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Per un percorso di pace un gruppo di Reggio Calabria

da Rina Bova

Il tema dell’inchiesta di quest’anno ci ha stimolati a riscoprire vari testi, tra cui anche l’enciclica “Pacem in terris” di papa Giovanni XXIII, che compie sessant’anni ma è attualissima. Non solo perché denuncia l’immoralità della guerra, ma anche perché è quanto mai attuale l’appello “a tutti gli uomini di buona volontà” perché guardino “ai segni dei tempi”. Per capire la storia in cui siamo immersi è forse opportuno abbandonare il pigro chiacchiericcio degli esperti di geopolitica e le propagande ideologiche, per affrontare veramente le grandi questioni politiche, economiche, sociali e culturali del nostro tempo.

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La globalizzazione ha portato ad un consumismo esasperato e ad uno sfruttamento senza regole delle risorse della Terra, causando sempre maggiore inquinamento e aumentando notevolmente le disuguaglianze. Paradossalmente, i Paesi che hanno maggiori ricchezze di materie prime, come quelli dell’Africa, sono tra i più poveri del Pianeta.

Questa corsa, verso un progresso che poco ha di etico e verso l’accaparramento di tali territori, minaccia gravemente la pace mondiale.

Difatti, dinanzi ai conflitti che ormai, da anni, interessano numerosi Paesi dell’Africa e del Medio Oriente e alla recente invasione dell’Ucraina, papa

Francesco ha dichiarato:” Oggi stiamo vivendo una terza guerra mondiale a pezzetti” che sembra portare morte e distruzione solo in alcune aree del pianeta ma che, nella sostanza, coinvolge noi tutti.

Questi conflitti hanno attivato reazioni che vanno dalla paura allo stress, dall’ansia alla depressione; di fronte alla violenza e ai bollettini quotidiani di morti e feriti, tra i più giovani sono state rilevate manifestazioni di panico. Tali reazioni nascono da motivazioni dettate dalla preoccupazione e dall’incertezza per il presente e per il prossimo futuro. Bisogna sottolineare però che ad esse si accompagnano sentimenti di compassione per le vittime, gesti di solidarietà concreti, pressioni da parte dell’opinione pubblica sulle istituzioni politiche ed internazionali affinchè si adoperino a favore della pace. La pace, infatti, non è un’ideologia astratta da imporre gridando slogan, ma è una domanda che scaturisce dalla profondità della storia, dai morti per bombe, droni, missili o in combattimenti, dalle vittime di crudeli atrocità, dalle migliaia di bambini scomparsi.

Assistiamo invece, e questo sia materia di riflessione, agli aumenti delle spese militari, alla corsa agli armamenti, all’invio di armi sofisticate di nuova generazione, che vengono te- state in un contesto di guerra reale. È giusto ricordare che sono stati tentati anche percorsi di carattere diplomatico che, purtroppo non hanno avuto esiti positivi. A ciò si aggiunga che il perdurare della guerra in Ucraina ha reso gran parte della popolazione occidentale disorientata e poco fiduciosa sul ruolo svolto dall’Unione Europea, dall’ONU, dalla NATO e dai vari governi. Il nostro impegno a livello personale, sociale ed ecclesiale ci porta a sostenere quei movimenti che combattono i modelli di sviluppo che mortificano la dignità dell’uomo e non si pongono come obiettivo importante la cura e la tutela dell’ambiente.

Una svolta nell’attuale modo di vivere è urgente. Ernesto Balducci, sacerdote scomodo, morto nel 1992, molti anni fa ha evocato profeticamente l’immagine di un mondo non padrone, ma custode della Terra. Lo stesso messaggio dell’Enciclica “ Laudato si’ “ di papa Francesco, che parla di conversione ecologica. Tale conversione parte anche da una conversione comunitaria che impone una grave responsabilità e che si estende alla relazione con le altre creature e con il mondo che ci circonda. Tutto questo è possibile se siamo in pace con noi stessi. La pace interiore è molto legata alla cura dell’ecologia e al bene comune e rafforza la solidarietà con i più bisognosi.

Attuale in tal senso è anche il messaggio di Madre Teresa di Calcutta: “per promuovere la pace, va’ a casa ed ama la tua famiglia”. L’insegnamento che ne deriva è quello di partire da noi stessi, dalle nostre famiglie, per offrire esempi ispirati alla pace, all’amore e al rispetto, tra congiunti e verso gli altri.

Il percorso in Rinascita Cristiana ci ha sempre fatto riflettere su queste tematiche, indicandoci la via per praticare stili di vita rispettosi dei valori della pace e della fraternità.

Per costruire un mondo più aperto e giusto dobbiamo innanzitutto mettere da parte gli egoismi e gli interessi personali e promuovere i vari campi delle attività umane secondo criteri di giustizia, di sostenibilità sociale, economica ed ambientale.

Il nostro compito è quello di consegnare alle generazioni future un pianeta non depauperato di tutte le sue risorse e ancora in grado di sostenere il genere umano. L’essere coinvolti in questo progetto ci insegna il rispetto per il Creato e per tutti gli esseri viventi.

Perciò, con San Francesco, preghiamo: “Altissimo, glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio”; solo così ogni atto d’amore verso i nostri fratelli e verso la nostra Madre Terra diventa un’opera di pace.

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