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VARIETÀ

VARIETÀ

RECLt;S. Tratta.mento del gravi sohiaooia.mentl dl membra.. - (Ga::;ette rles Hòpitau:r: e Centralblait fiir' chirurgie, N. 19, 1"9}.

Nelle lesioni di membra, come quelle prodotte spesso da accidenti ferroviari, da macchine, ecc. Reclus crede controindicate le operazioni primarie (amputazione e disarticolazione) e ciò per d1,·ersi moliYi:

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Anzitutto, egli dice, e controindicata dallo shok il quale in causa dell'operazione si Rgg:rava; in secondo luogo è impossibile nei tessuti di fresco schiacciati distinguere quello che è ancor vitale da quello colpilo da morte. Perciò verso tali lesioni bisogna procedere più che è possibile conservativamente. In questi casi l'autore s'attiene ai seguenti precetti: Il ferilo ò involto in panni caldi e riceve una iniezione sottocutanea di caffeina, di etere o di siero artificia le . Quindi la regione fet·ita viene accuratamente disinfettala, il che sì fa con energiche il'rigaz:oni mediante acqua sterilizzata che deve essere mollo caldo (51 gradi).

T utte le ravilà devono essere pulite; l'alta temperatura del liquido ha un triplict:l vt1nlaggio, cioè di l'emorragia, di dismfellare e di riscAldare. Fatto ciò si riempiono J tutte le cavità e seni accessibili con garz a al jodoformio e con garza. intt·isa di pomata antisettica (acido borico, anlipirina, salo! e jodoformio ecc.), finalmente s' in,·iiuppa tulla la parte con ovatta. Dopo trascorse quattro settimane si trova compiuta natu r almente la separazione delle parti sane da quelle mortificate ed ordinaria mente non che finire l'amputazione eventualmente indicata con un colpo di sega. Le parti molli che si tro,·ano in via di guarigione cicatrizzano assai sollecitamente.

Egli appoggia questi vat·i precetti colla relazione di due -osservazioni di dei piedi e delle coscie io seguito ad accidente ferroviario.

CHIRt'RGICA

STEVE.:-!SON. - Nuovo t lrapalle . febbraio 1894).

Il dott. \V. F. Stevenson, tenente colonnello medico, professore nella scuola di medicina militare di Netley, ha fatto c ostruire dalla casa Arnold anJ Sons di West Smithfield un lira palle il quale aYrebbe i seguenti pregi: 1) puo passare attraverso il canale delle ferite prodotte dal proietti le !'enza causare inutile distensione e senza ferirne le pareti; 2) offre tenace presa al proiettile, sicché il chirurgo è in gr·ado di usare la forza necessaria alla sua estrazione; 3) che quando i tentativi di presa falliscono le br·an che non possono offendere i tessuti e i) che gli anelli non Iran bisogno di essere mòllo allontanati l'un dall'altro affinché le branche afferrino il proiettile. Quando è chiusa la punta del tirapalle ò ottusa ed è cer tamente più piccola di qualunque canale prodotto dai proietlili moderni. I tirapalle che sono co!>truiti sul principio della pinzetta comune hanno l'inconveniente chè le parli molli nelle vicinanze del proiellilt.l possono essere afferrate dalle punte acute di esse unitamente al proiettile stesso specialmente quando i tentativi di presa del proiettile son falliti.

G. G.

L!PPS. - Legatura della ca.rotide esterna . - (.1rch .f. klin. Cltir ., Bd. 42, Hft. l e Brii. Med. Journ., 1'> settembre 1893).

L'autore ha raccolto 130 casi di legatura della arteria carotide est'3rna, in 12 dei quali es3a fu legata da ambo i lati nella stessa seJula. l n 32 casi segui morte , la quale solo in 2 fu causata dall'operazione stessa. In entrambi il trombo si esten deva fino alla carotide comune e dette origine ad embolismo cerebrale. In 10 casi, in cui l'operazione fu eseguita per arresta r e una profusa emorragia, la morte fu il ris':Jllato della perJila di sangue e del consegue nte collosso . L'autore ritiene questa operazione preferibile a quella della legatura della carotide ccmune in quei

818 RIVISTA ca!'"i in cui l'una e l'altra !;Ono indicate. Il primo procedimento é meno fatale nei suoi risultati, tanto che possonsi allacciare contemporaneamente le due caroti le esterne senza molli pericoli. Di norma, la legatura della carotide comune deve essere riservata a quei casi in cui il chirurgo é spinto <la una grave circostanza: un'emorragia, p. e , la qunle non potrebbe esse r e trattata con spe ranza di buon successo colla legatura clelia carotide esterna. l risultati fìnnli della legat ura della carotide esterna , ma sono sempre buoni , ma è <Jùbbio se in tali casi la legalut·a della carotide comune potuto daee risultati più soddisfacenti. G. G.

F A!lRICIUS. - Cura. ra.dica. le dell'ernia. crnra.le. - Br it. .\1ed. Journ, 10 mat·zo 1801 e Centra:b. f. Chir., N. 6, 180\).

11 Fabricius ritiene che per evilat·e recidive nella cura dell'emia crurale bisogna sodùi5fare le seguenti indicazioni:

1) completamente chiudere el obliterare il canale crurale e

2) stabilire un'immediata forte del legamento di Pouparl alla branca orizzontale del pube. Queste in dicazioni sono soddisfatte mediante un processo operativo da IÙi re, eentemente ideato e praticato nei casi d'et·nia crurale in cui il colletto del sacco permelte l'introduziontl d'un dito almeno. Una incisioM lunga circa quattro pollici, è eseguita sulla cute e il fascio superfkiele, al disopra e parallelamente al legamento di Poupart terminaRdo o cominciando .alla spina del pube Dopo la sezione dei suoi strati, il sacco è aperto e il suo contenuto è respinto nella cavità addomi · nale. Se nel far ciò s'incontra qualche difficoHà a causa della forte contrazione del colletto del sacco, il legamento di Poup81'l dev'essere inciso in vi• inanza della sua inserzione in- f terna alla spina del pube. Il colletto del sacco ailora è legato, e dopo aver ne asportalo il corpo colle forbiei, è spinto nella cavità addominale. Il canale crurale è in seguito aperto i vasi crurali vengono attirati Yerso l'eminenza ileopettinea e quivi tenuti da un uncino ottuso, mentre il legamento di P oupart, il quale è stato rilassato con incisioni alla sua

8i9 estre n,it!i interntl, é unito con punti di sutura a:ia fascia pettinea, alle tìbre d' origine del musc0 lo pettineo ed al periostio che ricopt•e la branca ot·izzontale del pube. Il primo punto di suturu dato in ,·icinanza dei Yasi, ai quali cos1 v1ene impedito d1 riprende re la posi zione normale. Il legamentr. di P oupa r t de y'es sere passato dall'ago a l 1 : centimetri dal suo bor,lo, avendo cura di non fe1·ire 1 vasi epif!aslrici. Allo sco ro di chiu •lera completamente l'apertut•a che menA alla caYità add'lminale, il Fabri cius raccomanda, benché ci0 non sia assolutamente necessario. di saturare gli strati su pet·ficia li della profonJa lungo il lato interno ùella "ena femorale, alla fascia peltinea. Gli esperimenti sul ca.ja vere e i risultati ottenuti nel Yivo han dimostrato che nessm1 disturbo circolato r io nell'arto inferiore é dallo spostamento dei vasi femorali e della compt•e-.sione della ,·ena. È conveniente a l t ermine dell'C'pera· zion e, di affrontare con due o tre punti di sutura i pilastri dell'orifizio esterno del canale inguinale, P<?icbè un'ernia inpuò prodursi consecutiYamente.

CHlRt.:RGICA

G. G.

Un nuovo metodo dl cura. dell' idrocele . - Prof. A. RtvA. - ( Moroagn i, porte I, n. 1,

Il meloJo che l'autore propone consiste nella la va tura com''agi naie del te!3ticolo medtante acqua distilla la semplice, ste rili:z.zatR. A tale scopo ser,·e l'apparecchio iJealo dal prof. Riva pt:r la laYalura del peritoneo e delle ca,·ita in genere; ma si può benissimo v!llersi an che di un trequarli di Potain, o anche (quantunque meno bene) di un sempli<'e.

Per ope r are c0l Lrequarti del Potain occorre avet·e disponibile una a collo inferiore per contenere l'acqua distillata, bollita e raffre·ldata a 38°. A questo collo inferi o re del1a bottiglia da situarsi circa 30 cm. piu allo dello scrolo, fa capo l'estremo di u•1 tubo di gomm a, il cui allt'O est ren10, munito di un a iatto pezzo di congiunzione. !'Uò essere al· l'apertura posteriore del tt·equarti di Potai n quando sia stato il punleruolo; all'Il pet·Lura lateral e del trequurti è un tubo di gomma il quale 'a a pescare in un Yaso qualunfJue a 25-30 cm. piu in basso dello scroto e contenente unn solu z ione borica a l :l o;.. Una pinza u pressione situata sn entrambi i tubi dei due vasi serve ad Averli aperti o chiusi second:> il bi:oogno. Al momento di praticare roperazione il tl'equarli ed il suo tubo later·ale si riem piono di acqua ste · rilizzata per scocciare l'aria in 8!'Si contenuta.

Vuotato l' iòrocele colle S( lite cauleìe antisettiche, si chiude il rubinetto del trequarti e si rallenta la pinzetta a pressione del tubo laterale (da cui dovrà prima essere espulsa ben e l'aria facendo usciré un po' di acqua contemporaneamente alla uscita del lifJuido delr idr·oceiP) e si Yede lo scroto gon . fìarsi rìno a r·iprendere il volume di prima . Si intel'rompe allora il corso dell'acqua e si svuota di nuovo l' idroce fe e via Yia lanle "olle (3 o 4) fino ad ottenere un liquido' di luvaggio privo, o quasi, di albume, condizione mollo opportuno pe r la pron ta guarigione.

Fatta l' ullima lavatura si to:;rlie la cannula, si chiud e la piccola ferilA con una goccia di collodion e tutto é finito : sera utile però una lt>ggiera fo!'ci atura compressiva dello scroto, e il malato a letto fino a che -(uno o due l!iorni) sia finito Of!ni sintomo di irritazione che pflre suole manirestarsi nonostante l' innocen;a del liquido di lavaggio.

Volendo invece ser,·irsi di un trequarti semplice basterà a dis posizione una cannula ad Y di cui la branca dispari s i m ette in comunicazione coll a cannula appena levato il dardo, una delle pari si unisce al vaso superiore, l'altra all' inreriore: in tal guise. altf'rnando l'apertura e chiusu ra delle pinze a pressione poste sui tubi dei due vasi, si può ol.tenere l'aspi razione e l'iniez ione, ed in defiuitivu il lavagg io dell'idrocele. l

L'autore ritiene che questo suo metodo. che a lui diede ottimi r isu lta ti, entrera presto ne l dom inio dell a pratica comune, e che le lavature c<,Jl'acquu distillata avranno in seguito piu este>"e cd utili ar.plicazioni in chi rurgm.

RIVISTA Dl OCULISTICA

Sulla emeralopia. epidemica. - O. '\V ALTER. - ( A rch .f. Au[!enheilk. e Cen tralo. fiir die medie. Wissensch. 47, 1893).

Il Walter negli anni 1889- 92 osservò neii'Ural 269 casi di emer·alopia, uomini e i2 donne. Tutti i malati riferivano di es!'ere stati una sera rimasti privi del potere visivo senza fenomeni prodromici. Il disturbo visivo cominciava nel centro del campo visua le e si estendeva verso la perife ria, e ritornava la vista relativamente pre sto, poco pr·ima o poco dopo la levata del sole. Il grado della cecità ad illuminazione abbassala era diverso, ma sempr e considerevole.

Con l'ottalmoscopio si potè in alcuni casi vedere un intorbidamenlo dei mar g ini della papilla. La durata della malattia fu molto varia, avvennero recrdive in 78,8 "/0 • La epidemia !'i osservo generalm en te nella primavera e colpì tutte le età della vita

Si notò aumento sul numero dei malati io ragione che diminuiva il benesl"ere della popolazione. La insufficiente nutrizione dell'orga nismo deve essere riguardata come causa predi!';pone:1te, a cui deve aggiungersene una diretta. casi osser Yati non potè come tale riconoscersi l'abbagliamento, la fatica fisica, ma sibbene la influenza miasmatica conror memente alla opinione deii'Adarniik. La cura fu fatta consistere nella dieta cor robora nte, nella somministrazione dP,Irolio di fegato òi m erluzzo e nei casi gravi anche nell'uso contèmporan eo della stricnina.

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