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ClllRURGICHE
ed una fu inulile, essendosi dovuto più tardi disa rticolare il dito.
Delle prime tre , 2 in Perugia (maggiore De Martino) e l'altra in Bari (maggiore )lorossi) . La quarta era stala praticala nello spedale di Savigliano (capitano Carta Mantiglia), ma la successiva di sarticolazione del dito {alluce) fu poi praticala nello spedale d'Alessandria, quattro mesi dopo.
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lles e.:ione di frammento. - Stata eseguita nell'ospedalf'l di Verona (maggiore Carabba) con esito di guarigione in un caso di frattura di tibia, con fuoriuscita del frammento inferiore.
Artreetomle.
Osp edale di Torino . -- In un ammalato di osteomielite acuta dell'estremo inferiore d'un omero, con ascesso nella giuntura, aperta questa co n due incisioni longitudinali, si svuotò l'ascesso e si sgorbiò la superficie articolare dell'omero. Esito di guarigione (maggiore Randone).
Ospedale di Br escia. - Ne furono praticate due (maggiore Bianchi).
I. In un ammalato di gonartrocace si aperse la giunt ura dai due lati e t[uin di si esportò la parte alterata della sinoviale, raschiando pure i capi articolari , il che fu eseguito due volle, ma senza successo, essendosi poi dovuto amputare la coscia quallro mesi dopo.
2. In altro ammalato di gonarlrocace si fece una sola incisione all'esterno ed in alto della giuntura. Escisa '}uindi la parte alterata della sinoviale, si rasch iò il cavo ascessuale . L'operato fu poi riformato , con conservazione dei movimenti, ma superstite un seno fistoloso in via di riparazione.
Altre operaalonl •ragli o•••
.
Esportaziont-, di seque-Str i.. - Ne vennero menzionate le seirue nli:
1° di un sequestro lungo 9 1 / 1 cent. e largo 1 ' / , da un angolo di mandibola: esito non ancora stabilito; ( Milano maggiore Vallino);
2° d'esteso sequestro di branca montante di mandibola: esito nullo e, dopo un mese, resezione , pure con poco profitto (Cava ; maggiore De l\enzi);
3° di voluminoso sequestro d'una branca montante di mandibola; dopo 4: mesi se ne estrassero altri. Esito non specificato; però l'operato fu invi ato in licenza (Palermo; maggiore Di Fede);
·
4° d'un voluminoso sequestro, a tutla spessezza dell'osso, della branca orizzontale d'una mandibola, lungo 6 cent. e 1 ,: 11uarioione (Messina; tenente colonnello Paris); ll n
5° d'un sequestro luogo 5 cent., largo 3 da una branca montante di mandibola (Massaua; capitilano De Vigiliis): l'operato rimpatriò a cura non terminata, persistendo llncora carie;
6° di sequestro da un astragolo, con successiva causticazio ne; guarigione (Livorno; capit.ano Buonomo);
7° d'un sequestro ci rcolare di femore, superstite ad amputazione praticata nell'anno precedente; estratto mediante inci si one lunga 1Ocentimetri e profonda fino all'osso(Cagliari; tenente Man esi);
8° d'un sequestro di tibia mediante sgo rbiatura, con successiva causticazione: pare che l'es ito, quanto alla località, non fosse cattivo, ma l'operato mori dopo quattro me si di tubercolosi (Perogia, capitano Gigliarell i);
OPERAZIO~l CHIRURGICHE
9° di due cospicui sequestri d'omero stato comminutiYamente fratturato da proiettile d'arma a fuoco, estratti tardivamente ed alla distanza d'un me&e l'nno dall'altro, previa spaccatura delle parti molli: guarigione e conservazione della funzionalità dell'arto (Bari, maggiore Iandoli).
S,qorbiature e raschiam enti . - Queste operazioni furo no abbastanza numerose e per la maggior patte di notevole importanza: a) ~elio spedale di Torino: I O Sgorbiatura d'un intiero condilo esterno di femore cariato, senza intaccare la gi untura.: esito .nullo per insorgenza d'artrocace per cui ciniiue ~es1 d?po s1 dovette amputare la coscia; 2° Sgorbialur., pa rziale d1 sterno carialo, con incisione della cartilagine di prolungamento delle tre prime coste: guarigione; 3° Soorbiatura di sinfisi di mento per carie, previa spaccatura di :eno listo-: loso: guarigione; 4° Sgorbiatura di cresta iliaca cariata in seguito a periostite traumatica: guarigione; 5° Raschiam ento di tuberosità cariata di tibia; esito nullo ed in seouito am po . d taz1one i coscia; 6° H.aschiamento di porzione cariata costa: esito nullo e quindi resezione un mese dopo. Di queste operazioni le tre prime furono praticate d maggiore llandone, le altre dal capitano Tommasina. b) Nello spedale d'Alessandria: f O Raschiatura di co n• dilo interno di femore, per carie: guarigione (magg ion, Corva); 2° Sgorbiatura d'un malleolo interno cnriato: es il nullo, essendosi dovuto amputare la gamba tre mesi dopc, (maggiore Corva); 3° Raschiatura di costa cariata ed in al lrO ammalatò raschiatura e cauterizzazione d'un metaca rpeo cariata: guarigione in ambedue i casi (maggiore Corya); ,i.0 Raschiatura d' un osso sacro car iato: guarigione (maggi ore Bocchia). cì Ospedale di Savigliano: 1° Raschiat ura di cresta di tibia cariate, previa spaccatura di seno 6$loloso e con successiva causticazione col cloruro di i.inco: guarigione: 2° Rnschia tura di due coste cariate: guarigione: 3° Raschiatura di manubrio di sterno cariato con esito nullo, ed alcune altre di poca importanza, tutte praticate dal maggiore Cor.a: +o Sgorbiamen~o di 1° e 2° cuneiformi per carie tubercolare con esito nullo. per modo che due mesi dopo si do,etle amputare la gamba, ollre a tre altre raschiature di minore importanza (capitano Carta ~Iantiglia). d) Ospedale di ) Jilano: Sgorbiatura d'un malleolo interno cariato: esito nullo (maggiore Calderini) ed altre di processo mastoide cariato, con esito favorevole (maggiore rallino). e) Ospedale di Verona: llna sgorbiatura di manubrio di sterno, altra di cresta iliaca. una terza di tibia, tutte con esito di guarigione ed una quarta di co5ta con esito nullo (maggiore Carabba); una sgorbiatura di epitroclea senza Yantaggio (capitano Silvestri); una ra$chiatura di cubito con gua rigione {capitano Bari ella).
{J Ospedale di Bologna : due raschiature di costa con guarigione, una di manubrio di sterno erl altra di claYicola con esito nullo (maggiore .\tonari ; due altr e raschiatu re. una di sterno e l'al tra di c03ta, preYia spaccatura dei relativi ascessi sintomatici ed esportazione delle loro pareli: guarigione relativa (maggiore Imbriaco).
In un ammalalo di coxarlrocace, previa una ~paccatura lunga 16 cenlimetri nella regione anleriore laterale della co· scia e la ripulitura extra ed intra cassulare dalle ma rcie e masse caseose, furono raschiati e parzialmente esportati il capo ed il collo femorale. Ciò no n ostante il processo ca r io~o non polè essere frenalo e l'operato venne poi a morte alcuni mesi dopo (maggiore Imbriaco).
1516 OPERAZIONI CHIRU-RGICHE
y) Ospeda le d' An cona: raschiamento di tuberosità di tihia e cauterizzazione: esito-riforma (maggio re Pascolo).
h) Ospeda le di Roma: raschiamento di rosta e delle fungosità circostanti: guarigione (tenente Pimpinelli ).
i) Ospedale di Napoli: Sgorbiatura di testa di pero ne; raschiatura , ripetuta tre vol te, d' una Io• costa nella linea ascellare posteriore: ambedue con esito di guarigione. Altra rnschiatura e successi va caustic.izione in caso d'a rtrocace radio-carpeo, senza vantaggio, essendosi poi dovuto. am patare l'antihraccio (maggio re Sciumbata ).
l) Ospedale di Caserta: ra schiatura <l' una tibia ed ahra del margine superiore dello stern o: e:;iti ignoti (ca pitanCf' De Falco).
m) Ospedale di Palermo: rasc hiamento e causL icazione dell'angolo di due cos te: guarigion e (maggi ore Di Fede).
n) Ospedale di .\l essina: raschiamento di mandibola con e!-porl.azione di piccolo sequestro: guarigione (maggiore Donanno).
o) Ospedale di Firenze: raschiamento di falange di mignolo per esiti di patereccio: guarigione (maggiore Vinai).
P) Infermeria dell a Venaria: raschiatura de ll ' estremo inferiore d'un cubito, previa incisione lunga '.20 centimetri nel bordo interno dell'antibracc io: esito ignoto. Altra di una seconda falange d'un dito di piede, senza vantagg;o, essendosi dovuto un mese dopo disarticolare la falange (capitano Satti).
Trapana:ioni od incisioni di tuberusità mastoidee per raccolte marciose consecutive ad otiti. Con processi diversi e con esito di guarigione ne furono praticate:
6 nello spedale di Torino (ma ggiore Randone e capitani
Tommasina e Bellia};
1 a Pin erolo (capitano Bobbio);
1 a Savigliano (capi tano Carla Mantiglia);
1 a Padova (maggiore Astegiano);
I a Livorno (cap itano ~ ichi eli);
I a Roma (maggiore Chiaiso); f a Napoli (maggiore Sciumbata);
,t a Cava (maggiore De Renzi);
2 a :'iocera (ca pita no Cacace);
2 a Catanzaro (ca pitano Pasquale).
Esporta:ione d'1m osteoma della grandezza d'una noce avellana dalla seconda falange d'un alluce, mediante sgorbia: guarigione (Alessandria: maggiore Corvi;).
Es porta:ione d'un esostosi omerale (Ancona: capitano Carino).
Espo1·ta.:ione d'un mcondroma dalla P falanoe d'un dito I) medio di mano, previa cloroformizza1.ione e co n successiva causticaz ione: esito non ancora definito (Milano: maggiore Yallino).
Esporla:ione totale, per artrocace ad una mano, degli ossi i.0 e 5° metacarpei, parziale del 3° metacarpeo, non che degli ossi tr,i pezi oide e capitato, co n reci sione mediante forbici dei tessuti molli alterati: operato guarito e riformato (maggio re Randone).
Estra:ione immediata di scheggie idue della lunghezza di 6 centimetri ed altre mi nori in caso di frattura fronto-parietale per calcio di cavallo e sollevamento di frammenti infossati nell a sostanza cerebrale, con esito di perfella guarigione (infermeria presidiaria di P inerolo: capitano Bobbio).
Altra estra.:ione di scheggi e primarie in un caso di ferita d'arma a fuo co ad una mano con frattura comminuta di due metacarpei : guarigione (Gaeta: maggiore Pascolo) .
Sollevamento e riduzione d'un frammento infossato in un caso di frattura del frontale per zampata di cava llo, eseguiti mediante il tirarondo: esito favorevole, superstite solo una leggiera depressione nella superficie frontale (infermeria di Catania; tenente Delogu).
S0lle1Ja111mto della cartilagine d'una terza costa, distaccatasi da questa per urto del timone d'un carro e notevolmente avvallata nel torace. Il sollevamento ru eseguito mediante uncino aguzzo introdotto sollo il frammento avvallalo e la guarigione fu completa (infermeria d'Aquila; capitano Giuliani).
E~porta:;ione d'un frammento mobile ed isolato della regione mentoniera d'una mandibola commioutivamente fratturata, essendo riuscito infruttuoso un tentativo di sutura ossea: ~uarigione (ospedale di Caserta; capitano De Falco).
Ostl'otomia tardiva in caso di frattura male consolidata. Ad un carabiniert\ stato curato di frattura di tibia (nella casel'lna di una piccola stazione) e guarito con callo deforme e sporgenza del frammento superiore sotto la cute, si rup pe forzatamente il callo e si esportò la parte spor~ente. ottene ndosi così una regolare ridur.ione e quindi la guarigione (ospe· dale di Caserta: tenente colonnello Guerriero).
\ ennero linalmente ricordate parecchie estrazioni totali 0 parziali di falangi necrosate in seguito a paterecci, tutte guite da guarigin ne.
Estrazione di proiettili d 'arma. a fuoeo .
Spellale d'Alessandria. - In un ferito da arma a fuoco con cartuccia a mitraglia ad una coscia, furono estratti doe piccoli proiellili mediante dilatazione della ferita: guarigione (maggiore Bocchia).
Spedale di arigliano. - Estrazione d'un proiettile di rivoltella deformato, cioè assottigliato ed aderente alla regione mentoniera d'una mandibola: l'estrazione fu eseguita col tirapaUe Francbini, dopo che erano riusciti inutili i tentativi fatti con altri stromenti: guarigione (capitano Carta)(antiglia). fnfmneria di Pùwrolo. - Id. di proiettile di rholtella penetrato nella regione anteriore del torace con lesione polmonate e fermatosi nella corrispondente regione sotloscapolare: guarigione (capitani Bobbio e Ciani). ì'iello spedale di Milano vennero estratti un ago da cucire da una coscia, verso l'apice del trian golo di Scarpa (maggiore Calderini) ed un altro coo:;imile, lungo cinque centimetri dalla mac,sa muscolare circostante all'anello del 3• adduuore d'una co:;cia (tenente Pansini), come pure un palli no di piombo che da quattro anni stava sotto una congiuntiva bulbare (ma:?g:ore Yallino).
Spedale cli .lfilano. - Estrazione di proiettile di rivoltella entrato nella regione o.ntenore del torace si ni stro ed arrestatosi fra le libre profonde del muscolo sottospinoso dello stesso Iato : guarigione (maggiore Ynllino) .
S11edale <Li Verona. - Estrazione di proiettile di rivoltella penetrato nella regione mammaria sinistra e fermatosi presso il margine interno della scapola corrispondente: guarigione (mag~iore Carahba).
Spedale d'Ancona. - Id. di proieLLile di cartuccia a mitra glia, penetrato come sopra ed arrestatosi al dorso. (ìuarita la ferita chirurgica si dovette un mese dopo e,-egairn la toracentesi per empiema : guarigione (maggiore Pascolo) .
Spedale di Firenz e. - Id. di proiettile di rivoltella incuneato fra àue ossi metacarpai: guarigione (maggiore Vinai).
Spedale di b[essina - I d. d'un proiettile entrato nell:\ re:.!ione esterna d'una coscia ed arrestatosi sul connellivo sottocutaneo della parte interna; guarigione ( maggiore Bonanno) .
Infermeria di Ra,;enna. - Caso identlco al precedente: esito nullo , essendo avvenuta la morte del ferito (op. capitano De lloberli).
Infermeria di Terni. - Estrazione della regione frontale d'un disco di feltro di cnrtuccia a sah e, in ca:;o di ferita a 'bruciapelo alla faccia: guarigione (tenente Campili).
E•trazlooe di eorpl e8tranel.
Nello spedale di Catanzaro fu estratto dal cavo pleuritico sinistro un intiero coltello serramanico col rispettivo manico di legno, la cui lama era lunga 7 centimetri e larga uno. Ecco la storia di questo strano fatto.
Una guardia di finanza, nel delirio d'una febbre malarica, si ferì di coltello al margine superiore della 6• costa sinistra, nella linea papillare. La ferita lunga circa due centimetri, fa susseguita da pio-pneumo torace. Il ferito accennava bensì all'esistenza dell'arma nel torace, ma ciò non fu a tutta prima creduto. Se non che, nel fare dopo qualche giorno un'iniezione nel cavo pleurico, se ne avverti la presen1.a e se ne fece l'estrazione mediante pinzetta. :Morto il ferito dopo quindici giorni, si riconobb~ all'autopsia che l'arma aveva perforato il pericardio in due siti strisciando sul cuore ed aveva pure attraversato il polmone fin quasi alla parte posteriore (curante non indicato).
~ello spedale di Firenze fu estratto da un'eminenza ipotenare un frammento di vetro, di forma triangolare, lungo ,i. centimetri, previa incisione sulla cicatrice d'una ferita dovuta al vetro stesso (maggiore Yinai).
Nello speda le di Roma si estrassero in un borghese frammenli di vetro da una ferita al dorso d'una mano e fu qui ndi suturato il capo periferico del tenòine reciso dell'estensore del mignolo a quello dell'estensore comu ne (innesto per ane· stomos i): esito ignoto, il ferito essendo subito stato smesso dallo spadaie (tenente Pimpin elli) .
Operazion i per tumori di-versi ,
Polipi. - ?\e vennero estirpati ci nque nasa li e quattro aur ico lari; uno fra questi ultimi si riprodusse. Per gli allri l'esito fu di guarigione.
Turno>'i cistici. - Se ne esportarono 7-1 , tutti con favorevole successo. . ldenomi. - Le esportazioni di adenomi sommarono a 25'2. tutte, meno quakhe rara eccezione. con buon esito. Predominarono gli adenomi inguinali (322) che io granò.e maaoioranza erano consecutivi a bubboni venerei. 1'11')
Gli spedali che ne pratica rono in maggior numero furono i seguenti:
)fessina 6,i. (tenente De Luca: golo in pochi casi, capitani )linici e H.uggeri).
~apoli 37 (maggiori Sciumùata, Pinto, Li broia. capitano Polistena, tenenti Cuoco H Lastaria).
Firenze 29 (tenente colonnello Cocch i, maggiori Yinai e Ferrero , capitano Curzi, tenenti Grotti e De Filippi).
Genova 19 (maggiore De Prati; in un solo caso, capitano Zunini).
Livorno 15 (capitani Buonomo e )Iichieli, tenenti Pocci e Fiorini, sollotenenla Pieraccini).
Pa!errno 15 (ma~giore Di Fede; in quattro casi, capitano Campurra e Lenente Cecchetlani).
OPÈRAZI01'1 CllIRUJIGICHE
Bologna IO (ma6giore I mbriaco; in un caso, Monari) .
Ca.serta 11O (cap itani De Falco . Oteri, e Sandreui, lenente Cardi).
Torino 8 (maggiore Ilandone; in un solo caso, lenente Schizzi) .
-Y erona 6 (maggiore Carabba).
ChieLi 5 (maggiore Manescalchi ).
Catania 5 (maggiore Bonanno) .
Venezia 4 (maggiori Monari e Giacomelli).
Savigliano 4 (capita ni Attanasio e Carta )I anliglia).
Le restanti occorsero in diversi altri ospedali ed infermerie.
Fra queste operazioni, altronde tutte importanti~ meritano speciale menzione le seguenti:
.Xello spedale di Genova (maggiore De Prati):
Esportazione d'adenomi ascellari multipli, aderenti al fascio nerveo-vascolare, con legatura di diversi rami !lrleriosi e venosi;
Al tra esportazione d'adenoma ascellare, con legatura di 15 vasi. tra arteriosi e venosi;
Altra espor1azione d'adenoma inguinale, con legatura di un'arteria del calibro d'una grossa radiale, non che di altri v~ì venosi:
Due esportazioni. d'adenomi, uno sotto mascellare ed un altro ad una guancia, con legatura delle arterie facciali ( 1).
Nello spedale di Torino (maggiore Randone) un'esporta- zione di ,oluminoso adenoma sollo-aponeurotico da una reuione carotidea. llmiula. - Una sola, guarita mediante spaccatura, escisione e successiva causticazione (infermeria di Casale: capitano Frego i}.
(I) detto nella relazione sanitaria dello spedale di Geno,·a che tanto ID questi come in a.Itri atti operativi d'importanza s'ebbe sempre di preferenza ricorso all'anestesia locale mediante iniezioni di cocaina, spinte <l'ordinario fino alla do.ie di 20-30 centigrammi senza inconveniente di sorta, sebbene talvolta si manifestasse un transitorio eccitamento dei centri nervo,i nella sfora psichica, talora erol1ea.
~elio spedale di rarma (maggiore Yinai) un'esportazione di adenoma ascellare , con guarigione per primo coalito.
Tumori emorroùlari. - Ne furono esportati cinque colla legatura, con esito favorevole (1 a Milano, I a Yerona. 3 a Fire nze).
~elio spedale di Palermo ne vennero esportali parecchi, esterni ed interni, coll'ansa galvanica; altri ne furono distrutti col termo cauterio; tutti in due ammalati e con esito di gua rigione (maggiore Di Fede ) .
Angiomi . - Uno al capilfizio, esportato colla legatura (ospedale di ) l ilano; maggiore Yallino): un secondo ad un labbro inferiore, esportato con taglio a Y(ospedale di Genova; maggiore De }'rati) un terzo alla faccia. esportato col tagli o e coprendo la superstite breccia con lembi antoplastici per scorrimento (ospedale di Livorno; capitano Mi chieliJ. Tutti gli op erati guarirono: quello di Livorno guarì anzi per primo coalito.
'/'umori maligni. - Yennero esportati tre fibromi ed un glioma, tutti con esito di guarigione. Dei pnmi, uno a Firenze (maggiore Ferrero), l'altro a Cava (maggiore De Renzi ) il terzo a Napoli (capitano Barecchia): il glioma a Cremona (capi tano Zanchi).
Tonsille ipertrofiche. - 4-5 ammalati venn ero operati di tonsillotomia che per quasi la meta di essi fu bilaterale . Esito favorevo le in tutti.
Echimoma. - Notevole ad una natica, vuotalo mediante aspiratore: papillomi e conditomi diversi, esportati col tagli-0: tutti con guarigione.
Lapa.rotonlla .
Nello spedale di Torino fu pralicata una laparotomia mediana esplorativa per voluminoso tumore mesenter~co. Essendosi poi riconosciuto non esserne possibile l'esportazione, si chi use la ferita con adatte suture (maggiore Randone). perato, una guardia di finanza, morì venti ore dopo.
Operazlonl sugli or,r;ant geolto-orloarl.
Orchiectomie. - Si praticarono dodici semi-castrazioni ed un'esportazione parziale di testicolo tubercoloso , mediante raschiamento e successiva causticazione potenziale.
Le semi-castrazioni furono motivate da processi tubercolari in dieci casi, da sarcoma in uno , da seno fistoloso in altro. L'operato per sarcoma morì due mesi dopo e l'autopsia rivelò la coesisrenza di allri tumori sarcomatosi nell'addome e nei polmoni. Tutti gli altri gnarirono.
Sì fatte operazioni furono praticate :
1 in Torino (maggiore Randone);
I a Venaria Reale (tenente Abelli);
1 a Novara (capitano Grieco);
11 a Savigliano (maggiore Corva);
:2 a Genova (maggiore De Prati);
2 a Roma (maggiore Chiaiso e tenente Pimpinelli);
·1 a ~apoli (tenente Farina);
1 a Caserta (capitano De Falco);
I Reclusorio Gaeta (capitano Giorgio);
2 a Palermo (maggiore Di Fede).
Ampttttuione di pene. - "'.'{elio spedale di Caserta fu pra- ticata un'amputazione di pene per epitelioma e con esito fa1orevole (capitano De Falco).
Cistotomia soprapubica. - ~e occorse una sola e di essa fu già pubblicata la storia a pag. 851 dell'annata 1890 di 11 uesto Giornale. Ricorderò quindi soltanto che fu eseguita nell o spedale di Verona dal maggiore Carabb~ e che l'operato guarì in otto giorni. Il calcolo estratto era Yoluminoso. Uretrotomie. - ~e furono praticate sei, cinque interne ed una esterna-, tulle per restringimenti uretrali e con favorevole successo: 1 in Torino (maggiore Randone): I a Padova (magg iore Astegiano): 2 a Firenze (maggiore Vinai e capitano Curzi): 1 a Napoli (maggiore Sciumbata).
Dilata:ione gradnale d'uretra: ,12 volte, con esito favore1ole.
Dilata.:ione for;:ato. d'uretra. - Fu praticata in 1 O ammalati con buon risullato: in quattro col dilatatore del Corradi (maggiore Calderini a ~filano, capitano Pasquale a f.atanzaro ); in sei col divulsore Voillemer (a Palermo maO'aiore > 00 Di Fede). In altro caso di gr·ave stenosi cicatriziale, limitata al meato orinarfo ed alla fossetta navicolare , fu pure eseguita con uguale risultamento la dilatazione forzata col divulsore Helt modificato da D' Antona (ospedale di Padova; maggiore Astegiano).
Opera;:ioni d'idrocele . - Si ebbero 35 operati d'idrocele: 34 guarirono, 1 fu riformato. Come al solito, i metodi operativi furono parecchi ed et1uipollenti. In nessun caso occorsero circostanze meritevoli di menzi,,me.
Opl'ra.:rioni di fimosi e para fimosi. -· Delle prime se ne registrarono 5'I e delle seconde 4, tutte riuscite a guarigione.
Teraeeotesl e toraeotomle.
Gli ammalati stati sottoposti ad alli operativi per idrotorace o per empiema furono 227; ma le operazioni, comprese 13 resezioni costali, sommarono a 279.
Ne morirono :?8. Quanto agli altri 199 vennero indicati r seguenti esiti:
57 44 32 40 3 4 9 IO
Argomentando dalle due prime cifre qui contro, le quali rappresentano quasi la metà degli operati, si potrebbe ritenere che i risullnmenli complessivi furono abbastanza lusinghieri . Nè ma ncarono casi di pronta e co mpleta guarigione in cui gli operati, anche di toracotomia, ripresero subito il servizio.
!ermo), sei col processo K113ter a Torino ed una con resezione solloperiostea d'una sola costa a Napoli.
Delle operazioni col processo Knster, tre furono praticate con resezione sull'8• e sull' IP costa e tre altre colla toracotomia nel 6° spazio intercostale e con resezione della 11o• costa.
Gli esiti delle 113 çostotomie furono: 4 guarigioni, 4 morti, 2 riforme , 11 invio in licenza breve . di convalescenza, 11 miglioramento ed un insuccesso. ~ove di esse erano state precedute da toracentesi o da toracotomia sempl ice. Aqueste appartengono i quattro esiti di morte.
Non tutti gli esiti letali furono in diretta relazione col fatto pleurico. Di fatto, sette di essi furono tardivi ed avvennero per altre cause cioè: per tubercolosi in sei ammalati e per degenerazione amiloide dei reni in un altro .
Dei 227 ammalati:
187 furono sottoposti ad una sola operazione (morti 19)
30 » a due operazioni ( > 6)
8 » a tre > ( » 2)
2 » a qua Uro » ( » I)
Quanto alla natura del versa mento pleurico, 183 ven nero indicati come primitivamente affetti da idrotorace e H co me primitivamente affetli da empiema. In ollo dei primi il versamento si con vertì più tardi <la sieroso in purulento.
Sopra 279 operazioni, si contarono224 toracentesi, ,2 toracotomie semplici e ·13 toracotomie con resezioni costali, delle quali sei col processo Estlander (5 a ~apoli ed ·I a Pa-
Le toracentesi furono praticate nella grandissi ma maggioranza cogli aspiratori del Potain e del Dieulafoy, e so lo in pochi casi coi tre quarti del Fraenzel e del tenente colonnello )fonti (spedali di Milano e di Udine). Due altre sono state eseguite nello speda le d'Alessandria mediante aghi del Pravaz lasci.ali in sito per alcnne ore in due ammalati di pleurite essudat.iva, ostili all'impiego d'altri stromenti. Gli aghi infissi furono parecchi per ogni ammalato e se n'ebbe giovamento. Fatti identici trovan si r egistrati in alcune delle precedenti riviste delle operazioni e meritano d'essere classificati per le toracentesi.
A tutte queste operazioni parteciparono gli ospedali e le infermerie presidiarie registrate nel seguente quadro nella misura e cogli esiti per ognun•> di essi indicati. Vi si aggiunse pure una toracentesi con successiva torncotomia state praticate per circostanze eccezionali in una caserma d'un presidio isolato.
32 43 3 Maggiori Randone, Astesiano, Musizzano, Favre; capitani Rosso, Tommasina , Belli1:1; tenenti Schizzi, Faltori e Paschetto. capitani Bobbio e Cougnet; lenenleGi1rni
Capitano Demicheli e lenente Massar1.
Capitano Sirombo. Perron, medico borghese.
Mag~iore And1·eis; capitano Camelli e tenente Galasso.
Capitano Cacchion e.
Capitani Cametli, Arduino e Fregni.
Ma[!giori Piseddu, Falcone. Vallino, Caldérioi; capitano Demicbeli; tenente Zoncada.
Capitano Fissore.
Capitani Crema e Fresa.
Capitani Spagnuolo e Tursini.
~Iaggiore ·Falcone; capitani Zunini, Astengo, Cataldi; te11ente Detlori.
Magg-iore Gottardi.
Capitano Cavazzocca.
Capitani Fabozzi, Pesadori.
Capitano Trovanelli.
Capitani Faralli, Marrocco; lenente Ongaro.
Magiriori Imbriaco e Volino; capitani Berm1r<lo. Capobianco.
Ma~giorc CArasso; capitano Moroni.
Ma~giori Pascolo, Geloso, Celli.
Capitano Giuliani.
Tenente Di-Gianrlomenfoo.
Maggiore Volpe; capitano Arruzzoli; tenenti Grott1 e Delpriore.
Maggiore Adelasio.
CapllarJO Michieli; tenente Pispoli.
Capitano Federici.
Capitano Atzeoi; :-oltolenente.Mencarioi.
Maggiore Sciumbata; capitano Carotenulo; tenenti Lastaria e Farina; soltotenente Farenga.
Capitano De Falco.
Tenente Gaeta.
Capitano Cacace.
Ospedali ell infermerie Bari ~lonteleone Palermo Trapani. Messina In caserma
Operatori
5 5 » Maggiori Celli e Morossi; captlano S..isca Domenico.
1' 2 11 Capitano F11scia.
6 -; 1 Maggiori Di Fede e Lombardo: capi- tano Scaldara.
2 2 » Capitano Lucciola.
I1 1 » Tenente colonnello Paris.
1 2 » Capitano Strano (nella caserma del distaccamento di BiYona in Sicilia
Par a eeot eH I artl c olarJ .
Ne vennero praticate : Due a Torino (op. m:igi?iore Randone) per gonemarlri traumatici - Guarigione - Uno degli operati era pure affMto da frattura della mandibola e d'un radio;
Due a Norara lop. capitano Sirombo) per asces!-i da ~onartrocace: una con esito di guarigione e l'altra che era stata fatta a scopo palliativo, con temporaneo miglioramento; D11e in Alessandria (op. maggiore Borchia): una per ~onemartro e l'altra per raccolta siero-purulenta successh·a a gona rtrile: la prima con guarigione, la seconda con esito ancora ignoto:
Una in Bologn a (op. maggiore Imbri aco) - per raccolta purulenta da gonartror.ace - Guari gione con an~hilosi retta;
Cinque in Firenz e (op. maggiore Yinai in tre, capitano Curzi in una, ignoto in altra); tutte per gon;drartro. E.;ili: in una in cui il versamento era la conseguenza d'una sinovite tubercolare, l'esito lc,cale i• ignoto, essendosi :-olo detto che l'operato fu riformalo: in due si ebhe guarigione: in una
OPERAZIONI CUIRURGlCHE
quarta (fatta tre volle) si ottenne solo miglioramento: nella quinta stata pure praticata per gonidrartro-traumatico, l'e.;ito fu nullo ed il ver.;amento essendosi fallo purulento, dovette praticarsi l'nrtrotomia, dopo cui si ottenne guarigione completa; lJna in Lecce (op . capitano Offredi) per sinovite purulenta .id un ginocchio: guarigione con anchi losi com ple ta in posizione servibile;
Unti a Palermo (op. maggiore Di Fede) per gonidrart:·oguarigione;
Una a Catanzaro (op. capitano Pasquali) per ascesso anicolare (di quale giuntura non fu dello' , con lieve miilioramento.
Dal testo della relazione sanitaria dello spedal e di ~ovara risulta che in alcuni gon idrarti furo no praticate punt1trl' capillari. ma non ne fu indicato il risult~mento.
Paracentesi addomlnall .
Ne furono praticate 19 in undici ammalati dei quali 5 morirono e z sono guariti : degli altri non fu indicalo l'e~ito.
8pera&lool su,;11 oeebl e parti aones11e .
Due enuclea,:ioni di gli. 1bo oculare. - Una nello spedale di Bologna per esili di panoftalmite purulenta (1), l'altra nello spedale di Napoli per reliquati di ferita d'arma a fuoco (capitano Carotenuto); ambedue con risultato favorevole.
Srnotamento. - D'un occhio, mediante incisione corneale, in un ammalato di panoftalmite consecutiv:i a ferita di scheg- gia metallica: guarigione (ospedale di Torino maggiore lbndone).
(Il V. Storia di questo ratto nel faseicolo di dicembre !890 •li que:;to Giornale, pag. H53. L'enucleazione fU praticala dal maggiore Jml,riaco.
Ope,-a=ioni ili strabismo - ~elio spedale di Palermo vennero operati con favorevole successo due militari affetti da strabismo bilaterale convergente. La duplice operazione venne eseguila in ognuno cnn 11ualche giorno di distanza (maggiore Di Fede}.
Pupilla artificiale. - Stata eseguita nello spadaie di Verona con risu!tato utile, rnediaole in cis ione nel segmento su· periore della cornea (maggiore Gottardi). Alcuni mesi prima er;1 sta ta praticata nello stesso ammalato una sclerotomia superiore , ma non fu dello per quale ragione e con 11uale esito.
~ello spadaie di Livorno fu praticata « un'iridecto,nia crm lembo in{eriol'e, a .;copo antiflogi!-tico, in un caso d'iride-ciclite consecutiva a cheratile »: guarigione con leucoma (capitano :\l icbieli).
Un'altra iridectomia, fu pure praticata nello spedale di Ca~erla per ferita corneale ed iridea. , 1a la modalità ne 1' incerta . L'operato guarì con cataratta traumatica (tenente Trevi!-ani).
Yello spadaie di Palermo s'ottenne la scomparsa d'un leucoma centrale, mediante cinque sedute di tatuaggio corneale . Rimase però il complic:rnte cheratoccno (ma~giore Di Fede).
Vennero pure ricordate, oltre a due esportazioni di pterigi, le seguenti operazioni:
Un'operazione di lhtola lagrim~Je, con dilatazione del ca· nale nasale (ospedale di ,\lessina, capitano )Jinici);
Alcune esportar.ioni di calazi, ora con tnglio cutaneo ed ora dal lato della congiuntiva;
Tre spaccature del sacco lagrimale per dacrior,istile:
Alcune flilatazioni od in cisioni dei dutti lagrim:ili; Tntle con ri.sultnto favorevole.
Es ten1i,lon e rorzata d 'artl .
Nello spadaie di Padova si fece con buon esito l'estensione forzala d'un gomito semianchilosato ad aniolo (maggiore Astegiaoo).
Rldoalon e di lu 111sazlone 111 poutan e a .
.\ello spedale di Chieti venne ridotta dopo tre mesi una lussazione posterior superiore di femore avvenuta in conseguenza di reumaLismo articolare dell'anca.
Previa cloroformizzazione e mediante metodiche trazioni , rotte le aderenze gia contratte nella nuova sede dei capo femorale, si giunse a ricondurlo nella cavità cotiloidea, nella quale però non potè totalmente rientrare. perchè ingombra di neoformazioni patologiche. L'arto fu tullavia mantenuto in sito ed in permanente estensione coll'apparecchio Pistono. Ma la guarigione non f11 ahbastanza soddisfacente poichè, sebbene il raccorciamento dell'arto sia stato ridotto da ci nque centimetri a meno di uno, tuttavia rimase una notevo le rigidezza della giuntura, che forse ~arà stata favorevolme nte modificata dai fanghi termo-minerali a·cui J'ammalaw fu ammesso nella passata stagione balnearia (capitano Baldassa r re).
Operazioni per ft•t11le e seni fbtolo•I .
Fistol! anali . - Ne furono operare 50, con 57 guarigio ni e t esiti incerti. I processi operativi furono il taglio in 5! e la legat ura in :.,: lfUeste ultime nello spedale di rerona (maggiore Carabba) .
Fistola aalirnre estl'rnfl. - tata carata nell'infermeri a di
STATE ESRGUITK DUUA~TE L.AN:'iO 1890, ECC, 1533
Terni dai tenente CampilL con esito di miglioramento. Modalità operativa non ben capita.
Seni fistolosi. - Ne occorsero 4!>. tutti ~paccati, alcuni anche r,,scbiati e cauterizzati, quasi tutti con buon esito.
Predominarono i seni inguinali , consecutivi ad adeniti suppurate.
Op e razioni per e rnie .
Nello spadaie d' Alessandria ,enne felicemente ridotta un'ernia inguinale strozzata (lenente colonnello 8appa).
Lo spedale di Roma ba rirerito di un'ernia muscolare ad una coscia, stata curata con buon successo mediante i'es por· tazione della porzione erniosa del muscolo (piccolo adduttore) e la successiva sutura dell'aponeurosi (maggiore Chiaiso).
Traeheotomla .
~e occorse un solo caso motiv?to da asfissia per r.ompressione larinoea in ammalato di tiroidite consecutiva a(l ileo- .., tifo. L'operazione, essendo stata fatta in e, tremis, non riusci d'alcun giovamento (ospedale di Milano; tenente medico Zoncada) .
En•o•tasl e.
Fu legata con ottimo successo un'arteria femorale nell'apice del triangolo di Scarpa per aneurisma diffuso (ospedale di Verona: maggiore Carahba).
~elio spadaie di Livorno si legarono le arterie radiale ed ulnare in caso di emorragia per ferita delle due arcate palmari. P rima della legatura delle suddette arterie, era stato inutil- mente tentata quella degli estremi recisi delle arcate palmari. Esito finale favorevole (tenente colonnello medico Lai) .
.Nello spadaie di Massaua fu allacciata una pedidia per ferita da arma da taglio ad un piede (capitano Pettinari).
Oltrac,:iò furono arrestate con metodico Lemponamento una epistassi (ospeda le di Yen eziit, capitani, Trovanell i) ed una emorragia consecutiva a ferita d'arma a fuoco alla faccia per la quale venne pure legato qualche rn~o arterioso. Al a in quest'ultimo cnso non si poté scongiurare la morte del ferito (ospedal e di Parma, maggiore Vinai) .
O pe r a zioni pla a t1cl1e ed lnr•e•U l\nlmall .
Ospedal e di Torino. - In seguito all'esportazione d'una cicatrice deforme e rattratta all'angolo esterno d'un occhio. si riparò con buon r·isultamento alla superstite breccia, mediante il processo di pl astica per scorrimento (maggiore Randone).
Ospedale di Caserta. - Riparaz ione autoplastica di labb ro inferiore in caso di ferita per morso di cavallo con notevole perdila di :-osta nza: guarigione (capitano De Falco).
Ospedale di Firenz e. - Nel! 'intento d'accelerare la cicat r iz · zazione d'una piaS?a ad una gamba, vi si fece l'innesto di lembi epidermoidali col processo Thiersch e se ne ottenne miglioramento (maggiore Ferrero di Cavallerleone) .
Altre operazioni .
Esp~rtazione di cicatrice degenerata. - In un amma lato d'antica piaga ad un antibraccio, s'esportarono con incisione elittica doppia i contorni alterati per anormale cicatrizzazione un'.ta~e~te ai tessuti pure degenerati dal fondo della viaga , e s1 rmnrrono quindi i lembi, ottenendo3ene la guarioione (ospedale di Genova; maggiore De Prati).
Operazioni d'imghie inr.arnate. - Sommarono ad 83 e nessuna presentò circostanze meritevoli di menzione. Furono più numerose negli spedali d'Alessandria, di Verona e,. pro~ porzionatamente alla forza del presidio, nella infermeria d, Teramo.
Suture. - li solo ospedale di Roma ne registrò un centinaio state fatte in borghesi per fe1·1te diverse. L'esito ne è ignoto, percbè i medicati furono subito smessi dallo spadaie. Ne occors13ro pure parecchie in altri spedali . Accennerò solo le più notevoli.
In un caso di fenditura traumatica, già cicatrizz:ita, di palpebra inferiore, si cruenlarono i margini e se ne fece la sutura con successo (ospedale di Padova; tenente Cannas).
Nello spedale di Firenze fu praticata la sutura profonda del laringe per ferita da taglio al collo: guarigione (maggiore Vinai) .
Nello spedale di Livorno fu fatta con filo d'argento la sutura dei frammenti in caso di fratLura esposta d'un cubito nella porlione so tto olecranica, previa una lunga incisione e lariduzione dei frammenti stessi, che erano infossati: ottimo risultato (capitano Buonomo).
Sbrigliamenti. - Vennero sbrigliati "1 paterecci, '10 Oemmo ni diffusi, due favi alla nuca ed una lingua io~rossata per glossite e mi nacciante soffocazione ( a Nocera; capitano Cacace).
Soltanto in un ammalato di flemmone diffuso al tronco non se ne ricavò profitto, non essendosi potuto evitarne la morte.
Cauteri:rzazioni. - Nello spedale di Genova fu profondamente cauterizzata, previa larga spaccatura, una pustola maligna ad un labbro inferiore, già accompagnata da escare cancrenose, non che da vistoso turgore alla gnancia destra cd ai gangli cervicali e sottomascellari. Ciò no nostante l'ammalato morì.
OPERAZIONI CTIIRURGlCHt
Nello spedale di Palermo s- i praticò l'ignipunlura ad unginocchio per artrocace, ma senza vantaggio. Tre mesi dopo si dovette ricorrere allo scucchiaiamenlo ed alla cauterizzazione della capsula, non fu detto con quale profitto. L'operato mori tre mesi dopo per pleurite.
~elio spedale di Roma fu cauterizzala in un borghese una ferita da morsicatura di cane ad una guancia {tenente Giacometti) , e nell'infermeria pre ,; idiaria di Lecce fu pure cauterizzato col ferro rovente un carabiniere morsi cato da ca ne arrabòiato, e giit stato prima c~uterizzato in ca~erma con un caustico liquido. Il carabiniere fu quindi inviato a ~apoli per la cur a antirabbica(!).
Jgromi. - ~evennero curali sei con successo , tutti della borsa mucosa prerotulea: due colla semplice spaccatura (Torino ; capitano Bellia e Palermo, maggiore Di Fede). una colla spae,, catura e coll'enucleazione della cisti (Bologna; maggiore Imbriaco), due colla puntura ed iniezione iodata {infermeria di Siena, maggiore Adelasio; ed ospedale di Livorno, tenente Fiorini) ed una colla semplice puntura, mediante aspiratore (Yerona; capitano Silvestri).
~elio spadaie di Torino vennero r,ure spaccate e raschiate quattro-borse mucose suppurate , due prerotulee, una ad on trocantere e l'altra ad un piede: tutte con guarigione (maggior·i Randone, 1stesiano e Gozzano).
Opn·a::ioni p,•r a.sassi. - Di questi alti operativi, se mpre numerosi, ne ricorderò solta nto alcuni piit importanti.
a) Ascessi di fos~e iliache: ne furono ricordati cinque dei quali tre aperti .~olla solita incisio ne delle pareli addomi· r uno con incisione al disotto dell'arcata del Poparzio ed na i , n allro vuotato con un aspiratore (;2 a Torino, maggiore :i • b} Spaccatura ed esportazione delle cisti m due ascessi lenti idiopatici , uno nella regione ipogastrica e l'altro al to~ race, in due ammalali, con esito di guarigione (spedale d1 Bologna: maggiore )'lanari). e} Spaccatura lunga 1Ocentimetri d"un ascesso lento ad una coscia, sintomatico di carie femorale, c~n contro_a~ertura nel triangolo superiore del triangolo popliteo: guar1gi_one con rigidezza del ginocchio (spedale di Messina; ma11:g1ore Bonanno). d) Ascesso congestizio da carie della 4-• vertehra loro· bare stato aperto prima all'inguine. quindi in corrispondenza dell: cresta iliaca ed in ultimo verso la Lnberosità ischiatica, riuscito fìnalmente a guarigione spontanea del processo carioso dopo sette mesi di cura nello spedale di )l ilano (maggiore Yallino). Al quale esi~o bano~ co~rerit? le adatte cure locali, in aggiunta agli alli operativ i suudett1 ( I) . . e) Incisione d'un ascesso retroperitoneale paranefret1co susseiuito ad empiema, con esito di guarigione, su~ quale non mi trattengo t!lteriormente essendone stata pubblicata a 0 13~3 di questo ofor nale per \'anno in corso un ·accurata pa0 • 0 storia dal tenente medico Turina. . f} .\p ertura con incisione a str:iti d'un asce~so pe'.·irenale riuscito a guarigione (ospedale di Palermo; maggiore_ Dr Fede).
( I) Occorsoro nel t890 altri cinque ca.si di militari stati morsicati da cani o da gotti supposti arrabbiati. Tutl.i quei morsicati rurooo sottoposti alla cura antirabbica pre:;so t· istituto torinese. Vi uno di essi fu delto che era stato previamente sottoposto a cauterizzazion,• attuale. Degli altri quattro nulla é risultato in r,roposito.
~one e capitano Tommasina; 2 a Verona , maggiore Ca~abba e capita no Silvestri; I a Caserta tenente colonnello Guerriero): quattro con guarigione ed uno senza risull~t~.. .
!f) Al cuni ascessi stati aperti nello spedale di ~l assaua dal capitano ~largaria dai quali vennero estratti altrettante filnrie. Fu detto che questi erano i primi casi di filaria osservali in ~lassaua sopra soldati bianchi. h) Ascesso fl emmonoso cen,icale profondo, nella doccia . carotidea ,co mprimente l' esofago ed il fascio nerveo-vascolare, stato aperto a strati, con sollecita guarigione (ospedale di Brescia; maggiore Bian chi). i) Altro ascesso flemmonow profondo al collo, minacciante asiissia, svuotato sol lecita mente dal 'lato della farinae e , ma senza risultato utile, non essendosi potuto evitare la morte av venuta per altre gravi alterazioni già causale da l flemmone nelle parli vici ne (spedale di Savigliano tene nte Rostagn o).
O) Di qut1sto interc.«ant;> {alt.o rtinico rn letto dal medico cur~~-tt> una circostanziat:i relazione nella conferenza scientillca del 6 maggio pro,-,1mo passalo nello spe,1ale di )lilanC'.
Un'ahra apertura di ascesso' con estrazione di filaria occorse pure nello spedale di Napoli in un soldato reduce dall'Africa (maggiore Libroia).
,
Quanta sia l'importanza di questo argomento, lo dimos~rano le seguenti cifre . I rendiconti nosologici del 11890 registrano 34-00 circa entrati per adeniti veneree e 39:tO ci rca entrati per ulceri veneree che, a dire poco. per una buo na metil saranno pure state susseguite da adeniti.
Deve quindi essere stato mollo notHole il numero dei bu bboni venerei riusciti a suppurazione. Ma del metodo curativo pe~· essi .adoperato non si ba conoscenza che per circa 8i.i 0, dei quali,290 curati colla solita spaccatura e 550 col metodo
Pizzorno o con altri più o meno affini ad esso Veramen te non sono molli in confronto al totale dei curali. Nell'intento quindi di richiamare sempre maggiormente l'aHenzione dei colleghi sui vantaggi di tale metodo ho creduto conveniente di qui riferire i fatti ed i giudizi raccolti intorno all'applicazione di esso.
1° Torino. - Praticato in 66 ammalati, con esito « molto soddisfacente ». Però nessuna notizia positiva intorno alla degenza salvo che per un ufficiale che fu detto « guarito in pochi giorni» .
3° Alessandria. - Si trovò scrillo che« il metodo Pizzorno vi è praticato con risultato molto favorevole, osservandosi nei curati con questo metodo una degenza .:nedia molto inferiore a quella che per solito suo lsi osservare con altre cure ». Ma non si avvalorò l'asserzione con cifre circosta nziate.
3° Novara. - Vi furono curati bubboni co l metodo Pizzorno. Non si è però potuto :-apere alcunchè nè del numero, nè degli esiti. Ho inoltre qualche dubbio sulla precisione del metodo Pizzorno colà usalo.
"0 ~l ilano. - « Dal metodo Pizzorno si elobero splendidi ri sultati » . Si seppe in seguito che vi furono curati 30 bubboni con un metodo Pizzorno alquanto modificato e che Lutti guarirono in meno di quindi ci giorni, co n una media di 12 giorni ed un mi nimo di 6 giorni per sei di essi (1).
5° Brescia . - GO curati, dei quali 4-0 guariti con una degenza media da 6 a 9 giorni, a contare da quello della puntura. Negli altri 20 il metodo non riusci e si dovelle completarne la cura co n altri mezzi.
6• Piacenza. - 160 curati:« il metodo fu praticato in tutto il rigore delle modalità consigliate dall'autore ed i risultati fu rono nena maggioranza dei casi superi ori ad ogni aspellativa per rapida guarigione> . Così fu riferito in modo sommario.
(I) Ho ,eJuti conrermatl questi risultameotì in una memoria del tenente medico, d<>tt. De Santi stata letta nella conrerenu scientiRca del 4 luglio t890, tenutasi n e llo spedale cli ~lilano.
1540 OPl!RAZIO:-ll Cl!IRl:RGICHE
7° Venezia. - Nel rendiconLo nosologico del dicemhre si legge che ,e si curarono 1O bnhhoni cJI metodo Pizzorno il quale diede ouimi risultati, particolarmente in due ufliC".iah in cui si otlen ne la guarigione in 6 ~iorni ciaschedu no n.
Leggasi inollre nella relazione sanitaria dello spedal e di Padova che (a Venezia) fra le malallie veneree predominarono i bubboni i quali in massima parLe vennero curati alla Piziorno con otlimo risultato ( I).
8° Firenze. - Si legge nella relazione annuale del 1890 « chè sopra 134 adeniti veneree si praticò il me1odo P1zzorno trenta volte, cioè ogni qual volta lo s tato della malattia lo permise e d1e se ne ebbero buoni risultali in tempo breve». Ho però qualche ragione per credere che le modalità sta te adoperate nello speda le di Firenze durante l'anno i 890 no n fo:::sero precisamente quelle del metodo Pizzorno.
911 Livorno. - Fu usato in pochis~:mi casi, ma di quesli non furono precisati nè il numero, nè l'esito.
·I0° Napoli. - Il metodo Pizzorno ·ru applic:uo 56 volte, con riuscita in 52. Ma non si diedero informazioni particolareggiate in proposilo.
11° Caserta. - Yen nero curali col metodo Pizzorno 3,i. hubboni, con 2, sollecite guarigioni. Calcolando dal giorno della puntura, la degenza media fu di 8 giorni, la massima di 12 a 14- e la minima di 6. li tenente medico do1t. Cardi che ne fu il principale curante ed al quale debbo queste particolaref(giate informazioni , applicò il metodo i:on qualche le)!giera modificazione.
t l° Cava - Furono curati 87 bubboni col metodo Pizwrno
' Ni altri 38 colla solita spaccatura. li ri;;ullamento ne fu ioso-
(I) Dai rendiconti nosologici nello spe<lale di Venezia per l'anno 1890 risulla che glt entrati per adeniti veneree Curono 86. Ciò ,tante, i curati col metodo Pi:r.zorno avrebbero dovuto essere parecchio numerosi.
STATE ESEG'JITE DURANTE L'ANNO 1890, ECC. 15,i.1
lito. poichè nei primi la durata media della cura fu superiore a quella dei secondi. Però non mancarono fra gli 87 curati alla Pizzorno alcune minime degenze mel'itevoli di menzione. Cosi: in due casi la degenza minima a contare dalla puntura fu di cinque giorni; in uno di 6; in uno di 7; in due di 8; in uno di 9; in tre di 1O; in tre di 11; in due di 42; in qu attro di U.; in due di 15 giorni. Il cul'an te, signor ma1giore De Renzi, che mi favori informazioni in proposito, avrebbe egli pure modificato alcun poco le modalità del metodo.
·13° Nocera. - Sette cnrati alla Pizzoroo: due guariti, uno in 6 e l'altro in 1Ogiorni; cinque non riusciti e quindi incisi.
14.° Catanzaro - Curati z8 Cl) n 25 guarigioni. Nulla fu però detto in ordine alla minore o maggiore degenza.
·I5° Palermo - Fu usato il metodo Pizzorno, ma non fu delto in quanti bubbo:ii. Leggesi però nel testo della relazione sani taria annuale che « quando il bubbone era costituito da puro ascesso inguinale la cura alla Pizzorno risp,>se mai sempre meravigliosamentt>, mentre nel misto non rispose quasi mai».
16° Siracusa - Tt"e curati e guariti, uno in 5, uno in 6 ed uno in 11O giorni (curante, capitano Tripputi),
Gli ospedali e le infermerie presidiarie o speciali qui sopra non ricordati o non praticarono il metodo Pizzorno o non ne parlarono. .
Di scorrendo deizli adenomi fu notato come la maggior parte delle 2zi ghiandole inguino crurali esportate fossero reliquati di pregressi bubboni. Ora è un fallo che queste enucleazioni ghiandolari furono specialmetlle num erose in quegli speda li in cui il metodo Pizzorno o non fu affatto adoperato o lo fu in proporzioni esi~ue.
Ai colleghi a cui non dispiaccia adoperare il metodo Pizzorn o nella cura dei bubboni, raccomanderei vivamenle di rispettarne tutte le modaliti1.
Gli entrati negli spedali ed infermerie militari per fratt ure e lussa zio ni durante l'anno 1890 risultano dal se~ uente quadro:
STATE 2SBGL'ITE DURA:'iTE L 'ANN O 1890 , ECC, 1543
·I di branca montante di pube;
111 di femore;
5 di rotula;
89 di gamba (cli uno o d'ambi gli ossi).
11 di ossi di piede.
Di tutte tf ueste fratture ebbero esito letale 4 di cranio ed una di femore ;
Altre 21 , per essere state causate da eventi di servizio, furono oggetto di pratiche amministrative, e motivarono i seguenti provv edimenti.
Assegnazione ai veterani 5 ( 1 d'antibraccio, 4 di femore e 3 di gambe).
Pen si one di terza categoria 6 ( I d'antibraccio, :3 di rotula e 4 di gamba) .
Pensione di seconda categoria 2 ( I di mano ed 11 di gamba).
Alle 271 ora dette sono da aggiungersi le seguenti. cioè: una frattura di cranio per calcio di ca vallo , registrata nèt rendiconti nosologici sotto il titolo di ferita lacero-con tusa, ed undici altre state cn rate io ospedali civili, le soié di cui si abbia avuta conoscenza fino ad ora . Sono pertanto plesso .283 fratture cosi ripartite in ordine a sede:
7 di cranio;
14 di ossi mascellari;
2 di alti ossi della faccia;
1 d'acromion ;
33 di clavicola;
1O di coste;
7 d'omero; 60 d'antibraccio;
32 di ossi di mano;
Pensione di prima cate~oria 1 (frattura di frontale con perdita di sostanza ).
Aspettativa (ufliciale) 11 (fral.tura di gamba).
Giudizio ancora sospeso u (4 di gambe, I di rotula , I di piede).
De~li altri fratturati, toltine una trentina il cui esilo non è ancora definitivo o non fu indicato, 2 17 raggiunsero una buona guarigione e soltanto 11 guariro no con postumi materi al i e funzionali producenti inabilità ad ulteriore servizio.
Meritano pnrlicolare menzione le fratture di femore (esclusa quella che fu seguita da morte per concomitanti lesioni viscerali).
Cinque ottennero un'ottima guarigione, cioè co n perfetta direzione dell'arto, se[lza raccorciamenlo apprezzabi le e senza lesioni materiali o funzionali di carattere permiinente. Le medesime occorsero:
Operazioni Chirurgiche
una nello spedale di Parma (curante maggiore Vinai); una seconda nello spedale di Genova (curante maggiore De Prali). una terza nello spedale di Bari (curanti maggio~i landoli e capitano Guarnieri); una quarla' nell'infermeria di Reggio Calabria (cura nte capitano Stilo). una quinta nello spedale d'Udine (curante tenente colonnello Monti). li primo, un so ldato di cavalleria, si ruppe la coscia destra e fu curato nello spedale civile di Voghera con esito felice, mediante sistema a pesi da prima e quindi con bendaggio al silicato. Recatosi in licenza in famiglia, gìi si frallurò nuovamente l'arto nello stesso sito, fu curato in casa propria co n apparecchio immobilizzante e guarì con raccorciamento inferiore a tre centimetri e con la coscia alquanto arcuata. spedal.e d'Alessandria: un fratlurato d' una coscia nel quale la lesione era statp. causata dalla caduta d'un grave di circa 80 chilogrammi ed e1·a complicata da forte contusione al ginocchio ed al piede corrispondenti, non che da ragguardevole gonfiezza dell'arto, guarì con 4 centimetri di raccorcia· mento, con callo deforme e non marcata arcuità della coscia all'esterno. In questò fratturato la cura era stata iniziata con un apparecchio a pesi che non potè essere tollerato, e continuato poscia con quello di Pistono il quale fu facilmente tol · · lerato fino al termine della cura.
Le prime due vennero curate coll'estensione permanente alla Volkman e coll'immobilizzazione mediante un bendaggio al silicato.
Nello stesso modo fu curala la terza la quale era complicata da ferita lacero contusa profonda sopra la rotula, estesa trasver5al mente per quattro centimetri ed interessante il Le ndine del quadricipite, non che da estesa infiltrazione sanguigna.
La quarla fu curala con semplice bendaggio al silicato.
La quinta, di cui trovasi la storia a pag. 588 di questo Giornale per il volgente anno, fu curala da prima -con apparecchio a pesi e quindi colla ferula Mont i.
Possono anche dirsi abbastanza bene guariti un frattura to assegnalo al corpo dei veterani ed un altro ch e fu curaro nello spedale civile di Tenda.
La loro storia è abbastanza interessante per essere som• mariamente accennata.
Il secondo, un soldato alpino, travolto da una valanga ebbe fratturati il femore sinistro a quattro dita dalla rotula e la gamba dallo stesso lato sopra i malleoli. Curato con bendaggi immobilizzanti, ~uarì con raccorciamento di circa due centimetri, ma seoia altra lesione i;ermanente. Fu poi ricoverato in un depo:,ito di convalescenza.
Gli altri tre fratturali ebbero una guarigione meno buona in causa di gravi complicazio ni.
Spedale di Roma: _ un fratturato d'ambedue le coscie, stato curalo con bendaggi gessati, guarì con postumi che richiesero la riforma.
Spedale di Palermo: io un ammalato di frallura commino · tiva d'una cvscia, fu tentata da prima e continuata per sei giorni l'applicazione dell'apparecchio Pistono che non potè essere tollerato e venne quindi sostituito con quello di Wolkman: la guarigione si fece con pseodartrosi.
Le Jussazi1>ni occorse nel 4890 si distinguono come segue : 38 di spalle, di cui una con frattura del collo omerale; 11 di clavicola;
OPERAZIONI CHIRURGICHE, ECC.
·I2 di gomito;
4- del capo superiore del radio;
1 di mano· ' ,
5 di ossi metacarpei;
1 di pollice, complicata;
7 falango-falangee di diti di mano;
11 di femore;
11 di rotula;
3 di piede;
Tutte guarite bene, eccettuate le seguenti: una di. spalla con frattura del collo omerale, gua rita con pseudartrosr; due altre di spalla, non potute ridurre;
_una lussazione di gomito d'esito ignoto (probabilmente guarita bene); la !ussazion_e di femore la quale, sebbene convenienteme~te ridotta, diede luogo ad artrite lenta i di cui reliffuati mo11varono dopo un anno una domanda di pensione non ancora decisa. '
Le•lo nl p er eale l di c,a 't'a lll o mali .
I militari stati feriti da calci di cavalli O di m 1 f . u I urono per quanto e noto, 85, fra cui 4,1 con comp,licazi on e di fratture.
Q~attro ebbero a morirne; uno per ascesso cerebrale consei:ut1vo a frattura di frontale e tre per lacerazioni d. . . dd · · . 1 visceri a o~rnah . Uno di questi ultimi fu oggetto di circostanziata relaz10ne stata pubblicata a pag 55 del 'a . 1 d. .
• • ' 1; SCICO O I gennaio di questo Giornale per l'annata in corso.
.. Io alcuni altri si richiesero atti operativi; ma di questi fu g1a detto precedentemente.