5 minute read
Il reggimento Marina San Marco
segno a una raffica di fucile mitragliatore sparata da una sentinella alleata; continuando ad avanzare in piedi Lai cercò di farsi riconoscere, ma una seconda raffica gli fracassò una gamba, sotto al ginocchio; cadde a terra e rimase sul posto fino a giorno fatto. Appena soccorso, nonostante fosse in pericolo di vita per il sangue perduto, chiese di parlare con il capitano Croze, cui fornì l’esatta dislocazione dei cannoni; il giorno successivo, due ore dopo che gli era stata amputata la gamba, chiese di parlare ancora con il suo superiore per fornirgli ulteriori informazioni che, nello stato in cui era il giorno prima, non era riuscito a dare. Fu proposto, dal VI Corpo d’Armata US, per una decorazione al valore americana e fu decorato di Medaglia d’Argento al Valore Militare “sul campo”.
Il reggimento Marina San Marco
Advertisement
Dal 9 aprile al 19 maggio 1944 il battaglione Bafile partecipò alla Campagna di Cassino alle dipendenze del Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.). Il 15 luglio giunse anche il battaglione Grado. I due battaglioni, alle dipendenze del C.I.L. e della 8a Armata, risalirono la penisola lungo la dorsale collinare adriatica, operando con il II Corpo d’armata polacco. Furono liberate, in successione, anche con duri combattimenti, Iesi, Ostra Vetere, Belvedere Ostrense, Corinaldo, Cagli, Acqualagna, Urbino. Il 1° settembre il C.I.L. fu ritirato dal Fronte e sciolto, per costituire le nuove grandi unità italiane, i Gruppi di combattimento. Il 21 luglio 1944, nel combattimento d Belvedere Ostrense, cadde il tenente di vascello Anselmo Marchi, comandante la compagnia d’assalto del Grado; fu decorato di Medaglia d’Oro al Valore Militare alla memoria. Nella tradizione del reggimento, che impiegava anche ufficiali dell’Esercito, ai combattimenti di Belvedere Ostrense e Corinaldo prese parte, nel battaglione Bafile, il sottotenente dei granatieri Alfonso Casati, figlio del ministro della Guerra, che il 6 agosto trovava eroica morte nel sanguinoso combattimento che portò alla conquista di Corinaldo. Anche lui fu decorato di Medaglia d’Oro al Valore Militare alla Memoria. Il 1° ottobre 1944 il reggimento passò agli ordini del capitano di vascello MOVM Adriano Foscari.(106) Con la forza di tre battaglioni, comprendendo anche il Caorle,
(106) La Medaglia d’Oro gli era stata data per l’azione condotta il 2 dicembre 1942 al comando del cacciatorpediniere Camicia Nera. Per la campagna 1944-1945 gli fu conferita la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia.
137
costituì, assieme ai paracadutisti della Nembo, il Gruppo di combattimento Folgore. Dal 3 marzo 1945 fu impiegato tra i fiumi Senio e Santerno; il reggimento si distinse a Monte del Re, conquistato con un attacco alla baionetta. Per le azioni di quei giorni il reggimento fu decorato con la Medaglia di Bronzo al Valore Militare. Nell’intera campagna 1944-1945, il reggimento ebbe 125 caduti e 320 feriti.
Aprile 1944. Marinai del battaglione Bafile del reggimento Marina San Marco sul fronte di Cassino.
Nel frattempo il Reparto Speciale del San Marco, costituito da 50 Nuotatori Paracadutisti Guastatori (provenienti anche dalle altre Forze Armate), trasferiti dalla Sardegna a Taranto, operarono, da maggio 1944, lungo la costa adriatica, alle dipendenze dell’O.S.S. e del tenente di vascello statunitense Richards M. Kelly. Da metà settembre fino al 5 dicembre, il tenente Angelo Garrone, il sottocapo radiotelegrafista Giuseppe Montanino e il soldato Maletti, con una radio, operarono dietro le linee, nella zona di Ravenna, fino alla liberazione di tale città da parte dei reparti partigiani (28a Brigata Gordini) e delle truppe britanniche. Assieme a reparti speciali britannici gli NP parteciparono all’offensiva finale giungendo a Venezia.
138
Il Gruppo di combattimento Folgore fu, quindi, inviato in Alto Adige e, il 2 maggio, raggiunse Bolzano e, successivamente, il Brennero. Il 17 agosto 1945 il reggimento fu trasferito in Puglia.
Sopra: Cartolina che mostra dove è arrivato il Gruppo di combattimento Folgore. Sotto: Diploma d’onore rilasciato a un capitano di artiglieria.
139
Fine aprile 1945. Nuotatori Paracadutisti (NP) del reggimento Marina San Marco in rotta per Venezia (da sinistra, il tenente di vascello della US Navy Kelly, gli ufficiali italiani Di Clemente e Garrone, il marinaio statunitense Crislow e l’italiano Ambrosi).
Finalmente la situazione sul fronte si presentò favorevole a una ripresa dell’offensiva e, il 12 maggio 1944, gli Alleati iniziarono l’operazione Diadem, che portò allo sfondamento del fronte di Cassino e all’attacco condotto dal VI Corpo d’Armata americano dalla testa di sbarco di Anzio che costrinse i tedeschi, attaccati sul fianco, a retrocedere rapidamente per non rimanere circondati. Attiva rimaneva, comunque, a Roma l’azione anti-guerriglia e, nella terza decade di maggio, la stazione radio che, agli ordini del maggiore delle Armi Navali Alfeo Brandimarte, assicurava il collegamento con la 5a Armata fu individuata e i due operatori furono arrestati. Dopo tre giorni la stessa sorte toccò a Brandimarte.
140
Il maggiore delle Armi Navali Alfeo Brandimarte, fucilato il 4 giugno 1944, sulla Cassia, alla Giustiniana (Roma).
Verso la fine di maggio il generale Oddone fu arrestato, con molti suoi collaboratori, e solo l’arrivo delle truppe alleate salvò gli altri membri dei vari fronti clandestini dalla stessa sorte. Durante questo periodo il personale della Marina appartenente alla Resistenza fu impegnato nella salvaguardia delle opere di proprietà della Marina. Il compito di occupare e presidiare il Ministero Marina fu svolto dal Gruppo Petrucci, che disponeva di automezzi già predisposti. Il distaccamento fu affidato al capitano di fregata Giulio Ghiglieri, con la collaborazione di alcuni ufficiali e degli uomini del Gruppo La Gioiosa. Il gruppo antisabotaggio di Santa Rosa, facente capo al capitano delle Armi Navali Giuseppe La Marca, riuscì, con i suoi uomini, a neutralizzare le 42 grosse mine che i tedeschi avevano sistemato all’interno dell’opera protetta di Santa Rosa.(107)
(107) Furono inviati nella Centrale Operativa e Radio di Santa Rosa due informatori, il volontario civile Turi Basile e il tenente furiere C.R.E.M. Mario Ribolet. Questi si misero in contatto con personale che operava nella centrale prima dell’armistizio (il tenente del C.R.E.M. elettricista Leone Giannoni, il capo carpentiere di 1a classe Alfredo Zizzari, il sergente elettricista Egisto Bianchi, il sottocapo furiere sussistenza Domenico Borgosano). Questo personale entrò a lavorare al servizio dei tedeschi. Dalle informazioni raccolte in loco risultò che gli apparati più importanti erano stati asportati e che le gallerie e gli impianti erano stati minati. Inoltre i tedeschi finirono per adoperare le gallerie come deposito munizioni. Preziosa fu l’opera del capitano La Marca che, da tecnico, effettuò varie ricognizioni nella zona e mise a punto il piano anti sabotaggio. Le 24 grosse mine furono in parte asportate, in parte spostate e comunque tutte disattivate. I circuiti elettrici
141