ritenuti, di ministri o tribunali del Re di Sicilia; esse dovevano essere unicamente di cognizione di una Giunta formata da ministri da lui nominati (giudicante in I e II grado). Nel seguente 1717 il procuratore generale Gaspare Narbona ordina che siano considerate nulle tutte le decisioni della Gran corte di Palermo e tutti i decreti vicereali riguardanti i beni ritenuti; forma senza l'autorizzazione di nessuno una apposita giunta per giudicare alcuni funzionari del Contado 55 e dispone per suo conto la riscossione del diritto di cassa per le estrazioni infra ed extra regno delle merci. Per cercare una mediazione a fronte di questa situazione, il secreto di Noto Barone di Lorenzo del Castelluccio, è nominato commissario generale con lo scopo di riportare a ragione gli ufficiali del Contado Modicano; arrivato in dette terre, però, è accolto con minacce e con toni di sdegno da parte dei funzionari del contado ed accusato di ledere le prerogative che da secoli erano proprie di tale feudo. Il Narbona non si lascia in alcun modo scomporre e continuava dritto sulla sua linea: gli stati ritenuti erano da considerasi come posti fuori dal Regno, ed il suo comportamento ottiene il placet da Madrid. Anzi, nel rivolgersi al detto commissario non manca di esprimere velate minacce al Di Lorenzo, in cui afferma che sarebbe stato giudicato per i suoi comportamenti in un verosimile e futuro ritorno del sovrano spagnolo nella Sicilia. La situazione non poteva essere dunque risolta entro i limiti del Regno: Vittorio Amedeo, per poter addivenire ad una soluzione avrebbe dunque dovuto rivolgersi direttamente alla Corte di Madrid. Tutte queste dispute tra politica e diplomazia rimangono senza alcuna soluzione e le ipotesi di un conflitto militare con la Spagna (anche alla luce delle minacce del Narbona) iniziano seriamente ad essere prese in considerazione. 56 2.2 La perdita del Regno La posizione dei Savoia non era mai stata particolarmente solidia, ed inizia ad incrinarsi ben presto; infatti nel 1714 muore Maria Luisa Gabriella, figlia di Vittorio Amedeo II e moglie di Filippo V, ripercuotendosi sui rapporti dei 55 Ad essere giudicato è Andrea Monelli, capitano d'armi di Modica, che era soggetto all'Audienza Generale di Palermo. Inoltre si iniziò a non mandare più i rapporti settimanali sullo stato della giustizia penale alla Gran Corte di Palermo, giustificandolo sulla base del mero e misto imperio concesso. 56 ASTo, Sez. Riunite, Paesi, Sicilia, Cat. I, M. 9 , fasc. 29 Discorso politico e militare concernente la difesa del Regno in caso vi sia guerra. Fatto nel 1718.
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