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Federica Ronchi - Clearpay Country manager Italia
Clearpay Country manager Italia
Sono il country manager di Clearpay Italia, una branch italiana del gruppo Afterpay attiva nel settore fintech. Iniziai a lavorare nell'azienda che Afterpay acquisì un anno fa, Pagantis, quando mi proposero di lanciare una start up fintech in Italia. Mi spronava molto l’idea di lavorare in una start up così come in un nuovo settore tecnologico, e vedevo in Pagantis la possibilità di unire le mie due esperienze lavorative precedenti: Monclick ed eBay.
La prima fu la più formativa e l’azienda in cui lavorai per dodici anni come General Manager. Questa società la creai dal nulla quando lavoravo ancora per Esprinet (grande distributore di prodotti tecnologici) e l’azienda decise di aprire una nuova business unit per rifornire di prodotti tecnologici il mercato dell'utenza finale. Così si decise di iniziare un progetto che portò alla nascita di Monclick. All'epoca mi occupavo dei progetti speciali in Esprinet e rispondevo al Country Manager. Da lì nacque l’idea di creare un'azienda con un nuovo conto economico e un nuovo team: una grande sfida per gli anni 2000, che avevano appena iniziato a conoscere l'e-commerce. C'era pochissima concorrenza ma il mondo non era ancora pronto ad acquistare online come fa oggi, a vent’anni di distanza. Ricordo ancora le parole del country manager, che mi disse: "Federica, stai passando dalla sicurezza di un'astronave alla precarietà di una zattera in mare aperto che dovrà affrontare gli tsunami. Te la senti?". Io accettai immediatamente, perché amo le sfide di valore. L'esperienza di Monclick fu eccezionale: partii da sola, occupandomi di tutte le selezioni insieme all’HR, e negli anni l'azienda crebbe esponenzialmente fino a diventare uno dei leader dell'elettronica di consumo in Italia, con più di sessanta dipendenti. Ero davvero orgogliosa di questo progetto, così come del mio team di lavoro. Negli anni però l’azienda fu venduta a un altro gruppo e infine acquisita da Unieuro. Allora compresi che le dinamiche aziendali sarebbero cambiate, dal momento che Unieuro è una società molto "negozio-centrica", concentrata più sull'offline che sull'online. Non vedevo più la possibilità di sviluppare i tratti distintivi di Monclick, così un anno dopo la lasciai, sebbene con grande dispiacere. Fu allora che feci un passo fuori dalla mia zona di comfort e accettai di lavorare per eBay.
In questa grande multinazionale imparai ad affrontare nuove sfide, come relazionarmi con team multiculturali in tutto il mondo ed influenzare le decisioni con una logica di autorevolezza, anziché di autorità. Fu molto interessante ed istruttivo, ma in eBay trovai un’azienda grande, complessa e spesso molto lenta nell’approcciare un mercato in continua e rapida evoluzione. Sentivo di non riuscire ad esprimere le mie potenzialità al massimo. La proposta di Pagantis fu quindi la congiunzione tra l'esperienza di una start up come Monclick e quella di una realtà internazionale come eBay. Cercai di fondere tutto ciò che avevo imparato, intraprendendo la strada che mi portò alla mia attuale esperienza in Clearpay.
Oggi credo fortemente che non si possa vincere da soli, soprattutto in mercati complessi, dove il one-man business non funziona. Il team è vincente quando le persone che ne fanno parte si sentono ingaggiate, se credono nel progetto e decidono di percorrere un tratto di strada insieme. Io ripongo grande fiducia nella squadra perché ognuno la arricchisce con il proprio bagaglio di esperienze professionali e personali. Quando seleziono le risorse preferisco scegliere una persona con meno hard skills, ma un potenziale interiore più ampio. Qualcuno che abbia voglia di aprirsi, condividere le proprie esperienze, lavorare al progetto rispettando il proprio ruolo ma dando spazio alla creatività: mettendo sé stesso e gli altri nella condizione di lavorare al meglio.

Non sono sempre stata sicura di me stessa. La sicurezza di oggi nasce da un po’ di anni sulle spalle e da un lungo lavoro di autocritica. Ciò che mi rende forte per certo è la mia famiglia. In primis quella di origine, che mi ha sempre sostenuto lasciandomi libera di scegliere e talvolta anche di sbagliare. Pur facendo un passo indietro se necessario, ma standomi sempre al fianco quando ne ho avuto bisogno. E poi c’è la famiglia che ho costruito io stessa: un figlio fantastico e un marito che crede in me e mi sostiene nel lavoro e a casa. È una persona forte che riesce a valorizzare i pregi del mio carattere senza competitività. Buona parte del mio equilibrio viene da lui, che con la sua tenacia, costanza e perseveranza mi fa sentire che il porto sicuro c'è, è lì, ed è casa.
Ci sono stati anche momenti difficili, che mi hanno fatto riflettere. La nascita di mio figlio Edoardo fu un'esperienza incredibile, non pensavo nemmeno di avere un tale vortice di emozioni dentro. Rappresentò un momento cruciale nella mia vita, grazie al quale ho realizzato che il lavoro è estremamente importante, ma che la prospettiva è un'altra: la crescita di mio figlio. Si tratta di un'esperienza quotidiana nella quale cerco di fare ciò che i miei genitori hanno fatto con me: lasciarlo libero di vivere le sue esperienze pur vedendo che sta inciampando, restandogli accanto e assicurandomi che lui ne esca più forte.
Dal punto di vista professionale, invece, lasciare Monclick non fu facile, perché la consideravo “la mia creatura” fatta di persone eccezionali. Ricordo che proprio una di queste persone lasciò Monclick nello stesso momento, e un giorno mi disse: “È come elaborare un lutto”. In effetti era vero, eravamo molto toccati perché pensavamo che quello che stava succedendo non fosse corretto e che stessero violentando un'azienda che avevamo costruito su altri valori. Poi l'elaborazione di questa situazione ci portò a metterci di nuovo in discussione e sperimentare la nostra competenza in altri contesti. Da questo momento difficile entrambi, sebbeneper strade diverse, siamo ripartiti e oggi possiamo dire di essere cresciuti tanto.
Mi piace essere accogliente e apprezzo che una donna mostri questa accoglienza. Ho vissuto tanti anni in un ambiente estremamente maschile dove non è stato facile districarmi in quanto giovane donna ai vertici. Tuttavia, ho sempre cercato di farlo senza diventare “un uomo” sul lavoro, ma valorizzando i tratti caratteristici del mio essere. Questo si riflette anche nel mio operato: cerco di essere attenta a cogliere i segnali “dal basso” favorendo la condivisione delle scelte; provo a mettermi “al servizio” del team, in modo da supportarlo nelle situazioni più complesse; quando faccio un colloquio a una persona mi concentro nell’individuare la sua motivazione e come potrebbe funzionare al meglio all’interno del delicato ecosistema aziendale. Per questo cerco sempre di premiare la collaborazione e minare la nascita di muri al suo interno. Ai miei collaboratori ricordo ogni giorno che siamo un'azienda commerciale, competitiva e che vuole vincere, ma che il "nemico" è là fuori. Non dobbiamo investire il nostro tempo aguardarci le spalle, bensì a mirare l'obiettivo. Questo è il mio mantra.
*Il commento dei B.Liver*
Collaborare, credere nei propri valori e mettersi sempre in gioco, ma soprattutto, al servizio delle proprie passioni. Le parole e le esperienze di Federica Ronchi sono fonte di ispirazione. Debora Zanni

#6 KEEP CALM
AND CARRY ON
Richmond Tips è un format di Richmond Italia nato nell’anno del lockdown. Abbiamo chiesto a speaker, coach, psicologi, trainer e consulenti nell’area Risorse umane di distillare un consiglio sul da farsi in un periodo difficile e sfidante come questo. Risultato? Più che pillole di saggezza, piccole leve per risollevare il mondo a partire da ciascuno di noi. Cerca tutte le Richmond Tips sul canale YouTube di
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Marcello Savi
Le persone più intelligenti che io abbia mai conosciuto erano dotate di grande senso dell’umorismo.
(…) Ma perché non ci prendiamo un tot di minuti al giorno dedicati alla risata? Ci capita casualmente e troppo, troppo raramente. Perché non dedichiamo dieci minuti a guardare dei video divertenti su facebook, i neonati che ridono (ognuno poi ha il suo senso dell’umorismo), o dei film con Boldi e De Sica o una stand-up comedy di Ricky Gervais?

Andrea Giocondi
Aiutiamoci per superare di slancio, emotivamente ed energicamente, la chiusura.

(…) Il sistema circolatorio vanta oltre 100.000 km fra arterie, vene e capillari, vale a dire due volte e mezzo il giro del mondo. La maggior parte di loro portano nutrienti e ossigeno al nostro cervello. Potremmo parlare dei piedi, l’unico segmento corporeo che riesce a correre, camminare e sprintare come nessun altro animale al mondo.