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L'ITTIOLO
E I Suoi Usi Terapeutici
Nota di Fnrmnrologia rllnica del tlou. t • e((•lla mo•doro oli t• nPIIa ,. M.,rinn
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.\l 'è d'uopo. anzi tnu o, ùidtiar<li'O elle, lino del 1890 , nuo\'o rimedio , allora giit vecchio di srlle anni, mi era po•·o noto uel le sue preziose proprietit tera· peut ic!Je e nell e applicat.ioni pmliche alle quali 3i pre.,la: ne avevo letto, è ben vero, quakhe vaga notizia, spar,..a, qua e là, nei ;.:iornnli medici che vanno per le mani comunr , ma, a voler franco, dehbo dire che ero rimasiO sce tti co o iudiiTerente din:tnzi alle cose mirabili elle se ne ' 'antavano. poich(• . in fallo di r·imedr n no' i. '"evo provato più d'una delusio ne e mi tenevo pei'Ciò in l'avviso contro il facile che recente acqui;to f;ormacolo;.:ico de:;Ja nell'anrmo dci medici esercenti prati c i. Fu . dunque, all'Esposizione meùira, aunessa al X Congresso int ernazi onal e di Berl ino, ch'io ehu i ocraaiune di \OÙere, insieme r.ol medico-capo ùi marina cav . Santrnt. i diverai preparati messi in mostra dalla Sotiettì dell'/ttio/1) (LORDE-., E Co)rr.) di Amburgo, che n 'i• l'unica produlln ce, e di vivameute a quanto dell'eflìcacia curati' a di esso) mi ' e nu o allora dato di udire nella 'i-
L'llTlOLO E l Sl'Ol TER<'PI!l'TICI l l sita agli della gr·ande metropoli germanica ed a quelli di altre Città, fra le qnali la stessa Am burgo. il rimedio era, co m'è natural e, più popolarmente noto . Son Ol'lllllÌ pi it di tre anni che, co nvinto del J'eal t• ralnre dell'ittiolo, mi son reso famiglrare con po3so dir·e cbe non giorno, -:enza chf; mi capiti di pre,;criverlo. nella mia pratica professiona le, >: otto le più sral'iate forme, o che non abbia a restnrue sodd isfatto. Per ben 18 mesi ebb i a spr rim r nta rlo . s tl vnsta sc alo, nell' ese rcizio quotidiano a bordo della Maria Adt• lrtide, regia nwe-scuola d'a r tiglieria. nel golfo della Sp t>zia, e tro\ai che non pote\a re ndermi migliori :;ervizi. :'(oi medici di marina, usi a vivere in ambienti co nlinati ed a muoverei in localilit dove lo spazio i• co nteso, per cosi dire. a palmi , non ave ndo a dispo:;izione che un limitato assortimento di medicinali più usualmente noti ed im portanti per la pratica. ci troviamo spe$so alle prese con diflirol tit aù altr·r e tah·olta :;i re:;ta unpacciati nell'apprestare un farmaco che ri:.pouda ali adagio: tuto, cito et jur11nde .
L'iLLiolo, lrl dico subito, mi ha tratto ò' imbarazzo in moltissi me cirrostanze ed i marinar·i, che ne avrva no gi it un a volt1 sperime ntata l'efficacia. lo reclamava no prima ancora che io ne avessi ricf\noc:cinta utile la prescr izione, nelle vi cen de della pi ccola chirurgia navale o della medi ci na intema. Un rim edio, che se nza menomamente nuoce re alla sa lute giova a lla nost ra economia: che alla propri ctit eli oppo r·si allo qu ntl r<' nole inli arnmatnrie dell'aforisma Gale nico, di diminuire cioè il ros;;ore, il calore e il Lurgore e lJnindi il dolore, per· la sua sp icca ta azione risolvente anti ll ogistica . unisco l'allra d' un potere Li co ben e aw.•rtato: che per le anzidette virtù, di ordi ne generale. tro' a la sua in nn estesis:; im o numero eli iofermitit e lesioni, nel le quali le note dominanti sieoo appunto l'iufezioue c la llogosi che ne 1·i sulta : un r·imeùio silfat to, senza essere una panacea. s i avvicina di mollo all'ideale, se pur non lo raggiunga, ed io, per l'un i'ersalita sue indicazioni non -aprei. ol-!gldt , farne a meno, com'<\ certo elle Ila preso posto stahile in terapi.1 clinica.
Dop o oltre IO anni. dacch<\ l'illi olo c e rlll'ato nella pr-atic,t medt co-chi rurgi ca e dopo cho è stato anche ammesso nella Farmawpea ufficiale tlt•l ll t•fJIW d'Italia (pag . 1 non sarebbe or,\ il caso di farne oggetto d'una nota f<trmacologira, se non fossi ce rto che, tranne per poche applicazioni curati ve in deter·mrnate forme morbose, esso non ·è ancora abbastanza noto nei suo i usi p;,· , comuni, che si estendono ad u n considerevole numero di malattie esteme etl inteme. e se i lettor-i del Giornale mt•tlicn drl 1·. Esacito ,. 1/l'ilfl r. J/ nrùw ne a'essero giit avuta una espo;;izione piiL sinteticamente completa, che non furono i pochi cenni di rivi sta medica su ll e comunicazioni del dott. Peroni e del dott. Klei n, pubblicati a pag. 707 dell'anno HlXQ ed a t 3:n del 189 1.
Per tentare, truiodi, un sifi"a tLo còm pito è necessità che io cominci nb oro.
I . Parte chimica e farmaceutica .
per distillazione a secco di ct'rti sc histi bituminosi, ricchi appunto di pe5ci e di altri animali marini petrefatti. che si trovano a Seefelcl nel Tirolo tedesco. a 3 o 4 mila piedi sul livello del mare.
TI prodotto della distillazionE' t'. però, un ittiolo greggio, giallo-bruno. di odore aromatico, quasi insolubile nell'acqua, e che. oltre al 2,:5 p. t 00 di solfo, contiene anrhe fosforo . TI prodollo vero farmaceutico si ricava, trattando l'olio greg:,:io con acido solforico concentrnto, avendosi cosi un aci do o iuio-:>ol fori co che dir si voglia. il quale precipita con l'aggiunta di una soluziont• satura d1 cloruro di ;;odio: dopo ciò, vien racco lto , leggermente la"ato con acq ua e concentralo. La perce ntuale del solfo sale a t O, 72 nell'acido sol fo-illiolico, che, a difTerenza dell'ittiolo è meno denso, non contien<' presenta un colore oscuro-verda'>tro, ha d'un catrame consistente, è di odore e :o.i in parte nell'acqua. nell'alcool e nell'etere, adoperali mentre l'alcool e l'etere riuniti, gli olii ed anche la vaselina lo .completamente. . . . . . . . l ttiolo. come la ;.:reca voce pesCi' 011 oÀww, olin ), 'uol clirr olio di pe:-.ce. ma dovrebbe più propri amente s ignifi ca re quello di pesce fo ss ile, poich è ottiene è perfeuamente solubi le nell'a·cqna, clorolorm1o. ed in una miscela di alcool erl etere: nell ako.o l . si sciog lie p1rzialmeute. Si mescola poi con l oiJO dr ol1ve, con 1.1 glicerina, la vnselinn, 1u lanolina e la. per le quali proprietà e per la forte proporziOne d1 solfo che contiene, nessun altro preparato di questo metalloido è in più favorevole co ndizion e dì assor-
L'acido ;;olfo-illiolico contrae facth combmnz10nr ch rmtche, non so lo con gli alcali caustici ma anche con lt1 zinco, col piombo e rol mercurio: si hanno wsi una se rie di solfo-ittiolat i : di sodio, di potassio, di am monio, di litio, di zinco, ecc., ma il piu usato ft·a tuLLi è quello ammunir,o, tanto che va .f·omunemente sotto il nome esclusivo di ittiolo, senz'nltra i n.dicazione; !\iccht\ volendo prescrivere un al tro solfo- ittiolato. ad es. il sodico, che è anche adoperato ma io seconda li nea , ùCCOtTC specificarlo hene. Quest'ul timo , che ha la consistenza d'un e:-trallo, di colore oscuro, di odot·e è quasi interamente solubile nell"acqua ma senza trasparenza. e si scioglie completamente iu un miscu glio di alcool ed etere.
Secondo l'anali si chimica del prof. Baumann 0 del dottore s .chollen (di il s:>lfo·illiolato sodico. perfettamente d1,;seccato. contrene : carbonio :;5,06 p. 100 ; OG· lf fl' 97 d. .., n ' ' so o ; so 10 7, 18; ossig-euo 15,83 p. HJO, che <'orrispondono quasi esattnmente alla formola C II s :'\ 0 L'· · u u s · at ,. ammonico o iaiolu semplicemente detto , che per no' . e della maggiore importanza. perchè di uso più comune, e rappres en tato dalla ste3sa formala. sosti tuendo a Na. l'altr·o elemento •. Esso è liquido. di consistenza sci· ropposa, denso come il catrame vegetale. di c•olore rossofosco-giallastro , di odore sgradevole, di s:1pore disrrustoso (ruesti i due soli nstacoli alla sua nccettazione 0 e siO n.e): un che da tal uno è stato rassomigl iat9 a <Jnello dell assa fet1da, ma che a me ricorda l'altro del petrolio e della blatta orientale insieme· un sapor·e che p1·o · , \oca nausea e per·lin vomito, in soggelli delicati e sensibili . Però all'uno e a ll 'altro inconveniente si può tro\are un correttivo nel!a cuo nella vani:.dina, oppure, a moliro dell'alto d1 queste .due e del mal di capo ehe facilmente proSI può rtcorrere all'o!Jo di citronella 0 di eucalipto CJtrtOdoro, nella proporzione del :5 p. l 00, ma anche rlell' 1 e del 2 p. 100 in aggiunta, lascia ndo da parte il nitrobenzolo ed pcr·man!!anato di potassa. ambo deodoranti, ma l'uno per1coloso per la sna toss ìcitil e l'altro nltern nte, come indicano i ptecipitati che forma.
E l SU OI USI TERAPEUTICl him ento, per ciò che la qua ntità di solfo che si vu ole introdurre nell'economia animale. li in tutti i preparati itLiolici, si trova in parte strettamente combinato con l'ossigeno, verosimilmente com e solfuro. e per altra parte i• in diretta combinazione col carbonio, come nei mercaptani : con lulla pr·obabilità è a quest'ultima combi nazione. seconcio Uaumaun e Schotten, che l'iuiolo deve la sua specrale azione Lerapeutica, mentre la sua facile solubilitiL in acqna e la l'apida assorhib ilitil dipendono rlall'altro gruppo di combinazione. Il Baum. nn con:.tatò, sperimentalmente, la tendenza dell'illiolo a $Oltra rre ossigeno, confermando cosi le vedute teoriche dell' nna, come dirò appresso. Cosi, ad esempio, il cloruro ferriro vien ridotto dall'ittiolo, istantanf:arnente, a ferroso: il per·manganato di potassa e la soluzione alcalina di rame sono e){ualmente disossidati. L'ittiolo può, infine, considerarsi come la si ntesi dei compost i :;ol for·osi, onde, mercè · ua. è ogJ!i in gr;ulo di ollenere elfetLi straordinari, del genere di quelli che sono al solfo devol uti. Quando. dnDI[Ue, si rifleua che il solfo nella sua co mbinazione con gli aluuminat i dell'organismo i• ritenuto ne-cessario per la vita vegetaliva plastica, onde a r.1J.(ione i lu minari dell'arte salutare lo tennero, fin dalla più rémola .anti chità, in conto di uno fra i più indispensabili rimedt: quan(lo si pensi che per la medicazione interna soll'orosa s'era perduta la fede nella sua grande e svariata potenza; quando si consideri, ino ltre, che c l'azione del solfo as« sorbito (massime solfuro) nel sangue non è « studiata od almeno non accertata » (Cantan i). bisog na co nv enire che la ven uta dell'ittiolo segna una nuova èra nella terapia solforosa, ave ndo fallo le perdute speranzH c richiamato in onore uno dei più anti chi rimedi del nustro ar·senale farmaceutico.
Ttiolo
La rlesinenzn in ol•> del nuovo rimf'ò io, non snrehhe. per Egas;;e. approprintn acl un compostodtimico qu al' è l'1ttiolo non ancora nettam ente ben delinilo, tanto piu eLle so tto 11 uella desi nenza vanno compresi n!t ri rimed i. drl cui gruppo il fenolo è il tipo; ma il Canrani classifico ani'IJe l'illiolo fra .,li ... empireumatici, pl'r la sua nz10ne distintamente anti::ellin1. di si nfettaotP, a motivo del "olfo che contiene. ed io dop o la parola d'un ro.; i in;;igne maestro, non saprei co o rertirmi a chia marl o divl'rsamente, sa ncito com' è io pratlt'a datruso qu olldi an o. Ho detto più sopra che per ittiolo intend e un itLiosolfato e piu partirolarmeote l' am monico: quand o avrò ri petulo che. j)f' r meglio in tende rei, vn specificare il prepa ra lo, parm i che non si possn incorrer·e in eqni\'oci.
Spella poi al dottor Unna , de1·matologo amburghese. di fama e uropea , anzi mQndialc , il mcr·ito di avere per il pr·irn (). { 1883) r·ichiam a rn l'a llenzion e de i prati ci sulle virtù curativr nell'ittio lo. Egli lo introd usse. dopo molte e:.;perienze, in dermatoternpin. ma lo proclamò in tem po rim edio antireumatico di prim'ordine ed anche anticatarrale. Bruto:-to il \'"Uinre lCrnpeutiCO del nU0\'"0 preparato fu a!Jprez zato da un 'eletta schiera di medici tedesch i. ma non tardù ad e.;tender"i anche al di fuori di Germania o di Europa. lgonro l'epoca precisa in cui , oltrepassando le Alp i, pervenne fi no a no • . ma ho di chiarato in principio ciò che s i alle mie ro noscenze personali: cr edo pero ehr alla dei medici in I talia , pur non essendo igoot() per talune sue speciali applicazioni terapeutiche. non l'ittiolo abb ns tanza cog nito nella parte sua general e, ma 3 di azione fi sio logica, che è di importanza per mtendere l'universnlilà dei suoi usi terapeutici.
Lasciando da parte per un momento il dottor Unna, il qua le fu ed t' tuttora il vero de ll 'i ttiolo , che po- p olarizzò i n numerosi suoi scritti. n me piace , in ',i•\ lli ).( res:;io oe. ripetere col prufes)lli'P vou l e mtnenl e chi rurgo di che pH l'ittiolo fu dav\ero una di sg razia lo averlo preconizzato in tantt> malattie di,erse . ma chr. ,;e !>Ì fo,:o:.e meglin vagliato il peculiare l'azione di e!'<.O, nou lo si !'a rebhE' considera to, probni, com e 11111 panace :• e a' rebhe _ a •"'io n"erò io- la sorte di salir prima rn tanta fama. dr 4 nn n • · cadPre posria in una certa noncuranza. per rrtornare agl i on ori primieri, rlopo ricono,,·inla la eflrcacta cnratl\ a e meglio le !\ue proprietiL lisiologtche. A chr gnnrtla alla !\npe rficie delle cose e alla pari, dnvvero (·ornico il "eder cura te con l'ittiolo malattie co=- r. drVI'I':>E', sollo etio logico, palo).(enico e qual i 50 11 0 : re rti nasi r oss i coo al i di ra rfa Ile che tlr stendo no sull e due guan ce, violenti accessi di go lla all'ullw·e d'n.n pi rù e. reumati smi arlicvlari entemi ros.;i negl' infanti , dulon o Inri reumatici' distorsioni arti cola ri. cl islltrhr d v'· catarri uterin i e bronchiali, eresi pelc c via dit'rnllo: ma la comicitil d'un si!Ta tto sol.ch.e mente al fatto che tutte le mal nuir . nelle qunlr lilltoln :,t.c rlimo;;trato utile. hanno di:comnne o un ùi..,turbo rlrrolal ?no lor.al e, nn'iperemia, una dilatazio ne d i un afllnsso di plastiche •'OD in loro dr protlollt . . n m"l"lt.re "enerali le"a te più u rneno ad eo;os moltr r. o so .. u ,.., • ro , • anomalie del mede:;imo circ olo co n rli latazionl' ' asa le. bi rn molle di esse l'i uiolo- non fo;;s'altro r he un pa.llrattvoecc\·lle tutti glr altri rim edi, che :-ieno a porlata dt man o del medit·o pr·atico. . . . . .
Dopo ho esposto sull e propnela e. cl umt che clell ' iiLiolu, è fa cile dedurre quali sieno le lorruA larmnrPu-
L'ITTIOLO
ti che, sotto le q uali esso \ iene adoperato, sia per uso estero o che per via interna. Per comod1ta di chi legge ho pensato di riunire 1n un formolario terapeut1co. alla fine di questa nola, tulle le dive rse riceLLe di soluzione acquosa , di pozione. di tintura eterea ed alcoolica, di gl1cerolato, di mucilag ioe. di pomate fatte con diversi eccipienti secondo la consistenza che si desidera, di pasle, di colle- gelatine, d1 111Ìezion1, dì collodione, dì vernice soluLile. di [J{lasttrmnlf, snlbmmult ecc. - Qui dirù soltanlù che, per ovviare al· l'inconveniente dell'ingrato odorr e sapore. la,< Società dell'ili iolo » sopra mentovala, ha posto in commercio diversi preparati. fra i quali le capsule gelatinose di ammonico. cootenenti ognuna J,:r. O.Z:i del htrmaco, e le pillole del medesimo a J.!r. O, l O. nonchè le capsule di iuiosolfato e salìcilnto ùi sodio (ana gr. 0,125 ognuna), quelle di itt1osolfato dt littna e di sodio (ana gr. O, le pillole di ittiuso lfato sodi co (gr . 0. 1O) ecc., rutte di forma gradevole e di aspetto elegnn te. in piccole scatolelle meralliche, tascaLtli . ho fallo uso io medesimo e posso anche atrcrmare che sono l•en rollerate da stomachi. sensibil i n rimedi anco•· meno disgustosi. Sull'illiolo ziucie•>. che è pure nn altro prorlouo dell'anzidetta Socieltt, non posso emellere alcun giudizio, perchi' non ho avuta occasione ùi sperimentarlo: lo stes'o debbo dite per il cotone Jttiolato al 2 0 °f 0 , che vidi in mostra aii'E:>posiztone di Berlino.
Sul cofJ'etlti itlìolato. im•ere. che il Canta ni raccomanda
« molto, perchè dis10feuante com' t\ st può applicare su ll e
« escoriazioni e piccole ferite con pin fidoc1a che q uello in-
« glese comune, che può perfino esso medesimo porta re
11: sulla ferita una pericolosa infezione )), posso afferma re che è eccellente, avendolo speri mentato moltissimo, sia per la facilitit della sua applicazione du ratura, che per tulle le altre sue buone qualità. \t e ne sen·o in incontro, sempre che si tratti eli ricoprire, con un mezzo pro tetto re, a ntisettico e cicatrizzante, piccoli punti della superficie cutan ea: lo ho trovato anche eflicacissimo nelle screpolature delle labbra per efl'etto eli vescicole erpetiche, facendolo sostituire alla pratica della ca r ta da sìgarella o di •Iurlla gommata d ei francobolli l Da ultimo, sul sa110ne all'ittiolo sono in graùo di r ifer ire, per mia esperienza ica, che è preferihilc a tp1ello più in uso al catrame, tulle le volte che da esso si tlesiùernno effetti antidesquarnativi. ammollienli, nogiocìoetici e calmanti. Per le mani atTos, tte o Òt\' ennte. come che sia. ruvide e secche, è un d'inestimabile valore per rida re ad esse In naturale hiancbezzn, elasticità e frescltezzn. E:oso s i adopera liempre con l'acqua calda e, tlopo usato. deve essere prosciugalo con un pannolino. A princip1o ebbi per le mani u n sapone all' 11tiolo puro ( l Op. l 00), fabbricato convenientemeole dalla dina .1. C. )l ouson e Co., di F:·ancoforte su l :\l eno, e me ne avntls· per la rurn dei geloni in per:-one di mia famiglia, con nsullalo soddisfacente: oggi, però, che il fablmcante di saponi Th ()nuglas ha prodotto u n sapo ne medicin<tle e\Lragr<lsso al l Op. l 00 d'ittiolo, secondo la del dott. P. Unna (U!•ber mt•diciniscl11• SPifen, Yolkmann's h.linischer Yorll:ige, e il controllo del chimico dott. W. Il. \l ielci.. (Sclllrcm- A[IOthe/;,,, Farmaci,, tlel Cigno. Amllllr:,:o) mi servo a preferenza di esso io tutti i casi, nei ttuali l' uso me ne sentbri iodicalo. sia come mezzo c(\adiu,·anto di pulizia che come mezzo curati\O Ji; etto. J1 modo di secondo il dott. Uooa, è triplice, <l nor ma degli effetti che ne ullenere. un 'azione debole, basta lavare con acqua calda nel modo ori.1inarìo, asporlanùo poscia la spuma con la medesima acqua ed a;;ci ogn nùo la pelle, dolcemente, senza mai stroflnnrln. Un'azione più forte si olliene, invece, insaponando bene la parte e lascia ndo in sito la sp uma . senza lavarln t·on l'acqu a. ma C•JD una pezzuoln, suhito n dopo alcuni minuti. Il ma ssimo dell'azione, poi. i• dato dalla sp uma saponarea. den sam ente stratilicata sul punto inrlicato, lasciao.loln all'aria.
II . Parte fisi ologica .
8 la più importante, per l;ene intendere l'azione del 1 imedio e per :;ape rlo applicare nel miglior modo nei casi morbo si. Non posso a meno di riportare qni, in sunto, il lavo1·o magi strale del dotL. Unna s ull'iLL10lo, che insieme con la reso rci na {hrenzcatechin .! , idrorhinone) i.• 1l:l lui ron· siderato come un rappresentante del gruppo dei rimedi rid11 centi, fll quale apparte ngono altresì il pirogallolo- il rime· dio riducente per eccellenza, - l'idrogeno solforato, la rri!'ar ohina, lo zucchero . L'u nità farmacologica di tutti agenti ili riduzione, in pa1·te antichi ed in parto nuori , costitu isce l'originalità del lavoro del dermatologo nmlJurghese, per· il quale la lor·o azione è riposta, precisamente, in nna sottrazione e quindi in un effetto di riduzione. o per processo chimico inseparabile dalla na111ra loro o pe1· altro processo, tuttora ;gnoto nella sua essenza ma indubbiamente riduuivo per le risnlt.anze cli nich e; a tale ultima categoria apparte ngono i sal i dall'acido illiosolforico e la resorcina.
L'azione dell'itliolo, applicalo sui comuni tegumemi. è varia . . ecoodo che la pell e sia: a) intatta; b) denudata dell'epidermide, oppure c) invasa da parassi ti.
E l SUOI USI TERAI'EUTICI 1631
a) L'esperienza in'legnò nii'Unna rhe l'azione cute intalla e normale di(ferisce con la quant itit del rimedi o e col grado di pr netrazione di es-o . .l dnst• tlt•lwle, l'ar.ione superficiale dell'illiolo ::;i manifes ta con un cambiamento dell o strato r.orneo, che diventa più spesso . più compa tto e più dnro. Que;;ta cheratopla-.ia o comilicazione che dir si voglia. ar tificiale, si effellua a spese delle cellule rutn nee del così dello .Yil·orum spinosl(m ( Starhd sl'lticht), Oi\5ia di quelle cellule irsute(Stache/.; 1'/ len). i cu i ti sono sta ti interpretati come ponticelli intercc llulari da alcuni 1stologi moderni: esse cellule proliferano in modo insolitamente rapitlo. "Otto l'azione dell'itliolo. si sovn•ppongono iu serie e $Ostitu isrono, io proporzion e prohahillnente t>guale. le ··ellule corneP. La debole dose, :;;e ag1:-ce uniformemente e per lungo tempo. determina la separazio ne uello corneo in due parti: l'una su1wriore piì1 o meno oscura, che è la parte morta, sollile rome un di cn rta. corri ,;poodeote allo strnlo cornt•o in cui ò primariamente penetrato l'illiolo, e l'altra inferiore. di tinta chiara , che si c\ venuta n Po formanù o- comE' si ,., detto - dallo strato spinoso.
11 dott. Unnn spiega qne:oti fenomeni di chera1oph1sia arco n e!J'euo finale di esfoliazione dello strnt.o rorueo. mediante la :;ua teoria della riduzione, aYendo egli dimostr:tlo (L'eber Ul'im·hautttnffltnd Urlia/l()rnltn!f. Berlioer klin. Wochonschrift, ' . 30, l 83) che l' efreuo immediato della sottmzione di ::.u ll'opilelio cutaneo comi$LC in una •·orniflcnione dello ,\ nche la formazio ne di pusto!e, e specialmente la follicoli te. che una r•·crltia {arola att ribuisce ad occlusione nrtificia le degli oriflri follicolari pPr opera del o delle sostanze resi•lual i di frizioni sulla pelle, i• per il prefato autore una conseguenza dell'aumentat·1 cheraloplasia o per agenti di l'iduzi one cirwlanli col san gue ,
L 11TTIOL0 com'è il caso dello zucchero che impregna i tessuti dei diabetic i, o per agenti esterni come l'illiolo di cu i ci stiamo occupando: l'infiammazione dei follicoli è accidentale e con tutta .probabililit succede quando es:;i sono, eventualmente, infettati da piogeni.
Se l'illiolo, a dose sempu debole•, penetrn nei tessuti, la sua azione si esplica sui \'asi sanguigni, che si restringono. non per contrazione temporanea delle arteriole, ossia per azione riflessa muscolo-motrice, hensi per mento, rimpiccolimento ed accorciamento. permanenti, di tutto il sistema vasale (arterie. vene e capillari). con un analogo a quello cheratoplasico della superficie cutanea.
Gli endoteli - dice il doLI. Unrta - nuu·iti apportato d:ll o, per dir meglio. abituati ad si essiccano e si raggrinzano, se quell'elemento i· aò essi conteso da un agente e,terno: se poi la Stltlrnzione è completa, come vedremo f1 a poco. studiando l'azione clelia dose forte, allora endoteli la degenerazione alla stessa guisa delle giovani cellule epidermiche. ed una forte co•-r••nte di linfa flogistica es:mdlt dalla pnrele va:;ale farLemente irritata, resa com'c\ pitt souile c '{uindi permeabile. Per i capillari, privi di fibre muscolari lisce e formati unicamente 1li cellule endoteliali, questo meccanismo ù'aziC'ne facilmente concepibile, non ha incontrato opposizione da parte di ttualche il quale però, riconosce ndo nell'iuiolo il potere di arrestare interamente i movimenti contrattili del protoplasrna cellulare e di rendere in conseguenza invariato il calibro dei capillari, viene a mettere in campo un fattot'e, cinè la libra muscolare lisci:1, che il dott. l lnnn, invece, non imocò. anzi escl use da meccanismo. Le obbiezioni (Jiù forti tt proposito delle arterie e vene, che nella loro tunica media son pro' viste di fihre contrattili. cadono per la ste·sa ragione fuori discnssione, poirhè - giova r·ipeterlo - non si tratta d'una contrazione istam.wea ne transitoria, muscolomotrice. ùella p·1rete VO"Il'ale, ma ù'una azione speciale, lenta e duratura, dell'ittiolo sugli enòoteli \'asali, d'una riduc.entc, pura c semplice. Sul fatto cer·to che, applicato I'Jcalmente, a dt•IJolt•, J'ntiolo produce un re.triugimento vasale, manifestanao clinicamente la sua azione con una forma opposta ai croattro sintomi cardinali dell'iofinmma7.ione. non si discute: comunque ciò avveng01, per azione diretta, direi quasi eleuiva endoteli. come parrehhe pi•'t plausibile, o primaria snl sangue ch e tra sporta l'ossigeno, indispensabile loro elemento nutritivo, è questione di secondaria importanza e le ulteriori ricerche potranno ri i>o lverla. ll'allronùe, non mi sembra inconcepibile t'he r-iduttore eserciti la sua azione anche a traver:;o le pareti e che, penetrato nel sangue, sottragga ossigeno agli endoteli ledere sostanzialmente i corpuscoli 1·oss i. Per me, qumd1, la teoria della riduzione resta accell<lhile, fiochr un'altra non sia escogitata e pro1ata per migliore. L'inlluenza dell'iniolo nel determinare l'im pnlliùimeuto d'una parto arrossata. e la diminuzione del calore, ùel gore e del dolore, ossia nello spief.(are la sua pr?p:1ela antitlogistira, è ml'no apprezzab:le, benchè sempre òtsllntn, i>ulla faccia, dove il ros5ore è normale come colorito. anziché nei punti anormalmeu te inliammati per un processo acuti) iufetti\'O (eresipela) o per una infiltrazione cronica (lupus) o per una (forma rosacea), nei quali si può seguirla con l'occhio. Dopo ciò che ci fecero cono;;cere gli sperimenti del Cohnlteim sull'integrità delle pareti ''asali in ogni sper.ie d'inliammaziooe, è facile com- prendere l'impnnanza di que:>la proprietà dell'iLLiolo- applira lo. henintew. sulrepidermide intalla -contro il processo ljoi, però, è da rammentare che vi :;ono regioni cutanee. di dclicatn e facilmente irritabili (palpebre, pene) ed anche particolari cost ituzi oni vascolat·i, rhe rispoudo no all'azione della dose debole con gli elfetll d1 quella forte, della quale dirò fra poco. l"n efl'etiO IJeuefiCO, 1Je11 distinto, SI ha dall'itLioJo sul :-istema nen·oso periferico e consiste nella sna virtù :.edativa del dolore, oppostamea te a quanto verilica 1·on la forte. 't'nza discutere se, nnclte ti ni, ent r i in giuoco l'influenza chimica diretla del rimedio riducente. t\ certo che silfatto allevianwnto di sensazione dolorosa si compie pe1· azione indiretta, a mi5ura cioè che si prosciugano e si nfllosciano i tessuti infiammati e si abhnssa qnwdi la tenl-ione delle parti, onde il dolore era reso acuto. Uen dhersamente si comporta l'ittiolo co n quell'altro fenomeno nen oso cutaneo, che è il prurito, sulla cui genesi si profes,;ano teorie diverse e cito in parte dipende da influenze chi miche: dolore e prurito si tr·o, ano diametralmente opposti fra loro, solto l'azione dell'ittiolo, poichè se ,, a dose. il prurito nella maggioranza dei casi a11. menta se in atto o vieu provocato 56 non esis te, laddove quella sensazio ne sva nisce con la dose forte e sui.Jentra, l!lvece, il dolore, henche sianvi eccezio ni dall'una parte o dall'altra, delle quali una più esalta teoria futura sulla del prurito potrà darci ragione. l 1n'a 1Lra qu estione. di fondamentale importanza per la pratica dermatologica, nonchr per la e hiochirnica della pelle, non ancora abba tanla studiata sollo l'aspeLLo chimico, è il co lommento della cute, peculiarita universale dei rimedi r iducenti. la tinta che assume la pcl'e sott0 l'u5o dell'ittiolo è giallo-bruna, con Lutto k app.n·enze d'una scollatur·a solare: anche il solfo u.;ato a lungo determina un colore sporco di fumo, che il paziente tenl.t di portar via, invano, eon acqua e sapo ne.
Ì: però assai degna di nota l'osservazione che, con l'uso continuato dei compost i ittiolici, lo strato dopo un inJo:l.dlimento passeggero, lun).(i dal dh·enire ancor più cari co in quella tinta, ridiventa uormalmento I.Jianco. Questo fatto, che per le future teorie proces:-.o colorante non è da in non cale. ha de l paradossale. ma è comun e a tutti i rimed1 rHlucenti, quando agiscono sulla pelle senza interruzione. e farchue pensare alla possihilitit che il pigmento cutaneo, dimostralo all'evitlenza dal dollor rnn a como un prodotto d1 ridut.ione della sostanza cornea (hn'l' drts JJ i!Jmmt rla mmschlirlten Uaut. - Monalshefle f. prakt.. Dermatologie, 9. 188:)) venga espulso ma non sostituito tosi rapidamentt>, da provocarne una nuvva formazione da parte del rimedio.
A rlost· forte l'iLLiolo, applicato sulla pelle intatta, non diiTerisco sostanzialm ente dall'azione debol e , se non per un mollo più rapiùo ispessimento e di,;seccamento dell'epidennide, cht: assumo l'a11petto di una membrana pergamenacea.
Con l'uso prolun:.:ato di essa dose le cellule dello l\lrato spinoso non co rnili ca no , come sol to l'azione della dose debole, ma degenerano e si rammolliscono. subentrando estesa eruzione vescicolare: la medesima azione si propaga, inoltre , ai vasi sanguigni papillari. producendo lesione alle loro pareLi. forte ess udazione o linale migrazione di corpusco li pui'Uienti. Perché l'illiolo n forte dose produ ca tJUesto ram· molli mento del corpo papi Il are e dello strato malpi glnano da una parte, e l'adesione apparentemente inadeguata del so- prastante strato corneo che si distacca. dnll'altrn, occorr·ono parecchi giorni ed anche settimane, mentre il pirogallolo impiega soltan to dodici ore . .\ malgrado , però, di una silfnlla azione distruttiva, il J'isultato finale con l'illiolo r la cicntr izzazione rapida, d1e pro .:ede epiteli residuali ,.. che di[erisce, per la sua uniformità e lucidezza, dalle cherntoplasie provocnte in altra guisa.
L;• dose for'te , poi. agtsce oppostamente alla debole in quanto alla formazione di pu stole, vale a dire che, mentre qnest'ultima c atta a produrle. la forte al co ntrario le l'imuove: il che è da tener nella ternpin èli tutti i processi che si accompagnano a pthtole (acne, furuncolosi, acc.), per cominciare con una intensa azio ne riduce nte. Un a ltro eiTeuo della dose fortP è un con,iderevole rammollimento della sostanza connettin collage no. della pelle.
E qui sorpr·ende la cir·costanza di fatto che tall• rammollirnt'mto; molto piu notevole di quello ordinario llo).!istico, si osserva appunto in tessuti particolarmente pr1v1 di sangue, come sono le cicatrici e i clteloidi: donde l'utilità pratica eli adoperare forti dosi negli eczemi inveterati con indurimento dei tessuti. nella sclerodermia, nella ele· fantiasi, ed in part1colar modo nelle cicatrici da vaiuolo . nell'acne indurata ed in tuLLi i cheloidi.
L'azi one della dose forte sui nervi periferici è pure op· posta a qnella debole, cioè di!ssipa il prurito ma in generale deLP.rmina dapprima sopportabi le, indi più ncnto, massime se si prolunga l'uso del rimedio dopo Il tli:;tacco dell'epidermide: in tal caso it dolore, simile a quello di una ferita, calma a permanenza, sostitue ndo la debole alla forte dose.
Hiepilogando la serie dci sintomi costanti, in parte eguali,
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in parte opposti ed in par·te che l'iltiolo determina sulla pelle normalmente ricoperta dall'epidermide, non v'ha di meglio che J'iportarne il prospetto, tal tJuale lo compilò il dott. Unoa:
La dose debole La dose forte produce:
(Sintomi) in ogni dose l. una più forte cor- l . una più ft•rLe cornilicazione: nificazione;
2. una colorazione o s c u r a dello 2. una co loraziCine oscura dello strastrato corneo; to corneo ;
3. pmrito; f :3. generalmente dolore; di rado prurito; diversi a seconda della dose
4.. rimozione della 4. infiammazione: tlogo si ; :> . rimozione del 5. gonfiore (edema); go nfiore;
6. pustulazione; G. !'imozione delle pnstolc e dei furunculi;
7. alle ,·iamento del 1 7. dolorabilità, dolore; b) Sulla pelle denudata dello strato corneo l' ell'elto final e dell'iniolo dipende più dal potere reattivo dei rispet- tivi tes:mli nll'elli, anzichò dalla dose debole o fort(l; in generale si può dire che, cruaoto più poveri di vasi sa ne di nervi e più secc hi essi tanto mPglio sop· portano le ;lite dosi del t·imedio riòurente. reazione nociva: al j:ontrario, tessuti ricchi di cellule, di protopla,.ma e di \USi debbono prima all'at.ione della dose tlebolc. clte si potr·it Plevare sol quando l'efTello essit·cnute sal'it stnto conseguito.
8. 8. vescicazioue; osser·vabili 9. \:1. rammollime nto soltanto co n la dose forte della sostanza conne ttiva collagena.
L'u..;o dell'ilttolo puro trova la sua piìt opportuna indicaztone nelle semplici ·soluzioni di co ntinuità; csempigrazia , iu una piccola ferita da tagli o, netta. delle dtta o della mano. L'istantanea contrazione vasnle che ne risulta e la riuuioue per prima intenzio ne se nza cicatrice costituiscono l' ideale della guarigione in ljuesta di fertte. Egualmente , nelle scottature estese di primo e, se le llittene suno piccole ed iotalle, anche di secondo gmdo, l'ittiolo spiega azione favorevole: in,·ece, se la scollatura è tn lfl dte ha già di staccato lo str.tto corneo e le cellule spinose sono rigonfia te, l'agente ti i riduzione determina una dermatite acutissima co n edema e forti dolori; lo falln si verifica nelle estese ero.;ioni di regioni sensihili (fronte, glande).
Introdotto nel tessuto connettivo souocuta neo od in una cavt ta cutanea tappezzata da epitelio pavimeotoso od anche nel tessuto perigla ndolare suppurante d'una glandola infella, in un tragillo fistoloso od in una caviti.t sierosa (tu· nica vagioaiE') si può otteneroe nna rapida rmnione primal'ia, date favore \ oli le altre condizioni. 11 chirurgo, quindi, può trarre partito da questa proprietit dell'illiolo, che, !ungi dal competere coi principali an tisetti ci (5ublimato, acido fenico. iodofurmio), tende elettivamente a raggrinzare elementi formativi delìa cute, ossia alla cornificazione. Sir- indubbia tendenza elettiva. indipendente dai fo"lietti germinativi ma alla mercè della maggiore o minot·e energia vital e dej.!li elementi cuta uei , sieno questi oppur no allo stato sano, ,\ da tenersi :;empre dinanzi alla mente, pet· poter npplicnre alle lesioni dermatologiche, ."tilità, i preparati d'ittiolo nelle diverse dost; al ch e st :uma con un lungo esercizio pr atico.
È anche assodato lo sperifico potere astringente. emostatico. dell ' ittiolo: esso. perallro, non è al certo pnragonahile effetti stittici del calore rovente e delle cosi dette spugne da ferite, nè a ctuelli coagula nti del percloruro di ferro. della pietra infernale o degli acidi. e nemmeno a"li altri del ahiaccio o delle polverizzazioni di etere ,., n ma piullosto agli effetti dell'allume.. dei sali di piombo e. sopra tutto, de! ta nn ino. L' illiolo non coagula il sangue, ma lo agglutina in una massa bruna ed untuosa, assorbita dal comun e cotone idrofilo , forma rapidamente una crosta solida che frena l'emorragia. • arebbe, perciò, da prefet·irsi al cotone emostatico al percloruro di ferro, che c un escarot1 co, un cotone imbevuto d' ittiolo puro, che e io noctlO e col quale si potrebbero anche spugne, ecc. da disseccarsi e conservarst per