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RIVISTADIGIORNALIITALIANIEDESTERI RIVISTA
CRA:'-IDALL. - Lo s corb uto nel bambini.- (Brit Med. Journ., 16 g iugno e .v. Y. J1ed. Journ., 26 maggio 1801).
.v. e C. danno i particolari di 36 casi di scorbuto nei bambini rif'er•iti da vari osservatorr. Riguardo alla frequenza della malattia essi r·icordano che alla riunione dell'accademia d i Medicina di Nuova York te'lula il 15 febbraio 1894- furono annunziati 106 casi dai vari oratori. Tra i 36 casi summentovati vi sono rappresentate ttutte Je classi sociali con leg-giero predominio delle ri cche. Ciò è dovuto al fatto che la causa principale dello scorbuto risiede nell'uso esclusivo di alimenti patentati o di latte sterilizzato o crema. La dieta esatta era conosciuta in 33 casi: di questi 13 furono nutriti con alimenti patentali esclusivamente, 6 con 'latte condensato o crema e con una combinazione di questi. Hot ha costatato che in tre grandi istituti di Xuova York in cui i bambini sono nutr·iti quasi c•m latte sterilizzato non si è manifestato alcun caso di scorbuto in cinaue anni. Un'abbiezione non è stata finora fatta al latte past:uriz.zato. Oltre a ciò una forte diluzione del latte può essere causa dello !:'corbuto. I sintomi di questa malattia nei bambini sono: l) anemia; 2) dolore nei movimenti; 3) tumefazione e dolorabilita dE'gli arti inferiori ; 4•J gengive gonfie e facilmentè sanguinanti se i denti sono spuntati; se i denti non sono ancor nati, le gengive possono essere poco o nulla allerate. La tumefazione delle membra è di norma dura e splendente e spesso di color rosso o livido. Non vi si forma
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Rivista Yedica
· e La lesione caratteristica è un'emort'agi a Ila pressJOn · to,ea a 1 puo· e"'sere complicata dal drstacco de lle 0 .,.tea c 1e - ·e dei muscoli dE>lla cute (porpora, pt:lec- .fì'' L'emorragt ' . ept 1 '· _. 1 nelle mucose occorrono di frequente. Moltt hie ecchtmo:::t ' · . · c . reati 8 rachitide ma non pare che vr sra ne!'so ca"'I "ono comp 1 • • d.
• 1 Ltie La ma!!!!ior parte se non tutlJ 1 cas1 r tra le due ma a . -. . l 'd
. . ta sono secondo .\. e C .• cas1 d1 rac ult e comra<'hrttde acu , · · · 1 b t . b to intercorrente. L eta u1 cur o scor u o ,,hcata a scor u . • ,... . ' - ·. - è quello tra i g e i H m esr. Qu e!'t aw!zrone uotast p!U spe:::so . f ·rmente scambiata col r eumattsmo, sarcoma, può essere act
·tomalite rachitideie rosteite e, facendo sr tmporre dalco a s ' Il 1· . b·r·ta· delle membra causata dal dolore, co a para tSt 11mmo 11 . infantile. Abbandonata a sè stessa ò molto grave ma a ·rsi rapidamente colla dieta ùi lotte fresco, col succo dr . . carne e col succo di arancio Il latte, se necessarro, puo es· diluito con acqua d'orzo e nella stagione calda pasteurizzato e ste:-ilizzato per breve tempo.
EoEBOHLS. - Dla.gnoal dell'appendi cite . - (Brit. Med. Journ., 2;l giugno 1894 e Am. Il. M ed. Se. magp;io 1894).
Edebohls os::erva che di regola gli stato possibile di palpare l'appendice vermiforma sane e croniche lìammazioni di essa riconoscerla sempre. Egh c rede che net ca«i cronici non devesi procedere all'operazione se prima l'affetta appendice no o è chiaramente palpata; cosi pure nei casi acuti l'operazione de,'essere se non si palpa prima il tumore formato dall'appendice infiammata. Nell'appendicite acuta soltanto previa anestesia può essere p osl"ib•le il localizzare l'appendice. Per trovare quest'organo le ginocchia del paziente debbono essere moder·atamente flesse e le dita della mano del chirurgo sono situate in vicinanza t!PII'ombelico. Le dita sono pian piano spinte dall'ombelico verso la spina iliaca antera-superiore, avendo cura di p r emere fortemente sicch é la parte addominale posteriore e la cresta iliaca possano distintamente essere avvertite. L'appendice è cosi sentita come un nastro se è sana, o come un organo più o m e no rotondeggiante e consistente se è affetta da acuta o cronica infiammazione. L'appendice non ha speciale l"ensibilità, ma quando è infiammata , piu 0 dolente. Il priucipio di essa a un pollice o un pollice e mezzo all'esterno dell'arteria iliaca sicchè la linea di questo vaso (dalla sommità dell' al mezzo del ponte di Poupart) forma un'utile guiJa di r itrovo. Le Ol"servazioni di Edebohls caddero quasi esclusivamente su donne: in quasi tutte le persone esaminate il cieco era vuoto. Egli ha controllato le sue osservazioni durante le laparatomie.
CA.RTER. - Azione antiplretloa. delle eatena• del guaiacolo. - ( Brit. Med. Journ. l luglio 1894).
Il prof. Carler di Bir·m·ngham ha fatto degli importanti esperimenti sull'azionfl ttntipiretica del guaiacolo. Usato la prima volta dal dott. Sciolla esso fu in seguito impiegato e con successo da Bard, Guinard, Robillard, Solis-Cohen, LéStolzenburg, Da Costa, Limosier, Lannois, e da altr·i .s1cchè al di d'oggi è ritenuto come uno dei più efficaci anli· pi r etici ch e possiede la terapia. 11 Cart'"r l'ha adoperato tU ''Olle in H pazienti. La dose ' 'ariò da mezza a d una dramma: il luogo d'applicazionè fu sempre la region e ascellar·e in cui si facevano delle pennellazioni verso le ore 5-6 poro. L'abbassamento di temperaturn ottenuto variò di 3o a (io sempre maggiore che col creosoto nel quale l'abbassamento variò di 2° a 5°, 2. Quest'abbassamento cominciava subito con im · piegare un tempo da 1 a 3 ore per· raggiungere il suo mal"· simo. Di regola. la temperatura <.!i prima raggiunto il suo minimo saliva di nuovo rapidamente 1.llla primiera allezta. Su que casi di tisi Ja temperatura media giornaliera si ma n!eune persistentemente ridotta ad in uno di essi si conservò normale coll'uso continuato del guaiacolo. Altri fenomeni ac-
·l_'abbassamento di temperatura. Il sito d'apphcaz•on(>, d1vemva punto di partenza d'un senso di pizzicore e di bruciore alcune volte molto intenso. Questa sensazione cessava ordinariamente nello spazio d'un'ora ma quando le applicazioni erano ripetute producevasi una s ecca derma tite
liEOICA 1?03
seguita da Jieve I_ disturbi infiammatori veri e propri erano affatto ecceziOnali e col sospendere lè penncllazioni per uno C• due g10r01. L'abbassamento di temperatura era accompagnato anche da profuso sudore. 11 collasso l'ii manifesta va quando la temperatura sc.;ndeva al disotto della normale: solo una volta esso raggiunse un arado allarmante. Nel ritorno della temperatura alla prima altezza notavasi sempre brivido, il quale era tanto più prolungato ed intenso quanto maggiore era stato l'abbassamento della temperatura. La frequenza del polso e della respirazione andava di par: passo colla temperatura. La quanlita dell'orina 6 8 aumentata con diminuzione del peso specifico e delle sostanze solide: ritornando la febbre, l'orina riprendeva i primitivi caratteri. Lannois e Linossier fanno notare che in seguito alle applicazioni di 2 gr di guaiacolo, la sua eliminazione per i t·eni comincia nello spazio d'un quarto d'ora raggiungendo il suomassimo in 1 1/,- 4: ore. In capo a % ore era scomparsa ogni traccia del medicamento nell'orina .
Come si spiega l'azione antipiretica del guaiacolo? A questa domanda non si può per ora rispondere in modo soddisfacente. Per quelli che come Bard e Guinard non ammettono l'assorbimento di questa sostanza spiegano i suoi effetti ricorrendo all'azione ri flessa che per mezzo delle lerminazioni dei nervi periferici essa esercita sui centri nervosi . Essi dicono che le applicazioni dell'olio essenziale di senape hanno la medesima virtù. Questo modo di credere non sembra cort•elto poiché non si saprebbe spiegare perché il creosoto che é mollo più irritante del guaiacolo non ha la medesima efficacia e perché quanto più puro e quindi meno irritante è il guaiacolo tanlo più esso è efficace. Sembra quindi più giusta l'opinione del Lanoois chea ttribuisce l'azione del guaiacolo al suo assorbimento nel sangue. Che essa poi si eserciti di rettamente sui centt'i nervosi termogeni o indiretta mente su eli essi neulrilizzando gli effetti delle tossine pirogene, è ancora sub-judice. ìSon si può neppure invocare razione puramente Hsica dell'evaporazione sudore; poichè non vi é alcuna relazione tra (>Sso e l'abbasamento della temperatura.
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Il pro f. Carter conclude cosi il suo scritto:
1) 11 guaiacolo usato in questo moJo è un efficace e fedele antipirelictl ecl esso offre molti vantaggi su gli altri congeneri;
2) che per virtù dei suoi effetti diuforetici può essere utilmente impiegalo pflr eliminare dal corpo sostanze tossiche;
3) che a cause delle sue proprieta antimicrobich e e deUa gran quantita che può introdut·si nelrorganismo può rendere dei servigi come un antisettico interno specialmente nel trattamento della lisi.
CLARY. - lllxedema e trattamento tiroldeo . - (BrÙ. M!d Journ,30giugno'189J eAmer.Jl.o.fM ed . Sc.,maggio189 i).
Il Clary passa in rassegna i vari sintomi di questa lattia. Egli creda che il termine mixedema congenito per cretinismo da un più vasto campo di classificazioni e la diagnosi si poggi sulle medesime manifestazioni cbe sul forma acquisila degli adulti. Egli rivolge speciale attenzione alla dia:;rnosi differenziale colla malattia di Bright; comuni queste sono l'anasarca, la dispnea, la cefalea, le emorra occasionali delle varie mucose; anche l'urina può un basso peso spacitìco, una bassa percentuale d'urea e ma o minori quantità di albumina. Caratteristica del mi rlema sono invece la durezza dell'edema, l'aridezza della la caduta dei peli, la disfagia, l'abbassamento della ratura, il modo di parlare ed il tono deUa voce. L'autore in seguito uno schema del trattamento liroideo da loi 1 luito. Egli impiega un estratto alla glicerina di tiroide di agnelli. Oà i particolari di tre casi di mixedema i quali mi:z!iorar'ooo grandemente in seguito all'uso dell'estratto somministrato per bocca. L'autore opina che se si abbandona lll parola cretinismo e si fa maggior attenzione ai sintomi del mixedema, si trovano molti c.a$Ì d'idiotismo imbecillisrno i quali sono do>uti all'inazione delle tiroidee e che .. " pereto possono migliorare ed anche guarire col trattamento
Dica
ffi tt d. questo trattamento sono così rica · ti roideo. Gli e e 1 1 pitola ti : .
1• elevazione della. temperatura, ZO aumento dell'appetito;
;;o perdita. di peso; . . .
4• aumento dello scheletro ner gtovanr;
:-,o miglioramento delle condizioni somatiche e mentali.
D A _ La temperatura nell'apoplessia cerebrale.... (Brit. Med. Journal, H luglio 189-i e Am. Il. Med. Se. giugno 1894).
11 Dana fa osservare che per regola generale la temperatura rettale s'innalza in seguito alla distruzione apoplettica della sostanza cerebrale e mai in seguito al rammollimento da emboli o trombi. Fanno eccezione i casi di embolismo molto esteso come d'un intero lobo, del ponte, del midollo allungato o quando la lesione è d'origine settica. Egli tro,·ò nei casi letali che la temperatura s'innalzò raggiungendo in media i iOt•,7 F . il giorno dopo l'accidente e che invece si abbassò nei casi non immediatamente mortali. I disturbi uni· laterali della temperatura si osservano nei casi di apoplessia da emorragia e non in quelli da rammollimento. La temperatura del lato paralizzato era di circa 1° F. più alta di quella del lato sano. Queste osservazioni concordano con quanto si osserva in seguito a lesioni chirurgiche della corteccia, in cui si nota un progressivo aumento della tempe· ratura. L'aumento può esser proceduto da un lieve abbassamento. Dana trae arl!omento dalle sue note per discutere l'esistenza di centri speciali regolatori del calore animale e viene a concludere che l'aumento di temperatura può più facilmente prodursi in seguito a lesioni del ponte che di altre parti del cervello; loro tengono dietro quelle della corteccia di natura emorragica.
KLEMPERER. - lmmUDità naturale c ontro il oolera, _ ( Br i i. M ed Journal, :30 g ugno 18!H e Daus. Jfed. W oh, 1l maé!gio 1894).
Il Klemperer ossepva che la causa dell'immun ;ta. naturale non risiede soltanto nello stomaco e nel succo gastrico. merosi bacilli del rolera t-i sono osservati nelle feci di coloro che vanno in mezzo a colerot-i. Così gli intestini debbono possedere un potere protettivo. La mancanza dell'epitelio è sempre notata negli intestini dei colerosi. f'; da supporsi quindi che il meccanismo di protezione risiede nelle cellule epiteliali. La difficoltà di rendt:lre colerose le ca,·ie è ben nota. Anche quando il succo gastrico è neutralizzato e la peristalsi intestinale è paralizzata coll'oppio si richiede un'e. norme quantità di bacilli per distruggere l'azione protettrice degl'intestini. Gli esperimenti dell'autore dimostrano che tra il t-angue e il contenuto intestinale esiste una barriera che il bacillo non può superat•e che solo con gravi diffkoltà o nulla affatto. Stand o alle sue esperienze nelì'uomo e negli animali, la mucosa intestinale pt·otegge l'individuo contro il veleno del bacillo del colera. La reazione coi tre colori di Ehrlich sembrerebbe far credere che il nucleo delle cellule epiteliali è costituito da un cor po acido. Lilienfeld sepa rò con speciale processo dalla mucosa intestinale d'un vitello della nucleina in modo da acquistare la convinzione che essa trovasi nell'epitalio in istato (acido) di non combinazione. L'autore ha fatto degli espel'imenti con questa nucleina: uua soluzione neutra di essa fu trovata atta ad uccidere il bacillo e ad alterare il veleno da renderlo innocco mentre persistono le sue qualità protettive. In una soluzione alcalina eli c1uesta nucleina i bacilli crebbero rigogliosamente. L'A. spieghe rebbe l'immunità naturale attribuendo alrepitelio la proprietà di trattenere il veleuo del colera e alla nucleina quella di convertire la sua azione da tossi ca in protettiva. Queste sostanze protettive esistono in grandi quantit.a nel sangue di coloro nei cui intestini i bacilli sono passati s enza determinare sintomi colerici. È compito delle cellule viven ti degl'intestini di mantenere la nucleina iu i:òlato acido.
Hivista Chirurgica
Ferita prodotta dal proiettile del fucile sn:vE:-;SON. - •t M d Jorrrn. 2 giugno 18!)4). Lee- Kefford - {Brt · e · ' . . re alla scuola di medtctna l l dottor Stevenson, pro esso . e di «periinentare gli . N ti , ha avuto occas10n militare dt e e)' r d su d'una aamba appena · lt'l Lee Mehor ,., effetti del pr01e 1 e . d' 50 vards (circa ntro cui tirò alla dtstanza l • amputala, co ni il proiettile doveva avere una 't6 m). In queste condJZIO . iOO l Il proiettile-tra. . . " i di al 1' (circa l m.. wloctt.à d1 -000 P e . . l'ca al ùì scpra della su. . . 1 ·one tibiO- astt·aga 1 , verso larltco azt 1 col ca lcaano passa ndo pel articolare o erano moUo piccole: quelle collo dell'osso. del pr.:-iettile e quelle d'entrata un po l . d Ile prime. Dissecate le parti, 't n po' ptu ptcco e e . d usc1 a u . tlraversato l'a"'tragalo ctrca . 1 ·1 proiettile aveva a. si trovo c te l . d Il sua superfìce artic<>lare colla tibia. , Il' ce al d1soLLo e a . · /'t po l e della testa el'a ridotta m mt- l' sso aù eccezwn • l ut_to o ' ti L'estremità inferiore della tibia presenta"a null frammen . . . . l era comminutivamente fratluin quantunque il proiettile non ra_to !er toccat,o l'osso. La eausa di le::ens;eè dda riporsi certamente nell'esplosione dell aslra?alo f da·, malleoli i quali non presentavano lesiOne tenuto ermo ' 1 r. • l'uno o l'altro di essi avesse ceduto, e essur e alcuna: se h 11 della tibia sarebbero state minori o for·se e nu e. .
I e descr itte lesioni danno l'opportunità dt far le seguenti Gli orifici d'e ntrata e d'uscita e rano delle punture insignificanti: all'ispezione, le vano spostate ed alla palpazione non avverttvasr alcun scrtc- chiolio. Sapendo le gravi lesioni egser prodotte da proiettili animati da grande velocità, il prof. Stevenson credette per un momento che il proiettile era passato attra,·erso ra rt1colazione senza causar alcun guasto; ma la dissezione non avvalot•6 il suo sospetto. Le lesioni prodotte erano dovute alla struttu ra molLo areol are dell'osso e alla poca resistenza da es:so opposta. L'osso era ridotto in minuti framme nti spinti in direzion e verticale al tragitto del proiettile: ne;:suno di vedevasi all'orificio cutaneo d'uscita. Lesioni eosi gravi che sono mascherate da lesioni cutanee cosi insignificanti impongono categoricamente ul chirurgo di procedere ad un'accurata esplora1.ione di tutte le fe r1te prodo tte dai proiettili di piccolo calibro, le quali ha nno !'edi in regioni in cui un osso p11ò essere stelo leso, e per giungere ad una diagnosi precisa dalla quale per lo più dipende il trattamen to. da notarsi inoltre che lievi ferite cutanee, il niun sposta. me nto e l'assenza dello scricchiolio non garentiscono l'assenza di una fratluru anche molto estesa. Gli antichi clJir urghi militari consigliavano di astenersi, do\ e possibile, da ogni esplorazione delle ferile d'arma da fuoco. Essi ave: vano imparato da un'amara esperienza che le ferite specillate peggior•avano semore. Ma ora che siamo al tempo delle lapara tomie esplorative, le quali non aggiungono nessuna g ra vità alle ferite originarie, uno od anche entrambi gli oriilei cutanei prodotti dal proiettile debbono essere dilatati per ad un accurato esame del tragitto della ferita specialmente là ove si so!:'petta qual che lesione ossea. Questo procedimento, se condotto colle regole delle moderna chirurgia, non pu6 in alcuna guisa aumentare la gravità delle lesionf, esso. solo può indicar e il trattamento da istituire.
Se la ferita sudòescritla fosse avvenuta n(li ,.i vo e il trattamento si rosse fallo dipendere dall'apparenza si sarebbe commess& un grave error e e i risultati non potevano essere che sfavorevoli. Due sarebbero stati i metodi a se"uire o t> la resezion.e articolare o !"amputazione della gamba. Se le circoslan.ze di guerra non erano tali che obbligassero ad una pronta evAcuazione d'un simile ferito. la resezione avrebbe potuto avere un bel risultato, in ca'>(. opposto l'amputazione sarebbe stata l'unica ancora di salvezza.
CH111.UROIC.\ 1209
La castrazione nell'lpertrofla della pro\\'. WHtTE. - (Brii Med. Journ., 23 1894). sta ta.- · b 1899 il prof. White dell'universita di Fila- Nel dicem re .. . . . . d. . . 6 uno dei suoi ass1stent1, 11 dott. Ktrby, 1 esedelfia wcartc d. esperimenti sui cani pe r determinare il g uire una serle l l d. trofia che avrebbe apportato sulla prostat a a cagrado I a . h . A 0 eali era stato mdotto dal paragone c e straztone. Cl "' . l e in seguito Sir Henry T hompson a vevano prtma Ve peau . . .. fatto tra i fibromi uterim e l prostallct: . . .. oa11• giugno 1893 giorno io cui il White lesse il suo all'associazione chirurgica americana molti si sono occupatt della questione. Il primo ad eseguire questa operazione i.n Europa è stato il Ramm di Cht·istiania e il dotL. Francr>' L. Haynes di Los Angeles, California, in America : il 1o su due casi ed il 2" su tre. Entrambi ebbero splendidi r isultati. Nella settimana dd Natale 1893, il \Vhile operò un indiv,duo affetto da enorme ipertrofia pr'ostatica. Era un caso disperalo poiché vi era cistite e un principio d'uremia. Il p11ziente quindici seUimane dopo roperazione aYeva guadagnato un peso di 45 libhre ed erano scomparsi i sintomi della cistite ed ogni altro disturbo orinario. Egli orinava liberamente e fisiologicamente. Il 31 genuaio di quest'anno il While operò un medico, dell'età di 69 anni, il quale aveva la prostata che
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La 1" castrazione della serie fu esegmta 1.9.1. lt a pochi giorni di distanza. I rtsullatt fut·ono a re s 6...... r l ti quali si si ebbe prima .e eme.n glandolari c poi muscolari e furono cos1 mòussero il prof. White a pubblicare uno. m cu1 raccomandava la castrazione io molti cas1 dt 1pertrofia prostatica. . .
Già Giovanni Hunter e Arv en ave,·ano ratto delle gazioni sul volume della p rostata animah durante e dopo l'epoca degli amon Il Grtffiths confermo queste investigazioni: egli di mostrò :he la prostala é un or"ano aenilale e non orioario e pubbhc6 lo stato della prone;li eunuchi. Harrison ha fatto notare che in casi di sterilit.a masch ile, !1> prostata e1·a atrofizzala. .
RIVISTA l'aggiungeva il volume di qt:asi e che da anni non poteva orinaee senza l'aiuto del catetere e la cui orina era torbida per muco-pus, fetida e qualche volta sanguinolenta . Quattordici selliman e dopo l'operazione, benchè non a ncora orinasse sponlaneamenle, la prostala era molto ridotta. di volume tale che si poteva considel'ure come normale. 11 catetere che pr ima si dov eva introdurre per 9 1/, pollici : ora penetra in vascica dopo 8 pollici. L'introduzione di esso è faci le e non più dolorosa: l'orina può dirsi normale. Da du e mesi non vi si vede più sangue.
Sono 11uesti finora gli esempi di questa operazione e sembra che au torizzino ad eseguirla più estesamenté.
:\1c BuRNI::Y.- Frattura dell'om e ro l ussato .- (Br ii "vfed. Jot,rrt., 16 giugno 18iH e A11nals of Sur[J., aprile 1894).
Mc Burney descrive un nuovo metodo di l'iduzioM nei casi di lussazione dell'omero complicata a frattura del collo e delle parti adiacenti. In simiìi casi è chiaro elle la pri ma cosa a fare si è di ridur1'e la lussazione . La difficoltà della riduzione dipende dal piccolo volume del l'rammento superiore. A vince rla t-gli pr opone il seguente nuovo metodo.
Il 17 gi ugno 1893, un si gnore dell'eta di anni 45, di alta sta· tura e co rpul ento, saltò di carrozza e cadde probabilmen te sulla mano destra. Si alzò con difficoltà e s'acco rse che il traccio destro era reso impotente. La natura della lesione fu subito diagnosticata dal medico s opracchiamato, ma i potenti e prolungati sforzi di riduzione da lui .fatti non ebbero alcun successo. Il giorno seguente i tent a tivi nuovamen te falli avendo tutti lo stesso infelice ri s ultato fecero sì che si decidesse di aspetbtre la guarigi one della frattu ra e poi r itenlare la riduzione della lussa zione. Il 26 giugno, n ove giorni dopo l'a ccidente, il Mc Burney esam inò attentamente l'ammalat\) anestesizzato coll 'et ere . Il capo dell'omero potè avvertirsi distintamente al di sotto dell'apofisi coracoide e sulla frattura non cadde alcun dubbio. Date queste condizioni, la lussazione nvn poteva essere ridotta senza un atto ope rativo. li Mc Burney propose il segu ente pian o: si sa rebbe fa
Chihurgica 1211
•• · 0116 sul frammento superiore praticando un foro, vi un mc1::;1 . . ,, "' bbe introdotto un fo r te uncwo col quale SI sarebbero · C · f f ti t l e "'e"'uire le trazioni in modo approprialo. os1 u a v. po u o ., . . L•> sfor zo richiesto fu veramente constdere vole e la r iduzione si ottenne al primo tentativo. L'ammalato guar ì senza serbar traccia della lesione patita.
Bosc. _ La mala.Ula di Morton . - ( Brit .\1.eà. Journ., 21 luglio e A re h . Gen. di M ed. luglio 1894).
Bosc fa uno stuJio di questa ne vralgia metatarsica. Essa è limitata alla parte anteriore del piede e Hlle articolazioni metatars -ofalangea , ordinariam.mte del quat'tO dito. La ma· lattia consiste in accessi dolorosi, generalmente localizzati nell'articolazione, ma che possono i1·radiarsi nelle parti adiacenti. L'accesso incomincia improvvisamente e il dolore è si flCulo che l'ammalato è obbligato a toglier,.i le scarpe. La deambulazione é resa impossibile e la gamba è flessa. Il dolc•re ordinariamente cessa subito col riposo, ma si rinnova non appena il pi ede si poggia sul suolo. Gli accessi hanno varie durate, da poche ore ad un giorno inte ro. Si r ipetono a lunghi intervalh oppure ogni due o tre giorni. accessi poco dolorosi la deambulazione è possibile, ma la gamba è le!!a-ermente trascinata. intervalli il dolore può continuar·e ma sordamente e può esistere una notevole iperestesia cutanea. Gli accessi possono reagire sull'intero sistema nervoso: il paziente divien e triste e si preoccu pa vivamente di possibili nuovt accessi. La malattia non ha sintomi locali obbiettivi. In un caso riferito dall'autore per ò un certo ros!"ore - sulla superficie piantare dell'articolazrone metatarso-f'ala ngea e la pressione qui vi est-rcilata determinava il dolore .
RIVISTA vi fossero gravi lesioni e ii' bambino fu inviato a casa. nue giorni più lardi i suoi genitori avendo notato la presenza di sangue nelrorina lo fecero ricoverare nell'ospedale. Il bambino accusava dolore alla fossa iliaca destra. Stette bene per circa venti giorui quando improv,·isamente aggraYò e si decise di operarlo. Aperlo l'addome, si tro,·ò un tumore molle . fluttuante del volume di mezz'arancio. Questo venne inciso e vuotato: il rene e ra basso e non si ritenne opportuno fare ricerche prolungate per iscoprire una possibile rottura dell'uretere. Quattro giorni dopo l'operazione, la medicalura fu trovata impregnata d'un liquido di odore chiaramente uriooso: la temperatura s'elevò e vi furono segni di setlicoemi a non dubbia. P oiché sembrava che non operando le condizioni del bambino dovessero maggiormente agg•·avarl'i, si decise di asportare il rene dest1·o. Ciò ìu fatto e il bambino guarì pel'fellamente.
MY;-{TER.- La trapanazlone nelle &JfezioDl del cranio (Brit Med. Journ., 23 giugno e . Annals oj Surge r!J, magg•o 189}).
Mynter •·iferisce la sua opinione questa operazione dopo aver avuto occasione di pratiearla 27 volte negli ullimi Jue anni. QuinJici casi e rano di frattura del cranio: quattro eb· bero esito mortale poiché esiste>a un'estesa frattura dPlla .. ':o)le trapanò per epilessia traumatica: quattro in uno di essi gli accessi epllell1c t notturni colllinciarono sei anni dopo l'accidente. L'operazione lo guari ben presto e potè ritornare al lavoro: gli dileguatisi per 17 mesi r-icomparvero colla meùes1ma mlensilà di prima. Fu nuovamente operato e nuo...-amenle guari : dopo sei di assoluto riposo, ritornò al guarito. In 5 casi si eseguì la era· mectqm1a lmeare per microcefalia complicata ad idiozia ma senza. alcun miglioramento. Un ammalato guarì dopo la trapanazJOne_ dell'emorragia subdurale con afasia ed emiplegia. Un easo d1 ascesso del cervello guarito colla trapanazione non
Chirurg Ica
ta ..a alcun segno di paralisi quantunque esso era sipre-<en • . . . tuato in prossimità dell'area motr1ce su cu1 doveva eserc1una arau compressione. La diagnosi di esso fu fatto o tenendo conto della depressione delle fa coltà mentali e del · l'elevazione della temperatura del corpo .
Rivista Di E Fis Iologia
Normale E Patologica
A. G. AuLD. - Sulle alterazioni dlatruttura dell'enflaema vucloolare . - ( The Laneet, luglio).
Si ritiene comunemente che le lesioni occorrenti uell'enfìsema sieno di ca rattere degenerativo ed atrofico, e secondo J\l 1 ·icerche di Rainey, \Vaters, Rindfleisch, Eppinger si riùur1·ebbero ad una degeneraziOne con perdita di elasticità delle tìbi'e elastiche, alla distensione dei capillari, alla degenerazione granulo- grassosa degli elementi connettivi e corpuscolari delle cellule aeree, alla consecutiva perforazione delle alveolari, che conduce alla fus10ne delle piccole cavità aerer, ad un'ipertrofia delle fibre muscolari rieordanli le aperture infoodibolari. Woodbead considera le lesioni dei capillari come primitive e le ritiene causa delle conseguenti alterazioni nutritive, Hertz e Ziegler che le prime a comparire sieno le alterazioni delle pareti cellulari, e che le lesioni vasali ne sieno la conseguenza.
Secondo le osservazioni dell' autore, nel corso della malattia vi sarebbero due stadi distinti, l'ano reattivo e produttivo, l'altro degenerativo ed atrofico; le alterazioni di struttura sarebbero primitive, l'atrofia vascolare sar e'!.)be secondaria.
In un lobulo polmonare ch9 diviene sede di respirazione compensante, si verifica da principio una generalè dtlataziooe della parte , ed una riduzione nella velocità e volume della circolazione ::;anguigna. La dilatazione estende ai bronchioli, ai dotti alveolari, agl"infundiboli ed alle cellule aeree, che si distendono uniformemente in tutte le di visioni.
· e la circolazione sanguigna diminuisce e si rallenta per la iliminuita vis a let•go, pe r l' influenza impellente dell' aria compressa, per la distensione dei vasi, e specia lmente di quelli che circondano gli ostii alveolari.
Il primo effetto dell' aumentala tensione dell' aria e una relazione di compenso negli elementi respiratori, ed e un errore il pensare che essi si sottomettano imme,iiatament•' all'influenza deleteria. Le cellule connettivali ed epiteliali s'ingross ano, e molle di esse si dividono, come fanno i nuclei muscolari degl'infundiboli. Villernin, Klob e Wunderlich consider·ano come infiammatorio e non connesso all' elevata pressione l'aumento de' nuclei dei capillari nell'enfisema, ma il fenomeno che raulor·edescrive è un fenomeno di compensazione come quello cl1e avviene in certi casi di ateroma, nei quali l'aumentata tensione vasale conrluce al rigonfiamento ed alla divisione dei nuclei dell'intima, e come nell'ateroma. l'alterazione dei nuclei è accompagnata dal rigonfiamento del tessuto areolare. -
Il risultato di simile alterazione è un allargamento delle dei capillari, con assottigliamento delle lor o pareti , un mgrossamento dei nuclei endoteliali producente una permanente costrizione del lume Yasale.
La reazione delle cellule respiratorie non dura a lungo, esse entrano presto o tardi nella fase degenerativa, il protoplasma si fa e grasso, i nuclei si Yacuolizzano e si frammentano, e la ' 'escicola aerea si dilata permanentemente per l'atonia delle fibre elastiche, le più fini delle quali si mostrano granulose, con fibrille ridotte <i Dei piycoli fori app3iono nel protoplasma granuloso, che presto si allargano, ed in questo modo molti setti ven,.ono distrutti. "'
I capillari subiscono i seguenti ulteriori cangiamenti: le loro pareti si assottigliano, e la pressione esercitata dai l · ndoteliali ostruisce la circolazione in molti punti; i nur et e 1 . .>< • b' 1 corpu"'coli rossi si allungano, ed. a u•_ ess1 1scono a d nerazione ; molt1 cavtllart appaiOn o come ege l l. . . . l strisce bianchiccie, che nelle oro mag 1e unpt'JgiOnano a !'<Ostan:w granulosa.
Frankssohn dice che i vasi so no chi usi da lrombi bianchi tt. da coronscoli circolari, lesione che comincierebbe dalla .a 1 . . metamorfosi granulosa dell'endotelio vasale, e verrebbe dtmoc:::trata dalla refratlarietà dei corpuscoli trombizzanti a tingersi col nitrato d'argen to; ma si troppo o.ltre si vuoi asserire che questo sia l'umco modo d1 ostruziOne dei capillari, perché spesso si vedono interrotti in punti nei quali non si trovano che corpuscoli r ossi, quindi l'autore ritiene che l'interruzione avvenga nel modo da lui descritto, cioè per mezzo dei nuclei endoteliali.
B. Hessr-:. - Contribuzione all'anatomi a pat olo gi c a del c:uor e nella. difterite. - (Centralblatt (u r die medicinischen Wissenschafien, N. 39).
L'Autore studiò il I'JUesito, se te alterazioni anatomiche, che !"i trovano nei cuori difterici. sieno bastevoli, per ispiet.tare la morte improvvisa dei fanciulli. Egli esaminò in totale 29 cuori di fanciulli, che erano morti per difte rite, di cui 5 col metodo delle sezioni in serie proposto da Krehl. Il relatore osserv6 la degenerazione albuminoide& e g rassa delle fibre muscolari del cuore, descritta da \'irchow, in tutti i fandulli morti nei primi stadi della malattia; la degenerazione parenchimatosa era al massimo grado nell'intervallo compreso fra il 5° e 8- giorno; nei fanciulli morti più tardi, nelle convalescenza, era forte solamente in una parte dei casi, in un'altra parte, invece, di poco rilievo. Anche quando le cellule erano poco alterale, il più delle volte il processo era esteso a tutto il cuore.
Io tutti i cuori difterici trovò l'Autore il tessuto connettivo inlerstiziale molto ricco di cellule ; ma solamente in 4 rasi la forma caratteristica della miocardite intersliziale: cioè piccoli e gr·ossi cumuli di cellule rotonde tipiche più o meno densamente disposte Le une vicino alle allre, per lo più in forma raggiata ed irregolarmente intorno ad una piccola arteria quale punto medio. Le cellule r otonde si spingevano fra le fibre muscolari, ma non erano mai così strettamente compresse da produrre, per compressione, atrofia delle fibre muscolari. Massima era l' inlìltrazione di cellule rotonde ai confini del pericardio e miocardio. Tutti questi quattro c uori provenivano da fanciulli, io cui la malattia aveva avuto un decorso di 3-4 settimane. Nei nervi e nei gangli del cuore non trovò l'Autore alterazioni importanti. Più costanti di tutle furono le alteraz ioni dei vasellini del cuore, particolarmente delle arterie; f01·te dilatazione e ri pienezza di essi, edema da trasudato, tumefazione della parete vasale, emorragie perivascolari, vicino ad esse necrobiosi cellulare poterono essere osservate in lutti i periodi della malattia. o:onde emerge che, oHre la mucina e la nucleoalbumina esiste una terza specie di corpi albuminoidi simili per· le loro pro!)rietà fisiche colla mucina precipitabile dell'acido acetico e non solubili in un eccesso Ili esso la quale differ·isce dalla mucina pel suo diverso modo di comportarsi verso gli acidi minerali. Il S ha fatto ricerche su altre qualità di nucleina, ha esaminato la caseina, la vitellina e la nucleoalbumina della orina r·ispetlo separazione di sostanze r iducenti per mezzo dell'acido cloridrico, e nulla di simile ha potuto os-
Le malattie pareochimatose ed intel'stiziali ebbero, qu11ndo si teovar·ono nello stesso cuore, il più delle volte la loro sede in diverse parti di esso ; il ventricolo destro fu il più delle volte più fortemente colpito dalla degenerazione UJu"'"'uu il sinistro più fortemente dai processi interstiziali. Da questi reperti, come pure dalla rara manifestazione soprattutto totale della miocardite interstiziale, deriva che ambedue i processi sono l'm1o dall'altt·o.
Nessuno dei due processi, oè l' ioterstiziale, nè il paren chimatoso si trova adunque, per ciò che fu detto, costa ntemente all'auto psia del cuore difterico; le alterazioni parenchimatose furono trovate sostanzialmente nei primi stadi, le inler$liziali negli stadi ulteriori della malattia di fa nciulli mot·ti. Per l'incostanza delle alterazioni anato miche l'Autore non reputa ammissibile di spjegare con esse il collasso del cuore. Ma anche le costanti alterazioni vasali non sono, secondo l'Autore, la causa della paralisi cardiaca, poiché con ogni buona analogia esse possono essere riteòute quali stadi infiammatorii iniziali, che sarebbero suscettibili di scomparire, se il cuore fosse in grado di resistere alla malattia. Non rimane perciò altro che r-itenere come un puro avvelenamento del cuore l'azione della difterite sul muscolo cardiaco. C. S.
Sulla slDovi&. - C. SALKOWSKl.- (Wirchouis Areltio. e Centralb. fti r die medie. Wissensch., N. 6, 189l).
Per la sinovia di articolazione del ginocchio soggetta a infiammazion e cronica, la quale sinovia aveva l'aspetto di un liquido color giallo miele e chiaro, fattg astrazione dai cr·istalli di colesterina che conteneva, e quindi poco differiva dalla sinovia normale, il Salkowski trovò la seguente composizione per 100 . grammi: sostanza mucinoide 0,375; altre sostanze albuminoidi 4,821; t!l'asso 0,5282, lecitina 0,017; colesterina 0,569; sali inorganici 0,849; acqua 93,084. Fu attentamente esaminata le sostanza mucinoide precipitabile dall'acido acetico riguardo alla questione se ella sia una nucleoalbumina o una mucina. La prova del fosforo rimase negativa, quindi va esclusa la nucleoalbumina; ma da altra parte, anche facendola bollire con l'acido cloridrico diluilo, non potè ottenersi alcuna sostanza riducente, o solo una minima traccia.
In1luenza della compressione del nervi sulla reazione elettrica. - R. GEIGEL. - (Deut . A T'eh. fur klin.. Med. e CentT'alb. /tif' die medie. Wissensch , X 10, 1894).
II Geigel, dai suoi sperimenti sulla influenza della com· pressrone ùei nervi sulla reazi on e elettrica ottenne i seguenti risultati.
L una estremità di persona sana è stretta intorno per mezzo di un lubo elastico, la reazione elettrica al disotto del
Rivista
nervo patisce una alte razione della legge male d1 conlrllZIOne, inquantoche le contrazioni dt a un aumento; più la contrazione di apertut·a del tode d1 quella delranode (reazione di compressione).
2. Per ora non si può decidere cou se · . .compresswne de1 vas1 o la pressione sul nervo Itt della alterazione della reazione elettrica del
3. Al di sopra del n e rvo non «i trova aie della foJ·mula di contrazione. un se Ulla Indebolimento della eccitabilità.
II fen?meno della reazione di compressione trova la p1u semplice ammettendo che il nervo d la compression'! acquista l'attitudine di cadere rn0 Ito dam_ente e molto fortemente in s tato di elettrotono in da dl\·ent.are sovraeccitabile già con debole e breve' vvJTH;n_, per l'apertura della c orrente di egual direzione. 11 trotono agisce per tal riguardo più fortemente clell'a troiono.
5. malattie nervose si trovano talora delle de,· della tipica reazione di compressione, le quali però ancora di un più esatto studio p er potere ra un stgmficato etiologico .
6. Pa1·imente non può essere che una semplice ZIOne la_ speranza che !a e lettroterapia possa trarre qual dalla circostanza che il nervo al disotto del l dr costrtztone si lascia con grandissima facilità el ll izzarP. "nr·nrn..
Il d 'argento in istologia.. - H. RAI:IL. - (Centra l i}. lur che medie. Wissensch., :'{. 10, iS!H).
Il_ Rabl le soluzioni di nitrato d'argento lasciano dei depositi strahficati sopra i tessuti con esse tra ttati e che questi fenomeni, e queste apparenze potr ebbero e, e. sono stati, causa di errori. A tali depositi Jl Rabl l'affermazione del F romman sulle strre trasversali del cilindro asse. In particolare il Ra bl ha osservato quanto segue.
DI E FISIOLOGIA 1?19
'X Jl'avventizia dei >asi sanguigni, dopo il trattamento col eto d'ar<rento e bicromato di potasso si osservano delle 01 ra ..·trie trasversali che consistono m anelh neri complet1, o for:ano delle linee corrispondenti ai diversi fasci tìbrillari del connettivo. Nel tessuto co nn ettivo dei musco li, nella connettivale delle glandole, nella so ttomucosa degli intestini delruomo e degli animali si producono delle manifeste strialure trasversali che somigliano in tutto a quelle note dei nervi. Sono di due tipi; in parte si presentano in forma di nastri giallo bt·uni apparentemente omogenei, in parte si compongono di molti piccoli globetti rotondi di colorito nero e di varie dimensioni. Nelle cartilagini jaline i depo!>ili stra tificali di nitrato d'argento appariscono in forma di nastri che furono sorgente d'errori, essendo stati caus11 che si altr1buisse alla cartilagine una forma lamellare mentre si tr attava nei eMi prim a ricor dati di un artifizio. Anche fra le cellule adipose avvengono de positi d'ar ger.to che simulano una striatura tra sversale. In tutti i casi si tratta di una combinazione dell'albumi na col nitrato d'arge nto.
Da questi fatti r esulta che non si sara mai a b bastanza nel giudicar e del significato di queste forme microscopiche che si producono usando la soluzion e di nitrato d "a r gento. Queste fo r mfl potranno soltanto avere un valore •1uando altr i metodi di colorazione abbiano condotto ad eguali o almeno molto simili resultati. T utte le ricerche che si fond ano solo sulle forme ottenute col nitrato d'argento d ebbono esse r e considerate di molto dubbio significato.
:Bmbolle dl cellule pa-renohlmatose . - O. LABARSCR.(Forstchr. d er M ed. e C('ntralb .fil r diemedèc. W issensch , 4,
Il Labarsch offre in questo lavoro una dimostrazione riass u ntiva delle embolie di cellule pare nchimatose finora cono· sciute. Sono quesle la embolia di cellule epatiche, la embolia di cellule placentali e la embolia rla lui osservata, dt cellule giganti della midolla ossea. La embolia di cellule epatiche é traumatica o la conseguenza di intossica- o <li infeltive. Il L. riferisce un caso pr1ma spec1e, pe l qua le furono t·iscontrate embolie di non solo nelle vene nel fegato, nelle arterie nar1, ma la superstite apertura del fo r <Jme ovale, a nel! e a:terJe del fegato e dei r eni. La seconda specie di bolte dt .cellule epatiche si trova più fre qu en temente n puerperale, nella quale riscontrassi nelle epattche, anche nelle vene polm onari, e in vece solo due volte nelle arterie e patiche e nella vena il fol'am e ovale Anche nella corea nelle d?nne con recen te endocardite il L. trovò embolie cltcellule epa t1che nelle vene epatiche, nel cuore destro e n arterie polmonari e in queste ultime anche cellule tari alterate. Inoltre in un caso di scarlattina con ne acuta che morì per acu ta periocardite, si trovarono .,,.,,..,v11& cellule epatiche nelle vene nell e arterie renali m ramo delle arterie corona rie del cuore sinistro. 11 troqueste embolie nel sistema arterioso si spiega per p.erststenza della apertura del fo rarne ovale. So lo nel fega s1 tr ovarono embolie di cellule epatiche negli ascessi del feuato, nelle gomme <lei fegato e nella tubercolosi del gato, non nella stasi epatica. Le embolie furono favorile da pr ecedenti emorragie e dalla necrosi della sostanza del regalo . Oltrechè nella vena epatica, nel cuo re destro e nella arteria polmonare, s i possono trovare le cellule epatiche in allre vene del corpo per la corrente sanguigna re!lua (e sclampsia) e nelle arter·ie del corpo per l'apertut'a del for amd ovale (embolia paradossa).
La opinione dell' Ji.irgens ch e dalle migranti cellule epatiche possono formarsi dei tumori non è accettata dal L. Le cellule già alterate avanti il tra sporto posson o conservarsi sela sua espe rienza, per li"e sellimane, ma dopo due mes1 e mezzo sono sicuramente distrutte. L e cellule migranti del fegato non hanno nu lla che fare con la etioloaia della l o amps1a, ma la formazione dei t rombi è, almeno in gra n pa rte, loro opera.
. La embolia di cellule plscentali scoperta dallo Schmorl, e risco ntrata finora soltanto nella eclam!l,sia, si trova nel rnag-
0 1 E Fisiologia
de-1 cac::1 · ne i capillari dei pol moni. Il L. l'ha .
,.wr he nel sopraricordato caso d1 corea delle gra- osservata anc Il . . , llule sono state osservate ne e "Vene uterm e, vJde Ques.e ce . d
· d stro e nelle arterie pol monar•; esse proce ono nel cuore e . t'
• 1 ('fgio r parte dai villi, ma 1l L. ha trovato vagan 1 per a mal"> b . Il l .
· Il le della decidua. In queste em ohe ce u art non anche ce u . . è da ricercarsi la causa della eclamps1a, esse sono anzt la onse ('fuenza delle convulsioni. · c Una"'embolia delle cellule giga nti della midolla ossea fu tro• da L. nelle arterie polmonari di un uomo morto dopo la d' . resezione dell'articolazione dell'anca, con fenom em 1 seUImia combinata con la embolia g rassosa. Lo stesso fu ce , . · 1 · trovato in una infiammazione tubercolosa dell·arllco aztone dell'anca .
Sul movlmentl della lt.ngua . - F. LA NG E - (A rch . fu r klén. Citi r. e Centralb.fur die medie. Wissenseh., N. 4, 18!H)
Sulla funzione dei singoli muscoli che compongono la lingua, il L. ha fatto sperimenti nei cani, avendo prima bilito anatomicamente e descriUo il corso delle fibre de1 dJversi muscoli della ling-ua. La disposizione dei muscoli che dall'esterno entrano a far parte della composizione della lingua e la struttura della sostanza della lingua sono sostanzialmente le stesse nei cani che nell'uomo.
Propulsore della lingua è il muscolo genio-glosso, ed opera movimento prevalentemente con quelle fibre che entrano nel terzo posteriore della lingua. In picco! grado può muovere in avanti la lingua anche il muscolo genio-ioideo. La lingua è tratta indietro dai muscoli iocondro e stiloglosso. Là pressione della lingua sul pavimento della bocca è effettuata per le parti situate sulla lin ea mediana dal muscolo genio-glosso, laddove le parti laterali della metà posterior e della lingua sono abbassate dal muscolo ioglosso. La lingua è e avvicinata a l palato duro dal muscolo miloi o:de o, innervato dalla t erza branca del trigemino (pel'