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Giovanna Alloro - Sappi Manager environment & safety
Sappi Manager environment & safety


Mi occupo di ambiente, sicurezza e salute nei luoghi di lavoro dal 2003. Iniziai con il classico stage universitario curriculare in uno studio di consulenza. Poi rallentai gli studi per lavorare part time da loro: ci rimasi cinque anni e nel frattempo conclusi l'università in Scienze ambientali. Nello studio ero la più giovane e l’unica donna in un ambiente molto maschile ed ingegneristico. Quella fu un’esperienza bellissima sia a livello di relazioni che di crescita professionale. Imparai presto il mestiere e fui subito coinvolta in tutti i processi. Rappresentò per me un grande vantaggio e un punto a favore: feci molti passi avanti in poco tempo. L’unico neo fu quando un giorno il responsabile mi chiamò nel suo ufficio e mi disse che nonostante fossi pronta a gestire alcuni clienti da sola, il fatto di essere una giovane donna non me lo consentiva, perché rischiavo di perdere credibilità. Mi disse: “Non ho clienti pronti ad averti come consulente”. Da quel momento iniziai ad elaborare la condizione che mi guidò per il resto della vita: scegliere di lavorare per aziende dove non debba scendere a compromessi. In seguito, iniziai a lavorare in una azienda farmaceutica, sempre in ambito HSE e lì maturai l'esigenza di conseguire la magistrale. Tutti mi chiamavano Dottoressa, titolo che formalmente avevo con la mia laurea triennale, tuttavia non me lo sentivo davvero addosso senza la specialistica. Era una questione di sostanza. Così, nonostante avessi già un lavoro avviato, decisi di iscrivermi alla magistrale in Scienze ambientali. Durante i nove anni in cui lavorai nell'ambiente farmaceutico terminai la specialistica, feci un master di primo livello in Scienze tecniche della prevenzione nei luoghi di lavoro, mi sposai e nel 2015 diventai mamma. A livello formativo non mi sono mai fermata,cercando sempre di essere coerente con il mio lavoro. Quando mia figlia aveva un anno, infatti, mi iscrissi nuovamente in università, questa volta in Ingegneria della sicurezza civile ed industriale, percorso che ho completato lo scorso dicembre.Spesso le persone mi chiedono come faccio a fare tutto. La verità è che il sacrificio è meno di quel che sembra, quando arriva da te e credi in ciò che fai.
Tre anni fa invece, dopo l’esperienza in ambito chimico farmaceutico, decisi di cambiare lavoro: volevo approcciarmi ad un processo produttivo più complesso. E Sappi, l’azienda di cui oggi sono l’HSE manager, ha tutta la complessità che cercavo: è molto sfidante a livello professionale. Sappi produce carta per l'ambito alimentare, il settore etichette, tabacco e fashion
“La mia prima regola nel lavoro e nella vita: mai scendere a compromessi" “La mia bimba aveva interiorizzato l'esempio che le avevo dato"
(trasferimento immagine per sublimazione su tessuti). Si tratta di una multinazionale sudafricana presente anche in Nordamerica ed Europa.
Fui assunta nel 2018 con l'obiettivo di migliorare le prestazioni di sicurezza e salute dei due stabilimenti italiani appena acquistati dall’impresa. Sappi è un'azienda storica, ed essendo una multinazionale ha un approccio molto safety first. Tra le prime disposizioni da introdurre come nuova policy vi era l'obbligo di usare il corrimano mentre si fanno le scale. Rispettare questa regola fu una vera e propria forzatura anche per me, almeno per i primi sei mesi. Per abituarmi iniziai a tenermi al corrimano dappertutto: a lavoro, a casa, al centro commerciale… trasferendo questa idea anche alla mia famiglia.
All'epoca vivevamo al secondo piano senza ascensore e mia figlia Anna, di appena due anni, stava imparando a fare le scale da sola. Continuavo a dirle di tenersi al corrimano, finché un giorno mi resi conto che iniziò a farlo da sola nel momento in cui io stessa mi abituai a compiere quell’azione. Pensai: “E’ da tanto che non le raccomando di tenersi, eppure lo sta facendo comunque". Dopo circa sei mesi, fu lei

a iniziare a dirmi di tenermi al corrimano ogni volta che mi dimenticavo. Mia figlia arrivò al punto di assicurarsi che io lo usassi, poiché ormai aveva interiorizzato l'esempio che le avevo dato.In quel momento realizzai che la stessa cosa accade in azienda quando i leader danno il buon esempio.
Spesso faccio un parallelismo tra la vita lavorativa e quella privata per trasmettere l'importanza della sicurezza ai dipendenti. Perché allacciarsi le cinture in auto e non farlo su un carrello elevatore? Il comportamento sicuro che applico fuori, lo porto anche all'interno dello stabilimento. Di nuovo, è questione di sostanza: non riesco a lavorare sulla sicurezza solo perché va fatto, ma perché ci credo.
La parte che amo di più di questo lavoro è prendermi cura delle 250 persone che lavorano in azienda e fare in modo che a loro volta si prendano cura dei colleghi, in un processo che si autoalimenta.Proprio come ha fatto la mia bambina con me. Non dobbiamo dimenticare che l'HAd esempio, raramente dico a mia figlia: "Fai così perché lo dico io". Posso andare avanti ore a discutere con Anna, perché voglio che lei capisca qual è il motivo di una determinata raccomandazione. Non amo imporre regole dall’alto, né ai colleghi, né alla mia bambina di cinque anni. Può essere faticoso, ma poi le soddisfazioni arrivano. Alla festa dei diplomi della scuola
SE manager di fatto si trova sul campo, sempre. Nonostante la nostra qualifica sia quella del manager, il nostro compito è stare là dove lavorano le persone, con le scarpe antinfortunistiche ai piedi. Amo relazionarmi con tutti, dall'amministratore delegato al neoassunto, perché questi diversi approcci relazionali mi arricchiscono e mi permettono di portare questo spirito anche a casa. materna di mia figlia è stata consegnata una valigetta simbolica ad ogni bambino con ciò che si porteranno con sé in futuro. A mia figlia hanno assegnato la parola "Insegnamenti". Spero che avermi sempre visto studiare e lavorare full time, nonostante questo abbia sottratto del tempo anche a lei, possa essere d’ispirazione per la sua crescita.L'esempio più bello che spero di aver dato ad Anna è proprio questo: la capacità di poter fare ciò che vuole nella vita. Se ci crederà, potrà prendersi tutto.
*Il commento dei B.Liver*
Quando si parla di sfera privata e sfera lavorativa, difficilmente le si associa. Invece è davvero stimolante leggere la quotidianità in un’ottica produttiva e propositiva anche sul lavoro. Martina Dimastromatteo
