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“La forza della parola: come dire per unire”

a cura di Giovanna Lazzeri

Riceviamo da Giovanna Lazzeri un interessante articolo a firma di Maria Rosa Bigi comparso sul giornale diocesano di Genova Il cittadino sul tema “Donne: parole di pace”. L’iniziativa promossa dal CIF e da altre Associazioni femminili ha avuto la fattiva collaborazione del Movimento Rinascita Cristiana di Genova, ne riportiamo la sintesi.

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Come dire parole di pace oggi in tempi di violenza e di guerre atroci? Quali sono le parole di pace? “Beati i miti”, “Beati i costruttori di pace” Ma come costruire la pace? “Pace a voi” sono le prime parole del Risorto ai discepoli. E noi donne, che non abbiamo mai fatto la guerra, che siamo vittime come madri e come mogli, preda di una parte o dell’altra, che da sempre siamo portatrici di vita come gettare semi di conciliazione, come bisbigliare sillabe di perdono?

Insieme con un gruppo di donne di varia provenienza associativa e sindacale, credenti e non credenti o diversamente credenti abbiamo cercato di trovare risposte accogliendo la sfida offerta dal Sinodo: l’ascolto, il confronto, il dialogo. Ci siamo incamminate lungo le strade e i villaggi perchè lungo le strade ci incontriamo tutti, vecchi e giovani, uomini e donne con passi diversi, con carichi e pesi diversi, con volti e linguaggi diversi. Quello della strada è un cantiere che si estende all’infinito come aprire migliaia di matriosche Nei nostri incontri, nella sede del Cif, ci siamo prima confrontate su “Parole di guerra”. Sono parole che dividono, parole di odio, che costruiscono giorno dopo giorno l’immagine del nemico, colui che ucciderà o sarà ucciso. Se dico “clandestino” invece di “migrante” creo il fantasma di chi si nasconde perchè vuole fare del male. Il verbo “vincere” è diverso da “non perdere” perchè comporta anche sconfiggere, uccidere, se dico “sicurezza” vedo alle spalle, nel buio qualcuno che mi farà del male, e così “alzare muri” implica l’urgenza di difendermi, “minoranza” non è il sinonimo di quella “cittadinanza” fondata su diritti e doveri, Ci sono anche parole soffocate, parole taciute, parole non dette. Le parole di odio non si dimenticano perchè diffondono una cultura, la legge del branco, si sedimentano nell’anima ed emergono come un fiume carsico con la violenza di uno stupro

Le parole di pace dicono: “non abbiate paura”, siamo una comunità, restiamo insieme, diamoci aiuto. Sono tante le parole di pace, diffondiamole come se- mi, pronunciamole come messaggi: responsabilità, dignità, giustizia, rispetto, accoglienza, perdono, uguaglianza, libertà, vita. Alcune hanno cambiato il mondo: “siamo tutti fratelli, siamo tutte “sorelle”, una fraternità che ha abbattuto schiavitù e imperi. Le parole sono corpi viventi, vanno alimentate: si dilatano al di là dei confini, diventano universali o si rimpiccioliscono, cambiano significato, muoiono. Che cosa diventa la fraternità limitata ad un popolo? Quella delle piccole patrie? Tra cittadini di un solo paese? La fraternità non può che essere universale.

Ci siamo rivolti alla nostra Costituzione “Le parole di pace nella Costituzione”… Non c’è solo l’art 11 che va letto integralmente “L’Italia ripudia la guerra...come strumento di offesa alla libertà dei popoli...e consente alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le nazioni”. Ma c’è anche una pace nel popolo, per una pacifica convivenza sociale (art.2 e 3). Oltre la tutela dei diritti inviolabili delle persone, fondamentali sono anche i doveri inderogabili di solidarietà. Questo presuppone un bilanciamento tra libertà e giustizia sostanziale. La Repubblica si impegna infatti a rimuovere (art.2 e 3) le diseguaglianze dei punti di partenza. Anche l ‘art. 29 si basa sull’eguaglianza dei coniugi scardinando una atavica cultura patriarcale e un modello di gestione del potere maschile in nome della pari dignità tra uomo e donna. E così avanti sui temi del lavoro, della proprietà. Vogliamo ripeterlo: Il nostro paese poggia i suoi fondamenti su una cultura di pace e su una convivenza solidaristica.

Novara una collaborazione tra parrocchia e associazioni Grazie all’impegno di don Piercarlo Maggiolini e di Ginetta Chionchio la città di Novara ha organizzato nell’anno alcune interessanti iniziative e le ha offerte alla riflessione di tutto il Movimento. L’ultima, che concluderà l’Inchiesta sul tema della pace, avverrà il 27 maggio in collaborazione con Pax Christi.

Centrale sarà l’incontro con don Renato Sacco, parroco nella diocesi di Novara e Consigliere nazionale di Pax Christi. Don Sacco è stato coordinatore, amico e collaboratore di monsignor Tonino Bello. L’iniziativa è stata accolta con favore e sostenuta dal parroco della parrocchia, dove il gruppo di Rinascita si incontra da quando il covid ha sospeso il ritrovarsi nelle case.

Antonio Spadaro, L’atlante di Francesco, vaticano e politica internazionale, Feltrinelli – Euro

13,30

In un mondo interconnesso, percorso da una «guerra mondiale a pezzi» e dominato da prospettive apocalittiche, qual è il compito della Chiesa? Che cosa caratterizza, in particolare, i gesti e le parole di Francesco? Quali sono le radici della «diplomazia della misericordia»?

E come si concilia la volontà di mediazione con l’energica denuncia dei mali di oggi? A dieci anni dall’elezione di Jorge Mario Bergoglio, Antonio Spadaro ne rilegge l’approccio geopolitico da più prospettive. Innanzitutto la visione, di cui mette in luce i punti fondamentali, attingendo ai numerosi riferimenti culturali e intellettuali del pontefice. Ricostruisce quindi la «mappa» dell’azione di Francesco, attraverso i viaggi apostolici, gli eventi sinodali e la politica internazionale della Santa Sede. Ne emerge un’analisi dei traguardi raggiunti e delle sfide aperte: l’impegno per un nuovo umanesimo in Europa e per porre fine ai conflitti e alla tragedia dei migranti, proponendo un’alternativa credibile al capitalismo finanziario speculativo; l’avvicinamento alla Cina e il dialogo con l’Islam; l’esperienza della prima pandemia globale nell’era digitale; l’attenzione a territori dalle forti contraddizioni politiche ed ecologiche, come l’Amazzonia; i passi avanti nei rapporti con il Medio Oriente e le visite in paesi quali il Kazakistan e il Bahrein, luoghi di incontro e crocevia multietnici, «laboratori» di una Chiesa piccola ma viva.

Nello Scavo, L’orizzonte di notte non esiste, Manni – Euro

8,00

Con una prosa coinvolgente che ha il ritmo del reportage, Nello Scavo mette in scena una riflessione sui migranti. Racconta del viaggio in cui cerca di arrivare dalla Somalia all’Etiopia - ma la guida non lo accompagna, perché troppo pericoloso per un walking dollar; racconta di Simba, il bimbo ivoriano soccorso dalla nave Mare Jonio forzando il blocco del governo italiano, insieme agli altri venti “invasori col pannolino” e ad altre ottanta persone; racconta dei bambini siriani che ad Antiochia lavorano per poche lire al giorno come calzolai, panettieri, raccoglitori di patate; racconta del campo profughi di Moira, in Grecia, e dei sudamericani che tentano di oltrepassare il confine dal Messico verso gli Usa, dove i contrabbandieri sono pagati per scagliare al di là del muro, chiusi in sacchi, dei ragazzini come fagotti. Un testo che ricorda l’assurdità del concetto di “confine”, so-

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