Special Pozzuoli

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POZZUOLI iS different Text_ Riccardo Sepe Visconti

H

o avuto la fortuna di rivestire in un recen-

dire un Sistema turistico. Ai miei occhi è evidente

te passato il ruolo di assessore al turismo

il grande impegno profuso per affermare queste

Adele Campanelli ed abbiamo affidato all’inge-

e questo mi permette di comprendere

idee e poiché vivo quotidianamente gli effetti

gnere Mario Rispoli, esperto di statistica, il com-

perfettamente quanti e quali siano gli ostacoli che

positivi che ha sul territorio una ben organizzata

mento dei dati legati ai flussi turistici. Inoltre, ab-

un Sindaco deve superare per dare consistenza ai

economia turistica, sono molto interessato alla

biamo chiesto ai responsabili della progettazione

suoi progetti, specie poi se queste idee si svilup-

trasformazione industriale che si sta compiendo

del tunnel di raccordo fra la tangenziale e il porto

pano nel campo dell’industria dell’accoglienza.

intorno al Golfo di Pozzuoli. Nell’inserto che segue

di fornirci una relazione che descrivesse i vantaggi

Pozzuoli è una cittadina di circa 90mila abitanti,

ho provato a raccontare questo grande program-

che porterà il nuovo svincolo. Poi siamo andati in

che si è lasciata alle spalle un passato funestato

ma di rinascimento dell’area flegrea con l’obiettivo

giro, tra la notte ed il giorno, per cogliere la bel-

da un lato dalla deindustrializzazione e dall’altro

di incuriosire il lettore attraverso una narrazione -

lezza della vita calata nella quotidianità, ispirando

dal bradisismo: tra gli anni ‘80 e ’90 del ‘900

anche fotografica - che ne testimoni la sfaccettata

la rubrica Pozzuoli is different, per sottolineare

sono decine di migliaia le attività entrate in crisi

realtà. Ho volutamente pubblicato parecchie foto

che è lo spirito degli abitanti che fa la differenza

e le famiglie alle quali è venuto meno il reddito

della ristrutturazione del Rione Terra perché sono

nelle attitudini di un luogo e, naturalmente, abbia-

per il sostentamento. Il preciso compito di un

convinto che sia esso l’epicentro di tutto il proget-

mo provato a mostrare le grandi opportunità che

Primo Cittadino, in una situazione del genere, è

to di rilancio: infatti, è assolutamente inconsueto

offre il territorio. Ci siamo impegnati a sintetizzare

ricercare nuove risorse di redditività ed il sindaco

che un così ampio borgo sia nella piena disponibi-

in modo efficace la plurimillenaria storia che fece

Vincenzo Figliolia le ha trovate, immaginando di

lità di un municipio che, tra l’altro, s’è dimostrato

di Pozzuoli, Baia e Miseno i più importanti porti

far convergere le grandi potenzialità del territorio

efficientissimo nel promuovere un’accurata azio-

della potente flotta dell’impero Romano. Per finire

che amministra verso un’unica destinazione indu-

ne di recupero e di destinazione industriale. Il Ri-

abbiamo dato ampio spazio alla ristorazione, con-

striale, quella dell’ospitalità. Per dar vita a questo

one Terra avrà “la responsabilità” di essere il faro

vinti come siamo che sia quella la forza aggregan-

progetto è stato necessario intervenire in molti

d’orientamento di tutta l’attività futura del com-

te che lega insieme i territori e induce gli ospiti a

ambiti di competenza municipale: pulizia e decoro

prensorio flegreo e, messo a sistema con le zone

visitarli da ogni parte del mondo.

del paese, vivibilità e sicurezza, riorganizzazione

vicine, fungerà certamente da catalizzatore affin-

Ha reso possibile questo lavoro la collaborazione

delle attività produttive, destinazione delle aree

ché in tempi ragionevoli si sblocchi l’annosa para-

di Mauro Finocchito, Paolo Russo, Costan-

di pubblico utilizzo e valorizzazione delle risorse

lisi della contigua area ex Italsider a Bagnoli, della

za Gialanella, Rosanna Immarco e Giovanni

patrimoniali (Rione Terra su tutte), per finire con la

stessa Nisida e, verso nord, del litorale domizio.

Giannini, che ringrazio per averci permesso di

razionalizzazione del porto. Oggi, indubbiamente,

Su questi temi abbiamo raccolto le testimonianze

accedere a luoghi e persone. Spero d’essere riu-

la città di Pozzuoli appare un luogo assai più ordi-

del ministro Dario Franceschini, del governatore

scito a documentare in modo sufficientemente

nato ed accogliente rispetto agli anni trascorsi che

Vincenzo De Luca, del sindaco

ampio e descrittivo l’immensa bellezza unita alla

l’avevano relegata al ruolo di Cenerentola ai con-

Vincenzo Figliolia e del pre-

fini della metropoli napoletana. Restano, tuttavia,

sidente della III commissione

tanti i nodi cruciali che con molta determinazione

regionale Nicola Marrazzo;

il Sindaco, insieme al presidente della Regione De

abbiamo intervistato la

direttrice del Parco Archeologico dei Campi Flegrei

INE OO

vastissima dinamicità che questa terra esprime.

RISTORAZIONE

Luca, sta provando ad affrontare e risol-

S OPPING

vere. Questi scogli si chiamano: Cir-

BUS

cumflegrea, parcheggi, collegamenti autostradali e più in generale viari e, IL MERCATO ITTICO

quindi, mobilità, funzionalità dello scalo portuale, riconversione delle aree

LO STA I O

industriali abbandonate, recupero delle rilancio dell’immenso (e sottostimato)

SCA I ARC EOLOGICI

patrimonio archeologico, riorganizzazione della linea di costa e degli

POLIZIA MUNICIPALE

ZTL

RIONE TERRA

mozione di attività ricettive, pieno

BRETELLA TANGENZIALE

I LAG I

IL PORTO

TRASPORTI SU ERRO

identitaria e sistemica che riunisca tutte le località limitrofe LE SPIAGGE

nel medesimo progetto, vale a LA CITTA SOMMERSA

IGIENE URBANA

USCITA

LA SOL ATARA

insediamenti di balneazione, pro-

TRASPORTI SU GOMMA

P ZZUOLI

fonti termali, valorizzazione dei siti lacustri,

riconoscimento di una vasta area

BAR E MO I A

LE TERME

TRASPORTI MARITTIMI

ISOLE PE ONALI


C O V E R

ALINA MONTI

i


4

Abito e scarpe Chic & Kitsch Boutique; gioielli Rebecca; occhiali Andy Wolf. Nella pag. seguente, abito, scarpe e borsetta Chic & Kitsch Boutique; gioielli e orologio tutto Ops; occhiali Andy Wolf.



6



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Abito, scarpe e pochette Chic & Kitsch Boutique; gioielli Rebecca, orologio Ops.

AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MODEL_ Alina Monti MAKE UP_ Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_ Raffaella Tortora per Aglaia, Ischia DRESS, SHOES & ACCESSORIES_ Chic & Kitsch Boutique, Lacco Ameno EYEWEAR_ Ottica Cinzia Pipolo, Ischia

JEWELRY_ Bottiglieri Gioielli, Ischia ASSISTANT_ Dayana Chiocca LOCATION_ Pozzuoli, centro storico e Rione Terra SPECIAL THANKS_ Giovanni Giannini, Giuseppe Sorano



P O L I T I C S

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i

IL SINDACO DI POZZUOLI VINCENZO FIGLIOLIA Interview_ Riccardo Sepe Visconti Photo_ Riccardo Sepe Visconti Enzo Buono Dayana Chiocca

E

sistono personaggi pubblici che interpretano il proprio ruolo figurandosi quali grandi innovatori, persone che si ritengono in grado di forgiare la storia… piegarla alle proprie idee. Qualcuno li chiama dittatori, altri sceriffi, altri ancora guide. Poi ci sono i “surfisti”, coloro che la storia non la forgiano, ma l’assecondano, interpretandola. La Storia è l’onda, il loro intuito è la tavola da surf e se ne servono per cavalcare la mo-

dernità, attraversando onde gigantesche per vincere la grande sfida, tra la furia degli elementi e la capacità dell’uomo di dominarli, sfruttando a proprio favore le forze endemiche che le energie in campo sprigionano. Queste persone, che vivono il proprio ruolo a mo’ di surfisti, mi piacciono. E mi convincono. Veniamo a noi: a Pozzuoli, all’area Flegrea, al sindaco Vincenzo Figliolia: un uomo figlio di operaio, che ha capito che con la morte dei grandi insediamenti industriali di quell’area (Italsider, Sofer, Pirelli, ecc.), le nuove economie bisognava cercarle altrove. Dove? Costruendosele da sé, un pezzo alla volta, con pazienza, audacia, capacità visionaria, ottimismo, orgoglio, caparbietà, decisione, organizzazione. E quale migliore occasione di quella servita dalla storia contemporanea, complice la globalizzazione, che offre l’opportunità ad un territorio bello e potenzialmente ospitale, dagli immensi spazi (pronti ad essere riconvertiti), di venire trasformato in grande area di accoglienza turistica?


Pozzuoli sta vivendo un momento molto positivo, di grande rinascimento ed appare chiaro che il principale obiettivo del suo progetto sia di affermare la città come meta turistica, dando in tal modo un forte impulso all’economia locale. Quando mi sono insediato ho trovato una città piuttosto abbandonata a se stessa, siamo partiti con la pulizia, con l’ordine, ho chiesto impegno alla polizia municipale, ma contemporaneamente abbiamo investito molto sul corpo dei vigili urbani, che adesso sono 120 unità, e spero di arrivare a oltre 200 sbloccando il concorso, in modo da dare un servizio efficiente sull’arco delle 24 ore. Ricordo, per esempio, che quando mi sono insediato durante il fine settimana c’erano tante risse, oggi non accade più. All’inizio sono stato molto duro, ho avuto contestazioni per le ZTL, ma sicuramente una parte della città ha apprezzato. Sia-

conseguente evacuazione di migliaia di persone

mo. I Comuni dei Campi Flegrei, Bacoli, Monte di

mo riusciti a portare la raccolta differenziata della

da Rione Terra e dal centro storico. Tenga conto

Procida, Quarto e Pozzuoli hanno mandato una

spazzatura quasi all’80%, un ottimo risultato per

che abbiamo sempre avuto una popolazione di

nota congiunta al governatore De Luca affinché

una città di 85mila abitanti che nel fine settimana

circa 60mila abitanti, oggi sono cresciuti a circa

caldeggi la candidatura dei Campi Flegrei stessi

arrivano a 110-120mila. E’ sotto gli occhi di tutti

85/90mila, il che significa che dopo l’evacuazione

a Patrimonio Universale dell’Umanità nella lista

che Pozzuoli adesso è pulita, ordinata, che c’è un

da Rione Terra e dal centro storico a causa del

dell’Unesco. E’ inutile rimanere chiusi nel nostro

forte impulso al rispetto delle regole e alla tutela

bradisismo, la città si è allargata, si è ‘allungata’.

territorio, dobbiamo allargare gli orizzonti, perché

dei luoghi. Abbiamo dedicato a questo il primo

Venendo all’oggi, sono partito dal completamen-

ci aiuta a salvaguardare e promuovere le unicità

anno della sindacatura, poi ci siamo rivolti alla

to del recupero di Rione Terra, migliorando il per-

che abbiamo. Altro tassello strategico è il miglio-

valorizzazione del territorio. Che nella sua storia

corso archeologico, inaugurando la cattedrale,

ramento del porto, siamo fortunati che ci sia.

recente è stato un polo industriale internaziona-

con l’obiettivo di creare una vera cittadella turi-

Che problemi dovete affrontare per il porto?

le, con Pirelli, che mise qui la sua prima fabbrica

stica. Poi abbiamo firmato un protocollo d’intesa

Siamo più vicini alle isole, la città è più tranquilla,

del Meridione, e poi Olivetti, Sofer, la stessa Ital-

importante con il Ministero e con il Governatore

sotto controllo rispetto a Napoli e questo spiega il

sider, Selenia, che hanno creato un terreno fertile

Vincenzo De Luca per la valorizzazione delle zone

fatto che si preferisca traghettare da Pozzuoli e, di

per l’occupazione, tant’è vero che nello scenario

bonificate e recuperate all’interesse storico e ar-

conseguenza, l’enorme numero di passaggi. Nel-

della provincia di Napoli Pozzuoli è sempre stata

cheologico di quest’area e degli altri siti archeolo-

la prospettiva dell’apertura del tunnel di raccordo

vista come un posto dove la popolazione viveva

gici già molto conosciuti (Ndr. Serapeo, anfiteatro

fra la Tangenziale e il porto, diventa strategico

meglio. Poi è arrivata la crisi, a partire dalla fine

Flavio, stadio di Antonino Pio ed altre aree perti-

e non più rinviabile il trasferimento del braccio

degli anni ’80, che ha portato alla chiusura di

nenti al territorio del comune di Pozzuoli). Ci aiuta

portuale destinato all’attracco dei traghetti per le

queste attività e, di conseguenza, a gravi proble-

sicuramente la riforma Franceschini sui beni cul-

isole a ridosso del tunnel stesso, che sarà inaugu-

mi di disoccupazione. Nel 1983 abbiamo dovuto

turali, che assegna a noi amministratori un peso

rato il prossimo anno, perché non possiamo più

affrontare anche il dramma del bradisismo e la

nelle scelte di gestione del patrimonio che abbia-

sopportare i 3 milioni e 200mila passeggeri che


attraversano il centro di Pozzuoli per raggiungere l’attuale imbarco per le isole. Al porto era pendente un problema di concessioni, che De Luca ha risolto e attualmente il gestore è Astaldi (Ndr. Grande gruppo italiano specializzato in opere ingegneristiche e infrastrutture) che ha appena annunciato il finanziamento per il completamento della struttura portuale, che sarà di circa 25 milioni di euro. Essendo prevista una grande zona pedonale che si spinge fino al porto, realizzeremo parcheggi di interscambio all’ingresso della città, circa 1300 posti auto all’uscita della tangenziale, lì pensiamo di mettere anche una biglietteria per la stazione marittima, così da liberare il centro storico da traffico inutile. L’obiettivo è che le auto non ci arrivino proprio, soprattutto nelle sere dei fine qualche anno di lavoro e sacrifici. Se si riuscisse a fare in modo che una quota di questo flusso così imponente di turisti trascorra una parte del suo tempo-vacanza

© Enzo Buono

settimana, ma per raggiungerlo ci vorrà ancora

anche qui, per conoscere tutto quello che avete da offrire, spendendo naturalmente

ancora più spettacolare perché è sul mare. Inoltre,

successo sia garantito. In 7-8 anni, a mio parere,

nei locali ed esercizi commerciali di Pozzuoli,

vorremmo impiantare botteghe, negozi dedicati

potremmo vedere i risultati. Tenendo conto che ci

l’intenso transito attraverso il vostro terri-

in particolare all’artigianato locale che vogliamo

vuole tempo per convertire al settore turistico un

torio da problema potrebbe trasformarsi in

far crescere. E poi i Campi Flegrei sono una ter-

tessuto professionale e umano votato soprattut-

grosso vantaggio.

ra che ha tutto, dal punto

Certo! Ma c’è bisogno di maturità da parte di tut-

di vista naturalistico e da

ti, Pozzuoli non può essere più vista solo come

quello storico-archeologico.

luogo di passaggio. Anche perché non lo consen-

Da una parte, il mare, due

tirò. Stiamo facendo investimenti importanti, la

laghi, l’Averno ed il Lucrino,

nostra è stata una corsa contro il tempo per non

il monte Nuovo, la Solfatara

perdere i finanziamenti dall’Europa per la rigene-

e le fumarole, un fenomeno

razione urbana - circa 45 milioni di euro - ed oggi

unico. Dall’altra la città an-

spendere i soldi pubblici non è semplice, come

tica sommersa a Baia e Lu-

non lo è avere finanziamenti, e quindi gli investi-

crino, con il porto romano

menti devono fruttare. È fondamentale però che

e poi Cuma, che possiamo

questa spinta a valorizzare il territorio passi per

considerare la culla della ci-

la regolarizzazione delle vicende portuali: sono

viltà in Italia. Se abbiamo la

stato sindaco già dal 2001 al 2005, poi sono tor-

capacità di essere determinati a mettere insieme

tezza urbana, chiedemmo di farli arrivare non ol-

nato nel 2012 e la mia è una vecchia battaglia su

queste sinergie per mostrarle al mondo intero, fa-

tre le nove del mattino e fu raggiunto un accordo.

temi che la città sente e, con il lavoro di recupero

cendo la nostra parte come cittadini, penso che il

Da parte mia sono propenso a creare un progetto

to alle attività industriali, si

Rione Terra con la ristrutturazione di decine di palazzi e il percorso archeologico è il volano del nostro progetto: restituire un aspetto gradevole alla città in un contesto urbano come il nostro è indispensabile per renderla attraente agli occhi del turista.

deve agire sulla mentalità in primo luogo. Quale tipo di accordo si potrebbe fare con l’isola d’Ischia, la prima meta turistica dell’area metropolitana di Napoli? Qualche anno fa abbiamo avuto momenti di confronto e di condivisione con i sindaci dell’isola sul tema dello sbarco dei camion della net-

vere provare a intraprendere la strada dell’offerta turistica. In questa sfida lei ha puntato moltissimo sulle ricchezze culturali del Rione Terra. Rione Terra è il volano del nostro progetto. Riordinare bene la città in un contesto urbano come il nostro è indispensabile per renderla attraente agli occhi del turista. Quindi, siamo partiti dalla ristrutturazione del centro storico, il Rione Terra appunto, con la sua bellissima cattedrale che invito a visitare, perché fa veramente ‘tremare le vene dei polsi’; integrano l’offerta, quando il progetto sarà completo, 600 posti letto di tipo alberghiero, il percorso archeologico alla scoperta della città sotterranea, di cui la prima parte è già stata aperta e verrà completato il secondo tratto,

© Enzo Buono

massiccio del territorio che si è fatto, è nostro do-


© Enzo Buono

insieme all’isola, l’ho già detto altre volte. Faccio

Terra.

Sono uno di quelli che negli ultimi anni ha fatto

un esempio: se ad Ischia si vendono soggiorni ter-

Sarebbe importante costruire progetti per

una battaglia su questo tema, anche con scelte

mali, nell’ambito di questi si potrebbero proporre

far sì che i turisti che raggiungono Ischia

impopolari: ho vietato la vendita di alcol dopo

tour verso il nostro territorio per turismo archeo-

girino per i territori limitrofi, costituendo

una certa ora, l’uso di bottiglie di vetro dopo le

così una risorsa anche

21.00, non è possibile fare musica dopo le 24.00,

per voi, per esempio dor-

ovviamente mi riferisco ai bar e non alle disco-

mendo ad Ischia, e poi

teche; d’estate il divieto è posticipato alle 2.00

spostandosi, come già

del mattino durante il fine settimana. In genera-

succede con mete come

le, sono contrario alla movida “selvaggia”, punto

Sorrento.

piuttosto ad una movida sana, che selezioni la

Questa è la sfida, bisogna

clientela e quindi valorizzi i locali, gli esercizi pub-

però che tutti l’accettino per

blici, tutelando anche i residenti.

vedere quali sono le sinergie

Come affronta la campagna elettorale? Spe-

che si possono mettere in

ra in una riconferma?

campo.

Questo non è un territorio semplice: sono stato

In questo piano così

eletto sindaco già nel 2001, a 39 anni, adesso

articolato

logico e culturale, cosa che peraltro si fa già verso altri ambiti della regione. La nostra ambizione è di riuscire a costruire pacchetti della lunghezza di un fine settimana. Qui a Pozzuoli, però, la ricettività

alberghiera

rispetto ad Ischia, dove sono

disponibili

circa

30mila posti letto, è molto inferiore.

I Campi Flegrei sono una terra ricca dal punto di vista naturalistico e da quello storico-archeologico. Il mare, due laghi, la Solfatara e le fumarole, un fenomeno unico. E poi la città antica sommersa a Baia, con il porto romano e Cuma, che possiamo considerare la culla della civiltà in Italia.

nuove

ne ho 54 e sono alla fine del primo mandato di

un contesto diverso, ad Ischia si è sempre fatto

destinazioni economiche e commerciali di

questa seconda tornata come primo cittadino, un

turismo; entro il 2017 comunque cercheremo di

Pozzuoli, c’è spazio anche per la movida

po’ d’esperienza ce l’ho, credo fino ad ora di aver

inaugurare i primi 100 posti letto in hotel a Rione

notturna?

compiuto un buon lavoro, ci ho messo passione,

sulle

© Enzo Buono

© Enzo Buono

Certo, si sta parlando di


impegno fino a tarda sera, e penso che i risul-

biamo fatto passi da gigante.

tati siano evidenti. Affronto la campagna elet-

Come si fa ad avere un

torale sereno di aver fatto tanto per la città di

buon rapporto con il pre-

Pozzuoli, di essere riuscito a spendere al meglio

sidente della Regione?

45 milioni di euro che altri stavano sprecando,

Guardi, io qualche errore

di essere un riferimento sia per i cittadini che

nei confronti di De Luca l’ho

per gli imprenditori, sapendo, però, che sono

commesso in passato, ma il

anche pronto a prendere decisioni impopolari,

Governatore con me è stato

perché l’interesse generale della città viene pri-

sempre affettuoso e since-

ma di quello dei singoli.

ro, mi ha sostenuto anche

Per un’Amministrazione è molto importan-

nei momenti di difficoltà

te un rapporto efficiente ed efficace con la

che ho vissuto. Fra l’altro

Regione e mi sembra di capire che il suo con

ha chiuso la mia campagna

il governatore De Luca sia ottimo. Quanto è

elettorale nel 2012 e sono

importante la collaborazione della Regione

molto legato a De Luca

in un piano di rilancio come quello che state

come sindaco che vuole

realizzando qui?

rappresentare i suoi 85mila

Fondamentale. Da quando è arrivato De Luca ab-

concittadini e un territorio per i quali egli ha fatto

molto, e io cercherò di ripagarlo per l’attenzione che ha dato alla mia città.

Affronto la campagna elettorale sereno di aver fatto tanto per Pozzuoli, di essere riuscito a spendere al meglio 45 milioni di euro che altri stavano sprecando, di essere un riferimento per cittadini e imprenditori, sapendo, però, che sono anche pronto a prendere decisioni impopolari, perché l’interesse generale viene prima di quello dei singoli.

Mi sembra di capire che un’altra

persona

alla

quale questa Città deve qualcosa è il ministro Franceschini, è così? Sono contento che lei mi ponga questa domanda. Pozzuoli, per la prima volta, ha un ruolo importante nella gestione dei siti archeologici presenti sul suo territorio, e questo grazie a una serie di circostanze. Prima di tutto perché è arrivato un sovrintendente per l’area

© Enzo Buono

metropolitana di grande spessore, e si è presa


© Enzo Buono © Enzo Buono

l’input che ha dato alla Soprintendenza, fanno sì

percorso di Rione Terra, è la prima volta che siedo

che oggi per la prima vol-

con la Soprintendenza e il Ministero per decidere

che il ministero non ha più quella disponibilità di un tempo per far fronte all’apertura dei siti, ma soprattutto che i siti devono avere un ruolo nello sviluppo di un territorio. Finora non sono mai stato chiamato come sindaco della città a partecipare ai tavoli istituzionali per la valorizzazione di Cuma, del percorso archeologico, del tempio di Serapide, dell’anfiteatro. La riforma del ministro Fran-

ta abbiamo deciso insieme

le sorti di Cuma, ed è la prima volta che ci riunia-

alla soprintendente Adele

mo noi sindaci di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Pro-

Campanelli il progetto ese-

cida, Quarto per parlare di intese istituzionali, per

cutivo con un bando da 5

concordare il modo di tenere aperti come ambito

milioni di euro per il recu-

flegreo i siti archeologici, e per me questa è una

pero dell’anfiteatro. In molti

sfida importante.

mi chiedono: “Ma perché il

C’è stato un momento in cui lei ha fatto

terzo anfiteatro d’Italia non

una grossa apertura verso il settore delle

diventa come l’arena di Ve-

navi da crociera, ma mi è parso di capire

rona”? In effetti, può essere

che ultimamente non è più così propenso,

un’attrattiva importante. È

cos’è successo?

la prima volta che attraver-

Le navi da crociera molto grandi non possono

so il ministro Franceschini

ormeggiare nel nostro porto. L’invaso centrale,

ed insieme alla dottoressa

compreso il molo Caligoliano, dopo il trasferimen-

Campanelli abbiamo rice-

to del braccio commerciale dovrebbe diventare

vuto la gestione di un sito archeologico, che è il

un porto turistico, che potrà ospitare barche da

Pronto il tunnel di collegamento alla Tangenziale, non sarà più rinviabile il trasferimento del braccio portuale destinato all’attracco dei traghetti per le isole a ridosso dello svincolo del tunnel, perché non possiamo più sopportare i 3 milioni e 200mila passeggeri che attraversano il centro di Pozzuoli per raggiungere l’attuale imbarco per le isole.

ceschini, il protocollo che ha firmato con il sottoscritto insieme a De Luca,

© Enzo Buono

piena consapevolezza che i tempi sono cambiati,


diporto di grossa stazza ed anche navi da crociera da 80/100/1000 posti, come ci è già capitato di fare. C’è da dire che ci sono alcune contraddizioni legate allo sviluppo del porto. Oggi una parte degli spazi a terra del porto servono a gestire il transito di 3 milioni di persone dirette alle isole, ed un’altra è utilizzata come parcheggio, devo farlo, perché un parcheggio agevole favorisce le attività commerciali che stanno sorgendo nei dintorni. In prospettiva, vorremmo che una parte del molo Caligoliano possa ospitare navi da 1000 a 1500 posti. In definitiva lei vorrebbe comunque diminuire il transito, preferirebbe cioè che i viaggiatori partissero da Napoli o che continuino a partire da Pozzuoli ma a condizioni diverse? Guardi, io non mi nascondo mai dietro al dito, sono diretto, e dico che di certo Pozzuoli non


può più solo ospitare traghetti e aliscafi. Quando

tersi imbarcare (proibendo il passaggio e quindi

loro c’è un atteggiamento noncurante, ed oggi

la Medmar dice di voler aumentare le corse per

di fatto l’imbarco fra le 9 e le 13 e fra le 16 e le

non è più possibile. Oggi il porto è fatto di attività,

Ischia da Pozzuoli (hanno richiesto alla Capitane-

21, praticamente gli orari di apertura dei negozi,

di esercizi commerciali partiti con fatica e grandi

ria di Porto l’istituzione di ulteriori 4 corse), che

divento santo a Pozzuoli!) potrei creare qualche

sacrifici, ma perché ci dev’essere questa mancan-

tradotto in passeggeri significa 2 milioni 200mila

problema… Io non voglio creare problemi a nes-

za di attenzione per un territorio che comunque

persone da maggio a settembre, capisco che per

suno, tuttavia voglio rispetto perché devo fare gli

si assume delle responsabilità?

loro sono un risultato dal punto di vista del fat-

interessi del mio Comune.

turato, ma è evidente che dovrò oppormi, e non

Vorrei porre una domanda agli amici di Ischia,

perché sia pregiudizialmente contro Ischia, ma

che siano cittadini, imprenditori, albergatori o

perché prima dobbiamo completare i lavori di ri-

amministratori: ma è giusto che una città come

facimento del porto. Non vorrei essere costretto a

Pozzuoli subisca, al di là del traffico, diciamo di-

chiudere il porto per qualche giorno o chiudere il

retto alle isole, quello costituito dai compattatori

centro storico, perché è vero che devo assicurare

dei rifiuti? E’ corretto che arrivino a Pozzuoli in

la continuità territoriale, ma se creo una grande

qualsiasi orario? Ed è una lotta continua con i vigili

zona a traffico limitato e metto gli orari per po-

urbani, fra verbali e lamentele, perché da parte

In apertura, il sindaco Vincenzo Figliolia mostra al governatore Vincenzo De Luca l’avanzamento dei lavori al cantiere del Rione Terra. Nelle pag. seguenti, prospettive di Pozzuoli, del porto, del lungomare di via Napoli, dell’area interessata dai lavori per il tunnel della tangenziale, un momento della funzione religiosa nel restaurato duomo di S. Procolo al Rione Terra, eventi musicali e la caratteristica gara del Pennone, che si tiene ogni anno il 15 agosto, il cancelliere tedesco Angela Merkel in visita al Rione Terra insieme al Sindaco; in chiusura il lago d’Averno.

23



P O L I T I C S

i

TURISMO IN CAMPANIA, MISSIONE POSSIBILE Text_ Riccardo Sepe Visconti

I

l Governatore Vincenzo De Luca porta in sé - e con sé - il “modello Saler-

Tuttavia, se l’utilizzo delle sirene artistico/culturali può apparire una sorta

no” grazie al quale, da sindaco, ha creato un’immagine ed un’economia

di “furbata” del Governo, è pur vero che il presidente della Campania deve

turistica ad una città che prima della sua lunga amministrazione non aveva

provare a tutti i costi d’essere più intelligente che furbo, ed in cuor mio credo

alcuna idea di come abbracciare questo importantissimo settore che, a quan-

che De Luca stia dimostrando di avere una visione prospettica molto concre-

to pare, si dimostra essere l’unica vera risorsa per il rilancio del Sud. Negli

ta in tal senso. Sta prendendo corpo, infatti, un gigantesco ed assai ambizio-

scorsi anni la sola performance di questo tipo davvero significativa - fra le

so progetto che egli stesso ha battezzato “La Romagna del Sud”, secondo

amministrazioni regionali - seppe realizzarla il presidente Nichi Vendola, che

il quale una larga parte della costa campana, dal (degradatissimo eppure as-

con molti interventi ben mirati, riuscì davvero a trasformare la Puglia in un

sai bello) litorale Domizio fino ai Campi Flegrei, dovrà essere trasformata nei

territorio a vocazione turistica.

prossimi anni - grazie a una serie di iniziative che partono dalla risoluzione del

Fallito, per un cortocircuito di ragioni assai complesse, ogni tentativo dello

problema della depurazione delle acque - in una macroarea costiera vocata,

Stato centrale di aiutare le regioni del Mezzogiorno d’Italia, a noi, popolo del

senza soluzione di continuità e organicamente, al turismo.

Sud, non resta che rimboccarci le maniche e provare in modo autonomo a

Per far ciò - e lo sostengo perché ho nel curriculum l’esperienza di assessore

definire la nostra vocazione. La scelta di De Luca è caduta - senza se e senza

al turismo e, d’altra parte vivo da tempo in un luogo (Ischia) che dell’ac-

ma - sull’ambito turistico. D’altra parte, già Renzi da primo ministro aveva in-

coglienza ha fatto la sua unica fonte di reddito – è necessario, su tutti, un

dicato questa come la strada da seguire per risollevare le sorti del Meridione.

requisito essenziale: la mentalità. Sì, bisogna avere una mentalità aperta

Sono assolutamente convinto, infatti, che al ministro Dario Franceschini

ed inclusiva, protesa all’idea di integrare il proprio territorio con le esigenze

sia stato assegnato il preciso compito di contribuire al rilancio dell’immagine

di portatori di culture diverse, quindi grande tolleranza, senso di ospitalità,

di molte zone dell’Italia proprio facendo leva sull’attrattore culturale. E non è

duttilità, capacità di organizzare i servizi in funzione delle aspettative dei

affatto un’idea sbagliata. In un (lungo) periodo, com’è l’attuale, di spending

nostri ospiti. Non è un compito facile quello che si è assegnato De Luca, ma

review, il Paese non può permettersi grosse spese per opere infrastrutturali

il progetto è stupendo! Riuscire, facendo leva solo sul nostro genio e sulla

da realizzare diffusamente sul territorio nazionale - che pure sarebbero ne-

nostra identità, a uscire dal pantano ristagnante di una crisi economica do-

cessarie. Sì, perché in fin dei conti “fare turismo” vuol dire controllare i flussi

vuta alla deindustrializzazione ed alla perdita di competitività globale, è un’i-

economici legati a questo settore e lo si fa innanzitutto creando i presuppo-

dea di gran fascino. Possibile ed al tempo stesso esaltante. Ma occorre una

sti logistici affinché i viaggiatori possano sceglierci quale destinazione, quindi

ferma visione progettuale e, in tal senso, Pozzuoli e l’area flegrea appaiono

mettendo mano ai trasporti (Aeroporti, Stazioni, Porti, Autostrade), ai servizi

perfetti per essere identificati come epicentri di questa nuova grande avven-

di mobilità urbana ed extraurbana (metropolitane, autobus, taxi, traghet-

tura rivoluzionaria attraverso la quale si vuole cambiare il volto di una parte

ti), alle attività ricettive (alberghi), ed infine all’organizzazione del territorio

consistente della Campania. Sono territori che, come emerge con evidenza

(decoro, funzionalità e sicurezza). Ma questi sono interventi che dovrebbero

dal nostro inserto, hanno davvero tutto ciò che è necessario per partire con

inserirsi in una faraonica progettazione sistemica che può essere realizzata

il piede giusto: piacevolezza e funzionalità dei luoghi (linea di costa, golfi,

solo in un arco di tempo assai esteso. Ecco, allora, che pensare di accelerare

laghi, boschi, aree naturali), buona e diffusa ristorazione, fascino attrattivo

la spinta turistica utilizzando a mo’ di “sirena ammaliatrice” la bellezza dei

della Storia (siti archeologici, castello di Baia, anfiteatro Flavio, Rione Terra,

nostri siti artistici, storici e culturali è apparso come un primo passo utile ed

antiche ville patrizie, Terme di Baia e sono solo alcuni esempi), risorse termali

efficace (valga in queste pagine l’articolo dedicato alla mostra su Picasso

da indirizzare al benessere, stabilimenti balneari, etc. Adesso occorre mette-

voluta dal direttore Sylvain Bellenger al Museo di Capodimonte, che ha

re a sistema tutto ciò, creare la rete di servizi che renda efficiente il sistema

proiettato Napoli, dopo moltissimi anni di silenzio, nel circuito internazionale

stesso e incoraggiare l’impresa privata ad investire sul territorio. Non sarà

dei grandi eventi culturali).

una passeggiata… Ma neppure una missione impossibile.


26

VINCENZO DE LUCA: IL MIO OBIETTIVO E’ CREARE LAVORO CON IL TURISMO Interview_ Riccardo Sepe Visconti Photo_ Riccardo Sepe Visconti Enzo Buono

C

he peso può avere il comparto del

lenza. Il nostro obiettivo è uno solo, quello

ziamenti per grandi progetti del comparto tu-

turismo sul bilancio della regione

di creare lavoro e il turismo è uno strumento

ristico come quello per la rinascita del “litorale

Campania? Che posto occupa fra

formidabile per la crescita dell’economia - sia

domizio” confinante con il litorale flegreo, una

le priorità individuate nell’ambito dei pro-

a breve che a lungo termine. E l’uso sapiente e

sfida importante per rendere completamente

blemi che l’Amministrazione deve affron-

scientifico dei fondi europei può aiutarci nello

balneabile quell’area e quindi attraente come

tare a breve e lungo termine?

sviluppo del comparto turistico: da novembre

polo per le vacanze. A breve presenteremo an-

La Regione Campania ha tutto: beni culturali

2015 ad oggi sono stati già immessi 2 miliardi

che il nuovo portale “InCampania.com”, per-

straordinari, mare, attività industriali d’eccel-

e 100 mila euro. In questi fondi ci sono finan-

ché la rete è indispensabile per conquistarsi


© Enzo Buono

un flusso sempre maggiore, sia nazionale che internazionale. Il “modello Salerno”, vale a dire la scelta di dedicare energie di progettazione ed economiche per intervenire su una quota del territorio e farne una nuova, inedita meta turistica, trova evidenti richiami nel programma di rinascimento di Pozzuoli promosso dal sindaco Figliolia, che da parte sua non ha mancato di sottolineare l’intesa politica e di visione che vi lega. Cosa pensa dell’ambizioso programma che ha caratterizzato il primo mandato della giunta Figliolia e cosa può fare la Regione per sostenerlo? Agendo nei fatti da “Sindaco della Campania”, con le nostre iniziative di governo andiamo

In alto: la spiaggia di Miseno, isola Pennata e, in fondo, Bacoli e il lago di Miseno. Sotto: l’area costiera della Campania interessata dai progetti regionali di potenziamento del turismo. Nella pag. seguente, il governatore De Luca e il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini al museo ferroviario di Pietrarsa.

anche oltre le competenze di indirizzo e programmazione dell’ente regionale. Pozzuoli è

schini sembra avere segnato un momento

gistico regionale e lo stiamo ultimando; con-

straordinaria, può essere una esemplificazione

di svolta: dal punto di vista della Regione

temporaneamente si sta lavorando sul turismo

dell’idea moderna dei luoghi. È uno dei punti

che valutazione dà delle novità a livello di

sostenibile, in accordo con Ferrovie dello Stato

principali per lo sviluppo della Regione, una

gestione della risorsa

priorità del nostro governo. Non c’è al mondo

culturale che ha intro-

un altro sito con la concentrazione di patrimonio

dotto?

ambientale, artistico e storico di questa città e

In un clima politico e socia-

del comprensorio flegreo. Vogliamo lanciare

le di imbarbarimento come

la sfida del riconoscimento come patrimonio

quello in cui stiamo viven-

Unesco dell’area e Pozzuoli deve essere il

do, la cultura rappresenta

centro di un grande distretto turistico. Ma non

uno degli argini più im-

mettiamo freni alle ambizioni: il porto potrà

portanti. Quindi, qualsiasi

essere uno scalo crocieristico. Basta avere

provvedimento che superi

progetti di qualità e fattibili.

contrapposizioni

Nonostante la Campania sia ai primi po-

giche e che hanno fatto

sti per il valore del suo patrimonio stori-

il loro tempo, è un’ottima

co, monumentale ed artistico, fino a poco

notizia. Le maggiorI innovazioni portate da

tà di sviluppo che va accompagnata, organizza-

tempo fa sono state evidenti le difficoltà

questa legge le abbiamo avute proprio nelle

ta. Penso al turismo religioso da supportare con

in cui questo settore, fondamentale per

misure per Pompei e per la Reggia di Caserta.

infrastrutture moderne che recuperano storia

l’offerta di un territorio che voglia dedi-

Inoltre, abbiamo siglato l’accordo con il ministro

e tradizione, è il caso della riattivazione di una

carsi al turismo, si muova. La legge France-

Franceschini per la redazione del piano paesag-

delle linee ferroviarie storiche più suggestive del

ideolo-

Italiane, per valorizzare il

Pozzuoli è straordinaria, può essere un’esemplificazione dell’idea moderna dei luoghi. Non ce n’è al mondo un altro con la medesima concentrazione di risorse ambientali, artistiche e storiche e deve essere il centro di un grande distretto turistico.

polo museale di Pietrarsa a Portici, appena riaperto al pubblico dopo ingenti restauri, e i siti di Ercolano e Pompei. E poi ancora Carditello, Paestum, le isole del Golfo, luoghi di straordinaria bellezza e con grandi potenzialità. Senza trascurare le aree interne. Ogni territorio ha in sé una propria enorme potenziali-

Paese, quella che collega Avellino con Rocchetta Sant’Antonio. Insomma, mi piace pensare la Campania come una risorsa culturale nel suo complesso, all’interno della quale il turista può spostarsi e vivere esperienze diverse fra loro in uno dei luoghi più ricchi di patrimonio e cultura della nazione. Affinché i lavori ai lotti da completare al Rione Terra di Pozzuoli possano riprendere e giungere a termine, è necessario che la Regione sblocchi i circa 70 milioni di euro previsti per questa fase. Naturalmente, le fibrillazioni politiche nazionali non giovano a migliorare il quadro generale: crede di poter fare una previsione precisa sui tempi di intervento? Delle fibrillazioni politiche nazionali m’interessa Linea di sviluppo costiero della Campania

il giusto, sono sempre stato tra quelli che hanno chiesto stabilità per poter governare bene. I fondi per il Rione Terra, tranquillizzo tutti, li ab-


biamo e c’è anche la volontà politica di terminare i lavori. Se ci sono ritardi nell’assegnazione non dipende solo da noi e siamo impegnatissimi affinché lo sblocco possa avvenire in tempi molto rapidi. In più per Pozzuoli, la Regione ha stanziato, e in parte erogato, 87 milioni di euro per il tunnel che collega la tangenziale di Napoli-via Campana con Pozzuoli; 59 milioni per opere di bonifica; 10 milioni di euro per il sovrappasso ferroviario via Campana-parco De Luca, sistemazione di via Artiaco; 14 milioni per il parcheggio di interscambio e terminal di via Campana (e ne occorreranno altri 36 per completare le infrastrutture per raggiungere il centro). Noi crediamo in questo territorio, e lo stiamo dimostrando con i fatti. A Bagnoli/ex Italsider appare chiaro che non si riesce a trovare una soluzione che consenta finalmente di superare lo stal-

mente da Bagnoli, è avvenuta a Pozzuoli, che

buttare la chiave. Invece non abbiamo mai

lo in cui è piombata la riqualificazione di

ha cambiato volto negli ultimi anni.

smesso di lavorare e siamo riusciti, in extremis,

quest’area strategica. Pensa che l’esem-

La Regione sta provando a ridisegnare le

a farci finanziare dal Governo seicento milioni

pio virtuoso di Pozzuoli possa creare un

arterie di collegamento per il trasporto su

per il risanamento del debito e così, da poco,

gomma, tuttavia resta

sono state firmate le transazioni con le impre-

ancora molto difficile

se per riaprire i cantieri. Un’operazione che dà

la riorganizzazione (e

respiro, salva migliaia di posti di lavoro con l’in-

profonda

“effetto domino” utile a sbloccare il recupero dell’ex Italsider? Pozzuoli ha un valore assoluto e nei piani della giunta regionale è al centro di

E’ fondamentale pensare in grande al porto di Pozzuoli come polo crocieristico e commerciale, un hub inserito in un contesto meraviglioso: dal litorale flegreo a quello domizio fino alle isole del Golfo, sfruttare le nostre migliori risorse è questo il progetto di cui mi faccio garante.

riqualifica-

dotto, e ci consente di programmare. Poi, oltre

zione) del trasporto su

a quelli della metropolitana di Napoli, ci sono

ferro

(circumflegrea,

altri cantieri che interessano il territorio: il rad-

cumana) che allo stato

doppio della linea sulla Circumflegrea nel tratto

attuale offre un servizio

tra Pisani e Quarto e della Cumana nel tratto

decisamente

modesto

Dazio-Gerolimini che diminuiranno i disservizi

e sottodimensionato ri-

e consentiranno l’aumento della frequenza dei

spetto alle esigenze di

treni.

popolazione e turisti.

Ho ricoperto l’incarico di Assessore al turi-

Che idee ha la Regio-

smo in un recente passato e ciò mi ha per-

parte del merito per aver fatto arrivare al co-

ne per migliorare il trasporto su ferro nei

messo di comprendere quanto sia determi-

mune di Napoli 270 milioni di euro per la boni-

Campi Flegrei?

nante gestire un’alta capacità ricettiva in

fica dell’area Italsider, passaggio da cui non si

Stiamo realizzando una rivoluzione anche nei

termini di posti letto. Il turista che si fer-

può prescindere se si vuole recuperare davvero

trasporti: stiamo risanando i conti e potenzian-

ma a dormire in un territorio, infatti, è un

quella zona. Adesso c’è bisogno di passare dal-

do infrastrutture e mezzi. Abbiamo già fatto un

turista che lì spende. Per questa ragione

le parole ai fatti, dalla logica “dell’ammuina” a

miracolo. L’Eav, azienda dei trasporti regionale,

penso che, poiché attualmente Pozzuoli ha

quella della serietà che prevede progetti messi

era sull’orlo del baratro, 700 milioni di debiti

solamente un migliaio circa di posti letto

nero su bianco e realizzabili, cosa che, diversa-

accumulati, una cosa da chiudere i battenti e

nella ricezione alberghiera, in attesa di do-

un’area turistica che partendo da Bagnoli finisce al litorale domizio: si tratta di uno dei siti in cui è possibile realizzare migliaia di posti di lavoro. Quanto a Bagnoli, mi prendo una


tarsi di strutture adeguate, potrebbe essere utile stringere accordi con la vicina isola d’Ischia che ha una capienza di 40mila posti, riuscendo così a dare un prodotto turistico rinnovato nell’offerta, con reciproco vantaggio in termini di maggiore presenze e, quindi, di crescita economica del settore. Lei pensa che ci siano le caratteristiche giuste per individuare un’area di Sistema Turistico Locale nelle località di Pozzuoli Campi Flegrei - Ischia - Procida? Assolutamente sì. Quando affermo che Poz-

C’E’ COMPLEMENTARITA’ TURISTICA FRA I TERRITORI DI ISCHIA E POZZUOLI ABBIAMO CHIESTO AL SINDACO DI ISCHIA GIOSI FERRANDINO IL SUO PUNTO DI VISTA SUI RAPPORTI, CHE NON SONO SEMPRE STATI FACILI, FRA L’ISOLA E LA CITTÀ DI POZZUOLI, IL CUI PORTO RAPPRESENTA - INSIEME A QUELLO NAPOLI UN ESSENZIALE PUNTO DI COLLEGAMENTO FRA L’ISOLA E LA TERRAFERMA. Interview_ Riccardo Sepe Visconti

il turista straniero ma per quello interno, che

S

le raggiunge dal porto di Pozzuoli. Anche per

forte stazione turistica della Campania? L’isola ha 40mila posti letto,

questo è fondamentale pensare in grande al

mentre al momento in quella zona la ricettività alberghiera è bassa:

porto, come polo crocieristico e commerciale,

aumentando i collegamenti veloci fra Ischia e Pozzuoli si potrebbe

un hub inserito in un contesto meraviglioso

pensare di dar vita ad un’unica maxiarea turistica - come peraltro era

dove le isole sono le regine del golfo. Dal li-

previsto nella articolazione per sistemi turistici locali voluti dall’ex as-

torale flegreo a quello domizio fino alle isole,

sessore regionale Marco Di Lello?

sfruttare al massimo le nostre migliori risorse è

La regione Campania sta guardando a Ischia in maniera diversa rispetto agli

questo il progetto di cui mi faccio garante.

ultimi anni, tanto che ci ha incentivato a presentare richiesta di finanziamento

zuoli è il centro di un sistema più ampio, comprendo anche le vicine isole di Ischia e Procida che sono un riferimento attrattivo non solo per

29

indaco Ferrandino, è possibile secondo lei creare una sinergia fra i territori dell’area fra Mondragone e Pozzuoli, su cui la Regione intende fare ingenti investimenti con l’obiettivo di ren-

derli competitivi dal punto di vista turistico e l’isola d’Ischia, la più

per il ripascimento degli arenili dell’intera isola per un importo di oltre 30 milioni di euro, e ha già finanziato progetti che superano i 4 milioni: ciò significa che considerano le spiagge un fattore strategico per l’intera Regione. Durante la mia sindacatura, in particolare con il sindaco di Pozzuoli Figliolia ci siamo spesso incontrati per la risoluzione di criticità che sicuramente ci sono, per esempio, soffrono l’intenso traffico che grava sulla città a causa della forte affluenza di auto che scelgono il porto di Pozzuoli per essere traghettate verso Ischia, e non sono sufficienti gli spazi a terra per ospitare tanti mezzi in attesa dell’imbarco. Il sindaco Figliolia è convinto che questo flusso non dia nessun beneficio a Pozzuoli, io su questo non sono del tutto d’accordo, perché in estate possono esserci attese anche di ore, durante le quali i viaggiatori sicuramente usufruiscono delle attività commerciali e dei servizi sul posto. Riflettiamo anche sul fatto che se il cancelliere tedesco Angela Merkel ha deciso di visitare Pozzuoli, e la cosa ha avuto una buona risonanza nei media, è stato perché era diretta a Ischia per un periodo di vacanza. Comunque è indubbio che dei problemi legati al traffico veicolare ci sono, dovuti anche al transito dei camion della nettezza urbana: da tempo abbiamo un confronto sugli orari in cui effettuare questi sbarchi per noi necessari, in modo da non fare danno al territorio di Pozzuoli, ma abbiamo affrontato anche il tema della complementarità turistica delle due zone. Pozzuoli ha dei siti archeologici e culturali conosciuti in tutto il mondo a un tiro di schioppo da noi e Ischia potrebbe sfruttare a suo vantaggio questa contiguità per migliorare la propria offerta ai turisti. Da parte sua, Pozzuoli potrebbe far leva anche sulla fama che ha il nome di Ischia e sull’elevato numero di posti letto dell’isola per avviare concretamente un discorso di economia turistica: le due località non sono in competizione e con la regia della Regione Campania, ragionando senza arroccarsi sulle rispettive posizioni, si potrebbe lavorare in tandem per creare un’area turisticamente ancora più attraente.


LA GENTE A POZZUOLI iS different



ischiacitydivisionepubblicitĂ


© Enzo Buono

T O U R I S M

i

POZZUOLI, UNA MINIERA A CIELO APERTO

I

Text_ Mario Rispoli* Photo_ Riccardo Sepe Visconti Enzo Buono

l Prodotto Interno Lordo da turismo in Italia è stimato al 7% del totale.

la qualità del vivere. Persino i bronzi di Riace quando vennero tirati fuori dalle

Meno che in quasi tutti i paesi avanzati. Il PIL del turismo nel Mezzogiorno

acque ne rimasero impressionati.

è ancora più basso.

Ma il bel paese di fine secolo pensava che lo sviluppo industriale non si sa-

La cosa è bizzarra.

rebbe mai fermato, che il turismo fosse “il petrolio dei poveri” e che l’Italia

Il Mezzogiorno d’Italia è il luogo dove è nata la civiltà occidentale. Per secoli

non sarebbe mai diventata povera. Quanto ai ricercatori dello IASM, venivano

meta di intellettuali che qui venivano per studiare le vestigia greche, romane,

trattati con la sufficienza riservata ai visionari che, come i bambini, stanno nei

rinascimentali e barocche. Qui si sono fatte le prove generali dello stato mo-

banchi senza arrivare con i piedi per terra. Buoni al massimo per i convegni sul

derno con gli illuministi della prima ora. Qui hanno trovato ispirazione artisti,

turismo. Convegni regolarmente frequentati da imprenditori molto attenti a

scrittori, pittori e uomini di scienza. Qui non si può piantare un chiodo che si

pianificare la cementificazione delle coste calabra, campana, pugliese.

sbatte contro qualche reperto (a piazza Municipio, a Napoli, la metropolitana

Poi è arrivata la globalizzazione, le industrie hanno iniziato a delocalizzare e

attraverserà lo scavo archeologico più grande d’Europa). Qui il mare è bellissi-

a noi sono rimaste le macerie di un territorio da ripulire dalle scorie di un’in-

mo e le montagne della Sila fanno un baffo alle Dolomiti.

dustria che non c’era più (e che non ci pensa neanche a ritornare in patria),

Ebbene, in questo luogo baciato dalla fortuna, il turismo – fatta eccezione

con buona pace degli operai e di tutte quelle persone che, come i soldati del

per alcune località – rappresenta la parte marginale di un marginalissimo 7

Risorgimento, avevano pensato alla loro fabbrica come alla patria. “Sono finiti

percento nazionale.

i tempi delle vacche grasse”, annunciò il ministro del turismo di turno.

Forse che non ci si sia pensato per tempo che in un luogo molto lontano dagli

Da allora la paura. La paura della “società liquida” di Bauman, dove il vecchio

scambi commerciali con l’Europa sarebbe stato più conveniente puntare sulla

non c’è più, non si sa quale sarà il nuovo ma si sa per certo che fa paura. Dove

valorizzazione del territorio, cioè sul turismo?

non ci sono più “i posti in fabbrica” e dove non si sa come fare per crearne

Niente affatto. Lo IASM (Istituto autonomo sviluppo Mezzogiorno) dalla fine

dei nuovi.

degli anni ’70 del secolo scorso, ha messo in campo quanto di più avanzato

Anche a Torino: la capitale dell’industria, dove generazioni di meridionali si

in fatto di sviluppo durevole (come si dice oggi), cioè in fatto di economie che

sono spostati armi e bagagli perché, nonostante i progetti degli itinerari turi-

“utilizzino le risorse mantenendole integre per le generazioni future”.

stici, dei consorzi e dei paesi albergo, il Sud rimaneva tanto bello quanto dispe-

L’idea di fondo era che il turismo nel Mezzogiorno potesse essere il volano

rato. Oggi tra i bar della periferia cresciuta in fretta attorno a Mirafiori, i nipoti

di un’economia avanzata in grado di coniugare sviluppo, occupazione e qua-

di quegli operai favoleggiano dei bei tempi andati, di quando c’era il lavoro

lità della vita. Di qui studi, ricerche, progetti: gli itinerari turistico-culturali del

e pure la cassa integrazione. Brutta storia quella dell’industria a Torino. Brut-

Mezzogiorno, i consorzi tra operatori turistici, i paesi albergo, i laboratori per

tissima quella del nostro paese andato a sbattere contro la globalizzazione.


Ma, diceva Einstein, “le crisi non vengono” solo “per nuocere” (il ‘solo’ è un’aggiunta nostra). E’ nelle crisi che nascono le idee migliori. E’ nelle crisi che il vecchio muore e il nuovo sopravvive, diventa forte. La storia delle piccole e medie imprese italiane dopo la crisi del 2008, conferma il pensiero di Einstein. Quelle più innovative, internazionalizzate, sono rimaste in vita, le altre sono morte. E’ da dopo la crisi del 2008 (che non è ancora finita) che il turismo è stato riabilitato da “petrolio dei poveri” a chiave di sviluppo durevole. Niente di nuovo da cinquant’anni a questa parte - annunci dei ministri compresi - se non per il fatto che in un’Europa senza fabbriche il petrolio è diventato il turismo. Ora la questione è: chi glielo dice a quelli dello IASM? Chi gli va a riferire nell’ordine: • che l’Unione Europea individua nel turismo il “motore economico dello sviluppo durevole”; • che il turismo è ritenuta l’attività principale dei paesi avanzati e particolarmente delle aree del Mezzogiorno; • che l’ONU ha dichiarato il 2017 Anno internazionale del turismo sostenibile. • E soprattutto che nel Mezzogiorno allo stato dell’arte o si fa turismo o si muore. In attesa del valoroso, ci scusiamo ma è il momento dei numeri. Su circa 380 milioni di presenze turistiche (Ndr. Le presenze turistiche contano il numero di notti trascorse dai turisti in una struttura alberghiera o extralberghiera) in Italia solo il 20% (76 milioni) vengono registrate

380 milioni di presenze turistiche totali in Italia

nelle località meridionali. Le cose peggiorano se si considerano le presenze straniere che raggiungono circa 20 milioni, il 13% di 160 milioni di presenze

Centro/Nord 80% (304 mil.)

straniere complessive. Il Mezzogiorno fattura circa 4 miliardi di euro dei

Meridione 20% (76 mil.)

circa 32 spesi in Italia dai turisti stranieri. Il Lazio, la Lombardia e il Veneto, singolarmente, fatturano più dell’intero Mezzogiorno. Tutte superano i 5 miliardi di euro. Questo a fronte di un’estensione delle coste che - per il Mezzogiorno - rappresenta i ¾ delle coste dell’intero paese, di un patrimonio ambientale e artistico di eccellenza, come detto, e di un clima favorevole.

Centro/Nord

Nel Mezzogiorno la Campania gioca comunque un ruolo rilevante fatturando

Mezzogiorno

circa 1.5 miliardi, seguita dalla Sicilia con poco più di un miliardo. Presenze turistiche: la provincia di Napoli registra 9 milioni di presenze. La sorpassano solo Venezia (33,5 milioni), Roma (circa 26 milioni), e Milano (11 milioni). In particolare, nel litorale flegreo le dismissioni dell’Ilva, Pirelli, Olivetti, Sofer,

Campania

hanno evidenziato la “debolezza” del mito dell’industria nel Mezzogiorno.

1,5 miliardi di euro circa 4 miliardi di euro

Alle dismissioni industriali si è aggiunto il trasferimento a Giugliano della Base militare Nato di Bagnoli JFC Naples con conseguenze evidenti nelle statistiche delle attività collegate al turismo dell’epoca. I militari e i loro familiari rappre-

Spesa turisti stranieri nel Mezzogiorno e in Campania


© Enzo Buono

sentavano, infatti, una risorsa economica molto importante per Pozzuoli. I Campi Flegrei costituiscono un patrimonio di scienza, storia, archeologia e ambiente unico al mondo, l’Anfiteatro Flavio, il Tempio Duomo, il Serapeo, l’Antro della Sibilla, la Piscina Mirabilis, Cuma, Baia raccontano una storia che rimanda ai fasti dell’Impero. Valori inestimabili ma che necessitano di un’azione di sistema perché possano effettivamente trasformarsi in uno strumento di economia sostenibile, che crei cioè benessere diffuso e alti livelli di qualità del vivere. L’esempio di Pompei (oltre 3 milioni di visitatori nel 2016) conferma che i beni culturali, iscritti in un programma di valorizzazione del contesto ambientale, sono strategici per lo sviluppo. Pozzuoli In questa logica di valorizzazione delle risorse artistiche, ambientali e sociali, va colta la forza espressa dagli interventi del masterplan di riqualificazione dell’ex area Sofer di P. Eisenman prevista per Pozzuoli. Si tratta, come è noto, di un progetto di riqualificazione che punta sul potenziamento dei settori chiave per l’economia e la vita della città: il turismo, il commercio, il tempo libero, il benessere del singolo e lo sport. Questo attraverso la realizzazione tra l’altro, di un’area verde lungo la linea di costa, con spazi dove fermarsi, attività di ristorazione, sportive, piazze, e tutto ciò che sia utile a ridare una dimensione di convivialità ad una città e al suo lungomare. In ultima analisi, a migliorarne la qualità della vita. Il progetto va nella direzione giusta per restituire a Pozzuoli il ruolo che le è stato scippato alla fine del secolo scorso con una serie di interventi dissennati che hanno ridotto uno dei più grandi centri della romanità a scalo marittimo, luogo di transito per migliaia di auto e veicoli pesanti ad altissimo impatto ambientale. Ma Pozzuoli non merita questo. Merita un’attenzione diversa e

sarà a regime, quando tutte le potenzialità saranno espresse.

interventi coraggiosi volti innanzitutto a decongestionare il centro dal traffico

In ultima analisi:

veicolare del porto e all’incremento del trasporto su ferro.

Pozzuoli e i Campi Flegrei rappresentano il territorio ideale per un turismo so-

Pozzuoli e il suo porto hanno potenzialità infinite sul piano della ristorazio-

stenibile che consenta alti livelli di occupazione, benessere e qualità della vita.

ne, dell’intrattenimento, della balneazione. Lo stesso viaggio per le isole deve

I presupposti ci sono tutti: storia, ambiente, clima, intelligenza, passione, pro-

diventare un momento emozionale, nel rispetto di uno scenario che non ha

getti. Un turismo che oggi non è più solo un’opportunità ma una necessità,

simili. Linee veloci, economiche, certo, ma anche mini crociere lungo la costa e

tenendo conto che il turismo è l’unica industria che non può delocaliz-

alla città sommersa di Baia e verso le isole di Ischia, Procida e Capri.

zare la produzione come hanno fatto la Fiat a Torino e l’Italsider di Bagnoli. Il

Il Rione Terra oggi è un enorme cantiere che dovrebbe implementare l’offerta

turismo va consumato sul posto: a meno di non ripiegare sul virtuale, nessuno

di ricettivo di oltre 600 posti letto. Ma il trend delle presenze negli alberghi già

infatti potrà mai godere dell’anfiteatro Flavio, della Piscina Mirabilis, provare

attivi a partire dal 2008 è in costante crescita e ci sono margini per ulteriori

il brivido di trovarsi sul ciglio del regno dei morti, nel cuore pulsante dell’Im-

incrementi. Necessarie, quindi, saranno la creazione di B&B e la riconversione

pero, a un tiro di schioppo da Aenaria e dai pithecusani che hanno inventato

degli alloggi del personale NATO.

il vino. Nessuno potrà vivere tutto questo senza esserci di persona. Come

C’è poi il terzo anfiteatro romano d’Italia (in termini di capienza), che da solo

presenti sono stati Goethe, Stendhal, Plinio, Augusto, forse Ulisse. Ieri come

potrebbe diventare volano di sviluppo della città ma anche della Campania.

oggi, tutti turisti. E sempre con grande soddisfazione.

Ci sono gli incubatori e acceleratori di imprese messi a punto da Città della Scienza di Bagnoli. Vanno a rilento è vero, ma sono importanti per la creazione delle nuove aziende che nasceranno quando il piano di sviluppo della città

* Responsabile Statistiche per A.A.C.S.T. Ischia e Coordinatore della Commissione Valorizzazione Turistica dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli


i

T O U R I S M

TURISMO - POZZUOLI: UN BINOMIO DA COLTIVARE LE PROSPETTIVE DI ESPANSIONE TURISTICA NEL CENTRO PIÙ IMPORTANTE DEI CAMPI FLEGREI ATTRAVERSO LA LETTURA DELLE ATTUALI PERFORMANCES DEL SETTORE ALBERGHIERO. Text_ Mario Rispoli in collaborazione con A.A.C.S.T. Pozzuoli Photo_ Enzo Buono

L

e presenze registrate negli esercizi alber-

delle presenze è infatti da leggersi in relazione al

ghieri di Pozzuoli nel 2016 sono state

programma di riqualificazione avviato dalla città

vivere l’esperienza del viaggio, e quindi di “com-

222.319. La migliore performance negli

e destinato a trovare un ulteriore sviluppo con la

prensione” del territorio, in maniera completa.

ultimi 9 anni, con un incremento di oltre il 38%

realizzazione del progetto di recupero della zona

Oggi, a fronte di un aumento delle presenze tota-

rispetto alle 160.914 nel 2010.

costiera di Eisenman. Un piano coraggioso cui va

li, si registra, infatti, un costante decremento del-

Delle 222.319 presenze, 60.327 sono straniere

il merito di aver trasformato l’immagine di Poz-

la permanenza media, riferito, oltre che ai giap-

(oltre il 27%). Al primo posto già da alcuni anni i

zuoli che, dopo la fuga dell’industria, i bradisismi

ponesi, ai turisti italiani, noti altrove per tempi di

giapponesi, con una permanenza media inferiore

e la ciclica emergenza rifiuti è oggi vista come un

permanenza più ampi. Soggiorni più lunghi sono

ai 2 giorni, bassa, ma in linea con il resto del

luogo ad alta qualità di vita.

invece registrati nell’extra alberghiero, costitui-

Paese (notoriamente i giapponesi visitano molte

L’offerta di turismo è rappresentata da 705 ca-

to in gran parte da campeggi, e che ammonta

località con brevi soggiorni in ciascuna di esse).

mere e 1483 posti letto distribuiti in 26 strutture

a 2.707 posti letto. Fattore positivo da rilevare è

Seguono francesi, cinesi, tedeschi e americani.

ricettive alberghiere. Cui si devono aggiungere le

che il movimento turistico è distribuito in maniera

Una crescita turistica, quella del capoluogo fle-

200 camere per 600 posti letto previste dal pro-

uniforme per quasi tutti i mesi dell’anno, garan-

greo, molto interessante per gli impatti economi-

getto di recupero urbanistico in corso al Rione

tendo livelli occupazionali stabili senza fenomeni

ci generati. Un successo che premia gli sforzi di

Terra, che trasformerà il borgo in un modello in-

di stagionalità e quindi di disoccupazione inter-

quanti hanno creduto che la riconversione indu-

novativo di paese albergo che darà un forte im-

mittente per i lavoratori del comparto.

striale potesse essere condotta in un’ottica turi-

pulso alla notorietà della località.

Se i bassi tempi di permanenza media costituisco-

stica, partendo dalla valorizzazione del patrimo-

L’incremento della capacità ricettiva intende dare

no una criticità, la domanda di turismo c’è, così

nio urbanistico e perseguendo la strada virtuosa

risposta ad una domanda potenziale di turismo

come i progetti per ampliare la capacità ricettiva

dello sviluppo durevole. L’aumento esponenziale

interessata a fruire del soggiorno a Pozzuoli per

della città senza turbarne il “limite di sviluppo”

tempi più lunghi, che consentano al visitatore di


pera certi limiti appunto - che sono definiti da

© Enzo Buono

© Enzo Buono

(quando il complesso dei servizi del turismo su-

Presenze e permanenza media di alberghiero ed extralberghiero 2008 - 2015

un insieme di fattori peculiari della località stessa - si possono innescare meccanismi negativi che privano il territorio proprio di quelle qualità che ne avevano determinato il successo come meta turistica), anzi seguendo un percorso virtuoso di “ospitalità diffusa” che valorizza innanzitutto il tessuto edilizio già esistente. Per le sue peculiarità storiche che ne fanno un sito archeologico in costante espansione e perfezionamento, le tradizioni locali comprese quelle enogastronomiche, la forza evocativa dei luoghi di cui è parte (i Campi Flegrei), Pozzuoli può diventare un modello di economia turistica sostenibile, vale a dire un’economia generatrice di reddi-

© Enzo Buono

to per le generazioni presenti e per quelle future.

* I dati relativi al settore alberghiero sono aggiornati al 2016, per l’extralberghiero si fermano al 2015. Grafici elaborati dall’Ing. Mario Rispoli


i

A R C H I T E C T U R E

UN PROGETTO PER UNIRE TERRA E MARE Text_ Redazione Ischiacity Photo_ COPIN

R

azionalizzare la viabilità e, di conseguenza, consentire al centro storico e al porto di Pozzuoli di riappropriarsi della loro identità, cessando di essere confinati al mero ruolo di luogo di passaggio, e a chi si reca

nelle isole di avere un’area portuale ben organizzata, è sicuramente uno dei problemi con cui si deve confrontare chi ha come obiettivo di cambiare il volto di Pozzuoli. “Liberare”, infatti, il centro dall’eccesso di traffico significa restituirlo alla vivibilità, alle piacevoli passeggiate nelle stradine a ridosso del porto, alle attività commerciali – negozi, bar, ristoranti, pub – che si avvantaggiano moltissimo dell’assenza di auto e sono un complemento indispensabile per una località che voglia offrire un volto accogliente al turista come ai cittadini. La chiave di volta di questa rivoluzione è costituita da un progetto finanziato dalla Regione Campania e dal MIT per complessivi 154 milioni di euro e che è in dirittura di arrivo. Entro pochi mesi, infatti, sarà

ed alla viabilità costiera verso Arco Felice ed i Comuni limitrofi della costa

aperta la galleria “Livio Cosenza” che collegherà direttamente la tangenzia-

flegrea. Infatti, questo intervento infrastrutturale fa parte delle nuove con-

le di Napoli con il nuovo scalo di Pozzuoli, destinato a servire il traffico com-

nessioni stradali tra la Tangenziale di Napoli, il Porto di Pozzuoli e la viabilità

merciale verso le isole. La progettazione di dettaglio è stata condotta da un

costiera. L’opera costituisce, inoltre, un elemento fondamentale del piano

gruppo di professionisti italiani, AK Ingegneria Geotecnica, IC srl, ImGECO

di evacuazione dalla città nel caso di pericolosa riattivazione dei fenomeni

srl e dal professor Sebastiano Pelizza; il Contraente Generale è la Copin

bradisismici. Questi due aspetti funzionali fanno sì che sia considerato un

Due S.p.A., Società per la Valorizzazione dell’Area Flegrea, mentre la fase

progetto infrastrutturale strategico per l’Area, previsto nell’ambito del pro-

costruttiva è stata affidata dal Contraente Generale al socio Sabesa S.p.A.

getto elaborato dall’architetto Peter Eisenman per la riqualificazione dell’A-

Sono quasi pronte le due gallerie monodirezionali, ciascuna a due corsie,

rea Flegrea, che comprende gli interventi stradali del Piano Intermodale, il

della lunghezza di un chilometro circa, complete di marciapiedi, banchine e

recupero storico-archeologico e funzionale del Rione Terra, il miglioramento

piazzole di sosta; a monte, si innestano su un nuovo sistema rotatorio su cui

della rete ferroviaria locale tramite la connessione con il sistema metropo-

convergono il nuovo svincolo “Via Campana” della Tangenziale di Napoli, la

litano regionale e l’allargamento e potenziamento del porto di Pozzuoli e

Via Fascione e la “Variante Solfatara”. Ugualmente, a valle, si collegano con

della ex area industriale Sofer-Ansaldo. E’ proprio nelle strutture dismesse

un nuovo sistema rotatorio che conduce, oltre che al porto commerciale di

di questa azienda che affacciano sul mare a circa un chilometro dall’attuale

Pozzuoli, che è in realizzazione appunto, al centro urbano antico della città

scalo, che si collocherà, infatti, il nuovo porto, che usufruirà di servizi (che


In queste pagine, fasi dei lavori al tunnel della tangenziale In basso, il rendering che mostra come si presenterà la zona del porto all’altezza del nuovo scalo, una volta terminati i lavori della galleria.

mancano attualmente) ospitati all’interno dell’ex Sofer e consentirà ad auto,

zona sismica, in un contesto archeologico e industriale ricco di evidenze, e in

bus, mezzi pesanti di raggiungere l’imbarco per le isole senza doversi recare

una zona fittamente urbanizzata. Inoltre, il tunnel ha dovuto sovrapassare

fino al centro, come avviene oggi. Si raggiungerà così l’obiettivo di ridurre

il collettore fognario di Cuma, l’unico emissario dell’Area Flegrea e di Napoli

considerevolmente il traffico diretto agli imbarchi e che limita al momento

Occidentale per cui non poteva essere messo fuori servizio. Nonostante la

la possibilità di completare il profondo restyling del centro e ampliare le aree

complessità dell’opera, sono state adottate tecnologie di scavo che sem-

dedicate solo a pedoni e attività ricreative e commerciali. E, d’altra parte, è

plificano il processo di costruzione, riducendo i rischi di allungamento dei

evidente come anche chi è munito di un mezzo di trasporto avrà grande

tempi di esecuzione rispetto a quelli previsti in progetto e, infatti, iniziati

vantaggio dal poter raggiungere il porto direttamente dalla tangenziale,

nell’agosto 2014, i lavori, comprese l’impiantistica e la sistemazione esterna,

evitando penose code nel traffico del centro.

saranno completati entro il 2017. Mettendo a disposizione di migliaia di

Dal punto di vista tecnico, i progettisti della nuova galleria hanno dovuto

persone uno strumento efficiente di collegamento e razionalizzazione del

affrontare - e risolvere - difficoltà dovute al fatto di trovarsi a lavorare in una

traffico che costituirà uno dei tasselli fondamentali della nuova Pozzuoli.


P O L I T I C S

i

UN GRANDE AMBITO PER UNA GRANDE RETE Interview_ Pasquale Raicaldo Photo_ Enzo Buono

C

’è una sfida, intrigante, dalla quale dipendono le sorti della Campania: conquistare il mondo. Detta così, parrebbe proibitiva. Ma ci sono solidi motivi per crederci e la parola chiave è turismo. Non ha dubbi Nicola Marrazzo, classe 1957, ischitano d’adozione, nato ad Arzano, laureato in Medicina all’Università “Federico II” di Napoli, presidente della commissione regionale permanente che si occupa di Attività produttive, Industria,

Commercio, Turismo, Lavoro. In pratica, di futuro. E all’interno di questa programmazione di amplissimo respiro, l’area che si estende dal litorale domizio fino a Pozzuoli è oggetto di particolare attenzione, l’obiettivo è una riqualificazione che tocchi la viabilità, infrastrutture di primaria importanza, il recupero urbanistico - dell’area costiera, ma anche di luoghi di grande pregio monumentale e naturalistico. Per creare un territorio che sia pronto a diventare una destinazione turistica che abbia concrete possibilità di successo, visto che le premesse dal punto di vista della unicità della sua storia e della sua bellezza ci sono tutte. Pozzuoli, in particolare, gioca un ruolo di primissimo piano, si potrebbe dire di capofila in questo progetto, dato che la città sta già procedendo da tempo nel suo percorso di recupero, e i risultati sono davvero notevoli. E vanno nella direzione che l’onorevole Marrazzo considera l’unica percorribile:

© Enzo Buono

“Si deve fare in modo che tutti conoscano la Campania. Perché questo è un territorio unico, ma c’è chi non lo sa, e l’obiettivo è sapersi raccontare”. Che ruolo ha il comparto del turismo rispetto alle prospettive di

crescita del nostro turismo, che ha vissuto in questi ultimi tempi ondate

crescita della regione Campania?

eccezionali, serve un ulteriore step, in un mondo globale siamo efficaci

Il Pil turistico incide notevolmente sul bilancio regionale, non v’è dubbio

solo se raggiungiamo tutti i potenziali turisti. Altrimenti, falliamo. E fallire

alcuno. Però, più che sui numeri nudi e crudi, batterei su un fattore: non

vuol dire non essere in grado di mettere a frutto il patrimonio inestima-

facciamo prendere troppo dall’euforia, legata a una congiuntura straor-

bile di cui disponiamo. E’ per questa ragione che abbiamo intrapreso una

dinaria che ha portato benefici, in termini di flussi e ricchezza, al nostro

strada chiara e netta: valorizzare la nostra bellezza.

territorio. Mi riferisco alla geopolitica e al rischio terrorismo, che hanno

Lei ritiene che il turismo sia la giusta soluzione alla crisi occupazio-

di certo prodotto dei vantaggi per le isole del Golfo, per Napoli, per la

nale del Sud (in particolare della Campania)?

Costiera. Ecco, più che adagiarci sugli allori è forse il caso di produrre,

Si tratta del miglior viatico possibile per iniziare a risolvere la questione

oggi più che mai, sforzi consistenti per far conoscere le bellezze della no-

meridionale. Il livello di disoccupazione è alto, le statistiche sul mondo del

stra terra. Il turismo è un’intera filiera, che parte dall’efficace promozione

lavoro non sono confortanti. Non occorre nasconderci, ma rimboccarci

del territorio e si traduce nell’accoglienza. Madre Natura ci ha donato

le maniche. Comprendendo che il turismo può e deve essere il nostro

un territorio ricchissimo dal punto di vista paesaggistico, naturalistico,

petrolio.

storico-culturale, archeologico. Per metterlo a sistema, basterebbe poco:

Crede sia possibile che un’economia come quella del territorio di

promuoverlo. Questa regione è davvero un “unicum”, credetemi: in quale

Pozzuoli che è stata imperniata a lungo, e fino a pochi anni fa,

altra parte del mondo, del resto, individuate un’area così bella, con un

sull’industria, dopo la massiccia chiusura di tante aziende (Olivet-

clima favorevole e in grado di accogliere nel migliore dei modi un turista?

ti, Sofer, Selenia, Pirelli, etc.) si possa riconvertire in tempi ragio-

Sono franco: non ce ne sono. Ma per rendere realmente strutturale la

nevolmente brevi in turistica? Ed in tal caso, cosa occorre fare?


Come l’Ente Regione può rendersi promotore di questa riconversione? La Regione Campania può e deve fare da traino, è doveroso impegnarci perché la nuova legge regionale sul turismo si traduca in concreti benefici, promuovendo sul serio la crescita degli ambiti turistici locali e coinvolgendo il mondo privato con una nuova efficacia. Infatti, non è più tempo di iniziative di esclusiva matrice pubblica, ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, a cominciare dall’imprenditoria, dalle associazioni di categoria, da Confindustria. Faceva riferimento alla possibile conversione turistica di certe parti del nostro territorio e l’area puteolana che lei cita è un esempio eclatante. Aveva una forte vocazione industriale, ma una serie di concause - anche in parte la congiuntura globale del settore manifatturiero - impone da tempo l’opportunità di rivolgere una quota almeno dell’economia di quel territorio ad un altro ambito, e quello turistico è sicuramente promettente. Il patrimonio storico-monumentale e naturalistico di quell’area - penso a tutti i Campi Flegrei - è infatti indubbio, ma è assolutamente necessario investire sulla sua attrattività a livello mondiale, insomma bisogna offrire servizi di qualità e farsi conoscere: questa è una

Più che di opportunità, parlerei di un processo assolutamente indispensa-

sfida da affrontare al più presto.

bile. Viviamo in un territorio complesso e variegato, ma proprio questa ca-

Secondo lei - che conosce Ischia molto bene - potrebbe nascere,

ratteristica può e deve esserne il valore aggiunto: ci sono dei fili condutto-

tra Pozzuoli e l’isola una (seria) sinergia affinché si lavori strategi-

ri, come i millenni di storia che affondano alle origini della Magna Grecia, che accomunano Ischia e l’area puteolana. L’idea di

camente insieme? Mi spiego meglio: Ischia ha i posti letto (40mila) che attualmente mancano a Pozzuoli, ma nei Campi Flegrei ci sono attrattive culturali (storiche, archeologiche, artistiche e naturalistiche) - il Parco Archeologico con i suoi tanti siti (soprattutto il Rione Terra e gli scavi sotterranei, le antiche vestigia sommerse e il Museo di Baia, l’Anfiteatro Flavio, il Serapeo, il parco archeologico di Cuma, l’Antro della Sibilla, la piscina mirabilis etc.), la Solfatara, i laghi di Averno e Fusaro, le oasi naturalistiche degli Astroni e di Monte Nuovo - quindi le due aree potrebbero essere funzionali l’una per l’altra e soprattutto i “pacchetti vacanze” potrebbero

L’idea di un grande ambito turistico che metta in rete le nostre straordinarie bellezze, ragionando in termini di complementarità e non di alternativa, può essere vincente. Solo così potremo realmente vincere la sfida del turismo globale: Ischia e Pozzuoli, ma anche Procida e il litorale domizio, su cui la Regione Campania investirà risorse consistenti.

essere venduti “in ticket”: sfruttando l’appeal culturale e commerciale che offre la terraferma e la comodità re-

un grande ambito turistico che metta in rete le nostre straordinarie bellezze, ragionando in termini di complementarità e non di alternativa, può essere vincente. Solo così potremo realmente vincere la sfida del turismo globale: Ischia e Pozzuoli, ma anche Procida e il litorale domizio, su cui la Regione Campania investirà risorse consistenti. Corro il rischio di ripetermi: ma vedere concentrati in un territorio così piccolo risorse e bellezze così straordinarie, come quelle che elencava poc’anzi, rende la potenziale offerta turistica unica nel suo genere. Tanto più se ragioniamo in termini ancor più ampi, includendo grandi attrattori come Napoli, la Costiera, Pompei ed Ercolano. E così dobbiamo fare: del resto, i grandi flussi del turismo

orientale ragionano su tour accelerati, che abbraccino più destinazioni in

sidenziale che caratterizza Ischia… Tutto questo se solo si miglio-

poche ore. Il nostro valore aggiunto è avere tutto qui, concentrato: le ter-

rasse la rete di collegamenti veloci che uniscono Pozzuoli all’isola

me e il mare, l’archeologia, la storia, il paesaggio. Aggregarli significherà

d’Ischia (e Procida). Cosa pensa di tale opportunità?

vincere la sfida, vedrete. (nella pag. accanto il lago di Lucrino)

La ricerca, eseguita in Google Trends l’8 maggio 2017, mostra la frequenza con cui vengono inseriti in Google in tutte le Lingue ed tutto il Mondo alla categoria di ricerca Viaggi, le keywords Ischia, Capri, Pozzuoli, Campi Flegrei. Dal diagramma è evidente come, a differenza di Ischia e Capri, la frequenza di ricerca per Campi Flegrei sia pari a zero, anche Pozzuoli è un termine digitato molto poco, segno inequivocabile che si tratta di aree non riconosciute dal mercato turistico: non sono un prodotto-destinazione e, pertanto, come sostiene il nostro direttore nel suo editoriale, potrebbero avvantaggiarsi di una più stretta sinergia con il brand Ischia.


H I S T O R Y

i

PUTEOLI UN SALTO NEL PASSATO LUNGO 2000 ANNI Text_ Silvia Buchner Pencil and ink_ Vincenzo Michieli Photo_ Riccardo Sepe Visconti Dayana Chiocca Enzo Buono

C

icerone, il più famoso oratore romano, vi costruì una delle sue ville e

decennio prima avevano fondato nell’isola di Ischia Pithecusa, la più antica

aveva a Puteoli molti amici e molti interessi, l’imperatore Adriano vi

delle tante colonie che composero la Magna Grecia, per espandersi si rivolse-

fu sepolto (in attesa di essere definitivamente collocato nel colossa-

ro alla terraferma prospiciente: nacquero infatti in rapida successione Cuma,

le monumento funebre costruito espressamente per lui, oggi famoso come

a breve distanza dalla futura Puteoli, e qualche chilometro più a sud Neapo-

Castel S. Angelo, a Roma), i poeti, da Lucilio a Stazio, in epoca repubblicana

lis, mentre un gruppo di esuli dalla città greca di Samo diede vita alla città di

come in età imperiale, coniarono per Puteoli appellativi e immagini efficaci a

Dicearchia, scegliendo di stabilirsi nel luogo in seguito occupato da Puteoli.

rendere lo splendore e la ricchezza, le mille attività commerciali e produttive

Anche la potenza romana in tumultuosa espansione aveva compreso subito

che per secoli hanno caratterizzato quella che a tutti gli effetti è stata una

l’importanza strategica di una posizione come quella: una bellissima, ampia

delle prime città dell’impero. Era definita, infatti, Delus minor (“piccola Delo”

insenatura nei Campi Flegrei, alle spalle un entroterra agricolo fertile come

o “seconda Delo”, l’isola nell’arcipelago delle Cicladi che fu il più importante

pochi, baie perfette per riparare le flotte, qualche altura sicura su cui erigere

centro di scambio di merci e schiavi nel Mediterraneo durante l’espansione

il cuore pulsante delle città. Non stupisce, quindi, che durante le guerre pu-

romana, ruolo che in una fase successiva fu assunto proprio da Puteoli) e il

niche (in particolare alla fine del III a.C.) la futura Puteoli avesse assunto un

suo litorale fu descritto come “le terre che ospitano il mondo intero”.

ruolo strategico nella difesa contro i Cartaginesi, anche se la sua fortuna fu

In realtà, già alla fine dell’VIII sec. a.C. gli intraprendenti greci che qualche

di diventare assai presto il mercato di quella che sarà la capitale dell’impero.

42

Gli studiosi hanno ricostruito che nella bella stagione al porto di Puteoli scaricavano ben più di un migliaio di navi di media dimensione solo per soddisfare il fabbisogno di grano; a ciò si devono aggiungere le operazioni di carico di migliaia e migliaia di imbarcazioni più piccole che trasportavano poi questo grano fino a Roma, risalendo il fiume Tevere. Il porto, i magazzini e le navi che vi attraccavano erano protetti da un molo imponente per struttura e decorazioni, oggi completamente scomparso. Lungo 372 mt e largo 15, correva su una serie di arcate che poggiavano su 15 pilastri. Le arcate spezzavano l’urto delle onde e facilitavano il deflusso dell’acqua del porto, le estremità erano contrassegnate da due archi trionfali, mentre due colonne onorarie reggevano le statue dei Dioscuri, divinità tutelari dei naviganti.


E’ del 194 a.C. la fondazione della colonia: da quel momento, e per molti

di Trimalcione, episodio centrale del romanzo Satyricon (scritto da Petronio

secoli, il legame fra la città campana e Roma fu strettissimo, gli imperato-

probabilmente nel I sec. d.C.), che ha come protagonista un liberto ricchissi-

ri la visitarono e intervennero direttamente nella sua vita amministrativa,

mo e cafone, era ambientata proprio in una fastosa villa puteolana.

aristocratici, potenti, personalità celebri vi soggiornarono, ma soprattutto

Costosa porpora dalla città fenicia di Tiro, pietre preziose e perle, profumi

una moltitudine di uomini (e donne) delle nazionalità più diverse la abitò

e incenso, schiavi asiatici, ma anche stoffe di lino egiziano, vini greci, carta

costruendo (entro i limiti posti da una cultura che oggi consideriamo inevi-

di papiro, vetri e metalli, e ancora olio, salsa di pesce, grano dall’Egitto (che

tabilmente per tanti aspetti lontana dalla nostra) una città aperta, vitale e

merita un discorso a parte), marmi, legnami e tantissimo altro passava per

cosmopolita. A conferma di ciò, secondo molti studiosi, la celeberrima cena

le centinaia di magazzini che riempirono in breve la città. Mano a mano che


Roma si espandeva nel bacino del Mediterraneo, in particolare a Oriente, la

si trovava in città. Era nei pensieri dei commercianti locali, sulle tavolette ce-

crescente domanda di beni di lusso fu colta e soddisfatta dai mercanti pu-

rate dei banchieri, affollava alcuni quartieri nella parte ovest del porto, dove

teolani, pronti a intercettare, nonostante il costante pericolo costituito dai

residenti asiatici tributavano il culto dovuto ai loro dei e al prosaico desiderio

pirati e dalle avversità atmosferiche, merci di pregio (o anche meno costose

di arricchirsi”: prendiamo a prestito queste efficaci parole di Gennaro Di

ma di sicura vendita) e a portarle con le loro navi in città, da dove prende-

Fraja (i suoi affascinanti articoli che ricostruiscono con vividezza la storia di

vano soprattutto la via della capitale. Siria, Egitto, Fenicia, Grecia, Costa

Puteoli si possono leggere nel sito www.cittavulcano.wordpress.com) che

anatolica, da queste regioni in particolare giungevano i prodotti ma anche i mercanti che si stabilirono a Puteoli, e naturalmente arrivavano migliaia e migliaia di schiavi che ebbero un ruolo fondamentale nella prosperità e nel successo di questo sistema. Tanti furono, infatti, nei secoli gli ex schiavi (i liberti) che presero le redini (arricchendosi a loro volta) degli intensissimi e fruttuosi traffici per conto dei loro padroni, cittadini romani (spesso senatori che dovevano aggirare la legge che proibiva loro di esercitare commerci in prima persona), per contrattare ed acquistare in tutto il Me-

tratteggiano assai bene il rapporto fortissimo che la

Porpora fenicia, pietre preziose e perle, profumi e incenso, schiavi asiatici, lino egiziano, vini greci, carta di papiro, vetri e metalli, e ancora olio, salsa di pesce, grano, marmi, legnami e tantissimo altro passava per i magazzini di Puteoli.

diterraneo ed oltre (basti pensare che il liberto di un

città aveva con l’est del Mediterraneo e oltre. Tornando alla religione, nel 61 d.C. da una delle migliaia di imbarcazioni che toccavano le coste puteolane scese anche l’apostolo Paolo di Tarso, nel suo viaggio verso Roma: gli atti degli Apostoli raccontano che si fermò per una settimana presso la comunità di cristiani già presente in città, probabilmente una delle prime nella penisola. A Puteoli si installarono anche tanti artigiani, spesso portando con sé competenze prima sconosciute e realizzando in loco produzioni (coloranti, cosmetici, profu-

mercante di Puteoli a causa di una tempesta con la sua nave giunse fino

mi, vetri) che venivano poi commercializzate, senza dimenticare la ricchezza

alle coste di Ceylon). Culti religiosi riservati a divinità “straniere” rispetto

agricola del territorio circostante. Tuttavia, è nel rifornimento del grano una

a quelle romane sono un segnale inequivocabile della presenza di questa

delle ragioni principali del ruolo portante che la città campana rivestì per se-

variegata popolazione: grazie alla documentazione archeologica sappiamo

coli. Roma, infatti, in età imperiale giunse ad avere oltre 1 milione di abitanti e

che - già dall’età repubblicana - vi erano templi di divinità siriache, egizie,

il regolare approvvigionamento del cereale da distribuire (a prezzi calmierati)

fenicie; addirittura è attestata l’esistenza di un tempio per Dusares dio-sole

alla popolazione costituì una delle principali preoccupazioni degli imperatori.

venerato dai Nabatei, arabi provenienti dalla città di Petra che si erano ar-

Tuttavia, il porto più prossimo, quello di Ostia, era inadatto allo sbarco di

ricchiti con il commercio carovaniero (facendo cioè da intermediari fra le

grandi navi, mentre la baia di Puteoli si prestava magnificamente ad acco-

popolazioni dell’interno dell’Arabia e i mercanti che portavano le merci,

gliere in rada anche imbarcazioni di notevoli dimensioni, quali erano quelle

incenso e mirra per esempio, fino in Italia), e il nucleo presente a Pozzuoli

provenienti da Alessandria d’Egitto, cariche di grano che andava a riempire i

aveva una consistenza ed una capacità economica tale da permettersi l’edi-

tantissimi magazzini della città. A bordo di navi di stazza inferiore (che pote-

ficazione di un luogo di culto. “Visto da Puteoli, l’Oriente non era lontano:

vano anche risalire il Tevere) raggiungeva poi Roma: si pensi che l’interruzio-


Il Serapeo costituisce da circa 2000 anni uno straordinario strumento di registrazione delle variazioni del livello del suolo puteolano, dovute al fenomeno del bradisismo. I segni degli organismi marini che perforano le rocce (litodomi) ben evidenti sulle sue colonne più alte arrivano a circa 10 mt di altezza e indicano un abbassamento del suolo di altrettanti metri, dall’epoca di costruzione fino alla massima sommersione, probabilmente avvenuta in epoca medioevale. Sulla base di misure effettuate a partire dall’inizio dell’800, sappiamo che il livello del Serapeo si è abbassato in maniera regolare con una velocità media di circa 1 cm per anno fino al 1970. In quell’anno iniziò una fase di bradisismo ascendente che portò il 2 marzo 1970 a ordinare lo sgombero di Rione Terra.

Puteoli dalle 70.000 alle 100.000 tonnellate di grano alessandrino, ma c’era

problemi assai seri, fino a disordini nella capitale, al punto che l’imperatore

anche quello proveniente dal nord Africa e non bisogna dimenticare che,

Claudio, pur di non rischiare la carestia, concesse forti incentivi ai mercanti

accanto al rifornimento di Roma, c’erano le richieste del mercato privato. E

che decidevano di avventurarsi in mare anche d’inverno. Il filosofo Seneca

se - mettendo a frutto tutte le competenze dei suoi ingegneri - l’imperatore

fu testimone d’eccezione dell’arrivo di queste navi e lo racconta in una delle

Traiano agli inizi del II d.C. finalmente riuscì a creare un porto che consentis-

sue lettere: “Oggi sono comparse improvvisamente le navi alessandrine che

se l’approdo delle navi con il grano direttamente sulla costa laziale (odierno

di solito precedono la flotta (carica di grano) e ne preannunciano l’arrivo, si

Fiumicino), tuttavia Puteoli mantenne ancora a lungo un ruolo di rilievo nel

chiamano tabellariae. In Campania le vedono volentieri: tutta la popolazione

commercio e negli scambi, almeno fino al IV d.C.

di Puteoli si accalca sul molo e anche in mezzo a tante navi riconosce quelle

Il fervore di iniziative, i fiumi di denaro, le ricchezze che nascevano conti-

alessandrine dal tipo di vele…”. “L’arrivo della flotta fugava anche quell’anno

nuamente a Puteoli trovano un riflesso - come dire - oggettivo nell’intensa

la minaccia della carestia, segnava il momento più atteso dopo la riapertura

attività edilizia di cui l’archeologia, sia pure con le difficoltà poste dal fatto

della stagione di navigazione e faceva ben sperare in merito agli affari conclusi

che la città ha continuato a vivere nei secoli successivi su quella antica, re-

sulle sponde del mar Rosso” (Di Fraja cit.). Le “tabellariae” infatti servivano

stituisce continuamente testimonianze, spesso eccezionali. Se, infatti, sono

anche come navi postali, recapitando dispacci e comunicazioni che per i fi-

rimasti sempre sotto gli occhi di tutti monumenti di età imperiale simbolo

nanzieri ed i negotiatores puteolani erano della massima importanza, dato

di Pozzuoli come l’anfiteatro flavio (il terzo d’Italia per dimensioni dopo il

che potevano annunciare gravi perdite o forti guadagni.

Colosseo e l’anfiteatro di Capua) e il tempio di Serapide (in realtà un’area

In età augustea (fra fine I sec. a.C. e inizi I d.C.) affluivano annualmente a

di mercato), nel 2008 è stato scavato lo Stadio fatto erigere dall’imperato-

© Enzo Buono

© Enzo Buono

ne di questo flusso che aveva in Puteoli il suo snodo nevralgico comportava


re Antonino Pio, struttura anch’essa unica nel suo genere, e dall’area del

privilegiato della città, una sorta di acropoli, dove con la consueta abilità,

Rione Terra (grazie alle indagini iniziate nel 1993) ci arriva una documen-

realizzando quando necessario imponenti muraglioni di sostegno e terraz-

tazione di altissima qualità sulla storia di Puteoli romana. Rione Terra è la

zamenti, nell’antichità si sfruttò ogni centimetro quadrato, innalzando una

collina che domina il porto, proiettandosi verso il mare, una di quelle alture

selva di edifici così ben strutturati che, come vedremo, sopravvissero ai loro

che gli antichi non mancavano mai di sfruttare. Caratterizzata da pendii

creatori molti e molti secoli. La cesura drammatica che segnò insieme la fine

scoscesi, durante i periodi più turbolenti (per esempio le guerre puniche,

della vita plurimillenaria del Rione Terra e l’inizio di una nuova storia che è

ma anche dopo naturalmente) fu scelta come luogo di difesa, perfetto per

quella che vogliamo raccontare in queste pagine, fu la fortissima ripresa

asserragliarsi e resistere agli eserciti avversari, ma anche rifugio ideale per

del bradisismo nel territorio di Pozzuoli, e in particolare al Rione Terra e nel

la popolazione durante le invasioni barbariche, al punto da essere stata abi-

sottostante centro storico della città, nel periodo 1970-1983. In realtà, il

tata ininterrottamente in pratica per duemila anni. In epoca di pace, infat-

bradisismo, che è un fenomeno geologico collegato alla natura vulcanica

ti, la sua posizione dominante, ben visibile da lontano, ne fece un luogo

dei Campi Flegrei, ha contrassegnato da sempre le vicende di queste terre: ciclicamente il suolo si solleva (bradisismo ascendente) o si abbassa (discendente), portando con sé sott’acqua tutto ciò che era vicino al mare (è il caso dei moli e dei magazzini costruiti sul litorale durante l’epoca romana e ora totalmente sommersi), o dissestando il suolo e ciò che c’è sopra quando è


Puteoli era così ricca che ebbe due anfiteatri. Del più antico e di minori dimensioni, si conserva poco; l’Anfiteatro Flavio, invece, che fu costruito nella seconda metà del I sec. d.C., è molto vicino nell’architettura al Colosseo e fu realizzato totalmente a spese delle casse della città. Osservandolo oggi, si deve tener conto del fatto che è andato distrutto il terzo livello, quello più alto; gli spalti potevano contenere fra i 30 e i 40mila spettatori, che nelle giornate più calde si giovavano dell’ombreggiatura creata da un sistema di vele mosso dai marinai della flotta di stanza a Miseno. I sotterranei, molto ben conservati, erano un dedalo organizzato, con elevatori, carrucole e macchinari che sollevavano gladiatori e animali fino all’arena. A morire nell’arena di Puteoli furono condannati anche diversi martiri cristiani, il più famoso fu S. Gennaro, ma la leggenda tramanda che le bestie si inginocchiarono mansuete ai suoi piedi. Il Santo fu poi decapitato nel 305 d.C. nei pressi della Solfatara, mentre l’episodio dell’anfiteatro è il soggetto di un quadro dipinto da Artemisia Gentileschi nel 1636, e che è possibile vedere all’interno del duomo restaurato al Rione Terra.


Fra il 1970 e il 1983 il Rione Terra e il centro storico di Pozzuoli, a causa di una forte ripresa del fenomeno del bradisismo che comportò un notevole innalzamento del suolo e scosse di terremoto, furono evacuati e la popolazione, circa 6000 persone, fu sfollata - non senza polemiche che sono documentate dai giornali dell’epoca. Per dare loro un’abitazione furono costruiti i quartieri di Monterusciello e Rione Toiano, mentre i due nuclei storici della città abitati ininterrottamente per oltre duemila anni rimasero vuoti. Fino al progetto di recupero iniziato nel 1993, che prevede la ristrutturazione dei palazzi presenti al Rione Terra per farne strutture alberghiere, e che ha consentito di finanziare un vasto e complesso scavo archeologico dal quale sono emersi edifici e reperti di epoca romana, spesso di grandissimo valore. Nell’immagine della pagina accanto, un particolare dell’incisione realizzata nel 1584 dal cartografo Mario Cartaro per illustrare la costa flegrea, in cui è documentato il tempio di Augusto sulla sommità del Rione Terra, e la scritta in latino lo definisce “chiesa di S. Procolo, in passato tempio di Giove”.

in fase ascendente. Negli anni ’70 l’innalzamento in alcuni punti raggiunse

mento in cui è iniziato il lavoro di recupero, al di sotto dei palazzi diroccati

i 170-180 cm e il fenomeno fu accompagnato da scosse di terremoto. Il

sono subito apparsi quelli antichi, una città sotto la città, insomma, “strade

Rione Terra allora era abitato da circa 6000 persone, che vivevano in case

sotto le strade”, un reticolo di condotte fognarie come solo i Romani sape-

già molto deteriorate e in condizioni igieniche non accettabili, e che pure si

vano fare e numerose cisterne perfettamente conservate. Grazie al progetto

fece fatica ad allontanare da quello che consideravano il loro quartiere (nel

Rione Terra si è potuto condurre una serie di campagne di scavi archeologici estensivi (e assai complessi), che hanno restituito

tempo per loro furono poi realizzate due aree di nuova urbanizzazione). Per due decenni quei luoghi popolati ininterrottamente per millenni rimasero totalmente vuoti. Un buco nero all’interno della città che agli inizi degli anni ’90 è diventato protagonista di un progetto di recupero urbano che si può considerare ad oggi uno dei più ambiziosi d’Europa per gli obiettivi che si è posto e gli ostacoli che ha dovuto superare. Gli edifici oggetto di totale ristrutturazione sono una fitta serie di palazzi signorili (e inoltre, il Vescovado e alcune chiese), frutto

Sotto gli edifici seicenteschi del Rione Terra sono stati riportati alla luce botteghe, magazzini, strade della città romana e una grande quantità di statue e decorazioni architettoniche esposte oggi al museo di Baia.

di un’imponente attività edilizia di epoca seicentesca,

larghe parti dell’acropoli di una delle più importanti città di tutto il mondo romano. Oggi, visitando il percorso archeologico si riesce facilmente ad immaginare le difficoltà che sono state affrontate. Si è scavato da 1 a 4 piani al di sotto degli edifici seicenteschi, togliendo migliaia di tonnellate di terreno, dopo aver puntellato i palazzi soprastanti: un lavoro condotto quasi interamente nel sottosuolo, con tutte le implicazioni logistiche che ciò ha comportato. I risultati sono stati però eccezionali: attualmente, l’area sotterranea visitabile si estende per centinaia di metri quadri (cui si

promossa dal Vicerè spagnolo don Pedro de Toledo. In quell’occasione si

aggiungeranno altri settori ancora oggetto di indagini), ed è illuminata con

decise di radere al suolo le strutture di epoca romana (che la popolazione

un imponente allestimento che gli ha ridato nuova vita. In profondità le

aveva continuato ad abitare fino a quel momento con poche modifiche!),

indagini degli archeologi hanno raggiunto il livello più antico, quello della

risparmiando il pianterreno e talvolta parti del primo piano; i detriti prodotti,

fondazione della colonia romana, che risale al 194 a.C. (mentre non si sono

ma anche reperti archeologici unici per il loro valore, vennero riversati nei

trovate tracce di eventuali insediamenti dell’epoca greca), rivelando un re-

ruderi degli edifici che furono riempiti e poi livellati: la superficie così ottenu-

pertorio di tipologie edilizie che costituisce un vero manuale di architettura

ta andò a costituire le fondamenta delle costruzioni seicentesche. Nel mo-

antica dal vivo. Sono stati indagati e studiati i resti degli edifici, le strade


e la loro disposizione, gli interventi di modifica che si sono succeduti nel tempo, distinguendo le differenti destinazioni d’uso. Le costruzioni di cui oggi possiamo vedere i resti al di sotto dei palazzi dobbiamo immaginarle all’aperto: erano, infatti, il pianterreno di case anche con uno o più piani, adesso scomparsi. La rocca del Rione Terra brulicava di vita, sulla strada si aprivano gli usci delle botteghe, all’interno schiavi e artigiani al lavoro come in quella del fornaio (pistrinum), riportata alla luce ancora con le sue macine che dovevano essere azionate dalla forza di una persona, perché lo spazio così piccolo in cui si trovano non permette di pensare che venissero girate da animali, e poi il forno dove le pagnotte venivano cotte. E ancora, magazzini in cui si stipavano merci e derrate, tabernae dove si vendeva di tutto, in primo luogo cibi già cotti e vino, mentre ai piani superiori dovevano esserci le abitazioni dei proprietari, e non mancava naturalmente una struttura destinata alle terme. Un edificio davvero particolare si trovava sotto il livello della strada già in antico, un seminterrato con due uscite su due strade diverse e una serie di minuscole stanzette munite solo di un piccolo letto in muratura e talora di una finestra che dava sull’angusto corridoio interno, in un angolo del pavimen-

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to una vaschetta in terracotta forata (come uno scolapasta, per inten-

Il cuore dell’acropoli di Puteoli era la piazza del foro, elemento impre-

derci) collegata all’impianto fognario fungeva da orinatoio e un tubo

scindibile di ogni città romana, occupata da edifici civili e religiosi es-

sempre in terracotta garantiva un minimo di ventilazione: ci troviamo

senziali alla vita della comunità. Ebbene, una serie di fortunose (e for-

molto probabilmente in un lupanare, cioè una casa in cui si esercitava

tunate) circostanze ha consentito che passasse quasi indenne attraverso

la prostituzione. Nella città di Pompei sono stati trovati diversi lupanari,

due millenni di storia una delle costruzioni più eminenti di questa parte

al cui interno si trovano dipinte immagini che illustravano con precisione

della città, il tempio cosiddetto di Augusto. Si tratta di un edificio di

le prestazioni sessuali che si potevano comprare e che, quindi, ci con-

culto interamente realizzato in marmo che costituisce un esempio di ar-

sentono di ricostruire ciò che accadeva anche a Rione Terra. Sul letto in

chitettura quasi unico nel suo genere: trasformato in chiesa, dedicata a

muratura si poneva un materasso, c’era sicuramente una lampada (gli

S. Procolo, martire e patrono molto venerato della città di Pozzuoli, fu

autori antichi sottolineano come questi luoghi fossero sempre pieni del

quasi completamente nascosto dalle mura della chiesa di epoca barocca

fumo sprigionato dalle lampade a olio) e la finestra poteva servire anche

che lo inglobò. E se della sua esistenza non si era persa la memoria, tuttavia quando un incendio nel 1964 distrusse parte

a consentire la pratica del voyeurismo. Le prostitute, quasi sempre schiave, si vendevano sotto la guida di un padrone o del lenone, cioè il tenutario del bordello, che su incarico del proprietario organizzava il commercio. Sicuramente fruttuoso, se si pensa che l’imperatore Caligola impose una tassa sui guadagni ricavati dalla prostituzione. A breve distanza dal lupanare, sempre sotto il livello della strada, in un ambiente suggestivo si può vedere un larario, cioè uno spazio dedicato al culto delle

L’edificio di culto in marmo dedicato ad Augusto e la chiesa con le sue opere d’arte barocca convivono nel tempio-duomo del Rione Terra, esempio suggestivo della sovrapposizione di millenni di storia.

divinità tutelari del buon andamento della casa. Al

della chiesa, fu grande lo stupore nel rendersi conto che la chiesa stessa con il suo abbraccio protettore aveva preservato molto dell’antica struttura. Il progetto di recupero del Rione Terra ha naturalmente compreso il restauro del tempio-duomo, come oggi viene chiamato, con un lavoro esemplare pensato per preservare - e restituire a fedeli e visitatori - sia la chiesa (in cui lavorarono grandi artisti di epoca barocca come l’architetto Cosimo Fanzago, Giovanni Lanfranco e Artemisia Gentileschi, le cui opere

Rione Terra ne sono stati scoperti più di uno, questo in particolare ha le

sono state di nuovo ricollocate nel luogo per il quale furono ideate) che

pareti affrescate con immagini di divinità e due grossi serpenti, animali

il tempio romano. Quest’ultimo dobbiamo immaginarlo (e non è difficile

cui si attribuiva un potere positivo, in primo piano un altare destinato

farlo entrando al suo interno) splendido nelle mura in marmo bianco (di

alle offerte su cui si teneva una fiamma sempre accesa. Nel reticolo di

marmo erano fatte anche le tegole del tetto!), su un alto podio, con sei

strade ed edifici portato alla luce sotto i palazzi del Rione Terra meritano

colonne con capitelli corinzi sulla facciata principale; nella cella - come si

una menzione particolare strutture apparentemente poco significanti, in

chiama l’ambiente interno dei templi - c’era la statua della divinità cui il

realtà assolutamente fondamentali alla vita su questo promontorio dove

tempio era consacrato e per la quale i sacerdoti compivano i riti religiosi.

non c’erano sorgenti d’acqua: le cisterne destinate a contenere l’acqua

La decorazione si ispirava allo stile classico, equilibrato nelle proporzioni,

piovana. Sono tante, profonde, enormi, costruite così bene che furono

molto amato in età augustea. Infatti, l’edificio che vediamo risale all’e-

utilizzate dopo l’età romana dagli abitanti del Rione praticamente fino a

poca dell’imperatore più famoso, Augusto appunto, e fu fatto costruire a

quando la zona fu abbandonata a causa del bradisismo.

sue spese da un agiatissimo mercante puteolano per onorare l’imperato-


Quando nel 1964 un incendio distrusse un’ampia parte del duomo dedicato a S. Procolo, al Rione Terra, fu tanto lo stupore nel vedere che dalle rovine emergeva un edificio tutto realizzato in marmo bianco, senza uso di malta. Inizia così la nuova vita di un tempio costruito alla fine del I sec. a.C., su commissione di un agiato mercante puteolano per onorare l’imperatore Augusto. Intorno dobbiamo immaginare una piazza e tanti altri edifici pubblici, ricchi di decorazioni e statue, degni di uno dei fulcri dell’antica Puteoli qual era la rocca che domina il porto. Quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’Impero, il tempio fu riadoperato come chiesa, e proprio il fatto che l’edificio di culto abbia inglobato la struttura antica ha consentito di far arrivare quest’ultima fino a noi.

re e insieme la divinità più importante del pantheon romano, Giove. Gli altri edifici che completavano la piazza oggi non ci sono più, ma grazie al lavoro meticoloso degli archeologi la loro bellezza sta uscendo dall’oscurità: erano, infatti, costruzioni adibite a funzioni pubbliche, ricche di decorazioni in marmo e statue che sono state ritrovate (ed esposte oggi al museo di Baia) e che una volta di più confermano la ricchezza dei cittadini dell’antica Puteoli e la loro volontà di mostrarla, imitando nell’edilizia come nella statuaria, insomma nel gusto, Roma che, a sua volta, a Puteoli molto doveva.



SVEGLIA CON CAMPANELLI

Text_ Riccardo Sepe Visconti Photo_ Enzo Buono

È

© Enzo Buono

molto probabile che tanto della rinascita di Pozzuoli lo si debba ad una donna lungimirante e dalla mentalità aperta, che ha

saputo coniugare con grande equilibrio il rappor-

to tra lo Stato - che essa rappresenta (prima come Soprintendente adesso come direttrice del Parco Archeologico dei Campi Flegrei) - la Storia e gli Uomini. Quella di Adele Campanelli è una missione delicatissima e difficile perché da sempre alla Soprintendenza tocca “il lavoro sporco”, e cioè il compito di tutelare i beni archeologici contro l’avidità, la sciatteria, l’ignoranza o la più semplice e diffusa necessità delle persone comuni di appropriarsi degli spazi edificabili, incuranti che quegli stessi luoghi siano depositari di grandi ricchezze del passato. La Soprintendenza spesso, troppo spesso, è stata vista come lo “sceriffo cattivo”, insensibile alle dinamiche di un mondo che cambia,

maggior parte dell’immenso patrimonio culturale

di persone! Se vi sembra poco l’aver invertito un

progredendo attraverso l’abbraccio necessario con

italiano alla polvere. Sono centinaia i siti interdetti

tale principio, allora è inutile che continuiate a leg-

la modernità. La Soprintendenza spesso, troppo

al pubblico o scarsissimamente visitati, così come

gere e che vi interessiate alle storie che Ischiacity ha

spesso, anche a causa di una “comoda miopia”, si

(anche per mancanza di risorse economiche dovu-

deciso di raccontare attraverso l’inserto sulla rina-

è appuntata quella stella di sceriffo impegnandosi

ta alla cattiva gestione di quello stesso patrimonio)

scita di Pozzuoli e dell’Area Flegrea. Perché in que-

a vietare tutto ciò che - sotto la sua severa autorità

sono moltissimi i reperti che restano celati nei ma-

sta (bella) Storia ruotano le vite, l’impegno, l’au-

- poteva essere interdetto, circoscritto, reso distan-

gazzini. Per fortuna (e lo leggeremo nell’intervista

dacia e la visione prospettica di molti personaggi,

te, frequentemente celato agli sguardi dei “non

rilasciata a Fabio Fazio dal ministro Franceschini) il

ognuno con il proprio ruolo istituzionale, ognuno

addetti”. Insomma, la Soprintendenza ha finito per

MIBACT ha recentemente intrapreso una nuova

con una gran dose di coraggio. Essi sono il ministro

sentirsi élite, allontanandosi, volutamente, dalla

strada, o quantomeno il ministro Franceschini ha

della Cultura Dario Franceschini, il governatore

gente comune attraverso un profondo solco scava-

iniziato a batterla, prima in tandem con il premier

della Campania Vincenzo De Luca, il sindaco di

to per separare la cultura di pochi dall’ignoranza di

Renzi, oggi, forse un po’ più in solitaria, ma pur

Pozzuoli Vincenzo Figliolia, e la direttrice del Par-

molti. Così facendo gli ignoranti (non c’è poi alcuna

sempre in sintonia col Governo; e questa nuova

co Archeologico dei Campi Flegrei Adele Campa-

colpa ad esserlo) sono rimasti tali, mentre i colti si

strada ha un nome, si chiama “valorizzazione del

nelli. Grazie a loro, alla loro intesa e soprattutto

sono sempre più arroccati nelle loro torri d’avorio

patrimonio culturale”. Può sembrare banale, ma

alla loro ferrea determinazione, millenni di Storia -

dove, per dirla con Lucrezio, hanno potuto assiste-

non lo è affatto, poiché il concetto di valorizza-

fascinosissima e intensa - finalmente ritorneranno,

re dall’alto, indisturbati, al “grande turbamento del

zione fino a ieri era sostituito dal solo principio di

recuperati e restituiti agli occhi della gente, ad im-

mare in tempesta” che - naturalmente! - travolge

“tutela”. In nome della tutela dei beni culturali si

pattare con la vita delle persone, interagendo con

gli altri… Questo atteggiamento di algida superio-

preferiva non rischiare di esporli al contatto (indi-

il pubblico attraverso un’aperta e “normale” quoti-

rità ha, nel tempo, svuotato i musei, allontanando

stinto) con la massa. Come se le opere d’arte non

dianità. E la Storia, l’Archeologia, l’Arte finalmente

milioni di visitatori, impoverendo le casse degli Enti

abbiano quale unico obiettivo di esistere quello di

potranno sedurre di nuovo milioni di persone e con

preposti alla manutenzione e destinando così la

essere ammirate dalla maggior quantità possibile

ciò generare lavoro, turismo, economie… Tutto questo Adele Campanelli lo ha capito perfet-

© Enzo Buono

tamente e se n’è fatta interprete, svincolando da vetusti lacci e lacciuoli le ferree regole della Soprintendenza: ecco quindi che l’ottimo allestimento del percorso archeologico del Rione Terra torna a dare vita alla antica città interrata, e quanto prima l’Arena Flegrea riprenderà ad essere un teatro a cielo aperto. Così come il bellissimo museo di Baia, presto, chissà prestissimo, potrà accogliere migliaia di visitatori - a patto che da freddo e muto sito archeologico si trasformi in un luogo di accoglienza, piacere e racconto. Adele Campanelli queste idee le ha ben radicate e noi di Ischiacity le siamo molto grati della determinazione con la quale - tra mille difficoltà, non ultima anche una recente indagine della Procura di Napoli dai contorni assai discutibili - le porterà avanti.


I NOSTRI CASSETTI Text_ Adele Campanelli

N

ella nostra mente c’è una sorta di soffitta che custodisce dei cas-

ologo, perché costituiscono ciò che siamo e ci servono ogni giorno, per

setti. Questi cassetti sono il nostro bagaglio culturale, che ciascuno

raccontare una storia a nostro nipote come per fare la spesa in un certo

apre, senza un ordine fisso, e costruisce così la propria cultura.

modo. “Ognuno di noi ha perso chissà dove la propria storia” ha scritto

In quel bagaglio culturale troviamo le informazioni che abbiamo voluto

Marcel Proust e incontrare nuovamente la nostra storia è un privilegio e

ritenere dentro di noi perché erano informazioni che ci hanno colpito, di

un’emozione incredibile: chiunque entra in un parco archeologico o in un

cui abbiamo sentito il bisogno, e abbiamo scelto di conservarle in uno dei

museo deve poter ritrovare un pezzo di quella storia, e allora il museo può

cassetti. E quei cassetti ciascuno li apre - per fortuna! - in modo diverso

diventare occasione di incontro con se stessi, con la propria soffitta, non

dall’altro: questo è il fascino della cultura, prendere elementi differenti

con quella che gli altri vogliono farci aprire, e questo è la libertà.

anche dalla medesima informazione. Dobbiamo far sentire alla gente che avere quei cassetti è importante per chiunque, non solo per chi fa l’arche-


55

P E O P L E

i

SI RICOMINCIA DA ADELE Interview_ Riccardo Sepe Visconti © Enzo Buono

P

uò tratteggiare un quadro dell’attuale situazione dei Campi Flegrei vista dal suo osservatorio di Soprintendente e di nuovo direttore del Parco dei Campi Flegrei?

I luoghi archeologici, soprattutto quelli preziosi come i Campi Flegrei, sono una risorsa, prima ancora che un attrattore turistico, d’altra parte si tratta di un territorio che è stato oggettivamente massacrato da abusivismo e mancanza di pianificazione e noi lo viviamo come un’area ai limiti del sostenibile. Abbiamo criticità di ogni tipo, da quelle geologiche alla presenza di gravi problemi sociali. In questo contesto le aree archeologiche, grazie ai vincoli posti dalle soprintendenze, sono state risparmiate dalla cementificazione e devono diventare strumento della riconversione del territorio stesso. Che però deve assolutamente passare attraverso il convincimento da parte dei cittadini che questo patrimonio costituisce una risorsa e non un intralcio. Per raggiungere questo obiettivo si devono aprire queste aree alla vita; al di là delle zone archeologiche propriamente dette, che devono essere tutelate con le necessarie cautele, i

re. In Italia, invece, se ci si mette fuori ad un’area archeologica o a un

luoghi della storia devono

museo e si domanda alla gente perché non entra è facile sentirsi dire

essere abitati, da tutti, com-

“non conosco quello che c’è dentro”, “il passeggino non è ammesso”,

presi gli anziani, una fascia

“il biglietto quanto costa?”, “non ho tempo”: risposte che mostrano

di pubblico trascurata fino ad

delle resistenze, frutto certamente della mancanza di cultura ma an-

ora, per esempio facendo

che della percezione che il luogo della cultura sia un luogo per eletti,

in modo che la popola-

destinato solo a persone che hanno già gli strumenti per goderselo.

zione scelga di trascorrer-

Ebbene, dobbiamo far capire ai cittadini flegrei, campani, italiani che

vi del tempo. Penso alle

non è così, che i luoghi della cultura sono abitabili, che ci sarà una

terme di Baia, dove gli

bella biblioteca dove scegliere un libro da leggere, che si potrà portare

spazi, opportunamen-

liberamente il proprio giornale, che del personale accogliente gestirà

te allestiti, sono tali da

eventuali visite, che i bagni saranno frequentabili e puliti, tutte cose

poter essere visti anche

che attuano un’idea dell’accoglienza che finora non è stata praticata.

come un luogo dove ri-

Ma nel 2017 siamo in concorrenza con l’Europa che ha già fatto questo

lassarsi,

passo verso la cittadinanza e l’Italia deve a sua volta compierlo subito.

dove

lasciare

un bambino a giocare,

Con quali denari? Sono tutte iniziative che hanno un costo.

gustarsi una bevanda

Prima ancora che un problema di fondi è un problema di progetti.

fresca in vista della

Come soprintendente prima e poi come direttore ad interim del parco

storia.

Bisogna

convincersi,

archeologico dei Campi Flegrei, avendo questo fra i miei primi obiet-

e

tivi sono già riuscita ad ottenere dei finanziamenti per iniziative che

convincere la

il Ministero ha approvato. Il ministro Franceschini inoltre con la sua

gente, che i

riforma dei Beni Culturali, oltre a dare maggiore autonomia a determi-

luoghi della

nate figure e a determinati organismi, ha finanziato dei progetti per il

storia sono

non

Sud che saranno il primo gradino di questo processo - che, però, sono

feticci

convinta sia prima ancora che un processo strutturale, un processo

inaccessibili,

mentale. Dobbiamo modificare la convinzione che la gente - i flegrei in

che

devono

particolare - ha che quelli archeologici siano luoghi del no, e trasfor-

essere

guarda-

marli in luoghi del sì, un sì non a qualsiasi costo, però, un sì tutelato.

ti e vissuti, non è

Per esempio, piuttosto che affermare “questo non si tocca” dire “fin

necessario,

infatti,

qui si può arrivare per vedere” oppure “puoi vedere con il mio aiuto”.

sapere a che secolo

Credo che nessun tipo di no salvaguardi il patrimonio, quello che lo

risalgono

fre-

preserva è, invece, l’attaccamento delle persone ad esso, e se questo

quentarli con piace-

sentimento scatta, saranno loro stesse a difenderlo. Piuttosto che limi-

per


56


tarsi a scrivere “non toccare” si deve far comprendere l’importanza del

ologiche sia dal punto di vista della potenziale ricaduta eco-

monumento, facendolo diventare parte stessa del tessuto in cui la gen-

nomica. Infatti, i tanti palazzi risalenti spesso al XVII sec. che

te vive quotidianamente. Dobbiamo fare tutto ciò non per trasformarli

costituivano il nucleo storico di Pozzuoli, chiamato Rione Terra

in luoghi di commercio, di guadagno, ma per creare posti di lavoro.

appunto, abbandonati in occasione dei gravi episodi di bradi-

C’è una controindicazione a farne anche luoghi di guadagno?

sismo negli anni ’70-’80, sono stati interamente ristrutturati

Assolutamente no, ma la prima tappa del progetto che ho in mente

per essere convertiti in strutture ricettive (alberghi, negozi, ri-

consiste nel far sì che diano lavoro alle persone qualificate che già ci

storanti, botteghe) e durante i lavori gli archeologi, al di sotto

sono sul territorio.

dei palazzi, hanno riscoperto vaste aree della città romana di

Una delle iniziative di maggiore portata fra quelle realizzate

Puteoli, una delle più ricche e dinamiche dell’impero. Senza di-

negli ultimi anni nei Campi Flegrei è sicuramente la riqualifi-

menticare il magnifico tempio romano in marmo inglobato nella

cazione del Rione Terra a Pozzuoli, un progetto imponente, di

chiesa di S. Procolo. Finalmente il complesso intervento è in fase

vasto respiro, sia per il valore intrinseco delle scoperte arche-

di completamento e si sta preparando il bando per porre in gara


Nelle foto di queste pagine: il castello di Baia e alcuni reperti che vi sono esposti; il Tempio di Diana e di Venere, sempre a Baia, e la piscina Mirabilis a Bacoli.


la gestione delle strutture ricettive create negli antichi palazzi

onere. Lei quale scelta ritiene più opportuna?

recuperati, un passaggio delicato, fondamentale per far sì che il

La riforma Franceschini individua un altro istituto, il parco archeologico

Rione Terra, dopo questo esemplare lavoro di recupero, ritorni

del Campi Flegrei che riunisce tutti i monumenti antichi e le aree de-

davvero a vivere e possa costituire un forte attrattore turisti-

maniali nei comuni di Pozzuoli, appunto, Bacoli, Giugliano e Monte di

co per Pozzuoli. Al momento, sembra che l’orientamento sia di

Procida, e al Ministero si sta ragionando se far rientrare piuttosto gli

porre nelle mani di un unico gestore sia la ricettività alberghiera

scavi di Rio-

che la promozione e la fruizione degli scavi archeologici sot-

competen-

terranei. Un impegno sicuramente assai oneroso, tanto più che

nuovo

non è controbilanciato da un numero di posti letto nelle nuove

dei finanzia-

strutture ricettive sufficiente ad avere incassi tali da assorbire i

raltro penso

costi della gestione dell’area archeologica. D’altra parte, ades-

economi-

so sembra che il comune di Pozzuoli voglia sobbarcarsi questo

arrivare

isti-

an-

gestione corstessa,

che

può dare un Ma

sap-

non è facile re

questo

tal proposiad esempio

ne Terra nelle

Le azioni della Soprintendenza devono essere condivise attraverso le amministrazioni locali. I beni di cui sono delegata a curare la conservazione e la tutela sono per me figli preziosi da affidare nelle mani della madre naturale, che non è lo Stato, né la parola “tutela” scritta a lettere maiuscole, ma i cittadini che abitano il territorio in cui si trovano.

più rilevanti

ze di questo tuto che avrà menti;

pe-

che proventi ci

possano

che

dalla

retta dell’area se ben fatta reddito. piamo

che

ra g g i u n g e obiettivo: a to,

prendo

uno dei siti all’interno

del Parco, il museo archeologico di Baia. Un luogo davvero bellissimo, ma quando ci sono andato, qualche settimana fa, ero l’unico visitatore. Vorrei la sua opinione su cosa si può fare per invertire l’attuale situazione che vede musei e aree archeologiche di pregio pochissimo conosciuti e visitati. La conduzione del castello di Baia è passata dalla Soprintendenza al


sone si spostano se c’è un grande patrimonio da vedere, ma anche se viene data loro la possibilità di avere degli svaghi collegati; viceversa, obbligarsi a coprire una distanza notevole, qual è quella necessaria per raggiungere il castello, fare due ore di visita e andare via con il senso di inadeguatezza a capire bene ciò che si è visto (perché è questo che accade), costituisce un problema. Quindi, è un mio obiettivo rivedere l’allestimento, non dal punto di vista scientifico, perché è impeccabile, ma nel senso dell’accessibilità culturale. Il Ministero ha emesso una circolare, la nr 80/2016, dedicata a cosa si intende per accessibilità, che è stata per me un faro. Da funzionario ero già sicura della necessità di tenere conto dei principi posti da questa circolare e in tale prospettiva ho curato l’allestimento del museo della Civitella a Chieti, nelle Marche. E’ stata un’esperienza che mi ha convinta del fatto che le persone se portate per mano possono amare i luoghi della cultura e che nulla è impossibile rispetto all’accessibilità. Non ci devono essere polo archeologico e adesso è nelle competenze del Parco. La sede stes-

ombre sulla capacità che il luogo deve avere di comunicare il proprio

sa del castello, la sua posizione sono di un appeal assoluto, chiunque

significato al fruitore e questo sarà il parametro cui si rifaranno i pro-

ne avrebbe fatto un gioiello. Ma è chiaro che considerarlo unicamente

getti in corso. In particolare, ne abbiamo uno finanziato con 5 milioni

un museo - ed è un museo denso di informazioni - è un errore. Le per-

di euro dedicato al castello di Baia, che seguirà appunto la circolare 80/2016 per rendere castello e museo effettivamente accessibili. Le faccio un solo esempio (ma ce ne sarebbero tanti):

Il museo è un luogo in cui si deve andare più volte. Bisognerebbe fare in modo che il visitatore non abbia la sensazione di dover consumare subito tutto quello per cui ha pagato il biglietto; piuttosto andrebbe invogliato a tornare perché ogni volta può avere un’altra sorpresa, essere coinvolto in una nuova emozione.

sono esposte tante statue che grazie a una diversa illuminazione potrebbero comunicare molto di più. Quella di Amore e Psiche (nella foto di apertura) è bellissima, basterebbe modificare la luce con un illuminotecnico competente, guidato dall’archeologo e mettere davanti alla statua una sedia e il racconto de Le Metamorfosi di Ovidio con la favola di Amore e Psiche, invitando il visitatore a fermarsi per capire cosa lo scultore volesse rappresentare. Insomma, si devono creare all’interno dell’esposizione dei punti di interesse che lascino la voglia di tornare per vedere il resto del museo, la parte più impegnativa, che la persona vorrà scoprire perché è riuscita ad eliminare la percezione di inadegua-

tezza di cui dicevo. Il museo è un luogo in cui si deve andare più volte, andrebbe creato un biglietto per cui più frequenti i musei e meno paghi l’ingresso. Bisognerebbe fare in modo che il visitatore non abbia la sensazione di dover consumare subito tutto quello per cui ha pagato, ma che piuttosto sia invitato a tornare perché ogni volta può avere un’altra sorpresa, essere coinvolto in una nuova emozione. In realtà, si ha l’impressione che i musei e i contesti dedicati al mondo antico siano in generale i più difficili da raccontare alla gente. E’ d’accordo? E cosa si può fare per modificare questa condizione? La verità è che abbiamo perso il codice di accesso al linguaggio del mondo antico. Mentre se guardiamo un crocifisso o una Madonna, anche se mancano i tre quarti dell’immagine siamo in grado di ricostruirla, perché l’immaginario di tantissimi di noi a quel tipo di rappresentazioni è abituato, per l’antico è molto più difficile. Per cui bisogna ridare vita a ciò che era intorno al reperto archeologico, altrimenti un vaso rimane solo una pignatta rotta che si racconta unicamente agli archeologi, ma per gli archeologi sono necessari magazzini efficienti, mentre i musei devono parlare a tutti. Paradossalmente, il museo archeologico è meno innovativo rispetto a quello naturalistico, per esempio, che ha una quantità di supporti didattici molto più ampia, non solo da noi ma anche nei musei europei si riscontra questo dato. Anche se non si deve cadere in un eccesso di didatticismo, ciò che le persone devono sapere è quello


che rimane loro nel cuore dopo la visita.

conduttore connesso ai luoghi, che devono rimanere protagonisti.

Qual è il suo rapporto con le Amministrazioni dei territori su

Quali sono, secondo lei, le ricadute più importanti della riforma

cui lavora e con la Regione? E quanto conta il rapporto anche

dei Beni Culturali voluta dal ministro Franceschini?

personale con figure come il presidente della Regione De Luca e

Il comparto dei beni culturali soffriva moltissimo di una certa arretra-

il sindaco di Pozzuoli Figliolia?

tezza, se messo a confronto con le domande poste dal territorio. La

E’ fondamentale. Conosco De Luca da quando ero Soprintendente a

riforma ha scelto la strada dell’accorpamento rispetto al precedente

Salerno e ho imparato ad apprezzare una persona dal carattere predo-

sistema che vedeva la Soprintendenza archeologica separata da quel-

minante ma dotata di una fattività che amo molto, perché le persone

la per i beni monumentali perché ha voluto dividere la valorizzazione

che sanno assumersi la responsabilità delle decisioni sono il mio part-

dei beni culturali dalla tutela. Lo scopo era creare un volano per la

ner lavorativo ideale, e Figliolia da questo punto di vista gli assomi-

valorizzazione, che soffriva della mancanza di tempo, energia e dena-

glia. Più in generale, sono convinta che le azioni della Soprintendenza

ro finché era di competenza delle Soprintendenze che facevano della

debbano essere condivise dal territorio, attraverso le amministrazioni

valorizzazione un’attività residuale rispetto al resto. La legge ha creato

locali, ed ho improntato a questo tutta la mia carriera di funzionario

istituzioni nuove come i parchi, liberando al tempo stesso il direttore

prima e poi di soprintendente. I beni di cui per competenza sono de-

del parco dai compiti legati alla tutela per mettere nelle sue mani la

legata a curare la conservazione e la tutela sono per me figli preziosi

valorizzazione. Penso che questa sia una scelta giusta, anche per la

da affidare nelle mani della madre naturale, che non è lo Stato, né la

tutela che rimarrà nelle competenze delle soprintendenze.

parola “tutela” scritta a lettere maiuscole, ma i cittadini che abitano il territorio in cui si trovano. Se non si agisce così, il risultato è quello spesso fallimentare che abbiamo di fronte attualmente. In pratica, per i Campi Flegrei sono riuscita a promuovere un tavolo tecnico fra i sindaci Figliolia per Pozzuoli, Pugliese per Monte di Procida, il commissario prefettizio per Bacoli e Poziello per Giuliano che sono i quattro comuni che partecipano al parco dei Campi Flegrei, e loro hanno firmato un accordo di valorizzazione che mette insieme percorsi urbani, bypass stradali, infrastrutture portuali, accessibilità ai luoghi archeologici (quindi parcheggi, navette, piste ciclabili, percorsi pedonali). Lo considero un miracolo, anche per i tempi, abbiamo raggiunto il risultato in 4 sedute. Quali sono le ricadute di un’iniziativa come questa? Un finanziamento di 25 milioni già erogati che consentiranno di porre in collegamento fisico tutte le aree archeologiche che insistono sul territorio di questi Comuni. Quello dei Campi Flegrei è un patrimonio fatto di una sommatoria di luoghi anche distanti fra loro, ed è necessario quindi metterli in rete. In effetti, è davvero difficile raggiungere il castello di Baia (Ndr. Si trova nel comune di Bacoli, sul promontorio che chiude il golfo di Pozzuoli all’estremità opposta del Rione Terra), le strade sono strette, la rete ferroviaria locale disastrata, le vie del mare non ci sono: cosa si può fare? Stiamo lavorando a tutto questo. Certo mi sono appena insediata come direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, ma per esempio lo scorso anno sono riuscita a stringere un accordo con EAV per ottenere che la Cumana raggiungesse la stazione di Cuma almeno con un treno al giorno. Ci vorranno dei tavoli di concertazione per far sì che il progetto di valorizzazione del presidente De Luca, che riguarda tutta la costa campana a partire da Mondragone, tenga conto anche del problema archeologico. La risistemazione del depuratore di Cuma - una notizia davvero ottima! - per esempio non può prescindere dal bosco di Cuma, di competenza regionale e che è al confine con il parco archeologico, si tratta di un ambiente complesso che va considerato come unitario. Cosa pensa della promozione di eventi e spettacoli nelle aree archeologiche? Sono favorevole. Abbiamo avuto i fondi per rimettere in ordine l’anfiteatro flavio a Pozzuoli proprio in vista di un uso di questo tipo. Con un’unica prescrizione che considero fondamentale. Questi luoghi non possono diventare il palcoscenico di un evento qualsiasi, non possiamo trasformarli in contesti in cui si esibisce un artista che potrebbe fare il suo spettacolo in uno stadio o in una tensostruttura moderna. Lo spettacolo, a mio parere, dovrebbe essere “site specific”, con un filo


i

P O L I T I C S

DARIO FRANCESCHINI: LA CULTURA E’ IL FUTURO DEL NOSTRO PAESE

F

ra i fondatori del PD, Dario Franceschini dal 2014 è ministro dei Beni Artistici, Culturali e del Turismo - prima con il governo Renzi, è stato riconfermato con l’arrivo a palazzo Chigi di Paolo Gentiloni. Sicuramente, il suo è un ambito che negli ultimi anni si trova spesso al centro dell’attenzione, perché si tratta di un settore delicato, di un’inestimabile ricchezza del Paese che spesso, però, si ha l’impressione sfugga al controllo di chi è dele-

gato a preservarla e gestirla, e perché è stato oggetto di una articolata riforma energicamente voluta proprio da Franceschini, “con l’obiettivo di scommettere sulla cultura come chiave per costruire il futuro” come ha dichiarato egli stesso tirando le somme dei suoi primi tre anni al MIBACT. Durante i quali il bilancio della cultura è tornato sopra i 2 miliardi di euro, si è reso permanente l’Art Bonus, grazie al quale oltre 4250 mecenati hanno donato quasi 158 milioni di euro per circa 1150 interventi; e poi c’è la rivoluzione museale con l’istituzione di 30 musei autonomi dal punto di vista contabile, amministrativo e organizzativo, guidati da direttori selezionati con bandi internazionali. Si continua con le leggi che hanno reso i musei e i luoghi della cultura servizi pubblici essenziali e unificato le soprintendenze (dei beni archeologici, monumentali e paesaggistici) che prima erano distinte, consentendo un più agevole rapporto fra l’istituzione e i cittadini che ad essa devono rapportarsi; è stato promosso, inoltre, un bando per assumere 500 professionisti. Alle nuove disposizioni si deve anche la possibilità di fotografare liberamente le opere, l’ideazione di iniziative come la capitale italiana della cultura, successi come le domeniche gratuite ai musei e il record assoluto di ingressi nei musei statali del 2016, con un aumento degli incassi nell’ultimo triennio pari a 47 milioni di euro. Proponiamo ai lettori di Ischiacity l’intervista che il ministro Franceschini ha rilasciato a Fabio Fazio nella puntata del talkshow Che tempo che fa del 26 marzo 2017, per raccontare alcuni punti della sua riforma. L’Italia possiede un patrimonio culturale

del 37%. Tenga conto che ho trovato un capito-

investire su quello che ha di più forte.

così ingente che spesso non siamo in grado

lo di spesa per la manutenzione e il restauro del

Ma perché è così difficile comprenderlo? E’

di valorizzarlo come si dovrebbe.

patrimonio vincolato - monumenti, chiese, ecc.

una cosa talmente evidente!

Nel mondo, quando si pensa all’Italia, si pensa a

- di 36 milioni di euro, in pratica quanto serve

Ha ragione. Nel mio percorso politico-parlamen-

bellezza, arte, creatività. Ma abbiamo alle spalle

per risistemare il tetto di un’abbazia di campa-

tare ho fatto altre cose. Ho chiesto di diventare

anni in cui la politica nazionale, colpevolmente,

gna. Adesso abbiamo due miliardi di risorse già

ministro della Cultura tre anni fa, anche se nelle

non ha investito in cultura, anzi ha tagliato nel

stanziate fra fondi europei e italiani, e cantieri

gerarchie teoriche c’erano ministeri più impor-

settore cultura. Indipendentemente dal colore dei

che stanno partendo. Insomma, c’è un’inversione

tanti, proprio perché ho sempre fatto fatica a ri-

governi. Dal 2007 al 2013 è stato dimezzato il

di tendenza. Bisogna comprendere che questa è

spondere a questa domanda. Comunque mi pare

bilancio del mio Ministero. Noi abbiamo bloccato

la caratteristica che rende forte e competitiva l’I-

che quella fase di incomprensione sia superata, lo

questi tagli e lo scorso anno il bilancio è cresciuto

talia, e nel mondo globalizzato ogni paese deve

dimostra il fatto che per esempio la legge sul ci-


Sopra: il ministro Dario Franceschini con i colleghi omologhi durante il primo G7 Cultura che si è appena tenuto a Firenze. Sotto a sin., il ministro Franceschini in visita al parco di Capodimonte con il direttore Sylvain Bellenger e, a destra, con il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia.

nema e l’art bonus hanno avuto una condivisione

zione è che la cultura sia qualcosa di alter-

ha una leadership nel settore del patrimonio ar-

più ampia della sola maggioranza. Naturalmente,

nativo al mercato, indipendente, qualcosa

tistico e culturale, abbiamo ritenuto di dover es-

c’è molto da fare, considerando che agire bene

di cui siamo fatti, che diventi parte di noi.

sere noi gli organizzatori: per due giorni ci sono

in questo ambito non si traduce soltanto in un

Come riesce a conciliare questi due aspetti

stati tanti incontri, fra cui un dibattito fra sette

modo per attrarre turismo culturale - e parliamo

che, immagino, abbia ben presenti?

intellettuali, uno per paese, il tema è stato la

di ricchezza, di milioni di persone. E’ anche uno

La cultura è assolutamente una cosa diversa dal

cultura come strumento di dialogo, inserendoci

strumento per far crescere la nostra comunità.

mercato, ma ciò non vuol dire che non possano

in quel filone aperto da Expo, quando nel luglio

Nel 2013 i musei statali, che sono circa il 10% dei

stare insieme tutela del patrimonio e valorizza-

2015 invitammo a Milano i ministri di 83 paesi di

musei nazionali, hanno avuto 48 milioni di visita-

zione. Tutti poniamo ad esempio di buona ge-

tutto il mondo per parlare appunto della cultu-

tori, adesso sono 55 milioni e mezzo, sette milio-

stione il Louvre, anche con una sorta di comples-

ra come strumento di dialogo. Fu una giornata

ni e mezzo in più. Questo dato significa che non

so di inferiorità molto sbagliato, ebbene il Louvre

emozionante e in quell’occasione Umberto Eco,

solo i turisti sono entrati nei musei: soprattutto

ha collezioni straordinarie, fa ricerca, formazione,

che dopo poco è morto, disse una cosa bellis-

grazie a iniziative come l’ingresso libero nella pri-

educazione ma anche marketing. Non si vergo-

sima: “Voi siete portatori di conoscenza e quasi

ma domenica del mese i nostri luoghi di cultura

gna a guadagnare dai gadgets e dai bookshop,

tutte le guerre del passato, quasi tutti gli odi fra

sono stati frequentati anche dai cittadini italia-

perché quelle risorse servono a fare una buona

le persone, gli odi del presente e le paure deriva-

ni, e questo è un fattore di crescita culturale. Se

tutela. Non si vergogna di guadagnare dai bi-

no dalla mancanza di conoscenza reciproca. Aiu-

pensa che grazie all’articolo 9 della Costituzione,

glietti perché con quegli introiti restaura i qua-

tate la conoscenza e sarà il migliore antidoto per

di cui dobbiamo essere orgogliosi, fra i principi

dri e mantiene il museo. Dimostrando così che

prevenire il timore della diversità e della paura”.

fondamentali che regolano la vita del Paese c’è la

le due cose possono, e anzi devono, procedere

tutela del paesaggio e del patrimonio artistico e

insieme.

la promozione dello sviluppo della cultura, inve-

A fine marzo si è tenuto a Firenze il primo,

stendo in questo ambito contemporaneamente

storico G7 della cultura, voluto da lei.

si adempie a un dovere costituzionale e si fa au-

Il G7 dei capi di governo è sempre preceduto

mentare la ricchezza del Paese.

da incontri tematici, dedicati per esempio all’e-

Spesso si misura la cultura in termini di visi-

nergia, alla sicurezza, all’ambiente, ma nessuno

tatori, di biglietti venduti. In realtà, l’aspira-

aveva mai pensato al G7 Cultura. Poiché l’Italia

63


N A T U R E

i

IL PARADISO ALL’INGRESSO DEGLI INFERI Text_ Silvia Buchner Photo_ Dayana Chiocca

I

mmaginate un lago attraversato dalla brez-

tanti abitanti dei Campi Flegrei hanno per la

za e circondato da colline terrazzate a fa-

loro terra. Ne amano la storia illustre (il mito

langhina e piedirosso su cui gioca il sole,

colloca sulle rive dell’Averno l’ingresso dell’A-

un rudere antico che sembra uscito dalla tavo-

de, che varcò l’eroe Enea per scendere agli In-

lozza di un paesaggista dell’800 e un bell’ap-

feri, mentre a due passi da qui, a Cuma i Greci

pezzamento di terreno, metteteci la passione

stabilirono, provenendo da Ischia, una delle

di un giovane uomo, contadino per scelta con la consapevolezza dei tempi di oggi, tanto più forte perché ci troviamo in un luogo dove il fascino struggente

convive

più potenti colonie della

Il Giardino dell’Orco con le tante attività che propone vuole soddisfare il bisogno di Natura che ciascuno di noi ha.

con

Magna Grecia), amano ciò che questa terra produce da sempre (solo per fare un paio di esempi, proprio di quest’area sarebbe originaria la mela annurca,

problemi figli di una crescita senza controllo.

ricordata già da Plinio il Vecchio nel suo trat-

Da questo incontro nasce il Giardino dell’Or-

tato di storia naturale e a qualche chilometro

co, orto-frutteto interattivo sulle sponde del

da qui, a Monte di Procida si coltivano ancora

lago di Averno (uno dei suoi nomi in antico

le cicerchie, legume antico dal sapore a metà

era Orco), e visitandolo, ascoltando le idee,

fra piselli e lenticchie). Ernesto Colutta - la sua

gli obiettivi, le convinzioni di chi lo ha fondato

famiglia gestisce uno dei due più conosciuti

si sente tutto l’attaccamento (contagioso) che

stabilimenti termali nella zona, Le Stufe di Ne-


Giardino di offrire una rete di servizi dedicati

naturale, alla realizzazione dell’orto sinergico,

a persone di ogni età, che si tratti di bambini o

ma ci sono anche incontri con contadini pro-

dei loro genitori, di scuole o di appassionati di

fessionisti. La fattoria didattica accoglie i più

coltivazioni o piuttosto di chi vuole trascorrere

piccoli con giochi, esperienze pratiche, attività

qualche ora nel verde organizzando un picnic.

manuali, visita all’orto e all’ospedale delle gal-

In questo modo, un luogo bellissimo diventa

line (vi sono ospitate galline ovaiole di batte-

anche estremamente vivo e vissuto dalla gen-

ria sottratte alla morte cui vengono destinate

te, che se ne sentirà anche un po’ parte. E le attività sono tante e molto diverse: una ventina di ortisti ha preso in affitto un pezzo di terreno e vi coltivano il proprio campicello - “ognuno

dopo aver terminato il loro

Venti appassionati hanno avuto la possibilità di prendere in affitto un pezzo di terra per coltivarsi da soli il proprio orticello.

usa i suoi metodi, ma le

rone - da quattro anni dedica le sue energie a questo piccolo paradiso, che non è un semplice podere in cui produrre ottimi vegetali. La missione del Giardino dell’Orco è soddisfare “il bisogno di Natura” che ciascuno ha, facendo di questa realtà un luogo aperto a chi ha compreso che vivere in modo sostenibile l’ambiente rende più piacevole l’esistenza, e può costituire una ricchezza che, se opportunamente valorizzata e ben raccontata, può contribuire in modo sostanziale ad aumentare l’attrattività di un territorio come questo che sta lavorando su più fronti per proporsi come meta turistica. Per condividere questa visione della terra e, al tempo stesso, comunicarla agli altri, farla diventare “virale”, il Giardino dell’Orco si apre a realtà vicine, associazioni, artisti, contadini, artigiani, che vi organizzano corsi, laboratori, giornate tematiche. Questa costante, intelligente interazione consente al

compito di produrre uova, e che qui hanno ripreso a camminare, beccare, produrre uova!), e c’è anche l’angolo delle arnie con le api: in questo modo, scuole e gruppi hanno a

discussioni con gli altri sono accese!” spiega

disposizione il contesto ideale per avvicinare i

Ernesto; ma con regolarità è possibile anche

bambini al mondo della natura e degli anima-

fare la spesa al Giardino, comprando prodotti

li, ma anche a temi che hanno assunto ormai

sicuramente di stagione, secondo la disponi-

un’importanza dichiarata come il riciclo dei

bilità della terra. Periodicamente si tengono

rifiuti, il rapporto fra tecnologia e ambiente,

corsi, curati da esperti, dedicati a temi atti-

il consumo consapevole. Ancora, per una pic-

nenti, dall’agricoltura biodinamica alla cucina

cola cifra (che comprende anche la fornitura


Immaginate un lago attraversato dalla brezza e circondato da colline terrazzate a falanghina e piedirosso su cui gioca il sole...

di stoviglie e posate in materiale riciclabile e

o di un ristorante, ed è possibile realizzare un

sociazione Crononauta. In cui mettono le loro

di carbonella per la brace), è possibile orga-

menù a km 0. L’attenzione a quanto mettiamo

professionalità al servizio di un’idea nuova di

nizzare negli spazi attrezzati il proprio picnic.

nel piatto, la convinzione che il cibo è anche

territorio: riproducono esperienze di cucina

Ma i prati e i rustici tavoli all’ombra del profu-

cultura, che conoscerlo meglio ci apre a gusti

storica, recuperano sapori e prodotti ormai

matissimo aranceto sono un invito a sceglierli

che neanche immaginiamo, ha portato Erne-

desueti e metodi di cottura del passato, risco-

anche per un momento più importante, orga-

sto a fondare insieme ad un gruppo di amici -

prono la sapienza dei contadini che sapevano

nizzando per esempio un matrimonio in cam-

l’archeologo Alfredo Carannante e i ristoratori

perfettamente individuare ottimi vegetali da

pagna piuttosto che nella sala di un albergo

Ruggero e Maria Peluso e Nicola Buono - l’as-

mangiare anche fra le erbe spontanee, per far



scoprire i millenni di storia che permeano ogni angolo dei Campi Flegrei da un punto di vista inedito. Conoscere il giardino dell’Orco e non farsi prendere dalla sua armonia è impossibile, ma la cosa più bella, più bella ancora del luogo stesso è capire che dietro ci sono delle persone speciali e un progetto che riesce a guardare oltre i confini del Giardino stesso, in uno scambio che rende tutti più forti e che ha ancora tante potenzialità da esprimere, tante reti da costruire.

Il Giardino dell’Orco Via Lago d’Averno lato Sinistro, 9 A - Pozzuoli info: 393 9824709 e 347 8289096 ilgiardinodellorco.it Il Giardino dell’Orco

VITA DA OPERAIE

U

n enorme grappolo penzola da un ramo, a guardarlo bene la sua

un buco in un tronco, ma in questo caso sono abbastanza sicuro di recupe-

superficie è compatta e allo stesso tempo animata… Perché non si

rare la sciamatura - continua Rosario - con una speciale arnia che ho allestito:

tratta di un frutto, in realtà stiamo assistendo a una sciamatura. Il

scrollando il ramo farò in modo che ci finiscano

dentro, dopo averla

Giardino dell’Orco, infatti, ospita anche un apiario, cioè uno spazio con una

inumidita con un po’ di acqua e zucchero per

attirarle: l’essenziale

serie di arnie, e in primavera è possibile assistere a questo che è uno dei mo-

è che ci entri la regina, perché tutte le altre

immancabilmente la

menti più importanti nella vita di una famiglia di api. A noi lo ha raccontato

seguiranno”.

Rosario Sica, siciliano, da 5 anni a Pozzuoli, erborista e apicoltore. “Grazie alla sciamatura le api si riproducono: da una famiglia di insetti (che non sono assolutamente in grado di vivere da soli), infatti, se ne costituiscono due. La vecchia regina lascia l’alveare con metà delle operaie, mentre quelle che restano ne allevano una nuova che si fermerà nell’alveare di origine; diversamente, se non avvenisse la sciamatura, le due regine finirebbero per uccidersi fra loro. Il ‘grappolo’ è formato da migliaia e migliaia di api che hanno scelto come loro sede provvisoria appunto il ramo di un albero. Gli insetti stanno uno sopra l’altro, al centro invisibile la regina, cui in questo modo si garantisce la protezione e il calore necessari alla sua sopravvivenza, uno sciame che resti senza regina, infatti, è destinato a morire. Le operaie vengono indotte dai feromoni, sostanze odorose emesse dalla regina, a rimanere riunite intorno a lei.”. Le api esploratrici sono intanto alla ricerca di una nuova sede: “Se le lasciassimo fare sceglierebbero una cavità naturale, un foro in un muro,


69

BINOMIO VINCENTE Text_ Riccardo Sepe Visconti

A

bbiamo scelto di raccontarvi la bella(issima) realtà della Fattoria

spetto enogastronomico diventa, da un lato, la risposta più immediata alla

del Campiglione e degli uomini - Michele Sgamato e Nicola

volontà di indirizzarsi verso il turismo, dall’altro, assume un valore centrale

Buono - che le hanno dato vita, non tanto, o per lo meno non

per il successo di questo progetto. Personalmente, intendo affermare che

solo, per parlarvi di un eccellente ristorante, quanto soprattutto per aprire

una buona reputazione sul piano della ristorazione, assume, per un terri-

una serie di riflessioni sull’importanza della ristorazione quale elemento

torio che aspira ad accogliere milioni di turisti, un’importanza superiore - e

dinamico - principale - per la promozione turistica. L’area flegrea, infatti,

maggiormente seduttiva - rispetto all’offerta culturale-archeologica che

come abbiamo visto dai progetti e dalle idee del governatore De Luca e

pure costituisce il punto di forza dell’Area flegrea. Le strategie di Destina-

del sindaco di Pozzuoli Figliolia, è un territorio che si vuole fortemente

tion Marketing dovranno far viaggiare in parallelo l’immenso patrimo-

riconvertire ad economia turistica. Questa idea, molto convincente, può

nio rappresentato dall’archeologia con la grande tradizione della buona

essere facilmente enunciata, ma assai più difficilmente realizzata… Fare

tavola, arrivando spesso, molto spesso, perfino ad anteporre l’offerta di

turismo (lo scrivo con “qualche competenza” in merito) significa innan-

ristorazione a quella archeologica.

zitutto avere una diffusa mentalità dell’accoglienza e, con molta onestà

Ben venga, quindi, l’idea della Soprintendente Adele Campanelli di

intellettuale, dobbiamo riconoscere che oggi come oggi questa zona non

fornire di un buon ristorante il magnifico sito del castello di Baia, dove ha

possegga affatto un modello di mentalità performato su tali valori. È que-

sede il bellissimo, ma assai poco frequentato, museo; ben venga l’iniziativa

sto, presumibilmente, l’ostacolo più invalidante che gli amministratori - si-

del sindaco Figliolia di proteggere dal traffico il centro storico di Pozzuoli e

ano essi regionali o locali - devono riuscire a superare. Come? Costruendo

la stessa via Napoli attraverso il dispositivo delle ZTL per favorire il pro-

(con molta pazienza e un po’ di astuzia) i presupposti culturali affinché

liferare in zona di ristoranti, bistrot, pub, bar, gelaterie, etc; e ben venga,

nasca e si radichi una disposizione all’accoglienza, declinandola nei suoi

in questo nostro racconto, l’enorme quantità di intuito, passione, ricerca

diversi aspetti: senso dell’ospitalità, buona gestione dei servizi, organiz-

e serietà investiti dai nostri “eroici amici” Michele e Nicola con l’obiettivo

zazione delle infrastrutture, sensibilità alle culture diverse, inclusività, cura

di fare della Fattoria del Campiglione il perfetto modello da imitare per

del territorio, offerta di beni e merci caratterizzanti, etc. Ecco allora che l’a-

rendere irresistibilmente attraente e ospitale l’intera area flegrea.


F O O D

i

ANTICA OSTERIA

LA FATTORIA DEL CAMPIGLIONE

70

UN RISTORANTE-TRATTORIA POCO DISTANTE DA POZZUOLI COSTRUITO SEGUENDO LA PASSIONE DEI SUOI IDEATORI PER TUTTO CIO’ CHE E’ ECCELLENZA: CARNE SQUISITA, UNA CANTINA IMMENSA, CURA ENORME NELLA SELEZIONE E LAVORAZIONE DELLE MATERIE PRIME. UN’ESPERIENZA DEL GUSTO DA FARE. Text_ Silvia Buchner Photo_ Riccardo Sepe Visconti Dayana Chiocca


L

a sua ultima creatura di cui ci raccon-

sontuoso ristorante-trattoria nei dintorni

un’erba spontanea cresciuta nella terra dei

ta (e ce la fa anche assaggiare) è un

di Pozzuoli, l’attesa - e quindi la pazienza

Campi Flegrei. In tutti questi casi la pazien-

provolone Auricchio che ha tenuto ad

- sono concetti che ritornano spesso. E con-

za e l’inesauribile curiosità (di individuare

invecchiare per 12 anni, allo stesso tempo

vivono felicemente con la sua personalità

il produttore giusto, girando l’Italia, di at-

croccante e morbido, in bocca si fonde tra-

volitiva, curiosa, innamorata del lavoro ben

tendere che la carne raggiunga il momento

sferendo tutti i profumi che la paziente atte-

fatto, dei sapori migliori, dei prodotti eccel-

ideale per essere gustata, di imparare che

sa ha consentito di formarsi. Ecco, nella sto-

lenti. Che insegue, per proporli agli ospiti

la campagna custodisce cose che neppure

ria di Nicola (il nome Gerardo ricevuto alla

della Fattoria, che si tratti di un manzo Kobe

si immaginano) sono il denominatore comu-

nascita sta praticamente solo sulla carta di

arrivato dal Giappone, di una costata frolla-

ne che fanno dello chef Nicola Buono “da

identità) Buono, puteolano, chef e ideatore,

ta per 3 mesi, di funghi porcini calabresi, di

Pozzuoli” (come ama dire di sé) un appas-

insieme all’amico e socio di sempre Miche-

un vino di esclusivo o di un distillato di cui

sionato di tutto ciò che è gusto - ben al di

le Sgamato, della Fattoria del Campiglione,

esistono pochissime bottiglie, o piuttosto di

là di quanto richiede la sua professione. E la


Fattoria del Campiglione è costruita a imma-

vista, costruita nell’officina di Michele, rive-

sapore e profumo. Un procedimento che ha

gine e somiglianza di questa passione - che

stita con mattonelle di sale rosa dell’Hima-

i suoi costi, in quanto le carni perdono ac-

condivide con Michele, abile artigiano oltre

laya, al cui interno su più piani tagli di carne

qua e quindi peso, e tuttavia è indispensabi-

che macellaio per tradizione familiare. Dal

pregiatissima proveniente da tutto il mondo

le per far emergere al massimo la qualità del

desiderio di entrambi, infatti, di proporre in

(chianina, razza podolica, angus argentino,

prodotto. Tutta la carne servita alla Fattoria

un territorio in cui il pesce la faceva da pa-

americano, irlandese, scozzese o canadese,

del Campiglione ha come minimo 30 gior-

drone, un locale dedicato alla carne, nasce

piemontese, di Kobe e così via per decine

ni di frollatura, per poi passare ai 45, 60,

nel 1995 il ristorante, poco fuori dal centro

di possibili alternative) sono custoditi quasi

70, 90… E si tratterà in ogni caso di animali

di Pozzuoli. Dieci anni intensi, grazie anche

come fossero oggetti preziosi nella vetrina

con precise caratteristiche, devono essere

a uno staff di sala e cucina preparato e af-

di un gioielliere, per essere sottoposti ap-

infatti femmine di almeno di 36 mesi di età

fiatato costituito spesso da persone che la-

punto al processo della frollatura, passaggio

altrimenti la carne non avrà alcun sapore, e

vorano qui fin dal primo giorno, sono serviti

indispensabile per ottenere una grande car-

ingrassate nel modo giusto.

a maturare la convinzione che era arrivato il

ne. Si tratta di un periodo di riposo a tempe-

Ma Nicola Buono è andato oltre. Ha svilup-

momento di compiere una svolta, di imporsi

ratura e umidità controllate durante il quale

pato, infatti, in accordo con la facoltà di Ve-

come portatori di eccellenze culinarie. Oggi

le fibre si distendono e subiscono modifica-

terinaria dell’Università Federico II un pro-

appena si entra alla Fattoria ci accoglie la

zioni chimiche che fanno sì che i tessuti di-

getto di studio scientifico sulla frollatura: il

camera di frollatura, una cella frigorifera a

vengano morbidi e soprattutto acquisiscano

risultato è una tesi dedicata all’argomento


e un esperimento di frollatura durato 500

impeccabile che rende caldo e accogliente

la brace è la scelta migliore (e l’incontenta-

giorni (!); in prospettiva l’idea è di dare vita

l’ambiente, completato dalla cucina a vista.

bile Nicola una particolare brace che fa an-

nel prossimo futuro ad un protocollo (che

Da cui escono piatti di grande coerenza, in

che da forno e affumicatore se l’è disegnata

ancora non esiste) che amministri questo

cui la materia prima viene trattata con cura:

da sé - e Michele l’ha costruita). All’inter-

delicato passaggio nella lavorazione della

cotture tradizionali, come la genovese, pri-

no della Degustazione di carni è possibile

carne.

mo piatto principe della cucina napoletana

assaggiare anche la mitica Wagyu di Kobe,

E dopo la camera della frollatura, tutto il re-

che qui si realizza con la coperta del costa-

una “docg” della carne, trattandosi di ani-

sto: la Fattoria del Campiglione si articola in

to, e poi cipolle, cipolle, cipolle, quelle di

mali di una razza selezionata, cresciuti per

diverse sale ampie, arredate da una infinita

Montoro, qualche pomodorino e otto ore di

almeno 48 mesi, nutriti in modo speciale e

quantità di oggetti che richiamano il mondo

cottura. Il risultato è una salsa lucida, den-

la cui carne presenta all’interno marezzature

dell’allevamento e i mestieri che ruotano in-

sa, che avvolge i paccheri e i tenerissimi, ma

di grasso che le regalano un sapore unico.

torno ad esso e più in generale all’artigiana-

integri, pezzi di carne che li accompagnano.

E per un percorso del gusto completo non

to, che si affiancano ad eterogenee raccol-

Lo stesso dicasi per la straclassica braciola in

si può prescindere dall’antipasto di salumi

te di souvenir, oggetti vintage, ceramiche,

salsa di pomodoro, per tagliarla basta la for-

e formaggi, presi spesso da produttori che

attrezzi… Difficile da descrivere, va visto!

chetta. E finalmente il trionfo dei diversi ta-

lavorano piccole quantità e invecchiati a do-

Una scenografia barocca e al tempo stesso

gli di carne: per gustarne appieno il sapore

vere presso La Fattoria per farne delle eccel-


lenze. Da accompagnare con vini da tutto il mondo, una selezione sterminata fra cui scegliere, per una cantina che è un’esperienza nell’esperienza. E se le scelte di chi ha creato questa realtà di successo hanno portato le guide gastronomiche a escludere in linea generale La Fattoria del Campiglione dalle loro classifiche, il popolo di Trip Advisor decreta quotidianamente con recensioni entusiastiche la qualità del lavoro del team guidato da Nicola e Michele.

74 La Fattoria del Campiglione via Vicinale Campana 2, Pozzuoli info: 081. 5263733 lafattoriadelcampiglione.it La Fattoria del Campiglione


ischiacitydivisionepubblicitĂ


IL BY NIGHT A POZZUOLI iS different


A

ridosso del piacevolissimo lungomare Pertini, così come in Piazza della Repubblica, sul porto ed in diversi

punti del centro storico sono moltissimi i ristoranti, bistrot, stuzzicherie, gelaterie, pub e baretti che offrono i loro prodotti ad un pubblico sempre più ampio e, soprattutto, assiduo. Nei fine settimana, specie di sera, c’è solo l’imbarazzo della scelta per decidere dove intrattenersi a sorseggiare un buon cocktail, ascoltare musica e stuzzicare l’appetito con qualche sfizioseria…



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