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Paolo Aversa - Ally Consulting CEO
Ally Consulting CEO
“I coraggiosi normalmente hanno cuore”
Partiamo dalla fine, che in realtà è stato il mio nuovo inizio: il primo agosto del 2019 ho costituito Ally Consulting. Precedentemente ero socio in un'altra azienda, ma come accade nel mondo del lavoro non sempre le visioni e gli obiettivi iniziali che ti portano a fondare una società vengono poi condivisi nel viaggio che si decide di intraprendere insieme. Quando ho realizzato che il mio modello di business e di gestione delle relazioni tra proprietà e collaboratori non era più in linea con il mio modo di essere e pensare, ho preso la decisione irrevocabile di staccarmi da quella realtà.
Oggi performo meglio di prima e mi diverto. Dopo la mia dipartita undici persone mi hanno seguito nella nuova avventura lavorativa, e questa per me è stata la soddisfazione più grande! Ho dipendenti che lavorano con me da trent’anni, conosco la loro vita e viceversa, tra noi c’è un rapporto umano e personale.
Sono imprenditore dal 2003 e mi sono reso conto nel corso del tempo di essermi circondato di persone di buon senso, acquisendo la capacità di riconoscere i valori che mi fanno stare bene.
Oggi nella mia azienda è vietato lavorare dopo le diciotto, il sabato e la domenica, perché ognuno di noi ha una propria vita, ha i propri figli. Anche io ho un figlio di sedici anni che ha cambiato completamente il mio modo di vedere le cose e di approcciarmi in tutti i rapporti, anche in quelli professionali. Quando è nato ero già un imprenditore e avevo la fortuna di poter gestire il mio tempo, mi ero dato come obiettivo quello di essere sempre presente, partecipare ad ogni "prima volta" di mio figlio: il suo primo giorno di scuola o il suo primo torneo di tennis. Quindi se tutto questo vale per me, deve valere anche per i miei dipendenti e per chi lavora nella mia azienda, perché dal punto di vista qualitativo la loro vita ne può solo beneficiare. Il claim della mia azienda è “Inspired by Human”. Human sono le persone: sono io, i miei dipendenti, i miei clienti, non sono i prodotti che vendiamo, non sono i software, non è l’intelligenza artificiale; il valore della mia azienda sono le persone. Io ho il dovere di garantire che nella mia società chiunque sia trattato con rispetto per lavorare con serenità ed entusiasmo, i miei dipendenti devono prendersi cura di loro stessi e di riflesso avere cura della qualità
Human, “ prima di tutto”


del loro lavoro, devono essere felici di entrare in azienda a prescindere dal loro know-how.
Mi sono laureato in ingegneria, facoltà scelta da mio padre. Lui mi ha cresciuto come un soldato perfetto e performante ed io ho esaudito tutti i suoi desideri, ma per farlo non ho dato il giusto peso alla relazione con gli altri: ero molto impostato e seguivo il mio copione per raggiungere il traguardo. Il fatto di essere cresciuto a Napoli però mi ha permesso di assaporare e vivere fin da piccolo la spontaneità di un popolo che ha il talento innato di esprimere in maniera chiara e schietta i propri sentimenti. Con il tempo e con l’esperienza ho imparato anche io a sviluppare la mia sfera emotiva. La razionalità non mi è mai mancata e mi è servita a prendere decisioni importanti, ma la differenza è che oggi, oltre alla testa, uso il cuore e l’istinto per muovermi nel mondo.
Quando un dipendente non riesce a portare a termine un progetto bisogna metterlo nelle condizioni di dire qual è la difficoltà che ha riscontrato. Io conosco il loro valore professionale, perché lo costruiamo insieme con la formazione; ma se il problema è legato alla sfera personale, si può intervenire grazie al dialogo e all’ascolto. La relazione in un contesto lavorativo è tutto: ho avuto un mentore d’eccezione durante la mia prima esperienza lavorativa, che poi è diventato anche il mio migliore amico e mio testimone di nozze, una persona straordinaria. Era mio socio e abbiamo lavorato insieme fino al 2013, poi lui ha deciso di lasciare l’azienda. In quel momento ho provato molta paura e, in tutta franchezza, ho avuto la forte tentazione di abbandonare anch’io la nave. Poi ho pensato ai miei dipendenti e ho capito che quell’azienda era anche la mia e che non potevo mollare. Così ho ripreso in mano la mia vita lavorativa e, grazie a questo grande cambiamento, ho trasformato anche me stesso: ho scoperto lati di me che non conoscevo e ho iniziato a scegliere facendomi guidare anche dalle emozioni. Dopo questa esperienza ho capito che un momento di crisi può diventare un’opportunità evolutiva. Ho fatto molti errori ma ho anche acquisito più consapevolezza e tutto questo alla fine mi ha permesso di creare ciò che avevo in mente, costituendo Ally Consulting.
Non bisogna avere paura di sbagliare, d’altronde vincere sempre è una noia bestiale!
*Il commento dei B.Liver*
Ho la stessa eco in testa da mezz'ora: vorrei fosse il mio capo e vorrei anch'io essere un capo così. Le cose cambiano solo cambiandole, e lui l'ha fatto. Da donna e malata cronica, profondamente grazie! Oriana Gullone
