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APPENDICE

GERARCHIA DI POT ENZA, NAVI , COLONIE E MEZZI AEREI

di Gen. Isp. Basilio Di Martino

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All'inizio del '900 l' ancor giovane Regno d'Italia si apprestava a celebrare i primi cinquant'anni dell'unità nazionale, un'unità peraltro non ancora compiuta, come non mancavano di sottolineare diversi esponenti del mondo politico e della cultura, dovendo suo malgrado confrontarsi con quel problema di rango internazionale che ne aveva da sempre condizionato la politica estera ed avrebbe continuato a farlo anche in futuro, fino ai giorni nostri. Le celebrazioni del 19 11, nel rafforzare la consapevolezza dei traguardi raggiunti, riportarono alla ribalta l'annosa questione della posizione dell'Italia nel concerto delle potenze europee, una questione che si poteva riassumere in una semplice domanda: era l'Italia l'ultima delle grandi potenze o la prima delle piccole? E nel secondo caso, aveva la possibilità di portarsi alla pari delle prime? In un periodo storico in cui la gerarchia delle potenze era visivamente delineata da fattori come la consistenza delle flotte e l' entità dei domini coloniali, due indicatori immediatamente percepibili ma che ne sottintendevano altri relativi alla dimensione economica e sociale di uno Stato, la via da percorrere sembrava obbligata. Mentre perseguiva un programma di costruzioni navali in linea con gli ultimi orientamenti della tecnica, con l'affermarsi della nave da battaglia monocalibro sul modello della britannica HMS. Dreadnought, l'Italia giolittiana riprese quindi in consi- derazione una politica di espansione in Africa, guardando in particolare a quelle provincie dell'impero ottomano che, anche per la relativa arretratezza e la scarsa appetibilità, non erano state oggetto delle mire di Francia e Gran Bretagna. questa, in estrema sintesi, la genesi dell'impresa di Libia, che proprio per queste sue motivazioni, all'epoca celate dietro le presunte potenzialità economiche dei territori della T ripolitania e della Cirenaica, suscitò sentimenti contrastanti nell'opinione pubblica, portando ad accesi scontri di piazza. Il dibattito fu particolarmente vivace anche al di fuori dei contesti romani e milanesi investendo la cosiddetta "provincia", ivi inclusa un'area, come quella del ternano, dove la presenza di una significativa realtà industriale contribuiva ad alimentare il dibattito da posizioni di "sinistra", in aperta contrapposizione con i fautori della guerra.

Nell'ottobre del 1912 l'uscita di scena della Sublime Porta sembrò spianare la strada alla penetrazione italiana che in effetti riuscì senza eccessive difficoltà ad estendersi fino alle distese desertiche del Fezzan senza però potervi mettere salde radici. Il precipitare della situazione in Europa, ed il ritorno in campo della Turchia pronta a soffiare sul fuoco della ribellione, determinò così il rapido crollo di una impalcatura ancora fragile, riducendo la presenza italiana alle teste di ponte di Tripoli e Homs ed in Cirenaica ad una stretta fascia costiera imperniata su Bengasi . Tutto questo però apparteneva ancora ad un futuro lontano quando nell'ottobre del 1911 i l corpo di spedizione del generale Carlo Caneva occupava Tripoli e la sua oasi impiantandovi poco dopo un campo d'aviazione ed uno scalo dirigibili. La campagna di Libia, infatti, vede il primo impiego bellico del mezzo aereo, individuando un altro campo, quello dell'aviazione, destinato in futuro ad incidere sulla gerarchie internazionali introducendo come ulteriore parametro la consistenza delle rispettive flotte aeree, e più in generale la capacità di esercitare un effettivo potere aereo. A tal riguardo la campagna di Libia vede delinearsi l'affermazione del "più pesante dell'aria" senza peraltro azzerare le prospettive del dirigibile al quale autonomia e capacità di carico sembrano lasciare ancora spazio.

Il dibattito tra i sostenitori dell'aeroplano e quelli del dirigibile era già molto vivo quando la guerra di Libia diede modo di sperimentare sul campo le virtù sia del "più leggero" che del "più pesante" dell'aria. Nell'ottobre del 1911 con il primo scaglione del corpo di spedizione sbarcò a Tripoli una flottiglia aeroplani con nove velivoli di vari modelli, due monoposto Blériot IX, tre Nieuport biposto, due Farman biposto e due Etrich pure biposto, inquadrati nella 1a Flottiglia Aeroplani agli ordini del capitano di artiglieria Carlo Maria Piazza. Il 23 ottobre proprio Piazza, ai comandi di un Blériot IX, fu il primo aviatore al mondo a compiere un volo di guerra con una breve ricognizione sul terreno antistante gli avamposti italiani verso l'oasi di Zanzur. Il 1° novembre un altro ufficiale della squadriglia, il sottotenente Giulio Gavotti, decollato con un monoplano Etrich T aube di costruzione tedesca per una ricognizione sugli accampamenti turchi di Ain Zara e di Tagiura, fu invece il primo ad eseguire un'azione di bombardamento. Gli aviatori italiani furono protagonisti anche di altre azioni che anticipavano i tempi:

• nel gennaio 1912 iniziò il lancio di manifestini di propaganda che invitavano la popolazione araba a passare dalla parte italiana;

• nel gennaio 1912 iniziarono le ricognizioni topografiche per aggiornare la cartografia della Tripolitania;

• il 24 gennaio 1912 il capitano Piazza eseguì la prima ricognizione fotografica sugli accampamenti di Suani Beni Adem, con una macchina montata in posizione ventrale;

• il 4 marzo 1912 Pi azza con un Blériot e Gavotti con un Farman eseguirono un primo esperimento di volo notturno.

• sul finire del novembre 1911 la notizia che i turchi avrebbero a loro volta impiegato dei velivoli portò all'adozione di segni di riconoscimento ed all'emanazione delle p rime direttive per il combattimento aria-aria.

• il 25 agosto 1912 il sottotenente Piero Manzini, precipitato in mare decollando da T ripoli per una ricognizione fotografica, fu il primo aviatore a cadere in azione.

• il 10 settembre 1912 il capitano Moizo, costretto ad atterrare per panne motore durante un volo da Zuara a Tripoli, fu il primo aviatore prigioniero di guerra.

La Squadriglia Aeroplani di Bengasi iniziò ad operare il 28 novembre agli ordini del capitano d'artiglieria Alfredo Cuzzo-Crea potendo contare su un Blériot, un Farman ed un biplano Asteria, mentre vennero attivate in dicembre le squadriglie aviatori volontari di Derna e di Tobruk. Entrambe costituite da piloti civili, erano la prima, con quattro velivoli, agli ordini del capitano Mad d alena Marenco, la seconda, con cinque, del tenente Enrico Capuzzo. Qyesta peculiare soluzione, che rappres en tava in qualche modo una traccia delle origini "sportive" dell'aeroplano, e molto doveva allo spirito d'iniziativa dell'ingegner Carlo Montù, presidente dell'Aero Club d'Italia e deputato al Parlamento, ebbe però vita breve e venne accantonata nel marzo del 1912, quando i piloti volontari furono sostituiti da ufficiali brevettati collocando definitivamente il mezzo aereo in una dimensione militare.

La partecipazione dei dirigibili italiani alla campagna di Libia era iniziata con la costituzione a Brindisi, sotto la data del 1° ottobre 1911, di un Cantiere Diri gibili affidato al tenente di vascello Guido Scelsi, con i dirigibili tipo "piccolo" P2 e PJ. Le due aero navi furono trasferite a Tripoli via nave all 'ini zio di dicembre co n il personale ed il materiale di supporto. Le operazioni di sbarco furono rallentate dall'insufficienza delle installazioni portuali, saturate dalle molteplici esigenze del corpo di spedizione, ed a complicare le cose arrivò il violento fortunale che la sera del 16 dicembre investì gli hangar delle aeronavi danneggiandoli seriamente insieme ai due dirigibili in allestimento. L'acquisto di un nuovo hangar ad ar matura metallica tipo Miiller fu finalizzato in tempi molto brevi, e così pure la riparazione degli involucri e delle parti strutturali, nonostante per questo fosse stato necessario rimandarli in Italia. Così, malgrado gli ormai noti problemi per lo sbarco ed il trasporto dei m ater iali ed il perdurare di condizioni atmosferiche sfavorevoli, il mattino del giorno 5 marzo i due dirigibili mossero di conserva per la prima sortita di guerra, dirigendo su Zanzur. A questa prima ricognizione ne sarebbero seguite numerose altre con una regol ar ità limitata sol tanto dalle condizioni atmosferiche. Le due aeronavi operarono nei primi tempi sempre in coppia, in modo da potersi dare sostegno reciproco, ma in seguito avrebbero agito anche isolatamente, per fronteggiare la contrazione degli organici del cantiere e ridurre i consumi di idrog eno .

L'attività dei dirigibili P2 e PJ va inquadrata nel secondo e nel terzo tempo delle operazioni in Tripolitania. Con il dicembre del 1911 si era infatti ch ius a la prima fase della campagna che aveva visto il corpo di spedizione occupare sulla costa Tripoli ed Homs e difenderle contro l'inatteso ritorno offensivo dei turco-arabi, procedendo a partire da novembre all'allargamento verso sud e verso est della ristretta zona fino a quel momento controllata con un crescente ricorso al mezzo aereo per raccogliere le informazioni necessarie a costruire un quadro di situazione sufficientemente definito. In questo ruolo i dirigibili operarono sia a sostegno delle operazioni che tra il gennaio e l'aprile del 1912 si svilupparono ad ovest di Tripoli ed a sud -es t di Homs, portando al pieno co ntrollo dell'oasi tripolina, sia delle azioni che a partire da maggio permisero l'occupazione di Zuara e della costa occidentale della Tripolitania, tagliando al nemico le vie di comunicazione co n la Tunisia, e con la conquista di Misurata permisero poi di allargare l'occupazione a sud e ad est cacciando i turco-arabi da Zanzur, ultimo loro punto d'appoggio sulla costa.

Nella primavera del 1912, a supporto delle forze operanti in Cirenaica, venne inviato in Libia anche il primo dirigibile della serie P. Il Pi, agli ordini del tenente di vascello Agostino Penco, iniziò ad operare da Bengasi il 29 maggio. A questo punto della campagna la situazione in Ciren aica era relativamente stabilizzata e la stretta dei turco-arabi sulle località costiere si era allentata. Il dirigibile uscì di scena il 12 luglio, al termine di un breve ciclo operativo che lo vide impegnato in missioni di ricognizione, intervallate da occasionali azioni di bombardamento.

Più lunga e significativa fu l'attività del cantiere di Tripoli, passato il 18 aprile 1912 agli ordini del capitano di corvetta Denti di Pirajno e poi il 22 agosto del tenente di vascello Giulio Valli. Alla cessa zione delle ostilità con la Turchia, il 20 ottobre 1912, il P2 aveva effettuato 71 ascensioni e 56 il PJ. Nonostante il rilievo dato alle azioni di bombardamento, durante le quali erano state lanciate 330 bombe di vario tipo, l'impiego dei due dirigibili era stato primariamente orientato alla ricognizione ed in qu~ sto ruolo avrebbero continuato ad operare per il resto dell'anno. Nel gennaio del 1913 entrambe le aeronavi vennero sgonfiate e imbarcate per l'Italia.

Per quanto riguarda gli aerostieri, il 15 ottobre era stata attivata a Tripoli una sezione aerostatica da segnalazione, con quattro palloni sferici da 50 mc, ma poco dopo era arrivato dall'Italia anche un parco aerostatico da osservazione ed il primo drachen con due ufficiali in navicella fu alzato il 10 novembre per sorvegliare dall'alto il terreno verso Ain Zara e dirigere il tiro delle artiglierie dell ' incrociatore corazzato Carlo Alberto. Il 1° dicembre un secondo drachen cominciò ad opera re da l brigantin o Cavai Marino, appositamente privato dell'alberatura, per sostenere l'azione delle navi Re Umberto e Carlo Alberto impegnate a battere le posizioni turco-arabe nella zona di T agiura. Qyesto pallone da osservazione andò perduto il 16 dicembre a causa di una tempesta di vento, ma l'l 1 febbraio un terzo drachen venne alzato ad Homs ed un altro operò tra il 27 maggio ed il 17 giugno a el Machbez, nel corso del ciclo operativo inteso a tagliare le comunicazioni con la Tunisia.

In Libia nel corso del 1912 furono quindi impiegati simultaneamente per l'esplorazione i tre mezzi aerei, con compiti diversificati in funzione delle loro caratteristiche: al velivolo era affidata l'esplorazione lontana, al dirigibile il collegamento tra le diverse colonne e la sorveglianza degli accessi al campo di battaglia, al drachen l'osservazione diretta del terreno dello scontro e delle adiacenze degli accampam enti e degli schieramenti. Era poi emerso con chi arezza non solo l'impatto che le condiz ioni atmosferiche potevano avere sulla continuità delle operazioni di volo, ma anche l'effetto negativo di un supporto logistico inadeguato, su cui avevano pesato i tempi di trasporto dall'Italia, con i ritardi nella disponibilità di parti di ricambio per i motori. L'accertata vulnerabilità, la forte sensibilità alle condizioni atmosferiche e l'indubbia pesantezza dell'organizzazione logistica di supporto non portarono però all'accantonamento delle aeronavi come strumento di guerra ma piuttosto alla ricerca di soluzioni che permettessero di sfruttarne le doti di autonomia e di capacità di carico. Del resto, per quanto promettente, l'aeroplano era ancora uno strumento insicuro e dalle possibilità limitate. Era quindi ragionevole affiancargli un mezzo apparentemen te in grado di compensarne le carenze e mirare in prospettiva ad una divisione dei compiti, con il velivolo impegnato nell'esplorazione ed in via secondaria nel bombardamento, ed il dirigibile orientato verso l'azione offensiva, da condurre prevalentemente di notte.

Tutto questo anticipava un futuro destinato a diventare realtà nel volgere di pochi anni, e un'anticipazione del futuro fu anche la discussione sulla liceità morale del bombardamento aereo di centri abitati innescata dalle quattro bombe lanciate dal capitano Riccardo Moizo su Ain Zara il 10 novembre 1911. Il governo turco accusò l'Italia di aver deliberatamente attaccato un ospedale e diede il via ad una violenta campagna giornalistica, scatenando una reazione emotiva che non accompagnava le notizie relative ai ben più pesanti ma più "tradizionali" bombardamenti navali. Alla richiesta di chiarimenti arrivata da Roma, Caneva avrebbe risposto che il grosso accampamento localizzato in quella località non aveva alcun distintivo di neutralità, il che anche da questo punto di vista anticipava i termini di un dibattito destinato a rimanere sempre attuale.

Bibliografia essenziale

• Curami A., Ferrari P., "L'aviazione militare italiana dall a Guerra di Libia alla Guerra Mondiale", L'aeronautica italiana nella I Guerra Mondiale, Atti del Convegno, Roma, 21-22 novembre 2007.

• Di Martino B., L'avventura del drachen. Gli aerostieri italiani nella Grande Guerra, Ufficio Storico Stato Maggiore Aeronautica, Roma, 2003.

• D i Martino B., I dirigibili italiani nella Grande Guerra, Ufficio Storico Stato Maggiore Aeronautica, R oma, 2005.

• Lodi A., Il periodo pionieristico dell'Aeronautica Militare Italiana 1884-1915, Rivista Aeronautica, Roma, 1961.

52° REGGIMENTO FANTERIA "ALPI"

ESTRATTO DAL VOLUME:

"STORIA DEL REGGIME NTO" l

D OCUME 1TAZI0NE REL'\TIVA .'\:

QUADRI, :\HLITARI CADCTI E RICOMPENSE

N E LLA CAi.vfPAG::--JA ITALO-TURCA 19 11-12

E LIBIC\ 19 12-13

QUADRI DEL 52 REGGIMENTO FANT l-:RIA e ALPI •

ALI.' \TI'O DELLO SBARCO A 1'RJPOU

STATO MAGGIORE DEL REGGI!l!ENTO

Colonnello - Amari di S. Adriano Cav. Giuseppe - Comandante

Capitano - Fimru11nò Ermenegildo - Aiutante 1'0111!1;· in l' - Casriani Adolfo

- Uffi,·ialr di ,·,.ttov.

Capii. MeJ. - Tentoni Dott. Raffoell" Dirigente serv. 1uurit.

'ft>nentc - Marioui Gius,-ppe

- UtT. di :immini.tru.

Capitano - PaoleUi di lln,lorotto Giuseppe - u,nurnci. ~e1:. milragl.

Truppa uomini 70 - quaLrupr<li 38 l• BATIACLlONE

Ciotola cav. Ernesto

Ten. Aiut. mugg. in 2• Femi Aurdio

Tenente Me.ciioo Cucila dott. Dunte

S. Tenente Medico Piccoli dou. Cio\' Hni

1• COMPACNJA

Ovazza Michelanielo

Ricciotti Giovanni

S. Ten ente Capit11110 Ten.-nte

S. 'f.-ncmte Capitano

Robus ti Ginetto

2• ColllPACNlA

Libertini Roso lino

Giitlinelli Ugo

Barlozzari Urbano

De Giorgis Giovanni

3• CoKPACNIA

Palumba Antonio

Musetti Franco

S. Tenente

Capit8ll() Tenente

S. Tenente

Cicerchia Pietro

Rieci Stefano

4• Co1rrACNIA

]'osini Giiwanni

Brotumoli Anacleto

Venanr.i Sil\'e!llro

Mari11caleo Orazio

Truppa uomini 790 - quadrupodl 34 carri 8 fl• BA'f1'AGL!ON1;;

Maggfore

Ten. Aiut. 'ttiagg. in Tenente .M'edico

Capitano

Tent>nle

S. Tenenui compi.

Capitano Tenente

.M.aneini C:iv. Luc.a

2· Molina Angelo

Pilati d()tt. A,lolfo {dd 2• nrti1(1ie1:'iu d11 moutngua)

Forti <lott. Igino (dcl t)> euvall~gi-ri) s• CQ1111•AcNL\

Liotti Lucillno

Simoni Simone

Francareggj Gin.~eppe {del.I' 89 ° fant.)

Tooiuj Ermanno

6• CoMPACJ'IM

Alessandrini Luigi

Aracri Guido

Gelmetti Cesare (<lei 37• fant.)

Pa lenzona Mario ( • )

7• COMPACNIA

Capitano Tenente:

S. Tenente

Capitano Tenente

Dramis dei Drami s Pietro h1iglio Guido

Biagi Guido Vito (dt>I 44• fant.)

De Veccl1i Luigi ( • 90" • )

8• CoJoCPACNIA

Barettiu Antonio

Valtanooli Giulio (del.I' ss• fant.)

S. Tenente ..

Bccuzz.i E.m.Hio (dell' 88• fa.nt.)

Ricci Arturo

Truppa : uomini 806 - quadrupedi 33 - carri 8

Teo. Colonnello

Te 11 Aiut. nugg. in 2 • Tenente medico

Capita.n o TeneJlt<) s. T e n e nte

Ca.pitano Tenente s. Tenente

Capitano Tenente s. T enen te

Capitano Ttmente m• BAl'l' ACUONE

Bl oi~e Cav. Carlo

Marchese Fran cesco

Ro8Si dott. Fen:uecio (del 3° cavali.)

M ereu d o tt. Rosolin o (del S • art. coolà)

9• COMPAGNIA

Rancber Attilio

Roll,a Amedw llare hes i U mbe rto (del 41" faut.)

Montu<)ri Carfo (del 41' fant.)

1 O• CO.Ml'AONIA

Oberti Viuorio

.Forti Tito

Col"Sanego Cel este (del

Reali Oscar (

11• CoM'PAGNIA

Broncbelli Giuseppe

Gamberini Alberto

42° fant.) ,. )

Rani eri Anuro (del 42° fant.)

Sioli Luigi ( • )

12• C0~1PAGNIA

Buasei Aldegardo

C..olini Gracco

Dè Romarùs Giovanni

Volpe Umberto (dell' 89" fant.)

Truppa: uomini 814 - quadrupedi 34, - cani 8

ELENCO

UFflC I

RICOMPENSE CONFERff'E Al MILITARI DEL 52• REGGIMENTO

FANTERIA • ALPI • PER LA CAlfPAGNA ITAI,O. TIJUCA

1911 · 12 E LIBICA 1912 • 13 a) CAMPAGNA 11'ALO - TURCA:

PRO.MOZlONf l'ER MERITO DI GUERRA

A Afoware CeMrule; Colonnello AMARI Nob. dei Conti di S. Adriano ca". Giuseppe.

A Capita110 : Tenente VALTANCOLI GIULIO

ORDINE MlLlTARE DI SAVOIA

CrQCe di Corolùlre.

Maggior Generale Amari Nob. d ei conti di S. Adriano Cav. Giuseppe (Gargare6Clt 18 gennaio 1912 - Sidi Ililal 20 · 9 - 912)

Capitano Iosimi Giovanni (Gargarescli 18 -1 · 912 - Sidi Uilal 20 · 9 · 912)

M.EDAGLfA D' AilGEI'frO AL VALOR MILitAru; ('..olonneUo Bloiso Cav. Carlo (Gart;arC8Cb 18, l • 912)

Maggiore Ciotola Cav. Ernesto (Gargarcsch 18 • l · 912)

• Ciotola Cav. Ernè$to (Sidi. Bilal 20 • 9 • 912)

,. Mancini Cav. Luca (Bin Bu Sa.ad 4 -12 · 911)

,. Bronchielli Cav. Giuseppe (Sidi Bi!al 20. 9 • 912)

• B-o.ssci Cav. Aldogardo (Gargareseh 18 · 1 • 912 - Sidi llilal 20 · 9. 912)

Capitano Oberti Cav, Vitwrio (Garga:resdi 18 . l · 912)

• Ponu F..doardo Gargaresch (18 -1 • 912 e Sidi Bila! 20-9-912)

• Dramj! dei Dram.is Cav. Pietro (Bitt .Bu Srutd 4 · 12 • 911)

Palumho Anlor.tio (Ga:rgaresch 18 -1 • 912 e Sidi Bila} 20-9-912)

• Barettin Antonio (Sidì Bilal 20. 9 • 912)

Pale11zona M,mo (Sidi Bilul 20. 9 912)

Barlnu,ari Urbano (Sidi Bila! 20 · 9 · 912)

Ranieri Arturo (Sidi Bila! 20 · 9 • 912)

Col.'$ancgo Ce.leste (Gargare:;d1 18 • l • 912)

Miglio Guido (Bi Bu Saad 4 · 12 · 911)

Molin o Angelo (Bin Bu Saad 4 - 12 - 9) l)

Germin o d ott. Alfredo (SiJì Bila} 20 · 9 • 912)

Settanoi Giuseppe (Gargarcsch 18-1-912 e Sidi Bilal 20-9-912)

Barchiesi Umberto (Sidi BiJal 20 - 9 · 912)

Tonizzi Ermanno (Bin Bu Saud 4 · 12 · 911)

Fantino Fermando (Sidi Bila) 20 - 9 - 912)

Ouioo Luii;i (Sidi Bila) 20 - 9 - 912)

Veniero Gaetano (Sidi Bilal 20 · 9 · !112)

Gatti Vito (Sidi Hassan 1-12 - 911 eGargnrescb 1 8 - 1-912)

De Cesare Antonio (Gargaresch 18 - l - 912 )

Ghilardi Reginaldo (Sidi Bila! 20 - 9 - n2)

Bclloni Angelo (Sidi Bila! 20 • 9 · 912)

Orcggia Alfredo (Gargareseh 18 - 1 - 912)

Gilal'di Amato (Sidi Bila! 20 · 9 - 912)

Pastomerlo Carlo (Sidi Bi lal 20. 9. 912)

Bucci Aroldo (Messri 26 · 27 novembre 1911)

Pusiol Alewmdro (Sicli BiJal 20 - 9 - 912)

Reale Francesco (Sidi Bilal 20 9 - 912)

Vitale Antonio (Sidi Bilal 20. 9 • 912)

MEDAGLIA DI lnlON'"to AL VALOR l\ULITARB

Maggiore Leonett:i Lupar.ùù Nob. di Cascia Cav. Benedetto (Sidi Dilal 20 - 9 • 912)

Capitano Finunanò E:rn1enegildo (H enni 26. 11 • 911, Bin Bu Saad 4 · 12 • 911, Ga rgar esch 18. 1 . 912)

• Barettio Antonfo (Gaxga~ 18 -1- 912)

» Paolelli dei Coitti d.i Rodorello Giuseppe (Gargn.rr.ech 18-1-912)

• lw1che:r: Attilio (Sidi Bilal 20 - 9 . 912)

• O,fofil CamiUo (l\Ii!i.ucala 8 lu gUo 1912)

• }fa:rch«e Frn~ {Bln .Bu Saad 4-12-911, GargRro&eh 18-1-12)

Tenente Dc- Roinau~ Giovarmi (Garga r cscb 18 · l • 912) " l\tasgetti Franet,CO (Gngareecb 18 • l • 912) " BrmporaJ Duili o (~ar~aresch 18 • l • 912)

• Baruffi Ernesto (Gargarw:b 18 . l - 912)

,. Bronzuoli Anacleto (GargarOfleh 18 · 1 · 912) " ?tforiotti Giw,eppc (Bin Bu Saad 4 - 12 · 911)

> Biagi Vit,, {Bin Du Saad 4 - 12 • 911)

,. Simoni Simone (Tripoli 26 • 11 • 911)

Ten. mcd. Forti Dott Igino (Bin Bu Saad 4- 12 · 911)

• Mcreu Ro1mlino (Sidi B i le.i 20 • 9 • 9) 2)

S. t e n. Ri cci Arturo (Gargareecb 18 · 1 · 912)

• Veoanzi Silvestro ( Gargarcsch 18 · 1 · 912)

• Marisealco Orazio (GurgaTesch 18 • 1 • 912)

• Becuzzi Emilio (Bin Du Saad 4 - 12 - 911)

• Bernardi Italo (Sidi Dilal 20 - 9 - 912)

,. Gerbino Giuseppe (Sidi Bilal 20 - 9 • 912)

• Cicerchia Pietro (Gargaresch 18 · l · 912)

• Ricci Stefono (Garg3J.'csch 18 • 1 • 912)

• Spairanì Giovanni (Gargareseb 18 · l · 912)

• Fiumara Rosario (Gorgora;ch 18. l · 912)

• Cipriani Sov erio (Gargorcsch 18 • 1 · 912)

Maresciallo Del V escovo Aquilino {Sid..i Bilal 20 · 9 • 912)

• Soccone Alfonso (Gargare&ch 18 · l • 912)

• Mau.autini Vittorio (Gargare;,cb 18 · l · 912)

Serg. Magg. Dc Angew Filippo (Ga rgaresch 18 · l • 912)

,. Pcnsuti Gi ovan ni (Gargarcsch 18 • 1 • 912)

Sergente Colacicchi Ranieri (Gargaresch 18 • 1 • 912)

,.

Fran cescon .Antonio (Bin Bu Saad 4 · 12 · 911 )

• Ca l vi Giovanni (Sidi Bilal 20 • 9 • 912)

,.

,.

,.

Vannelli Alesaandro (Sidi Bila! 20 • 9 • 912)

D' Ange lo Felice (Sidi Dilal 20 · 9 • 912}

De Veccl1i s Nello (Gargaresch 18 • l · 91 2)

» Do.l Bo E u genio (Gargaresch 18 • 1 • 912)

" La Vista Orasio (Gargareech 18 • 1 • 912}

Ilçenoo Awedèo (Gargareech 18 · 1 · 912)

,.

Sergcnle

C.r. Ma1t1t·

Urzt Allìo (Sidi Bilal 20 · 9 · 912)

Voce Raffaele (Gargaresch 18 -1 • 912)

Viale Giuseppe (Gari;arescli 18 · 1 • 912)

Luecioni Angutto (Garyueech 18 · 1 • 912)

Acquati Enrico (Sidi Bilal 20 • 9 · 912)

5f.j!ato Lui~ (Sidi Jlilal 20 • 9 · 912)

Caporafo Z11ppalnrc

SoldlltO l\lrncgbio Giovanni (Gug-.u-escb 18 · 1 · 912)

Pugfisi FnnCCl!OO (Sidi Bit.I 20 · 9 • 912)

Botlomcuo Mario ($idi Bilal 20 · 9 · 912)

IAgna Pietro (Sidi IJilal 20 · 9 • 912)

Pintaldi Antonio (Gargareicli 18 • 1 · 912)

ZereUa Viooenw (Garga,reach 18 · 1 · 912)

I acobelli Alcide (Gargare&eh 18 · 1 · 912)

Nanni Diomede (Gargareecb 18 · 1 · 912)

P essina Antonio (Guga.n:seh 18 • 1 · 912)

Pamminti Carmelo (Gargarceeh 18 • l · 912)

Pu olueci Mancinclli Alberto (Gargarach 18 · l · 912)

Paladino Guido (Sidi Bilal 20 · 9 • 912)

ENCOMIO SOLENNE

Tcneule Monluori Cu-lo (Tripoli Nov. 1911 · geon. 1912)

Tcn. mcd. Roui Ferruccio )

S. ten. mcd. Piccoli Giovanni

(Bin Bu Saad 4 • 12 · 1911)

Marl'Sciallo Spcnnu Alfredo (Gargare8cli 18 · 1 · 912)

• Del Veacovo Aquilino (Gacgarosch 18 - 1 • 912)

Sergente Mi~iani Filippo (Gargare&eh 18 · l · 912)

Cap. Magg. Belm•ggio Luigi (Gargartl!Ch 18 · 1 · 912)

Caporale Fergna Evuisto (Gargareech 18 • 1 • 912)

Soldato Cabrielli Nicola (Sidi Bila! 20 · 9 · 912 )

Onorijicmze conee&e in comideraziooc di particolari benemerenze acqui· stato suJ teatro <le-~la guerra durante Ia campagna ltulo • Tu rca 1911 · 12.

ENCOMIO SOLENNE

Capitano De A.rc:ayne 1:'ranceaco h)

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