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IV -LABAITAG LI A D ELL'AUTH ION (1793)
Dio delle Armate, io corro dove mi chiama il vostro coma11do; animate il mio coraggio, sos1enete il mio braccio. Dio onnipotente. io metto in voi tutte le mie speranze; la Vittoria dipende da Voi , o Dio forte; io ho nulla a temere per me; non ahba11donate il vostro servo, Dio della misericordie/'.
Preghiera dci solda ti sardi prima della battaglia
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Analisi storico-milirare della campagna del 1793
Dal punto di vista della storia militare, gli u nici aspetti veramente importanti della campagna del 1793 su l tea t ro Mediterra neo sono ill im itato sfruttame nt o de ll a crisi interna francese, utiliu.ata di fatto solo per neutra li7.7are la squadra nemica di Tolone, e di conseguenza il mancato raccordo tra il fronte alpino e quello marittimo in un unico teatro operativo. che invece costituiva la ragion detrìntervemo navale anglo-spagnolo.
Ciò dipese dalle scelte che Lord Elliot e l" ammiraglio Hood dovettero compie re campo quando poterono misurare la reale divergcn;a tra i diversi obiettivi degli alleati e comprendere che rivendicare il comando supremo di teatro significava compromettere la g i à difficile coopcra.lione anglo-austriaca. Vittorio Amedeo fu runico a caldeggiare il raccordo tra i due front i e cercò perfino di imporlo agli alleati. Ma lo fece in modo miope e controproducen te, subordinando tutto ali 'effime ro vantagg io immediato della riconquista di Nizza e Savoia e partorendo piani velleitari e tecnicamente erronei. Lungi dal favorire l'unificazione del fronte alpino con quello marirtìmo. dì fatto l'ordinamento c l"a.lione dell'alto comando sardo produssero addirittura la frammentazione di quello alpino in due fronti del tutto autonomi. sui quali nell'edel 1793 vennero condotte. oltre tutlo anche con gravi errori tattici, due catastrofiche campagne parallele.
La loro consegucn;a fu di vanificare la vittoria dcii'Authion. logorare le ridotte risorse piemontesi e comprometlere irrimediabilmcntc sia il morale deJresercito sia la reciproca fiducia interallcata. Anche più grave fu la conscguen7a de l mancato raccordo tra il fronte alpino c il fronte marittimo, co n il precario arrocca me n to della flotta inglese in Corsica. Fu così rimossa, infatti, l<t minaccia navale che nel 1792 - 93 aveva impedito ai france!>i di aggirare il saliente di Saorgio attraverso la Riviera di Ponente. Una opportunità di cui il nemico non mancò di approtittare nell'aprile 1794, gli alleati oltre Tenda. !>postando la guerra tra Ormea e Savona e minacciando direttamente la pianura Padana.
Quel mancato raccordo continua a condizionare negativamente anche la storiografia militare. inclinando gli autori a trattare separatamcntc dci due fronti. A ciò si aggiunge un fuorviante squilibrio. perchè mentre le opera; ioni terrestri della guerra delle Alpi sono state accuratamente studiate (sia per il loro interesse ai fi n i della dottrina di guerra in montagna, sia pcrchè annesse ali" epopea napoleon ica) non a ltrettanto lo sono state que ll e navali. Di ciò è responsabi le la storiogratìa nava le ing lese, i l cui interesse per il Mediterraneo è calibrato sullo studio delle grandi battaglie navali e quindi. per il periodo delle coali.lioni antifrancesi, comincia con Aboukir. Di con'>Cguenza anche i migliori storici navali accennano appena. c malvolentieri. allo sciame di bagatelle costiere \Crificatesi in Mediterraneo tra il 1793 e il 1798. oltretutto complicate da!rintervcmo di micromarinc come quelle italiane.
Dopo attenta pondcraLione. abbiamo ritenuto anche noi di attenerci al canone espositivo ormai dedicando alla campagna del 1793 ben tre capitoli distinti e paralleli, uno relativo a l fronte marittimo c due relativi alle due fasi che ca - raneriZ7arono le opera7ioni sulle Alpi. La ragione di questa \celta è stata di non sacriticare alla sintesi strategica la spiega7ione analitica di operazioni militari non sempre ben narrate e comprese dalla storiografia più recente. E neppure la narrazione di farti e deuagli da cui traspaiono le carattelistiche sociali di quella guerra e di quegli eserciti. Speriamo tuttavia di aver sufficientemente o.;egnalato al lettore che. al di là della capacità degli alleati di combinarli in un unico teatro e in un 'unica strategia, i due fronti, come anche le due campagne transa lpine dell'Armata austro-sarda. furono non 1>oltanto concomitanti ma oggettivamente interdipendenti.
Dobbiamo adesso narrare gli eventi che 1>i nel corso del 1793 sul fronte alpino. meno determinante di quello marittimo. In sintesi furono caratterizzati da due fasi: una. corrispondente al primo semestre in cui l'Armata del Varo fallì. al prezzo di almeno 5.000 perdite, il tentativo di sfondare le posizioni nemiche sull' Authion . L'altra fase. corri!>pondente al secondo semestre. invece il fallimen10 delle errate o mal condoHe offensive alleate in Savoia, Delfinato e Nizzardo. Fallimento che impedì il raccordo con le operazioni navali inglesi. demoralizzò la corte e l'esercito ed esasperò il risentimento piemontese nei confronti dell'Austria . Tenuto conto delle malattie. si può stimare che nel corso de li 'anno oltre diecimila francesi c austro-sardi abbiano perso la vita sull'arco alpino sen7a che il loro sacrificio s ervisse almeno a mutare la situa7ione di stai lo.
Le spaliate di Biro n ( 15.febbraio - 19 aprile 1793) nel Basso Delfinato. La prima incursione di una certa ampiezza !"aveva compiuta in gennaio. nella valle de li· Estcron. la banda Santa Margherita-Faraud. Fallita la sorpresa contro il castello di Quéiras. la banda aveva respinto gli in seguitori a La Penna ripiegando incolume. La banda Cauvin agiva invece nella terra di nessuno fra le opposte lince so tto rAuthion. Annidata nell'avamposto del Molinetto, sop ra Sospello la banda 'ii infiltrò varie volte nelle linee nemi che per attaccare il Braus. ma soprattutto saccheggiò i dintorni. con effetti controproducenti sull'aneggiamcnto della popolazione.
Il 15 febbraio il Biron (n. 1747) giunse con 5.000 rinforzi ad assumere il comando dell'Armata del Varo. ormai forte di 20.000 uomini e resa autonoma da quella delle Alpi. ma già dalle intemperie e dalla penuria dei rifornimenti logistici. Erano soldati già laceri quelli che svernarono sulle Alpi Marillimc. tanto che ancora a giugno molti indossavano ancora le bianche uniformi borboniche dci loro vecchi reggimenti: Barrois, Lyonnais. Ligne. Médoc. VieiUe Marine ... Sottovaluando queste difficoltà anche Biron. come già Brunet. volle sfidare l a e i l 28 sferrò la prima massiccia spaJiata contro le posi7ioni nemiche.
A sinistra Dumerbion guadò la Vcsubia c:.pugnando il villaggio di Utcllcs e il campo dci Miracoli, ma fu bloccato dai sardi attestati a Roccabiglicra e Belvedere dietro il torrente Gordolasca. A destra. presa Peiracava, Dagobert si smarrì nella selva di Melissa (Lemairis) dove a notte fu assalito dalle milizie perdendo vari morti e 30 prigionieri. Inoltre il terreno rotto da precipizi gli impedì di l'attacco centrale di Brunei. il quale. forano il pao.;so di Figarctto e guadato il rio. dovcuc attaccare da so lo Lantosca. L' accanita resistenza opposta dai sardi asserragliati alle ca:.e di Sant'Arnoldo lo obbligò a sostare alcune ore prima di attaccare Roccabigliera. l sardi lo prevennero con un colllrattacco alla baionella, ma presto cedettero e furono inseguiti dai francesi fin sotto le trincee del Raus. perdendo 2 cannoni e 200 prigionieri. Per la prima volta combatté as pramente attorno al Raus e mancò poco che Biron lo conquistasse. Ma il successo g l i costò comunque altissime perdite. cin.:a 1.500 uomini.
Intanto l'azione delle bande irregolari cominciava a inquietare seriamente le retrovie francesi. minacciando i collegamenti con la pianaforte <>trategica di Tournoux.
Per due volte Cauvin respinse il nemico che cercava di sorprenderlo al Moli netto. La seconda volta, il 30 marLO, ebbe su 60 uomini 22 caduti e molti feriti, incluso il fratello del capitano. uccidendo 19 cacciatori nemici e catturandone l O. Lo stesso giorno 5 ufficiali topografi francesi e 4 uomini di scorta caddero nell'agguato teso dal sergente di milizia Paolo Beniconi detto ··IJ Romano". il primo a ri cc,ere la medaglia d'oro dalle mani del duca del Chiablese.
Intanto Biron decise di avanLare le sue ali verso il Raus c il Brouis. L'II aprile avanzò la sinistra sloggiando il nemico da Lantosca e il 14la destra, occupando definiti vamente Sospello. Ne risultò infine uno schie ram ento con inclinazione Nord-Ovest:
(Ma:-.séna): in riserva lungo la Ycsubia. da Bollcna alla Madonna delle Finestre:
Centro (Sérurier): fronte aii'Authion. tra Lanto!>ea e Belvedere:
Destra ( Dumerbion): fronte al tra Lucéran e So<>pello.
Il 17, per saggiare il nemico. Biron guidè> personalmente !"attacco contro il Pérus, uno degli avampost i del Brouis. La posizione, circondata a O vest. Sud ed Est dai torrenti Liniéras. Bevera e era difesa dal colonnello Luguia col Reggimento Sardegna. sostenuto da 250 volontari c miliziotti del maggiore Saisi accampati al colle di Ancglia. Attraversato il Liniéra s. Biron occupò il dor:.o del monte. Dopo quattro ore di fucilieria. al secondo a.,.,alto il l o battaglione (Villamarina ) fu autoriu.ato a ritirarsi. lasciando sul campo 5 morti. 38 feriti c 74 prigionieri ma salvando i 2 cannoncini c 53 feriti (incl usi 13 ufficiali).
Le perdite fra ncesi furono anche più mode ste e Biron si limitò a distruggere laridotta senza occupar la. Il 19 Colli la rioccupò con 2 compagnie di croati seguite dal 4° granatieri c.: dal I o Sardegna. ma il nemico mantenne il colle Agairen. dove aveva piantato l'Albero della Libertà. Furono promossi al grado superio re il maggiore Villamarina e il capita no Amat di premiati i capitani Cuggia e Ravanedda. i tenenti Quesada, Decandia e Maramaldo e !"alfiere Sanna: decorati al valore il sergente La Gratia e il tamburo "Cocur de Roi'. per aver ripreso un cannone perduto e il gra nati ere di Sa luz zo Anselmino: citati i soldati Zampini. Girella e Gelsomino.
Alla fine di aprile Dagobert fu trasferito sui Pirenei Orientali e Biron al comando dell'Armata di Yandea, lasciando quello del Varo nuovamente a Brunct. Tuttavia poichè que s t'ultimo non riscuoteva la piena fiducia dci rappresentanti politici. il comando del Varo fu nuovan1ente subordina to a quello delle Alpi. retto da Kellermann.
Il 21 aprile un distaccamento francese occupò Isola nell'Alta Tinea. minacciando gli avamposti sardi rimasti nella valle. Nel frattempo l'Armata fu rinfortata toccando per la prima volta i 30.000 uomini. Tuttavia un terzo fu assorbito da compiti di sicurezza sulle coste e verso l'interno, sia a causa della situai',ione politica sia per le voci di un prossimo sbarco spagnolo in Provenza. Inoltre. a parte i colpi di mano contro il Molinetto c qualche imboscata di pattuglia di cui s'è già fatto cenno parlando delle forze speciali. Brunet non poteva intraprendere alcuna vera operazione offensiva finchè non fosse scemata la piena primaverile dci torrenti, perchè per attaccare le posizioni sarde i francesi dovevano necessariamente guadarne un gran numero sotto il fuoco nemico.
Il piano prevedeva due attacchi laterali da Sospello contro Perus c Brouis (Dumerbion) c dal Belvedere contro Testa di Toro e il Raus (Sérurier) per fissare il nemico sulle posiL.ioni e coprire lo sfondamento centrale. guidato dallo stesso Brunet. Questo doveva avvenire partendo da Pciracava e San Colombano. nell'angusto varco tra gli affluenti della Gordolasca c della Severa, coperto dalle selve di Melissa e della Fraccia. espugnando l'avamposto del Molinetto e lanciando poi contro Monte Ciarmetta e il colle di Mangiabò e d'Ortoman contro il fianco meridionale dcll 'Authion, guarnito da sole milizie attestate alle ridotte di Mantegas, CampArgent e Tue is.
La riuscita del piano era di fatto impossibile. Brunct aveva 20.000 uomini contro 12.000, ma, al contrario delle truppe alleate, quelle francesi uscivano dali' inverno stremate c l'aumento degli effetti vi aveva ulteriormente aggravato l' insufficien7a dci rifornimenti. l francesi dovevano attaccare in un terreno impervio. dal basso sotto un poderoso sbarramento di artiglieria, mentre i potevano facilmente ripiegare verso l'alto rendendo così la loro linea via via più compatta al centro e alla destra. come del resto si verificò durante la battaglia. Inoltre. in caso di sconfitta. potevano ritirarsi sul versante piemontese c attaccare di fianco il nemico una volta sceso nelle valli. Senza contare che. privo di parco d'a:.sedio. Brunet stato comunque bloccato dal cannone di Cuneo e Demonte.
In ogni modo Brunct cercò di preparare l'attacco con la maggior accuratezza pol>sibile. Il 3 maggio i francesi !>ferrarono un terzo attacco al Molinetto. stavolta difeso dalla banda d' Aiglun, ma furono respinti dal pronto intervento di 54 cacciatori di Canale, perdendo Il prigionieri. All'estrema aJa Nord-Occidentale il colonnello Masséna e il generale Rossi ristabilirono le comunicazioni con la piazza di Tournoux formando aJia Giletta. tra Esteron e Tinea, una colonna volante che ripulì le valli fino all'Alto Varo e alla Vesubia dai partigiani nemici. Ma Co lli Ricci riuscì poi a reinscdiarveli e a ristabilire a sua volta i collegamenti alleati con la Valle Stura.
L'Il maggio 5 cacciatori catturarono il generale Casabianca mentre effettuava. travestito da contadino e con un dragone, una ricognizione delle posizioni sarde. Benchè fosse uso fucilare sul posto i nemici sorpresi senza l'uniforme. il duca del Chiablcse ricevette amabilmente il generale corso a Fontane. dopo una breve conversazione sulla situazione interna della Francia. lo fece internare a Breglio con l'indennità menl>ile di 700 lire spettante ai parigrado sardi. Solo in !>Cguito ad un tentativo di evasione Casabianca fu rinchiuso nella Cittadella di Ales sandria. Fu libera to in novembre. per lo scambio con 2 ufficiali austriaci catturati a Giletta. Come illustra un famoso racconto di Alfrcd de Vigny. evadere infrangendo la parola data era considerato più disonorante della resa. ma tanto i gentiluomini quanto i buoni repubblicani potevano cavillare all'infinito se la parola li impegnasse anche nei confronti dei regicidi ovvero dci servi dei tiranni. A seguito delle rimostranLe francesi per l'evasione di ufficiali sardi internati a Nizza. il re ordinò a San t 'Andrea di punirlì severamente e dispose la libera;.ionc di un ugual numero di prigionieri francesi.
11 23 maggio toccò al Corpo franco d i Del Carretto a compiere un'incursione su Pciracava. con un bi lancio di IO perdite contro 22 prigionieri francesi. I l 31 maggio i colon nel l i Sérurier e Marquard mossero dal Belvedere e dalla Bollena verso 1·Authion c il Tueis. Altra perlustraLione compì il l o giugno Séruricr. che. tratto in errore dai disertori e dai contadini. ne fece troppo ottimistico rapporto a Brune!. Il 5 giugno il capobrigata Laissac raggiunse la posizione d'anacco sotto la Testa di Ruggiero. Le forze francesi erano così distribuite: 10.000 uomini a So'>pcllo con Dumerbion. 7.000 a Pciracava e San Colombano con Brunet e appena 3.000 a Ro ccabigliera con Sérurier.
Lo schieramenro sardo alla vi}( ilio della battaglia (7
Nel frattempo le forze alleate si erano ben fortificate su lle loro posizioni, i cui vantaggi naturali erano <;lati ben sfruttati dall'eccellente disposizione delle artiglierie. una ventina di pezzi diretti da Zin e Roccati con l'a!.sistcnLa dei capitani fratelli Yaira. Come si è già detto. il 27 aprile il comando del fronte era Mato attribuito al duca del Chiablese, declassando Sant'Andrea al comando dell'ala sinistra.lll7 maggio il duca ispezionò le posi1.ioni dell'ala destra approvando le disposizioni di Colli. ma il 27 tornò a Torino. lasciando nuovamente il comando a Sant'Andrea. Lo stesso giorno gli u l timi avamposti sardi abbandonarono l'Alta Tinea e i129 i magazzini di Saint - Etien ne furono evacuati attraverso il passo di Barbacane. Il 7 giugno il duca era in procrnto di tornare al fronte, ma lo raggiunse solo dopo la prima battaglia (sappiamo soltanto che l'Il era al nuovo quartier generale arretrato di Fontane il 12 alla Venta).
L'Ala Destra (A uthion ) contava 4.000 uomini (9 ballaglioni e 400 milizie) e 1012 peni:
Quartier generale a rromag1nc. poi all' Authion: Colli r Dcllera. Comandante dell'Artiglieria Roccati:
Terre Rosse: l compagnia (ba nde di Berra e Levenzo. conle della Rocca) e volontar-i; di Ruggero: l compagnia (bande niaarde capi1ano Auda);
• Cima del Capellctto: l centuria di Acqui;
• Raus (brigadiere Costa di Montafia): 2 battaglioni (l • c 2• Acqui) con 2 cannoni (in trinceramento di terra a secco mulattiera per cima Cappclleuo);
Ba issa di Saint Véran. Or1ighea c Grange di Pare1 : l bauaglione (l o Lcggicro d'Antignano) con 2 cannoni:
Cima Camp Argent c ( fronte a Peiraca\a): Mili7ie del tenente Roccafor1e e 150 ,·olontari.
• Mille forche: 6 bauaglioni (l 0 c 2 ° Casale. l • e 2• Lombardia. l ° Christ. 9° granatieri Solaro) accampati sulla cos ta;
Testa dell' Authion: 2 obici c alcuni cannoni sulla linea ancora in costruzione:
L'A la Sinistra (Brouis) ne contava 8.000 ( 16 battaglioni e 1.200 irregolari e rniliLic) e 7 peni . col seguente schieramento:
Quarticr generale a Brcglio: Sant'Andrea. Comandante dell'Artiglieria: Zin:
Rochc:. dc Goeta o Hautcs Liniéras (cavalier 1° Vercelli con 2 cannoncini da 3 libbre in ridotta
• Dorsale delle 2 compagnie trincerate {2° Vercelli) con numerose granguardie di mililie c volontari
• Grange di Fontanin: 2 compagn ie (2° Vercelli) in riserva di settore
• Col Froid o Basses Liniéras: 2 banaglioni (2° Nina e 2 ° Saluzzo ) in ridona:
Monte Béolet c Albarea (Luserna di Campiglione): l battaglione (l o caccia tori ) meno l compagnia:
Colle del Pérus ( fra· Policarpo d'Osasco): l banaglione granatieri Saluao-VcrcelliTortona): 2 compag ni e austriache (2. Garnison): 2 ca nn o ncini da montagna e 3 di med io calibro
Lungo la ' iega: Milizie del cavalier Radicati e volontari:
Fron te alla Be vera: 2 com pagni e (l cacciatori cambinicri di Canale c l banda nizzarda):
Molinet!o e 2 posti avan/ati a della Severa: 2 compagnie (banda Cauvin c carabinieri di Canale ):
Grange d i Sambuco: a No rd Corpo franco Del Carretto. a Sud l compagnia (cacc iatori Guardie La Motte ):
• (Pernigoui): 9 battaglioni ( l o Regina, l o c 2° Tortona. l o Oncglia. l o Nizza. l o Saluzzo. l 0 e go grana ti eri. l 0 Sardegna) e 2 compagnie austriache (2. Garnison).
La battaglia del/'8 giugno: a) /'ammwinamento dei co 1critti di Vercelli
L'attac co scattò all'alba dell' 8 g iugno. Nel setto re di Dum erb ion. guadata la Bevera e risalito il rio Lini éras. i tiragliatori della Brigata Miakowski cominciarono rapidi ad arrampicarsi verso le trincee nem iche. Calmo c sic uro, s ubito il colonnello cavalier d'Osasco di Cantarana. fiero comandante alle Roches de Gocta, fece dare l'allarme al 1° Vercelli. 1400 fucilieri accorsero a inquadrarsi. ma all'ordine di ragg iungere i posti di combattimento ne ss uno s i mosse. 1 capitan i lo ripeterono. Nulla. Le compagnie restavano immobili. inquadrate. con l'arma al piede. Gli ufficiali mettevano in conto il panico dei coscritti. Ma quello non era panico. Era la tattica del mulo. Qu alcosa di inaudito. di terrificante: uno !>ciopero militare. non il primo. ma anche l'unico della storia militare piemontese comp iuto di fronte al nemico.
Sergenti e so ldati erano i tutt i di leva. reclutati nel l 'unica provincia industriale del Piemonte. già epicentro delle agitaLioni operaie e patria del Giovanni Ranza. Da mesi covavano il rancore per l'arroganza e l'ingiusti.da de l lo ro colonnello, che non risparmiava nemmeno g li ufficiali. soprattutto quelli c he difendevano la truppa. Ma stavolta aveva pa ss ato il Il loro turno in linea quei fucilieri l'avevano già fatto. Quel gio rno a ll e Lini éras avrebbe dovuto esserci il Reggimento Oncglia. reclutato tra gente. quella sì!. che i francesi non vedeva l'ora di poteri i scannare, non tanto per amore del re quanto per odio dei genovesi. Non che Oneg l ia non fosse arrivato: lo e ra ecco m e . Era d'Osasco. come avevano poi sve lato i sergenti. a insistere con il collega. conte Vitale. per prendere il suo posto. sac rificando alla tronfia va nag loria il r iposo e la so rte dei s uoi uomini. E Sant'And rea , che doveva co mandare, quella g lo ri a idiota g li e l 'aveva co ncessa . pe r debolezza. per scambio di favori come se la guerra fosse affare privato di signo ri. non sa ng ue di cristiani. Tanto peggio, allora! N oi non si scappa, no, che vig liacchi non siamo. Ma se vogl iono che moriamo per loro. che almeno imparino a trattarci come da macello. b) la ritiraw dell'ala sinistra sarda dietro il rio Ma g lia c) la tenuta dell"ala destra e la sortita di Colli e Del/era
A null a valsero le urla. le minacce. g li insulti di fronte a quel muro di facce mute. astu te, beffard e . Pallido di rabbia d'Osasco chiamò g li ufficiali. Obbediron o sgomenti, andando g li appresso in un a folle carica s ui c id a Come a Balaclava, chi s tava in testa ebbe maggior fortuna di chi seguiva: d ' Osasco se la cavò con una ferita, e con lui altri sei. ma il tenente colonnello Cara vana sopravvisse paralizzato. Ne caddero solo quattro due capitani e due subalrerni. Sette i prigionieri. quattro capitani e tre tenenti. Perduti gli ufficiali gli ammutinati furono colri dal panico c si sbandarono dandosi prigionieri o fuggendo in disordine.
R espinto sul Béolet un contrattacco del 1° cacciatori. Miakowski volse sul Perus i 2 pezzi catturati. mentre i suoi uomini spaz.zavano la dorsale delle Liniéras dal 2° Vercelli e sloggiavano 2° iua c 2° Saluzzo dall'opposta ridotta di Col Freddo.
Teneva il Perus il colonnello dei g ranati eri fra' Policarpo d'Osasco. cavaliere melitense c frate ll o del colonne ll o di Vercell i. Sott o il tiro della dominante ridotta di Goeta . attaccato da Dumerbion c po i a nche da Miak owsk i. caduto il tenente co lonnello Avogadro di Valdengo. fra· Poli carpo do veli c ripiegare al colle della Coguta. Fallito un contrattacco alla baionetta del 2° Guarnigione auslriaco. a fra· Polica rpo non rimase che guadagna re il fondovalle, passare la Roja e attestar i a Brcglio. appena sotto il quanier generale della Giandola. coi resti di 6 battaglioni.
Dumcrbion e M iakowski si vo lsero allora contro l 'altro bastione avanzato del Brouis. qu e ll o più sette ntrional e del Béolet-Albarea, dove furono più vo lte co ntrattaccati alla baionetta dalle truppe irregola ri e leggere. Ancora più a Nord. Gardanne sloggiava dal Molinetto le bande di Cauvi n e Canale. invano sostenute dal l o Casale accorso da Mill eforche ma a ripiegare con 82 perdite. Irrompevano nel varco Masséna e d'Onoman . il primo gettandosi sul Mangiabò. l'altro prendendo alle spalle i l Béolct. Per evitare r accerchiamento Sant'Andrea dovette allora abbandonare il Brouis ord inare la ritirata generale oltre il Maglia. con adunata a l la Croce del Gau sul Man giabò. s ul cui clcclivo si sch ierarono il l 0 e 4° g ranatieri. l prodi cacciatori franchi tennero la retro g uardia, conse ntendo lo sgombero dei feriti c dci 5 pezzi residui. ma Del Carretto fu gravemente fe rito ad una coscia.
Nel frattempo Sérurier aveva fallito l'impossibile attacco frontale contro il lato o ccidental e dell' Authio n . Mi tragliata frontalmente da l Raus e di imbre cciata ai fianc hi dai bastioni di Testa di Toro e Testa di Ru ggero, invano contrattaccata dal 9° granatieri di Biscarctti. l'avanguardia di M icas era infine arrivata ai piedi del Raus, tra - scinandosi dietro 2 cannoncini da montagna. Ma al penultimo dente dei trinceramenti i francesi furono bloccati da precipizi invalicabili di fronte alla Testa di Ruggero, tenuta dalle milii'ie del capitano Auda. sostenute sulla Cima del Capellctto da 2 compagnie di fucilieri provinciali di Acqui.
Il comandante dci fucilieri. capitano marchese di Cavoretto, non sentendosi all' altezza della responsabilità, preferì cedere il comando al più e!>perto tenente marchese Roero di Sanseverino c combattere come semplice fuciliere. Gesto poi dipinto in rosa dall'agiografia o;abauda. ma che invece illustra bene i criteri di nomina degli ufficiali provinciali, dove famiglia c clientela prevalevano sull'attitudine al comando. Fortunatamente per i CO!>Critti di Acqui. il loro inetto capitano ebbe il buon sen)o,o di togliersi di mezzo prima di combinare guai. Fu opportuna resipiscenza. ma a patto di non riprendere poi grado e stipendio come invece avvenne. Anzi il comando dell'Armata volle addirittura spacciar la come edificante esempio di virtuosa modestia. Nondimeno. ben comandati da Roero, i fucilieri e lo stesso Cavoretto combatterono con grande tenacia e coraggio. Varie fonti sostengono che dagli stessi assalitori si levassero grida di ·'bravo Acqui!". Stupisce però che pensassero a complimentare un avversario il quale si trovava in una situaLione sicuramente meno esposta della loro. Stremati c decimati dai fucilieri di Acqui e del l o Leggero. alla fine i france),i dovettero ritirarsi. Sérurier volle ricondurli avanti. ma nuovamente furono respinti c inseguiti fino a Tueis dal contrattacco alla baionetta del battaglione grigione c dal tiro di infilata di 2 cannoncini da montagna condotti da Zin. Poi i valorosi grigioni c cannonieri di Acqui rientrarono nelle lince, accolti al grido di "viva il re! viva r artiglieria!".
Ugualmente fallimentare fu l'attacco di Brunet contro Milleforche. respinto principalmente dal Reggimento Lombardia. Alle due del pomeriggio Co lli c Dellcra guidarono una sortita, ricacciando il nemico esausto oltre la Bcvera. D'Ortoman fece da retroguardia sul declivo di Monte Ciarmctta mentre le truppe francesi si riordinarono al campo dell" Argenta. La giornata era costata forse 1.200 perdite ai francesi c 500 agli alleati.
Il nuovo sc hieramento alleato e i combattimenti deliO-Il giugno
La sera dell'8 il sottotencnte delle Guardie conte Morazzani e 30 granatieri effettuarono una ricognizione su Mangiabò. Costò l morto, 4 feriti c 9 prigionieri. ma con sentì a Sant'Andrea di avere un'idea precisa delle posiLioni nemiche, a -,eguito della quale, allo scopo di raccorciare e compattare lo schieramento, decise di arretrare il quartier generale a Fontane l'ala sinistra dalla linea Maglia - Breglio alla linea Ca iros-Saorgio.
La prima linea al leata correva adesso esattamente da Ovest ad Est. partendo dal Cappelletto e proseguendo per il Raus, I'Authion e il saliente di Millcforche. Di qui tagliava il Maglia proseguendo per Béolct e Collabassa, traversava la Roia c terminava a Forcoin in Val di Nervia. Una seconda linea arretrata correva parallela alla prima dal campo trincerato di Fromagine sulla sinistra del Cairos al castello di Malamonc e alla rocca di Saorgio. Le opere furono allestite febbrilmente, portando in linea nuove bocche da fuoco servite dai cannonieri provinciali di Oneglia.
Dalla Valle Srura furono temporaneamente distaccati di rinforzo altri 3 battaglioni (5° granatieri d'Andezeno. 1° Granatieri Reali Bcllcgarde e l Belgioioso Grazioli). Cominciavano però a scarseggiare i quadrupedi da soma e da tiro. per cui, nonostante i maga zz ini pieni. viveri c munizioni affluivano assai irrego larmente. Si rimediava noleggiando sul posto i mulattieri. ma erano infidi. Il JO giugno alcuni passarono al nemico con una colonna di 20 muli .
Il duca del Chiablese, appena giunto a Fontan da Torino. assunse il comando dell'ala sinistra. spede ndo Sant'Andrea a Fromagine a comandare una riserva di 4.000 uomini. Colli c Dellera tenevano la parte destra della prima linea con 3.000 sardi, 400 grigioni c 800 austriaci. l n tutto 8.000 uomini. 19 battaglioni e 20 pe zz i così distribuiti:
4 bauaglioni ( l • e 2 ° Acqui. l o Truppe Leggicrc. go granatieri di Chiusano) e l balleria:
Testa dell" Authion: 3 bauaglioni (l o granatieri Dichat. l o Sardegna. 2° Guarnigione Doller) e 5 can noni:
• Mi ll eforchc: 3 battaglioni (l Grazioli. l ° 4° granatieri di Rc im bach), l centuria (cacciatori di Canale ) c varie batterie:
• Fromaginc: 9 ballaglioni (l o cacciatori Campiglionc. l o c 2° Casale. l o Re gina. l o e 2• Lombardia. 5° granatieri d'Andc.r.cno. 9° granatieri Solaro. 1° Granatieri Reali Bellegardc) c corpo franco.
Informato dalle spie che i piemontesi avevano spo!> tato a Testa di Toro i 2 cannoni già piazzati sotto il Cappelletto. Brunet tentò subito di approfittarne. Così all'alba del l O giugno Micas si gettò con 1.500 uomini sulle ridotte Terre Rosse c Cappe lletto. Ma al primo sentore dell'attacco i piemontesi issarono a braccia altri 2 pezzi da montagna. !>crviti dal sergente Cermelli e da 3 cannonieri di Acqui. Così il tiro a scaglia salvò nuovamente la ridotta del Cappelletto e ali" alba dell'Il il colonnello in 2° Bruno di Samone e il capitano Di Negro. nobile genovese. ripresero anche quella della Terra Ro ssa. Ali" assalto concorsero anche i cacciatori nizzardi dei capitani Auda. caduto, c Domcrcgo, ferito. Il contadino coscritto Cartoccio si fece uccidere nel temerario e disperato proposito di guadagnare non certo la stupida glorin di una medaglia. ma la dannata doppia paga promessa a chi varcava per primo il parapetto di una ridotta a condizione di uscirne vivo. Le fonti non dicono quanto bisogno ne avesse. di quella manciata di lire da cui poteva allora dipendere la sone di una famiglia. di un podere. Chissà quanti altri perirono per la stessa maledetta tentazione. se nza averla rivelata ai compagni.
L"ai'{Jn-;_ata della destra francese e il piano di attacco di Brunet
:"'ilaturalmente anche Brunct modificò il proprio schieramento avanzando l'ala destra sulle cime conquistate. A destra la nuova linea francese era ancorata al Granito. scoglio s ulla destra del Maglia. P roseguiva poi per le a lture di Dea, Yentabren, Mantegas, Dongione. Argenta e Tucch, presso le sorgenti della Severa. Questa nuova posizione era però più adatta alla difesa che all'attacco. Lungo l'intero fronte l'attaccante doveva 'ìcendere dalle proprie alture e guadare un torrente ( Gordola sca, Grao s o Maglia) sono il fuoco nemico e poi inerpicarsi. spesso in fila indiana c sotto il tiro di infilata, verso le dominanti opere nemiche.
Il piano di attacco prevedeva di ripetere sul!.aliente di Milleforchc la manovra a tenaglia riuscita Brouis. Séruricr doveva fare una finta verso Cappelletto c Terra Rossa. ma in realtà sfilare a per Tuech e il Dongionc contro Millcforche. Miakowski doveva invece attaccarlo da sinistra per Vcntabren e Mangiabò, sostenuto da Lecointre per Moli netto. A d'Ortoman toccava l'attacco tra Authion e Raus e ad una quarta colonna una diversione su Testa di Toro.
Questo secondo attacco av<'va ancor meno probabilità di riuscita del primo, ma fu imposto dai rappresentanti politici. Non valse a farli ragionare neppure la violenta bufera scatenatasi due giorni prima dcll'anacco. Anzi la richiesta di un rinvio aggravò i loro sospett i sulla lea l tà rivolu7.iona r ia del cittadino Brunet. costringendolo ad attaccare a qualsiasi costo.
Lo del 12 giugno
Brune! dette il segnale d'attacco appena smise di piovere. alle 7 del mattino del 12 giugno. A causa della pioggia Miakowski si impantanò per ore davanti a deboli opere accessorie: Colli se ne avvide c calcolando di potcrlo tenere a bada con poche forze, potè liberamente impiegare la ri:-.erva per sostenere Milleforche c l' Authion.
Gli attacchi diversivi sul Raus e il tentativo più ins id i oso di aggirarlo dali 'Ort ighea abortirono -.ul nascere per la difficoltà dei luoghi c la pronta reazione della batteria. La colonna del Moli netto risalì il vallone del!" Arp. ma bastò a ncutraliaarla la grave ferita ricevuta sotto Millcforche dal comandante Lccointrc.
Le due colonne principali riuscirono comunque a convergere da sinistra e da destra sotto la Testa dell' Authion. Sérurier dalla per Ili costa del Tucch e Miakowski dal Mangiabù per la dorsale del Vcntabren c della Giagiabclla. Sérurier sferrò 3 assalti furiosi c per ben due volte i suoi uomini al piede dei trinceramenti difes i dal l o grana t ieri de l prode Dichat. formato dalle 6 compagnie Guardie. Asti e Casale. Lottarono con le baionette c i calci dei fucili. ma furono sempre respinti con gravi perdite dal micidailc tiro a scaglia dci 5 cannoni del capitano Costantino Vaira.
Ma i tiragliatOri di d'Onoman scovarono un <.,cntiero che i difensori aveva ritenuto impraticabi le c perciò trascurato di sorvegliare e piombarono in una delle due batterie scannando i cannonieri e inchiodando i pezzi. Va ira. rimasto nell'altra col sergente Chiodo c 5 cannonieri. fece in tempo a voltare gli altri 2 cannoni collocandoLi in barbetta e fa lciando gli assalitori con una rapida successione di scariche. Poi corse con Chiodo e il cannoniere Pavctti a recuperare l dei 3 cannoni che il nemico stava già asponando.
Alla fine. stremati. gli uomini di Sérurier cedettero. inseguiti baionetta in canna dal l o granatieri. Travolsero nella fuga i rincalzi della colonna Lccointre che stavano finalmente arrivando. Furono ques t i ultimi a correre in preda al panico fino ali ' Escarène. 25 chilometri dabbasso, gridando che i piemontesi <,tavano marciando su
Nizza
Dellera ne approfittò per fare una sortita coi battaglioni di riserva. in testa il Reg- gimento di Lombardia che alla Croce di Parsella fece ripiegare anche la colonna di Miakowski fino alla vicina selva. Il caporale Gaudent.io Ruspo fu ucciso nell'ardito ten ta tivo di raccogliere un sacche tt o di munizioni abbandonato dal nemico. Lo rccuperò il collega Martino Si letto.
Al riparo del bosco il prode gene rale polacco fom1ò un distaccamento di granatieri e gettò nuovamente all'anacco dell'Anciennc Redoute di Millcforchc, valorosamente difesa dal battaglione Belgioioso. Benchè da Casale c Sardegna. gli austriaci per cedere quando i granatieri francesi furono presi in mezzo dal l o granatieri c dal Corpo franco. li colpo fina le lo dette una sortita di soli granatieri piemontesi (l 0 , 5°,9° e l o Reali). Si giunse al corpo a corpo con quelli di Miakowski: alcuni caddero ancora avvinghiat i nei precipizi. Alla fine i francesi cedettero inseguiti e trucidati fin sotto i cannoni piazzati da Brunet al Dongione e al campo d'Argenta. Solo restava ancora a combattere d'Ortoman. cui Brunet dette infine l'ordine di ripiegare al campo della Focaccia.
Ricompe11se, puni-:joni, bilancio delle perdite
Per dimensioni e conseguente la vittoria dell' Authion fu più ampia di quella analoga riportata il 19 luglio 1747 all' Assietta. anche poi meno onorata dalla tradizione militare nat.ionale,-ancor oggi condizionata dall'epopea napoleonica c dall'ideologia risorgimentale che ha il ricordo di una guerra in cui gli italiani combattevano "dalla parte sbagliata" c "contro la storia". In ogni modo I'Authion gal vanizzò il morale dell'esercito c del paese. In parti co lare furono giustamente celebrati i Reggimenti Lombardia e Acqui, che fregiò poi del titolo di "régim em cles diables" riconosciutogli dalle relazioni nemiche. Ma più ancora rifulse il valore dci g ranatieri e cacciatori. é lite di 15 Reggimenti piemontesi. e delle bande irregolari ni11arde.
Dieci ufficiali sardi e tre austriaci meritarono la croce mauriziana: 4 dell'artiglieria (Roccati, Zin c i fratelli Yaira). l maggior generale (Co lli ). 2 colonnelli ( Paltro di Casale e Farig liano di Lombardia), 3 tenenti colonnelli (Yillamarina di Sardegna, Dichat dei granatieri. Doller del 2° Guarnigione). 2 mag g iori (Biscaretti di Chiusano dei granatieri c Graziali di Bel gioioso) e l tenente (barone Carlo Dellera, aiutante di campo del padre generale).
Altri sci furono promossi al grado superiore: il colonnello dei granatieri Solaro della Chiusa. il maggiore grigione Belly de Belfort. i capitani Birag o di Borgaro e Dattoli c il cadetto Fontana. Fu promosso anche Cesare Tapare lli d'Aze g l io. uno dei 16 ufficiali fatti prigioneri. Capitano di Vercelli, aiutante di ca mpo di Sant'Andrea e futuro padre di Massimo d'ALc g lio. Cesare rifiutò l a li bertà sulla parola. Era stato visto cadere ferito, e credutolo morto. la moglie aperse il testamento, dove le sse che il suo sposo ave' a vietato di prendere il lutto qualora fosse caduto in battaglia.
Si segnalarono anche il capi tano di stato maggiore Ignazio di Re vel. figlio di Sant'Andrea c gli ufficiali delle bande nizzardc. in particolare il sottotcncnte Albini. i capitani Cristini. de la Rocguc c Cauvin, ferito come il tenente Lauro c Del Can·etto . Il con te Calvigna no di Fossano, del Reggimento Acqu i, preferì farsi uccidere piuttosto che con!.egnare la spada. L'ado lescente Angelo Faussonc di Germagnano, sottotenente della 2a compagnia granat ieri Guardie. benchè ferito, tornò in linea a tro- varvi la morte, primo dei tre fratelli eroicamente caduti in quella guerra. Alciati, aiutante di campo di Sant'Andrea. continuò a portare ordini incurante di una grave ferita alla bocca. l francesi sulla difensiva ( 17 gittgno )
Sette militari di truppa furono decorati al valore: il caporale Si letto di Lombardia c i sergenti d'artiglieria Cape! c Chiodo (n. Alessandria 1752) ebbero la medaglia d'oro; il caporale dei cacciatori d'Aosta Bianco. il sergente di Sardegna Solinas, il caporale di Lombardia Arnaud c l"artigliere provinciale di Oneglia Pavetti, quella d'argento. Tra i cadaveri dei difensori dcii'Authion furono rinvenuti, sembra, anche quelli di due ignote ragaue piemontesi in abiti maschili. Non se ne altro. Potevano essere vivandicrc, staffette partigiane, mogli o figlie di soldati. amanti di ufficiali, pastore lle o prostitute. Oppure due delle migliaia di ragazze avventurose che anche nelle guerre del 1792-1815, come in quelle precedenti e successive, si arruolarono sotto nome e abito maschile in tutti gli eserciti belligeranti. spesso per fuggire. o -.cguire o incontrare un amore proibito. talora per surrogare un fratello coscritto.
Per l'ammutinamento collettivo di fronte al nemico gli Articoli di guerra prevedevano la decimazione del reparto. Ma Reggimento Vercelli convenne a tutti glissare. Le fonti non registrano alcuna punizione collettiva e nemmeno il sospetto. a nostro avvi<;o fondato. di segrete intelligenze col nemico motivate da ideologiche. La dannata questione fu infatti subito archiviata deferendo il colonnello d'Osasco al consiglio di guerra, che. censurare l'assurdo scambio di turno col Reggimento Oneglia colpevolmente avallato da Sant'Andrea né l'odioso olocausto imposto agli ufl'iciali, lo assolse dall'accusa di maltrattamenti c limitò a comminargli una temporanea sospensione dal grado per aver mal difeso il posto assegnatogli. in pratica un congedo trimcstrale senza assegni. Fu assolto invece Luserna di Campiglione. accusato di non aver eseguito la ritirata del l o cacciatori secondo le istruzioni né provveduto ai bisogni della truppa. Anziché fucilati, furono semplicemente cassati. sia pure con infamia. tre codardi ufficiali: il genovese capitano Pagano. del Reggimento Lombardia, che aveva abbandonato l' Authion prima dcii' attacco; c i tenenti Crista e Busca di Monasterolo. assenti il giorno 12.
Dopo le due sanguinose giornate Brunet e Sant'Andrea concordarono una breve tregua per raccogliere i feriti e seppellire i morti. Le truppe avevano perso un quinto degli effettivi. quasi 2.400 uomini, inclusi 68 ufficiali (di cui 13 titolati, 31 cavalieri e 24 borghesi) . Brunet ammise 280 morti (inclusi 23 ufficiali) e l .252 feriti e prigionieri (71 ufficiali). La cifra però è controversa. perchè uno dei capi di accusa che pochi mesi dopo lo condussero alla ghigliottina. fu di aver ingannato i rappresentanti del popolo minimii'l.ando le perdite subite atr Authion. Studiando quella battaglia. Jomini stimò che la vera cifra almeno il doppio, forse 1.200 1'8 e 2.000 il 12 giugno.
Ècomprensibile che Brunet abbia cercato di minimizzare le perdite: ne andava della sua testa. Infatti i politici scaricarono su di lui la colpa di un fallimento inevitabile. Sul momento fu Kellerrnann a salvare la situazione precipitandosi a Nina dove il 17 giugno tenne consiglio di guerra. e ordinando a Brunet e a comandante a
Tournoux. di tenersi sulla stretta difensiva. Ne derivò il seguente schieramento. che utilizzava le posi7ioni strappate ai sardi:
Ala Destra
• Broub: 8 bauaglìoni
• Béolet: 5 battagl ioni per controllare il Pérus
• Ventabrcn: 5 compag n ie granat ieri per con trollare Moli netto c Liniéras
Centro
Sopra Pciracava: IO compagnie cacciatori al colle Cappella dietro le <>el ve di Melissa c Fraccia
Monte Focaccia: 6 ba11aglioni più 2 trincerati al poggio inferiore. con batterie a mezzo tiro da
Sinistra
Bollcna. Belvedere c Lantoltca: l battaglione granatieri e 8 fuci lieri. 7 compagnie cacciatori
Sa n Dalmaz7o: guardie a ll 'estrema per coprire le comunicazioni con Tourno ux
Riserva a So:,pello. Braus e alle -;orgenti del Paglionc: Ri\cr"a generale
V- DI VE RGE NZE PARALL ELE (1793)
.. Quand l'e1111emi est forr. il dit qu'i/ ne ]aut pas /'attaquer, quand il est jaible. qu'i/ ]aut se reposet: Dieu soit loué et de Vins remercié!
satira piemontese contro il generale de Vins. 1793
Le srelte strateRiche del giuf<.IIO l 793
La rivolta in Provenza e Delfinato rappresentava un rischio mortale per la Rivolu7ione. All'inilio delrestate !"Armata spagnola a\ eva varcato i P irenei e avanzava nel Rossiglione. impegnando consistenti riserve francesi. Le due Armate delle Alpi e del Varo erano sulla difensiva. erose da un'ondata di diserzioni e dalla necessità di distaccare le truppe miglio ri per controllare le retrovie. I n teoria, pur tenendo conto della distanza fra i due teatri operativi. della relativa lentezza dei collegamenti marittinti e del!" evidente assenza di seri e capillari contalli con le forze antigiacobine dell'interno. gli alleati avrebbero poruto coordinare l"offcn-,iva 1>pagnola sul Rossiglione con una au-,tro-sarda sulla Proven?a. appoggiata da sbarchi anglo-spagnoli e da una generale insurrezione controrivolut.ionaria delle maggiori città del Mezzogiorno e delle ex-province transa lpinc del Piemonte.
Ma l 'incubo dell'alto comando francese non si rea l inò. Benchè l 'esecuzione dei piani austro -s ardi laboriosamente concordati in primavera slittasse alla fine di agosto. né la rivolta di Lione e Marsig lia né la successiva caduta di Tolonc poterono indurre gli alleati ad adattarli in modo efficace alla nuova situazione strategica. Le ragioni di questa disastrosa inerzia furono molteplici. Giocarono il ritardo e l'incertezza delle informaLioni. ma anche la sopravvalutazione delle capacità nemiche. la scarsa mobi lità cd autonomia logistica, la memoria delle offensive in Provenza fallite nel 1707 e nel 1746.la diversa visione che g l i inglesi avevano della insperata presa di Tolone. A ci(> aggiunsero il macchinoso e lentissimo meccanismo decisionale austro-sardo. la miope ostinuione del re nel perseguire un immediato ancorchè effimero successo politico con la rioccupatione di Niua c Chambéry e l'improvvido protagonismo dci duchi d'Aosta e del Monferrato, principali responsabili delle due velleitarie campagne parallele che logorarono inutilmente. s u direttrici divergenti c inessenziali. le scarse risorse morali c materiali del P iemonte. Ma il fattore decisivo fu l'eccezionale tempra di Kellermann, le cui contromisure tempestive ed efficaci consentirono alla Francia di evitare la disfatta. malgrado le miserabili interferenze dei suoi avversari politici che. proprio nel mcao del pericolo, ottennero la sua destituzione.
Non furono tanto le pressioni della lobby lionese a Torino a determinare la disastrosa spedizione in Savoia. quanto piuttosto quelle della lobby savoiarda. erroneamen te convinta che la s tragrande maggio r anza della popolat.ionc odiasse ormai i francesi e fosse pronta c insorgere all'arrivo dci regi. Una minima conoscenza della geografia avrebbe dovuto dissuadere da quella spedizione. il cui inevitabile fallimento si poteva facilmente prevedere anche in base all'espericnta del passato. In tutte le guerre con la Francia la Savoia era stata subito perduta. mantenendo al mao;simo una piazza di sovranità a Mommeliano. In tutte le guerre i sovrani sabaudi avevano tentato o erano riusciti a riprenderla in estate solo per dover poi dover risalire in autunno le valli del l 'Are c dcii' I sèrc tornando ai punti di partenL.a. Marce inconc ludenti su e g iù per Moriana e Tarantasia che costavano ad ogni campagna il mo r ale c il materiale di 20.000 uomini. sottratti al fronte decisivo. Perchè. anche rioccupata. la pianura sa- voiarda restava nuovamente aperta da tre lati a ll"ini ziativa nemica. Né, coi limitati meui del Piemonte e nella situat.ione strategica del tempo. era pcnsabilc di potersi spingere in profondità fino ad obiettivi paganti ma distanti come Briançon o Grénoble. per non parlare di Lione.
Tra giugno e luglio. quando dc Vino, autoriaò la o,pedi.done in Savoia voluta dal gruppo di cortigiani savoiardi intrattenuti ad Aosta da l duca di Monferrato. l'alto comando sardo non poteva ancora prevedere la consegna di Tolone agli inglesi. anche se faceva affidamento su uno sbarco spagnolo alle spalle di Brunet. Ma ai primi d'agosto il comando alleato rese perfettamente conto che B runet preparando la rit.irata oltre il Varo, tanto che subito pianificò. come più avanti narreremo, una grande offensiva per la liberaiione di izza. Questa decisione fu presa almeno dieci giorni prima del 15 agosto, data in cui le truppe scesero effettivamente in Savoia. Due offensive in direzioni divergenti . concomitanti ma non coordinate. erano un errore evidente. che nessuno però ebbe il coraggio o la forza di evitare. cmrambi i duchi, entrambe le lobbies di em igrati tran sa lpini ebbero l ' illu sione di ottenere un successo. a danno del bene comune.
L'o!fensim alleata su Tournow: (2 l giugno- 24 ago.\! o)
Ancora a giugno i francesi schieravano a sulle Alpi. da ll a Tarantasia alla Roja. c irca 50.000 uomini. L'obbligato baricentro era la valle di Barcellonnette . ben nota da )>Ccoli per la importanLa strategica. un tempo territorio ... abaudo ma ceduta alla Fra ncia nel 1713 in cambio del Pra gelato che domina gli access i per Torino. Poco a monte di Barcellonnette. ali' incrocio con le strade per Isola c Guillc'>tre. la valle era dalla poderosa e ben munita piauaforte di Tournoux.
Era quella dunque la direttrice ottimale dell'offensiva alleata prevista per l'estate. Ma il terreno alpino non consentiva di trasportare un parco d'assedio né di rifornire adeg u ata m ente una forza considerevole. Gli a ll eati si limitarono perciò ad una mera ricognizione offensiva, condotta con cautela e senza fretta con le sole forLe della Valle Stura comandate da Strassoldo. Avutone sen tore, il comandante di Tournoux . generale Ro!>si. cercò di occupare preventivamente i passi alpini c il 21 giugno una forte colonna fran cese scacciò gli esploratori a ll ea ti dall'Argentera spingendos i fino alle Grange e a Bersezio. Ma fu subito contrattaccata dall'avanguardia alleata comandata dal principe di Carignano e inseguita da una centuria di cacciatori franchi e da 4 battaglioni (Wollust. Belgioioso. 5° granatieri c 2° Mondovì). A San Marziale Strassoldo raggiun!>e Carignano con la riserva. e a notte piombarono su Casamcana (Maison Méane). cattu randov i il presidio.
Il 22 il maggiore nipote del generale, prese il villaggio dell'Arche e co l battaglione Belgio ioso e i granatieri dc Co urten c s i spinse f ino a Tournoux. Yiperò ben munito di pesanti artiglierie. si limitò ad una ricognizione con scambio di fucilate. attestandosi poi all'Arche c a Casameana, gli uni ci punti del territorio francese occupati dagli austro-sardi durante quella guerra.
Per non esporsi alle continue incursioni francesi, il 7 luglio Carignano evacuò il villaggio dell'Arche. Il 17 i francesi sorpresero il posto del Salterone in Val Maira. uccidendo il comandante marchese Spinola c 22 soldati delle Guardie (ne scampa ro - no 7). Il 18 un assalto notturno contro il gran campo di Casameana fu bloccato sulle opere avanzate dai croati del maggiore Beck. e respinto dai granatieri di Carignano, tra cui si distinsero le 2 compagnie di Mondovì. Nei combattimenti del 21-22 giugno e 17-18 luglio gli alleati ebbero 58 morti e 69 feriti, contro 118 morti e 82 prigionieri france s i. Il 4 ° battaglione Truppe Leggiere ( Leotardi) ebbe due ufficiali feriti (capitano tenente Pian e sottotenente Storello) e due decorati di medaglia d'argento (sergente Roascio e caporale Salamiti).
Questo fallito attacco costò a Rossi l' immancabile epurazione repubblicana. Fu infatti arrestato e sostituito dal generale Carcaradec, comandante di Briançon. Pressato dalle autorità politiche, il 26 luglio Carcaradec tentò di sbloccare Tournoux con un attacco di sorpresa su Casameana. mentre una terza colonna risaliva I'Oronaya, aft1uente dell'Ubaye, per tagliare la ritirata ali ' imbocco della Val Ma ira . Strassoldo fu costretto a sgombrare in gran fretta e l' improvvisa ritirata sparse la notizia che il nemico stesse marciando in forze s u Torino. Nella capitale s i sparse il panico: la corte pensava già alla fuga e de Vins spiccò in soccorso di Strassoldo tutto il presidio della Cittadella, incluso il l o Guarnigione austriaco. Invece la colonna di soccorso trovò che Strassoldo aveva già ripreso Casameana ricacciando il nemico fino alle ridotte di Certamussa e Malamorte.
A loro volta gli alleati piantarono una batteria in riva ali ' Oronaya. costruita in cinque giorni, sotto il fuoco nemico , dai pionieri del sergente Ricci. Da qui i cannonieri del sergente Pagnone smontarono la batteria nemica di Malamorte. I francesi la riattivarono e seguì per giorni un inutile ma innocuo cannoneggiamento reciproco. Finché la notte sul 13 agosto Carignano la prese di sorpresa , alla baionetta. con 150 croati e 150 cacciatori di Aosta, inchiodando 2 cannoni e J obice e catturando 40 prigionieri. con la perdita di 2 croati morti e 3 granatieri feriti. Ricci e Pagnone guadagnarono la medaglia d ' oro assieme al sergente di Aosta "La Rosée" e al croato Kellunberg, entrat i per primi nella ridotta.
TI 24 agosto il sottotcnente delle Guardie Dal Verme. con .15 fucilieri, vendicò i caduti del Salterone con un'incursione al villaggio di Maurines , riportando come trofei l' abbattuto albero della Libertà. una mandria di bovini e 20 prigionieri.
Le contromisure di Brunet (25 xiugno - 29/uglio) in t:aso di successo, rafforzare i collegamenti con Tournoux e tagliare al nemico la strada della Vesubia spingcndolo più ad Est verso la Roja. il 29 luglio 3.000 francesi tentarono una sorpresa contro la Testa di Ruggero. baluardo occidentale detr Authion.
Intanto sul fronte dell' Authion l'inazione francese aveva consentito ai sardi di predisporre nuove fortificazioni e di svolgere ricognizioni e colpi di mano. Due avvennero il 25 giugno: il più gradito, la cattura di 20 muli carichi di acquavite francese a San Martino di Lantosca: il più feroce, la presa del posto di Ca ire des tre s Crous verso Belvedere. Lo fecero 80 volontari nizzardi comandati da Laroque e dall'acquese Vi valda, con un bilancio di 17 france s i scannati e 9 prigionieri. Furono decorati il caporale La Foglia e il granatiere Bonfiglio, per aver sgozzato sentinella e capopo s to e sequestrato i fucili affastellati dentro la ridotta.
Spaventato dalla dimostrazione su Tournoux e da ll e voci di un imminente sbarco spagnolo a Villafranca, a fine luglio Brunet ordinò lo sgombero dei feriti e dei magazzini da Sospello e da Nizza oltre il Varo. e fece allestire una seconda linea arretrata sulla quale potersi ritirare in caso di necessità. Per coprire queste operazioni e.
Metà, guidati da Seruricr, mossero frontalmente da Belvedere c Bollena, ti a destra da d'Ortoman t:On altri 800. Una quarta colonna di 800 uomini c 2 pezzi da montagna, guidata da Gardanne. scese dal c Béolet penetrando nel vallone tra Tuech e Morigone. guadò il Maglia c risalì poi in direzione opposta il corso del Cairos, tenendosi a meu.a costa dei monti che dividono i due torrenti, proprio in mezzo alle linee nemiche. Ma queste erano sta te estese c rinforzate e non v'era più anfratto che Zin non avesse con cannoni e Alle IO antimeridiane. dopo due ore di vani tentativi e cessata la sorpresa, Gardannc desistette. Proprio in quel momento falliva anche l'attacco frontale, ricacciato alla baionetta da una compagnia di granatieri guidata da Re vcl. Li incalzarono poi. verso Bollena c i boschi di Flaut e Belvedere. Farigliano col 2° leggero e Chiusano con 1'8° granatieri.
Conflans
L'avan-;_ata su Mowiers e S. GiOI'anni di Mariana ( 30 luglio- 22 agosto)
Il laborioso allestimento della spedizione in Savoia si protrasse fino a metà luglio. ma. dopo una falsa parten7a. l'offensiva vera c propria slittò a metà agosto. La notte del 30 luglio il maggior generale barone Latour scese infatti nella valle dell'Are con 900 granatieri per occupare il bivio tra le due valli . ma un inspiegabilc t:ontrordine di de Vins lo costrinse a fennarsi a Bessans. Ben trincerati su solide posizioni. i francesi non avevano alcun interesse a contrattat:care quel piccolo distaccamento avanzato. fortemente ostacolato, del dalle ostruzioni stradali e dalla distruzione dci ponti. Tanto più che proprio in quei giorni Kellermann stava radunando metà delle forze dislocate in Savoia per marciare contro i ribelli di Lione. investita 1'8 agosto. Stupisce invece la flemma dei suoi avversari. rimasti inattivi per altre due settimane. badando solo a completare i dettagli organizzativi e logistici. come se si trattasse di una scampagnata, anziché di una militare. So lt anto il IO agosto Latour potè attestarsi ad Entre-Deux-Eaux. Ma trascorsero altri quattro giorni prima che le forze sarde iniziassero la discesa dai valichi.
A difendere la Savoia Kellermann aveva lasciato appena 7.000 uomini. all'imbocco delle valli dell'lsère c dell'Are, sotto i passi del Piccolo San Bernardo e del Moncenisio. Il comandante, generale Bagdelonnc. era in Tarantasia col grosso . al campo trincerato di Sée1. In Moriana erano Ledoycn e Dobourg. trincerati a Lanslcbourg. Speculare. ovviamente. lo schieramento dei regi: 8.000 sulla Tarantasia col duca di Monferrato e con Argenteau. 4.000 sulla Moriana con Cordone il fratello Latour. con l'obiettivo di congiungersi alla confluenza delle due valli per attaccare Conflans ( Albcrtville). Altri 2.400 erano ad Ul1io agli ordini di Chino per t:ustodire il Moncenisi o
Il mattino del 15 agosto. non appena Cordon scese in Moriana, Ledoycn evacuò Bramans c Lanslebourg collocandosi sul declivo del Saint André. all'imbocco della valle laterale di Valloire. Dopo averlo bloccato. secondo gli ordini prestabiliti Cordon spiccò il fratello in Taranta-,ia. di rincaiLO al duca. giunto nel frattempo di fronte a Sécz. Baluardi del campo erano le robuste ridotte di Montrigord e Chatelard. la cui batteria dominava la strada per Moutiers. Il duca gettò sulle ridotte Latour c Argentcau. L'impresa fu più difficile del previsto, perchè la batteria di Montrigord smontò l dci 2 cannoni sardi collocat i a Villard R og ucr c la ridotta infranse gli assalti di Latour e del duca. Finalmente Argenteau, sceso per l a Valgrisanche. poté prendere alle spalle Chatclard, inducendo Bagdelonne a ritirarsi nottetempo s u Moutiers e Bonneval. Le pattuglie sarde che al mattino del 16 entrarono nelle ridotte evacuate, rischiarono di saltare in aria per una mina predisposta dal nemico. Le -;alvò il sergente Audi. dci Granatieri Reali. getta ndosi su lla miccia già accesa. lenta e incerta fu anche l '<•' an Lata di Cordon in Moriana. col pretesto di dover attendere da Torino. O\' C si trova\ a de Vins. l'autorillatione specifica ad attaccare le insidiose posi7ioni di Lcdoycn. dal momento che l'ordine di marcia gli imponeva di avanzare ad Aigucbcllc per cooperare all'attacco del duca contro Conflans. Fu Ledoyen a toglierlo d'impaccio. evacuando Saint André nel timore di poter essere attaccato su l fianco e alle spalle dalla Divisione sarda della Tarant asia. Perci ò fece saltare il ponte sull'Are e si ritirò ad Aiguebellc. allo sbocco della Moriana. Una marcia difficile e penosa perchè. in mancan1.a di traino animale, dovette far trasportare a braccia tutto il materiale. I mpresa che gli riuscì solo per la co lpe vole inerzia di Cordoo che lo seguiva a grande distanza c che. occupata Modane il 18 agosto, finì per a San Giovanni di Moriana.
Mentre il duca proseguiva col grosso per la via Latour prese la scorciatoia per Aigueblanche con 700 scelti. Alla Stretta del Ciclo -,i trovò di fronte una ridotta imponente, in mcao ad altissime pareti di roccia. Sorgeva però su un dcclivo troppo ripido. che rendeva troppo ficcante il tiro dai parapetti. Latour mandò allora i cacciatori a bersagliare dai fianchi e attraversò di corsa coi granatieri il breve campo di tiro fino al piede della ridotta. Qui era al riparo dalle scariche. ma non dalle sortite della riserva nemica: c dovette perciò combattere a ll 'arma bianca. Intanto il cacciatore Arriago. con altri due. aveva guadag nato un picco dominante e cominciato a mo'>chcttarc dentro il fortino. Altri, per una via da camosci scovata dall'esperto Chan-ière detto "Brigand Vert". presto lo imitarono da un altro picco. Infine. scorta la va sarda che avanzava sulla sini stra. Bagdelonne si sganciò notteten ')()anche da quella ridotta. !asciandovi di retroguardia 400 uomini.
Ma dall'alto dei picchi i cacciatori videro la ritirata nemica e la !>egnalar ono ai granatieri. i quali scalarono i parapetti anche montand o !>ui cadaveri. La retroguardia francese fece in tempo a ritirarsi con 2 cannoni, ma fu in seguita dallo squad rone cavalleggeri Albaretto (Aibarcy) con in groppa altrettanti granatieri che riuscirono a catturare l cannone con l'uffi cia le e i serventi. La notte seg uente, quella su l 18 agosto. Bagdelonne sgombrò anche Moutiers. sempre incalzato da Latour che. oltrepassata la città, bivaccò la notte 'iul 19 al convento dci Francescani. dopo aver spiccato ca' alleggeri e cacciatori a prendere il ponte di Aiguebcllc e la cappella di Essevieux. Distrutte le ridotte di Mouticrs. Latour spiccò l battaglione con alcuni cavalleggeri alla Roche Chevin. sulla dell' l sère. di fromc agli avamposti nemici di Contlans.
Il cuca era intanto avanLato cautamente. accampandosi il 20 agosto alla Villette, per pr ;parare il suo !>Oienne nel capoluogo della Tarantasia. Lo fece il 22, tra festeggiamenti imbaraz?ati e insinceri. Qui distribuì le ricompense al valore. appuntando l a medaglia d'oro sul petto di Charrière e quella d'argento ad Arriago, rimasto sotto il fuoco malgrado due ferite al petto c alla spalla. Nonchè al caporale Bisso dci cacciatori piemontesi, ai sergenti Daport c Chardon dci granatieri di Moriana c al granatiere della Marina Giovanni Domen ico Marciandi.
A Torino si festeggiava intanto la liberazione del l a Sa voia, mentre Vittorio Amedeo decretava il ripristino delle precedenti i!>tituzioni. Ma. invece di approfittare dell'evidente crisi del nemico e sferrare il colpo decisivo su Aiguebcllc e Connans, il duca disperdeva le forze per occupare tutti i centri minori della Savoia allo scopo di ripri stinare la sovranità sabauda limitandosi ad avanzare il quarticr generale alla Vanoisc. dove intendeva impiantare il campo invernale. Fu un errore politico c anche militare, perchè in tal modo le due Divisioni di Tarant asia e Moriana, separate dalle aspre montagne tra l e due vallate parallele. restavano imbottigliate di fronte a due capisaldi nemici relativamente forti e cooperanti. consentendo ai francesi di controllare la maggior parte del ducato e tutte le città principali ad eccezione di Mouticrs. Altro grave errore del duca fu la mancata occupazione preventiva del la Valloire.
Questa valle laterale della Moriana la collega infatti, a valle di Modane. con le piazzaforti di B riançon e Tournoux. raggiungibili dai colli del Galibicr e del Fréjus. Come si è g ià detto, Ledoycn, che vi si era ritirato all'avanzata di Cordon l'aveva poi sgombrata. ritirandosi ad Aiguebellc per avvicinarsi a Bagdelonne. Ma il generale Carcaradec, come poi avvenne. poteva sempre rioccuparla con la Divisione del Delfinato.
La spedi-:Jone nel Faucigny (l O ago:.to · 12 seuemhre)
La ragione di quell'inerzia fatale. fu che il duca volle attendere la sperata insurreLione delle province se tte ntrionali della Savoia comprese tra Conflans e il Lago di Ginevra. Suggestionato dagli entusiasmanti progetti di due co rti giani savoiardi, il marchese di maggiore di Stato Generale, c il barone des Loches. tenente colonnello di Savoia, il duca confidava infatti di po ter impiantare anche in Savoia, in particolare nel Faucig ny, una guerri gl i a partigiana a naloga a quella nizzarda dell'Alto Varo. Tra I'Esteron c la Vesubia le bande di cacciatori volontari minacciavano seriamente l'ala sinistra di Brunet e le comunica?ioni tra l'Alto Varo e il Delfinato, logorando il nemico prima dell'offensiva finaJe. Analogo risultato ci si attendeva dalle bande del Faucigny. che, nelle aspettative del duca, dovevano coprirgli il fianco destro e attaccare alle <>paJie la posizione di Con flan'>.
Allo scopo di impiantare la guerriglia nel Faucigny era stata allestita ad Aosta una colonna fantasma, comandata dal con te Guignc de Rcvcl. un ufficiale savoiardo che era stato costretto a lasciare il servi7io per le idee democratiche e ora combatteva lealmente contro la Francia repubblicana . La colonna - da 250 soldati regolari (savoiardi secondo alcune fonti, vercellesi secondo Pinelli) - era stata camuffata da convoglio commerciale. con 300 muli carichi di armi occultate in cassette. Il IO agosto. valicato il Gran San Bernardo. era entrata nel territorio neutrale del Canton Val lese, usccndone dal passo di Balme per scendere nella valle di Chamonix, sul versante settenttionale del Monte Bianco.
La marcia non fu priva di imprevisti: alla dogana svizzera di Martigny , dove si trovavano anche commissari dei due Stati belligeranti incaricati di vigilare sul rispetto della neutralità. una delle cassette di armi si era sfasciata, rivelando il suo contenuto e suscitando i sospetti del con trollore francese, abilmente elusi dal collega piemontese. Malgrado ciò il 15 agosto, mentre Latour stava già assaltando la ridotta di Montrigord. la colonna Revel aveva raggiunto Saint-Gervais, dove erano ad attenderlo Sales e des Loches, scesi in Savoia con passaporti falsi, e giunti da Moutiers per il Col Bonhomme. Li accompagnava il colonnello Valperga di Mione, comandante designato delle costitu ende bande partigiane del Faucig.ny e del Chiablese.
Già il 17, armati e riuniti 900 uomini, si accingevano ad attaccare il nemico alle spalle. quando da Torino giunse il sorprendente contrordine di sciogliere le bande e rientrare in Piemonte. Dalle confuse fonti che ci è stato possibile consultare al riguardo, sembra di poter dedurre che lo sconcerto dimezzasse subito gli aspiranti partigiani. e che Sales e des Loches decide sse ro infine di attenersi al progetto originario, se non altro per la difficoltà di ricondurre in Piemonte i 250 regolari. Vediamo infatti attribuita alle bande da loro guidate l 'espugnazione, dopo breve ma aspra mischia. della ridotta di San Martino presso Sallanches. con l a cattura eli l cannone, fatto avvenuto il 21 agosto. La presa della ridotta, che sbarrava la valle laterale de li' Arve, consentì di aprire il collegamento fra Tarantasia e Faucigny e coprire il fianco destro della Divisione della Tarantasia collocando un avamposto a Cluses , nella media valle dell' Arve.
Ma le cinque ricompense concesse per questo episodio suggeriscono invece che la presa della ridotta sia stata effettuata dalla colonna Latour. Furono infatti decorati l 'artig li e re De Yigny, i cacciatori di Monferrato Predoni e An ton ietti e il granatiere reale Marciancli che prese un vessillo repubblicano (potrebbe però essere lo stesso Marciandi già decorato come granatiere della Marina). Il sergente Arlico, anch'egli dei Granatieri Reali. fu promosso alfiere.
La formazione partigiana si spostò poi a Bonneval e infine a Carouge. Ma dovette constatare che quanto più si allontanava dai villaggi alpestri l'atteggiamento della popolazione diventava meno favorevole e anzi spesso apertamente ostile. Per non parlare delle città: il colonnello de La Flechère . che ad Annécy aveva ingenuamente tentato di arringare i cittadini contro i francesi, fu linciato dai repubblicani.
1112 settembre, nell'estremo tentativo di forzare l'atteggiamento della popolazione, il duca lanciò da Moutiers un controproducente proclama, nel quale prometteva ricompense ai sudditi fedeli c minacciava l'immediata fucilazione ai collaborazionisti catturati con le armi in pugno.
Le contromisure di Ke/Lermann (l o - 17 settembre)
L'inazione del duca fu tanto più biasimevole perchè alla fine di agosto la situazione del suo avversario era quasi disperata. Bagdelonne informò infatti Kellermann di non avere ormai altra scelta che ritirarsi da Con flan s (A lbertville ) sotto il cannone di Fort Barreaux, la fortezza francese su l l 'Isère da cui undici mesi prima era partita
!"offensiva di Montesquiou. Ma. bloccate Lione e Tolone e riprese agli insorti Avignone . Aix e Marsiglia, Kcllcrmann !.i sentiva ormai in grado di evitare l'umiliante ritirata su Fort Barrau x e di poter resistere su tutti e tre i capisaldi minacciati dagli austro-sardi. cioè a Conflans, Tournoux e Lantosca. Ordinò dunque a Bagdclonne di fortificarsi a Conflans cd Aiguebelle c, lasciato il comando del blocco di Lione al generale Dumay, il l o settembre tornò a Briançon assieme al suo capo di stato maggiore. ge nerale Saint Rémy
Subito ordinò a Carcaradec di spiccare alla Yalloire l'aiutante maggiore Pressy con 2 battaglioni. in modo da minacciare alle spalle la Di visione sarda della Moriana. Distaccò poi a Cluscs c Carouge i suoi aiutanti Yerdelin c Sarrct con altri pochi battaglioni per coprire il fianco <;inistro di Conflans e contenere i partigiani del Faucigny. Radunò infine a Mommelliano una riserva mobile di 6.000 uomini. metà veterani recuperati da Lione e metà nuove reclute delfinesi e savoiarde. Per il 15 settembre Kellermann intendeva saggiare le ali nemiche. ordinando ai generali Santerre. Sarrct c Ledoyen di prendere gli avamposti nemici di Cluses. Chatillon ed Epierre che sbarravano la valle dcii' Arve e la pianura del Chi ab le se a Nord-Ovest di Moutiers c la valle dell' Arc a Sud-Ovest. Aveva appena terminato eli prendere queste opportune misure, che il lO settembre Kellermann fu destituito per la sospetta moderazione usata nei confronti degli insorti di Lione (in ottobre fu addirittura arrestato all" Abbaye. Scampò la ghigliottina grazie alla gloria di Valmy e nel gennaio 1795 poté tornare al comando deii"Armata d'Italia).
L'offensil•a sulle ali sarde ( 15-22 serrembre)
Malgrado ciò, l'attacco ugualmente al mattino del 15 settembre. A Cluses. nel Faucigny, poteva finire nello stesso modo. perchè alla delle colonne di Santerre il comandante sardo, Sartoris. pensò di evacuare l'intera valle dell' Arve. Ma i suoi ufficiali e i contadini che temevano rappresaglie lo costrinsero a battersi. Santerre lo anaccò frontalmente. incuneandosi in un vallone scnLa curarsi di occupare le creste. da cui fu poi immancabilmente assalito il 17. Rc.,pinto in disordine. fu destituito sul campo dal rappre<,cntante del popolo. cui quel provvidenziale insuccesso militare regalava nuove e ghiotte prove del complotto controri\'o luzionario ordito da Kcllermann.
Più fortunate furono invece le due puntate;,, Chiabl .;.· \lloriana. Presa Chatillon, San·ct respinse facilmente i regi nella pianura di Tan .ngcs. dietro il torrente Giffre. Anche l'avamposto in Moriana fu subito evacuato c un capitano. spedito da Latour a riprenderlo, ripiegò invece di propria iniziativa al ponte della Madeleine. costringendo Cordon a ritirarsi su San Giovanni. Per sua fortuna le nevicate. precoci e abbondanti, impedirono al nemico di inseguirlo. dandogli il tempo di sgombrare i magazzini. Approfittando della determinata vuoi dalle nevi vuoi clall"epura7ione politica del comando francese. il :w settembre Cordon tentò una tardiva controffcn-.i"'a su Aigucbelle e Mont Sapc). ma ad la '>Ua avanguardia si imbatté in quella di Ledoyen e ripiegò alla -.trctta di Epicrrc. che chiude la valle dell'Are tra fiume e monte. Lcdoycn cercò di aggirarlo sul fianco sinistro per Saint Alban des l fustières. spiccando il comandante Hacquart sulle alture di MorgellaL-Frcy c Ava n- chcs in modo da tagliare i collegamenti tra le due Di visioni nemiche. La manovra fu tenacememe contrastata dai sardi. ma finalmente il 22 settembre i francesi passarono. Subito issarono 2 cannoncini da 3 sull'erto picco del Cucheron che domina Epierrc. Bastò il loro tiro preci so c micidiale per indurre Cordon alla ritirata. prima a Chapelle. poi a La ,Chambre. infine. minacciato da H acquart, a San Michele. facendo saltare i ponti sull'Are e abbandonando vil mente i feriti, incluso il soldato Claudio Alex, ricompensato in tal modo di aver salvato il proprio capitano all'assalto delle Saucettes.
Da Contlans, anche Ba gde lonne era avanzato con 1.500 uomini sulla sinistra delcon l'intenL.onc di gittare un ponte a monte dell'avamposto nemico di Roche Chevin. in modo da costringerlo a sloggiare per evitare l'accerchiamento. Argenteau reagì s piccando sul ponte l squadrone di dragoni di Piem onre (cap itani Bourget e Morand) con in groppa 100 tra artiglieri e granatieri comandati dal tenente della Marina François Xavicr Dc Mai stre ( 1763-1852) reintegrato dopo gli arresti militari che tre anni prima l'avevano indotto a scrivere il famoso Vo.vage autour de ma chambre. Col favor della notte i granatieri attraversarono il ponte non ancora terminato mettendo in fuga la guardia, mentre g li artiglieri disancoravano i 2 cannoni portandoli s ulla sponda piemontese. li fracasso allertò il nemico, ma i granatieri lo tennero a bada consente ndo al commando di distruggere il ponte non ancora terminato e rientrare al campo con i cannoni cattu rati Furono decorati il sergente Cerato c il caporale Save!. dell'artiglieria provinciale.
L'o!fensil•afinale e la ritirata dalla Savoia (28 setTembre- 6 ottobre)
Nella notte su l 28 settembre il nuovo comandante dell'ala francese. generale Yerdelin, mo sse da C lu ses su 3 colonne per assaltare la ridotta di San Martino, in modo da costringere il duca a risalire l'lsère per evitare l 'accerchiamento. Alla vis ta del nemico gli avamposti sard i ripiegarono su lla ridotta, comandata da Sales e sostenu ta da una batteria di 6 pezzi allo Chatelard. Per 36 ore Sal es resistette ai continui assalti di Verde! in. ma alla fine dovette ritirarsi a Moutiers per Col Bonbomme e Allée Bianche. abbandonando pe77i. munizioni e bagagli. non trasportabili per gli angusti sentieri e lasciando sul campo 37 morti c 120 prigionieri. Tra questi ultimi c'erano 80 partigiani. un ufticiale del genio e il capitano Sassolino ( Bozzolino?). comandante della batteria dello Chatelard. Fedele alla consegna. Sassolino continuò a far fuoco anche dopo l'evacuazione della ridotta. Quando i francesi cominciarono ad aggirar lo, non aveva più abbastanza serventi per poter voltare i pezzi. Caduti anche g li ultimi, continuò a tirare a scaglia con un solo pezzo c s i arrese soltanto dopo aver terminato le munizioni. dichiarando sprezzante al nemico che se avesse trovato pietre non l'avrebbero avuto a così buon prezzo. San Martino e Chatelard costarono a Yerdelin 300 uomini.
Tutto era pronto per l'attacco su tre laù contro la Divic.,ionc del duca di Monferrato. ancorata a Moutiers. Il duca era con l'avanguardia a Grand-Coeur. 2 chilometri a valle della città, con due a Monte Cormet e Beaufort. presidiati dal l o e 2° La Marina (colonnello in 2° Praly e maggiore Avogadro di Ronco). TI fianco sinistro era affidato al maggiore conte di None, il quale. con 400 provinciali di Torino e
ISO granatieri di Chiablese (capitano Treppié). teneva il Colle della Maddalena. che collega Moutiers con la Moriana.
All'alba del 29 settembre Bagdclonne varcò l'lsère poco a valle di Roche Chevin, già evacuata. e avanzò sull'avamposto di Beaufort. Ma la posi,donc era buona e Avogadro valoroso. l francesi si accanirono invano per dieci ore c a sera ripiegarono con 20 morti e vari feriti. In seguito resero cavalleresco omaggio al valore del loro avversario e dei suoi uomini. Del Regg imento La Marina distinsero il cavalier De Maistre e i capitani Castclborgo c Pollinge e il caporale Taraglio, decorato di medaglia d'argento come il sergente Francesco Charière dei Granatieri Reali. Opposto fu invece il comportamento del conigiano di None. fuggito nel rctrostante sobborgo di Aigueblanche al solo apparire della colonna spiccata da Ledoycn che, passato rAre al ponte di Briançon. marciava sul valico a lui confidato. Alla viltà None aggiunse poi la calunnia. cercando di scaricare la colpa su Treppié. Fu un affronto all'intera Armata che, invece del con.,iglio di guerra. nell'aprile l 794 gli toccassero in premio le di Napoli. quale nuovo plcnipotenziario sardo presso quella corte. Tanto più che per una viltà meno grave non si esitò a cassare il sottotcncntc Cos ta .
All'alba del 30 settembre ccdcllc anche, dopo breve combatt imento. l'avampo sto del Cornet, preso dalle colonne Cha mberlac e Saint André. Al duca non restò che trincerarsi tra Grand -Coeur c Aigueblanche, entrambe a mcu'ora da Moutiers. Riunite finalmente le forze. Bagdclonnc si accampò a semicerchio tra Bonneval e Nave. a tiro di cannone dalle posizioni sarde. Durante il reciproco cannoneggiamento. una colonna leggera tentò di aggirare Grand-Coeur. ma allertati da Latour. i capitani d'artiglieria Sappa e Caglieri a bloccarla prendendola d'infilata con 2 cannoni c l obice. Il duca potè così ripiegare sull'altipiano della Chapelle di Essonvieux c avviare i bagagli su Moutiers c di qui al Piccolo San Bernardo.
Frattanto, dalla parte opposta del fronte di Savoia. era en tr ato in azione anche il piccolo distaccamento di Prcssy c he dalla Valloire minacciava il fianco sinistro di Cordon attestato a Valminier. Nella notte su l 30 gli arditi di Pressy avevano preparato l'attacco su Valmin.ier sorprendendo la granguardia nemica. l compagnia di Chablais comandata dal maggiore La Boissière e appostandosi per sorprendere la muta. All'alba del l 0 ottobre uno degli eroici frate li i Germagnano di Faussone venuto a dare il cambio a La Boissière con altri fucilieri di Chiablese. cadde in bocca a 1.500 francesi. Mentre il nemico aggirava la batteri a di Valminier. 2 cannoni c l spingarda, eretta dal capitano Debuttet. Germagnano dette l'allarme a Cordon c ripiegò combattendo. Il sergente d'artiglieria Gerolamo Musso "Bienvenu", di Sommariva del Bosco. lo sostenne imbracciando la spingarda, aiutato dal collega di Chiab lese Bellune e da due serventi ( un artigliere e un mili.ciano savoiardo). Caduti ultimi c ferito Bellune. "Bie nvcnu " continuò a far fuoco da so lo. Oltre ai 2 cannoni. il repa1t0 perse 6 morti e 80 prigionieri, quasi tutti emigrati francesi volontari nel Reggimento stran iero di proprietà del fratellastro del re di Sardegna Le fonti non specificano la loro sone. ma è probabile che. secondo la prassi repubblicana. siano stati identificati e fucilati sul posto. l due sergenti furono poi decorati di medaglia d'oro. ma Bellune soltanto nel1796.
Caduta Valminier. Cordon si ritirò a Bramant, incaiLato da Lcdoyen e Pressy. Intanto il duca evacuava Mouticrs. incalLato da Bagdelonne che ad Aigueblanche si congiungeva con la colonna della Maddalena, e da Lamaille, che cercava di avvolgerlo da sinistra per Bellecombe. Il 2 ottobre i francesi entravano a Moutiers tra il giubilo dei repubblicani e rialzavano l'albero della Libertà, mentre l 'avanguardia di Chamberlac rastrellava gli sbandati fino ad Aiméc. Quel giorno il duca decise la ritirata al Piccolo San Bernardo. lasciando Latour di retroguardia tra Bourg Saint Mauricc e San Germano con 3 battaglioni. 150 granatieri di Torino c i 3 peZI.i del capitano Sappa.
Cbambcrlac arrivò al mattino del 4 ottobre. con fanti leggeri. 2 squadroni di ussari e qualche cannoncino. Sappa mantenne però la superiorità di fuoco. !>compigliando gli squadroni con qualche granata, poi Latour caricò alla baionetta coi granatieri reali . ricacciando i francesi giù per la china e respingendonc altri due assalti. Alle 10 , dopo tre ore di scontri. entrarono in linea 12 pczL.i francesi. Dopo aver subito gravi perdite. Latour ripiegò in perfetto ordine fino al retrostante campo trincerato. tenuto dagli altri 2 battaglioni (Monferrato e Rockmondct). Il ripiegamento fu coperto dai 2 cannoni di Sappa e dai maggiori Avogadro di Ronco e Avogadro di Valdengo. entrambi promossi sul campo tenenti colonnelli. Si continuò a combattere tutto il giorno sono il campo trincerato. finchè i francesi trovarono i sentieri per aggirarlo da entrambi i lati. obbligando Latour a retrocedere sulla vetta del colle. Intanto anche Cordon abbandonava Bramans marciando al Moncenisio. Le due retroguardie raggiunse ro i valichi il 6 ottobre. beffardo anniversario della rotta di Lazzary.
L Antosca E Giletia
La prepara:ione del/ 'offemim alleata ( 4 agosto - 5 sertembre)
Ai primi di agosto dall'improvviso aumento dci disertori francesi e dallo sgombero dei magazzini e degli ospedali di Sospello c 'izza. il comando alleato dedusse con certezza che Brunei stava preparando la ritirata oltre il Varo. Verosimilmente ciò metteva in difficoltà dc Vins. stretto fra l'obbedienza alle direttive del suo governo c le sue responsabilità di t.:on1.igliere militare del re di Sardegna. Pesò, sembra. anche l'impossibilità di contrariare l'arciduchc!>sa Maria Teresa d'Austria. consorte del duca d'Aosta, che non soltanto odiava i rcgicidi ma tentava in tutti i modi di panorirc finalmente un futuro re di Sardegna. date le infeconde nou c del principe ereditario. Da tempo il duca d'Aosta aveva con i fratelli minori unafrad/ansa ostile al bigotto c ipocondriaco primogenito: ora l'arciduchessa lo spinse a rinforL.arla. guadagnandosi campo quella gloria militare e quel sostegno dell'esercito che l'indole c la sa lute avevano precluso al fratello maggiore.
Il duca si recò subito. con una piccola scorta, a ispezionare il terreno della prossima offensiva. cioè la valle della Vesubia e le pO'>izioni nemiche di fronte al Raus. Probabilmente fu lui a suggerire le incursioni dcl4 e 16 agosto contro gli insidiosi <tvamposti di Belvedere e Tuech. Il 4 Laroquc c Chiusano a1.saltarono le ridotte di Flaut e Belv ede re. TI mancato intervento di Canale consentì ai presidi degli avamposti di ripiegare sulle ridotte e nell'inseguimento Laroque finì sotto il tiro a scaglia della batteria di San Giuliano perdendo 60 uomini. Ferito anch ·egli. Laroque vi guadagnò la croce mauriziana. L'incurs ione convinse t.:omunqut.: il nemico a sgo mbrare il Belvedere.
L'altra operazione fu (;Ompiuta dagli emigrati di Bonneaud con la copertura di un attacco diversivo contro il Morigone condotto dal cavalier Viterbo col Reggimento SalutLO. Durante la notte i sergenti Hurcl, francese. c Azienti. piemontese, entrarono nella ridotta di Tuech sgot 1.ando le sentinelle, seguiti dai francesi Bonneaud c de la Fare c dai niuardi Quincinetto e Cauvin. Il commando distrusse la batteria. rovesciandone i pe7 Li nei burroni e tornò con qualche prigioniero. l francesi ovviamente rioccuparono la ridotta, potentiando anche Brouis e .Mangiabò. I due sergemi guadagnarono la medaglia d'oro. I l conte d'Ovasson, cadetto nei cacciatori di Piemonte. catturato mentre stava in retroguardia c processato a Nizza come emigrato francese. fu impietosamente fucilato, bcnchè fosse appena sedicenne
.Ma la svolta decisiva avvenne col facile successo del!" offensiva in Savoia. Ormai emusia<;mato. c invano sconsigliato dal ministro Grancri, il 21 agosto Vittorio Amedeo par1ì per Tenda con de Vins. accompagnati dall'aiutante di campo principe di Clcrmont de Saint Jean e dai due principi più giovani. Carlo Felice e Giuseppe Placido.
Intanto il maggiore Colli Ricci di Feliuano. comandante delle truppe leggere della Tinea e del Varo, si installava a Puget- Théniers. sostenendo vari scontri con i locali distaccamenti francesi. l due più importanti avvennero alla ridotta del Monte Cuson. fra Collalunga e Colla della Quercia, che sbarra il passo tra Stura e Tiuca. Oltre a questa. Colli e il locale capobanda Durand presero anche il posto di Cogncts e il poggio tra Colla lunga e Tinea. Il 26 agosto le miliLic del tenente colonnello Bclmond il contado di Soglio, risalendo il Varo sino a Guillaumes ed Entraunes c dal nemico tutta l'Alta Valle fino alle so rgenti della Tinea. Ma Cimiez. uno dei suoi capitani. dovcue espugnare in sei ore di combattimento il posto della Cerisctte, dove fece 14 prigionieri.
Il piano di alleato
Gli eventi di Tolone. c la prioritaria esigenza di distaccarvi il generale Lapoype con 5.000 uomini, rafforzarono Brunet nel proposito di ritirarsi sul Varo al primo accenno di auacco nemico. un modo elementare ma piuttosto efficace. soprattutto in alta montagna, per attutire un urto quando si è certi di non potcrlo so::.tcnere. Senza tener conto di questa probabile contromossa nemica. il piano d'operazioni alleato prevedeva un'offensiva genera le su fronte, dal vecchio confine francese a quello genovese. benchè con direttrice principale in Vesubia e perno su Lantosca. L'offen siva interessava circa 20.000 uomini. quasi tutti truppe sarde ripartite in sei divisioni:
Estrema deMra: lasciata una brigata in di Tournoux. Strassoldo doveva scendere dai Bagni di Vinadio a Santo Stefano e Isola per perlustrare Tinéa c Vesubia e minacciare il ponte di Guillaumcl> \'aro:
• Destra: dal campo di Entracque il duca d'Aosta doveva valicare le Finestre c l>CCndcrc su Lantosca per la destra della Vcsubia. distaccando il colonnel lo Frisco su San Dalmazzo in Piano per mantenere il contatto con Stra,soldo:
Centro: dal Raus'> Sant'Andrea do"e, a passare il rio piombando !>ul!c ridotte a sini\tra della Vesubia:
Sinistra: Colli doveva compiere un attacco divcr:;ivo canno neggiando da Mille forche e poi assaltando i campi di Tucch e Focaccia:
E\trema sinistra: la guarnigione di Saorgio. con qualche battaglione di rinforzo. doveva impegnare il nemico della Penna sulla destra della Ro1a:
Riserva: con Dcllera, presso 1·osservatorio militare, a Testa di Ruggero e Terra Rossa.
Per il rilievo politico. il comando ala principale. quella della Vesubia, fu attribuito al duca d'Aosta, che aveva a disposizione 3.000 veterani piemontesi e 2.400 appena reclutati col sussidio napoletano:
6 squadroni (dragoni di Sua Maestà c della Regina)
6 battag li oni nalionali ( l o c 2° Guardie. l 0 Savoia, l 0 Piemonte, I 0 e 2 ° Aosta)
7 battaglioni sviaeri di nuova leva c incompleti ( 11 ° granatieri e Reggimenti Bachmann .
Zimmem1ann e Peyer-im Hoff) al comando del colonnello f-risco
2 cannoncini da momagna e 3 obici
TI principale difetto del piano consisteva nella grande difficoltà di poter a"'>icurare la sincronia tra colonne operanti in aspro terreno di montagna e su un fronte di 60 chilometri. In secondo luogo le for;.e erano mal distribuite: la diversione sulla Roia era del tutto inutile e quella da Milleforche troppo massiccia: Strassoldo troppo distante per poter cooperare: con le scarse forze assegnategli. Sant'Andrea poteva soltanto preparare. ma non completare l'attacco su Lantosca. che dipendeva dal regolare arrivo del duca. Ma quest'ultimo doveva compiere una marcia assai lun ga per sentieri impervi e del tutto inadatti al trasporto delle artiglierie. ridotte perciò ad appena 5 pcui. La questione fu alla leggera. affidandosi senta controlli alla parola del maggiore del genio Marciotti. il quale millantava di conoscere la strada. ma che al dunque non seppe ritrovarla. causando un giorno di ritardo fra il tempo di cercare una strada qualsiasi all'ultimo minuto c la difficoltà maggiore di quella che fu infine percorsa.
Tutto ciò fu ancora nulla rispetto alla disastrosa decisione di affidare il comando della colonna principale al duca d'Aosta. Era privo di esperienn, al suo primo comando in campo. per rango e temperamento allora divenuto il refcrente politico di tutti i rise ntim enti antiaustriaci clell'ufficialità e dello stato maggiore sardi. Mascherava a stento. con l'alterigia c un malinteso sprezzo personale del pericolo, e però anche della vita dei suoi soldati. della propria inadeguatezza alla responsabilità che gli era stata follemente attribuita.
114 settembre, da Entracque. il duca comunicò a de Vins il suo personale piano di operationi. come ignorando le direttive ricevute. Allarmato. il 5 l'lspenore generale gli rispose dalle rive del Cairos raccomandandogli di tenersi il più possibile sull a propria sinistra perchè Sant'Andrea non poteva senza di lui prendere Lantosca. L o avvertì che le due tappe previste per coprire un percorso così difficile erano troppo poche. che non avrebbe potuto assaltare ridotte poderose con gente stremata dalla fatica. Gli ricordò infine che la riuscita del piano dipendeva dalla scrupolo!>a esecuzione dci minimi particolari. necessaria per il coordinamento. Cosa avvenne di questa lettera non è chiaro. Sembra che il duca l'abbia ricevuta ad Entraques, ma troppo tardi per rivedere le disposizioni già impartite. Fu comunque nùnimizzata da quanti, per ma lin teso pudore sabaudo o nazionale, vollero poi assolvere il duca da ogni scaricandole tutte -;u dc Vins. o addirittura sul comodo Marciotti.
Il fiasco di Lantosca (6-10 seuembre)
Ignaro dì ciò. animato da religiosa ispirazione. il6 settembre il re raggiunse la Giandola. Lo stesso giorno passò in rassegna le truppe. decorò Colli della croce mauriLiana meritata all' Authìon c creò Dellera proprietario della Legione Leggera. certo che l'imminente offensiva del duca e l'imminente ritorno di Reve l con le navi di Hood. gli avrebbero consentito di entrare in Nizza giusto in tempo per la tradizionale processione dell'Immacolata. Trascorse quella notte io preghiera nel !.UO padiglione di guerra, eretto fra le tende dci suoi fedeli e valorosi soldati. E di buon mattino si recò con de Vins all'osservatorio della Terra Rossa per assistere all'arrivo del figlio c alla grande battaglia.
All'alba del 7 scuembrc. dal Raus a Saorgio, il tuono del cannone salutò 1'87° anniversario della Liberazione di Torino. Sceso dal Raus con 4 battaglioni e 2 cannoni. Sant'Andrea prese alla baionetta le tre ridotte di Caire des tres Crous. San Giovanni e San Giuliano, mentre il Corpo franco di Del Carretto, guadato il Graos. espugnava San Severo. P oi. guadato il Gordolasca, Sant'Andrea marciò da Nord sul campo di Vcsco, che Del Carretto investiva dalla parte oppos ta. P er sfuggire alla tenaglia, i francesi ripiegarono al munito campo di Flaut. sul margine -;inistro della Vesubia. poco sopra Lantosca.
A questo punto avrebbe dovuto entrare in azione il duca. attaccando le ridotte sulla destra della Vesubia. ma da quella parte tutto restava tranquillo. Nell' incerteaa sulla sorte del duca. il re e de Vins sospesero razione di San t· Andrea. E anche quella diven.. iva di Colli che, non avendo incontrato la resistenza prevista, chiese invano l 'autorizzazione ad occupare Tuech.
Per le ragioni !.uddene. il duca aveva accumulato un intero giorno di ritardo !>fìancando ulteriormente le truppe. Il pomeriggio del 7. passata la Vesubia a San Martino di Lantosca. aveva spiccato il colonnel lo Frisc o con gli sviz;.cr i verso San Dalmazzo per aggirare il massiccio del Tournairet dal versante della Tinéa c piombare su località sulla Vesubia a valle di Lantosca c a monte di Leven.w. Poi. coi piemontesi, il duca aveva pro:..cguito lungo il versante orientale del Tournai ret , per Vcnanzone c il passo di Sirnol. Così. per la montagna anzichè per la vallata, all'alba dell'8 giunse davanti alle tre ridone nemiche che proteggevano c la riva dc<>tra della Vesubia. In linea d'aria la di!.tanza dall'osservatorio sardo era di 5-6 chilometri. ma le montagne ad Ovest di Lantosca impedivano la vista. né. sorprendentemente. furono spediti corrieri lungo la Vesubia. per cui il comando alleato non ebbe <;cntore dell'arrivo del duca. Altra circo!>tanza oscura è che la posi7ionc del duca non potesse essere comunque dedotta dall'eco del cannone e delle fucilate.
La prima ridotta. quella di Villars. fu subito evacauata dal nemico. Allora il duca formò due colonne. una di fanteria (Guardie e Piemonte) e una di dragoni appiedati, mettendosi personalmente alla testa della prima c dando l'altra al conte Quinto, per attaccare a tenaglia le altre due, più poderose, di Sommalunga c del Pino. La faccenda fu sanguinosa e durò fino a mcz7ogiorno. Primo a varcare il parapcuo. il soldato Giorgio Neg ro, genovese. guadagnò la medaglia d'oro.
A quel punto il ciuca avrebbe dovuto finalmente piegare a Est e collegars i con Sant'Andrea, ancora fermo a Vesco. per accerchiare Flaut e prendere Lantosca. Ma pen s are che Frisco gli avrebbe comunque guardato il fianco destro, volle assi- curarselo prendendo anche la ridotta della Cerisiera. ultimo perno a di Lantosca. Quelrattacco era del tutto inutile, perchè i francesi erano comunque costretti ad evacuarla, se non volevano lasciare che il nemico, gettandosi su Lantosca ed Utelles tagliasse fuori i 300 uomini che la difendevano. Ma il duca si lasciò ingannare proprio dal modesto aspetto della E invece proprio per essere assai piccola i colpi dci 3 obic i sa rdi non riuscirono a centrarla, mentre i ben piazzati cannorù della Cerisiera spa11avano con precisione i punti obbligati di attacco. l francesi. ai quali l'improntitudine del duca aveva regalato 48 ore per ultimare e consolidare la loro seconda linea arretrata. approfittarono della quiete notturna per sgombrare Ccrisiera. Lantosca. Flaul c Tuech, lasciando appena 150 uomini in avanscoperta a Gonclisart. La nuova lin ea francese correva da Ovest ad Est lun go l'Al t o Varo, occupava al centro il massiccio del Tournairet. con capisaldi a Giletta, Malausena e Utellcs. Proseguiva poi sulla -;inistra della Vcsubia in direzione Sud-Est. da Sant'Arnoldo a Lcvenzo e Sospello.
Ancora una volta il duca volle dar inopportuna prova del suo indubbio coraggio fisico guidando l'attacco dei cacciatori di Aosta e del Reggimento Piemonte Ma si accanì invano per l'intero pomeriggio e a sera, co lto dall'irrag ionevole timore di poter essere a sua volta accerchiato dal nemico, ordinò la ritirata a Venan:wne. abbandonando Fri sco e Sant'Andrea alloro destino. Rima sto per !"intera giornata senza notizie del duca. a sera anche de Vins ordinò a Sant'Andrea di ritirarsi per non rischiare un attacco da Flaut e Tuech. Il generale niz7ardo tuttavia rifiutò di obbedire. proprio per tenersi pronto a sostenere il duca.
Frisco ebbe il buon senso di retrocedere verso San Dalmazzo in Piano. in cerca di Strasso ldo. Quest'u l timo , lasciato Colli Ricci ai passi dell'Alto Varo verso GuiiJaumcs, Pu get Théniers e Qu ébris. se ne era nel frauempo tornato per la valle di Sant'Anna ai Bagni di Vinadio in Valle Stura. Così terminava. ingloriosamente, la giornata dell'8 settemb re 1793. data infausta per la dinastia sabauda.
Al mattino del 9 il re si det:ise finalmente a spedire l'aiutante Clermont in ce rca del figlio. Seppe così che si era ritirato a VcnanLone. Intanto un soldato svizzero si offerse volontario per fare una ricognizione sulle lin ee nemiche. Arrivò indi s turbato fino a Lantosca e qui. per segnalare all'osservatorio c he il nemico se n'era andato, abbattè l'albero della Libertà. l combattimen ti del 7 c de11'8 erano costati ai sard i almeno 600 perdite. di cui 140 morti. Anche i prigionieri erano numerosi e tra costoro i cavalieri monegaschi Sant'Ambroise e Villarcy i quali. dichiarati emigrati dal territorio repubblicano. rischiavano la fucilazione . Villarcy morì per la grave ferita riportata. ma Sant'Ambroise fu salvato dalla minac cia sarda di fucilare per rappresaglia Casabianca. In segu ito i due prigionieri furono scambiati. li sergente di Niua Filippo Gauthier g uadagnò la medag lia d'oro al valore.
De Vins temporeggia ( 1/-30 seuembre )
Partito il re per Demonte, l'l l sette mbre de Vins informò i suoi tre divisionari che avrebbe guidato egli stesso una nuova offensiva sul Varo. alla testa di 3.000 rego lari austriaci. più che sufficienti da soli a dare una !eLione a quei 20.000 sanculotti. Dc Yin!. osse r vava che ormai i battaglioni francesi erano in massima parte for- mati da reclute e che 2 fregate inglesi al Varo e la flottiglia corsara di Oneglia sarebbero bastate a interrompere sia i rifornimenti nemici dalla Provenza sia il traffico litoranco con Genova. Ordinò poi al duca dì raggiungerlo subito a Rimplas, punto di radunata della forza d'atlacco. scn7a preoccuparsi di dover coprire la strada per la Stura, che il nemico non era in grado di minacciare seriamente. A Sani' Andrea ordinò invece di trincerarsi saldamente al Be lvedere c a Terra R ossa e vigilare anche l'Alta Vesubia.
Erano disposii'ioni opportune e osservazioni fondate. ma de Vins si comportò comc se davvero Vienna gli avesse tassativamente ordinato di bloccare qualunque iniziat iva susce ttibil e di arrecare un vantaggio politico al Piemonte. Se il suo disegno era. come tutto fa ritenere, quello di temporeggiare. i pretesti non gli mancarono. Bisognò an7ituno allestire il piccolo contingente per Tolonc c attendere l'arrivo dei 3.000 austriaci a Rimplas. Poi caddero anzitempo le nevi, rendendo più acuta la penuria dei rifornimenti per mancanza di sufficienti bestie da soma e da tiro. ll20 settembre, da Isola. de Vins ne scrisse al re, lagnandosi che Zin non potesse spedirgli polvere e munizioni che pur abbondavano nei maganini.
Ma al re giunse anche un reclamo di Sant'Andrea, che accusava dc Vins di traitarlo con diffidenza. Già inquieto per le gravi notizie dalla Savoia . Vittorio Amedeo rispose contermando la fiducia all' Ispettore generale, ma pur tuttavia spronandolo ad agire. E non sapeva che il 15 settemb re a Giletta, perno del dispositivo francese sul Varo. c'erano appena 150 francesi. Le uniche a muoversi furono. come a l solito. le foqe speciali. Il 29 settembre Bonncaud sloggiò il nemico dal Morigone e fece 43 prigionieri al Fi ga retto. Il l o ottob re, con 2 compagnie di granatieri sviaeri e le bande Cristini e R abone, ne fece a ltri 42 a Saint Pierre e Bonvillard, sulla sinistra della Vesubia.
Finalmente il 30 -;ettembre. diminuito il freddo, de Vins si recò a Belvedere c Sollena. quartieri generali di Sant'Andrea c del duca, con la proposta di sposta re l'ala destra a Sud - Ovest. dalle fredde e inospitali posizioni deli'Authion a quelle più favorevoli di Malauscna c della Giletta. che comanda i passi del basso Varo. in modo da alleviare i disagi delle truppe e costringere il nemico a sgombrare la Vcsubia. Ma. poichè il duca continuava a ignorare l'ordine di raggiungcrlo a Rimplas e era anzi avanzato per proprio conto fino al Varo occupando Malausena, a de Vins non rima-;e che segui rio cautamente attraverso il massiccio del Tournairet e scendere a Clans, su ll a s ini stra della Tinea. Qui fece sosta. sia per mancanza di rifornimenti sia perehè il nemico aveva sbarrato Vallelunga. a metà tra Gilctta e Revcst.
F ece però fare varie scorrerie nell'Alto Varo verso Entrevaux . 7-8 chilomertri sopra Puget -Théniers. mentre nella parallela Valle dell'Esteron i partigiani assaltarono i posti di Fcrrès, Bajon e Desfraires. ad Ovest di Gilctta. Solo allora de Vins auardò di spingere un di-;taccamento oltre Malauscna. occupando il passo di Vial proprio -;opra Giletta c di qui spiccò Bclmond a riconoscere la posizione con buon nerbo di volontari. mi li zie e croat i, cautela degna di una fortcua c non ce rto di quel mediocre avamposto. Difatti il battaglione di presidio si chiuse nel ca s tello diroccato c i croati ebbe ro tuuo l'agio di saccheggiare il borgo. Giunsero però rinfor.d francesi da Levenzo e qualche croato auardatosi al sacchegg io ne pagò il fio. senza reazione a lcuna delle truppe che tenevano Vial.
Il fiasco di Giletta ( 14-18 ottobre)
Finalmente, il 14 ottobre, dc Vins si risolse a muovere da Clans. varcando la T inea al ponte di Revest e accampandosi a Mas soins coi 3.000 austriaci c 4 cannoni, mentre 1.600 piemontesi (l o c 2° Guardi e. l o Piemonte e l o cacciatori) occupavano Villard, Il 15. traghettato il Varo e valicato il colle. gli austriaci si aucstarono a Vial. dove il 16 furono raggiunti dai piemontesi. i quali nottetempo proseguirono per occupare le alture anomo a Gilcua (Revest. e Québris).
Int anto minori distaccamenti davano l'allarme su ll a sinistra della Tinca per fissare i presidi di Urelles e Levcn.w c coprire la morsa delle bande partigiane, così destinate: il barone Giletta sul villaggio rivierasco di Torre; Cacherano al poggio del Seiret che domina il ponte suii'Estcron: i cavalieri di Santa M argherita c Sant' Antonino. con 400 uomini. dal Monte Cheiron su Conscgudes. per tagliare la ritirata c bloccare i soccorsi da Bezaudun e Broc: Bonneaud a Vallelunga per assaltare Giletta all'alba del 17 alla colonna austriaca sboccata dal Vial: il capitano Piano da Revest a tiro di fuci le dal borgo; l compagnia di Pi emonte con 25 croati a destra del castello; 2 delle Guardie alla cappe ll a di San Sospiro di Benzone. a 3 chilomet ri da Gilella c 3 da Levenzo.
Così dc Vins aveva spiegato oltre 5 000 uomini contro 400: c per giunta in modo sbagliato. cioè ammassandoli a dove non corre' a rischio alcuno. e collocandonde troppo pochi a Seiret c al Sospiro. esposti all"intervento dci !>Occor:o.i francesi. Non pago di ciò. ali" alba del 17 il maresciallo volle far precedere r anacco da un violento cannoneggia mento. Attaccato da Bonneaud. il picchetto di Vallelunga si ritirò nel borgo dove :-.parand o dalle case inflisse molte perdite ai granatier i del maggiore Wollust. arroccandosi infine al o ltre il torrente. Seguì un secondo assalto, sostenuto anche da Guardie e Piemonte. Vano fu il tentativo di aprire la breccia, nulla potendo 4 cannoncini leggeri contro pareti di roccia. Vani seguirono fino a sera. Poi gli auMriaci si dettero al e all'ubriachezza.
SenLa incontrare alcuno sbarramento alleato. a notte giunse la piccola colonna del capobattaglione Mm1in, accorsa da Broc al rombo del cannone. Subi!O mise in fuga g li austriaci ubriachi callurandone 80 e liberand o gli assediat i. I granatier i austriaci però si riorganiznrono tornando a ll'assalto e spingendo anche Martin verso il castello. Ma apparve allora D ugommier, uscito da Utelles con 400 uomini ingrossati strada facendo fino a un migliaio. Al solo vederli il Reggimento Caprara se la diede a gambe. provocando il panico e la fuga generale al ponte di Re,est. Le truppe all'ala destra si ritirarono invece per Malaussena su Massinois oltre il Varo. Ultimi a traghettare. la sera del 18 ouobre, furono le Guardie e alcune compagnie di Piemonte c Aosta.
A proteggere la ritirata. resistendo ai posti di Vallelunga e del Sospiro e poi al poggio di Benzone. furono i piemontesi. ben comandati dal maggiore conte Giuseppe Maria Galleani d'Agliano. che era già distinto 1'8 giugno nella difesa delle Liniéras e del Brouis. Il caporale di Piemonte Cavalli di San Salvadore. imberbe volontario di nobile famiglia. guadagnò la medaglia al valore. Ma il colonnello delle Guardie. Giat:into Vibò di Pralc!-.. dovette degradare il capitano Morand per aver vilmente simulato un infortunio. A Gilctta caddero prigionieri il principe di Molitemo (ferito) e due ufficiali del Caprara (maggiore Pausback e capita no Pi antanida) poi scambiati col generale Casabianca. l francesi sostennero di aver perdutO solo 150 uo- mini. appena un decimo delle perdite alleate (800 morti e 700 feriti. tutti abbandonati al nemico). I n ogni modo il !>olo l o Piemonte ebbe ben 106 perdite.
Il fiasco di Utelle.\ e i contrallacchi di Masséna (2 l ottobre - 29 n01·embre) e approfittò Dugommier. che con 600 uomini andò a tendergli un agguato. Al mattino del 22 i granatieri scesero da Seira c Ferrion nel vallone c si i nerpicarono per i tornanti del Santuario. Giunti nel punto dell'imboscata. una scarica di 400 fucili li prese di fianco e alle spalle. mentre dalla cima il capitano Partonneaux li carica' a con 200 baionette ricacciandoli lungo il sentiero: e parecchi giC1 né burroni. Cristi11i. sergente milit.iano delle guide. salvò la colonna dal massacro trovando un sentiero appartato. c fu poi decorato di medaglia d'oro per aver salvato un ufficiale. Decorati anche il sergente Bovi. il caporale Dcrlcuse e il granatiere di Sardegna Piredda per aver catturato un tenente. Il capitano Via lardi riuscì anche a recuperare i 2 cannoncini del tenente Casa:aa. Lo stesso giorno meritò la medaglia anche il sergente rniliziano Faraud. che. assalito alle gole di Figaretto da 40 francesi mentre con 12 volontari scortava SO prigionieri ver-.o le linee sarde, riuscì a sganciarsi e concludere la missione senJ:a perdita alcuna.
F ortunatamente per de Vins, B runcl era troppo debole per approfìllarc del cesso. c dovette limitarsi a rinforzare Gilctta sgombrando tutti gli avamposti tra Esteron e Varo. Aveva in linea l 5.000 uomini, ma solo 5 banaglioni di veterani. li resto erano reclute inesperte e in pessimo arnese.
De Vìns avanzò allora ilquartier generale a Revest. meditando di vendicare lo scacco di Giletta con la presa di Utelle!>. Fu però a fargli una beffa all'altro capo del fronte, con sui magazzini della Giandola Salvò salmeric c munizioni un pugno di soldati, tempestivamente radunati dal tenente di Acqui Guerrieri e dal nobile genovese Di Negro. capitano di Oneglia. che per tal fatto fu decorato della croce mauriziana.
Toccò a Sant'Andrea circondare Ute ll es, tenuta da D ugommier con 800 francesi; e ad altrettanti granatieri di Solaro (8° c 9° battaglione) espugnare di sorpresa le ridotte collocate sulle alture circostanti. La notte del 21 ottobre, favoriti dalla nebbia. i granatieri presero all'anna bianca. senza strepito e contemporaneamente, Brech a Nord, Sei ra ad Est c Ferri o n a Sud. A guadagnare la medaglia d·oro sgozzando le sentinelle fu stavolta il caporale dei granatieri di Sardegna. Solaro fece 29 prigionieri. ma non si avvide di 12 fuggiaschi che dettero l'allarme. e perciò commise l'errore di far riposare gli uomini, rinviando all'indomani la presa del la quarta ridotta. che era a Sud-Ovest dì Utelles. sull'erto poggio del Santuario.
Lo scacco di Utclles paralizt.ò definitivamente dc Vins. Il 7 novembre, annientata la banda Sant'Antonino ( 40 morti e 40 prigionieri ) i francesi presero il guado di Cigada sull'Esteron, da dove scorsero l'intera vallata. 119 dc Vins ne informò il re. chiedendogli il permesso di evacuare I ' Estcron c ridursi al Varo. La ritirata fu completata l' l J. coperta dai croati del maggiore Brentano. che non mancarono di saccheggiare accuratamente i 'illaggi evacuati. Su istanza degli abitanti, che speravano in tal modo di nuove calamità, il maggiore Marcioui neutra liuò Guillaumes facendo saltare il castello.
Eppure proprio quello sarebbe stato i l momento opportuno per attaccare. perchè Brunet aveva appena dovuto s pedire a Tolone. in 'ista dell'a ss alto finale. la Di' isio- ne Dugommicr, proprio la migliore. e aveva in linea a malapena 8 o 9.000 uomini. Tentò di farlo, con le sole truppe, il duca d'Aosta. portandosi al colle delle Ginestre. Brech c alla gola di Figaretto, da dove minacciava la giunzione fra il centro c la -.inistra francese.
Reagì Masséna. appena promO!.SO generale di brigata che il 24 novembre da Utclles con 500 uomini per riprendere le ridotte Sommalunga e Yillars, tenute dalle Guardie. Dopo alcune ore di resistenza il Susa c il l o Leggicro dovettero cedere il colle di Scandouillc e Ginestre, ripiegando su Blaquet. Il 26. alla Te-;ta del Pino. Masséna fu però duramente battuto dai croati di Brentano sostenuti da 2 compagnie di Caprara. dai granatieri Wollust c dal l 0 Leggiero. che perse però i capitani Torricella e conte Radicati. entrambi feriti c il secondo anche catturato. TI 29 Masséna attaccò nuovamente Castel Ginestra, ora difeso da reparti dcl2° Aosta c di Piemonte. Dopo tenace resisten7a. anche con frane di macigni. il tenente colonnello Della Rocca ripiegò sul retrostante picco di Brcch. tenuto dal Susa. Fatto smontare l cannone da 4 libbre. Masséna lo fece poi issare a braccia fino alla punta del castello. da dove nel pomeriggio aperse il tiro d'infilata sulla cima del Brech. E quando i difensori scorsero una colonna nemica che saliva per ignoti sentieri, abbandonarono anche quel picco ripiegando a Lantosca.
La crisi dell'Armafll austro-sarda (novembre-dicembre)
Il misero fallimento delle ultime operazione finì di deteriorare il clima del l 'alto comando alleato c de Yins non risparmiò sprenanti giudizi sul re c sul valore delle sue truppe. Gli scri.,sc che non erano in grado di passare un secondo inverno su quelle posi7ioni. suggerendo la ritirata oltre Tenda. l generali piemontesi. anche soffiando su l risentimento del le valorose milizie nizzardc. furono ancor più vendicativi c maligni nei confronti del maresciallo. Due memoriali. indiri7 ;,ati al re dal capitano Cristi n i e e da tal M ilio, ma forse i-.pirati da Sant'Andrea. formularono a suo carico un impressionante elenco di accuse. per lo più captiosc c contraddittorie.
Deciso infine il ai quartieri d'inverno. dc Yins inghiottì a !>tento l'offensiva vendetta dci generali sa rdi. i quali rifiutarono la ri chiesta di accogliere le truppe nelle fortcae di Demonte e Sao rgio per meglio ripararlc dalle intemperie. col pretestuoso argomento che gli accordi di cooperazione militare non riguardavano luoghi di sovranità come le fortenc. Vittorio Amedeo difese cavallerescamente il generale alleato. ma il 14 novembre tornò amareggiato c depresso a Torino. Per ripicca il 21 de Yins ordinò a ll e truppe austriache di ritirarsi oltre Tenda andando a svernare in Piemonte e Lombardia. Ammalati. il 16 dicembre anche Colli e Strasso ld o andarono a svernare a Torino. dove gia si trovavano Sant'Andrea c il duca d'Aosta. Così, di tutto quel nugolo eli generali. toccò al solo Dellera trascorrere l'inverno in \Ctla alle Alpi.
Le truppe del :'-Jinardo e della Valle Stura pre!.cro i quartieri d'inverno nelle valli Gesso c Yermenagna. Oltre Tenda rimasero so lt anto le milizie e 3.200 regolari, privi di cappotti intiri7.7iti nei loro vestiti "a lla francese". acquarti era ti in baracconi, abituri c villaggi: 600 tra Fromaginc c Cairos. 400 dal Ciot della Marta a Saorgio, 600 nel forte. 300 a Fontan. 300 a Briga c 200 a Tenda. Lo stretto neces!>ario per il servizio di una ventina di avamposti. così distribuiti:
Destra (tra Alto Varo e Ve:,ubia): Colle del ViaL Torretta Revcl>L RevesL Todone. Malausena. Tomaforte. Clans. La Torre. Monte Sirolo e Bollt:na. con quartier generale a Villar!. e maga.u.ini a Malausena
• Centro (di fronte a Utclles): Brech. Castel Ginestra e Figaretto
• Raus. Saint Veran. Amhion
Tn dicembre, un rapporto di dc Caroli della Chiusa al ministro della guerra Cravanzana segnalava un crescente numero di diserzioni, motivate dai modi aspri degli ufficiali c dalle paghe insufficienti e inferiori a quelle offerte dal nemico. A erano soprattutto i soldati di orùinan;,a, in maggioranza scapoli. Fra i provinciali il tasso era nettamente inferiore. sia perchè le loro ferme erano più brevi, sia pcrchè erano trattenuti dalla responsabilità nei confronti delle proprie famiglie. Tanto per risi suggeriva perciò di affidare il gravoso e pericoloso scrviLiO di avamposto esclusivamente alle milizie e ai solda ti provinciali.
Divergente è tuttavia. sulle diserzioni. la testimonianza di Strassoldo. il quale. nel lasciare il comando per ragioni di salute scrisse: "je n·oublierai pas de ma l'ie d'avoir fai t roure une campagne sw1s avoir l'Il un déer1eur des rmupes de liRne piénumraises, ni un excès à punir; et c 'est la première fois que j'ai l'li ainsi \upporter d es grandesfatigues sa11s la moindre murmure··.
L 'esecu::.ione di Brunei e i num•i comandanti francesi
D opo l'arresto di Kellermann, anche le sue due Annate avevano un'ondata di epuratìoni politiche. Nel dicembre 1793 quella delle Alpi toccò ad un gigantesco cd erculeo meticcio, il dominicano Alexandre Duma!> ( 1762-1806). Dura fu la '>Orte del valoroso e capace Brune t. Ripresa Tolonc, i commissari politici de li' Annata, principali responsabili dell'inutile massacro deli' Authion. lo tolsero di mezzo. per far spazio al nuovo gruppo di potere politico-militare durante l'assedio. con la falsa accusa di aver favorito la controrivoluzione a Marsiglia e di essersi accordato segretamente con de Vins per consentirg li di giungere sino al Varo. M eticolosi. que!tl i gelidi macellai gli misero in conto anche un presunto tentativo di ingannare la Convenzione nascondendole la vera entità delle perdite subite au·Authion. Convocato a Parigi, il povero Brunet fu processato e naturalmente ghigliottinato.
TI comando dell'Armata de l Varo passò così nominalmcntc a Cartaux, ma di fatto ai conunissari Saliccti. Ricord e Augusti n Robcspicrre. A inalo seguirono i generali Gauthier. nuovo capo di s tato maggiore, Bonaparte e Dejean comandante in primo e in seco ndo dell'artiglieria e Vial. del genio. Deyssanticr e Haller erano commissario ordinatorc in capo e amministratore. Tra i divisionari. bonariamente diretti dal valetudinario Dumerbion. c'erano Marquard. d'Allemagne. Séruricre Masséna. Il l O mar7.o 1794 Cartaux venne opportunamente rimosso c sostituito dal giovane Hoche ( 1768-97), che fu però arrestato il l o aprile per ordine di Pichegru. Il comando interinale toccò allora a Dumerbion. che ebbe il buon senso di affidarsi ai suoi giovani c capaci divisionari. coprendone 1·operato con la sua autorità.