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RIVISTA DI E FISIOLOGIA

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VARIETÀ

VARIETÀ

pressione dal basso) o dal palatoglosso e dallo stilogloss() ' pe r trazione in alto).

l movimenti laterali della lingua, specialmente la inclinazione della punta verso il lato opposto sono effettua ti dal muscolo genioglosso per mezzo di quelle sue fibre che entrano nella metà anterio1·e -:!ella lingua. Il muscolo genioglosso piega la lingua lateralmente solo quando essa è stesa in avanti; nell'interno della bocca questo è effettuat0 dai muscoli stilo-iò-condro e fra questi quello che agi<>ce con maggiori forze é il muscolo stiloglosso. Un altr() movimento laterale della quando la punta viene a situarsi dietro l'ultimo deute mobile, accade, come si può dimostrare sperimentalmente, per l' azione contemporanea dello stilo- glosso di un Iato e del genioglosso dell'altro Jato. Se la lingua (col taglio di ambedue i nervi ipoglos si) ù lasciata esclusivamente alla azione della gravità e della elastici tà, essa giace (nei · cani) floscia sul pavimento della bocca e forma come una lastra larga e sottile. Le numerose fibre intrinseche trasversali operano il rimpiccioliment() della lingua e il suo ispessimento; essa diviene anche più spessa per la contrazione della muscola lura longitudinale e in pari tempo si accorcia. Se si contraggono solo le fibre del muscolo longitudinale supe riore, la punta della lingua è incurvata in alto, se solo le fibre del muscolo longitudinale inferiore, è curvata in basso. Per la sola azione dei muscoli della lingua, l'uomo può solo form>lre con la sua lingua un cucchiaio piano. Il muscolo genioglosso abbassa le parti della lingua che sono più vicine alla linea mediana e le a v. vicina al pavimento della bocca: sono le fibre anteriori e medie d'ambedue i genioglossi che compiono questo movimento mentre le fibre posteriori t irano la lingua io avanti, Il muscolo longitudinal e superiore porta la pu nta della lingua in alto, e i due stiloglossi sollevano il margiue laterale.

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Rivista Delle Malattie Veneree E Dellapelle

---O<·>OUiUde del s i stema nervoso c enDl•turbl vls lvi nella s ( Grii.le's A rch. Jùr Ophth. \V UHTBOFF. - o. ';/' trale. - lb J. ·r die med. 38). e centrc . lt

. . d" sifilide cerebrale con disturbi L'Uhtholi osservo 100 casi ' l. a sezione cadaYerica. . )" 1- fUI'OnO sollopos l . Vl5l''J, de_' '. ' . . t. iù frequentemente in (12 cast) In questi ultimi SI trat? della base In tre soli la si menmo-t 1 1 · i p:·ocessl gommo d Il base era senza complicazione, tre gommosa . e a i rocessi di rammollimento del volte si lrov_ò in pal·i tempo alterazioni e cmque "o!teC::ebrali. In un caso la meningite silìhllche nelle arterie . c:critt.a e ra complicata di tumore della base, _c,rco. "ommo.::o con malattia delle · due C8"'t a tumore g gommoso, w . . - cac:o fu trovata la meningite goroa rterie cerebrali, m_ - altro un focolaio di rammollì- d Ila convessttà, tn un . . ;el cervello con malatti'i delle arterie. e msJeme "Ommosa del tronco ìntracramco del ner'o creneraz10ne o . Il' trmo "'uico sinistl•o e della metà sinistra del chJasma, e n: ' sifiliticl1e della midolla spinale solo hevt altedel cerve1lo e delle arterie cerebralr. r az10m . •

Il tempo della infezione sifilitica prima della della affezione centrale potè essere esattamente sette ..-olte e fu fra quattro e dieci anni; in un_ caso la Sifilide era Ec:istevano alterazioni del di. ·te o-ommosa florida e m uno di Jrlclo- in due cas1, 10 uno JrJ o · 1 t coroidile già decorsa; invece fu mo_lto ma a o l'apparato del nervo ottico, CIOè 1 ,

In quanto alle alterazioni d_ella papilla st presento la forma tipica della doppia stasl paplllare due e volta lA unilaterale, mentre ef'iste va nell'altro occhiO la neurlte

RIVISTA

semplice con esito di atrofia. Due volte si riscontrò la ne • rite ottica, una volta atrofia neuritica. tre vclte atrofia seX: plice e cinque volte la papilla aveva aspetto normale . In Hmbedue i casi di doppia stasi tipica della papilla si tron) una volta manifesta idrope della guaina del net'\'O ottico con alterazioni periaeuriticbe; nelraltro caso non v i era idrnpe, ma nello spazio intervagiuale si trovava uno strato di tesgranuloso di nuoYa formazione. Le alterazioni erano solo nella parte anteriore del nervo ollico. Nella stasi ·papillare unilaterale si trattava di un processo nem·itìco e pet ineuritico discendente, come in ambedue i casi di neurite ottica e nei rimanenti casi di atrofia neuritica. Benché neO'Ji altri cinque casi non si rin venisse alcuna alterazione int;a. oculare, tuttavia in due casi si osservaron o altérazioni atrofiche nella parte orbitale del nervo otlico. Il tronco ottico intracranico mostrò una distinta predisposizione per i processi patologici. Solo in cmque casi, quelli erano sani, nei èue casi di stasi tipica, della papilla, io un caso di lue della midolla spinale, in un caso di meningite della convessita e in un caso di rammollimento del ponte e arat:noidite cronica fibrosa. Negli altri dodici casi, due eccettuati, esistevano considerevoli spessimenti del tronco ottico che sempre terminavano nel canale ottico. Il cbiasma fu molto frequenteme-nte il punto di partenza della malattia gommosa, mentre le bandellette ottiche erano di rado relativamente tratte in compromissione. Alterazioni vascolari sitìlitiche nel territorio della retina e dell"orbita esistevano rarllme nte, ma altrettanto spesso al contrario furono riscontrate affezioni specifiche delle arterie cerebrali della base. Alterazioni anatomiche degli oculomotori si osservarono nei 1 i casi dieci volte, sei volte in ambedue i lati e quattro volle in un solo. Il procel'so si diffuse sempre dalle vicinanze sui nervi e produsse in parte una neurite gommosa. Solo in tre casi furono compromessi gli adducenti, ed eravi allora una meningite gommosa della base. Solo una volta il trocleare. Tre volte si riscontraronQ alterazioni anatomiche nellt1 sostanza stessa dei muscoli oculari che erano provveduti dai nervi paralizzati, sotto forma di proliferazione del tessuto

E •[•L.\TTIE ,-ENEllEE B DELLA PELLE

O&l.L 3 • . d" dertP.nerazione di alcuni fasci muscolari. · t"Ziale e t t>· mters l !te f no o--.ervati fenomeni morbosi nella sfera 1 l e vo uro l vari processi aoatomo-patologici della muc?sa. rodolti dall' uretrite cronica, possono essere rwmll m due P ·. A o alterazioni del\'epiteìio della mucosa e delle glan· gruppi . J • r l dole; 2o alterazioni del tessuto connettivo sotto-eptle e periglandolare. Co n nessun metodo non è posstbtl e finora di curare Mll' istesso tempo le . ,. d Ila mucosa più diffuse e le profonde p!U CIS l e ' "ffi l à "l l t e . "tl Allo -.copo di l·isolvere tale dt co l ' t re a .or ctrcoscrt e. . . ha ratto costruire un particolare dilatalare, Il quale é possibile di curare le alterazioni superfictah e di qualunque porzione uretrale e di qualunque Lo · t ento è stato fabbricato dalla ditta Vetter e Lucke e C. tS rum · 1 · d. di Berlino. 11 vantaggio che l' islrumeoto ha suglt a tr1 . •latalori finora non si palesa nei restringimenti a forma ctrcola\'e ma in quelli a rorma circosct·itta.

So o _r . sempr e da un solo lato. una volta completa d 1 tr1gemmo e e . 11 s•·era della prima e seconda branca con cheanestesia ne a 1 • • 1 · l·u·ca una volta parastes1a ed una vota tpe· alite nevropara 1 , . . r 1 tutti i casi si trattava di estesa menmgtle gom- restesta. n mosa. della base.

S ulla oura. meooanlca dell'uretrlte oro· H. LOHNSTEIN.. . h Dloa. oon iD.tlltramenU. - (Berliner klmrsche Woc en· schrijt, N. 46 e 47).

Per 'lo scopo pratico è necessario possedere tre varietà del detto islrumento, cioè la prima per le alterazioni uretrali in vicinanza dell'orificio esterno, la seconda per quelle della porzione pendula e la terza per quelle della membranosa. Ad ogni seduta, cb e si -ripete ogni 2-3 g10rn•, i•receduta e susseguita da irrigazione antisettica, s! una dilatazione di :3·4 numeri della scala e in COildtzlom fa,·orevoli, dopo 4 5 sedute può ottenersi una dilatazione sima (30-40 Cbarriére). La disinfezione dell'istrumento s1 ottiene con una soluzione di soda all' 1 p. 100, alla temperatura del!" ebollizione. Per irrigaz.ooe l'Autore usa l'acio.io illVLSTA borico al 3 p. 100, il permanganato di potassio al l'l su 5000, l' ittiolo in soluzione all' 1 p. 100 ecc. Questi li11uidi sono iniettati alla tell?peratura di 45-5Qo C.

L'Autore fa di quest' istrumento da circa 2 anni in tutti i casi di cronica ed ha curato con esso 86 pazienti. In 12 di essi la sede dell' infiltramento era iQ vicinanza delrorificio esterno, in 16 nella parte media della porzione pendula, in 26 in vicinanza del bulbo dell'uretra e della porzione membranosa ; in 32 casi si trattò d' infiltramenti della mucosa urelrale in diverse sezioni dell' uretra. Nella maggior parte di casi si trattò di forme di urelrite, che corrispondono alla uretrite cronica periglandolare ipertrofica di Oberlander. Le forme follicolari, sottoposte a cura fu1·ono 15 Degl i 86 pazienti, H guarirono definitivamente. La durata della cura oscillò fra 3 settiman e e 3 mesi.

R ecentemente l'Autore ha usato il dilatatore anche in casi recenti di gonorrea in una g rande ser ie di casi, ed ha !:'pesso ottenuto la guarigione dopo 2- 3 sedute con 5·6 giorni d'intervallo.

Conclusioni.

1° Col processo dell'Autore è possibild la dilatazione della porzione infiltrata dell'uretra senza contemporanea dilatazione della parte non infiltrata; é inoltre possibile la cura combinata delle alterazioni superficiali della mucosa uretr ale, molto diffuse, come pure delle profonde circoscritte;

2° il processo curativo è meno irritante di quello con le sonde spalmate di unguenti ;

3• la forza di dilatazione deli ' i strumento fatto costrurr e dall'Autore, che nello stesso tempo può eseguirsi secondo quattro direzioni, è maggiore di quella dei dilatatori bilaterale, finora usati ;

4° le complicazioni si osse rvano assa i più di rado d i quello che non avvenga eseguendo la cura con le sonde medicate;

5° questo processo permette l'utilissim o impiego del calore, che promuove il riassorbim e nto.

DELLE liALATTIE VENEREE E DELLA PELLE 12:27

S un caso d' ltldo-tloroldlte aouta , puru-

JoH:-1. -;a :::: ubtloa, quale o ompUcazlone della g oleD ' terminato con la guarigione . - Sunto del norrea, t · z · d Pa l <c entra lblatt fur Bak erto OfJie un · rlott. Lasc 1.rC1$itenkun de, Vol. XlV, N. 20)

Il 5 ca._i d. itido coroidite purulenta regi- l 1 relatore, o rd

1 . Il letteratura med ica, quali comphc.aZJonl del a go- strali ne a d t d a ' meta ba oc:c:ervato un se!'t•), pro ot o a g r 'ienorrea, ne d. • · t a o-o . ttro settimane dopo l'infezione l un m ens o . sLas1, qua .. d 11 sc·ca ta da emorragie e catal'ro e a ve J • norrea, accompagna . . ..o Je si ottenne dopo quasi lluattro l dt cura. La guar•g• t boso . L'autore spiega nel modo seguente il processo mor . " l gonococchi cagionano nella mucosa un . . .l quale apre ad essi la VI a dl penetrazJOne wfìammalorlO, l nelle vene o nel sistema linratico; quindi j;!IUngono al · f t ·ombi da a-onococchi in una valvola cardtaca qu1 vrmano 1 " . . . . · n' eodocardtle lego-era poco mamfesta; 1 cm e cag10nano u ..., d tt. oppure le orio-inarie masse del tromb0 g1urogono pro o 1, " 11 dinella corrente arteriosa· sangUigna e con questo ne e l . del co 1·po e si fermano là, ove trovano un adatto verse par • t ·t· ··o Tostochè hanno là spiegato la loro az1one terre no nu r1 1 • • • • • • • · f' nmativa sono distrutti per o per 1stohsJ, o lll Jal , . . . per altre cauc:e, perciò le _r,icerche_nelle tumefaZIOUI art•coJari ecc. riescono per lo pm negative » .

La gravità del morbo può essere determinata dall'esame battcrioscopico del pu'>, ottenuto med1ante puntura.

C. S.

Riv Ista Di Terapeutica

Bo t. RGET. - I l sal&cetolo nelle diarree estive e colerlforml . - (Brii. Med. Journ.) .

11 Bourgel, dopo aver lodato i molli vantaggi che il salolo in molle circostanze, richiama l'alLenzione su dt un nuovo composto di a c. salicilico e acetone, che ha esatta · mente le medesime propri età chim :che e fisiologiche del sa· lolo. Il nuovo me,Jicamento e ddlo salac efolo e forma llna polvere bianca cristallina, insolubile nell"acqua, contenent il 75 p. 100 di ac. salicilico (il salolo ne contiene 60 p. 100} . Esso altra versa inalterato lo stomaco, ma giunto nelrintestino, per la presenza dei succhi en terici alcalini, le n tam ente abbandona l'ac. salicilico, e l'acelolo si t ra::;forma in acetone e viene cosi eliminato. L'ac. salicilico comparisce nell'orina mézz'ora dopo l'ingestione del salac ·tolo, e una dose di 2 grm. è co mpletamente eliminata io 2} ore. Il modo d'amministrare questo m edicamento h:;. una pa rte importante nel deteeminar·e la del suo assorbimento. Sembra che e<'so sia meglio e meglio elim inato se ,·ien dato in un olio pu rgah ,·o, come p. e. l'olio di ricino. I risultati ottenuti <'ia nella pratica ost::edaliera, che in quella p riva ta, mostrano che il s alacetol o dato a ques.lo modo è molto utile nelle di arr·ee coleriformi e nelle aftezi oni affini. Il B. in vista dei vantagg.i salacetolo, ha abbandonato i rimedi fin qui usati {oppio, bismu to, e cc.) A ''viene raramente che esso debba ripeters i nel gio rno successi vo: ma se ciò è necessarjo nessun da nno può deri vare all'ammala to. P er l'assenza del fe · il è meno pericoloso del salolo, del quale poss1 e de tutti i con pochi dei suoi d ifetti Esso de\ €' somministrarsi a digiuuo.

1??8 lliYISTA.

G. G.

POEHL - Spermlna - (Brit. Med. Joltrn.

P oehl enumera le parli del corpo in cu i la sper·mtn.a SI t r o va norrnalm en te, gl a ndola ti ro ide, timo, milza, ovara. sangue e testicoli. E stata estratta da queste parti solto forma di fosfato infolubile cristallizzato con osciuto col cristalli di Cha r cd Egli che la sper - mma: una leucomaioa, cioè un prodotto di metamorfosi regresslva dell'album ina. Com e tale essa è uno dei costituenti e fo r se il p rincipio attivo del succo testicolare di Bro wn quantunque non a bbia dato i mede simi risultati.

R rg.uardo a lla sua azione flsiologica, il P oehl r itiene che essa <> un potentissimo rieosti tuente della proprietà ossidante

01 l"ERAPEU liCA 12:?9 del sangut-. Questa sua opinione è confortata da l fa llo che una piccola quantità di sper mina può ossidar e grandi quantità di mangtnese metallico, da l suo potere vivificante nell'avvelenamento pe r cloroformio, ed in quei casi in cui per lesioni del midollo sp inale a vviene una riduzione dell'ossidazione inli'aorganica. Inoltre il Poehl cita delle osservazioni allo scopo di dimostrarè che gli effl'ltti della spermina più .c::ensibili in quei pazienti in cui esislono simili p r ocessi, come le varie forme di anemia, il diabéte, il dimagramento ecc. nei quali le autointossicazioni sono manifeste 'luali t"ffetti dell'accumulo di prodt•Ui r·iduUi,·i. Infine egli ha notato. come effelto costante delle iniezioni di spermina, raumeuto ùelle materie azotate emesse dai r eni Gli effetti osservati rece11temente sul bacillo del colera sono a nche citati pe r sostenere l'opinione che l'azione tonica della spermina è il r isultato dell'aumento dei processi d'ossidazione intraorga nica.

Poehl tratta in seguito la questiòne perchè alcune volte cjuesto risultato manca; e riguardo a ciò accenna a casi descritti da vari autori. i quali in determinale condizioni patolo!(iche ossen aronc un'escrezione rli fosfato di spermina attr11verso va r ie mucose.

Questi sono da lui spie gati coll'ammettere che la diminuita alcalioitA del sangue fa precipi tare la spermina sia ;;;otto forma di crisl a lli sia solto quella di fosfato amorfo: le sue p roprietA vengono cosi sospese. Questa diminuita alcalinitu del s angue é stata osservata in varie malattie in cui è fatto r e importante anche la diminuzione dei processi d'ossidazione intr aor ganica.

Ciò spiegherebbe i benefici effe tti della spermina in certi casi di nevraslenia in cui l'alcalinità del sangue sarebbe pa· tologicamente diminuita. In prova di ciò é stato osserva to che una cura di aCI]ue a lcaline aumenta gli effetti terapeutici tlella spermina. Il P oe bl conchiude che la spermina non t> uno specifico contr o una determinata malattia, ma deve considerarsi come un mezzo atto a promuovere le oss idazioni nell'inter no de l corpo: d'altra parte, tenuto conto della sua identità con un normale costituente del corpo, il suo uso non può per icoli. G.

G.

\VoLKOWITSCH. - Il sal ol o nel colera.- (Brii. _"vfe(l.

Il doll. insiste sulla necessità Ji trattare immediatamente ogni caso di colera. A sostegno di ciò egli cita 100 casi suoi propri in cui si potè rar molto dopo l'insorgenza delle diarree e di quelle dei sintomi generali. Durante un'epidemia di colera egli trattò fin dal principio tutti i casi di diarrea (ci rca 200) col salolo. È'>sO fu dato ad ammalati di ogni età e generalmente negli adulti la prima dose fu di 30 grani e quella giornaliera di 2 dramme. Un notevole cangiamento nella C()nsistenza delle feci si palesavc1 nelle prime 12 ore e dopo altre 12 e ore si ave,·a la prima scarica normale; sando in pari tempo le il vomito e..:c. Se la prima carlina era vomitata, se ne somministrava subito un'al da thè del quale il \Volkowilsch faceYa tinuo uso al-lo scopo di arrestare le nausee ed il vomito Oltre a ciò il letto era tenuto caldo. Tranne alcuni sionali sintomi soggettivi da parte dell'udito, nessun in veniente s'ebbe a notare e il risultato fu completamente vorevole, quantunque alcuni pazienti avedsero sofferto qualche tempo di diarrea e il trattamento fosse i , .,vum;•· ciato quando i sintomi generali erano in atto. Il Wolko" i attribuisce il successo di questo trattamento prlmc:Iplllllle al fllUO che i pazienti erano i.1 grado, al delle diarree, di co min ciar lo.

G. G.

CAIRO. - Alimentazione lpoderm l oa . - (B rii med. Journ.

Il dott. Csird ( Edinb. Med. Journ.,) riferisce un raso di estrema debolezza ed emaciazione dipendente da stenosi esofagea per tumore maligno, in clli fu tatto un tentath·o di alimentazione per via ipodermica, allo scopo di migliorare lo stato generale del paziente per poter lo poi operare. A tal uopo si praticarono delle iniezìoni intramuscolari di olio olivo sterilizzato. Nel corso di una settimana se ne iniettarono nella regione glutea 3 a 4 once. Il paziente ne ottenne tali vantaggi che potè esser sottoposto all'operazione gastrostomia, la quale per altro fu al 6' giorno

Ol TEHA PEUTICA

li Secolldo il Caird non c"era irnprov,·tso e letal e co asso. . limite nella quantità d'olio che il su?

Qilesto Jir[uido non dette mat luogo ad tnconvemen 1, cevere., dolori e i siti nella puntura non reagtrono mal. neppm • d 1 · Q l l e volta l'olio era mi!:Lo a zucchero. Secon o Ul, ua c 1 • 1 .. questo metodo può usarsi i•l aUri stati pato ogtc:. e, fì h , s'inietta unn sostanza alimentare blanda e pre' tamc e r d" mente sterilizzata, non si può anJar incontro a 1 sorta

KARL GRUBE. - La cura del di&bete melUto, speolal· mente nello .t&dlo plù &v anz&t o . - (T/te Lancet).

Dalla propria esperienza su 187 ammalati di diabete, e da quella del dolt. Schmilz su 3000 casi, l'autore è convinzione che nei casi gravi nei quali il coma dtabettco è imminente, sia assolutamente necessario dar cibi che contengano quanlit.a di carboidrati.

- Infatti, il dott. Hirschfeld provò sperimentalmente che l'acetonuria può esser prodotta in individui sani amministrar:do loro cibi costituiti da sola albumina e grasso, e che può esser soppressa con l'aggiunta d! carboidrati, i quali, amministrati in sufficiente quantitù, possono prevenire la comparsa dell'acetone nell'orina durante le alte febbri.

La presenza dell'acetone e dell'acido diacetico nell'orina de' diabetici gt·avi si spiega col fatto che gl'idrati di carbonio sortono inalterati dall'organismo, perché i tessuti han perduta la facoltà di ossidarli, onde il diabetico può esser considerato come an uomo vivente di solo albume e grasso. L'unico modo quindi di prevenire !"acetonuria che divien troppo intensa e finisce col coma, è di saturar l'organismo d'idrati di carbonio.

Un uomo di 39 anni appa rtenente ad un'intera famiglia di aiabetici, era da due anni assoggettato alla cura ortodossa, vivendo Psclusivamente di carne, pesce ed uova, ed era ridotto a tal punto di debolezza da non poter camminare. Aveva edema ai piedi, rossore al viso come i tisici, alito fetido di acetone, lingua e labbra escoriate, sete ardente, secchezza

1232 Rivista

delle fauci. L'esame dell'orina la presenza del5 p. 100 di glucosio, e granr.le quantità d'acetone ed acido diacetico.

L'informo era stitico da 4 giorni e sonnacchioso.

L'autore, vedendo imminente il coma diabetico, prescrisse una dietetica con poca carne o pesce e niente uova, e patate quante l'infermo ne desiderasse, con u11 po' di pane; acqua di Neuenahr, 20 goccie d'etere nitrico in un po' di vino o whisky tre volle al giorno, ed un clistere al mattino.

Si esaminarono le orine dopo due giorni, e si trovò il 6,3 p. 100 di glucosio; ma pochissimo acetone, e non più acido diacetico, la sete era divenuta meno ardente, la lingua meno arida, il cattivo odore delralilo era appena percettibile, e continuando l'infermo nella stessa dieta, ma riducendo alla metà la quantita di pane, poi riprendendo la dietetica lata con abbondanza di patate, in tre settimane la quantita dello zucchero scese all'1,1 p. 100, l'infermo potè per mezz'ora al giorno, e dormir profondamente nella notte senza esser disturbato dal bisogno di emettere orina.

Il dott. Schmitz sostiene che quando si ordina una diete. tica assolutamente carnea per lun go tempo, l' infermo se ne stanca, e se ne allontana di troppo, quindi è meglio con· cedere una piccola quantità di ed insistere strettamente su qnella piccola quantità. La sua esperienza e quella dell'autore, concordano in ciò, che l'uso del pane bruno e biscottato è più nocivo del pane bianco, che frutta son veramente nocive, che le patate si possono molLe volte concedere.

L'uso della saccarina come sostituto dello zucchero è ritenuto dall'autore come innocuo, ma l'abuso produce facilmente indigestioni. Il glucosio è ir miglior sostituto dello zucchero, utilizzabile da un organismo diabetico perché nutrienLe, mentre la saccarina non contiene principii nutritivi.

De' rimedi preconizzati contro questa malattia, nessuno, secondo l'autore merita considerazione speciale. Alcune acque minerali, specialmente alcaline come quelle di Neuenahr, Carlsbad, Vichy, diminuiscono alcune sofferenze dei · diabetici come la sete e la secchezza delle fauci, ma non

DI TER:I.PEUTICA

bb dire il perché· forse, secondo Schmitz, favorine potre e ' . . . l'ossidazione de' carbotdratl. scono · 11 d 1 · 0 corporeo è una vera necessttà ne a cura e L'eserctzt . .ab L e r infermo non può muoversi dalla dt e e, ., · · 1 te all'm b oan a ricorrere al massaggto, specta men 1Jezza , IS o · · · 1 t· t·' d. t de' muscoli che mira a dtmmmre a quau 1 a 1 pastamen o • . . . · 'le orine Quando però vi sieno dolo r1 neuralgtct <>lucoslO ne. · . , . . "' 1 nelle membra il massaggto aeve r1sparm1ar ne tronco o ' . · · 1 le parli dolorose, ed è utile allora antmeura . gici, ed anche alla corrente gal va m ca o faradtca.

E un errore. secondo l'autore, guardar la del dia bete dal solo lato della scomparsa dello lu:nportante non è di escludere gl'idrati d.i. dalla dtetetica, ma di ridurre rorganismo ad utthzzarh dt nuovo.

Azione del aelenlo e del tellurlo sul oorpo animale.

_ F. CzAPBK e I. WEtL.- ( Areh.fur e:r:per. Path. und Pharm. e Centrai b. fur die med. Wissensr.h., 5, 1 9i} .

11 selenato di soda anche alla dose di 1 mg. provoca ·ntomi di paralisi centrale e la morte per arresto dtarana st · d. · stolico del cuore. L'atropina , nel caso dei fenomem car determina alcuna alterazione, la digitalina e la fisoshg- non .. mina inducono nel cuore già arrestato nuove contrazJOnt, e con dò è dimostrato che l'at•resto diastolico del cuore deve alla paralisi delrapparalo eccitomotore.

Negli animali a sangue caldo osservasi ambascia, vomito, frequente diarrea, tenesmo dispnea e mor.te sioni generali. della circolaziOne Sl hanno gh effetti di un progressivo abbassamento della pressione sanguigna r.he ha per causa una paralisi del sistema periferico. La sezione cadaverica mostra costantemente jlravt .alterazioni della mucosa intestinale, come iperemia, edema, des4uammazione dell'epitelio villoso.

Gli effetti venefici del tellurato di soda sono molto simili a quelli del selenio. Nella rana, oltre la forma di avvelenamento sopra ricordata, si osservano anche contrazioni muscolari fibrillari e una ùiflusa colorazione grigia di tulti gli

1234 IHVlSTA organi pel tellurio metallico. L'aria animali a sangue caldo dopo la somministrazione del lellurato eli sodu, pochi minuti dopo che l' hanno preso acquista un disgus toso odore agliaceo. L'acido tellurico mostra inoltre nei una maoifesta azione antiidrotica, azione che ha comune con l' arsenicato di sod a. Del resto i sintomi eguali a quelli del selenio; solo il tellurio é quantitativamente meno attivo. Come r esulta da qu anto fu detto, i meta lli selenio e tellurio stanno, per la lol'o azione, vicini all'arsenico e all'antimonio.

Roux . - La cura della difterite umana col siero ant1d1fterioo. - (Reoue scientijìque, 15 settemb1·e 189-'t).

Fino dal 1891, Roux proseguiva in unione a Martin delle esperienze su questo soggetto; e i loro risultati furono conformi a quelli dei lavori anteriori rli Behring. Ehrlich, Boer, Ropel e Wassermann. Ecco qual'é secondo Roux la della preparazione del siero antidifterico d la pratica della sua amministrazione ai malati.

Gli animali che devono fornire il siero antitossico prima immunizzati contro la difterite, per mezzo della tossina difterica. Questa immunizzazione si fa nel seguente modo. Si comincia prima coll'attenuare l'attività della tossina per evitare gravi e pericolosi accidenti. P er ciò fare Roux. preferisce l'uso della lossina jodata, già usata da lui nelle su e ricerche sul tetano, perché meno pericolose. Si aggiunge alla tossica un terzo del suo volume di liquore di Gram, e dopo alcuni istanti si inietta il miscuglio sotto la peUe. Un couiglio ordinario sopporta d'emblée tnezzo centimetro cubo di questo liquido: dopo alcuni g iorni si r ipete l'iniezione e si continua così per qùaJche seUimana; allora si può o aumentare la dose della tossina jodata oppure diminuire la proporzione dell'jodo. fino ad arrivare alla sina pura . Bisogna ben sorvegliare gli animali ed interrompere il trattamento quando diminuiscono di peso. Sette cani immunizzati contro la difterite hanno fornilo un siero mollo attivo; i montoni e specialmente le capre sono invece molto

Dl TERAPEUTICA

1335

. . la loro immunizzazione richiede l o e perClo . ò

.-ensibili al ve en ' d. s't delle vacche, H cut latle pu COl"l ICS molta prudenza. lto importante di antttossma. orgente mo d. di,·entare una s. . li he possono fornire gran t quan:.ta di tuLLi gli amma _ .le . . facile a immunizzare, pe'r la . 'l cavallo e l p!U . . r tilà di ::-1ero t . 0 d't trovare caval11 ne1 qua 1 Non e rar h S ua alta tolleranza. . . pura non provocano, anc e . · bi di lOSSI08

2 a 5 centtmetrt eu bbre passeggera e un edema lola prima volta, che mettendo con Behring che uu cale che presto m l piu quanto é . un s1ero tan o animale formsca ·b·t··... alla tossina, la scelta del ca- . l ua senst t 11.4 l ·t maagtore a s l r tt Però Roux scese l cao bb mbrare ma la a . . . . f vallo potre e se l dost· considerevoli e mo-1 siero anc te a . vallo perché t .suo_ li di laboratorio e per l'uomo. Iruettato fensivo e per gli amma . . chi istanti senza alcuna é assorbiLO IO po sotto la pelle . r estrema con cui si può salas. Aggmn..,.ast la lactlo.a . t del reaz10ne. o ul ) 11 potere immuntzzan e sare il cavallo {alla gmg . tOOOOO ed é facile autt aJmente vtctno a ' siero ef!WDO e a u Il aotaaaio che offre il cavallo è mentarlo ancora. Un a ro v . oo e . 1 i può 1mmumzzar · la rapidità con cut o. s . '> mesi e 20 giorni hannò potuto, l nfatti Rome e Martin' m '/ di c c di tossi na jodata . . d delle dOSI l commcla n o con . . 250 di tossina pura senza ma 1ft•• arrivare a dt il cavall0 il proconveniente alcuno. d. . . lta re la tossina nel momento . . . comodo e J t me . . cedtmento ptu d. lasc·1are t'animale m rt. · t ·1 .,alasso e t · stesso in cm SI . . ' ·. però é più efficace l'inieposo per una venl!na. di . . 1 dosi a brevt periOdt. zione dt ptcco e . là ·mentali del s iero aolidifle. le propr1e spen Quah . ù' ueslo siero alla tossina difterica, rico? Se St aggmnge 1 • q la azione non si verifica d. ta inoffenstva, e ques . questa tveu h ll'organismo. Un porcellino soltanto in e ne conveniente dose di siero d'Jndia che quantita di tossi na che sopporterà pot mdtllerentem ·ettato cciderebbe immancabilmen te un porcellino non _mt : u . . · tta do prima la tossma e po1 Lo .,tesso risultato SI ha uHe n . lo il Il siero é inoltre preservativo noQn sote t ·1 v1r:.ts v1vente. ues contro la tossina ma anche con ro ' .

RIVISTA

proprieta furono scoperte ùa e sono la base delia difter ite. Esse sono dovute a una sostanza spectale chrama la antitossina, la c ui natura è pe r ora sconos ci uta, come quella della tossina stessa.

Gli animali immunizzati coll'antitossina diventano refratlat·ii alla malaLtia; ma questa immunità non dura più d1 qualche giorno o settimttna, mollo differente in ciò dall'immunità acquistata colle iniezioni grclduali della tossina.

Per apprezzare l'attività immunizzante del siero, Behrinno per il primo ha proposto di stimare la forza di un siero dali: qua ntit à necessaria per immunizzare un g rammo del peso di un a nima te contro un volume di tossina sicuramente mortale, e inietta to 12 ore dopo il siero. Così si dice che un siero é a '/ 1*, quando un g r a mmo di questo sier o immunizza un chilogrammo di animale contr'o la dose di tossina che è capace di uccidere. In seguito questo metodo di calcolo è stato sostituito da quello di E hrlich, secondo il quale l'unità rmmunizzante è rappresentata da un decimo di centimetr o cubo di un s ier o che, mescolato con '!10 di tossina normale, la ueutrahzza a l pu nto che il miscuglio iniettato sotto la pelle di un por cellino d'India non produce alcun edema. Checché ne sia baster à dire che la tossin a adopera ta da Roux uccid e in 48 o re alla dose di 1j 10 di c.c. un porcellino di 500 gr. e che, mescolando 1 10 di c.c. di s ie ro antitossico con 9/ 10• di questa tossina, non si pr oduce sull'a nimale traccia di edema.

11 potere preventivo del siero si manifesta anche quando Io si in trodur-e prima della tossina. In questo caso gli a nimali resistono sèmpre se la quantità de l siero è proporzion.ata a quella della tossif'!a. Bas ta che un porcellino abbia ricevuto 12 ore prima 1/ 100000 del proprio peso di siero, perché resista a una dose di tossina che uccide in 5 giorni gli altri .porcellini. Introducendo invece la tossina per la prima è necessaria una tanto maggior quanti ta di siero quanto più tardi si interviene. Mentre dopo 6 o re sono an cora efficaci delle iniezioni a 1/1000, queste non lo sono piu dopo 12 o r e.

Però dopo]l'inoculazione s ottocutanea de l bacillo difterico, l'intervento è ancora attivo dopo 12 e 18 o re.

DI TERAPJWTlCA

S tudiata così sperimentalmente la questione del :iero an·d·"'- ·co Roux Martin e Chaillou, lo hanno sper1mentato ti Jnorl , > 11 difterite umana a llo s pedale des enfants malades . Dal ne a 448 b b' · l · to 1• febbraio al 24 l• glio 189i . am m1 a r1 par difterici e fornirono una mortalità d1 i 09 24.33 p. 100. Ora questa mo rtal ita fu da l 1890 al 94 del <> 1,1 1 p. 100 sopra 397-1 bambini. n benefizio portato dalla nuova cura sarebbe< dunque del27,38 p.100 Nello stesso periodo di tempo 500 bamb. · entrarono pe r difterite allo speda le T rousseau e ne mo· 101 b ta ·rono 316 vale a dire i\63,20 p. 100. Tale é la s tatJshca ru ; rr ' . b b' ma per ben giudicare la questione bisogna, dai 101 levarne 128 c.he non r isultarono, all'esame effettivamente affetti da difterite. Bisogna levarne che morirono prima che si fosse ini ziato tra ttamento di sorta. Restano cosi 300 casi precisi di dinerite vera, con 78 decessi ossia 26 p. 100, mentre una statistica precedente, stabilita eolie' stesse condizioni, dava una mortalità. del 50 p. 100. n siero ad operato (equino) aveva un'attività. tra 50,000 e 100,000. A tutti gli entranti si davano stslematrcamente in una sola iniezione 2.0 cc. di siero sotto la del fian co. L'iniezione non è dolorosa; e se fatta a settrcamenle, affatto innocua. Ventiq uatt'ore dopo la se_ ne faceva una seconda di 20 o 10 cc. queste due mteZJOnt bastavan o per produrre la guarigione ; ma se la tempe ratura si manteneva alta si faceva un'allra iniezione di 20 o '10 cc

Gli accidenti consecutivi alla difter ite diventano più rari dooo la cura col sier o; però si osservò qualche paralisi. i1a per l'iudicare del valore terapeutico del nuovo rimedio è bene fa r e una classificazione dei casi curati. Bisogna prima dis tingue re le angine d&i croups. Tra le angine bisogna distinguere quelle difteriche pure e quelle associate ad altri microorganismi. Le angine pure sonù state 120 con 9 decessi, 7.5 p. 100 : dei !) morti, 7 non sogfliOrnarono che 24 ore allo spedale; non computando questi, la mortalità dei casi rimanenti è di 1,66 ol.; e si noli che dei 2 malati che soccombettero uno aveva contemporaneamente peritonite tubercola re, l'altro un m orbill o molto grave: da cio si pot l'ebbe

DI IERA.PEUTICA

concludere che qualunfJue anl!ina put-a de,·e :.;uarire se curata a tempo.

Lo stato generale è rimasto eccellente. Le false membrane cessano di aumentare in ::H ore; dopo W, 48 o 72 ore al massimo si distaccano. Sette volte soltanto resisterono più a lungo. La temperatura si abbassa e bruscamente spesso fin dalla prima iniezione; nelle angine gravi persiste: e non cade che alla 2• o :J• iniezione per lisi. A nche ralbuminuria pare che non sia cosi frt>quente, tra i cut'8.ti col siero. come lo è nei dine rici curati alrantica. Ben altrimenti si comportati i casi di augina con associazioni microbiche diverse. Le angine associate col piccolo cocco (9) sono tutte guarite, come pure quelle collo stafilococco piogene. Le angine associate allo di cui è ben nota l'estrema gravità, sono state 35 e di queste 12 terminarono colla morte, ossia il3i,28 p. 100; mentre la rr.ortalità abiluale è dell' 87 p. 100.

I croups vanno poi distinti in croups OpQrati e in non operati. Furono curati 10 casi non operati con un decesso solo, e fu un caso di laringite difterica con associazione di streptococchi. I croups operati furono 121, con una mortalità di 56, eioè del 46,28 p. 100. Anche qui giova distinguere i croups difterici puri, dai c roups a associazioni mic robiche. Tra i croups operati puri, su 49 casi si ebbero 15 decessi (;{0,61 p. "100); ma togliendo 4 casi rli morte avvenuta meno di 2i ore dopo !"ingresso, si arriva al 22,44p.100.Tra i croups a associazioni microbiche si trovano 9 casi associati al piccolo cocco con l decesso; 11 casi con stafilococco, con i morti, cioè col 63 p.lOO (50p. 100 se se ne 3 decessi a,·venuti meno di 2• ore dopo riogresso); 52 casi di croup con streptococcbi, con 33 morti, cioè col 63 p. 100.

Sebbeae questi risultati sembrino di già bene incoraggianti, Roux pensa però che se ne possa ottenere dei migliori; specialmente migliorando l'igiene. holando meglio i malati si arriverà ad e vitare una delle più frequenti cause di morte, il contagio secondario nello $pedale.

Infatti, oltre al morbillo. alla scarlattina, sono da !emersi le infezioni d'ogni specie, e particolarmente la streptococcica.

Infine bisognerebbe istituire la cura più presto che bile. A quanti bambini non !;i eviterebbe la tracheotomta, questa porta d'ingresso dell'infezione, se il siero fosse amministrato subito ?

Aggiun giamo cb e Aronson di Berlino ha, come Roux. ado· peralo siero di cavallo. Su 192 difterici (controllali_ batleriolocicamente)ebbe una mortalità del H p.100; ma, toltt t traspor- tati resta una mortamà di 11 ,2 p.100su 16!.> casi. In uello stesso spedale la mortalità era stata nel 1891, 203 q · del ·>2 5p 100· nel189-2 su 341 casi del :35,4; nel 1893 su 426 cast ·> , • , ca"'i del 41,8 e nel 189i, prima di cominciare la nuova <'ut·a, del i-1,5 p. 100. Aronson ha anche usato il siero antidifterico per immunizzare 1 bambini delle famiglie in cui vi cusi di difte1•ite (1 cc. di è sufficiente). Su 130 bambm1 curati 2 soli furono colpiti da difterite molto leggera.

Dal punto di vista pratico aggiungiamo che il siero equino si conserva senza alterarsi tenendolo all'oscuro in bottiglie sterilizzate, ben piene, senz'altra aggiunta che un po' di canfora fusa. Il siero disseccato nel vuoto può trasportarsi dovunque; e riprende le sue proprietà se lo si scioglie vamente in 8 o 10 volte il suo peso di acqua pura. Pero questa soluzione dà una piccola tumefazione locale pa$seg:(Tera che non è prodotts dal siero naturale.

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