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2.1.4 Un conflitto irrimediabile

state quelle del tabacco,ed altre di Messina, e che dal precedente governo sono state esatte quantunque il frutto di esse maturasse che in tempo, che Sua Maestà era di già entrata nel possesso del Regno.

Dulcis infundo: Lo zelante amministratore ritiene di non dover concorre al donativo deliberato dal parlamento del 1714 a motivo dell'ag gravio loro fatto in detto riparto. Questo pare davvero assurdo ai piemontesi. Non si voleva pagare, solo perché per ragioni contingenti questo era di una misura superiore a quello degli anni antecedenti: cos'era questo se non un mero pretesto per cercare un (ulteriore!) litigio? In effetti la tassazione piemontese risulta più gravosa rispetto a quella precedente, ma ciò di per se non rendeva in alcun modo legittima tal pretesa.53

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In tal modo si è fatta una veloce panoramica delle pretensioni Spagnole, che il buon senso di chiunque porta a capire che altro non sono se non meri pretesti di liti e conflitti della Corte di Madrid, mai rassegnata alla perdita del più bel gioiello della Corona Spagnola.

2.1.4 Un conf litto irrimediabile

Per quanto ragionevoli fossero le argomentazioni dei funzionari sabaudi, questi si muovono su un binario ben diverso da quello Spagnolo. Nelle loro argomentazioni si cerca di riportare Filippo V alla dimensione di vassallo del nuovo Re di Sicilia; e per quanto il diritto e la logica astratta avrebbero dovuto confermarlo, questo andava contro non solo le pretese dello stesso Re Cattolico ma contro una realtà di fatto. Infatti i territori ritenuti, ed in specie il contado di Modica, erano de facto amministrati in tutta indipendenza e senza tener conto delle regalie che su di esse Vittorio Amedeo avrebbe potuto esercitar vi. Filippo V, come dicevano i funzionari sabaudi54, voleva fare (e faceva) il sovrano in altrui Regno.

Ciò viene a creare una sitauzione di stallo in cui ogni parte dava una propria interpretazione alle clausole del trattato di cessione della Sicilia, sordo delle altrui pretese. Stanco di sconti diplomatici, Sua Maestà Cattolica, per mezzo dei suoi rappresentanti, compie una serie di colpi di mano: il 29 marzo del 1716 ordina ai suoi amministratori in Sicilia di non avvalersi, per le cause riguardanti i beni

53Per un'analisi approfondita del punto Cfr. S.CANDELA, Op. Cit. pp 226-230. 54ASTo, Sezioni Riunite, Paesi, Sicilia, Cat. I, Copia del parere dato dal Presidente avvocato fiscale D.

Nicolò Pensabene lì 23 maggio 1715.

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