1 minute read

Giappone

Nel Forte di Shan hai kwan, nella parte terminale della Muraglia cinese verso il Mare della Cina, vi era un altro distaccamento con 10 sottufficiali e 53 sergenti, sottocapi e marinai. Li comandava il tenente di vascello Alberto Stebel, ufficiale in seconda del distaccamento a Tientsin, qui destinato perché affetto da tubercolosi. Un distaccamento di 5 uomini si trovava nel posto tappa di Tang Ku sul fiume Hai ho. Alla dichiarazione di armistizio le navi obbedirono prontamente all’ordine di Supermarina al Comando superiore navale in Estremo Oriente di dirigere per un porto neutrale (cosa non possibile per le limitate possibilità delle due navi e la lontananza di porti neutrali) o di autoaffondarsi. I reparti italiani furono rapidamente bloccati dalle truppe giapponesi nei loro alloggiamenti, nei quali si erano ritirati. Il personale dirigente, militare e civile, implicato nell’autoaffondamento delle navi, fu imprigionato e sottoposto, in parte senza che se ne rendesse conto, a corte marziale. In breve tempo il personale nelle caserme fu disarmato e mantenuto in stato di confinamento. Cominciarono le manovre politiche, favorite dai giapponesi e dalla presenza dei numerosi residenti italiani della Concessione di Tientsin, per ottenere una collaborazione del personale militare, intesa, però, dai giapponesi come puramente lavorativa, escludendo qualsiasi possibilità di collaborazione militare. Dopo alterne vicende, buona parte del personale militare accettò tale tipo di collaborazione, ma in effetti esso rimase in caserma e ottenne, in seguito, una parvenza di libertà, per lavorare, ma non per combattere. Alcuni ufficiali e marinai si rifiutarono di aderire e furono trattati come prigionieri.

Giappone

Advertisement

In Giappone, il personale italiano si trovava in tre città: - a Tokio, presso l’ambasciata d’Italia a Tokio, vi era il personale degli uffici degli addetti militari, guidati dall’ammiraglio di divisione Carlo Balsamo.

Sempre a Tokio si trovava, per caso, il comandante superiore navale italiano in Estremo Oriente, capitano di vascello Giuseppe Prelli, che doveva condurre una visita ispettiva all’incrociatore ausiliario Calitea II. - Ormeggiato a Kobe era il suddetto incrociatore che, alla dichiarazione di armistizio, si autoaffondò. - Ad Aconè Maci si trovavano i superstiti del mercantile militarizzato Ada, ribattezzato Ataka Maru, affondato il 23 agosto 1943. L’ambasciata fu subito circondata e isolata. Il pomeriggio del 10, il comandante Prelli e il maggiore commissario Gino Benanti che lo

61

This article is from: