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I I li JUVISTA CHIRURGlCA

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L'operazione fu eseguita <lividendo le parli molli nel luogo limitalo dalla gangrena risparmiandone il più possibile, le faccie resecale si portarono facilmente a contatto, e furono accuratamente fissale col chiodo passato attraverso la cu le sana della pianta del piede nel calcagno e nella tibia: non fu necessada la puntura preventiva della pelle col bisturi né 111 perforazione col trapano del cakagno. Ultimata l'operazione, rimase una fessura abbastanza larga in parte aper ta, io parte ripiena di masse grauulanti, che si richiuse dando luogo a':l. una cicatrice solida e denss. li chiodo fu tolto facilmente al 16° giorno.

L'autore crede che l'operazione alla PirogCltT nel modo sopr a<lett.o possa essere praticala anche quando allu facc ia anteriore è maggiol'e il difetto della cute per coprire la ferii.a, purchè il calcagno e gli ossi della gamba siano sani e la pelle denea dE>lla pianta del piede sia sufficiente per formare la superficie di appoggio. Neanche quando esiste rammollimento delle ossa e gr ande osteoporosi non si vede escludere l'operazione, le ossa rammollite si riuniscono bene e ~embra che il chiodo in questi casi eserciti una azione ir ritante benefica.

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L' accorciamenlo consecutivo ali' operazione è secondo O. Weber di 2,8 cm. in media. Secondo Schede fra gli operati nella clinica di Volkmann alcuni non presentano accorciamento, il quale d'ordinario era tra 1 e 3 cm . Nel caso in discorso fu di 2 cm.

Quimby in un ragazzo di 10 anni tentò di fare a derire il calcagno resecato colla superficie resecata della tibia m mezzo ai malleoli intatti. e vi riusci. A.net.e Konii dice ch e ~i può lasciare intatta la superficie ~ana del malleolo tibiale.

11 risultttto <lell'operazione fu il seguente: il moncone ha la forma più conveniente ed è assolutamente insensibile. il paziente con un semplice stiYale allaccialo adalla to al moncone, può camminare senza aiuto, fare lunp-hi tratti alla corsa, e battere il piede in terra senza provar dolore. L'arteria fomorale destra si sente come un cordone duro e ro· tondo, manca affatto la pulsazione della femorale e dall' arteria ti bi aie posterio re.

Rivista Delle Malattie Veneree Edella Pelle

l,a eUlllde quale malattia infettiva aeoondo la moderna batteriologia. - FiNGER. - (Centralb. f. Chi r. , N. 2, i891).

Tra tuLti i morbi inrettivi la sifilide è senza dubbio quella che appunto per i suoi multiformi fe13omeni più difficilmente · presta ad un concetto patologico generale, ma essa mette la SI bl . · da"ioe scientifica alla prova dei più interessanll pro emi. in C' • • d bb. Sgraziatamente riguardo a questa malattia no'. c1 o_ 1amo pur sempre rimettere alle ricerche cliniche ed 1stolog1~he e~ accontentarci di conclusioni induttive. Secondo l'autore 1nostri attuali metodi di studio su questa malattia non possono portarci molto innanzi.

come per la maggior par te delle altre malattie i~fetti~ e, anche per la sifilide bisogna far distinzione tra l'azione 1mmedial.8 degli elementi patogeni e le materie cliimiche prodotte dai medesimi. Nel pr imo stadio l'affezione iniziale e la tumefazione ghiandolare regionale è il prodollo dello sviluppo dei bacilli; ma fin da queslo periodo si fanno già palesi certi fenomf,ni a-enerali che si devono certamente rigua rdare come effetti tossici, e già in questo periodo si slabilisce in un momento non ancora bene determinato la immunità contro una nuova infezione, la quale immunità. secondo le nostre più recenti dott rine, deve riguardarsi come l'elTeUo di prodotti di ricambio materiale disciolti.

Nel secondo stadio si manifestano morbi della cute e delle mucose di carattere infettivo, quindi provocate immediatament; da batterii, ma un g ran numero d'altri sin tomi, come febbre disturbi di nutrizione e nevrosi, ecc., sono cer tamente le co~seguenze di un'azione toxinica. Nel periodo.di latenza assume importanza, oltr e a quei feno meni, l'immunita di cui l'autore _tratta per esteso in questo suo lavoro. Egli combaUe specialmente, e con ragione, la dottrina che risguarda ogni individuo immunizzato tuttora sifilitico, e 80_ s~ieoe che l'immunità sia provocata dai prodotti dei b11cilli sifilitici, specialmente dal fatto a tutti noto che vi sono individui i quali ereditano l'ìmmunita Alla sifilide e non la sifilide.

I fenomeni terziari della sifìJide sono dall'autore alll'ibuili ad una crasi generale cagionata dai prodotti di ricambio materiale dei batteri, ed in questo modo di. vedere egli si l>asa sul fatto della relativa rari!.A della lue terziaria, la sua tardiva comparsa dopo l'infezione e la differenza essenziale del suo quadro sintomatologico in confronto del peri"do latente la impossibilità di trasportarla per inoculazione e per ere~ dilà, il fatto che u11 sifilitico del periodo terziorio può subire una reinfezione, che la lue terziaria può contrar;:i senza che la precorrano fenomeni primari e secondari e che ad if• ferenza delle affnioni virulente reagisce in modo ass 11i squisito all'azione dell'iodio.

L 'uretrometro e la. aaa Importanza nella. diagnosi della blenorragia cronica e dello stringimento lnclplente. FINGER. - (Wiener med. Wochens., N . 19, 1~9J).

. L'autore fo dapprima osservare che l'uretra, allo stato di riposo, non ha un vero calibro o lo presenla ad un grado minimo, tutto ciò che si fa passare per quel canale deve di necesslta allontaoaroe le pareti, che é quanto dire deve superare una resistenza elastica, e fare una dilatazione. Le ricerche fatte sull'uretra colruretrotomo diedero i seguenti risultati:

1° L'uretra nella sua parte cavernosa offre il massimo grado di d ilatabilità.

2° Questa dilatabilità, massima al bulbo (40-50 Charriere), diminuisce gradatamente andando dietro la fossetta navicolare, o diminuisce a salti da quest'ultimo punto fino all'o rificio el;terno. All'orificio esterno é minima .

3° Ogni diminuzione non graduale localizzata di dilat abilità nella parte caverno,:a con dilatabilità normale, quindi

DELLE '.IIALATTIE VENEJIEE E DELLA PELLE 1117 maggiore, al davanti ed all'indietro di quel punto deve considerarsi come abnorme.

4• Ogni sonda che r iesca a superare l'orificio dell'uretra con dilatazione massima dello stesso non potra più esercitare una dilatazione massima sul riman ente canale della parte cavernosa.

Finger definisce lo stringimento: una diminuzione localizzata Ji dilatabilità dell'uretra prodotta da alterazioni morbose circoscritte delle sue pareti.

Tale diminuzione di dilatabilità aucbe in minimo grado è provos:ata da infiltramenti circoscrilli della mucosa, del tessuto sottomucoso degli strati superficiali d,,l corpo cavernoso che rappresentano il substrato della blenorragia cronica, e nell'ulteriore decorso fanno passaggio & stringim..nti.

L'impo.. tanza dell'uretrometro sta propriamente in questo, che noi per suo mezzo possiamo riconoscere per tempo quelle piccole diminuzioni di dilatabilità; la cui diagnosi ci è impossibile con qtJelle sonde che possono ancora p11ssare per l'orificio esterno.

Conclusioni:

1° L'uretrometro é uno strumento indispensabile per la diagnosi dell'uretrite cronica e dell'incipiente stringimento.

20 Esso ci melle in grado di diagnosticare e localizzare quelli i:lfillramenti cronici sottomucosi che in molti casi di blenorragia crornca formano il substrato del processo morboso e nell'ulteriore decorso fanno passaggio a veri stringimenti.

30 Esso facilita la diagnosi e la localizzazione dello strin· gimento incipiente: a) nello stato di infiltrazione cronica, b) nello sLaLo di tessuto connettivo giovane ricco di cellule.

4• L'uretrometr-0 essendo lo strumento rivelatore della blenorragia cronica g rave che nell'ulleriore decorso fa passaggio allo stringimento e facendoci conoscere con cer tezza lo t'tringimento focipiente, costituisce un buon mezzo profilattico contro gli stringimenti gravi.

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