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2.2 La perdita del Regno

ritenuti, di ministri o tribunali del Re di Sicilia; esse dovevano essere unicamente di cognizione di una Giunta formata da ministri da lui nominati (giudicante in I e II grado). Nel seguente 1717 il procuratore generale Gaspare Narbona ordina che siano considerate nulle tutte le decisioni della Gran corte di Palermo e tutti i decreti vicereali riguardanti i beni ritenuti; forma senza l'autorizzazione di nessuno una apposita giunta per giudicare alcuni funzionari del Contado55 e dispone per suo conto la riscossione del diritto di cassa per le estrazioni infra ed extra regno delle merci.

Per cercare una mediazione a fronte di questa situazione, il secreto di Noto Barone di Lorenzo del Castelluccio, è nominato commissario generale con lo scopo di riportare a ragione gli ufficiali del Contado Modicano; arrivato in dette terre, però, è accolto con minacce e con toni di sdegno da parte dei funzionari del contado ed accusato di ledere le prerogative che da secoli erano proprie di tale feudo. Il Narbona non si lascia in alcun modo scomporre e continuava dritto sulla sua linea: gli stati ritenuti erano da considerasi come posti fuori dal Regno, ed il suo comportamento ottiene il placet da Madrid. Anzi, nel rivolgersi al detto commissario non manca di esprimere velate minacce al Di Lorenzo, in cui afferma che sarebbe stato giudicato per i suoi comportamenti in un verosimile e futuro ritorno del sovrano spagnolo nella Sicilia. La situazione non poteva essere dunque risolta entro i limiti del Regno: Vittorio Amedeo, per poter addivenire ad una soluzione avrebbe dunque dovuto rivolgersi direttamente alla Corte di Madrid.

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Tutte queste dispute tra politica e diplomazia rimangono senza alcuna soluzione e le ipotesi di un conflitto militare con la Spagna (anche alla luce delle minacce del Narbona) iniziano seriamente ad essere prese in considerazione.56

2.2 La perdita del Regno

La posizione dei Savoia non era mai stata particolarmente solidia, ed inizia ad incrinarsi ben presto; infatti nel 1714 muore Maria Luisa Gabriella, figlia di Vittorio Amedeo II e moglie di Filippo V, ripercuotendosi sui rapporti dei

55 Ad essere giudicato è Andrea Monelli, capitano d'armi di Modica, che era soggetto all'Audienza

Generale di Palermo. Inoltre si iniziò a non mandare più i rapporti settimanali sullo stato della giustizia penale alla Gran Corte di Palermo, giustificandolo sulla base del mero e misto imperio concesso. 56 ASTo, Sez. Riunite, Paesi, Sicilia, Cat. I, M. 9 , fasc. 29 Discorso politico e militare concernente la difesa del Regno in caso vi sia guerra. Fatto nel 1718.

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rispettivi stati; a ciò si agginge la morte, nello stesso anno, di Anna Stuart che era stata la promotrice dell'assegnazione della Sicilia al Duca di Savoia, a cui succede il lontano cugino Giorgio Hannover, principe tedesco molto vicino all'Imperatore.

A sancire la legittimità del nuovo sovrano inglese viene sottoscritta la convenzione di Hannover (1716), a cui il Reggente francese è obbligato ad aderire (per vedersi a sua volta riconosciuta la propria successione e difendersi dalle pretese spagnole); a questa seguirà la sottoscrizione, nel 1717, da parte dell'Olanda: prende così vita la c.d. Triplice Alleanza. Per il momento ne rimane fuori l'Imperatore, il quale pone come sua condizione per la sottoscrizione la rinuncia della Sicilia e della successione al Regno di Spagna da parte del Duca di Savoia.

Anche la Spagna non si trova in una situazione particolarmente felice: il suo sovrano è infatti estremamente indignato dalle trame ordinte dagli altri sovrani, e ritenendosi umiliato e tradito da questi, ritiene che non vi è altro mezzo se non prendere le armi: nel 1717 decide dunque di riprendere con la forza la Sardegna, che capitola ben presto con ben poca resistenza da parte delle forze imperiali.

Posto che lo scopo dell'Alleanza è stabilire una volta per tutte la pace in Europa, questa non può essere chiaramente ottenuta senza l'adesione dell'Imperatore ed una riconciliazione di quest'ultimo con Filippo V ed il Duca di Savoia. Il 4 aprile del 1718, l'Imperator dopo lunghe trattative aderisce all'alleanza, rinunciando ai suoi diritti al trono spagnolo e ponendo la condizione che il Duca di Savoia avrebbe dovuto rinunciare alla Sicilia in cambio della Sardegna. Il tutto si fa all'oscuro di Vittorio Amedeo, che sul tavolo europeo è il più debole dei regnanti (ed in quanto tale destinato a pagare con le proprie tasche il prezzo della pace).

Vittorio Amedeo, venutone a conoscenza va su tutte le furie: si era disposto dei suoi beni e dei suoi diritti senza nemmeno ascoltarlo; per questo cerca invano di far osser vare gli impegni presi ad Utrecht nel 1714, senza ottenere alcun risultato. A fronte di questa situazione gioca un'ultima carta portando avanti una spregiudicata attività diplomatica, spedendo i propri plenipotenziari in Spagna ed a Vienna. A Filippo V fa recapitare la proposta di un'alleanza anti-austriaca al fine di

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