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UNA.CIST1 NEL CERV&LLO
delle coperture del lello, sia copriletto e sia lenzuolo. Ciò faceva ;immettere che, quaotunque immobile e supino, con gli occhi chiusi e le membra rilasciale, e non rispondesse più alle domande stando immerso io profondo sopore, pure conserva va rintelligenza. Col ripetersi della convulsione si fecero ognora più manifeste la ptosi e l'esoftalmo deli'occhio sinis tro e la paralisi di molo e di seo,o ne,rdi arti del lato destro, fino a raggiungere rapidamente la completa emiplegia ed emiane· stesia, mentre le parti interessate cooservavaol) la loro forma ed il loro volume fisiologico. L'alterata funzione del lincruacroio ,..;,,,. e delle sue espressioni, senza che 1a·lingua avesse perduto la facoltà di muoversi, si fece anch'essa più evidente, tanto che la parola, che sul principio era male pronunciata, in seguito si rese inintelligibile, e negli ultimi giorni era abolita, avendosi la completa amnesia. Così µradatamenle peggiorando, quel disgrazialo giunse a presentare falli talmente gravi da far temere una prOS$ima line. 1n questo stato gravissimo presentava coma, anestesia completa di tutto il corpo e dei sensi specifici, la pupilla di aml,edue :;li occhi dilatata ed i~~obile, il polso con 50 battiti al minuto primo, la respirazione rara e profonda, emetteva le materie fecali e l'urina nel letto senza coscienza, non parlava e non inghiotLiva.
Malgrado le cure prestate, l'infermo è andato sempre peggiorando, la paralisi ed il coma raggiunsero il loro mas;;imo ~rado, il polso piccoio e con 50 batlili 31 minuto primo, la respirazione rara e stertorosa, ed alle 8 pom. del '19 febbraio p. p. il Rotondaro era cadavere.
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La forma clinica del morbo di cui era affetto il Rotondaro era sorta con picco!: indizì e man mano progredita in maniera che. mentre :il momento che si potè fare la diagnosi i sintomi obbiettivi si erano appena manifestati, in seguito raggiunsero il loro massimo incremento. Consider,rndo questo modo di evoluzione della malallia, era evidente che il procei-so _morboso doveva venire ricercato fra le malattie cerebrali, I imi tate, a focolaio circoscr itto, le quali nascono senza tumulto e proorediscono lentamente (tumori, rammollimenti) e lt1. mente andò dritta ai neoplasmi. Infatti, ammesso ltn tumore, s1 po· teva senza difficoltà. comprendere il modo di cominciare della malattia del Rotondaro, il suo lento progredire, la continuilil di alcuni suoi sinL6mi e l'intermittenza. di altri, la costante apiressia ·e l'assenza di una causa nota che J'ahbia potuto de· terminare, la quale, secondo il Niemeyer, ha molto valore per )a diagnosi di un tumore cerebrale. Questo insigne patologo dice che « se in una malattia cerebrale n focolaio circoscritto non si riesce a dimostrare nessuna causa ·occasionale della malattia, si deve in primo luogo pensare sempre ad un tumore cerebrale ».
Oltre di ciò, per ragione di statistica, un neoplasma doveva reputarsi assai più probabile che qualsiasi altra malattia. Il tumore quindi doveYa ammettersi incondizionatamente, senza. sco rgere una opposizione nella cefalea, la quale era stata la prima a manifestarsi e fino alle ultime ore di vita aveva fatto parte della forma clinica. Il Niemeyer dice che« la mancanza di cefalea nel complesso dei sintomi di un'alTezione cerebrale
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4uestionabile part a io certo qual modo co ntro I' ammi,sion di un tumore».
La diagnosi sulla natura del tumore non si è.falla. L'ipotesi della cisti era probabile come per Lutli gli altri tumori idiopatici del cervello. Nel Rotondaro. non riscontrandosi mo. mento etiologico nè alcuna alterazione nella funziona lità degli organi, di necessità bisognava ammettere che il neoplasma appartenesse a quella categoria che suole più ordinariamente wilupparsi primitiva mente nel cervello. Si escluse it sililorna perchè l'infermo non aveva presentato. non dico sintomi, ma neanche sospetto di una infezione sifili~ica. Difaui do·rn~a scartarsi nna gomma sifilitica non solo percbr la forma morbosa , a ,ece di pre~entarsi tumultuariamente, com'è risaputo es~ere per la gomma cerehrale. si è manifestata co n lentezza, ma hen'anco percbè, per aversi nel contempo tutti i più importanti sintomi presentati dal Rotondaro, 1Juali erano la ptosi, la dilatazione ed inazione della pupilla sinistra, l'emiplegia ed emia oestesia destra, si sarebbe dovuto .a mmettere un certo numero di gomme, delle y_uali ognuna, ledendo il centro d'innervazi,me dei muscoli rispellivi , si manifestagse con paralisi di questi. :"\è poteva invo carsi in soccorso l'ipotesi che soltanto taluni dei detti centri cerebrali fossero compre:-si dal neoplasma sifilitico ed altri risentissero il disordi ne circolatorio. sta ntecbè i fenomeni parali tici erano stobili e non transitori.
Fatta la diagnosi di tumore, ne veniva di conseguenza l'obbligo di stabilire in quale parte del cervello dovesse ammettersi la sua esistenza. Questo co mpito per certo non era meno difficile del precedente. L'illustre mio maestro prof. Capozzi, al y_uale devo il mio sapere di clinica medica, diceva nelle sue lezioni che la ri cerca della sede nei centri nervosi presenta delle diflicolti, perchè solo una parte dei sintomi dipende di- ttam ente dal locolaio morboso, mentre gli altri dipendono re · pe. dalle parli vicine e lontane lese o per compr~s::.1o~e,. o 1 disordine nella ci rcol azi one sangui~na, o per 1rrad1az1one o moti riflessi . In oltre non o~ni si ngola porti<1ne del cerv~llo
Praintende esclusivamente ad una funzione senza avere mso . d crerenza sulle altre e senza dividere con allro il proprio o~inio. Lao nde, per non sm arrirci, della forma clinica dello ma laltia della quale era. affetto il . Roton~ar~, :ih~ia~o sr,e~to. ouida i sint,)mi più particolari e spec1fìc1, anz1che quelli prn l') rnprensivi e gen erici. Perciò nel caso in esame si è preso c:r hase, a lìoe di slahilire la sede della lesione, l'emiplegia p . d . . ed emianestesia destra, la ptosi, la dilatazione e 10az1one della pupilla e l'esoftalmo nell'occhio sinistro, perc~è r~ppr~~ -eotavano essi il disordi ne funzionale meno ordinario, p1u ) . . . particol::i rt- , più importante e persistente. Que:tl smto~~ manifestatisi contemporaneamente da un lato add1Lavano gia che la $ede del morbo doYeva essere nella base del cervello nel territorio del nervo oculo-motore e del peduncolo cerebrale di sinistrri . e l'integrità delle facollà intellettuali e quella della fav ella escl udevano dall'altro la sede nella sostanza corticale di dello emisfero. Supponendo quindi la lesione in quest~ sede, era dato d'intendere i varì sintomi come si erano svoll1 non escl usa la convul sione con tremore del lato destro dovuta alla irritazione della so:;tanza bianca dell'emisfero sinistro. Albertoni , stimola ndo la F.Ostaoza bianca sottostante ai centri corticali motori dell'emisfero cerebrale . determinava convulsioni nella parte oppo~ta del co rpo.
I peduncoli cerebrali sono dotati di sensibilità e :\Ono composti di fibre cli moto e di senso, le quali deco_rrono ~e u~e vicino alle allre, mettendo io comu ni cazi0ne gli orgam perifer ici coi centri cerebrali. Venendo lesi quindi, cagiona.no cefal ea e paralisi ed anest esia del lato opposto, restando integra la vi~ta e l'udito, e se co ntemporaneamente e offeso il ne~ oculo-motore (3° paio dei nervi craniri) si avrà parnlisi ne muscoli motori dell'occhio da esso innervalo e dello stess lato della lesione, perchè le sue fibre nascono dal ce rvell dopo la decussione della piramide. Nè il ruotare del capo verso il lato sano, notato durante gli accessi di convuls ione, è fenomeno che si oppone a questa sede.
Del pari era lecito pen$are che tale processo non erasi primitivamente iniziato sui detli ce ntri, ma invece nella sostanza midollare del lobo anteriore e medio dell 'emii;fero sinistro. e che io seiroilo, col suo crescere di ,·olume. abbia invaso o comvresso i peduncoli cereb rali ed il nervo oculomotore, e poscia, in uno stadio più inoltrato, la sostanza corti cale dell'emisfero medesimo, turbandone le funzioni.
I. a clinica riconosce possibile che un tumore, nato nella so:;tanza midollare dello emisfero del cervello ed ivi rimasto senza manifestazioni morbose per più o meno lungo periodo di tempo, possa crescere in modo rapido o subire altre modificazioni da invadere in un tempo più o meno breve, turbandone la nutrizione e la funzione, i pedun,·oli cerehrali e la sostanza cortica le dell'emisfero medesimo . :Xel Rotondaro infalli, mentre sulle prime tutta la forma clinica consisteva nella cefalea, più tardi. perchè occupali dal morho i ped uncoli cerebra li ed il nervo oculo-motore. si manifestarono l'emiplegia e l'emianestesia destra, l'esoftalmo , la ptosi e la dilatazione e l'insensibilità della pupilla sinistra, e posda il disturbo graduato della loquela, conseguenza non della immo-biliti1 della lingua per paralisi del nervo ipoglosso. ma di lesione della sostanza corticale del cervello ed in ispecie della circonvoluzione del Broca. Or, se in base alle osservazio ni cliniche ed anatomo-patologiche il primo periodo o di latenza e la snccessiva forma clinica <lei male fanno ritenere esser&- sostenute dal tumore che esercitava la sua m~lefìca azione da prin cipi o solo su lla sostanza bianca e poscia ~oche st~ l. ped ·olo sul nervo oculo-motore e :mila sostanza coi t1cale une , I' lt' · dell' emisfero, quella presentata dal llotondaro neg I u 1m1 ,,,orni di malauia faceva evidentemente ammeuere la com- tre ,.. parsa di uno di quei processi m~rbo_si second~, i. che fre~ue~temente sogliono sorgere come rntrinseco elleuo e nece~sar~a conseguenza O come compli canza del primo e che d'?rdinario accelerano l'esito letale . Il repentino a~gravars1 del Rone . . . tondare, per la comparsa della forma apoplettica, s1 riteneva dovuto perciò io parte alla com pressione esercitat_a dal tum.lre medesimo sui centri encefalici ed in pane al disturbo della ci rcolazione rappresentato da una gra,•e congestione c~rebrale, con le sue conseguenze del disquilibrio della pressione peri vasale ed infravasale e consecutivo transu<lamento. l~dub,. · mente dovevano ammettersi queste come cause della torma 111a . . apoplettica perchè rimanevano le uniche probabili s~cces~1on1 morbose che con molta frequenza sogliono verificarsi nel decorso di un tumore cerebrale. Questo, anche q1.1ando. per la sua sede non eserciLi compressione su di un va!'.o sanJ.!u_1gn_o di un certo volume , determi na sempre squilibrio nella d,stnbuzione del sangue nell'interno del cervello sia per la conseguente irritazione che esercita sulla sostanza cer~hrale che lo ci rconda e sia perchè, Ci)I suo lento aumentare d1 v1ilume, aiona compregs:one sui capillari sanguigni ed atrofia della ca~ · I sostanza cerebrale che la circonda, g?adagnando cosi ne cranio lo spazio necessario pel suo aumen to di volum~ e ca~ ,·onaodo restringimento della cavità cranica con d1fficolta ~ella circolazione sa nguigna. li ~iemeyer, parlando dell'esito dei tumori ce rebrnli, dice che « ordinariamente se la morte non a.viene prima per complicazioni o malattie intercorre~ti, i sintomi della generale rest rizione della cavità endocranica
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divengono poco tempo avanti la morte piu spiccati. Gli ammalati vengono colli da profondo coma nel quale li sorpre nde la morte. » 11 tumore cerebrale mentre in principio, iruand o, cioè, non ha rag~iunto un discreto volume, provoca poco disturbo circolatorio, in seiuito, esercitando compressione e cagionando atrolia in una parte più estesa della massa cerebrale, questo saril ma:zgiore. Nel Rotondaro il tumore, esistente nel lobo anteriore e medio dell'emisfe1·0 sinistro del cervello. pel notevole suo aumento di volume esercita ndo compressione sui vasi sanguigni dell'emisfero medesimo e sui seni venosi della dura madre, determinò ostacolo al deflusso del sangue venoso dai ventricoli e dalle meningi, ed in conseiueuza ne risultò congestione cerehrale, la quale certamente. non rimane11do là seoza cagionare transudamento, fu causa dello idrocefalo acuto che sì manifestò con sinlomi di generale depressione e parai isi e con fret1uenti accessi di con, ulsione, accessi che negli ultimi giorni di vita del Roton,laro gradatamente aumentarono di frequenza, tanto che due giorni prima della sua morte in meno di 24 ore si ripeterono 21 volte. Il iemeyer, parlando dell'idrocefalo acuto, dice: « (ili accessi violenti di convulsione, con contemporanea abolizione della coscienza, sono ì fenomeni più frequenti e più caratteristici di questa affezione. Se accessi siffatti si ripeto no molto frequentemente e se durano straordinariamente lungo tempo, si deve destare nel medico il timore che l'iperemia ahbia cagiont1to una considerevole transudazione di siero nei venlricoli e che il transuda10 o non verrà riassorbito atTalto o lo sarà solamente in parte., Questo transudato unitamente al neoplasma, avendo determi nato impicciolimento della cavità cranica ed esercitato compressione sulla massa cerebrale , cagionò irave anemia, la qnale fu causa della forma apoplettica e della morte del llotandaro in tre giorni.
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Pertanto, escl udendo si la meningite secondaria ed ogni allra malattia che. pure potendo determinare l'ulti~a for~a l·oica non era ammissibile per la costante e continua ap,- c I , , • • res,ia, pel deco,·so luogo e subdolo e per gli altri smtom, manifestali precedentemente a quest'ultima forma della malat1ia, era lecito pensare che la forma apopleuica presentala dal Hoto ndaro non dovea avere diversadipendenzadelle suddette cause, cioè, della presenza del tumore, della compressione fatta dal medesimo sui centri encefalici, della conge~tione consecutivo idrocP,falo acuto. È vero che l'abbondante emorr:i"ia cerebral e e l'occlusione per embolo dì una delle arterie atuna delle fosse dì Silvio possono sorgere, come l'iperemia. di ),otto, non lentamente e per gradi e senza prodromi avvertiti òall'infermo, nè da altri e minacciose fin dal primo istante, dando luogo ad una forma clinica or più or meno grave e simile a quesla presentata dal Rotondaro ne~li ultimi tre giorni di vita: ma non si credette potersi mettere in campo uno di que:-li probabili morbi perchè nes$una circostanza era farnre\'Ole per loro.
L'etù dell'infermo e la mancanza di ogni altro sintoma che ahbia potuto fare ammettere la diminuila resisle01.a delle pareli dei vasi sanguigni. ,;ia per alteraiione di tessitura e sia per diminuzione e perdila dell'elasticilà, fecero negare la probahililà dell'emorragia. Doveva inoltre non ammettersi la probabilità di un embl1lo perchè mancava la sua ori:zioe ed il ,;uo funto di partenza. ~el Rotondaro l'embolo a, rebbe dornto arere origine da un 'endocardite o da un·endoarterile o da un focolaio mol'boso del polmone e partire dalla metà sinistra del cuore, dall'aorta ascl3ndente e dal polmone . Lo che non era pos~il,ile perchè il cuore. le arterie ed il polmone erano del lutto sani .
Solo partendo da uno di questi organi o parte di organo
·1168 UN'•.\ CISTI NEL CER\' ELLO si sarebbe avula la forma clinica O:-senata negli ullimi tre giorni di vita. ~è vale il dire che l'endocar dite e l'endoarterite si soit iono svol)!ere subdolamente. pere certamen1e un 'endocardite ed un'endoarterite che giun ge grado da produrre un embolo, dev'essere così cospic ua da potersi diagnosticare. Cbe l'embolo dovesse la sua origi ad altri organi (milza, fe}•ato, rene) non potea essere am messo, sia perchè questi non lasci avano null a a ril~vare nè co l'e~ame obbiettivo nè con quello funzionale. sia perchè, ammessa pure la probabilità dell'ori~ine di un embolo da ~no di questi organi, non si avrebbe potuto a, ere la fo rma cli nica presentata dal llotondaro . Un embolo r.he parie da un di lJuesti or;,?ani. dal sangue venoso viene portalo all'orec chiHta de,-tra del cuore , dalla quale, nel momenlo della SUA\ ~islole edinstole del corri:-pondente ve111ricolo, passa in quest~ e poscia nel periodo della sua sistole nell'arter ia polmo nare, dalla quale, attraversandone i suoi ca pillari del pal'enchima: polmonare. va a qnelli della vena polmonare. e da essa . pe la forza aspirante dell'orecchietta si ni~tra, passa io questa, dn cui, durante la sua sistole e la diastole del corri,;po nden ventricolo, va in questo, dal quale, in seguito alla sua con trazione, passa nell'aorta, indi nella carotide ed infi ne nel l'arteria di Sii vio e suoi capillari del cervello . Or !iene. u embolo, il quale percorre questa via e giunge nel cenello non può essere che di picr.olissimo volume, di un diamel inferiore al cal ibro dei capillari dell'arteria e vena pohno na altrimenti ,;i arresterebbe in quesli ed in conseguenza, nOG' potendo occludere che un capillare del cervello, non può 1-(iooare h forma clinica del Rotondaro.
La nostra diagnosi perciò fn: Tumore nella sosuin za midollare rfrl lobo antfriore e nwiio dell' nnisfero .sinistro dtl cervello, lNlente la f1mziont· ,lei peduncoli <' dell<t 3• circon-
U A C1STI \EL CEllVKLLO 116fl i:olu.:iunt o del Bro ca. con grace conr,estionl' cerebrale seguita da idro ce/alo acnto.
Ora resta a redere in quale rapporto sia stata la malattia sofferta dal Rotondaro nel p. p. novembre da lui e dai parenti qualificata « tifo alla ll'1>ta » col 1umore cerebrale dia!!nosticato e com,tatato coll'autopsia. \ oleodo dare un giudizio in base ~Ilo stato genera le del paziente ed a!l'anamne:;i, si deve ammettere che realmente non ahhia offerto il tifo secondo il <'onceuo pntologil'.O moderno Considernndo rhe l'inferm o ed i ~uoi parenti h:rn110 parlato di una malattia ùa loro denom inata tifo alla testa e che ha decorso senza fehbre e senza lasciare deperimento organico, evidentemente hanno volulo indicare che ha sofferto una malallia tifica secondo il con cetto patologico degli antichi.
Forse per tradizione le diedero questo nome percht'>. come sintomi principali, presenlava offuscamento dei sensi, stordimento, stupore e cefalea. Ver. 1me ulo, ammettendo ch e il Rotondaro abbia sofferto il tifo secondo il concello mo lerno. si ha suff iciente spiegazione della cefalea, dello stordimento, dello stupore e dell'offuscamento dei ::.ensi: ma resterebliPsempre oscuro, di fronte alle comuni nozioni , il fatto dell'assenza della febhre e del deperimenlo orga ni co.
Inoltre sarebbe un fatto ,cramenle ecr.ezio nale che una malallia appartenente ad una classe emineoLem enLe 1·ontagiosa (dermotil'o) o miasmatiro-contagiosa (ileotifo) siasi limitata ad un solo caso se uza diffondersi. comunicandosi ad altri indiYidui. Oal l'anam ne:1i e dalle informazioni prese risulta ch e nè nel comune di S. )Iarco Argentano, ove il Rotondaro fu detenuto nelle carceri, nè in quello di Rogiano Gravina, ove ha se mpre vis,uto , , i furono altri maiali di La i genere.
Pertanto ~i opina che nel p . p . novembre il Ro1o nda10
1170 U'.'l'A ClSTl NEL CERVELLO abbia sofferto (e per l'esistenza del tumore e pel dispiacere e continuo rifiéuere che trovavasi chiuso nelle carcel'i pel porto d.i un'arma che avea sempre portat~ senza aver ricevuto osservazione sul riguardo) congestione cerebrale, la t{Ltale, mercè la stasi sanguigna, ostacolando il libero af~usso di nuovo sangue ai·terioso eJ ossigenato nel cervello, v1 cagionò diminuzione di questo sangue_ indis~ensabile per la normale sua funzione e quindi la man1festaz1o ne della for ma tifosa dal medesimo in allora sofferta; opinione questa av valorata dalla transitorietà della malattia, dall'assenza della fehbre, dal non avere lasciato deperimento or~anico e dall'a\·ere il Rotoodaro presto riacquistato quasi la completa guarigione.
IV.
L'autopsia è stata eseguita 37 ore dopo la morte. Il ca davere era di buona costituzione scheletrica e con masse scolari e pannicolo adiposo hene sviluppati . Aperta la cav1l~ · Ila s,· è osse1·vato di anormale nelle ossa, le ({Uah cranica . ou , si sono facilmente staccate dalle sollostanti meningi che erano mollo distese e conr.::este. Queste a sinistra con difficoltà si sono potute staccare dal sottostante lobo anteriol'e medio dell'emisfero, ove erano in intimo contatto colla massa cereb rale . A destra invece si asportarono con faciltil ed, appena punte, si è visto scnppare molto liquido limpido, incoloro ed in odoro che trovavasi raccolto sotto . Simile liquido è stato riscontralo in discreta qu.rntità nelle fosse cr,rniclie e nei ventricoli cerebrali. La superficie del cervello era bene conformata, ad eccezione del lobo anteriore e medio dell'emisfero si nistro
UNA CISTI :NEL CERVELLO 117 1
che presentavasi tumido, prominente ed appianato in maoiera che dei rilievi e delle anfrattuosità delle circonvoluzioni esisteva appena un accenno. La sostanza cerebrale di detta parte, non esclusa la 3° circonvoluzione o del Broca: e dei peduncoli cerebrali mostravasi variamente ed in leggiero grado rammollita.
Praticatavi un'incisione, si vide venir fuori un liquido omogeneo denso, di colore verdognolo ed inodoro, molto somigliante al pus, e, prolungando là il taglio io. maniera da aprire l'emisfero in tutta la sua lunghezza, si è constatata l'esistenza dt"lla parte corticale di una cisti membranacea che occupava quasi in totalità il lobo anteriore e medio.
Questa era fatta di una membrana bianca, sottile resistente e con superficie lisce e non ad erenti alle parti circostanti.
Il resto del cervello era normale presentando anemia e nelle facce risultate dal taglio una lucentezza umida per edema. I seni veno$i erano vuoti di sa ngue. L'esame microscopico del liquido e della membrana della cisti non è stato praticato perchè mancava il microscopio.
Gli organi toracici ed addominali, ad eccezione della milza che presentava un leggier o aumento di vol ume, si riscontrarono normali per posizione, volume e struttura.
Y.
L'autopsia, mostrandoci un tumore cistico nel lobo anteriore e medio dello emisfero cerebrale sinistro con le conseguenze del restl'ingimOjnto della cavi tà cranica per idr ocefalo acuto, confermò la diagnosi clinica.
Il smtoma che ci diede l'allarme e che ci diresse per la
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huona via della dingnosi fu la dilatazione della pupilla ~inistra, dilatazione che, per essere associata a ptosi e ad esoftalmo , dovuto a semplice rilasciamento per paralisi dei mucoli del globo oculare, si ritenne come effetto de! ramo irideo del nerv o oculo-motore, il quale, mediante la sua par.i lisi, avea determinato la pto si e l'e soflalmo. La paresi di moto e di senso degli arti del lato destro, che, gl'adatamente progredeoJo, divenne 110a completa paralisi. fu indubbiamente consider,,ta di origine cefalica, perchè associata alla paralisi della palpebra superiore e dei muscoli del globo oculare sini,tro. Si opinò inoltre che detta paresi di moto e di se nso era dovuta non alla mancanza della volontii e della percezione nerrosa e non a lesione dei centri psico-motori o corticomotori, che, come dice lo Charcot, risiedono nella ci rconvoluzione frontale ascendente e parietale nscendente, che 6an cheggia no e fanno da parete al solco di Rolando, ma a para !bi delle fibre miste, cioè di senso e di moto, che dall sostanza corticale dell'emisfero si portano per mezzo dei pe duncoli cerebrali nel midollo allungato e spinale. Tale giu dizio venirn legittimato dal perché la pal'alisi. se co~ì no fosse-stato, avrebbe dovuto essere non limitata ad una m del corpo, ma generale. esLesa a tulio il corpo, come lo ne~li ultimi giorni di vi ta, ed anche perchè mancava la pa ralisi della melà della faccia dello stesso lato dell'emi ple non solo , ma la coscienza era stata sempre integra: tanto vero che nel periodo grr,ve e prossimo a raggiungere lo sta apoplellico che presentò negli ultimi tre iiorni di vita, l'' fermo conse rvava l'i ntelligenza, come lo addimoslrò con l'a di pulirsi la bocca con la mano sinistra, quando gli fuoru da quella del latle. Il disturbo graduale della loquela poi ritenne conseguenza non della perdita dei mov imenti d li_ngua per paralisi del nervo ipoglosso. ma invece della perdita graduale della funzionaliLà della 311 circon\'oluzione O del Broca, s_ia perchè l'afo ·ia si era iniziata ed avea gradatamente progred1to quando la lingua evidentemente conservava i suoi movimenti , e sia perchè si era manifestata co ntemporaneamente ai disordini psichici ed al ritorno della convulsione sintomi questi che, col ri cordo di quanto ha scritto il Colleo~ der ed il Nothnagel , fecero ammettere il disturbo nella funzione della sostanza corticale del lobo anteriore e medio dello e~ isfe:o sinistro del cervello, leso per la com pressione eserc1 tatav1 dal tumore cresc ioLo di voi urne. Il Collender nel 188'"' scriveva: « Si osservano paralisi senza conv ulsioni nei ca : di les_ioni dei gangli i basilari e del ponte; ad esse non :: as~o~1ano le convul~ioni che quando siano lese le parti supE-rficiah del cervello s1tua1e in vicin anza dell'arteria menino'ea media. » l i Nolhnagel nel suo studio sulle localizzazioni ;erebrali con~biude che « le monoplegie e le emiplegie precedute o ~eg11 ile da convulsioni parziali o da accessi epilettici g:n ~ra h e '.'abbassamento psichico ed i disordini afasici a sociat1_ ad emiplegia o monoplegia rendono probabile l'origine corticale della lesione. »
.. Il n~n ~ver fot~o la_di~g nosi di una malattia così grave du1ante t _cinque g1orn1 d1 degenza nell'infermeria di corpo, m~nlre ti Rotondaro si ri conosceva soffere nte, è giustificato c~iaman~o alla mente che, co me è 0010 , non sia cosa facile d1a~nost1care un tumore cere brale nel principio del suo svi~u~po e ~pesso a nche durante il suo decorso, ove mancas.sero l _srnto~1 obbiettivi. Sul riguardo il Bomberger dice che <e la d1agn os1 dei tumori cerebrali, salvo poche eccezioni , .sia p·. . . . IU una suppos11. 1one che una vera diagnosi , e la determinazione della loro sede, p1·escindendo pure da qualche caso ecceziona le, s ia addirittura quasi sempre impossibile. »