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Cultura

sformato tutti i protagonisti, donando libertà spirituale. Attraverso il suo potere salvifico, il teatro ha rimarginato ferite e ridonato speranze in un futuro che sembrava impossibile. (M.E.)

La Lettera

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Una domenica pomeriggio con il gruppo “diffuso” (viviamo in diverse città d’Italia) abbiamo visto insieme, su una piattaforma di riunioni virtuali, “La Lettera”, documentario sul potere dell’umanità di fermare la crisi ecologica. Il film racconta la storia dei viaggi a Roma di diversi leader, impegnati in prima linea nella cura della casa comune, per parlare con Papa Francesco della Lettera Enciclica Laudato si’. Il dialogo esclusivo con il Papa, raccontato nel film, offre approfondimenti sulla storia personale di Papa Francesco e scorci inediti sul suo insediamento. I protagonisti sono un leader indigeno dell’Amazzonia, un rifugiato e studente del Senegal, una giovane attivista indiana e due scienziati statunitensi (marito e moglie), in rappresentanza delle voci spesso inascoltate nella conversazione globale sul nostro pianeta. Con una lettera che parte dal Vaticano e raggiunge ognuno di loro comincia un viaggio nel proprio vissuto fino a ritornare in Vaticano dove Papa Francesco intavola con loro un dialogo in un clima d’intima confidenza e profondo ascolto. Questi leader, insieme, attraverso l’incontro con il Papa e tra loro hanno trovato una nuova speranza per la nostra casa comune. Il card. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, appare nel film e offre una prospettiva unica per comprendere le antiche radici francescane del messaggio della Laudato si’. La data scelta per la presentazione del film segna anche l’ingresso ufficiale della Santa Sede nello storico accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Insieme al film, questi sforzi rappresentano l’impegno sempre più ambizioso e attivo dei cattolici sulle questioni ecologiche. Questa azione è in linea con i ripetuti allarmi del principale organismo scientifico mondiale sul clima, il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite, che ha pubblicato il suo ultimo rapporto nel febbraio 2022 affermando che le mezze misure non sono più un’opzione.

“La Lettera” è un film da vedere in famiglia, nelle comunità, nelle scuole perché il messaggio che riceve ciascuno dei protagonisti è diretto ad ogni abitante del pianeta e ci permette di prendere coscienza che tutti possiamo fare la nostra piccola o grande parte per curare, come dice papa Francesco nella Laudato Si’, la nostra casa comune. Il film è disponibile sulla piattaforma YouTube. (M.M.)

Christoph

Theobald, Il popolo ebbe sete.

Lettera sul futuro del cristianesimo, Edizioni

Dehoniane

- Euro 13,00

Nei giorni della pandemia, trasformando l’isolamento forzato in occasione di riflessione, il francese gesuita Theobald, figura di spicco nel panorama della teologia contemporanea, riflette su inquietudini, dubbi e paure suscitati da guerre e pandemie. Il paesaggio desertico dell’altopiano francese, che lo ospita, evoca in lui “una vita che resiste alla morte con tenacia e che diffonde una bellezza discreta e una pace silenziosa”. E nasce l’idea di condividere le sue riflessioni con amici, simpatizzanti, cristiani ed altri, con i quali ha condiviso, in tempo di pandemia, il dover vivere “con mancanze di ogni genere che ci hanno subitamente messo di fronte alla dimensione più profonda delle nostre esistenze: la sete o il desiderio di essere, intimamente legati alla nostra mortalità”. Nel suo insegnamento e nei suoi scritti l’autore è attento al travaglio del tempo presente che spesso racchiudiamo nel termine ‘crisi’, allorché avvertiamo qualcosa che mette in pericolo, in modo drammatico, la nostra sopravvivenza; sopravvivenza individuale e collettiva, sociale e plane- taria; e fa sorgere interrogativi sul nostro rapportarci con gli altri, persone e popoli, e con il pianeta e spinge alla ricerca di risorse e suscita il desiderio di un futuro mondo nuovo. Come può essere placata, se possibile, questa sete di un mondo diverso? L’autore propone ai suoi amici un percorso per osservare e comprendere il nostro tempo, e questa sete, con la metafora biblica di Mosè e dell’antico Israele in viaggio, nel deserto, verso la terra promessa. Quando il popolo ebbe sete e Mosè trasformò la roccia arida in sorgente d’acqua. Una proposta forte ed un invito coinvolgente questa lettera di Theobald agli amici. Una lettera tutta da… sorseggiare. Può aiutare credenti e non credenti, società civile e comunità ecclesiali, a ripensarsi e a non preoccuparsi tanto di cercare risorse (vedi in francese resource) per placare… la sete. La domanda da porsi, è: come divenire sorgenti (source). E la Chiesa e il cristianesimo? Non preoccuparsi per il fatto di essere… in minoranza! L’invito per i singoli e per la chiesa come istituzione è a camminare e a vivere insieme all’umanità, con speranza gioiosa la dimensione messianica dell’esperienza cristiana. Riscoprendosi, con Gesù il Messia e come Paolo, l’apostolo delle genti, sorgente d’acqua viva. Preparando anche persone (rabdomanti) che sappiano trovare l’acqua anche nel deserto più arido per la sete dell’umanità.

Licio Prati

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