villa
turisti di cui 3mila stranieri. Tra il ‘700 e l’800 fu-
rienza mineraria non per questo fu un fallimen-
Sauvè, Almerico Monti l’Albergo Grande Sen-
rono molti i viaggiatori stranieri del Grand Tour
to, perché di un altro materiale Ischia era dotata,
tinella; ricordiamo ancora l’Hotel Bellevue, che
e - fra loro - famosi letterati, scienziati, pittori
anche se meno prezioso dell’oro, e cioè l’allume,
ospitò Garibaldi e Renan, Villa Pisani che accol-
che passarono per l’isola e che Paul Buchner ha
la cui attività estrattiva era situata in località Pera
se Ibsen, l’Albergo Centrale dove soggiornò lo
magnificamente raccolto in “Ospite ad Ischia”.
di Basso, proprio a Casamicciola.
scrittore danese Bergsoe, Villa Mazzaferro che
Ad essi, Valentino aggiunge un inedito: Giaco-
mo De Concina, friulano, autore di una vera e
di Casamicciola aveva un’impronta di tipo mas-
passava dal turismo elitario dei viaggiatori colti
propria “ guida per i forestieri”.
sonico e si facevano chiamare “Fratelli di Gari-
al turismo di massa. Ma, a questo punto inter-
Poi, passa ad esaminare una figura chiave del-
baldi”. Altrettante organizzazioni massoniche
viene la grande frattura, la cesoia dello sviluppo,
la storia turistico-politica di Casamicciola, Luigi
erano in altri Comuni dell’isola: i Patrioti Euro-
il corto circuito del progresso economico: il ter-
Manzi, sotto il duplice aspetto imprenditoriale
pei ad Ischia, Gloria Nascente a Lacco Ameno,
remoto del 1883. E gli alberghi di Casamicciola
e politico. Sul fronte politico fu Luigi Manzi che
Ambizione Calpestata a Forio. Luigi Manzi fu in-
furono sicuramente un parametro nel giudizio
aveva acquistato l’Albergo detto “Dei Romani”
novatore poliedrico: inventò il liquore Sambuca,
di gravità di quanto accadde, con la distruzio-
ad accogliere, nel giugno 1864, Giuseppe Gari-
poi sfruttato su scala industriale dalla famiglia
ne di strutture importanti e la morte di ben 625
baldi, che poi preferì passare, per una maggiore
Molinari; introdusse l’energia elettrica, diede
forestieri.
tranquillità, al Bellevue di Zavota, massone libe-
vita ad una compagnia di navigazione che col-
Ci volle una decina di anni per ripristinare la de-
rale: infatti, la classe imprenditoriale-alberghiera
legava l’isola a Napoli e a Torregaveta. E così si
mografia di Casamicciola e per rivedere villeg-
Risale al 1928 il Bagno Moderno, struttura ricreativa realizzata sul mare di fronte all’attuale piazza Marina (allora c’era anche un ampio tratto di arenile), munita di ogni confort: cinema-teatro, che si chiamava Eldorado,bar-buvette, sala da ballo. E come testimoniano le immagini, i turisti che sceglievano la spiaggia di Casamicciola erano davvero tanti.
gianti e turisti. Ci furono orgogliose ricostruzioni
Inversione di tendenza nell’isola, dove il polo
alberghiere come il Bellevue e il Manzi, ma an-
di attrazione si sposta ad Ischia, Lacco Ameno
che nuovi alberghi e caffè e ville in stile liberty;
e Forio. Peccato. Peccato per Casamicciola, per
sorse il Bagno Moderno con spiaggia, caffè,
questa località che aveva inventato il termali-
sala cinema, sala da ballo e sala buffet e, infine,
smo, la balneoterapia e il turismo sociale.
nacquero dei “ simboli” di questa rapida ripresa come la famosa “paglietta”. Tutto ciò fino al 1910, quando un’alluvione sommerse - tra l’altro - gli alberghi Manzi, Lucibello e Belliazzi: 17 morti di cui 13 a Casamicciola. Fine della Belle
Il principale attrattore erano le terme: gli stabilimenti in cui si effettuavano le cure, come il Belliazzi e quello che sorgeva sulla fonte de La Rita erano frequentatissimi, e tanti erano gli hotel, gli alberghi ma anche gli eleganti villini privati disseminati soprattutto nella zona collinare. Nella foto sotto e in apertura (con una immagine degli interni con decorazioni ispirate allo stile pompeiano), le Terme Manzi a piazza Bagni. Si noti che le cartoline costruite con lo spazio per il testo accanto all’immagine sono fra le più antiche, queste risalgono agli anni 1900-1902.
Epoque. Fine della centralità di Casamicciola.
151
i
L I F E
IL BORGO DEL
MAJO
152
Text_ Lucia Elena Vuoso Photo_ Archivio Ischiacity
I
l mio direttore ricoprì nel 2011-12 l’incarico di assessore al turismo ed alle attività produttive di Casamicciola Terme, e volendo studiare un piano di rilancio per la zona del Majo mi incaricò di visitarla con la precisa missione di incontrare le persone del luogo e raccogliere storie e testimonianze che ci permettessero di capire il “carattere e l’anima” di quel luogo e della gente che da sempre lo abita. Fu così che, armata
della mia ben nota passione per la ricerca di tutto ciò che è autentico e sincero, sono andata alla scoperta delle mille, piccole, sfaccettature che mi permettessero di tratteggiare un quadro vivido di questo borgo che, ve lo dico subito, mi apparve bellissimo.
P
er raccontare Piazza Majo bisogna viverla. Scoprire quelle sensa-
tiva al traffico della litoranea per arrivare velocemente a Forio, il borgo di
zioni minimali legate ad una viuzza, ad una finestra, a un colore, a
Piazza Majo è stato, in un tempo non molto lontano, il cuore pulsante del
un profumo, a un sapore, ad uno sguardo. Piccole emozioni, dolci
comune di Casamicciola Terme, fulcro di economia e attrattore di turi-
sorprese, ricordi perduti che rendono la conoscenza di questo luogo un’e-
smo, grazie alla vicinanza con la fonte di acqua termale più antica dell’i-
sperienza che resta dentro. Ed insieme al racconto di un passato molto
sola, La Rita, e alla collocazione alle pendici dell’Epomeo. Per carpire i se-
antico e ricco di avvenimenti, vengono alla luce autenticità e identità e si
greti e le meraviglie che gli abitanti del borgo custodiscono gelosamente
conoscono spazi dimenticati e persone speciali.
e tengono nascosti ai più, che si limitano ad attraversare distrattamente
Oggi considerato una semplice località di passaggio, una strada alterna-
la frazione, noi di Ischiacity abbiamo ascoltato, domandato, osservato,
passeggiato, fotografato (grazie all’aiuto di Romolo Tavani), per cogliere
E sembra di vederli i bambini che escono dalle parole e dai ricordi delle
ogni dettaglio della vita del piccolo centro.
nostre guide per correre e giocare nei giardinetti dove un tempo sorge-
I nostri ciceroni lungo sentieri passati e presenti sono stati i titolari delle
va, maestosa, la chiesa di santa Maria Maddalena, crollata durante il
attività commerciali della zona - Giusy Monti, Antonella e Caterina
terremoto del 1883, e attualmente c’è la statua di Padre Pio, collocata
Rusciano, Nicola e Matteo Di Meglio, Vito Mattera, Concetta Maz-
dal devoto signor Gino oltre 17 anni fa. «La domenica era una festa
zella, Carmine Impagliazzo, Antonella e Giuseppe Savarese, Nello
per tutto il paese perché venivano persone da ogni comune dell’isola
Di Leva e Gaetano De Nigris - e i residenti Vincenzo Monti, medico
ad acquistare il legname che zì Nu’ - zio Nunzio - vendeva. I grandi pali
termalista, Franco Mattera, volontario della protezione civile, Ida Trofa,
di legno di castagno erano trasportati dall’Epomeo, passando dal Raro-
giornalista e Nina, casalinga di 78 anni. Nei loro racconti un passato che
ne, cioè via Celario, da una decina di muli durante la settimana. Zì Nu’
sembra così remoto ma, al tempo stesso, palpabile e tangibile, un passato
stava lì a levigare le travi che servivano da supporto alle viti e quando
che si respira ancora nei profumi genuini e nel carattere delle persone.
avanzava qualche rametto ci costruiva “’a mazz e ‘u piuzz”» racconta il
signor Carmine. «La mazza era un ramo molto maneggevole mentre “’u piuzz” era un bastoncino più piccolo, appuntito ad entrambe le estremità. Si disegnava un cerchio a terra e il ragazzo che aveva “’a mazz” si posizionava al centro. Lo scopo del gioco era respingere “’u piuzz” che veniva lanciato da chi era fuori dal cerchio, cercando di farlo arrivare più lontano possibile. Quando il piuzzo cadeva si contava coi passi la distanza percorsa. Chi aveva totalizzato più passi vinceva. Ci si poteva giocare anche una sorta di jolly, se il piuzzo non era stato colpito: con la mazza si schiacciava una delle punte per farlo rimbalzare e, anche in questo caso, si misurava con la conta dei passi il lancio più lungo. Altre volte, invece, rubavamo qualche piccola asse con la quale costruivamo “’a carruzzell”, una sorta di macchinina alla quale applicavamo delle rotelline in ferro. Il manubrio, sempre in legno, era piatto, simile a quello di una bici, con delle funi attaccate. Tirando le corde a destra e sinistra si dava la direzione. Di solito si partiva da via Montecito e si arrivava fino in piazza, con urla, schiamazzi e un gran fracasso perché la strada era pavimentata interamente coi sanpietrini». «Quando ero piccola - dice la signora Nina d’estate dovevo fare la guardia ad un albero di ciliegie, per controllare che nessuno le rubasse. Spesso mi facevo accompagnare da un’amica che portava brandelli di stoffa avanzati dai lavori della mamma sarta e li cucivamo per confezionare delle bamboline. A volte tiravamo la lana dal manto delle pecore per fare i capelli e, con pietre, cocci e legnetti che trovavamo ai piedi del ciliegio costruivamo le loro casette. Altra tradizione, scomparsa da poco meno di 15 anni, era quella di montare un grande falò il giorno di Sant’Antonio a gennaio, gareggiando con tutte le frazioni di Casamicciola a chi lo faceva più alto: il nostro vinceva sempre. I ragazzi in quest’occasione si adoperavano per cercare quanta più legna possibile nel vicino bosco e poi, quando le vecchiette si recavano alla festa portando con sé il braciere per riempirlo di tizzoni ardenti e carbone presi dal gigantesco “fuocarazzo”, mettevano nel fuoco anche delle bombolette spray che scoppiavano, facendo prendere uno spavento terribile alle anziane malcapitate». «Quando si vendemmiava, un tempo, era una vera e propria festa - rac-
conta la signora Concetta - soprattutto per i bimbi che si divertivano a schiacciare i chicchi coi piedi. Giorni prima della raccolta dell’uva le botti venivano sterilizzate con un particolare procedimento, “’a cuffiat”. Un fuoco veniva acceso sotto una caldaia di ferro riempita di acqua che cominciava a produrre vapore, incanalato in grandi tubi che arrivavano fino alle botti. Il calore non solo le puliva e disinfettava ma contribuiva a far allargare il legno in modo che le assi di cui erano composte aderissero le une alle altre e il mosto riuscisse a trovare il giusto ambiente per trasformarsi in vino. Qui al Majo c’erano delle cantine enormi, lunghe quanto gallerie di treni e alcune botti avevano dimensioni così abbondanti che spesso, quando giocavamo a nascondino, ci infilavamo dentro per non farci trovare». «D’inverno, quando faceva troppo freddo per giocare all’aperto - continua la signora Nina - mio padre riuniva me e i miei sei fratelli e ci “cuntava ‘e cunt”. Metteva il braciere coi carboni accesi sotto la sua sedia e noi ci sedevamo a terra, in cerchio, con le mani protese verso il calore. E cominciava: “Abitavano qui nei dintorni un marito e una moglie che tutte le mattine andavano a Forio per vendere frutta e verdura. Un giorno il marito uscì prima di casa e cominciò a chiamare la consorte da
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sotto la finestra: ‘Signo’ so’ ‘e nov!’. La moglie si affrettò e scese, chie-
‘Signo’ so’ ‘e nov!’. Arrivati a Forio una signora, affacciatasi al balcone, gli
dendosi come avesse potuto tardare tanto e come avrebbero fatto ad
disse: ‘Ma che nove? Sono le otto!’ E l’uomo: ‘Signo’ so’ ‘e fav nov (Ndr.
arrivare a Forio in tempo per vendere la propria merce prima degli altri.
‘Signora! Sono le fave nuove!’, cioè appena spuntate, fresche)!”. Un’altra
Lungo tutto il tragitto il marito continuava a strillare: ‘Signo’ so’ ‘e nov!’,
storia che era solito raccontare era quella di ‘socc e nun socc’. “Un giorno, un ragazzo di circa vent’anni comunicò alla mamma la sua intenzione di sposarsi. La madre, però, gli disse che non avrebbe potuto farlo se prima non imparava l’arte del ‘socc e nun socc’. Il giovane allora, per capire di cosa si trattasse, si mise in viaggio per fare un po’ di esperienza di vita. Era buio quando arrivò a Casamicciola e bussò ad un’abitazione, chiedendo asilo per la notte. Venne accolto di buon grado e, come d’usanza, il padrone di casa fece fare a lui, che era ospite, le porzioni per la cena. Il pollo del brodo venne così diviso: alla mamma il petto, alla figlia le ali e per sé tenne le zampe. Il giorno dopo, prima di rimettersi in viaggio, il capofamiglia gli chiese in base a quale criterio avesse scelto come dividere il pollo. ‘Il petto alla mamma perché deve allattare, le ali alla figlia perché deve volare e le gambe a me perché devo andare’ – disse. ‘E dove devi andare?’ ‘Devo conoscere l’arte del socc e nun socc.’ ‘Ma tu la conosci già: ‘socc e nun socc’ vuol dire che so dove nasco e non so dove muoio!’ E fu così che il giovane prese in moglie la figlia dell’uomo che fu tanto ospitale con lui e si stabilì a Casamicciola per il resto dei suoi giorni” ». Il dottor Vincenzo Monti, invece, ci parla della sua esperienza nel borgo durante la guerra: «Essendo un piccolo villaggio contadino pressoché inaccessibile (la via Borbonica è stata resa agibile solo negli anni ’50), gli abitanti del Majo affrontarono gli anni del secondo conflitto mondiale in maniera relativamente agiata rispetto alle altre zone dell’isola: c’era la legna da ardere, per riscaldarsi e cucinare, e ognuno possedeva un pezzetto di terra e qualche animale, disponendo così di ortaggi e frutta nonché polli, conigli, capre e mucche. Si raccontava che a Perrone e alla
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Marina le persone, per sfamarsi, raccogliessero le scorze di fave fresche
geografiche su cui erano segnati i confini dell’Impero Italiano. Nel 1942
da mangiare crude e le bucce di patate da fare in brodo, mentre qui a
facevano parte dell’Italia anche le numerose isolette del Peloponneso e
Piazza Majo mancava solo la farina e per averla si comprava a Napoli il
per le vacanze estive ci era stato assegnato di impararne i nomi a memo-
grano di contrabbando; si producevano formaggi col latte di capra e si
ria. Quando i miei compagni ed io, tornando in classe fieri di conoscere
sostituiva lo zucchero con un liquido vischioso e dolcissimo ricavato bol-
per filo e per segno i domini italiani, trovammo le cartine completamente
lendo per ore il mosto di vino. In quel periodo c’era un unico istituto
ridimensionate ci disperammo… Più che per le sorti dell’Italia, per tutto il
scolastico per tutto il Comune e le classi erano separate per sesso: c’era-
tempo sprecato sui libri!».
no sezioni maschili e femminili e in ogni aula c’erano delle enormi cartine
Spesso quello che spaventava maggiormente, anche più della guerra,
erano le leggende di fantasmi e munacielli che si raccontavano un
e quando nasceva un vitellino lo prendevano i proprietari. Noi abitavamo
po’ per far star buoni i piccoli e un po’ perché a volte succedevano cose
in località Sentinella, ma avevamo una stalla al Majo, proprio alle pen-
davvero inspiegabili, che si riuscivano a decifrare solo con l’intervento
dici dell’Epomeo, dove avevamo costruito un rudimentale giaciglio con
della fantasia popolare. «Mio padre l’ha visto il munaciello e ci ha anche
tavole di legno e paglia per adagiarci quando pioveva e non potevamo
parlato - dice ancora oggi con un po’ di timore, la signora Nina. Fin da
rientrare a casa. Una sera mio padre stava vegliando una mucca che do-
quando ho compiuto sei anni, ho aiutato papà a pascolare le capre. Ne
veva partorire e si addormentò. Durante la notte avvertì una forte sete e
avevamo una decina, più altre mucche che ci affidavano dei foriani che
cercò di alzarsi numerose volte, ma non ci riuscì poiché si sentiva un peso
non avevano terreno per pascerle. Noi le governavamo in cambio del latte
alla bocca dello stomaco: era il munaciello che si era seduto sulla sua
pancia per dispetto. All’alba sentì un uomo che chiamava il suo collega per andare a lavoro e, animato da quelle voci, riunì tutte le proprie forze e riuscì ad alzarsi. Un’altra sera stava accendendo il lume a petrolio con dei fiammiferi. Infiammò il primo e un soffio glielo spense e successe la stessa cosa anche per i tre fiammiferi successivi, al che mio padre si irritò e disse: “Questo è l’ultimo! Per piacere lasciamelo accendere!” e così il munaciello gli lasciò accendere il fiammifero. Mia madre, che quella sera si trovava nella stalla, gli chiese con chi avesse parlato e lui, per paura che il fantasma, scoperto, facesse dispetti anche al resto della famiglia disse che stava parlando da solo. Capitò ancora che una notte una capra scappasse, nonostante le porte fossero ben chiuse dall’interno e non fosse mai più ritrovata. Dopo tutti questi dispiaceri mio padre pensò bene di chiamare un prete per benedire la stalla ma, appena il parroco ebbe compiuto il rito ed andò via, il munaciello, che aveva proprio le sembianze di un frate, gli disse: “E’ inutile che fai venire gente: io qua devo fare il mio purgatorio!”. Nel sentire queste parole mio padre si rassegnò, ma gli estorse una promessa: non sarebbe mai dovuto apparire a me e ai miei fratelli e così fu. Io ho dormito spesso in quella stalla e non ho mai
avvertito niente…».
cappella dell’Addolorata».
Nonostante le superstizioni ancora molto vive, soprattutto tra le persone
Racconta Ida Trofa: «Fino al 1881 Casamicciola si è identificata col Majo
più anziane, tutti gli abitanti di Piazza Majo sono estremamente religiosi
- dal latino ‘major’: che sta sopra. Sorgevano qui due tra i più importanti
e ci tengono ad onorare le festività tradizionali. «Prima i bimbi andavano
edifici dell’epoca: la Guardia Nazionale e la chiesa di Santa Maria
in chiesa solo il giorno dell’Epifania perché il signor Calise (proprieta-
Maddalena, di cui oggi si possono ancora vedere le mura dietro i giardi-
rio dell’omonima pasticceria) che aveva parenti in questa zona, portava
netti della piazza, e la congrega, distrutti durante il terremoto del 1883.
grandi vassoi di dolci che distribuiva a tutti dopo la funzione religiosa
La decisione di ricostruire il santuario dove è attualmente fu presa poi-
- racconta la signora Concetta - gli adulti, invece, si sono sempre dati
ché la zona si riteneva poco sicura dal punto di vista sismico. Proprio per
un gran da fare sia per la festa dell’Addolorata (la terza domenica di
questo motivo ancora oggi se si scava nei terreni al Majo, si trovano pipe
settembre, ora associata a San Pio), sia per la processione della Ma-
in ceramica, utensili e vasellame rimasti sepolti durante le scosse. Alcune
donna di Notte. Ancora oggi arrivano persone da ogni parte dell’isola
contrade prendono il nome da avvenimenti collegati a queste catastrofi:
per seguire questa particolarissima cerimonia del Venerdì santo, durante
subito dopo l’alluvione del 1910 ci fu un’epidemia di colera e le persone
la quale si ricordano i sette dolori della madre di Gesù. La statua esce dal-
ammalate venivano chiuse in una grande casa, per cui la zona in cui si
la chiesa dell’Addolorata il mercoledì, passa dal Majo e viene portata in
trovava è stata denominata via Serrato».
processione fino alla chiesa di San Gabriele alla Marina. Il venerdì alle tre e mezzo di mattina comincia la processione che tocca tutte le chiese di Casamicciola: la Madonna del Buon Consiglio, Sant’Antonio, l’ospizio, Sant’Anna, Santa Maria Maddalena e, infine, verso le sei, rientra nella
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opo aver appreso usanze e costumi di un tempo non ci resta che passeggiare nei vicoletti, in un campo appena coltivato, tra i sentieri che dal Celario salgono su fino all’Epomeo.
Lungo il percorso ci accompagna Franco Mattera, soprannominato
Rarone, chiamata così poiché per arrivarvi bisogna salire cinquanta
‘Franc ‘e Curaggio’, tecnico riparatore di elettrodomestici in pensio-
gradoni (in dialetto raroni), larghi due metri e alti 70 centimetri cia-
ne, volontario del GARFI - associazione di protezione civile e bo-
scuno, di pietra liscia, levigata e portata in questo luogo nella seconda
schiva ischitana - che, di tanto in tanto, accompagna turisti tedeschi in
metà del ‘900 per imbrigliare la montagna ed evitare crolli. Gli enormi
lunghe escursioni nella natura casamicciolese. Si parte dalla zona del
massi, trasportati da muli, sono stati posizionati in modo da riuscire anche ad incanalare l’acqua piovana in un piccolo ruscello, senza formare ristagni. La prima parte dell’altura è ricoperta interamente da macchia mediterranea, piccoli arbusti, pini piantati all’inizio secolo scorso per ottenere i pinoli e corbezzoli. Nell’aria c’è un odore forte di rosmarino, che cresce selvatico in tutta la zona e in ogni stagione. Avanzando nel bosco ci si trova circondati da altissimi alberi di castagno, quelli che venivano tagliati in abbondanza per realizzare i sostegni delle viti e che, ancora oggi, qualcuno adopera per questo scopo. Qui e là si possono notare delle grandi buche nel terreno: le fosse della neve. In tutto ce ne sono quattro e servivano ad immagazzinare la neve ed a conservarla fino all’estate, quando si portava alla Marina per fare le granite da vendere ai turisti e per raffreddare le bevande. Le cavità, profonde circa due metri, sono contornate da muri a secco, costruiti per evitare che il terreno assorbisse e il blocco ghiacciato si sciogliesse. Quando nevicava gli uomini si armavano di pale e vanghe e riempivano fino all’orlo ogni buca, ricoprendola poi con delle foglie, creando un freezer naturale. Ogni tanto nel terreno molto friabile si intravedono le tane dei conigli selvatici e le grotte naturali, che un tempo i trasportatori di legname utilizzavano come deposito per il materiale e come giaciglio per la notte. Il panorama da quassù è davvero spettacolare: lo sguardo riesce ad abbracciare le case più vicine, i canneti e i frutteti, il porto con le imbarcazioni e il mare, azzurrissimo. A riportarci alla realtà è il richiamo di una beccaccia, che vola sopra le nostre teste e ci invita a seguirla sulla strada del ritorno…
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opo una passeggiata tanto intensa quello che ci vuole è sicura-
amicizie storiche e creandone di nuove.
mente qualcosa di fresco e, giunti al centro di Piazza Majo, non
I limoni per la spremuta di Giusy sono stati acquistati dal vicino frutti-
possiamo che accomodarci al caffè storico, il Bar Monti, che
vendolo Carmine, che li ha raccolti direttamente dagli alberi del suo
esiste da oltre 30 anni creando un tradizionale punto di ritrovo da tre ge-
terreno. Decido, allora, di andare al suo negozio per comprarne un po’.
nerazioni. L’ambiente molto accogliente è gestito attualmente da Giusy
Quello che mi trovo davanti arrivata alla bottega è un’esposizione di frut-
Monti, nipote della storica fondatrice. Mentre aspetto che la limonata
ta e verdura di giornata: friarielli, insalata, zucchine, limoni, arance ta-
sia pronta noto il banchetto del Superenalotto e Giusy mi racconta che
rocco nonché noci, noccioline e fichi secchi imbottiti. «Quella dei fichi è
ci sono state di recente diverse vincite di importo notevole, due da circa
una tradizione che ho ereditato da mio padre» racconta Carmine, che ha
1000 euro e una di addirittura 36 mila euro. Un vociare animato proviene
da poco rilevato l’attività dei genitori facendone un piccolo minimarket,
dalla stanza accanto: si sta disputando il torneo di briscola. «Tutte le sere
dove è possibile trovare solo prodotti freschissimi e genuini. E mentre
gli uomini si riuniscono qui e giocano fino a notte fonda, allenandosi in
riempie la sportina coi limoni, il cui profumo inonda l’ambiente, racconta
vista delle finali. Anche i ragazzi giocano spesso, ma a calcetto balilla.
aneddoti simpatici sul suo paese e sulle usanze dei campi: «Il giorno di
Sulle mensole ci sono tutte le targhe e le coppe vinte». Due generazioni
san Giovanni, a giugno, si raccoglievano le noci per fare il nocillo, ma
che si ritrovano nello stesso posto, tramandandosi svaghi genuini, gio-
solo in quel giorno altrimenti il liquore non veniva bene. Per i fichi imbot-
cando per il piacere di stare insieme, di raccontarsi le novità del giorno,
titi, invece, i frutti si mettevano a seccare, d’estate, dopo averli lavati con
di confrontarsi coi più esperti imparando trucchetti segreti, scherzando,
acqua di mare. Bisognava girarli costantemente e stare attenti all’umidità.
urlando, arrabbiandosi e calmandosi nel giro di pochi minuti, rinsaldando
Quando erano pronti si riempivano con finocchietto ed alloro e venivano
conservati fino a Natale».
forno, delle smaltature ed è molto veloce ad eseguire tutti i lavori con
Adiacente al negozietto del signor Carmine c’è quello della signora Con-
precisione. Nello, invece, si è accostato a quest’arte all’età di 17 anni, per
cetta Mazzella che tratta casalinghi, detersivi ed articoli da regalo e,
hobby e ha perfezionato la sua abilità nelle rappresentazioni grafiche su
poco distante, un caratteristico negozio di mangimi e prodotti per l’agri-
carta e nei dipinti su ceramica. Sua l’idea di accostare alle linee classiche
coltura che espone, oltre a scope in saggina, sementi, pale e vanghe an-
di fruttiere, insalatiere e vassoi da portata con limoni, arance, melograni e
che piantine di peperoncino, basilico e insalatine da coltivare in giardino.
uva, ai modelli sacri di statuette votive, mattonelle e pastori, e ai quadret-
Anche un importante laboratorio di ceramiche, Kèramos, gestito da Ga-
ti con paesaggi isolani, le realizzazioni di design come le donne antiche
etano de Nigris e Nello Di Leva fin dal 2000, ha la sua collocazione
e moderne, i cavallucci, le scarpette col tacco a spillo. Prima di uscire
nel borgo. C’è da perdersi tra gli svariati articoli del grande showroom:
dal laboratorio Kèramos non posso non vedere il tornio, gli stampini per
sacro e profano, antico e moderno, oggettistica e complementi d’arredo.
l’argilla, il forno e le maioliche che aspettano solo di essere decorate.
Dall’ultima collezione ai pezzi classici tutto è curato nei minimi dettagli,
Una visita piacevole ed istruttiva che può essere effettuata in qualunque
dal disegno del progetto fino alla pennellata di colore finale. Un lavoro
momento da isolani e turisti, senza obbligo di acquisto anche se, data
minuzioso che richiede tanta pazienza, inventiva e moltissima esperienza.
la squisita fattezza di ogni singolo manufatto è quasi impossibile uscire
Gaetano, infatti, è cresciuto nello storico laboratorio di ceramiche Men-
dalla bottega Kèramos a mani vuote.
nella e, da piccolo, pigiava l’argilla dell’Epomeo coi piedi, in un palmento
Ritorno in piazza guardo e sento provenire dalle vicinanze una melodia
simile a quello usato per la vendemmia, per depurarla da tutte le pietre e
allegra e ritmata: è Music Store. L’attività è gestita dai fratelli Di Me-
i detriti non malleabili. Qui si è specializzato nella tecnica del tornio, del
glio: Nicola e Matteo - che si esibiscono anche in tre band insieme
al fratello Tony, che, però, lavora nell’officina da meccanico adiacente
a Piazza Majo.
(Purple Project è quella commerciale, Start Again è la rock, Black Ro-
E’ quasi ora di cena e penso che forse potrei mangiare qualcosina nel
ses è la blues). Oltre a vendere strumenti musicali professionali e pezzi
borgo. Prima, però, desidero visitare il salone del parrucchiere Vito, che
di ricambio rari che altrimenti si trovano esclusivamente in terraferma, i
diciamocelo sinceramente, qui rappresenta il punto di ritrovo del pubbli-
due fratelli sono specializzati nella preparazione di allievi appassionati di
co femminile… Intanto il profumino delizioso che proviene dalla pizzeria
chitarra elettrica e batteria e insegnano queste materie col metodo mo-
Catarì si spande in tutta la piazza e le persone che escono numerose dal
derno. Ed è proprio grazie alla presenza di questa attività e alla compe-
locale, trasportando cartoni su cartoni di pizze e focacce appena sforna-
tenza musicale dei suoi gestori, che Sal Da Vinci, durante un soggiorno
te, contribuiscono a farmi confermare la decisione di restare al Majo per
sull’isola verde, ha potuto improvvisare un concertino su un tetto proprio
cenare. Con mia grande sorpresa appena entro nel locale noto che ad
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impastare, preparare ed infornare i gustosi dischi di pasta sono due belle
tutto lavorato da loro, dal riso alla purea di patate, con prodotti genuini
ragazze, Antonella e Caterina Rusciano. Hanno ereditato la passione
e freschissimi. E mentre mangio il dolce, anche questo fatto in casa, le
per questo mestiere dalla nonna Catarì, da cui il locale prende il nome
ragazze mi raccontano della loro nonna Catarì, diplomata al Conserva-
e, nonostante la prima sia avvocato e la seconda e architetto, hanno de-
torio a Napoli, che spesso, dopo aver infornato decine e decine di dischi
ciso di dedicarsi anima e corpo a questo mestiere. E lo fanno benissimo:
di pasta, decideva che non voleva farne più, si sedeva al pianoforte e
sul menù hanno più di cinquanta pizze ed ogni anno ne inseriscono una
cominciava a suonare classiche melodie napoletane, mentre il marito l’ac-
nuova. Come quella dedicata ai numerosi turisti romani che spesso si
compagnava cantando e coinvolgendo, piano piano, tutti i clienti. E fino
fermano nel bel giardino esterno, a godere dell’aria fresca della sera, del
a qualche anno fa, la presenza di Catarì è stata forte nel locale: puliva
profumo di basilico, geranio, kiwi che adorna il pergolato e, soprattutto,
la pala, preparava i cartoni per l’asporto e insegnava alle nipoti tutti i
della piacevolezza della “gricia”, ispirata alla ricetta dell’amatriciana con
trucchi del mestiere: come impastare, la quantità di legna da inserire in
mozzarella, crema di pecorino, fettine di pancetta che si abbrustolisco-
forno e le ricette dei gateaux più saporiti. E mentre ripenso all’esperienza
no in forno, diventando croccanti, e pepe. Altro prodotto di punta è la
vissuta nel villaggio più particolare, per storia e tradizioni, ed al tempo
pizza con lardo di Colonnata, una semplice bianca con mozzarella, pepe
stesso meno conosciuto di tutta l’isola, dopo aver dato una fuggevole
e fettine di saporitissimo lardo toscano, che si scioglie diventando cre-
sbirciatina all’internet point di Angelo Scotti, ‘Bet e Games’, mi avvio
moso per rallegrare pure i palati più sofisticati. Volendo si può gustare
alla macchina con in testa un famoso verso di Carducci e posto (con
anche la classica frittura all’italiana: stuzzicanti arancini, appetitose ver-
un po’ di divertito romanticismo) come ‘stato’ su facebook: “Per le vie del
dure in pastella, squisiti calzoncini, semplici frittelline di alghe e crocchè,
borgo, l’anime a rallegrar”.
A
nno 2012, ero assessore a Casamicciola Terme e chiesi ai miei collaboratori di realizzare un reportage nella zona del
Majo per permettermi di studiare un progetto di riqualificazione del luogo. Pochi giorni dopo cadde la giunta del sindaco Vincenzo D’Ambro-
sio e questo lavoro rimase nel cassetto. Oggai le immagini e il testo rappresentano un documento assai struggente e al tempo stesso prezioso per raccontare la quotidianitĂ di allora... Riccardo Sepe Visconti.
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A R T
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KÈRAMOS: SAPIENZA ANTICA E ARTIGIANALITA’ CONTEMPORANEA Text_ Lucia Elena Vuoso Photo_ Riccardo Sepe Visconti Dayana Chiocca
K
èramos è argilla impastata, accarezzata, cotta, decorata, è forma e colore, è materia trasformata ad arte: grazie alle
mani e all’ingegno di Gaetano De Nigris e Nello Di Leva, Kèramos da molti anni è il laboratorio artistico più produttivo dell’isola d’Ischia. Sono gli eredi di una tradizione che ha millenni di vita alle spalle e affonda le sue radici nella colonia di Pithecusa (fondata dai Greci sull’isola d’Ischia, produceva ceramiche che sono state ritrovate in tutto il Mediterraneo) questi artigiani esperti, che riescono con le loro opere a mantenere un legame reale e creativo fra l’antico ed il contemporaneo, realizzando oggetti che è facile desiderare di possedere, espressione di allegria, fantasia e buon gusto. In una stradina tranquilla del borgo di piazza Maio a Casamicciola Terme - alle pendici del versante dell’Epomeo dove un tempo si estraeva l’argilla lavorata ed esportata in tutta Italia - il grande showroom-laboratorio di Kèramos
d’Ischia, dove l’argilla dimostra tutta la sua versatilità: si va dagli oggetti puramente decorativi - animali, tegole dipinte, mattonelle, oggetti d’arredo - a quelli che hanno anche la loro funzionalità, vasi dalle forme estrose, originali portamozzarella, poggiamestoli, servizi da tavola e da caffè, ceste per la frutta - tutto rigorosamente in ceramica - con i temi classici della natura isolana, limoni, melograni, uva. Le fasi di lavorazione sono numerose, i passaggi delicati e per ottenere un oggetto finito occorrono circa 20 giorni: è nelle mani di Gaetano, al tornio, che l’argilla si trasforma, mentre Nello, decoratore, accosta i colori che definiscono le forme. Barche, case bianche e sagome umane come nei dipinti di Mario Mazzella, calle e girasoli dall’effetto antico, stelle marine, conchiglie e coralli tanto brillanti da sembrare reali, donne - alte, opulente, urlanti o affaccendate - asinelli, pastori per il presepe curati in ogni più piccolo dettaglio, dallo sguardo alla gestualità, alle vesti in stoffa. La materia prima è impastata con l’acqua e poi lavorata, fino ad ottenere la forma che si desidera, dopodiché si lascia in un ambiente asciutto ma privo di correnti e di sole, che renderebbero l’essiccazione troppe veloce, col rischio di crepe, per circa 5 giorni. A questo punto la terra, che in origine era rossastra, assume un colorito grigio chiaro, significa che può essere infornata per la prima cottura, a 940 gradi. Dopo 12 ore in forno e 18 di riposo, la ceramica è pronta per essere smaltata. Lo smalto si asciuga all’istante, poiché l’acqua che contiene viene assorbita all’interno, lasciando la superficie liscia e pronta ad essere decorata. Il disegno è ricopiato dalla bozza e
dopo la cottura, con degli acidi e cospargendo
rettangolari di grande effetto; tuttavia, ogni
dipinto, tenendo ben presente che i pigmen-
la superficie dell’oggetto con una polvere nera,
oggetto, dal più piccolo che sta in una mano
ti dei colori cambiano una volta applicati. Ora
che evidenzia tutte le fenditure dello smalto.
alle creazioni di notevoli dimensioni, tutto ciò
gli oggetti sono pronti alla seconda cottura, a
Nella variegatissima produzione (che è possi-
che porta la firma di Kèramos contiene in sé
960 gradi, che rende le immagini indelebili. I
bile personalizzare su commissione) sono par-
quel mix di perizia, passione, creatività che è il
960 gradi sono raggiunti ad intervalli di 200°,
ticolarmente spettacolari gli enormi pannelli
segno dell’artigianato più nobile.
durante i quali il forno viene spento per circa
raffiguranti la danza della ‘Ndrezzata, paesag-
due ore, per evitare spaccature dovute al forte
gi ischitani, rigogliosi tralci vegetali, e le grandi
innalzamento della temperatura, mentre le cre-
figure a tutto tondo, e che si possono adope-
pe che danno l’effetto anticato sono ottenute
rare per realizzare, ad esempio, tavoli tondi o
Kèramos d’Ischia Info. 339. 3394545
Il laboratorio e lo showroom di Kèramos si sono trasferiti a Forio in via G. Castellaccio.
E V E N T
i
SAL DA VINCI EMOZIONA CASAMICCIOLA Text_ Redazione Ischiacity Photo_ Dayana Chiocca
A
Ischia ci veniva da bambino con il
quando ha riempito all’inverosimile il piaz-
collaborazione con il grande Renato Zero, e
padre Mario Da Vinci, a sua volta
zale dell’Ancora con il concerto organizzato
che conferma il suo amore per il teatro mu-
famoso cantante negli anni ‘60 e
per il cartellone di eventi estivi del comu-
sicale, con un allestimento di coreografie e
‘70, scomparso da poco; adesso Sal Da Vin-
ne di Casamicciola, battezzato Ninfe delle
scenografie molto curato e, come sempre,
ci è cittadino onorario dell’isola, vi ha pre-
Terme. E durante la serata Sal ha ricevuto
di grande impatto. A Ischia, infatti, Da Vin-
so casa e ci torna spesso, sia per rilassarsi,
il saluto del sindaco Giovanbattista Casta-
ci si è portato uno staff di oltre 40 perso-
divertirsi, mangiar bene che per lavoro. “Il
gna. “Non si fanno prigionieri” il titolo dello
ne, che lavorano con lui da moltissimi anni,
pubblico ischitano mi accoglie sempre con
spettacolo che il popolarissimo artista napo-
“Perché” - dichiara - “per me è fondamen-
grandissimo affetto” spiega e lo ha confer-
letano sta portando in tournèe quest’anno
tale investire nelle mie produzioni, è come
mato ancora una volta il 10 agosto scorso,
e che comprende anche i sei pezzi nati dalla
volare con la mente”.
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VAGNITIELLO, E’ QUI LA FESTA!
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Photo_ Dayana Chiocca Stefano Fiorentino
bro di Tony Renis, Nastassja Kinski, Armand
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opo il successo della festa di chiusura del Global Film & Music Fest 2017, ospitato dal Parco Vagnitiello,
e che ha visto la presenza di artisti del caliAssante, Andrea Griminelli, insieme al patron Pascal Vicedomini, è nato il desiderio di frequentare ‘O Vagnitiello non solo per le sue piscine e il relax al sole, ma anche per la sua
atmosfera, perfetta per gli happy hour. E Roberta Schiano ha dato appuntamento ad amici, ospiti e a tutti quanti volessero godere dei fascinosi tramonti che regala Casamicciola e in particolare proprio la baia del Vagnitiello, con le sue terrazze e gli scorci direttamente sul mare. Nei bicchieri freschi, colorati aperitivi, nell’aria la musica di Peppe Fimiani con Ninah...
ischiacitydivisionepubblicitĂ
foto a cura di Dayana Chiocca
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UN APERITIVO TRA LE NUVOLE
Un lavoro “artigianale”, quello di Manuela Bottiglieri, che ha presentato il suo primo libro intitolato Viaggi di Nuvole, interamente prodotto da lei, sulla terrazza-ristorante del lido Ricciulillo di Ischia. Incantevole scenografia, fatta di piccole e morbide nuvolette sospese sui numerosi ospiti che hanno partecipato all’evento sorseggiando prosecco insieme a prelibati stuzzichini. La cornice unica del Castello Aragonese e dello splendido mare su cui affaccia la terrazza, ha dato la giusta atmosfera alla presentazione di questo romanzo “dalle tinte rosa, ma non troppo”, come lo definisce l’autrice, con elementi fantasy e di suspence. Un racconto di vita, d’amore, ma anche di fantascienza e di storia, dove la protagonista si ritrova a metà del racconto ad affrontare un’avventura inaspettata che le cambierà la vita. ‘Viaggi di Nuvole’
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è solo il primo capitolo di una trilogia ricca di colpi di scena (il sottotitolo infatti preannuncia “Nulla è come sembra”) in cui troviamo anche personaggi mitici come le Ninfe, umanizzate e rese “speciali”. Il racconto ha una lunga storia alle spalle, iniziato ben 12 anni fa, quando l’autrice ne aveva 14, si può dire essere cresciuto con lei. “Rileggendo le prime pagine del mio manoscritto, mi sono resa conto di quanto fossi cambiata Il racconto ha preso via via una sua strada, se all’inizio era una possibile proiezione della mia vita, nel suo decorso se n’è allontanato molto. Ho fatto esperienze diverse dalla protagonista, sono maturata prima di lei, ma comunque la considero una parte di me”. Ad introdurre l’evento, il giornalista e direttore di Rete news 24 Lorenzo Crea e il giornalista di Repubblica Pasquale Raicaldo.
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CIRO, EROE SUO MALGRADO
Apparentemente, è un gruppo di bambini che posa in partenza per una gita. E in effetti è così, ma fra i piccoli fotografati al porto di Ischia (in partenza per Bari dove hanno incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante l’inaugurazione dell’anno scolastico, il 17 settembre scorso) ve ne sono tre che hanno vissuto un’esperienza che farà parte di loro per sempre. Il ragazzino sulla sedia a rotelle (uscito dall’ospedale dove è rimasto diverse settimane per le ferite riportate) è Ciro Marmolo: alto per la sua età - ha solo 11 anni - la sera del 21 agosto 2017 si trovava nella sua casa a La Rita, a Casamicciola Terme, quando il terremoto lo ha sepolto sotto tonnellate di cemento, insieme ai fratellini, Mattias 7 anni e Pasqualino 7 mesi (in foto alle spalle di Ciro, con la mamma Alessia). Interminabili per loro, per chi ha lavorato senza fermarsi mai per salvarli, per i loro genitori e per tutti noi, per tutta l’Italia che ha tremato e sperato, le ore trascorse là sotto. Per tirare fuori Ciro ce ne sono volute circa 16, in cui non si è potuto fare a meno di chiedersi perché un bambino abbia dovuto trovarsi in quella situazione, in una abitazione che si è rivelata decisamente non sicura, abbia dovuto temere di morire, che sia diventato un piccolo eroe suo malgrado. E se i suoi comportamenti (l’aver aiutato il fratello, il coraggio con cui ha sopportato la paura e le sofferenze che ha patito) sono da ammirare, la gravità di quanto accaduto resta intatta.
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ALICE NEI GIARDINI DELLE MERAVIGLIE
Dalla collaborazione fra il regista Corrado Visone, molto attento a interagire con i luoghi dell’isola attraverso i suoi lavori, e Francesca Annunziata, dinamica esperta di viaggi e vacanze con la sua agenzia Cilindro Viaggi, è nata “Ischia in scena”, una serie di appuntamenti con il teatro che si sono tenuti settimanalmente durante l’estate. Gli spettacoli sono stati distribuiti in tre diverse location ischitane, scelte abbinando con efficacia i posti al contenuto delle storie. E creando così un intrattenimento piacevole e nuovo che al tempo stesso contribuisse a far conoscere al pubblico l’essenza dei luoghi attraverso le rappresentazioni. Gli autori prescelti sono stati Melville, Goldoni e Lewis Carroll con la celeberrima Alice nel paese delle Meraviglie, particolarmente ben ambientata, quest’ultima, nei fascinosi Giardini Ravino a Forio, che con i suoi angoli, anfratti, forme eccentriche delle piante si sono rivelati perfetti per accogliere il personaggio di Alice e i suoi amici, riletti con gusto da Visone e da quanti hanno contribuito a realizzare scenografie e adattamento.
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AUGURI A LUCA SILVITELLI PER I SUOI 18 ANNI! Photo_ Luigi Irace
La bella terrazza del Bagno Ricciulillo nel cuore di Ischia, in estate è una delle location più amate da chi vuole organizzare matrimoni, feste, eventi eleganti in uno scenario unico e supportato da un’ottima organizzazione, ed è qui naturalmente che ha scelto di festeggiare l’importante tappa della maggiore età Luca Silvitelli, insieme al papà Peppe, alla mamma Maria Rosaria Pinto, alla sorella Myriam e con tantissimi amici.
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A R C H I T E C T U R E
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SCOPRI ASTRA! Terrazza 91 by TOPLESS Casamicciola Terme
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A CASAMICCIOLA LA BELLEZZA IN PASSERELLA
Belle come le ninfe che hanno ispirato il titolo del cartellone di eventi dell’estate 2017 a Casamicciola Terme, le modelle che hanno sfilato lungo il corso Luigi Manzi presentando capi di beachwear. Per poi trasferirsi, ospiti del patron Mario Di Meglio, a gustare un aperitivo sui comodi divanetti della Terrazza 91 del bar Topless, luogo perfetto per incontrarsi sul lungomare, scelto durante questa lunga estate da tantissimi giovani per un preserata al calar del sole o per ballare sotto le stelle a suon di musica.
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JFULL & OTTICA CINZIA PIPOLO
Con il fiuto che gli appartiene nell’individuare le tendenze più nuove nel mondo sempre in movimento dell’eyewear, Cinzia Pipolo con il figlio Martino Romano, che guidano il negozio di corso Vittoria Colonna, punto di riferimento sicuro per chi a Ischia è alla ricerca dell’occhiale giusto, ha portato nella sua boutique il giovane brand Jfull. Che è stato protagonista di un evento divertente, dinamico, coinvolgente ideato per presentarlo al pubblico che affolla il corso di Ischia. Creato nel 2013 da Gianni Troncone, è un marchio rivolto ai giovani, molto attento alle tendenze - quest’anno per esempio hanno proposto tanti modelli a specchio nei colori fluo. Hanno indossato gli occhiali Jfull le modelle Natalia Kitsul e Dalila Sghaier, ma anche Giordana Troncone con le sue amiche. Inoltre erano presenti Lorenzo e Monica Troncone, Maria Marcella Romano e Maria Pipolo e tanti amici.
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corso Vittoria Colonna, 178 Info 081 991111 Ottica Cinzia Pipolo
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THE SOUND OF SUMMER: L’ESTATE DI DODO
The sound of Summer: questo il nome dell’evento di Dodo Pomellato, un omaggio alla maison di gioielli più amata dai giovani organizzato presso il Bagno Teresa a Forio in collaborazione con Massimo Bottiglieri, proprietario con la moglie Teresa delle gioiellerie di Forio e Ischia Porto ed esclusivista per l’isola del marchio Dodo. Dopo Madrid, Barcellona, Dussendorf, Porto Cervo, il Dodoairlines è atterrato ad Ischia portando l’allegria dell’estate, una valigia, una tavola da surf, le palme, la postazione multimediale per far rivivere agli ospiti le sensazioni di un viaggio alle Mauritius. Il Bagno Teresa nella baia di Citara, che Valentina Frassetto e Flavio Leo hanno reso il punto di riferimento più cool per chi cerca divertimento, atmosfera elegantemente informale, una selezione musicale ricercata, è stato la cornice ideale per la serata in riva al mare; in console i famosi dj napoletani Cipolletta e Gambardella. Tra i presenti al piacevole aperitivo, con la direttrice vendite Italia Dodo Elisa Gasparini, e la responsabile di zona Lucilla Pervenanzi e Carmen Diaz, c’erano l’ex calciatore Ciro Ferrara, Ottorino Mattera con Rossella, Maurizio e Gabriella Pagano, Salvatore e Gina Giugliano, Biagio Iannaccone, Virginia Buono, Lisa e Raffaele Delle Cave, Guido Lombardi con Arianna Buono.
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BACK 2 BACK IN FORIO
Gli ideatori del Sound Set al tramonto che ha fatto tendenza anche nella stagione 2017 firmano il più importante evento musicale dell’isola d’Ischia: il Bagno Teresa, infatti, con Valentina Frassetto e Flavio Leo che curano il ristorante e gli happy hour più di tendenza, in collaborazione con il pub Tiratardi, partendo dal format che tanto successo ha avuto alla spiaggia di Citara, hanno portato nella spettacolare ambientazione del recuperato Molo Borbonico artisti di calibro internazionale come i dj, musicisti e producers Pablo Fierro e David Mayer che si sono esibiti in un coinvolgente back to back in cui hanno spaziato dalla techno alla house con sfumature deep. Con loro anche i nostri Francesco Castiglione, BPlan, Ivano Veccia, Mario Bianco e Vincenzo Cipolletta. Impeccabile l’organizzazione, bellissima la serata ischitana che ha accolto migliaia di ragazzi per uno spettacolo che è andato avanti per sei ore: un appuntamento da ripetere nelle intenzioni degli organizzatori, e non si può che essere d’accordo!
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PET THERAPY GRAZIE ALLO ZOO DI NAPOLI
Ritorna il sorriso, almeno per un giorno, sui volti delle mamme di Casamicciola Terme e Lacco Ameno che domenica 17 settembre sono state ospiti con i loro bambini allo Zoo di Napoli: l’idea nasce, infatti, per sostenere le famiglie colpite dal terremoto anche sotto il profilo psicologico, e il contatto con gli animali può essere molto positivo per i piccoli. Accolti calorosamente dall’Ingegnere Francesco Floro Flores, l’imprenditore napoletano che 3 anni fa decise di rilevare e recuperare lo Zoo per ridargli nuova vita, hanno trascorso una giornata a contatto con la natura alla scoperta delle circa 400 specie
animali che, al momento, la struttura ospita. Un tour che ha emozionato soprattutto i più piccoli: tanto l’entusiasmo, in particolare, quando hanno potuto vedere in esclusiva un cucciolo di scimpanzè nato da pochi giorni. E i bimbi, per ringraziare hanno regalato allo ZOO di Napoli bellissimi disegni realizzati da loro, protagonisti gli animali preferiti.