DEPORTAZIONE E INTERNAMENTO MILITARE IN GERMANIA

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G. HAMMERMANN

l’esclusione dell’assistenza della Croce rossa e, con essa, un radicale peggioramento delle condizioni di vita degli internati militari italiani (IMI). Hitler e il comando supremo dell’esercito tedesco (“Oberkommando der Wehrmacht” - OKW) accettarono e approvarono tali conseguenze, giustificandole con le loro mire di vendetta per il “tradimento”.

Caratteristiche del trattamento degli internati militari italiani Per il trattamento degli internati militari italiani fu di primaria importanza l’intreccio delle intenzioni di ritorsione e di sfruttamento espresse nei loro confronti in ogni settore dell’amministrazione pubblica e privata, ai vertici del Reich, a livello regionale e nelle aziende. Per un verso, sono da individuare i gruppi che volevano vedere espiato il “tradimento” in modo esemplare, attraverso la punizione e la “rieducazione al lavoro” degli IMI. Essi non si curavano, tuttavia, dei criteri di rendimento. Dall’altro lato ebbe un certo peso la posizione di coloro che, mossi dai criteri di aumento della produzione economica e dei guadagni, puntavano al maggiore sfruttamento possibile della manodopera straniera. Queste due prospettive antitetiche ebbero come esito l’impartizione di ordini altrettanto contraddittori relativi al trattamento degli internati militari. Le ripercussioni sulle condizioni di vita e di lavoro di costoro resero la loro situazione di poco migliore rispetto a quella dei prigionieri di guerra sovietici. Soprattutto nei primi mesi di prigionia, sulle considerazioni di carattere pragmatico si imposero le intenzioni di rivalsa, basate sul giudizio morale cui erano soggetti gli internati militari italiani. A ciò si aggiunse che le prime ordinanze e notificazioni vennero fortemente influenzate dalle considerazioni di opportunità in politica estera e interna. Questo uso funzionale degli internati militari italiani ebbe come effetto una stabilizzazione del regime. In politica interna, esso si manifestò nella campagna propagandistica contro il presunto “tradimento”, mentre, rispetto alla politica delle alleanze, giovò il cambiamento di status. L’improvvisazione, con cui vennero prese le decisioni basilari relative a questi prigionieri, influenzò in modo decisivo la qualità della loro alimentazione, del loro trattamento e alloggiamento. Peraltro, essa de-


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