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Costruire la pace nella transizione ecologica

di Francesca Sacchi Lodispoto

Questo è stato il motivo ispiratore di un seminario promosso da due uffici della CEI, l’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro e l’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso.

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Una guerra come quella in Ucraina, ma non solo, “distrugge la fraternità, impoverisce, sfregia la creazione”, è “esperienza energivora per eccellenza”. E in mezzo a questo spreco ingiustificabile sono i poveri e le popolazioni inermi, lo sappiamo, i primi a subire le conseguenze della guerra. Anche per loro, e per le generazioni future, non si può fermare il processo di transizione ecologia, avviato con l’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, e dall’appello alla conversione all’ecologia integrale di Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’, ormai quasi otto anni fa. Anche perché, secondo l’ultimo rapporto Ipcc delle Nazioni Unite, siamo in una situazione di cambiamento climatico grave, che si può correggere solo agendo subito. Guerra e crisi ecologica, insomma, si alimentano a vicenda, ma un lungimirante agire per la casa comune “può essere sinergico ad una positiva azione per la pace”.

Alcuni flash

– Ha introdotto la giornata il Pastore Professor Daniele Garrone, Biblista e Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche, con una bella riflessione sul Salmo 85 amore e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Ricordo che fu il filo del conduttore della prima Assemblea ecumenica di Basilea e l’impegno ecumenico delle chiese e delle religioni attraversa tutta la riflessione etica sulla pace e sulla transizione ecologica.

– Il tema della pace legato al tema della giustizia ci rimanda al Piano di Lavoro dell’anno passato “Una fraternità possibile” con l’invito ad analizzare le possibilità del PNRR. Oggi che la sfida è in atto ed è complicata dagli effetti nefasti della guerra dobbiamo capire bene come pace e transizione ecologica e giustizia sono strettamente legate; dobbiamo capire cosa il PNRR implica come cambiamenti reali nella vita delle persone, delle città ad esempio pensando ai trasporti, al riassetto urbano ecc….

– Don Bignami, Direttore dell’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e del Lavoro, si domanda: chi pagherà i danni della guerra in Ucraina? Oltre ad aver dilaniato città, ha sottolineato il sacerdote, la guerra “ha messo in gi- nocchio l’attività agricola e quella portuale, tra loro strettamente connesse per trasportare il grano in ogni parte del mondo. Si segnalano infiltrazioni di detriti militari nel terreno: sono soprattutto munizioni ed esplosivi a base di metalli pesanti a infestare strade e campagne”. È stato colpito il 20 per cento di tutte le aree protette dell’Ucraina: “coinvolti 812 siti naturali che coprono un’area di quasi un milione di ettari. Altrettanto deformante è la distruzione di terreni agricoli, con il versamento di materiale inquinante dalle aziende chimiche bombardate e con rifiuti provenienti dalle demolizioni delle infrastrutture elettriche”. Una pessima qualità ambientale che ha conseguenze sulla salute pubblica. “Chi pagherà questi danni? - si è chiesto don Bignami - Siamo in grado di accertare le responsabilità e di fermare chi causa disastri ambientali?”. La transizione ecologica chiede vera conversione ecologica.

– Dobbiamo abituarci a pensare al nostro futuro come qualcosa che ci riguarda, aiutarci e aiutare le persone a capire. Abbiamo il 60% degli italiani che non sa esprimere un’opinione personale, molti non sanno comprendere un testo scritto e moltissimi credono ad una serie di fake-news che circolano nella rete.

– Dobbiamo capire che le opportunità per la transizione ecologica esistono ma debbono essere giuste, debbono riflettere il mondo che vogliamo. L’articolo 9 della nostra Costituzione così ci ricorda: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. E l’articolo 41: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.

– “La transizione ecologica ha bisogno anche di un coinvolgimento più ampio dell’opinione pubblica, per evitare che i disagi futuri creino contestazioni” così afferma il Professore Enrico Giovannini. O la transizione è giusta, cioè porta benefici a tutti, oppure non si realizzerà perché le reazioni, come già vediamo, a tornare indietro, ad aspettare, a rinviare le scelte, fermeranno questo processo, mentre non abbiamo più tempo. Come ci ha ricordato anche l’Onu recentemente. La transizione ecologica è un processo molto complesso e lo dobbiamo fare in tempi molto rapidi. Per questo serve la collaborazione di tutti, servono politiche adeguate, ma soprattutto serve la convinzione che è l’unica strada verso cui andare. In definitiva come cittadini e come cristiani dobbiamo far sentire le nostre parole fondate sulla Fratelli tutti e la Laudato sii per passare da un inquinamento continuo e grave e da un uso e abuso del nostro territorio e dell’ambiente che ci circonda a un concetto di AMBIENTE che è una sfida per tutta l’umanità.

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