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IL COMANDO E GLI STATI MAGGIORI
La costituzione dell'Alto comando austro -sardo (21 dicembre)
La sconfitta ridusse ulteriormente il potere negoziale del vertice politico-militare sabaudo. Anche questa volta fallì un nuovo tentativo di rilanciare la chimerica Lega Italiana. Tramite l'ambasciatore toscano a Pari gi, conte Carletti, il nuovo ministro degli esteri austriaco. barone Franz Maria von Thugut (1739-1818), propose alla Francia di cederle il Belgio in cambio della Ba viera, ma non volle discutere la controproposta di tacitare Torino cedendole la L ombardia a compenso di Nizza e Savoia. Dal canto suo la Francia offerse al Piemonte un'alleanza difensiva e offensiva a condizione di rinunciare alle province transalpine e mantenere per un triennio presidi francesi in alcune fortezze. Successive offerte riguardarono l'annessione di Genova in cambio del libero passo alle truppe francesi.
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Intanto l'ambasciatore imperiale a Torino Gherardini si adoperava per ammorbidire la posizione austriaca, sottolineando le pressioni del principe di Piemonte per indurre il re a imitare la Spagna dichiarando la propria neutralità e l'offerta del Regno di Lombardia, o addirittura d'Italia, avanzata dalla Francia. Ma Thugut era dichiaratamente ostile al Piemonte e nel nuovo negoziato sulla coope razione militare pretese non solo la piena autonomia del Corpo ausiliario . ma anche il comando austriaco delle Regie Armate riunite. Questa pretesa contrastava però con la tradizione sabauda, perchè mai in passato il sovrano aveva formalmente delegato ad altri, tanto meno a uno straniero. il comando delle proprie truppe.
Alla fine, il 21 dicembre 1792. si giunse al compromesso di riconoscere al re il comando generale e ai due capitani generali. i duchi di Aosta e del Chiablese, quello effettivo delle truppe sarde. ma non di quelle austriache loro assegnate. Queste ultime sarebbero rimaste alle dirette dipendenze del barone vallone Joseph de Yins, un anziano generale d'artiglieria decorato dell'Ordine di Maria Teresa, protetto dal defunto maresciallo Laudon ma inviso al barone Stein, afflitto dalla podagra e da una sordida avarizia. Tuttavia il comando congiunto avrebbe assunto struttura collegiale. un Consiglio di guerra formato dal re, dal principe di Piemonte (nom in ale ·'comandante generale in secondo" del l 'Armata sarda) e dallo stesso de Yins.
De Vins fu dunque nominato non già comandante. bensì soltanto Ispettore generale delle Regie armate riunite, con il grado di capitano generale del!' Armata sarda e con paga annua di 37.125 lire. più 30 razioni di pane e 44 piazze di fieno al giorno. il doppio delle spettanze di un capitano generale sardo, il triplo di un tenente generale . [n realtà de Yins rimase fisso a Torino. da dove gli attacchi di gotta non g li consentivano di muoversi. l suoi numerosi detrattori sospettavano del resto che la sua stupefacente flemma fosse calcolata, in forza delle istruzioni segrete del suo governo , allo scopo di aggravare l'esposizione militare del Piemonte nei confronti della Francia per meglio assoggettarlo al controllo e in prospettiva ai reconditi disegni geopolitici di Vienna.
Gli ufficiali stranieri addetti allo Stato Generale
Con dc Vins giu n sero a Torino un aiutante di campo (maggiore dei Croati Wiscr), due ufficiali di maggiore (capitano Marsian i e t e nente Rota) e due del genio (maggio re Marchctti c capitano Martonitz). Nonchè il condutto re dci carri e bagagli Bimncfeld, che seco ndo la memorialistica sabauda avrebbe realizzato in ge nti profitli illeciti.
Tra gli ''addetti alla perso na del re " o del generalissimo. c'erano vari emigrati francesi, tra cui Bonne de Savardin, già emil.sario del conte di Artois a Li one . c il co nte di Clcrmont de Saint Jean dc la Batie c he esibiva però antiche origini savoiarde. Qu esfult im o millantò di poter reclutare un reggimento di emigrati, ma si limitò in realtà a goder s i grado e st ipendio. Nel 1793 formò comunque un corpo con milizie di Susa e Ao!>ta. volontari savoiardi e numerosi emigrati accorsi dalla Svizzera, nel quale furono ammessi ufficiali già cassati per varie colpe che intendevano riabilitarsi servendo quali semplici volontari come Loche. Chessel, Arborio e Mcnon. Non abbiamo potuto ver ifi care l'ipotesi che proprio da questo corpo fosse tratta la colonna fantasma di 250 uomini che ncll"agosto 1793 raggiunse il Faucigny auraverso il territori o vallesano. Ma Clermont seguì il re nella s ua ispezione sul fronte del Varo.
Tra g li "addetti allo stato generale.. c'era anche il principe di Marsico uovo (poi di Molitern o) Girolamo Pi gna t.elli , figlio dell'ambasciatore napoletano a Torino c futuro comandante dei Lazzari napoletani che nel dicembre 1798 si opposero a Championnet. Vi se rvivano anche tre s udditi pontifici originari del contado Vcnassino. cavalieri de Joly. Fléchicr de Séne7 c de Jarjays, il quale, scelto da Luigi XVIII quale s uo rappres e ntante in Piemonte. ebbe un ruolo non secondario nelle ultime decisioni dcir aprile 1796. Avignonese era anche il conte di Fontanieux, nominat o colonnello del Re gg imento del duca del Chiablese c poi aiutante generale di Cordon a Susa (nel 1797 gli fu affidato il comando della Di visione ausiliaria fornita dal Piemonte ali' Armata di Bonaparte).
L'orgrmi:;:;a-;.ione degli srati maggiori ovarina era il cugino naturale del re, essendo nipote naturale di Vittorio Amedeo li e della contcl.sa di Spigno. Suo padre. Paolo Novarina conte di San Sebastiano. era stato il comandante del l 0 battaglione delle Guardie che il 19 luglio 1747 aveva inchiodato il cavaliere di Belle-lsle sulla Testa de li" As!>ictta. Germagnano e del Carretto caddero poi eroicamente in combattimento. il primo a Tolone il 13 dicembre 1793. l'altro a Cosseria il 13 aprile 1796.
Principali collaboratori del re in campo militare erano il cava li e r Asinari di Bernezzo noto come il marchese di Brézé e il Giuseppe Enrico CoMa di Beauregard (1752- 18 24). AJI'initio del 1793 furono nominati gli aiutanti di campo. ri brigadiere conte Delfino di Trivié. già segretario della Loggia massonica torinese ed aiutante di campo del sov rano dal 1774 al 1790 nonchè regista della riforma militare del 1774, lasciò il comando del Reggimento provinciale di Novara per assumere la carica di Primo aiutante di ca mpo del re. Gli altri 8 aiutanti di campo erano i marchesi Paolo Francesco di Salcs (tenente generale), Ottavio Maria Tommaso Mossi di Marano (brigadiere). Jacquc!. Clcrmont M ont Saint J ean de la Bati e (colonnello) c Giuseppe Novarina di Spigno (maggiore) . i co nti Bernando De Rossi di Ternen go (co lonnello ). Giu seppe Fau ssone di Germagnano (lenente colonnello) c Cesare Gaetano Balbiano di Viale (maggio re ) c il cavalier Filippo del Carretto di Camerana (maggiore).
Germagnano. già capitano di marina , nel 1787 era entrato al servizio russo combattendo contro i turchi. addcllo allo stato maggiore del principe Potemk.in. Aveva poi preso parte all'offensiva nella Champa gne . addetto alla Divisione del principe di Nassau che faceva parte dell· Armata del duca di Brunswick, rientrando al servizio sabaudo dopo l'aggressione francese. Nell'Armata sa rda servivano già ben sette suoi fratelli. due dei quali caddero s ul fronte Nivardo (Angelo a Milleforc he il 12 giugno 1793. Ga s pare alla ridotta di Fel z il 27 aprile 1794).
Del Carretto (n. 1758). nipote omonimo del Primo Elemosiniere. si era arruolato diciassettenne nel Reg g iment o Aosta, comandato dal padre Giuseppe. poi governatore di Casale; ma nel 1781 aveva disertato a causa di un amore contrastato. Graziato dal re, era stato però da l l'Armata e si era ritirato con la sposa nella sua tenuta di Pareto. Allo scoppio della guerra ottenne la riammis s ione e il comando del Corpo franco dci disertori graziati. Dopo aver impiantato e diretto la guerriglia nelle valli dell'Alto Varo e deii'Estcron. a seguito di due gravi ferite nell'ottobre 1793 passò al meno gravoso servizio di <;tato maggiore. Nell'esercito militava anche un altro Del Carretto. conte di Millesimo. in seguito colonnello del Reggimento Torino c comandante della colonna volante che nell'aprile 1798 distru sse la s pedizione giacobina su Pallanza.
TI 26 marL.o 1793 furono nominati 11 ufficiali ··applicati allo Stato maggiore dell' Armata": l maggiore di fanteria (barone Bonne de Savardin). 2 capitani di cavalleria sotto-a iutanti genera l i di dipartimento (marchese di e conte d'Agliano), 2 capitani di fanteria (Maulandi c conte di Robilant), l capitano tenente (Augié. istruttore delle scuole teoriche c pratiche), 3 tenenti (Rubini. vassallo Mallone e Di Martinet) e l insegna del Re ggimento Grigione ( De Grandi).
Il l o aprile dc Yins comun icò al brigadiere marche se di Salicetto. comandante della guarnigione di Torino. che il re ·'accordava" il congedo agli ufficiali non più idonei alle fatiche di guerra. con la Yelata minaccia di ··..,evcrissime punizioni'' per quanti non intendessero spontaneamente conformarsi al dc!>iderio del re.
Il 14 aprile furono stabilit i gli organic i dei quattro stati maggiori. uno d'Armata e 3 di Corpo d'armata. ln tutt o 4 viccauditori, l cappellano. l chirurgo maggiore. 5 ingeg neri topo grafi con 5 assistenti. l quartiermastro. l cond uttore carri e bagagli, 7 furieri. l gran prevosto in 2 ° c 3 prevosti. A ciascuno s tato maggiore erano inoltre assegnati un dJappello di guide a cavallo (l capitano c 12 guide) e una sezione delle regie poste con l commissario. 2 postiglioni e 2 palafrenicri. risentimento tra gli aiutanti generali piemontesi l'inserimento di ufficiali austriaci in tutti gli stati maggiori divisionali.
Il 25 giugno. soppressa per economia la categoria degli aiutanti c sottoaiutanti ge nerali dei dipartimenti. i marchesi di San Marzano. di Caluso. di Varax e d' Azeglio e il conte Cu sano furono nominati aiutanti di campo rbpettivamente di de Vins. del duca d'Aosta, dei tenenti generali Cordone Sant'Andrea c del duca del Chiable - se. A San t· Andrea fu assegnato anche il conte Alcìati, me nt re il figlio del generale nìzzardo, cavalie r Ignazio Th aon dì Revel ( 1760-1835). fu poi capo dì stato maggiore del duca d'Aosta.
l QUATTRO CORPI o' ARMATA
La riparti:ione delle for:e
Dopo laboriose trattative, le forze mobili furono s uddi vise in 4 Corpi d'Armata. con la seguente for?a e dislocazione: li grosso della cavalleria. 2.600 sardi c 800 dragoni austriaci. era in riserva nella pianura tra Pinerolo e Saluuo oppure ad Asti c Alessandria Oltre a 2.000 invalidi c 1.800 artiglieri. i presidi interni del Piemonte comprendevano circa 11.000 fanti, cioè: l l compagnie di riserva dei Reggimenri provinciali (ciascuna con 30 istruttori e 240 reclute)
Il battaglioni incompleti (2 ° Savoia. 2° Royal Allemand. 2° Chablais, 2° La Regina. 2 ° Sardegna. 2° Christ, 2° Oneglia. 2° 2 ° Moriana. l o e 2 ° Novara )
• 2 battaglioni di Truppe Leggiere
2 battaglioni di guarnigione di 700 uomini (uno e uno austriaco) l due Corpi più piccoli, della Val d'Aosta e di Susa. dovevano coprire gli sbocchi dal Pi ccolo San Bernardo. dal Moncenisio e dal Mongincvro. il terzo quelli dall'Agnello, dalla Maddalena e dall'Argentera. L'ultimo e più forte doveva sbarrare la strada di Tenda sul versante NiZ7ardo. Il Corpo d'Armata della Val d'Aosta era comandato dal tenente gene rale Bertone di Sambuy con in sottordinc Argentcau. Aveva il quarticr generale ad Aosta e sbarrava il P iccolo San Bernardo con tre nuclei al lago di Combat (Courmayeur) alla Thuile e al Col du Mont. Contava 5.600 fanti ( 14 battaglioni). 400 cavalleggeri del Re c 14 peZ?i.
2 battagl ioni di Guastatori o Pionieri derivati dalla Legione degli Accampamenti che al comando del conte di Roubion guarnivano le opere avanzate della piaaa di Torino.
L'autonomia del Corpo d'Armata di Susa rifletteva anche l'intento di compiacere il marchese di Cordon dandogli un comando indipendente. Tecnicamente incompetente. s i avvaleva della consulenza del fratello e suo pari grado. barone Giuseppe
Amedeo Sallier de La Tour ( 1737-1820), del tenente colonnello Varax, del francese Bonne-Savardin e dell'esperto ma quasi settuagenario barone casalese Chino (n. 1725). promosso maggior generale. ri corpo contava 3.600 fanti (9 battaglioni). 400 fanti leggeri . 200 dragoni e 5 compagnie cannonieri con 23 peni, suddivisi in quattro n ori:
Moncenisio (Ridolle Vi llar<!. Rivet e Ba raccone): 2 bauag l ion i granatieri (6° e JO) e 2 compagnie cannonieri con 9 peai:
Susa e Forti di Exilles. e Brunetta: 6 battaglioni (2° cacciatOri Fatio. l o e 2° Susa. l o l o Muriana. 2° Granatieri Reali Bellegardc), 4 compagnie leggere. di:.taccamenti di guastatori. 2 \quadroni di Dragoni di Piemonte e 3 compagnie cannonieri con 14 peZ7i da campagna:
• Valle di Gl.tio (Mongincvro): 3 battaglioni {1° Royal Allemand. l o e 2° Pinerolo ) e milizie locali del nobile d'Aprii:
Valli d'Orco e di Lan.t o: miliLic locali del conte France>etti di Meaenile. già capitano dell'esercito austriaco.
Il terzo Co r po d'Armata era comandato da Strassoldo. con in sottordine Provera c col principe di Carignano quale capo di stato maggiore. Con 11.000 fanti (25 battag lioni ) 800 croati c 2 compagnie cannonieri con 8 pcui. sbarrava le direttrici di Saluno e di Cuneo. suddivic;o in tre settori:
Valli di Lucerna e San Martino (Val Pellice ) : colonnello Gaudin. svizzero protestante. con 5 compagnie , alde\i di Angrogna c Villar del marchc:.e Carlo Emanuele d'Angrogna appoggiate al modesto Forte di Mirabouc:
Valli del Po (Agnello): generale Provera. 3.000 ( l granatieri Stra!>Soldo. 2 Belgioioso . 2 Caprara), 1.600 ( 1° Piemonte, 5° granatieri d'Andezeno. 2° Mondovì. l 0 Granatieri Reali Bel lcgarde). 400 sv izzeri di nuova leva ( Il 0 granatieri Mesmer e Rcdi ng) e 800 croat i (Brcntano) con 2 compagnie artiglieria c 8 pczLi. con quartier generale a le del Po. sopra le valli Vamita e Maira:
• Valle Stura (Maddalena e Argentera): generale Strassoldo. 4.()()() piemontesi (l o c 2° Guardie. t o Savoia. l o c 2° l o c 2° Ivrea. l o c 2 ° e 2.000 :.vizzeri di nuova leva <Bachmann Zimmermann. Pey er- Imhoff) più alcune centinaia di milizie. capisaldi alle Barricate e a Demonte e forti avanguardie a Valdieri e a Vinadio.
!l Corpo d'Armata della Contea di
Il più fo r te era però il Corpo d'Armata della Contea di Nizza, coma ndato da Sant'Andrea. che aveva in sottordine Colli e il scttuagenarin maggior generale saluzi'Csc Giuseppe Antonio Dcllcra barone di Co11cranze ( 1721 - 180 l) con quarticr generale alla Giandola sopra Brc glio. Erano in tutto 12.000 uomini: 1.600 granatieri, 7.200 fucilieri. 800 truppe leggere e cacciatori, 1.800 cacciatori franchi c volontari c 600 25 battaglioni regolari e 6 compagnie d'artiglieria con 24 pezzi. Il Corpo era attestato poco sotto Saorgio. spartiacquc tra Varo e Roja c tra Roja e Severa. sbarrando le valli adducenti ai passi delle Finestre (Argentera) c di Tenda. L'ala a destra di Saorgio. comandata da Colli con in sottordine Dellera. occupava la dorsale del monte Capclct (Cappelletto) e l'altipiano trapczoidale de li' Authion
(una diramationc di monte Clapicr) protetto ali 'estrema destra dal caposaldo del Raus. Contava 4.000 uomini, con base nel campo trincerato di Millcforche (Fromagine) sostenuto alle spa ll e dalle trincee deii'Ortighera e da una poderosa ridotta detta '"il castello deii"Authion'·.
L'ala sinistra. comandata dal brigadiere Perni gotti, faceva perno sul colle de l Brouis. poco a Sud-E'>t di Saorgio c Breglio, occupando la diramazione Sospcllo. subito a Nord del confine sardo-genovese. Una debole linea di ridotte collegava i capi..,aldi di Authion e Brouis dal ca mpo di Millcforche ai colli di Mangiabò e Perus. L" artiglieria non era disposta in batterie. ma con pochi cannoni sapientcmcnte collocat i dagli ufficiali Roccati. Zin e fratelli Vaira. dominava tutte le gole e le strade d'accesso. so r vegliate dalle milizie c dai cacciatori scelti.
Come dimostrarono i fatti. la positione scelta già da de Courten aveva un forte valore difensivo c non solo gli attacchi frontali ma anche il tentativo di aggirarla dal fianco occidentale logorarono inutilmente per diciotto mesi l'Armata del Varo. Ma. come videro subito Anse! me e gli altri quattro generali che dopo di lui comanda rono l'Armata. la vulnerabilità della posizione sarda stava nella possibilità di aggirarla dal fianco orientale, co mpletamente sguarnito di truppe. Per farlo occorreva però violare la neutralità della Repubbli ca di Genova. Una neutralità di fatto disarmata, ma che la Francia non s i riso lse a violare subito a causa della propria dipendenza dal credito e dal commercio ge novesi c che poi rispettò solo pc rchè impe g nata a consolidare le rclrovie dell'Armata sconvolte dalla notta in glese c dalla co ntrorivoluzone interna. Così quello schieramento erroneo sotto il profilo <;trenamentc militare, fu nondimeno per alcun tempo efficace; ma cad de poi alla prima favorevole. con la manovra attuata da Masséna nelraprilc 1794.
Durante quel primo inverno di guerra in montagna Kcllcrmann risparmiò saggiamente le proprie truppe la sc iando so lo qualche g ran guard ia nelle alte val li savoiarde e ricoverando in pianura il grosso dell'Armata delle Alpi. Invece Brunet. rimasto al comando interinale delle truppe del Varo, si illuse di poter attaccare, malgrado rinclcmem:a della stagione. un avversario che al contrario di lui era facilmente rifornito dalle retrovic e attestato su posizioni elevate e impenetrabili, del le quali Brunet non aveva per giunta esatta cogniLionc. Senza contare che le linee francesi erano continuamente molestate dai partigiani nizzardi e che Sant'Andrea controllava molto bene la situazione nemica grazie ai disertori, ai valligiani e alle spie. tra le quali si distinse Alessandro Durafous. che tra febbraio e maoo effettuò una spericolata ma incontrastata missione informativa fra le truppe nemiche del Nizzardo c del Delfinato.
Solo 14 dei 39 battaglioni francesi sve rnarono tra la costa e L'Escarène Gli altri 25 rirnao,ero in montagna. schierati a semicerchio su una linea troppo estesa i cui collegamenti con le retrovie erano minacciati dai posti avanzati mantenuti dall'Armata sarda nelle alte vall i della Tin éa. del Varo c della Vcsubia. I settori francesi erano. da Ovest ad Est. i seguenti:
Vesubia Casabianca): da San Martino di Lantosca a Roccabiglicra. Belvedere c Bollena
• Peiracava (colonnello Masséna)
• Strada di Tenda (generale Dagobcrt)
• Castiglione (generale Dumerbion).
L'Il febbraio Brunct tentò il primo as alto. Malgrado la fitta nebbia e la neve poco so lida la colonna Mica s prese la ridotta di Madonna delle Grazie (Amenouz) ma le fu ritolta dal contrauacco del corpo franco di Del CarreLLo. Dopo aver vagato per ore. a sera Brunet giunse so tto le trincee di Milleforche dove lo sbarrame nto d'artig lieria lo costrinse a tornare a Lucéran. Due giorni dopo, appena entrati in linea. 1.200 austriaci occuparono Sospcllo asserraglia nd osi al convento e al colombaio assieme alle milizie del maggiore Trabaud. Brunet e Dagobcrt li contrattaccarono frontalmente mentre una terza colonna li aggirò a sinistra dalla Turbie, costringendoli a ripiegare. l francesi non occuparono per non estendere ulteriormente la loro linea, ma ottennero comunque il risultato di uccidere Trabaud c catturare 250 granatieri col loro maggiore Strassoldo. nipote del generale. li manca10 intervento delle truppe sarde s uscitò il primo grave scretio tra Colli e Sant'Andrea.
Il comando nominale dei duchi del Chiablese, di Monferrato e d'Aosta
L'affiancamento di Co lli c Sant'Andrea si rivelò così uno dei principali errori comp iuti dall'accordo del 2 1 dicembre 1792. Per ri so lvere il dissidio de Vins dovette risolversi a lasciare T'orino c a recarsi alla Giandola. dove giunse il 17 marzo. Naturalmente. ne fosse convinto o meno. si affrettò ad approvare l'intero operato di Sant'Andrea. on aveva alternativa. perchè altrimenti avrebbe ri schiato un ammutinamento dello stato maggiore sardo. già insofferente della inframmcuenm austriaca. Ad ogni buon conto de Vins ordinò al generale nizzardo di resta re sulla difensiva se nLa assumere nuove ini7iativc.
Ma siccome Colli non accettava la subordinazionc a Sant'Andrea si di rila faccenda attribuendo formalmente il comando del Corpo d'Armata al frate ll astro del re, il capitano ge nerale Benedetto Maria Maurizio duca del Chiablcsc ( 1741 - 1808). Il duca fu nominato il 27 ap ril e, ma non assunse mai il comando effettivo, limitandosi ad effettuare due brevi visite al fronte, poco prima e subito dopo la gra nde battaglia dell'8-12 giugno. Del resto la vera funlione era la supervisionc della polizia politica e dell'efficiente se rvizio informazioni militare. diretti dal cavalier di R oub ion.
Altro errore fu lo sdoppiamento della vecchia Armata di LaZ?ary nei due Corpi autonomi di Aosta c Susa. Per s uperare le rivalità tra Bertone e Cordon c in vista della prossima spedizione in Savoia, nel giugno 1793 Benone fu promosso tenente generale c rispedito a Torin o quale nuovo comandante della g uarnigione, mentre i comandi dei due Corpi vennero formalmente riuniti nelle mani dcl tcrzogenito del re, il g iovane principe Maurii'io Maria Giuseppe, capitano ge nerale e duca del Monferrato ( 1762-99), lasciando però Cordo n al comando dell'auton o ma Divisione di Susa. 11 duca era cavalleresco. coraggioso e ben voluto dalle truppe, ma privo di esperienza. Gli venne così affiancato come consigliere il generale Argenteau. che doveva il grado ai suoi meriti di cortigiano più che a quelli di soldato. In tal modo i 10.000 uomini che custodivano i pass i ertentrionali furono lasciati in mano a tre generali incompetenti circondati da un nu go lo di cortigiani e di politicanti. Infin e ad agosto anche il pri ncipc Vittorio Emanuele duca d'Aosta ( 1759 - 1824 ), secondogcnito del re. ottenne il comando di una nuova Divisione di 6.000 uomini formata in Valle Stura per l'of- fensiva sul Varo, ostentando poi provocatoriamente di volerlo esereitare in modo del tutto autonomo c indipendente dalle direttive e dai consigli di de Vins. Le con-;eguenze furono anche peggiori, e non solo sul piano strettamente militare ma anche su quello politico. È infatti ai duchi d' Ao:-.ta e del Monferrato che va attribuita la maggiore responsabilità del fallimento delle due campagne parallele in Savoia e s ul Varo condotte nell'estate - autunno del 1793.
Le Truppe Straniere
L'arri1•o del comingeme ausiliario auMriaco
Il timore che attraverso la Riviera i francesi potessero puntare direttamente su Milano indusse gli austriaci a sospendere la partenza del loro contingente fin quando dal Tirolo non fossero giunte le truppe destinate a formare il nuovo Corpo d'Armata di Lombardia. Il 5 gennaio l 793 Vittorio Amedeo ne seri veva a l marchese di Breme. osservando che gli austriaci si erano impegnati a fornirlo soltanto quando non vi sarà piC1 nulla da temere per la Lombardia...
Ma alla fine di febbraio il contingente austriaco raggiunse finalmente il territorio piemontese per andarsi a schierare qua-,i tutto in Valle Stura. IJ nerbo era formato dal 2 ° Reggimento di Guarnigione ( LR 6) e dai due reggimenti "italiani .. (lR 44 Bclgioio:-.o e 48 Caprara poi Schmidtfcld) con il relativo battaglione granatie r i (Wollust, poi Strassoldo). Reclutati nelle carceri e fra gli ex -disertori di tutti gli eserciti. i reggimenti 44 e 48 godevano di pessima riputazione. Migliori erano i granatieri c i presidiari, ma erano soldati anziani, che poi i francesi avrebbero banezzato ..reverend pères". Il 2° battaglione fu destinato al Nin.ardo e fu la prima unità austriaca ad entrare in linea nel settore del Brouis. ma il l o rimase di guarnigione a Torino di r info,-zo all'analogo battaglione sardo. Completavano il contingente 800 dragoni veterani del Reggimento Laudon. rimasti tra Asti c Alessandria. e 815 croati del corpo franco Gyulaj comandati dal maggiore Brcntano, che raggiunsero la Val Maira solo nel giugno 1793.
Bcnchè l'organico dci battagHoni austriaci fosse il doppio di quelli sardi.le fonti suggeriscono che fossero incompleti, perchè li calcolano soltanto su 600 o 700 uomini. di modo che la forza effettiva del contingente austriaco viene calcolata convenzionalmente intorno ai 6.000 uomini, di cui 3.800 in Valle Stura. 700 al Brouis. 700 a Torino e 800 ad Asti e Alessandria. Non vi è neppure traccia dci 24 pezzi da campagna a ustriaci previsti dalla convenzione di Milano.
Comandava il contingente un anziano conte friulano, il tenente maresciallo Lcopoldo Strassoldo, con in sottordine tre maggiori generali, tutti veterani della guerra dci setre anni e della guerra contro la Turchia. Due erano lombardi, il barone vogherese Michelangelo Alessandro Colli Marchini ( 1738 - 1808) e i l marchese pavese Giovanni Provera (1736-J 804). Il terzo era licgese. il conte Eugène Guillaume Alcxis Argenteau (1741-1819).
Colli, ancora maggiore a cinquant'anni, doveva la sua improvvisa carriera all'astuto stratagemma con il quale . durante la guerra contro i turchi. era riuscito a farsi finalmente notare dal mare sciallo Laudon (venuto a sapere che Laudon avrebbe ispeLionato il fronte. Colli si fece trovare mentre scavava trincee assieme ai soldati e finse di non essersi accorto del maresciallo perchè stremato dalla fatica e dall'impegno). l :-,ei Reggimenri svi::.:.eri ln base all'alleanza del 1764. estesa nel 1772 anche ai cantoni protestanti e rinnovata col trattato di Soletta dcl28 maggio 1777, alla vigilia della Rivoluzione sviz7eri e grigionj fornivano alla Francia e agli altri stati membri del Patto di Famjglia o alleati della Francia un cen tinaio di generali e ben 40.000 fanti permanenti. pari al 2.7 per cento della popolazione ( 1.5 mjJioni). l 30 Re ggimenti permanenti svineri, reclutati su base volomaria mediante capitolazioni collettive con imprese familiari, erano così distribuiti: 13 alla Francia (16.500 in pace c 24.500 in guerra). 6 all'Olanda (7.500), 4 alla Spagna (4.988) 4 a apoli (5 .833) e 3 al P1emonte (3.237). Inoltre la Francia poteva di fatto contare sulla formidabile milizia bernese, forte di 21 Reggimenti di prima linea con 26.000 effettivi, mobilitata nel 1781 per reprimere lo sc iopero sindacale delle nuove reclute per il Reggimento di f-riburgo e nel 1783 per l 'intervento franco-sardo-bcrncsc in sostegno dei reazionari ginevrini l tre reggimenti sviz:.ccri permanenti a l servizio sardo erano tradizionalmente capitolati coi cantoni del Vallcsc (de Courten) e di Berna ( Rockmondet) e con le Leghe Grigie (C hrist). Tutti c tre furono impiegati al fronte, ma i primi due con scarso apprezzamento. Anzi il capi tan o bernese Bego z. alla cui buona fede credette poi soltanto il suo connazionale barone Jomini. fu sospettato di aver consegnato per denaro la ridotta Vallesana del Piccolo San Bernardo. deve rese per primo la spada al nemico il 23 aprile 1794. Inv ece il Reggimento Grigionc dette buona prova illustrandosi aii'A uthion e specialmente nella battaglia del 19 aprile 1796 al San Michele , dove la s itua z ione fu sa l vata dalla 2a compagnia granatieri inquadrata da Paolo e lpp olito Schreiber, figli di un ufficiale grigione a l servizio genovese.
Di ben altro lignaggio era Argenteau. discendente dai due generali lorenesi Mercy caduti a Nordlingen e Parma nel 1645 e 1736 e lontano cugino del diplomatico Florindo C laudio ( 1727-94) consigliere di Maria Antonietta di Francia. Ma Argenteau, che doveva il grado più ai suoi meriti di cortigiano che alle modestissime capacità militari. era anche cognato di Amédée François Laharpc ( 1754-96) un ufficiale della milizia bernese che nel 1793 si arruolò nell'esercito francese per servire la Rivoluzione e che per ben due volte lo avrebbe sconfitto in battaglia, il 23 novembre 1795 a Bardineto e i l 13 apri le 1796 a Montenotte.
Archiviato il progetto di spe dire un proprio contingente. Napoli si impegnò tuttavia a somministrare al Piem o nte un sussidio annuo di 400.000 ducati per mantenere 5.000 svizze ri , ma ne corrispose solo la prima rata trimc st ral e. Servirono per capitolare 3 reggimenti. due co n il cantone di Lucerna c il principato di San Gallo c uno mi!.to con contingenti dci cantoni di Sciaffusa, Schwitz. Zug e Obwald. Li comandavano rispettivamente i colonnelli Christian Emmanucl Zimmermann. Nicholas Bachmann e Jean Conrad Peyer- lmh of.
Le reclute si tro varono in abbondanza, anche per il diffuso desiderio dj vendicare la strage dei loro connazionali alle Tuilcries. Ma i colonne lli inta scava no sistemati - ca mente gli anticipi concessi per l 'equipaggiamento e le paghe, negando alle reclute viveri e e provocando ondate di forti della sbalorditiva arrendevolena mostrata nei loro riguardi da Vittorio Amedeo. Gli innumerevoli privilegi concessi alle truppe estere. e il loro costo esorbitante suscitarono infinite rivalità erilievi di carattere tecnico e amministrativo. Ma il re non volle privarsene, perchè, secondo il criterio adottato dalle monarchie francese, spagnola e napoletana nonchè dal governo dello Starholder olande:.e. continuava a considerare gli svizzeri le uniche truppe di cui potersi fidare per compiti di sicurezza interna.
Nell'estate 1793 i tre reggimenti di nuova leva. con metà degli organici previsti, furono spediti in Valle Stura per far parte della nuova Divisione creata per il duca d'Aosta. Ma neanche allora ebbero occasione di vedere il nemico e i fucilieri furono in seguito tenuti nelle guarnigioni interne. mentre i granatieri furono riuniti nell' 11 ° battaglione di formazione, comandato dal maggiore Reding. di presidio nelle valli di Pinerolo e di Luserna. Un centinaio furono catturati nel maggio 1794 al forte di Mirabocco, il cui comandante. maggiore Mcssmer, venne processato e fucilato per averlo evacuato senza combattere. Sciolto l' 11° con la smobilitazione del 1796. gli altri 6 battaglioni furono conservati e ancora nella primavera del 1798 il maggiore Audiberg comandò 200 uomini del Peycr-lmhoff aggregati alla colonna volante di Pallanza. I n dicembre ne restavano circa 800. che formarono la 2a Legione Elvetica al servizio del governo provvisorio piemontese.
l Reggime11ti Royai-AI/emand e Chablais
Oltre agli sviucri. l'Armata sarda includeva altri 2 reggimenti esteri, di cui uno privilegiato fom1ato da tedeschi (Royal Allemand. di proprietà del maggior generale Brempt) che non dette buona prova. e uno non privilegiato di proprietà del duca del Chiablcse. A rigore quest ' ultimo non era considerato estero. bensì nazionale. perchè era inquadrato da ufficiali savoiardi e reclutava savoiardi. valdesi e anche piemontesi. Ma ammetteva anche francesi e italiani non regnicoli c nell'autunno 1793 vi furono incorporati numero:.i emigrati francesi, in seguito anche gli esuli toloncsi rifugiati a Valenza Po c scarsamente sussicliati dall' l nghilterra.
La Fanteria Leggera
Il battaglione cacciatori carabinieri di Canale
Anche nell'Armata sarda. ad imitatione dei Freikorps di cacciatori (jaeg e r ) costituiti nel 1788-92 in Tirolo (Fcnner), Germania (Dandini). Galizia (O'Donnell). Basso Reno (Laudon) c Paesi Bassi (Le Loup) vennero costituiti speciali corpi franchi specializzati nelle operazioni di "piccola guerra • in montagna, che nell'estate 1794 raggiunsero la forza di 1.800 uomini.
H primo reparto di questo tipo fu la "centuria·· di "cacciatori-carabinieri". con un organico di 337 uomini. Armata di carabina e reclutata fra i contrabbandieri della frontie ra ligure, inclusi numerosi sudditi genovesi. la centuria fu costituita il 28 ottobre 1792 dal maggiore Pi etro Francesco Malabayla conte di Canale. già capitano delle Guardie, con criteri abbastanza simili a quelli dei futuri bersaglieri di Lamarmora. Suoi capitani erano Nicola Galleani d'Agliano e il nizzardo Francesco Gapidelli di Quincinetto. In seguito il corpo fu e levato a battaglione c sdoppiato in 2 centurie. Abile e valoroso. Malabayla aveva però una spiccata propensione per il peculato, tanto che nel 1794 , accusato di essersi speso le paghe dci s uoi carabinieri. fu rimos so alla chetichella dal comando c sped ito a Torino quale ''gentiluomo di bocca··. mentre le compagn ie furono aggregate al corpo franco.
La compagnia li francesi
Nel corpo franco furono ini7ialmente incorporati anche una cinquantina di emigrati francesi, ma, data la difficile co nvivenza con gli cx-discnori . il 31 dicembre furono riuniti in una quinta compag nia autonoma, inquadrata dal capitano e più tardi maggiore Domenico Fedele dc Bonncaud e vari subalterni tra cui de La Fare e il cavaliere Palamede dc Forbin. c he aveva da vendicare un fratello massacrato dai sanculotti ad Avignone c che guadagnò la croce mauriziana il30 giugno 1795 al Moncenisio. Non tutti erano però ugualmente fedeli: il tenente de Motthy fu ad esempio arre lato e cassato per sospetto tradimento.
Ma in genere combattevano con spietata ferocìa. incuranti della vita. Del resto sapevano che, in caso di cattura. il minimo che li attendeva era il plotone di esecuzione. Non pochi lo evitarono combattendo a oltranza c poi piantandosi in testa l'ultima palla. come. il 2 settembre 1795. fece lo stesso de Bonncaud. circondato e ferito a San Martino di Lantosca.
Ricostituito con di se rtori francesi dopo aver perso 70 uomini alla ridotta di San Severo (19 aprile 1794) il reparto di Bonneaud salì nell 'es tate 1795 a 300 effettivi, tutti stra nieri ma non tutti francesi c il re ordinò di eleva rl o a centuria su 2 compagnie. L'ordine fu però revocato perchè il reparto fu annientato nella feroce incursione su San Martino di Lantosca e fu ricostituito a livello compagnia passando nel corpo franco al comando del barone Ripert du Borret.
Il corpo franco
11 9 marzo 1793 Filippo Del Carretto ebbe il comando della centuria franca di diserto ri graziati di stanza s ul Continente. In settembre a causa dell'alto numero di diser tori il corpo fu elevato a 4 compagnie, comandate da Francesco Saverio Saissi.
Vincenzo Ferrere di Buria sco, Michele Spirito di Patono c Michele Preti Saint Ambroise d'lsonc. In ottobre, a seguito delle ferite riponate al Brouis e all'Authion, D el Carretto cedette il comando al conte Borgarelli d'lsone. il giovane ufficiale degradato per la meritoria insubordinazione nei confronti di dc Courten e del tutto riabilitato dal valo re c dall'iniLiativa dimostrati durante la spedizione in Savoia.
el dicembre 1793 il re autoriLLò la formazione di un unico Corpo franco di 13 robuste compagnie con organico di 2.133 effettivi. indicato talora dalle fonti come "legione straniera". Ciò consen tiva anche ai partigiani niznrdi di potersi arruolare in un corpo permanente e godere così di un soldo maggiore e di maggiori opportunità di avanzamento. Alle 4 compagnie di disertori se ne aggiunse così l di ri serva formata dalla banda Laroque. dove furono versati anche i superstiti della banda Radicati, il cui comandante fu destinato a organizza re la nuova ce nturia dci cacciatori di Oneglia.
Altri tre reparti franchi seguirono nel 1794. Due compagnie. una di 150 "cacciatori .. e r altra di· l 20 ..carabinieri", vennero reclutate a Castagnole d'Asti e R eve ll o dal capitano Michele Antonio Piano (m. 1842), già ferito alla Gilctta, e dal conte Luigi Martin Montù Beccaria (m. 1834). Seguì in luglio una analoga reclutata da Giuseppe Pandini, mentre le prime due furono eleva te a centu ri e. costituendo altre due compagnie (2a Piano, comandata dal fratello Giuseppe, e 2a Martin , comandata dal figlio Giuseppe).
In settembre Martin cadde prigioniero c la s ua centuria fu soppressa (il figlio combattè poi con Napoleone) e durante l'inverno tutti i reparti franchi passarono agli ordini di Borgarclli d'Tsone formando un unico Corpo franco di 11 compagnie di 160 uomini (la d' lsone, 2a Saissi. 3a di Buriasco . 4a Patono. 5a de B onncaud, 6a di riserva , 7a Piano-l, 8a Piano-n, 9a Pandini, IOa d'Agliano, Ila Quincinetto). Il 17 febbraio 1795 le compagnie furono così riordinate: la Pandini . 2a Buriasco, 3a Saissi, 4a Francini, 5a Martin. 6a Bovarin o. 7a Riv arona , 8a Patono. 9a Pi ano, IOa De Bonneaud, lla di Riserva.
Tenente della compagnia Patono era il fratello vassallo Benedetto, autore delle Mémoires pour servirà l'histoire de la dernière guerre des Alpes. Già ufficiale dci Dragoni del Re, Patono era stato trasferito al corpo franco per ragioni disciplinari c alla fine del 1795 lasciò il serviL iO ritirandosi a Berlino, dove nel 1802 pubblicò le Mémoires. Seco ndo Pinelli (p. 561, nt. l) l'opera lascia trasparire "l'ira che lo dominava.. , ma getta .. molta luce su vari fatti" e già nel 1854 era "rari ssim(a) . perchè nel 1815 qualche potente, mal concio dalla sua penna, fece distruggere tutte le copie che poté raggiun gere".
Le "truppe leggiere" e i cacciatori reggimentali
Oltre ai cacciatori franchi r Armata includeva la Legione delle truppe leggiere··. comandata dal generale Dellera, progenitricc dell'attuale Guardia di Finanza. Addetta al servizio anticontrabbando c reclutata tra ex contrabbandieri e malviventi (al punto che era vietato ai suoi uomini entrare nelle città) la legione comprendeva inizialmente 4 battaglioni di 6 compagnie (inclusi granatieri e cacciatori): era inoltre previla costituzione di un reparto di cavalleria. poi annullata per le sopravvenute esigenze belliche. ll 7 aprile 1795, a Mondovì. D ellera riordinò la Legione su 2 reggimenti di 1.389 effettivi. ciascuno su IO compagnie fucilieri. 2 di granatieri e 2 di cacciatori, comandati dai colonnelli conte ùi Antignano c cavalier Leotardi (tenenti colonnelli Bcllegarde e Balegno, maggiori Massimino. Bava, Nicolis c Santi). Contava in tutto 100 ufficiali. inclu s i 15 prigionieri dei francesi e il conte l gnaLiO Bianco di San Severo, già colo nllello in 2° della Legione e ora Ispettore dei due Reggimenti.
Sedici delle 20 compagnie reggimentali di cacciatori. incluse 5 estere, furono subito riunite in 2 battaglioni di formazione. il l o a Breglio (cavalieri Lu tcma di Cam - pigi ione c Incisa di Santo Stefano) e il2° a Susa (cavalier Fatio c conte Colleoni ). Dopo la battaglia deli'Authion il comando del 1° battaglione fu rilevato dal marche..,e Colli Ricci di Felizzano, già maggiore provinciale del Re ggimento Mondovì. 11 20 rnar1.0 1796 i due battaglioni furono riuniti in Re ggimento di 18 compagnie. Fra il 1793 e il 1796 ne vennero formate altre 16. quattro delle truppe leggere e le altre 12, autonome, con reclute e volontari provinciali (2 oncglicsi, 3 astigiane, l monregalesc, 2 savoiarde, l aostana, l novarese, l vercellese c l mista eli riserva).
VOLON TARI, MILIZIE E 8ARB ETII
l cacciatori mlontari e i cacciatori scelti del l primi comandanti delle bande furono i capitani di milizia Cauvin. Cristi n i e d'Aiglun; i tenenti conte della Rocca (Laroque), del Reggimento Nizza, c Faraud . di milizia: i cavalieri di Santa Margherita, di Sant" Antonino e Radicali di Brozolo. nonchè il tenente dei Grigion i Andrioli. autore degli Annali mi/ilari dei Reali di Savoia. Le formazioni furono poi comandate, assieme alle compagnie franche c ai carabinieri reggimentali. dai tenenti colonnelli Belmond. di milizia. e Colli Ricci. del l o cacciatori. nonchè dai capitani di milizia Salici, Cimiez. Domcrego, Comes. To rdo e baro n i Giletta e Galea.
Tutte le invasioni francesi del Settecento do venero sperimentare l'efficacia della "piccola guerra'' condotta dalle improvvisate formazioni di "parteggiani'' o "milizia generale". inquadrate c comandate su base parrocchiale, comunale o baronale. E non 1.o ltanto in montagna. dove s i distinsero soprattutro i "barbctti'' valdcsi. ma anche in pianura, in particolare durante gli assedi di Torino ( 1706) c di Cuneo (1744). Allora le bande del Cuneese. comandate dal barone de Lornay. colonnello del Reggimento di Tarantasia. avevano raggiunto la forza di circa 2.500 uomini, e allri 8.000 erano '>la ti organizzati nella pro' incia di Mondovì dal marchese d'Ormea.
Già nel gennaio 1793 sorsero nelle valli della Vesubia c della Roia \'ere e proprie bande partigiane, formate da volontari ma anche da banditi c contrabbandieri. Benchè combattessero in uniforme o comunque con contrassegni. in caso di cattura i francesi li fucilavano inesorabilmente. pcrchè. avendo annesso Niaa alla Francia. li consi deravano ribelli c traditori della patria. Una prassi che, unitamcnte ai sacc heggi c alle feroci rappresaglie contro famiglie e villaggi che aiutavano i partigiani, ebbe il so lo effetto di accrescere odio c vendetta contro l'in vasore. "Gli abitanti dei villaggi di montagna- diceva un rapporto dell'Armata del Varo- sono talmente esacerbati che hanno giurato di sterminare tutti i soldati. Non passa giorno che qualche militare non venga ucciso fino ai po<oti della città: questi barbets sono ancora più da dci soldati nemici··. L'e co arrivava anche all'opinione pubblica francese: il Courier Uni rene! del 30 maggio 1793 <;criveva infatti: "i barbers ci aspettano dietro una rupe. o un cespuglio. c ci mandano fucilate che noi non sappiamo di dove vengano. comaledetti contadini fanno più danni dei soldati di linea, conoscendo il paese fuggono da un dirupo a un altro facendo continuamente fuoco e non lasciandosi mai avvicinare".
I partigiani dell'Alto Niz7ardo furono almeno 2.000: un di reclutamento che appare addirittura plcbi-;citario, se si considerano la detcrrcnta psicologica delle rappresaglie nemiche c il potcntialc demografico della contea- appena 150.000 abitanti. due terzi dei nella LOna controllata dal nemico- c per giunta già scremato dall'aliquota collaborationista e dalle leve francesi c ..,abaude ( oltre ai partigiani. infatti. l'Armata sarda conta"a un forte nucleo nizzardo nel Reggimento Piemonte e un intero reggimento di mille provinciali ni77ardi. c<htantemente reclutato nel corso della guerra).
Il generale Sant'Andrea scrisse che "ques t i volontari attivi c infaticabili. audaci fino alla temerità, attaccavano sen7a posa il nemico, sorvegliavano gli accampamenti cd asso l vevano il compito di esplora/.ionc per conto delle truppe regolari. Attaccando improvvisamente i posti isolati ed i convogli, si impadronivano d i tu ll o . Superando con faciltà gli ostacoli della montagna. penetravano profondamente nelle Iineee nemiche, catturando prigionieri che venivano tradotti agli accampamenti ancora sorpresi della loro disavventura. Nascosti nei fondi valle o trincerati sulle alture. sempre att i vi1.simi, essi mai si lasciarono scoraggiare".
Ma non mancavano ombre. Malgrado una relativa indulgenza, nel l 'inverno 179394 Santa M argheria fu cassato per malversazione. Cauvin. processato per il medesimo reato, fu invece assolto. Congedati anche il prete Sandré e i l fra te se r vita Borg hese. il cui arruolamento contraveniva alla disciplina ccclesistica.
Perduto l'A l to Nizzardo, nel maggio-giugno 1794 i resti de ll e bande formarono 8 compagnie di ··cacciatori scelti del iaardo" (la L aroque. 2a Cristi n i, 3a Tordo. 4a Giletta. Sa Cauvin, 6a Domercgo, 7a Comes. 8a Galea) che continuarono a battersi strenuamente fronte di Loano e delle Langhe.
La Mi/i::Ja I'Oiontaria terriloriale
Come si era sempre fano nelle guerre precedenti. con editto IO ottobre 1792 Vittorio Amedeo ordinò r··armamcnto generale·· a cura e s pese dei comuni. per formare una Mili.tia territoriale con volontari dai l 6 ai 60 anni. Le compagnie dovevano avere un minimo di 36 c un massimo di 48 uomini . con 3 ufficiali nel primo caso e 4 nel secondo. D ue compagnie formavano una centuria. e sci un battaglione. comandato da un maggiore. Erano previ!>ti anche tenenti colonnelli nei centri in cui si formavano più battaglioni. Gli ufficiali di compagnia. improvvisati ma non necessariamente meno capaci erano dai comuni fra la piccola nobiltà e la picco la borghesia locale (notai. medici. possidenti). con prefererlLa per i militari in congedo non soggetti a richiamo. Al capitano spellavano 21irc per ogni giorno di servizio. aJ tenente l e meua e l aJ sonotenentc.
I l conte astigiano Garetti di Ferrere. senatore. presentò di propria iniziativa un autonomo e più concreto progetto di armamento generale, suggerendo di sperimentar lo nelle colline delle Langhe. A s tigiano e Monferrato. Il piano suddivideva il territorio fra Asti e il Tanaro in tre mandamenti e p revedeva la formazione di 88 squadre reclutate. inquadrate. armate. equipaggiate e vc lto,agliate a cura delle autorità locali e a spese dei volonta r i abbienti . con lim itate somministra1ioni di fucili e denaro da parte dello stato per provvedere alle particolari. Il piano fu sottoposto ad un apposito ··congresso·· formato dai ministri Grancri e Cravanzana. dalruditorc generale di guerra Carlevaris, dal cava li e r Damiano Pri occa e dal comandante della cinà di Torino conte Valperga di Caluso. Su parere del co ngresso. il re lo approvò 1'8 novembre. el maggio 1793le milizi e di Acqui e Mondovì furono riorganizzate dai brigadieri Caminada c Ross i. Erano 20 compagnie (4 di Cairo, 2 di Màllarc c 14 levate ad Ormea, Monesiglio e A st i ) comandate da Saluzzo di Montemale, Inci sa di Camerana, conte Roccatagliata. Vico c Frassone di Monta ldo. l cannonieri di milizia rivelarono molto preLiosi per il delle batterie da posizione erette sulle Alpi. tanto che l'alto comando decise di raddoppiarne i l numero c formarne 18 compagnie di 61 uomini, salite in seguito a 21. Otto compagnie furono costituite riunendo i 16 plotoni cannonieri le altre IO pe1 trasformaLionc di altrettante compagnie cacciatori. Tuttavia. poiché il servi t io alle batterie alpine era ben più gravoso e di quello normale, le compagnie non vi furono dest inate d'autorità bensì e lasciate libere di decidere a maggioranza dci componenti accogliere o respingere la richiesta. La risposta fu generalmente pos itiva, in particolar modo fra quelle di Oncglia, a causa dell'odio per i francogenovesi rinfocolato dal saccheggio e dalla devastazione delle loro case.
Secondo Pinelli alla fine del 1792 la milizia gene rale registrava 391 ce nturie e 35.602 iscritti. Tutta via, in man canza di armi, lo stesso gove rno dovette poi ch iarire che la milizia sarebbe s tata chiama ta per aliquote e periodi limitati secondo le esigenze locali Ciò significava differen1iare enormemente le milizie da pro vinc ia a provincia c da com une a comune. Di fatto le uniche militi e effettivamente impiegate al fronte furono quelle alpine. specialmente le valdesi. e quelle delle Langh e, non più di 8- 10.000 uomini Quelle dclrinterno svolsero comunque un ruolo indiretto. sostituendo nelle guarn igioni e nell e retrovie una aliquota di truppe regolari c he potè pertanto essere impiegata al fronte.
Le disposit.ioni regie del 179 3 equiparavano i miliziani ai soldati, c il ge nerale Strassoldo s i dichiarò "felice" di avere alle sue dipendenze ·'dei così bravi so ldati''. Ben diverso. però. il giudizio dell'apposito ..congrcs o·· di alti uffi cial i deputato allo studio dei provvedimenti per migliorare la mili zia e o rga ni77are l'armamento generale. ella sua relazione del 6 gennaio 1794, il congresso scr iveva che le mili:tic cos tituivano una spesa eccessiva e del tutto inutile. Gli ufficiali di milizia era no per la maggior parte incapaci e avidi oltre l'inunaginabilc, facendo commercio dci loro uomini e inta sca ndo le paghe de g li Male armale. mal comandante, non addes trate. usate dai generali come ca rn e da cannone per coprire 1· avanzata dai rego lari. al primo colpo di fucile le milizie si davano alla fuga. malgrado fossero compos te da volontari. Del re to nel 1794 furono cassati anche -.ari ufficiali che proteggevano i contrabbandieri c tagl.ieggia va no i v illaggi , come Landi e Camperio delle milizie acquesi. c Fcrrcro c Destefanis.
Su rapporto del congresso, nell'inverno 1794 le milizie vennero ri o rga nizzate con criteri unifo rmi e un organico teor ico di 32.628 fucilieri, 5.418 cacciatori e 512 ca nn on ieri. Le compagnie. a base co munale o intercomunale, erano 429. esattam e nte lo stesso numero delle compagnie regolari ( 1794 - 95). Le 339 compagnie fucilieri avevano un organ ico di 100 uomini. inclusi l o 2 a costituire 16 plotoni can noni eri (32 e 4 cannoni leggeri) assegnati ad altrettanti reggimenti di milizia.
Le 90 compagnie di cacciatori alpini delle Valli Chi.,onc ( 1.240) e Lu serna ( 1.500 Valdesi e 840 cattol ici di Pinerol o) e delle su l ve rsa nte ligure delle Alpi Marittime (2.520 di Oneglia c 558 di Loano) avevano un o rga nico di soli 60 - 62 uomini.
Ciò dipendev a dalla necessità. imp os ta dalla conforma:tionc c dalla densità di popolazione delle va ll ate, di moltipli ca re i centri di allarme e radunata.
Nel maggio 1794 l'attacco francese in Val fece dubitare della fedeltà di una parte delle milizie valdesi. Il capitano Al barca. sospettato di simpatie repubblicane, fu cassato. ritenente colonnello Maurauda fu addirittura arrestato. ma tre mesi dopo fu riconosciuto innocente e indenniaato. Valoro),o fu invece il comportamento delle compagnie niZtarde (Saorgio. Sospello. Pigna. Briga). liguri ( D olceacqua e Oneglia), (Limone, Vernante, Molinctto. Bersezio. Ormea). de ll a Val Susa (Bardonecchia. Susa), (Lanw) c (Ar' icr. Avise, Camporcher). M a neanche queste compagnie gradivano lunghe permanenzc in trincea. Ad esempio. nell'ottobre 1793 i sindaci di Saorgio dovettero recarsi a l campo del Raus per evitare lo scioglimento della loro compagnia. dato che i militi pretendevano il congedo e non obbedivano più a l capitano Daon. erano poi i servizi deUc guide alpine. Nel 1794 quelle ninarde formarono una compagnia comandata dal capitano Ramoino e poi dal tenente Lamberti. mentre un reparto di 100 alpieri fu ingaggiato in apri le tra i contrabbandieri di Briga. Altre due compagnie di guide, Gondolo c Ccrruti, sono men7ionate nell'estate 1795. Ma. più per denaro che per simpatie politiche, non poche furono le guide che. lungo !"intero fronte, accettarono di aiutare il nemico.
L 'Armamento generale del MOI!{errmo
Dal maggio 1794. nom inato comandante della città c provincia di Mondovì. il tenente generale Dellera riorganiuò !"armamento generale nel Monregalesc, il cui potenzia le venne poi stoltamente c cinicamente sprecato nell'inutile e sanguinosa incursione su Loano guidata dall'avvocato Pcppino Robusti. M alg rado ciò all'u ltima battaglia del 13-21 aprile 1796 parte 50 compagnie delle milizie monferrinc e un loro reparto fu probabilmente fra i difen.,ori del castello di Cosseria.
l "barheui"
Tali mili:tie non vanno confuse coi ··barbctti" equivalente alpino dci Si indicavano con tal nome le feroci bande di contrabbandieri e briganti. inda disertori. -;bandati, fanatici c contadini sradicati, che, annidate presso i va l ichi. trucidavano corrieri e assaltavano convogli soprattutto a scopo di rapina, distinguendo a fatica gli obiettivi militari dalle vittime civili. Nel l 'agosto 1795. dopo e ss ere miracolosamente sfuggito ad un agguato dei barbetti .. nemici"'. Kellermann impartì !"ordine di giustiziarli sul posto della cattura, costume del resto abitualmente praticato da entrambi i contendenti. l cittadini volontari o Guardia Urbana
G ià durante le guerre di successione spagno la c austriaca era stata organ izzata a Torino la milizia urbana. Nel 1792 fu riattivata su progetto del decurione, conte P ros pero Balbo, presentato il 27 settemb re. L e domande di arruolamento furono 4.256, di cui 3.574 accolte. Fra cos toro anche 37 sacerd01i. Ma la Militia o Guardia Urbana di-.ponc va di appena 300 fucili. s ufficienti soltanto per i "fazionieri .. professionisti ass oldati a spese dei militi Anal oghi corpi di ·'ciuadini volontari furono organiLZ.ati a Venaria Reale (62 cffeuivi ), Pinerolo e Cuneo.
La Guardia di Torino, comandata da un militare a ripos o. il brigadiere Griffa, dccorata ne l 1796 del titolo di '·Rea le" e resa permanente ne l 1797. fu presto ridotta a 2.000 effettivi e 500 riscrvisti.
Tabella l -Vertice militare sard o 1792
Comandante Generale
Comandante Generale in 2°
Primo Aiutante di Campo
Capo di Stato Maggiore
Comandante della l a Ala
Comandante della 2a Ala
Ispettore della Cavalleria
Comandante delle rimonte
Comandante Gen.Artiglieria
Comandante Gen.lngegneri
Comandante Gen.Marina
Direttore Regie Scuole
Direttore Accademia Reale
Ministro di Stato Guerra
Primo Uffiziale di Guerra
Segretario di Guerra
Ufficio Generale del Soldo
Gran Mastro d'Artiglieria
Intendente Generale F.F.
Auditore Gen. di Guerra
Avvocato Fiscale Militare
Intendente Gen. di Guerra
Stato Gen era le 1792
Capitani Generali Generali
Lu ogotenenti Generali
Maggiori Generali
Colonnelli Brigadieri
Totale Generali
Pi ccolo Stato Maggiore
R egol. 5 gi ugno 1776 l Aiutante Generale
4 Aiutanti Generali di
4 Sottoaiutanti gen .
Aiut.Maggiori dei Corpi
Quartiermastro Generale
Quartiermastri dei Corpi
Gran Prcvosto d" Armata
Capitano dei Bagag li
Sua Maestà il Re
Principe di Piemonte
Delfino di Trivié
Costa di Beauregard
Duca d· Aosta
Duca del Chiablese
Asinari di Bernezzo cav. Benso di Cavour
Saluzzo di Monesiglio
Nicolis di Robilant
P.Daviet de Fonccnex
Giovanni Bozzolino
Saluzzo Dell a Manta
Fontana di Cravanzana
Radicati di Villanuova
Poi icarpo Sescha
V. Serra d'Albugnano
Gabaleone di Salmour
G.Apollinarc Morctti
Carlevaris di S.Damiano
Luigi M aria Prandi
A. Ferrcro Ponziglionc
Pi cco lo Stato Ma gg iore
R egol. 25 ma ggi o 1792 l o Dit>art.(Aiutantc G e n ) guardie.picchetti.di taccl di re zio ne magazzini viveri
2 Osp.Reali e 4 Volanti
2° Dipart. (Qu a rti e rmas tro ) marce.accamp.topogratia
3° Dipart.( l s p. Poli zia) ri forni m. vettovagl. polizia!