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Nella chiesa tutti equipaggio nessuno passeggero
di Maria Esposito
Dopo la seconda guerra mondiale una nuova sensibilità verso i problemi del mondo fece sì che la chiesa si aprisse ai cambiamenti di una nuova realtà. La svolta avvenne con Papa Giovanni XXIII, uomo semplice e molto attento agli aspetti pastorali. Nel 1962 egli si lanciò in quello che fu il più grande avvenimento della storia recente della chiesa.
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Il Concilio Vaticano II, con un’accurata riflessione, esaminò la chiesa e la sua missione per rispondere alle sfide del tempo. Prese in rassegna ogni aspetto della vita della chiesa: la liturgia, la Scrittura, l’ecumenismo, il dialogo interreligioso, la ministerialità, la partecipazione, la concertazione all’interno della chiesa, ed anche quelli della società: come la pace, la ricchezza e la povertà. Tracciò così una nuova direzione per il cammino della Chiesa nel mondo contemporaneo, testimoniando la volontà di un rinnovamento interno ed una apertura verso l’esterno.
Il nuovo indirizzo della Chiesa è tracciato in modo specifico in due costituzioni: Lumen gentium 1 e Gaudium et spes 2 .
La Lumen gentium, annuncia il vero volto della Chiesa e lo fa attraverso alcune immagini. La Chiesa è segno in quanto rende visibile il corpo di Cristo, ma è anche strumento attraverso il quale Cristo agisce. La Chiesa è regno di Dio presente nel mistero ed è germe, l’inizio del regno di Dio. La Chiesa è popolo di Dio, il popolo della Nuova Alleanza, un popolo regale, perché chiamato a servire il mondo, sacerdotale, perché offre se stesso, profetico, perché annuncia la Parola, attraverso il proprio carisma, dono per l’edificazione dell’altro, elargito indipendentemente dalla santità. Tutti i credenti formano il popolo di Dio che
“[…] ha per Legge il nuovo precetto di amare […] pur non comprendendo effettivamente l’universalità degli uomini e apparendo talora come un piccolo gregge, costituisce tuttavia per tutta l’umanità il germe più forte di unità, di speranza e di salvezza.
Costituito da Cristo per una comunione di vita, di carità e di verità, è pure da lui
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Costituzione dogmatica (documento che i fedeli devono accogliere docilmente poiché contiene numerose dottrine e insegnamenti della tradizione e del magistero autorevole della Chiesa) promulgata il 21 novembre 1964.
2 assunto ad essere strumento della redenzione di tutti e, quale luce del mondo e sale della terra, è inviato a tutto il mondo.” (Lumen gentium, n. 9) Protagonisti della vita e della missione della Chiesa non sono più i vescovi, i sacerdoti o le persone consacrate, ma i laici, tutti i battezzati che hanno fatto scelte differenti di vita e sono coinvolti nella Chiesa in modi diversi.
Costituzione pastorale (documenti in cui la Chiesa esprime le sue direttive sui vari problemi di pastorale, affinchè i fedeli le accolgano e le vivano) promulgata il 7 dicembre 1965, ultimo giorno del Concilio.
Il Concilio Vaticano II è il primo concilio ad occuparsi specificamente dei laici, addirittura con un capitolo intero di una costituzione dogmatica. In questo modo il concilio mira a definire lo statuto del laico e le sue caratteristiche. Il termine laico appartiene al popolo di Dio. Non si trova nel NT, dove non c’è la bipolarizzazione tra laico e chierico. Appare per la prima volta in una lettera di Clemente di Roma alla comunità di Corinto. Fino al Concilio Vaticano II non abbiamo una definizione di laico. Il Codice Pio Benedettino del 1917 definisce il laico un non chierico. La Lumen Gentium scrive che il laico è un fedele, battezzato, che manca dell’ordine sacro. La nota caratteristica del laico: è l’indole secolare, l’essere nel mondo, che Pio XII aveva chiamato la consacratio mundi. Il carattere secolare è proprio e peculiare dei laici (LG 31).
Il laico è un uomo consapevole del mondo che lo circonda. Sa che la realtà è fatta da lui, dagli altri uomini e da tutte le cose. Il laico conosce il valore e le leggi proprie della realtà. Egli tratta le cose secolari ordinandole a Dio. Ha il compito di trasformare il mondo dal di dentro e con la sua professione di fede, orienta il proprio servizio verso il regno dei cieli. Quella dei laici è una missione all’interno delle strutture mondane, che vede vita e fede intimamente connesse. Il decreto conciliare Apostolicam auctuositate definisce il laico simultaneamente fedele e cittadino. In entrambi i ruoli deve farsi guidare dalla coscienza cristiana. Nello stesso decreto e nella costituzione pastorale Gaudium et Spes le realtà che concorrono a costituire l’ordine temporale: i beni della vita, la famiglia, la cultura, l’economia, le arti e le professioni, le istituzioni della comunità politica e perfino le relazioni internazionali, vengono assunte non solo come mezzi con cui l’uomo può raggiungere il suo fine ultimo, ma anche per il valore proprio, intrinseco, riposto in esse da Dio. Come recita il documento di Puebla, stilato in occasione della Conferenza Episcopale latino americana del 1979, il laico è un uomo della Chiesa nel cuore del mondo ed è un uomo del mondo nel cuore della Chiesa.
La Chiesa entra nel Concilio da maestra e ne esce compagna. Condivide il mondo contemporaneo e lo ha fatto proprio. Dialoga e si confronta col mondo, con i modelli culturali, con i diversi modi di intendere e di praticare la politica e l’economia. Infondo, l’attualità del Vangelo passa attraverso i problemi dell’uomo.