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Catania: meditare un aiuto al discernimento
di Maria Grazia Vitale Scuto
Ibrani del Vangelo di Matteo proposti dal PdL hanno molto interessato i componenti del gruppo; ci hanno infatti stimolato a guardare profondamente dentro noi stessi per poter meglio osservare la realtà che ci circonda. Sono brani che tutti conosciamo, ma tuttavia rileggendoli e meditandoli nei nostri incontri, guidati dalle parole illuminanti del nostro Assistente P. Carmelo Torrisi, hanno suscitato in noi emozioni più intense, probabilmente perché nel corso degli anni abbiamo maturato un costante approfondimento della Parola.
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I capitoli proposti dal PdL, che possiamo definire il “cuore del Vangelo di Matteo”, sconvolgono per l’immenso Messaggio d’amore in essi contenuto, ma altresì stimolano a soffermarsi sulla constatazione di quanto tale Messaggio venga disatteso nella quotidianità della società odierna. Questa amara presa di coscienza si è consolidata man mano che abbiamo cercato di dare risposte alle domande di pace che l’inchiesta propone. Concordiamo unanimi nel prendere come punto di partenza il versetto di Matteo 12,50: “Chiunque fa la volontà del Padre Mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre’’. Gesù vuole che la Chiesa sia una famiglia, non certo in alternativa alla famiglia naturale ma come suo fonda- mento e indispensabile compimento. Noi cristiani siamo chiamati ad essere ‘’casa e scuola di comunione’’- come diceva Giovanni Paolo II. Infatti la coscienza di essere figli di un unico Padre, ci impegna a vivere da fratelli e costruire una comunione affettiva ed effettiva, una sincera condivisione, che consiste nel prendersi cura gli uni degli altri. È questo il messaggio che Papa Francesco manda a partire da “Evangelii Gaudium” fino a “Fratelli Tutti”.
Allora cosa fare per cambiare le cose? La risposta è una sola: non perdere la Speranza ma pregare Dio, Padre attento e misericordioso, affinchè ci aiuti a mettere in pratica il Suo messaggio nella nostra vita. Per convertire il proprio cuore, non basta solo cercare, è necessario dare slancio al cammino di sequela rendendo la nostra fede un legame così forte da diventare familiare. Ascoltare, condividere e partecipare alla stessa missione di Cristo è “essere in relazione con Lui”, così come indicano le stesse parole “madre, fratello, sorella”. È la “purezza del cuore” che permetterà di vedere Dio nell’altro, in chi ha un’altra fede o un altro colore della pelle. Si sta bene con gli altri se si ha un rapporto profondo con Dio e la vita spirituale cresce non solo con il rapporto con Dio ma anche nel rapporto con i fratelli.