![](https://static.isu.pub/fe/default-story-images/news.jpg?width=720&quality=85%2C50)
70 minute read
LA CROCIERA TRICOLORE
Il piano strategico francese per il controllo del Tirreno
Luigi XVI ben rner itavnla sta t ua equest r e che ne l 1785 gli fu eretta a Brest per aver rifondato la marina, consentendole d i me tt ere i n seria difficoltà, a nc he se non di sco nfiggere, la flotta durante la guerra navale c colonia le de l 1776-83. A Il ora la flotta francese contava infatti 256 legni (72 vascelli. 74 fregate. 28 corvette. 36 tra!>porti. 27 cuuer e 19 galeotte e scialuppe) con 8.363 cannoni e una forza di 48.000 uomini in pace e 70.000 in guerra c un bilancio di 45 milioni di lire. Per compensare la smilitarizzazione di Dunkerque. un nuovo porto militare a Cherbourg e nel 1786 i vascelli salirono a 90. incluso uno da ben 124 cannoni.
Advertisement
Ma anche l'Inghilterra. incurante della crescita csponcr1L.ialc del proprio debito (250 milion i di sterline nel 1787. con 12 m ilioni di interessi annui) aveva accettato la sfida francese de ll a corsa a l riarmo. Nel 1785, soltanto nelle I sole Britanniche, manteneva 58.000 so ldati e 196 legni (76 vasce ll i, 89 f regate c 31 scia l uppe). Nel lustro successivo alla pace de l 1783 la flotta e ra aumentata di 30 vascelli e 38 fregate e manteneva 2.045 ufficiali di riserva, inclusi 56 ammiragli e 424 capitani. Nel 1792 aveva 38.000 uomini con un bilancio di quasi 4 milioni di '>tcrline. cifre quadruplicate nel corso delle guerre napoleonicbe.
Inoltre l'ordinamento della marina francese era carattcriaato da forti tensioni socia li. acuite dalla sua improvvba espan ·ione. La rivolu1ionc fece esplodere il rancore accumulato dagli ufficiali non-nobili. i 'blu" . contro gli aristocratici . i "rossi", che nel 1770 avevano ridotto numero e opportunità di carriera dci "blu ottenendo l'abolizio ne della scuo la di marina e del Corpo dei costruttori nava li A l tro fa ttore destabi li zzante fu il corpo regolare dei marinai e canno n ieri, ist ituito nel 1786 senza poter immaginare che avrebbe costituito i l contesto istituzionale necessari o pe r sviluppare l'agitazione politica all'interno della flotta. Il Terrore provocò una radicale c sanguinosa epurazione che privò la marina della maggior parte dci quadri superiori e degli ufficiali esperti.
Restavano comunque lena' i: nel 1792 la flotta francese ne conta' a ancora 241. incluse 83 di linea e 77 fregate. una forza che non poteva certo compete re con le flotte riunite delle altre poten1e marittime. ma che. data la perdurante neutralità di ques te ultime. poteva essere spesa contro i punti vulnerabili del nemico continentale. del tutto privo di mar ina. Di conseguenza anche la strategia francese tentò di copiare que ll a britan n ica dc ii ' indirecr approaclt po tenziandola con l'impiego dell'arma id eologica di cui la rivo luzione l'aveva temporaneamente dotata, "ia per colpi r e i centri di comando e le retrovie nemiche sia per incrinarne le alleanze c neutralizzare i poten7iali avversari con la minaccia indiretta di sollevazioni giacobine.
In concomitanza con l'offen siva alpina. il governo francc!>e deci!>c pertanto di '>postare in Mediterraneo la Divisione navale di Bres t. comandata dall'ammiraglio Latouche Tréville (l 745- l 80-H con la mi sione di neutraliaare Genova e. apoli e precludere agli inglesi c agli i. non ancora belligeranti ma sempre potenziali nemici. il con t rollo dell'Alto c Medio Tirreno. La D ivisione di Villafranca. comandata da Truguet, doveva invece cooperare stettamentc con le operazioni terrestri sul fronte ligure. tagliando i collegamenti del Piemonte con la Sardegna c con i porti neutrali di Genova e Livorno c assicurando quelli con i porti provcn1ali. A ciò il generale Anselme fece aggiungere la mi,sione secondaria di neutraliu.are il porto di Oneglia dal quale i corsari sardi minacciavano i rifornimenti marittimi della Provenza. ed eventualmente costituirvi una testa di ponte in di un possibile aggiramento della posizione dell' Autlùon.
L'obiettivo prioritario dci francesi e ra di prevenire la costitu7ionc di inglesi e spagnole nell'Alto Tirreno e raffortare le proprie, ancora limitate a Tolonc. San Fiorenzo e Villafranca. Assicurata per via diplomatica la neutralità di Genova c Livorno. la marina francese temeva adesso le potenzialità di Oncglia. Civitavecchia, Napoli c Cagliari. nonchè dell'Arcipelago della Maddalena e del si\tema formato dall'Isola di San Pietro e dalla Penisola sulcitana di Sant' Antioco. Quest'ultimo. in particolare. aveva già interessato la Marine Royale. quale punto d'appoggio logistico utile per poter operare con maggiore autononùa c profondità nel Baso.;o Tirreno c nel Canale di Sicilia.
A tali obiettivi militari si aggiunse subito il più ambizio!-.o obiettivo politico di ridurre anche la -;otto il diretto controllo A segnalare l 'opportunità di sbarcare in Sardegna per pro,ocarvi la rivoluzione fu il console francese a Cagliari . il cui progetto destò l'entusiasmo e il calcolo personale del generale corso Cao;abianca. Secondo il rapporto del console l'impresa era assai facile. perchè il malgoverno del viccré, il cavaliere mclitense Vincento Balbiano. aveva suscitato vivo malcontento c acuito il conflitto con le istanze autonomiste, simili a quelle dci malcontenti" corsi. rappresentate dall'antico parlamento dell'hola. formato. come in Sicilia, dai tre Starnenti'' ecclesiastico, militare e regio. Né mancava il condimento di gravi contrasti intcrmunicipali, faide familiari e fermenti antibaronali. Ai suggerimenti del console a Cagliari seguì presto la missione segreta effettuata nell' Isola da uno dei migliori e più famo!>i agenti rivolu?ionari, il gentiluomo pisano Filippo Michele Bu onarroti (1761-1837) membro della massoneria e capo dclrorgani11azione dei Sublimi Maestri Perfetti.
Le dimostra::.ioni navali su Oneglia e Genova (23 - 29 ottobre 1792)
Mentre Latouchc raggiungeva Tolone. il 17 ottobre 1792 Truguet salpò da Villafranca con 9 vascelli . 4 fregate. l brigantino e un convoglio con 900 soldati al comando del generale La Houlière. nipote di Anse! me. A causa dci venti contrari Truguct impiegò sei giorni per raggiungere la rada di Oncglia. difesa dal cavalier Ricca di Castelvecchio con 3 magre compagnie del Battaglione di Marina.
Al mattino del24 Truguet spedì a terra il capitano du Chaila per intimare la resa. ma una squadra di civili armati. forse istigati da un prete, lo accolse a fucilate, ferendolo. Allertati dalla sparatoria. apersero il fuoco anche i cannoni della piaua, affondando la scialuppa francese c m assacrando l'equipaggio. tranne i pochi che riu sc irono a raggiungere a nuoto le navi. A tale palese violatione del diritto internazionale Truguet ri spose bombardando la città, costringendo ad evacuare il presidio c la popolazione sulle colline circmtanti.
Poche ore prima Latouche -Trévillc era comparso minacciosamente nella rada di Genova, dove si trovava già la fregata Mode.1·1e, cost rin ge nd o il debole governo della
Superba a riconoscere la Repubblica francese "una e indi visibile". TI giorno success ivo, 24 ottobre, il residente francese a Genova trasmise a Latouche l'ordine di recarsi a Napoli per esigere soddisfazione delle offese arrecate al buon nome della Francia con le insinuazioni di Acton circa l'azione diplomatica svolta da Sémonville in Turchia nel 1790 e il più recente rifiuto di ricevere le credenziali del nuovo ambasciatore Makau.
Intanto Truguet completava la punizione di Oneglia, saccheggiata e data alle fiamme da 900 soldati c 1.000 marinai. Dopo aver passato a fil di spada tutti i religiosi scovati . i francesi attaccarono i trinceramenti eretti a difesa del vallone boscoso in cui si erano rifugiati i civili. Furono però respinti da un deciso contrattacco della milizia locale, mentre dal Piemonte marciava a tappe forzate una colonna di soccorso comandata dal capitano Panissero. l francesi sostarono a terra per 5 giorni. finchè Oneglia non fu completamente distrutta. e il 29 ottobre si reimbarcarono indi sturbati.
La squadra francese del Mediterraneo
L8 novembre Truguet e Latouche tennero consig lio di guerra a Genova, prendendo in esame anche l'ipotesi di uno sbarco acl Anzio per minacciare Gaeta ed eventualmente sollevare Roma contro il governo pontificio.
Jll2 Truguet tornò a Villafranca per imbarc arvi Casabianca e la famigerata Legione marsigliese, della quale sia i nizzardi sia i genera li francesi non vedevano l 'ora di potersi sbarazzare. Poco dopo le due squadre si riunirono, e. fatto rifornimento a La Spezia, fecero vela sulla Corsica e infine scalo a San Lorenzo, dove dovevano imbru care anche un contingente corso.
Comandante militare della Corsica (23a Divisione) e ra allora lo strenuo campione della sua indipendenza, Pasquale Paoli ( 1725-1807) nominato nel 1790 dali' Assemblea legislativa proprio per recuperare la fedeltà dell'isola alla nuova Francia. Ben presto, però. Paoli aveva ripreso a cospirare e stabilito accordi col Piemonte e l'Inghilterra tramite i l console sardo a Livorno. Paolo Baretti, per sollevare l'isola cont ro il dominio francese. Di conseguenza fece del suo meglio per sabotare la s pedizione contro la Sardegna. almeno finchè l'indisciplina e le prepotenze dei marsigliesi non lo convi nsero ad allontanarli al più presto.
l preparativi di difesa a Roma e Napoli
A seguito delle dettagliate informazioni raccolte a Genova. fin dal maggio 1792
Roma e Napoli erano a conoscenza dei piani francesi per una grande spedizione navale nel Tirreno e avevano febbrilmente rinforzato le difese litoranee.
Tn novembre, sotto l'energica direzione di Fabrizio Ruffo (1744-1827), tesoriere generale e commissario del mare. venne fortificata nsola Sacra di Fiumicino (presidiata da 600 Guardie e Corsi) e costruite strade militari per migliorare i difficili co llegamenti tra l a capitale c la Spiaggia Romana. In dicembre le truppe del litorale. agli ordini del generale Giovan Paolo Borgia e del colonnello Giambattista Severi, contavano 4 battaglioni: Lante a Civi tavecchia; Clarelli tra Corneto, Montalto e Tolfa;
Dandini a Fiumicino : R onca ad Anzio c Terracina. In tutto 3.000 fanti, 270 cavalli c 160 artig li eri con 198 peni (21 in balleria ad Anzio. IO a Fiumicino e 167 a Civitavecchia), !>O'>tenuti da 295 marinai con 6 lancioni. 8 barche cannoniere e l barca fornella e da 29 torri costiere. Vi furono anche proposte. rimaste allo stato teorico. per istituire una militia litoranea "alla in realtà più simile ai contemporanei Sea Fencib/es ("'difen sori del mare") istituiti nelle Isole Britanniche.
A Napoli. già in maggio. il rctroammiraglio Fortcguerri c !"ingeg nere Guillichini avevano saldamente munito le batterie di Vigliena. Posillipo c Pietrarsa c rinforLato le difese del porto aggiungendo 23 mortai . 4 obici c 179 cannoni ai 206 prcesistcnti. mentre per gli allestimenti militari era stato raccolto un milione di ducati.
A Napo li regnava però grande incertezza sui possibili obiettivi della flotta francese. Oltre ad un anacco di reno contro la capitale si temevano sbarchi in Puglia o in Sicilia. li 13 se ttemb re fu va rato a Castellammare il quarto vascello (Sannita). Il 15 ottobre la Sicilia venne rinforzata con 1.200 fanti ( Reggimento Calabria) c con 2 vascelli (Tancredi c Guiscardo) c 6 frega te.
Solo il 28 ottobre fu ordinato lo schieramento alla frontiera c !>Ul litorale di 13 battaglioni fucilieri e 5 granatieri (9 .581) tratti dai reggimenti di Napoli (Macedonia, l o Estero. Regina. Rea! Italiano. Puglia. Lucania. Sannio ) Capua ( Re e Borgo gna) e Gaeta ( Rea l apoli e Mc!>sapia ) nonchè di 12 squadroni ( 1.828), otto della Brigata modello di Aversa (Re c Regina) e quattro distaccati da altrettanti reggimenti. Per sostituirli nelle guarnigioni furono chiamati anche 3.300 milizioni tratti da 58 compagn ie provinciali. Il Golfo era difeso da 2 vascell i (Parrenope e Sannita). 4 fregate. 55 barche cannoniere e 8 poderose batterie galleggianti (3 3 fregate e 2 corvette). Altre 150 cannoniere e 60 barche coralline armate guardavano il litorale.
Gli apprestamenti difensil'i in Sardegna
Le capacità di autodifesa dell'Isola erano assa i limitate. L' un ica città relativamente fortificata era Cagliari c il presidio, appena rinforzato da l compagnia di Truppe Leggìere, contava 3 billtaglìoni (2° Piem onte 2° de Courtcn, Schmidt) e 1.500 truppe sedentarie. cioè 25 alabardieri vicereali. 107 artiglieri "bombisti'". 200 cu)>todi dci pcniten;.iari di Cagliari c I glesias, 200 disertori graziati. 100 invalidi, 49 alcaidi. 31 cannonieri e 195 soldati addetti alle 42 torri di difesa 200 dragoni utilizzati come corrieri c gendarmi e forse 500 marinai c forzati dell'Armamento Leggero di Sardegna. con base alla Maddalena. Non era di stanza nell' Isola il Reggimento indigeno di Sardegna. SO!>tituito nel 1738 al sopp re sso Reggimento di Sicilia: da poco portato alla forza di 2 battaglioni, era infatti normalmente di guarnigione a Niaa. e in quel momento scontando al Moncenisio la pc'>Sima prova appena data in Savoia.
Tuttavia proprio il che lo !>barco francese una rivoluzione sociale ebbe effeni controproducenti. Ciò indu sse infatti gli Stamenti ad accantonare per il momento il loro contlitto istituzionale cd anzi ad approfittare per dimostrare il loro politico e mcuere in risalto la dcbole?la. se non addirittura la propensione al tradimento. deiJ'odiato viceré. Furono proprio i rappresentanti più combattivi. infatti. ad assumere la direzione politica ed ideologica della resisten- ta. offrendo senza ri!>parmio denaro c milizie volontarie baronali. Il commerciante cag liaritano Giuseppe Rapallo versò un donativo di 100.000 lire c si offerse di corr isponderne altrettante in caso di necessità nonchè di mettere a disposi lione del tesoro !->Omme anche maggiori sulle piatte di Genova c apoli. Con i donativi in natura si formarono magaZlini a Sassari. Tempio. lglesia'> c Alghero In quest'ultima città !->i formarono 4 cenwrie di vo lontari a piedi e 2 a cavallo. mentre Galluresi e popolani del Goceano si offersero di comballerc a proprie spese anche fuori della provincia.
A Cagliari furono armati i tre nuovi forti del Molo. della Darsena e del colle di Sant'Elia. Tagliare. argini e fornelli per arroventare le palle munirono il Lazzareuo. la spiaggia di Quarto e la foce dello stagno della Scaffa. Si dovette però rinunciare al progcuo di allestire una batteria mobile montando cannoncini su carretti. per non viola re la privativa subito invocata dall'appaltatore delle casse d'artiglieria, un continentale. Il presidio. agli ordini del comandante delle armi. cavaliere dc la Flcchère. contava
• 2 ° battaglione Picmonre ( tenemc colonnello Pamp:mllo e maggiore Saverio Saluuo )
• 2° battaglione dc Courten (maggiore De Torrente)
• l compagnia distaccata dalla Legione R. Truppe Leggere (sottotcnenre Yan7i)
• l compagnia invalidi
• l compagnia franca gra1iati compagnia bombi,! i (capitano Ali monti ) dragoni di Sarde g na (tenente co lonnello Muffa! di Saint Amour)
Numerosi cag li aritani furono addestrati quali cannonieri ausiliari dal capitano Azimonti e dal cavalier Ascher dc Flumini. I volontari del circondario formarono a s pc-.c dci baroni IO battaglioni a piedi. comandati dal marchese di Neoneli. mentre il comando dei 2.000 volontari a cavallo ru assunto dal comandante dci dragoni. tenente co lo nnello Francesco Muffat. barone di Saint-Amour.
La difesa cost iera del Golfo di Palmas e dell'istmo tra la Sardegna e la peniso la suleitana di Sanr Antioco . altri possibil i obiettivi nemici. venne invece affidata a 3.000 volontari del Sulcis. comandati dal cavalier Filippo Buschetti e spronati dal domenicano Arrius. Il vescovo Porcheddu e facoltosi iglesienti si incaricarono di equipagg iarli e vettovagliarl i. Due picchetti misti di 100 uomini, comandati da Antonio Camu rati della Roncaglia e dal barone de La Rochette. capitano e aiutante maggiore dci Dragoni di Sardegna. presidiavano ri<;pcttivamente l'I s ola di San Pietro e l'istmo di Sant' Antioco.
La dimosrra-;.ione IUII'ale conrro Nupo/i ( 16 dicemhre 1792)
La divi!>ione di Latouche conta"a 13 unità da g uerra ( 8 vascelli. 2 fregate. 2 galeotte e l barca bombardiera ) e 30 navi onerarie. Il ritardo accumulato in Corsica e il mare cattivo convinsero l'ammiraglio a rinunciare allo sbarco ad An7io e a proseguire per Napoli, dove comparve al le tre del l 6 dicembre. Benchè il primo ministro Acton consigliasse di resistere. prevalsero nel Consiglio borbonico le apprensioni della regina Maria Carolina. fortemente impressionata dal processo in cor!>o contro il re dctroniuato c dal di una in'>urrezionc giacobina. Così. in appena tre ore '>i decise di accogliere quasi lUtte le ricrue<.,te francesi, pur con la riserva mentale di non eseguirle.
In tal modo già il 17 Latouche potè far vela su Cagliari per riunirsi a Truguct. Tuttavia. sorpreso nelle acque di PonLa da una forte burrasca. dovette rientrar subito a Napoli con l'ammiraglia c un altro vascello. per riparare le gravi avarie ncll'ar<.,enale e a spese del governo borbonico. Il re curò personalmente il disarmo del vascello Tancredi, le cui alberature servirono a riparare !"ammiraglia. il vascello Languedoc da 80 cannoni. Per giunta proprio a bordo della nave i giacobini napoletani costituirono il club Sen;a Compromc.,si. con Latouche membro onorario. Iniziative rivoluzionarie note, ma tollerate e addirittura favorite. per calcolo politico. dal lungimirante Vicario di polizia, cavalier Luigi Medici d"Ottaiano.
Tra i giacobini ricevuti da Latoucbe c'era il medico siracusano Pasquale Matera ( 1768 - 99) figlio del chirurgo maggiore del Reggimento Real Napoli. Sospettato di aver procurato a Latouche la pianta della difesa costiera del Golfo di Napoli, Matera preferì defilarsi seguendo a Roma Ugo de Bassville, agente ri\oluzionario sotto copertura diplomatica.
Fiasco In Sardegna
San Pietro e Sant'Antioco (2/ dicembre- 17 gennaio 1793) lntanto. rallentato dal maltempo c dopo aver perso il vascello Le Vcngeur per una errata manovra. il 21 dicembre Tntguet aveva raggiunto le insidiose acque di Cagliari con l l vascelli. 3 fregate c 3 bombardiere. Una forte libccciata impedì a Truguet di agire immediatamente e disperse le sue navi tra Napoli, la Sicilia e il Nordafrica. La sola ammiragHa trovò rifugio nel golfo di Palmas, dove fu poi raggiunta dal resto della flotta.
Il 29 una fregata tentò di scandagliare i fondali ed esplorare gli approdi del golfo di Quarto, località prcscelta per lo sbarco. ln città vi furono timide manifestazioni filofr ancesi subito rientrate con !"arrivo dci volontari a cavallo. Intanto le torri litoranee e un drappello di Piemonte comandato dal tenente Bussolino apersero il fuoco contro le !ance francesi che stavano piombinando. costringendole ad allontanarsi. Seguì un breve e inane scambio di colpi tra le torri e la nave. che tosto prese il largo. La tempor<1nea vittoria fu celebrata da una solenne processione al bastione di Sant'Efisio, proclamato '·generalissimo·· della città.
Il 7 gennaio 1793 un commissario vicereale giunse all'Isola di San Pietro con l'ordine tli l>gombrarc immediatamente il presidio c la popola? ione. giudicati non difendibili. Jl capitano Camurati fece appena in tempo a inchiodare i cannoni e partire con i suoi 100 uomini per Sant'Antioco. pcrchè il mattino seguente 2 navi nemiche sbarcarono le truppe. Nella piazza di Carloforte i francesi abbatterono la statua marmorea di Carlo Emanuele UI. fondatore della colonia. sostilllcndola con l'albero della Libertà. Giunto all'istmo di Sant' Antioco. Ca murati rilevò anche il comando degli altri 100 \Oiontari che già lo presidiavano.
Convinto cbe ormai i francesi avessero rinunciato ad impadronirsi di Cagliari. il 14 gennaio il viccré rispedì a casa la cavalleria miliziana. In quelle stes'>e ore altre 2 fregate presentavano di fronte ali" istmo tra la Sardegna e la penisola sulcitana di Sanf Antioco. già evacuata dai con le loro greggi. Al mattino due scialuppe un parlamentare. il tenente di vascello Rcidcllet di Sesset. che intimò la rc!>a ai 200 sardi (il picchetto or iginario più quello ritirato da San Pietro. entrambi comandati da Camurati, in luogo di La Rochette. gravemente ammalato).
Mentre tergiversava fidando ne l l'accorrere di rinforti, Camurati si avvide che intanto 600 francesi erano già sbarcati nella Penisola alla Calasetta. Allora, accusando il parlamentare di averlo ingannato. il capitano lo fece prigioniero c aperse il fuoco sulle scialuppe, costringendole ad allontanarsi. Poi !.i ritirò dal g ran ponte, lasciando un drappello di 7 cavalieri a guardia del piccolo ponte di Santa Caterina e riunendosi con le mili;ie ... utcitane di Buschetti. Il 17 i francesi ce rcarono di sorprendere il drappello di Santa Caterina. ma i prodi li accolsero a fucilate e poi li caricarono a cavallo. !'\ella confusa mischia tre persero la vita (Giovanni Lcbìu. Francesco Matzeu e Salvatore Pani). Gli altri. di cui uno l>Oio illeso. ripararono ad I glesias trascinando su una barella i cadaveri di tre nemici simi li nell'abito e nel costume ai guerrieri apache.
Le impreviste difficoltà atmosferiche e logistiche imp ediro no alla squadra francese di vendicare col bombardamento di Civitavecchia il rifiuto del governo pontificio di issare le insegne repubblicane sul consolato di Francia a Roma c l'uccisione ( 13 gennaio 1793) di nel corso di un grave tumulto popolare antifrancese non adeguatamente fronteggiato dalle truppe pontilìcic.
Cagliari (22 gennaio- 17 febbraio)
Il 22 gennaio la squadra di Truguet ricomparve al completo dinanzi a Cagliari c il 23 dette fondo a distanza di sicu rena dalle batterie costiere. 11 24 un palischermo con segnale di parlamentare accostò a punta San t· Elia, ma anche qui, come era già accaduto ad Oneglia, fu accolto a fucilate dalle squadre di popolani. inseguito da una barca armata e infine affondato a cannonate con tutto l'equipaggio. Soltanto il 25 Truguet riuscì a far pervenire un foglio al viccré. il quale lo rcl>pinse senza leggerlo.
Il 26 la cattura di un pe)chereccio da parte dci francesi provocò una forte indigmv:ione popolare. Vincen.w Sulis. uno dei capipopolo nominato aiutante di campo, si incar1cò di una rappresaglia, appostando nottetempo 100 tiratori scelti dietro i cespugli di una spiaggia. Il mattino dopo alcuni pescherecci fecero da esca. allirando varie !ance nemiche nella trappola. Quando le !ance accostarono nel punto dell'agguato, furono investite dalle scariche dci tiratori che falciarono una quarantina di marinai nemici.
Alle 21 del 27 due fregate apersero il fuoco, continuandolo fino alle 3 di notte con l'intervento di 2 val.cclli e di un'altra fregata. A Cagliari i danni furono licvis!.imi. con un solo artigliere ucci-.o da una scheggia. La sera del 28 l'azione fu ripresa da 7 vascelli e 2 fregate bombardiere. Per altre sei ore la città fu investita con una cadenza di 40 colpi al minuto. ma anche stavolta subì danni al.sai lievi. con 5 civili morti e quache decina dì feriti. Fu invece l'anuniraglia Towza111 a subire gravi avarie. tanto che alle l Odel mattino dovette allontanarsi per i lavori di raddobbo.
I difensori approfittarono della tregua per scavare trincee e 2 ridotte sul lato di Quarto e schierarvi 800 piemontesi c vallesani. 40 artiglieri con alcuni cannoni. 1.000 miliziani a piedi e 2.000 a cavallo comandati dal marchese Borro di San Carlo c da Saint Amour. Comandava il reggimento a piedi schierato nel campo di Gliuc il cavalier Pitzolu. membro dello Stamenlo militare.
Finalmente ill 0 febbraio arrivò a Palmas il primo scaglione del convoglio che trasportava 2.600 marsigliesi (milizia c 2 battaglioni di volontari nazionali). 1.400 regolari (3 battaglioni della 26a. 42a e 52a Mezza Brigata di Linea) e 6 corpi franchi provenzali (Martigues . Aix, Tarascon, L'Union, Luberon c Vauclouse). Il 2 febbraio la squadra doppiò capo Pula c il 7 si presentarono in rada 27 na' i da guerra e 42 onerarie. Il 9 febbraio 4 fregate furono allontanate dai cannoni della To1Te di Pul a. Con la scialuppa di della Torre di Calamosca. l'alcaide Giovanni Monteleone riuscì perfino a catturare. a 30 miglia dalla costa, una tartana francese. portandola trionfalmente a Cagliari.
L'li l'intera francese andò ad ancorarsi al Golfo di Quano. La sera del l 2, dopo preparazione d'artiglielia. dalla flotta si distaccò una lancia che effettuò una ricogni.lione delle posizioni nemiche. 11 13, approfittando di un forte maestrale che impediva i tiri di interdizione dell'artiglieria costiera. i francesi sbarcarono i primi 1.000 u<r mini, che subito s ì trincerarono al Margine Rosso. sotto il cannone delle navi. Que<;tc ultime. non appena caduto il maestrale. cominciarono un intenso bombardamento.
fl consiglio di guerra. convocato da Balbiano, approvò la proposta di SaintAmour di non la t esta di sbarco. nonostante le insìstenze di Sulis. Cionondimeno le animose milizie sarde tormentarono in continuazione i francesi . Un drappello di Il mili7iani a cavallo caricò 50 nemici uccidcndonc IO. Cadde valorosamente Antonio Tatti di Villanovaforru, si i l tenente Antonio Dessì di Serramanna. il cagliaritano Agostino Fadda c il prete di Ussano.
Il 14. protetti da un intenso sbarramento di artiglieria. i francesi completarono lo sbarco, mettendo a terra circa 6.000 uomini. Mentre 2 navi bombardavano il litorale del Lanaretto e Forte Sant'lgna7io. il Tonnant si accaniva contro la Torre di Calamosca. dove si dirigevano a nche 5 scialuppe nemiche. Ma Pitzolu. accorso con una centuria di mili7iani, impedì loro di accostare e sbarcare la fanteria. Durante l'azione si distinsero i torricri Giovanni Frongia e Angiolo Migonc. nonché il notaio cagliaritano Sotgiu. Altre scialuppe tentarono allora di accostare sul lato occidentale della torre. defilato rispetto ai •.uoi cannoni. Qui lo sbarco fu impedito dai miliziani del marchese di Neoneli c si distinsero il visconte di Flumini. il cavalier. icola e nuovamente Vincen10 Sulis.
Furioso per l'inattesa resistenza, Truguet concluse la giornata con una ricognitione delle difese portuali. 11 15 l'ammiraglio emanò un proclama. con il consueto motto ··guerra ai tiranni c pace alle capanne". e per dodici ore 5 vascelli e l fregata scaricarono su Cagliari ben 12.000 colpi. riportando gravi avarie nel duello con i cannoni della piazzaforte c provocando soltanto lievi danni. oltre alla morte di 7 civili.
Il giorno seguente i si schierarono sulle alture circostanti. mentre Saint- Amour spostava in continuazione la cavalleria per sottrarla al tiro delle navi. Quando i miliziani scorsero le due colon ne nemiche che. intonando La Marsigliese. marciavano l'una verso la villa di Quano e l'altra verso Sant'Elia. furono colti dal panico e cominciarono a sbandarsi c disertare. abbandonando il fortino cretto di fron - te a Quarto. A salvare la situacione fu riniziativa di un ufficiale di milizia. il notaio Antonio Pisano di Bari Sardo. che corse a presidiare il fortino. dotato di 4 cannoni. con un pugno di cagliaritani e di popolani di Quarto. La loro fiera resistenza. e le equivocate evoluzioni della cavalleria sarda. spensero a loro volta l"ardore guerriero dei marsigliesi, convincendoli a fermarsi.
Al far della notte 3.000 francesi avanzarono verso il co ll e di Sant'Elia. Ma ignoravano l'esatta d is locazione dei mlliziani. silenziosi e vigili, che Pi t zolu e il marchese di Neoneli avevano ben mimetizzato tra le siepi de l le vigne. l! latrato di un cane salvò l'avanguardia nemica dall'imboscata ma non dai cavalli imbizzarriti lanciati loro contro dal cavalier Cerruti. Nella confusione notturna il primo scaglione si -;bandò. provocando il panico in quelli successivi. Tsanculotti si credettero accerchiati: cominciarono a spararsi tra loro e alla fine fuggirono in di-.ordine in tutte le direLioni. Non pochi annegarono nello stagno. Il resto. abbandonati zaini. armi. tamburi e bandiere. corse alla spiaggia reclamando le scialuppe. Accorso a riordinarli. lo stesCasabianca sfiorò la morte. a ste nto salvato da un pugno di regolari.
Non restava altro a Truguet che reimbarcare quell'accoaaglia di fanfaroni spacciatisi per so ldati. Ma le cond izioni del mare non lo consentivano. e per altri due giorni i cannoni francesi continuarono a sprecare polvere comro Sant'Elia e Calamosca, dove Monteleone respinse un nuovo tentativo di sbarco.
La situazione precipitò il 17. quando un vento violentissimo fece sospendere i tiri e mise a soqquadro la flotta. Mal governate dagli improvvisati comandanti rivoluzionari. navi e )ance furono !>battute sulla spiaggia e il vascello da 80 cannoni Uopard. spinto dal vento sotto le batterie sarde e poi contro gli scogli. Il vento impedì a Sulis di distruggerlo con i brulotti da lui improvvisati. Soltanto il 19. approfittando di un miglioramento delle condizioni atmosferiche. Truguet potè effettuare il reimbarco. Il 26 . recuperato il conso le fuggito da Cagliari per evitare i l linciaggio. e incendiato lo sca fo del Uopard dopo averne rccuperato le dotazioni. la squadra umiliata sgombrò definitivamente Ja rada di Cag liari riparando nuovamente a Palmas.
A parte lo smacco c la perdita del Léopard, il danno dei francesi fu piuttosto limitato. perchè le loro 600 perdite furono sostenute tutte dalla Legione marsiche era più una banda di briganti perduti che una vera unità militare. Regolari c milizie sarde ebbero appena 9 morti c 20 feriti. Ali" incirca altrettante furono le vittime civili dei bombardamenti navali. Furono decorati della croce mauriziana Monteleone e il maggiore vallesano Dc Torrente. Fra gli artiglieri il capitano Azimonti venne ferito e il caporale Pietro Bragionc decorato al valore. Furono promossi il tenente Vanzi e i soldati Bono c Martinez. In memoria del fausto evento i cagliaritani istituirono una festa annua le in onore di Sant'Efisio. Il re ricompensò la fede l tà degli isolani concedendo l'amnistia. Inoltre donò 1.000 scudi all'ospedale di Cagliari eriservò ai cagliaritani 4 borse di s tudio. 6 piazze gratuite nei collegi dei Nobili di Cagliari c Torino e 24 doti annuali di 60 scudi.
Nel frattempo. all'altro capo dell"lsola. il colonnello corso Colonna Cesari-Rocca . nipote di Paoli. cercò di impadronirsi di sorpresa dell'arcipelago della Maddalena per annetterlo alla Corsica. Il contingente contava 150 francesi della 52a mezza brigata (capitano Richard Raunies) e 450 corsi del 2° battaglione volontari. comandato dal colonnello Quenza e dal tenente colonnello B onaparte (che era anche capitano dell'artiglieria francese).
Avutane informaLione. ranziano governatore sardo. capitano Giuseppe Maria Riccio (n. 1726), animò la resistenza i!l<>ando sul forte di Sant'Andrea una bandiera con la scritta "Per Dio e per il Re. vincere o morire". La difesa disponeva di 2 batte rie Sant'Andrea a puma Teggia e B albiano a monte dell'abitato. Il presidio contava 40 vallesani (tenente Borman o Bem1en). altri 50 rcgolali e 400 volontari locali e miliziotti di Gallura. Nel porto era ancorato l'intero Armamento leggero. composto da l gondola (Aquila). 3 galeotte (Serpeme. Sultana e Sibilla) e 2 mezze galere, Santa Barbara e Beata Magherita. Queste ultime erano comandate dal carlofortino Carlo Vittorio Porci le ( 1765-1815) e dal nizzardo Felice de Costanti n conte di Chateaunef (che assunse poi anche il comando della piazza).
11 convoglio di 16 battelli. scortato dalla corvetta francese Fauvefle. salpò da Bonifacio il 20 febbraio. Il 22, dopo aver compiuto una diversione all'isolotto di Spargi. la flottiglia entrò nel canale tra La Maddalena e l 'Iso la di Santo Stefano. che la separa dalla costa sarda di Palau. Su segnalazione delle galeotte in crociera. le batterie sarde apersero il fuoco contro la Fauvette. senza impedirle di imbot.zarsi a punta Teggia. Il grosso sbarc<) invece ad Ovest dell'isola di Santo Stefano e all'imbrunire del 23 prese la torre nella cala melidionale di Villamarina. Qui Bonaparte piaaò una batteria dotata di l mortaio da 320 mm e 2 obici, utili zza nd o per il puntamento un rono archipendolo che pare fosse stato da lui personalmente costruito.
Ma i difensori non rimasero passivi. Col favore delle tenebre, ilnocchiero sardo Domenico Mill e lire ( 1761-1827) riuscì a trasportare a Palau prima 2 c poi 4 cannoni che presero alle spalle la batteria francese. :-enza peraltro impedirle di bombardare per due giorni La Maddalena (una delle bombe sfo nd ò la volta della chiesa e si fermò senza esplodere ai piedi del l 'altare). Il bombardamento preparava lo !>barco delle truppe franco -corse, pianificato per il 25 febbraio. Ma i sardi lo prevennero piaaando altri 4 cannoni a Capo prospiciente la Caprera. Di qui presero d'infilata la tlottiglia nemica. danneggiando il battello Le 7igge c costringendo la Fau1 •eue ariparare in una piccola cala. Inseguita anche lì dalle canno nate sarde, la corvetta dovette poi accostare alla Caprera, sen:ta poter più intimorire le 2 mezzegalere sarde che si apprestavano a loro volta a sbarcare a Santo Stefano 400 popolani armati.
A questo punto l' equipagg io della corvetta francese si ammutinò, ch iedendo di far vela verso il golfo di Arzachena per rientrare ad Ajaccio. Colonna Cesari riuscì a stento a placarlo ordinando il reimbarco delle truppe. Bonaparte tentò invano di convincerlo che ormai la resa di Maddalena era a portata di mano e. irritato dalla freddezza e dall'ostilità del suo comandante e rivale politico, rivolto agli altri ufficiali: ·'non mi capisce!". Colonna reagì offcndendolo. ma il giovane Napoleone riuscì a dominarsi e ad obbedire.
Nel frattempo Millelire, annati un paio di lancioni con cannoni e soldati, tentò un co lpo di mano su Santo Stefano, passando per lo stretto della Moneta e girando attorno alla Caprera per sfuggire alle vedette nemiche. Arrivato a Sud di Santo Stefano. a ca la Villamarina sbarcò il se rgente Asmard con 20 sviaeri i quali, guadagnata l'altura centrale. apersero il fuoco alle spalle dei cannonieri francesi. costringendoli a guadagnare i 2 feluconi che li attendevano in spiaggia. Ma in quell"istante sbucò nella cala anche la lancia di Millclirc che nel frattempo aveva circumnavigato !"isolotto e il suo unico cannone impedì ai francesi di salvare la batteria. ad eccezione di uno solo dei due obici.
I sardi catturarono l l 4 prigionieri c ingente materiale da guerra. O bice e mortaio furono trasferiti come trofei all'Arsenale di Torino. L'arch ipendolo, finito poi in eredità al viccammiraglio senatore Albini che lo regalò alla Regia Marina. figurava nel 1854 nella Sala dei modelli a Genova. Bonaparte scaricò la colpa su Colonna Cesari. accusandolo falsamente di tradimento. Asmard e Millclirc furono decorati di medaglia d'oro. T uttavia, per un disguido. la medaglia fu conferita al piloto Agostino MilIci ire ( m. 1816). comandante del porto della Maddalena e fratello del nocchiero. L'errore fu poi emendato decorando il vero destinatario. ma per non doverlo ammettere. la medaglia di Agostino non fu revocata: ci si limitò a sostenere che gli era stata concessa anche in considera7ionc rctroauiva del suo valoroso comportamento durante lo scontro del 15 aprile 1787 tra la Beata Margherita e uno sciabccco barbaresco.
La ririrala francese e la nuova strategia dei giacobini italiani
Privo di rinforzi e ridotto alla fame, anche Truguet dovette rassegnarsi a lasciare l'approdo cagliaritano e far rotta verso Tolone. li 3 mar;o 7 <>cialuppe francesi che tentavano di rifornirsi a Tempio di Gallura furono respinte dalla milizia a cavallo dei capitani Franco Carropino c Giorgio Molinas. Rima sero però 2 fregate e due distaccamenti a presidiare Sant'Antioco c San Pietro. Malgrado le pressioni degli Stamenti, il viccré Balbiano non volle rischiare di riprenderle con la forza.
Dopo l'uccisione di Bassvillc, la direzione della rete filofranccsc in I talia era passata a François Cacault, che operava tra Genova e Firenze. Anche Matera, onnai promosso agente di collegamento con le reti giacobine meridionali. si era trasferito a Genova. Il gruppo genovese più estremista, quello di Gaspare Sauli, che preparava già il colpo di stato contro il gove rno patrizio, spedì Matera a Niua, a perorare l'aiuto dell'Annata d'Italia. Il nuovo comandante. generale Biron, lo ricevette due vo lte, il 3 c 4 aprile. e lo aggregò allo stato maggiore dell'Armata. ma di intervento aGenova non volle nemmeno discutere.
A Nizza fervevano le init.iative degli esuli italiani: Giambanista Rusca ( 17591814). un medico di Briga già chirurgo del presidio sardo di Nizza. pubblicava Il Manitore Italiano politico e l e rr erario , il romano Enrico M ichele L'Aurora ( 1760/541803?) già sognava di formare una Legione italiana. l nuovi militari francesi, giovani. politicizzati e ambi7iosi, sapevano valutare l'utilità di disporre di consulenti, spie c quinte colonne motivate dall'ideologia. Ma i militari erano al tempo stesso i più refrattari all'idea di farsi dettare ordini dagli esuli rivoluzi onari. Perciò archiviarono subito i progetti di legioni italiane c offersero ai rivoluzionari più intelligenti e spregiudicati di arruolarsi direttamente nell'esercito francc-.c. aggregati al genio o allo stato maggiore Tra costoro ci furono i due medici Ru sca c Matera. Non a caso erano tra i più estremisti: giacobini c militari ragionavano nello stesso modo. si capivano. tini vano invariabilmente per spa lleggiarsi reciprocamente contro le "inframmettcnte'' delle autorità civili c dello stesso governo. Così furono proprio i pochi veri gia- cobini italiani ad accantonare insurrezione e spontaneismo c ad accettare runiforme francese come atto di coerenLa rivoluzionaria c di disciplina internalionalista.
ARRIVJ\l'\0 GLI l ' GLESI
Pitt e la Prima Coali:ione (l 0 febbraio · 5 aprile)
Non furono le pcrorazioni di Edmond Burke ( 1728-97) cont ro gli eccessi e i perico li della rivolulionc, ma l' espansione geopolitica della Francia a mutare la politica estera inglese. L'evento decisivo che il primo ministro Pin (1759 -1 806) a decidere la guerra non fu r esccut.ione di Luigi Capcto (21 gennaio 1793 ), usata poi come motivazione u l'ficiale. bensì 1·occupazione del Belgio e l'insediamento della Francia ad Anversa. Del resto. concludendo un crescendo di provocazioni. fu la Conven;ione. il l 0 febbraio. a dichiarare per prima la guerra contro t'In ghilterra c le Province Unite e poi. il 7 marzo, anche co ntro la Spagna.
La risposta di Pitt fu la formazione della prima Coalizione. che rovesciava lo chema della precedente guerra anglo - franee!>e. quando il Palio di Famiglia borbonico e la Lega di Neutralità Armata tra le Potenze Balti che avevano costretto l' fnghiltcrra a combattere so la contro tutto il mondo. La diplomaLia inglese riuscì ad aggregare alle Poten7e cobelligeranti anche gli stati del Sacro Romano Im pero e ad innestare sulla rinnovata alleanza anglo - germanica una serie di a ll eanze bilaterali con la Ru :-sia (25 marzo). il Piemonlc (25 aprile), Napoli ( 121uglio). l'Austria (31 agosto) c infine la Toscana (28 onobre).
Gli accordi militari e navali con Madrid, San Pietroburgo c Torino. come quelli successivame nte concl usi con Napoli c Firenze. miravano ad aprire il fronte Mediterraneo. assegnando il coordinamento strategico al comandante della Squadra inglese. ammiraglio Samucl Hood. Conformenente alla tradit.ionale strategia dell' indirect approadz, gli inglesi non consideravano il Mediterraneo come un fronte secondario. ma come il punto più vulnerabile della Francia. dal quale era possibile affamarla. destabilinarla e colpirla alle spalle. L. inedita allea nLa anglo-spagnola rendeva lìnalmente possibile una manovra a tenaglia dalle Alpi e dai Pirenei, combinata con una dalle Fiandre e dal Reno. mentre la politica del Meao giorno poteva sa ldarsi con l'insurretionc della Vandea. Intanto la bandiera inglese avrebbe se non rincuorato almeno co!-.treno le imbelli e pavide corti italiane a s ostenere lo sfor7o alleato anzichè subi re le umilianti imposi;,ioni dei regicidi.
All'inizio la fortuna delle armi arrise ai Coaliaati. Abilmente diretta dal prc!>tigioso ammiraglio R ic hard Howe (1726 -99) la Flotta del Canale sbarrò i porti e le coste nemiche dell'Atlantico mentre i più agili Squadroni Nordamcricani e Indiano si impadronirono facilmente dci possedimenti coloniali francesi. lasciando ai 73 vascelli della marina spagnola. comandata dall'ammiraglio Juan de Langara ( 17301800). il compito di coprire l'arrivo di una seconda Fl otta inglese nel Medjtcrraneo. A comandarla fu destinato l'ammiraglio Samuel Hood ( 1724-1816). un energico e abile marinaio. già fatto visconte per le importanti vittorie riportate nei Caraibi nel 1781-82 conrro 1·ammiraglio francese dc Grasse.
Sul fronte fiammingo, l'Armata anglo-olandese de l duca di York ( 1763-1827), figlio del re Giorgio III ( 1738-1820) e comandante in capo. s i congiunse con quella austro-prus s iana del duca di Bruns" ick e batté il nemico a Ncerwinden ( 18 marzo). Contemporaneamente scattava la grande offensiva dell' insorgen7a vandcana (3 mar70) e a Parigi si scatenava una partira decisiva c mortale tra le fazio n i g iacobina e girondina. Il 5 aprile Dumouriez pas s ava al nemic o Tre giorni prima. scoperta la co'>pirazione di Paoli la Convenzione l'aveva convocato per di sc olparsi c con due giacobini. che impiantarono un nuovo governo a Bastia. Ma Paoli !>i tri nce rò a Corte e cominciò a raccog liere u n esercito.
La non-coopera:inne austriaca e /'al/ean:a anglo -sarda ( 12-25 aprile) l corsari di Oneglia e l'Armamento leggero di Sardegna
Il disegno mediterraneo di Pitt si !>contrò ben presto con le particolari difficoltà del pilastro italiano, le -;tc!.se sulle quali era naufragata nel 1756 l'analoga iniziativa di suo padre per una allean7a sardo-napoletana. Uno dei primi ostacoli fu la resistent-a del granduca d i Toscana ad abbandonare la neutralità di Livorno per mctterla a dis posizione della flotta inglese. Già alla fine di marzo Vienna aveva incaricato il proprio ambasciatore a Firen7e di assicurare al granduca che la flotta del duca de Alcudia avrebbe garantito la sicurezza non solo delle coste toscane ma dell'intero Tirreno. Se nza neppure accennarv i , a ncora il6 aprile Ferdi nando Tll ribadì all'imperato re che il granducato non aveva alternative alla neutralità.
Entusiastica fu invece la collabora? ione piemontese. I ncoraggiato dall'Inghilterra. Vittorio Amedeo riprese in esame le assicurazioni del conte di Percy, un monarchico francese rifugiato a Torino. circa la si tuazione politica di L ione, dove cresceva l'opposi7ione contro gli eccessi giacobini. D ifficilmente il re giocò la carta di Lione perchè foss e davvero com into di poter marciare s u un obiettivo tanto dalle Alpi: in ogni modo Lione gli forniva un argomemo per temarc, con l'appoggio inglese, di recuperare la Savo ia c di conv in cere o alme no costringere Vicnna ad accrescere il proprio sforzo militare, impegnando la poderosa Armata che nel frattempo si stava concentrando in Lombardia per sferrare una robusta offensiva congiunta in Savoia e Delfinato.
Ma dall'Austria com'era prevedibile, giunse una doccia gelata. U 12 aprile il ministro degli Esteri Thugut rispose che seco ndo i l governo imperiale le attual i forze austrosarde erano sufficienti per difendersi e che volerle accrescere imp licava la volontà di impiegarle per progetti e s pansionistici. Pertanto ammoniva Torino che qualunque ingrandimento territoriale del Piemonte avrebbe aherato l'equilibrio italiano. costringendo l'Austria a compensarlo con un aumento proporzionale dci propri territori italiani. E poneva come cond iz ione per intervenire oltre le Alpi la rin uncia sabauda a lutti i territori cedutigli da Maria Teresa nel 1743 col trattato di impegnandos i a lasciare in cambio al Piemonte le 2 piccole enc/al'es imperiali di Bre:.sa c Bugey. che ora facevano prutc anch'esse. come tutta la Savoia, del dipa11imento francese del Monte Bianco. Condizione sprezzante e derisoria, dalla qua le traspariva anche un a evidente irritaz ione per il ruolo direttivo preteso dall'alleata ma s empre temuta Inghilterra. Una irrita; ione che si tradusse nel vero e proprio sabotaggi o attuato da de Vins . for!-.c il fattore che maggiormente determinò, con conseguenze disastrose, il mancato sfruttamento della tinestra di opportunità apertasi per gli alleati ne lla p1i mavera-cstate de l 1793.
Nell'immediato la non collaborazione austriaca incrementò tuttavia il ruolo strategico del Piemonte, ampiamente riconosciuto dal trattato firmato a Londra il 25 aprile dall'ambasciatore Filippo San Martino conte di Front. Modellato sui precedenti trattati anglo-sardi stipulati durante le guerre di successione e austriaca, raccordo militare concedeva a Vittorio Amedeo un sussidio annuo di 200.000 sterline in rate trimcstrali anticipate con l'obbligo di mantenere sul piede di guerra 50.000 uomini. di cui 20.000 a disposizione della flotta inglese. Quest'ultima avrebbe cooperato al recupero del Ninardo, tuttavia soltanto compatibilmente con le circostanze di servi1io e con la disposizione delle forze nemiche.
Fallita l'operazione su Cagliari, la squadra francese, demoralizzata e decapitata dalle epurazioni politiche e minacciata dalle superiori forze spagnole. rimase inattiva a Tolone. D al febbraio al luglio 1793. fino all'arrivo della flotta inglese. il dominio de li' Alto Tirreno lo ebbe di fano la flortiglia corsara di Oneglia. forte di una quindicina di unità. in prevalenza sciabccchi. Quattro erano comandati da ufficiali regolari (dc May, dc Chevillard, d' Arcollières e Mattone di 13encvello), due da capitani mercantili genovesi (Francesco Tubino di Chiavari e Benedetto Solari di Rapallo) e dieci da onegliesi (padrone Carlo Calzamiglia. capitani Comes. Ardoino, Natta. Miraglia. Amoretti, Bcrio e Giauna e il barone Galea).
Dal 3 gennaio al 13 novembre 1793 i corsari sardi prcdarono almeno una ventina di tartane. feluche c gondole, metà francesi e il resto genovesi, savonesi e livornesi, portandole ad Oneglia. L'episodio più clamoroso avvenne il 27 aprile tra Corsica e Sardegna, quando il barone Galea assalì 3 piccole vele francesi. catturandone due con un borrino di 6 piccoli peni d'artiglieria e 30 fucili. La terza naufragò sulla costa della Corsica.
II 3 maggio 5 corsari onegliesi attaccarono un convoglio di 17 mercantili che da Livorno trasportava in Francia un carico di grano. La scorta francese, costituita dal vascello Thémistocle e dalla fregata Modeste. mise in fuga i cor-.ari. inseguendo! i fin sono il cannone di Oneglia. Pur ostacolato dai bassi fondali. 1'8 maggio il Thémistocle si portò sottocosta per bombardare la città. ma le batterie costiere, dirette da de Chevillard e d' Arcollières, lo costrinsero a battere in ritirata. Dieci giorni dopo si presentarono a Oncglia 2 vascelli. 4 fregate, l brigantino c varie cannoniere francesi pronti alla rappresaglia. La popolazione incitò il governatore dc La Piace a resistere. chiedendo armi e ancora una volta le batterie costiere di Chevillard c d' Arcollières allontanarono il nemico.
Le 5 unità del!" Armamento leggero (mezzegalerc Bema Margherita e Sanra Barbara, galeotte Serpente c Sultana e gondola Sardina) ebbero presto occasione di illustrarsi nuovamente nei compiti di istituto. Il 2 c 3 gennaio 1794 dcrtero infatti la caccia a 2 sciabecchi pirati. raggiunti all'altezza dell'boia Ccrbicali. Uno, con 12 cannoni e 96 uomini, fu incendiato e saltò in aria. L'altro (18 cannoni, 6 spingarde c 70 uomini) comandato dal rais Muhammed Zii. fu abbordato c catturato. dopo aver perduto 28 morti, contro 7 morti c 75 feriti sardi. Cadde il nocchicro Bargone e si distinsero i comandanti delle mcaegalere (capitani Chevillard e Porcile. con i loro se- condì Gìacobi e Barbaro) c delle gaJeotte (tenenti Bìstolfi e Zon;a). Cesare Zonza fu decorato di medaglia d"oro. am:he in riconoscimento del valore mostrato alla difesa della Maddalena. Ebbero quella d'argenro i fratelli Milici ire (nocchìero e piloto). il -.ouuffìcìalc Rossetti, i nocchìcrì Ornano e Sparro c 3 marinai (La Fedeltà. La Pace e Fogli) che si erano gettati sullo scìabecco in tìammc per strapparne la bandiera. Promosso maggiore ed espulso dall' Isola a seguito della ribellione autonomista di aprile, Chcv illard passò nel con t inente al comando del le mi l izie niuarde.
/.·arri l'O degli anglo-spagnoli ella prima metà di maggio !"ammiraglio Hood salpò da Spìthead con la Flotta del Mediterraneo. mentre dalle Baleari la Squadra spagnola delrammìraglìo Francì!>CO Borjcs marchese de (1726-1808) punta\ a su San Pietro e Sant'Antìoco. I l 21 maggio 23 navi da guerra con bandiera comparvero nelle acque del Sulcis: giunte però in prossimità dell'obiettivo, sì rivelarono per spagnole c alla prima intimazione ottennero la resa del piccolo presidio francese. LI bottino, condotto poi a Barcellona, fu dì lWO prigionieri. 24 cannoni. 5 mortai e 4 obìci di bronzo. La fregata Hélène. ancorata a Carloforte. fu incendiata. L'ammiraglio Langara incrociava con 4.000 soldati il Golfo di Provenza. spargendo voci dì sbarchi imminenti in Liguria o nel Ninardo.
Il 22 maggio l'ambasciatore inglese a Firenze, Lord Hcn ·ey. informò il ministro Antonio Scrristori che la '>quadra inglese era entrata nel Mediterraneo e il giorno seguente richiese ufficialmente esclusivo di Livorno. Il 26 maggio scoppiò in la rivolta indipendentiMa. Tre giorni dopo Lione contro la Convenzione e arrestò i capì delle fai' ioni C)>tremiste (montagnardì e arrabbiati). Il 6 giugno. alla notizia che la Conven7ionc aveva fatto arrestare i deputati girondini. insorsero anche Marsiglia, Nimes, Tolosa. Avignone e Bordeaux. I l 13, mentre sì scatenava la grande offensiva vandeana c il Calvados. i rappresentanti dei 60 dipartimentì inso11ì si radunarono a Cacn.
L"8 c il 12 giugno fallì la spallata contro l" Authìon. di cui tratteremo nel pro'><>ìmo capitolo. Il 27 giugno la flotta inglese lasciò Gibilterra. collegandosi con quella spagnola. 11 12 luglio. mentre a Napoli !"ammiraglio Hood firmava l'alleanLa segreta con le Due Sicilie che gli metteva a una base e 4 moderni vascelli. anche Tolonc. la principale base navale francese del Mediterraneo. sì unì alla ribellione delle città meridionali. mentre la guida del movimento pas)>ava in mano ad elementi dichiaratamente realisti c fìloìnglc:-.ì.
1122 luglio l'avanguardia di Hood entrò a Livorno accolta dall'entusiamo della popolazione e dalla freddenu del governo granducale. o:-.tinatamente aggrappato, comc quello genove:.c. ad una neutralità formale che in quel momento equivaleva ad un fattivo sostegno alla france!>e. Ai primi dì ago s to incrociavano comunque nell'Alto Tirreno 43 vele inglesi e 22 (ìnclu-.i 2 da 100 e 3 da 98 cannoni) c 14 fregate. più 2 brick. 3 bombardiere c 2 na\ i logi'>tìchc. Salirono poi a 7 5 unità da guerra. 38 -.pagnolc c 37 inglesi. A Genova i rappre-.entanti sardo e ìnglc-.e a\ viarono subito i primi colloqui per concordare opera; ioni combinate contro le rctrovic dclrArmata del Varo. con bombardamenti ed eventuali
Tolone
l/fronte intemo e lo sbarco alleato a Tolone (29/ug/io - 28 agosto)
Nel frattempo Kellermann reagiva. distaccando a Valencc 2.000 uomini con il co lon nell o Cartca ux ( 1751 - 1813) e marciando s u Lione con metà dell'Arm ata d e ll e Alpi. Diri geva la re sis ten7a in Proven7a il ·'rappresentante in mis!>ione"' DuboisCrancé ( 1746-1814). Vi accorse anche Bonaparte, to rnato al s uo impiego di capo battaglione d'artiglieria dopo aver definiti va mente rotto con l'indipendentismo corso ( il 29 luglio sc ri sse Le souper de Beaucaire. l 'oppo rtuni st ic o libello fil og iacobino che gli av rebbe aperto la s trada del successo politico).
L'8 agosto Ke ll crma nn mise l'assedio a Li o ne. Fratta nt o Carteaux sba ra g liava ad Orange la piccola armata marsigliese e riprendeva Avignone. Il 20 agosto prese anche A ix c puntò direllamente su Marsiglia . I l 22 cen tinaia di profughi si rifugiarono a Tolone. In preda al panico. le nuove autorità cittadine decisero di giocare il tutto per tutto. Presi accordi con Hood per consegnargli flotta arsenale e pia;.za c mettersi sotto la prote7ione della sua squadra. arrestarono due rappresentanti in mi ss ione, mentre altri due. Fréron e Barras ( 1755 -1829) scampavano a Nizza assieme al general e Lapoype.
TI 25 agosto Cartcaux occupò Marsiglia. Hood fece però in tempo a raggiungere Tolone c nella notte sul 28 se ne impadronì di sorpresa grazie al tradimento del viccammiragio Trogoff c del capitano di vascello Imbert L' ammiraglio lea lista (Saint ) Juli en riuscì a sa lpare con 7 vascelli. ma in mano agli inglesi ne caddero 17, senza contare i 4 in ripara zione e i 7 in armamento c le unità minori ( 12 fregate e 5 corvette). Quasi metà della flotta francese fu così neutralinata.
Tolonc accobe gli inglesi impavesata con la bandiera borbonica, proclamò re Luigi XVTl il D e l fino prigioniero e chiese di poter inviare una delegazione a Torino per invitare lo zio. il duca di Provenza, a raggiungere la città e animarne la difesa. Ma sir Gilbcrt Ell io tt. il pragmatico rappresentante politico di re Giorgio 111 a Tolone. cestinò subito quell'idea balzana, che rischiava ingenuamente di mostrare la pusillanimità del futuro Luigi XVII l e di complicare ulteriormente i problemi degli inglesi. Del resto la popola7ione, pur in larga maggioranza monarchica, era aspramente divisa tra legitt imi sti puri e sostenitori della costituzione del 1791. Senza contare che l"occupuione inglese. con l'immediata requisizione di tutto l'ingente materiale da guerra custod ito nella base. non mancò di rinfocolarc antichi ran co ri nazionali e acuire il rimorso c il terrore di chi I" aveva consegnato all-.ccolarc nemico della Francia.
In realtà l'imprevisto sbarco inglese a Tolone aveva d eterminato un g ran de equivoco strategico. Tutto sembra infatti indicare che. diver!>amente da monarchici repubblicani , piemontesi e austriaci, Elliott e H ood non considerassero affatto Tolone come una testa di sbarco da difendere ad oltranza in vista di ulteriori penetrazioni, ma semplicemen te come la più munita base navale nemica del Mediterraneo, che si poteva utilmente saccheggiare e distruggere ma non neutralizzare a tempo indeterminato.
Lungi dal pensare a colpi di mano in Proven7a. il loro assillo più urgente era di provvedere alla difesa di Tolone. già minacciata dal nemico. Il l o settembre Kellermann aveva lasciato il quartier generale stabilito sotto le mura di Lione ed era rientrato a quello di per riordinare l'Annata delle Alpi e del Varo. Sua prima cura fu d i dis t accare da l Varo 5.000 uomi n i e 2 ballcrie da campagna pe r coprire la Provenza orientale tra la costa e il Deltù1ato. Con queste forze Lapoypc, F réron e Barras tornarono verso Tolone c, occupate le Isole di Hyères. si accamparono a Sollies con avan1posti ala Valette per bloccare gli accessi occidentali alla piazzaforte.
Le truppe inglesi di Tolone. comandate da Lord Mulgravc. contavano appena 2. 100 uomini su 6 battaglioni (2nd/1s t. 1st/ 11th. l st118th. 1st/25th. l st/30th. 1st/69th Foot). Hood e Mulgrave diffidavano della lealtà delle 1.600 guardie nazionali della città. tanto da disarmarle. ma in ottobre consentirono al conte Toustain di reclutare un battaglione di sicura fede tra le ex-guardie nazionali e tra gli equipaggi della marina. Il battaglione, salito da 300 a 500 uomini nonostante aspre perdite. fu organizzato da l colonnello Thomas Graham col nome di Leg ione Roya i - Louis. Anche gli spagnoli reclutarono volontari realisti, costituendo in novembre il Reggimento Royal-Provence.
Tramite Lord Trevor, inviato straordinario inglese presso le corti italiane, Elliott e Hood chiesero inoltre urgenti rinforzi a Torino. Napoli c Vienna. A differenza delle due corti italiane. che spedi rono complessivamente circa 9.000 uomini, Vienna re'>pinse seccamente la richiesta di 5.000 soldati austriaci. In vece l'ammiraglio Langara mise subito a disposi tione la sua fanteria imbarcata c già il4 sette mbre sbarcarono a Tolone 4.000 soldati spagnoli. inclusi l battaglione di lnfanteria Naval, 2 irlandesi (Hibcrnia), 2 svizzeri (Bctschart). 6 regolari (Cordoba. Malaga e Mallorca) c 2 provinciali (Chinchilla c Mallorca). Soprattutto gl i irlandesi erano t r uppe violente e indisciplinate , che odiavano. ricambiate . gli inglesi c che sottoposero la popolazione ad ogni genere di angherie. Comandava la divisione navale s pagnola i l contrammiraglio Federico Carlo duca di Gravina (1747-1806) un valente ufficiale di origine palem1itana che allo scoppio della guerra aveva interrotto una missione di studio in Inghilte rra rientrando di propria ini.liativa a Cadice.
L'arrivo dei 4.000 spagnoli consentì di disarmare le infide guardie nazionali. Ma accrebbe il fabbisogno di viveri e per contenerlo in limiti accettabili fu necessario liccnt.iarc gli equipaggi france!>i, imbarcando altrettanti marinai bretoni e normanni su 4 vascelli disarmati che li condussero a Brest e Rochcfort.
Proprio negli stessi giorni (8-10 settembre) falliva mi se ramente, per colpa del duca d'Aosta, l'ambiziosa offensiva sul Varo. di cui daremo i dettag l i nel prossimo capitolo. Appena appreso che Tolonc era stata occupata dagli inglesi. il re vi aveva spedito il secondogenito del generale Sant'Andrea. cavalier Jgnazio Thaon de Revel, con !"incarico di convincere Hood a gettarsi sulle rctrovie dell'Armata del Varo in concomitanza con l'offensiva sarda. Malgrado la giovane età. Revel fu scelto anche in ragione della sua amiciLia con il figlio del residente ingle e Lord North. che si trovava anch ·egli a Tolone. addetto allo stato maggiore di Lord Mulgrave. A Re vel fu anche affidato il comando interi naie di un primo contingente di 1.200 piemontesi spedito al più presto ad ad Oncglia.
Il blocco di Tolone e l'arrivo di Bonaparte (l 0-22 setfembre)
Fortificata da Yauban, Tolone era protetta a Nord - Est dai 2 forti della Croix e del Pharon. Altri 4. due per ciascun lato. proteggevano l" avvallamento tra il Pharon c i bastioni urbani, dove Mul grave formò il campo trincerato di Sainte- Anne. Sci forti difendevano la Grande e la Piccola Rada. separate a Sud-O vest dal promontorio dell" Aiguilleuc. sulla !>ponda meridionale di fronte al porto. Naturalmente la piazza era stata fortificata in funzione della minaccia anglo-sarda. senza poter immaginare che un giorno sarebbe stata dalla pane di Ollioules. Perciò il lato meglio difeso era quello Nordoccidentale. tra i forti del Ph aron e quello della Malgue. la fortifica; ione più moderna c potente fm ad allora costruita in Fnmcia. mentre si era trascurato quello opposto. considerandolo già abbastanza defilato dal Ph aron e dalle navi in rada. Gli alleati dovettero quindi protcggerlo con opere campali, la più ampia delle quali era il forte Malbosquet. l 6.400 uomini di cui disponeva Mulgrave all'8 scltembrc erano appena ti per guarnire le fortificazioni orientali c quelle del Pharon. Ne occorrevano almeno altrettanti per erigere e presidiare fortificaLioni campali sul lato occidentale. dove stava arrivando Cartcaux con altri 7.000 uomini e con i rappresentanti del popolo Albittc. Gasparin c Saliceti ( 1757-1809). L'l) settembre questo generale improv' isato. ex-pittore ed cx-poliliouo. si impadronì facilmente delle gole di 01lioules. avamposto orientale della pia? La forte. II lO prese la posizione di Sixfours c raggiunse la l>piaggia. riarmando il porticciolo di Natcr.
Tuttavia le forze di Lapoype e Carteaux non potevano essendo separate non solo dalla rada. ma anche dalla città e dal dominante monte Pharon. Ci vollero tre scuimane pcrchè. alla fine di settembre. il consiglio di guerra francese riche il lato più vulnerabile era quello orientale c pertanto r azione principale a Cartcaux.
Ma la miglior difesa di Tolone erano la borio..,a inettitudine dci comandanti nemici e la comp leta disorganil' dell'Armata rivoluzionaria. Il comando dc ii 'artiglieria di Carteaux . in tutto 3 batterie a ca,allo c 8 petti da 2-l. era vacante dal 7 settembre, quando il capobattaglione Dammar1in era <;tato gravemente ferito. fu direttamente il Comitato di Salute Pubblica a '>Ostituirlo con il parigrado Bonaparte. Sulle circostame di questa nomina. che segnò il destino del futuro Imperatore. esistono versioni 'aghc c discordanti. Probabilmente il '>UO nome fu fatto da Albitte. che a-.cva come segretario Giuseppe Bonaparte. il fratello di Napoleone. piuttosto che dal compatriota Saliceti.
Il 12 scllcmbre Bonaparte si presentò a Bcausset. sede del Quartier Generale di Carteaux. c già il mattino seguente potè rendcr..,i conto dell'arduo compito che l'at tendeva. Carteaux aveva giù puntato 6 pezzi da 24 sulla Piccola Rada. ma l i aveva piauati appena più avanti di Ollioules. a tre gittate dali" obiettivo. Inoltre ave-.a sprecato due senza raccogliere il materiale necessario. preoccupandosi invece di requisire qualunque baracca dotata di camino per arro,cntarci le palle da cannone. Per prima cosa Bonaparte fece avanzare i peu:i sino alla spiaggia c già il 20 settembre. da Cap Brega.le batterie La Montagne c Sans-Coulottcs apri\anO il fuoco wntro la notta inglcl>e. colando a picco vari legni minori. danneggiando alcuni vascelli c col>lringendo Hood a spostare le na' i dalla Piccola alla Grande Rada. da do' e non potevano più coprire il '>ettore inve!>tito dai francesi.
Poi, rastrellati un po' di ufficiali competenti, fece affidare l'arsenale di Marsiglia al colonnello Gasscndi, il quale gli recuperò in un paio di mesi circa duecento pezzi, un quarto dei quali pesanti. Per accontentare Carteaux, Bonaparte dovette far trasportare a Tolone anche una gigantesca quanto inutile colubri na , alla quale si attribuivano poteri prodigiosi. Essenziale fu anche l'arrivo del capobattaglione del genio Marescot, accompagnato da var ie brigate di ingegneri e topografi.
Fin dall'ispezione del 13 settembre. Bon aparte aveva notato l'impOJtanza dell'altura del Cairo che dominava il promontorio tra le due rade. L'altura era occupata da 400 francesi al comando dell'aiutante generale Laborde Gli alleati controllavano invece la punta del promontorio con due ridotte. L'Aiguillette e il Balagnier. Invano solleci tato da Bonaparte. Cartcaux omise di rinforzare il Cairo. Così lasciò l'iniziativa ad Hood, che il 20 settemb re vi sbarcò 4.000 anglo-spagnoli.
Il 22 Bonaparte convinse Carteaux a tentare di riprendere la posizione, ma l'assalto. sferrato da poche ceminaia di soldati. si risolse in un fiasco. Il giovane capobattaglione era l'unico. o ltre agli inglesi. ad aver compreso che quella posizione, proleggendo le due batterie costie re che dominavano le due rade e perciò i collegamenti marittimi de ll a piazzaforte, era il vero perno della difesa. Il comandante terrestre alleato. maggior generale Lord Mulgrave, impiegò tutta la mano d 'o pera disponibile, inclusi i forzati . per tagliare gl i alberi ed erigere una nuova gra nde opera, che gli inglesi chiamavano Fort Mulgravc c i francesi "Piccola Gibilterra". Nel frattempo gli alleati fortificarono anche la batteria dirimpettaia di Cap Brun, principale avamposto de l Forte della Malgue.
L'arrivo dei 9.000 italiani (27 settembre- 28 ottobre)
Col sostegno inglese il Piemonte poté nuovamente riarmare la fregata San Vittorio. spedendo a Genova il capitano Ross col suo vecchio equipaggio. li primo impiego della fregata fu il trasporto a Tolone del contingente piemontese, in tutto 28 compagnie e 2.470 uomini. Il comandante era il brigadiere vallesano Francesco Antonio de Bucler (o BueUer), recuperato dalla Sardegna, ma l'incarico di COITispondere con il re fu attribuito a Revel, nominato suo capo di stato maggiore. Il contingente fu spedito in due scaglioni, uno di 16 compagnie granatieri e cacciatori veterani dell' Authion imbarcato ad Oneglia sulla San Vittorio e 5 ve le inglesi e sbarcato il 27 settembre, e uno di 12 compagnie de l presidio di Cagliari imbarcati con Bucler sulla San Vittorio, su l vascello Colossus e su due mercati! i, uno ragusco e uno spagnolo, noleggiati dagli inglesi. Il contingente includeva le seguenti unità:
6 compagnie granatieri dei Reggimenti Saluzzo, Vercelli e Tortona (4° battaglione di formazione. colonnello Ratti e maggio re dc Fora x) l O com pagnie cacciatori dei Reggimenti Saluzzo. Aosta. Piemonte. La Regina e Lombardia riunite in 2 battaglioni di formazione (tenenti colonnelli Incisa di Santo Stefano e Faussone di Germagnano e ma ggio ri d"Auvare e Provana)
2° battaglione Piemonte ( tenente co lonnello Pamparato e maggiore Saverio Saluzzo)
• 2° battaglione dc Courten (colon nello Butler e maggiore De Torrente)
11 granatiere di Piemonte Blandin. c he non aveva potuto imbarcarsi pcn.:hè malato. partì poco dopo su un altro legno. Costretto dal maltempo ad approdare a Genova e non essendogli concesso di attraversare annato il territorio della Repubblica, impegnò i propri effetti per poter raggiungere Dronero. onde il re gli accordò tre mec;i di paga per poter pagare il controvalore dell'equipaggiamento. L'arrivo dei disciplinati soldati piemonte si fu accolto con grande so llievo e g iubilo dai cittadini di Tolone. sommamente angariati dagli spagnoli e già in preda a profondo rancore nei confronti degli
Il 27 settembre da Napoli. agli ordini del retroammiraglio Forteguerri. i vascelli Guiscardo, Sannita e Tancredi. le fregate Arerusa. Miner va . Sihilla e Sirena. le corvette Aurora e Fortuna e i brigantini Span:iero e Vulcano. Comandava il Tancredi Francesco Caracciolo ( 1752-99). Oltre agli equipaggi ( 1.200) le navi imbru·cavano il primo scag lione di 4.000 uomini del contingente napoletano. armato con i moderni fucili mod. 1788. Era comandato dal brigadiere principe Fabritio Pignatelli di Cerchiara e così composto:
300 cannonieri di marina ( tenente colonnel lo Angelo Minichini);
4 battaglioni rinforzati 5 compagnie di 189 fucilieri (2° Re. 2° Rcal Napoli. 1° Borgogna 1° Messapia: colonnelli Micherou\, Arcuo. Sarano e Cusai): l battaglione di forma? ione su 4 <.:O mpagnie di 122 granatieri.
1121 ottobre salpò da Napoli anche i l secondo scag l ione. comandato dal brigadiere svizzero Jean Dani el De Gambs ( 1744-1823). con altri 2.500 uomini c 30 pcai d. artiglieria:
2 battaglioni fucilieri rinforLati ( 1° Re. 2° Borgogna) l divisione del Regg im e nto Illiri co (214 g ranati eri) con funzione di fanteria di marim1 l brigata d'artiglieria da campagna (maggiore d'Ayala c capitano Alc"andro Begani ) l parco d'assedio (m ag giore Savcrio de l Re)
Ben presto Rcvel si rese conto che gli inglesi n on pen savano affatto ad aiutare Vittorio Amedeo a recuperare ina c nei suoi rapporti consigliò ripetutamentc di richiamare il contingente. Ma onnai era impossibile. perchè, allo scopo di risparmiare le proprie truppe , Mulgrave e Gravina avevano destinato i 2.400 sardi e i 6.500 napoletani. tra i quali si trovavano anche alcuni cadetti della unziatella, ai servi7i più gravosi e ri sc hiosi negli avamposti come nelle sortite del 1° c 14 ouobre e del 15 novembre. Bcnchè l'apprezzamento maggiore riguardasse le truppe sarde . Lord Mulgravc che i napoletani erano stati i più valoro si di tutti nella presa del forte di Sant'Antonio. Giovanni Bausan si distinse quale direttore di tiro a bordo dell"Aretusa (Thurn) c poi del Guiscardo (Latour).
L'accordo navale con Firen:e e la trappola della Modeste (8-28 ollobre)
La disponibilità di To Ione aveva reso meno urgente ottenere da Firenze l'uso esclusivo di Livorno e della base militare di Portoferraio e le crociere dci corsari onegliesi e della squadra inglese meno acuta la questione di G enova, da dove. sia pure con gran- de difficoltà, continuavano a partire i rifornimenti per Marsiglia e Vi ll afranca. Ma la resa di Lione ai repubblicani, avvenuta il 9 ottobre ( 18 vendemmiaio. secondo capodanno della Repubblica francese) fece precipitare la situazione. Con chiaro realismo Elliottla giudicava già inimediabilmente compromessa e proprio per questo ritenne di dover urgentemente attrezzare le retrovie in vista di una probabile ritirata. l cannoni di Bonaparte ( 15 ottobre - 30 nol'emhre)
Nel caso toscano il capzioso sequestro giudiziario di un carico di cereali acquistati a Livorno da commercianti eli Tolone offerse il pretesto. L'8 ottobre Lord Harvey trasmise al governo toscano l ' ultimatum di Giorgio Ili che intimava l'espulsione dei francesi a com inciare dall'incaricato d'affari de La Flotte, pena l'apertura delle ostilità contro il porto e la città di Livorno. li 28 ottobre il granduca dovette rassegnarsi a sottoscrivere una convenzione con la quale in cambio del la tutela militare inglese, si impegnava a mettere a disposizione di Hood tutti i propri pot1i senza limitazioni di sorta, nonchè a impedire il ritorno dei francesi espulsi e a collaborare alla cattura degli emissari dei regicicli.
Invece nel caso di Genova, evitando un negoziato prevedi bi l mente lungo e inconcludente, data la rivalità sardo - genovese, la solidità dei rapporti geoeconomici franco -genovesi e la relativa capacità mi l itare genovese. Hood e Elliott giocarono la carta di una brutale provocazione. Il 15 ottobre 3 vascelli e 2 fregate inglesi entrarono nel porto di Genova e una ancorò accanto alla Modeste. Proditoriamente gli inglesi abbordarono l'unità francese catturando parte dell'equipaggio e massacrando quelli che tentavano di fuggire a nuoto. Subito in città la fazione giacobina inscenò manifestazioni di protesta e malmenò l'agente inglese Drake. Naturalmente il senato condannò la violazione della neutralità genovese compiuta dagli inglesi, ma tutto quel che potè offrire alla Francia furono le scuse ufficiali del doge Doria . A Marsiglia i rappresentanti del popolo decretarono stoltamente l'embargo ai bastimenti genovesi, nella certezza che la Convenzione avrebbe reagito alla mancata difesa della neutralità con una controproducente dichiarazione di guerra. Una dichiarazione che avrebbe fatto il gioco degli inglesi. mentre in tutta la Francia e soprattutto in Provenza infuriava la carestia e i rifomimenti assicurati dalla bandiera genovese erano di importanza vitale Perciò Parigi preferì ostentare un'interessata clemenza e si limitò a imporre all'umiliata Superba una riparazione pecuniaria di 4 milioni di genoine.
A Tolone lo stallo sembrava completo. a parte le inutili spal i ate di Lapoype contro la Croix Pharon. Il 30 settembre i francesi avevano infatti occupato 2 ridotte avanzate, ma la notte seguente i brigadieri Skirds e Pignatelli li contrattaccarono su tre colonne, una di 800 granatieri napoletani e 800 spagnoli dal Fo11e Sant' Antonio, una centrale di 500 inglesi, 300 realisti c 800 piemontesi e una di 1.000 inglesi sul fianco sinistro. l francesi, evacuate le ridotte, furono inseguiti alla baionetta dagli ispanonapoletani e dai cacciatori di Saluzzo e Aosta guidati da Incisa. I piemontesi ebbero 5 morti e 30 feriti: si distinsero ReveL Dichat ed Etienne e a de Forax i tolonesi decretarono una corona d'alloro. Guadagnarono la medaglia d'oro, per essere entrati per prim i nelle ridotte, i cacciatori Francesco Scanu "La Granata", cagliaritano. e Giambattista Marciandi di Frassinetto.
Il 7 ottobre, con rarrivo di altri 2 reggimenti inglesi. le truppe alleate '>alirono a 15.000 uomini. TI 14 Mulgravc sferrò una sortita di 4.000 uomini dal forte Malb osquet, con lo scopo di distruggere l'artiglieria nemica. Mentre una colonna effettuava un attacco diversivo su Ollioules. un'altra seguì la costa puntando sulle due temibili batterie di Cap Brcga. Ma le truppe napoletane. che gli inglesi avevano mes so in testa. non dettero buona prova, determinando il fallimento dell'attacco.
Il giorno seguente Lapoypc rispose espugnando la ridotta di Cap Brun. malgrado la tenace difesa del Royal Louis (che perse l 00 uomini su 400) c di l 00 in glesi del 30th Foot. Dovette però cederla a sua volta sotto il contrauacco di 7 compagnie granatieri e cacciatori dci Reggimenti Regina e Lombardia. Si distinse Germagnano, l sergente fu promosso alliere. altri 2 (i l savo iard o Carre! c il sardo Caneda detto "B c llizia") e il cacciatore Dogliani guadagnarono la medaglia d'argento.
La sera stessa del l 5 ottobre. a Ollioules. Ga!.parin presiedette il consiglio di guerra convocato per discutere il piano di attacco elaborato a Parigi dal Com it ato delle fortificazioni. Autore del piano era il generale del genio Jean Claude Le Michaud d'Arçon (1733-1800). famoso per le gigantesche batterie galleggianti con cui undici anni prima aveva tentato di prendere Gibilterra dal mare c c he invece l'artiglieria inglese aveva trasformato in un micidiale rogo. Il piano di d'Arçon richiedeva almeno sei mesi e 60.000 uomini. Bi!>ognava a suo avvi<;o prendere atuitutto le alture del Pharon. poi i forti Rouge e Blanc e quello di Santa Caterina e infine aprire la trin cea sul fronte centrale della cinta cilladina. Bonaparte presentò allora il suo contropiano. TI punto di forza del nemico era il controllo della rada. Ma . prendendo il promontorio dell' Aiguillctte e piazzandovi le batterie, si poteva costringere Hood a reimbarcar<,i c abbandonare la città. piuttosto che rischiare di finire imbottigliato nella Piccola Rada e di perdere così navi c guarnigione. n contropiano suscitò forti riserve da parte degli ingegneri. ma alla tinc Marcscot dichiarò che la presa della Piccola Gibilterra. pur in-,ufficiente di per -.é a determinare la caduta di Tolone. era comunque una condizione necessaria per poter avviare l'attacco dalla parte di terra. Confortato da questo parere. il consiglio di guerra approvò allora il piano di Bonaparte.
Subito cominciò la costrutionc delle batterie che dovevano bombardare la Piccola Gibilterra. Le prime due. sulle alture parallele dci Quatre Moulins e delle Sablettcs, erano fuori gittata. ma dovevano consentire di piauarne altre tre più avanzate ( Hommes '>an<; Peur. Braves e du M idi) a 100 te'>e dal dominante forte Mulgravc.
Intant o i rapporti tra Bonaparte e Carteaux peggioravano continuamente per le continue interferente e gli ordini asl.urdi dell"ex-pittore. come quello di evacuare le batterie della Montagna c dci Sanculotti. Bonaparte si rifiutò di eseguirlo c si mise a rapporto da Gasparin. Quest'ultimo spedì subito un corriere straordinario a Parigi . li 23 ottobre giunse rordine del Comitato di Salute Pubblica che promuoveva Carteaux a generale di divisione, lo richiamava immediatamente a Nizza e lo rimpiazzava a Tolone col generale Doppet (n. 1753). un medico savoiardo. più intelligente ma non meno incompetente del predecessore. 1125. su richiesta di Bonaparte e Saliccti. Gasparin spedì un appello al Comitato di salute pubblica in cui denunciava i pregiudizi di "quella massa di incapaci dello stato maggiore" e gli chiedeva di affidare l'artiglieria ad un generale esperto e di grado su fficiente a farsi rispettare. Dopo lunghe esituioni lo accontentarono nominando Jean Du Teil, un anziano genera le che era stato insegnante di Bonaparte alle scuole ùi Auxonne e Valence e che lo stimava abbastanza per limitarsi a coprirlo con la sua autorità senza interferire nelle sue decisioni. ln attesa del nuovo comandante, fu Lapoype ad assumere il comando, trasferendolo ad Olliou les. L'8 novembre gli alleati. anche stavo lta con in testa i napoletani, fecero una sortita da Fort Mulgrave per distruggere le prime due batterie francesi e riuscirono a prendere di sorpresa quella delle Sablettes, comandata da l capitano Victor. Ma quest'ultima era nel raggio delle due batterie costiere di Cap Brega, le quali costrinsero il nemico ad una rapida ritirata.
Due giorni dopo Doppet e Duteil arrivarono a Ol!ioules L'li novembre i volontari del l o Battaglione della Cote d'Or, in linea di fronte a Fort Mulgrave. lo attaccarono di propria iniziativa. indignati alla vista dei maltrattamenti inflitti ad un loro commilitone catturato da un reparto spagnolo. imprevedibilmente, l'assalto spontaneo ebbe successo trasc inando anche il Reggimento Bourgogne. Accorso sul posto assieme a Bonaparte. Doppet fece intervenire l'intera divisione del generale Brulé. Ma poco dopo, vedendo il suo aiutante di campo cadere morto al suo fianco, fu colto dal panico e fece battere la ritirata proprio nel momento in cui i granatieri stavano arrivando alla gola della ridotta. Una settimana dopo, ill9 novembre. il Conùtato di Salute Pubblica lo sostituì con un vero professionista, l'anziano generale Dugommier il quale un mese prima si era segna lato sulla linea del Varo respingendo alla Giletta l'offensiva austro -s arda di cui tratteremo più avanti.
Nel frattempo Bonaparte continuava il piazzamento delle batte ic: tra il 15 ottobre e il 30 novembre ne eresse l l. con 39 pezzi pesanti conrro il Forte lviulgrave. 9 contro il Forte Malbousquet (a mezza via tra Tolone e il promontorio. s ulla spiaggia settentrionale della Piccola Rada ) e 6 mortai a lunga gittata contro Tolone. Il 25 il consig lio di guerra approvò il piano proposto dal comandante dell'artiglieria: bombardamento massiccio contro le difese del promontorio, attacco diurno contro Forte Mulgrave appoggiato da una diversione contro i l Pharon e infine piazzamento di una batteria aii'Aiguillette per cannoneggiare la flotta nemica con proiettili incendiari.
La sorriw degli Areniers (20-30 novembre)
Ma la stasi delle operazioni e il concentramento degli sforzi contro un promontorio an7ichè contro la città. allarmarono l'opinione pubblica e le soc ietà popolari cominciaono a gridare al tradimento. In questo clima , nel pomeriggio del 20 novembre un gruppo di deputati volle ispezionare una delle nuove batterie, quella della Convenzione. postata al centro dell"ala s ini stra francese . sul colle degli Arenier<;. li compito dei suoi 8 cannoni da 24 e dei suoi 4 mortai pesanti era di battere il fone Malbosquet. ma soltanto al momento dell'assalto fina le alla Piccola Gibilterra. Perciò era stata costruita dietro il ciglione del co ll e, che fungeva da parapetto e dal quale spuntavano appena le bocche da fuoco. Ma i deputati, sdegnati dal silenzio della batteria e sordi ad ogni ragione, pretesero a tutti i costi che aprisse il fuoco. e di conseguenza la rivelarono al nemico.
1128 novembre giunse da Gibilterra il prcstigioso generale O"Hara. anch'egli. comc d ' Arçons . vete rano dell'assedio borbonico del 1782. Dopo una rapida ricognizio - ne. O'Hara decise di eliminare la batteria che martellava Malbosquet c possibilmente anche il parco e i magazzini di Ollioules, per cos trin gere il nemico a togliere l 'assed io e abbandonare la Proven za. Riunita a Malbosqu ct una forza d'attacco di 3.500 uomini. nella notte sul 30 O'Hara mosse su 4 colonne:
500 ingl esi deU' Il th Foot per l'attacco frontale batteria
• 380 granar ieri e cacciatori picmontc•.i ( Rcvel e De Torrente ) di rincal7o a destra. !>opra
Chateau Fourier
• R50 spagnoli di rim;a lzo a s ini st ra
1.000 napoletani ( PignateUi ) c 260 (Royal Louis ) in riserva. anch siniwa
All'alba le colonne raggiunsero il fiume Nuovo (torrente Loz ) dove. al poggio di Mi ssié, g li inglesi piazzarono 2 cannoni per proteggere la ritirata. Pignatelli si attestò ulla riva, sotto il fortino di San t" Antonio. in attesa che le altre due colonne espug nasse ro la batteria ne mica. Guadato il torrent e anglo - spag noli e piemontesi ri sa lirono il colle gettando il grido di guerra. I pochi difensori. colti di sorpresa e non potendo puntare i pezzi contro gli attaccanti a causa del ciglione . furono presi dal panico e fuggirono.
Lasciandosi trasportare dall'entusiasmo. gli anglo-spagnoli inseguirono i superstiti fino ad Ollioules. Du gommier. coadiuvato dai generali Arena e Cervoni. riuscì però a riorgan iz zare le truppe e a contrattaccare ricaccia ndo g li anglo-spagnoli su l ciglione del colle. Le 2 compagnie grana tie ri provinciali di Vercelli. temendo di restare isolate. cedettero dandosi anch'esse alla fuga. Tennero invece 60 granatieri del 2° Piemont e e 80 cacciatori del 2° de Courten: questi so lidi ve te rani di Sardegna co ntrattaccarono anzi alla baionetta assieme a 100 spagnoli e 200 inglesi . consentendo agli altri di inchiodare 5 cannoni.
Intanto Bonaparte raggiunta l'altura di e tro la batt e ria, scese, alla testa di un battaglione. per uno stretto canalone nascosto dalla vegetazione. L a sorp resa fu tale che quando i francesi aperf.c ro il fuoco, O'Hara pensò che si trattasse di un errore della propria ala destra. Accorso per chiarire il presunto equivoco. fu co lpito da una fucilata alla mano destra e catturato da un Sul momento i soldati francesi volevano fucilarlo, applicando il decreto di rappresaglia del l o agosto 1792. che disponeva l'esecuzione immediata degli uffi cia li nemici insigniti di tit o li nobiliari. Naturalmente, per evitare controrappresaglie nemiche. la prassi de!rcscrcito francese era di fucilare soltanto disertori cd emigrati (inclusi nizzardi c savoiardi) ma nel caso di o· l !ara sembra che Bonaparte abbia faticato non poco a salvarg li la vita.
Gli inglesi non si accorsero che il loro comandante era stato catturato. ma la sua li demoralizzò e, non sostenuti dai napoletani. dovettero infine cedere. non senza rifil are a Bon aparte una baionettata di striscio nella coscia. Ripa ssato il Loz. ancora una volta furono i sardi a fare da retroguardia. resistendo per qualche tempo al poggio di Mi ssié.
Comunque i francesi in segui rono gli alleati fino a Malbosquct e tentarono perfino di scalare il muro. el razione si il battaglione delrlsère e Dugomrnier fu leggermente ferito. La sortita costò ai fra nce si 5 cannoni pesanti c 115 perdite. inclusi alcuni prigionieri. Oltre ad o· Hara. l'avanguardia alleata perse un ter/O degli effettivi (200 inglesi e 95 piemontesi) mentre gli spagnoli ebbero 80 perdite. i realisti 20 c i napoletani appena 5 morti e 20 feriti. J benefici de lla so rtita furono di breve durata. pe rchè, rioccupato il colle. Bonaparte vi eresse una nuova batteria. più potente e meglio defilata.
La presa della Piccola Gibil terra ( 14- 17 dicembre) l te mpi della politica e ran o più brevi dei tempi te c ni c i richiesti dal piazzamento delle batterie e dall 'a rri vo dei rinforzi. Le autorità loca li e ra no sempre più pressa te dal timore della ca res ti a, aggrava ta dalle requisizioni per le truppe c he a um e nta vano di giorno in giorno. D al canto loro i rappresentan ti del popolo presso l'Armata pavemavano le ire di Parigi per l'apparente stallo delle operationi. per non parlare de lle terribili conseguenze personali di un eventuale Così ai pri mi di dicembre. da M arsiglia . Fréron c Barrali credettero di cautela rsi sc rivendo alla Convenzione che le cose andavano per le lunghe e suggerendo di ordinare la ritirata oltre la Durance, come aveva fatto Francesco l all'epoca d e ll ' in vasione di Ca rl o V. Abband onare la Pr ove nza - scrisse- so ltanto sca ri ca re s ul nemico l'onere di nutrirl a durante l'inverno e po te rla facilmente recuperare dopo il racco lto. La loro lettera era già da vari giorni all'esame della Convenzione qu a nd o g li inglesi evac uar o no To lone. Gli autori scamparono la ghig li ottina soltan to spergiurando di non ave rl a scritta, che si trattava di un apocrifo. l francesi contavano su ll a l>Orpresa perché i difensori di Fort Mulgrave, per sott rarsi al bombardamento. erano accampati fuori delle opere. M a. contrariamente alle speranze degli attaccan t i. i posti avanzati funzionarono egregia mente, iniziando la fucileria già al piede della collina e consentendo al grosso di accorrere ai posti di combattimento. In pochi minuti !"intensa fucileria c il tiro a mitraglia inchiodarono mille uomini della prima ondata e Du gommier si sentì perduto. vedendosi già sul patibolo. A sa l va re la situaz ione fu il cap itan o Muiron, aggiunto di Bonaparte. il quale conosceva perfcuamentc il terreno. Alla testa di l bauaglione di cacciatori, seguito a tiro di fucile dalla colonna di riserva. Muiron salì la co llin a sfruttandone abilmente le sinum.ità. E. sboccati quasi incolumi ai piedi del forte. i cacciatori penetrarono facilmente per le cannoniere. scannando s ul posto tutti i se rventi. l difensori riuscirono a ricacciarli. ma furono presto sop raffatti dalle ),UCcessivc ondate nemiche.
F rattanto, con l'arrivo di 2.500 granatieri e cacciatori scelti distaccati dall'Armata del Varo. le forze francc!>i raggiunsero i 28.000 uomini. il doppio degli alleati. Il 14 dicembre . a segui to di una ricognizione condotta con Bonaparte e Marescot. Dugommicr fece aprire il fuoco di preparazione co ntro la Piccola Gibi lterra , difesa da 3.000 tra s p ag noli, can nonieri inglesi e reparti del 2° Pi emonte col maggiore Saluz.:o. Per tre giorni 30 ca nn o ni e 15 m ortai la marte ll a ro no co n 8.000 bombe. Ma il 16 . proprio la vigilia dell'atta cco, s i sc atenò una pio gg ia to rre nz ia le e molti uffi c iali ritennero impo ss ibil e a ttacca re in quelle condi zioni. Su ri c hi es ta dei deputati della Co nvenzione in Prove nza si tenne cosl ad Olli o ul es un nuovo consiglio di guerra , dove anche Du gommier apparve propenso al rinvio. Fu Bonaparte a insistere e a convincere che la pioggia non non ostacolava. ma anzi facilitava !"attaccante.
Così alle 4 del pomeriggio 6.000 uomini lasciarono gli accampamenti per concentrarsi a mezzanotte nella base d'attacco il villaggio co ti ero della Sei ne. a Nord del promontorio. Ali" una di notte del 17 dicembre partirono 4 colonne. due deboli sui fianchi del promontorio per bloccare le ridotte costiere, una in riserva e la quarta, formata dalle truppe scelte d e l ge nerale Laborde. co n Dugommier in testa per attaccare la P icco la G ibi !terra Bo napart e e ra co n l a colonna dista ccata s ull ' Aigui llette. Contemporaneamente Masséna attaccava nel settore del Ph a ro n. ment re altre due co lonn e bloccavano eventuali so rtite dci napoletani dai forti Sant'Antonio c Malbosquet.
Subito i cannoni furono voltati sulle ridotte costiere. Tre ore più tardi i deputati presentarono a Fort Mulgrave co n le s pade sgua in atc a ri vendica re la loro parte di gloria (si disse. falsamente. che avevano marciato alla testa delle truppe).
Il reimbarco degli alleati ( 17-19 dicembre)
AH" alba del 17 i francesi occuparono le ridotte d eli" Aiguillette e del Balagnier. già evacute via mare dal nemic o . Bonaparte contava di poter da queste aprire il fuoco suJJa flotta inglese già a meuogiorno. ma dovette constatare che le batterie espugnate non erano adaue. pcrchè le due grosse torri di ma!toni che custodivano la gola delle ridotte erano troppo vicine alle piattaforme dei pezzi. accrescendo la vulnerabilità dei serventi alle schegge e al probabile rimbalzo delle palle nemiche. Fu quindi giocoforLa piantare nuove batterie sulle alture sovra-;tanti le due ridotte c attendere il martino seg uen te per aprire il fuoco. Ciè> consentì a Hood di limitare i danni dando o rdine ai vascelli di levare le ancore c la rada. Fallita un·ultima sortita generale, il co nsiglio di guerra alleato approvò il reimbarco immediato proposto dall'ammiraglio. nonostante. sem bra. il diverso parere di Langara. Le opcnvioni furono ostacolate dal fuoco incessante delle bauerie francesi. che provocarono avarie a molte unità da gue rra e affondarono molti tra spo rt i carichi di truppe.
Masséna si gcuava intanto sul P haron. imc'>tito dalla Brigata Mouret. Germagnano ne respinse vari assalti, poi. C),auritc le munizioni, lottò coi e i calci dci fucili. Infine. piuttosto che l'onta della resa ai rcgicidi. andò a cercare eroica morte in mezzo al nemico con un"ultima carica alla baioneua. tamburino piemontese Manera. detto "La Fortuna". guadagnò quel giorno la medaglia d'oro servendo un peZ70 da 5 e ),alvandolo assieme a 2 camerati. Intanto la Brigata Garnier. e),pugnate le rid otlc di Sam·Antonio e Sant'Andrea. accaniva contro Malbosquet, tenacemente difeso dai napoletani, infine piegati dall'arrivo di Mourct
Occupato Malbo squct. nel tardo pomerigio del 18 Bonaparte cominciò a anche da lì contro i baluardi della pia7.7a. In atl.:Sa dei p · ai. impiegò g li obici per bombardare il porto. il n.: imbarco. A contro gli assalti di Lapoypc rimase la grossa Torre San Lu igi. cinta dal mare. occupata dal2° Piemonte del maggiore Saluzzo. col sostegno esterno dci granatieri del marchese C'o:.ta di Beaurcgard. Poi i piemontesi ripiegarono al forte della Malgue riunendosi a Revel e ai cacciatori del maggiore d"Auvan;. Il maggior generale David Dundas. comandante della Malgue. elogiò Saluvo, Re vel c l"ufficiale Napione.
Nella notte sul 19 gli inglesi fecero ..,altare l'Arsenale ( Fort Poné ) e incendiarono 13 vele francesi (9 vascelli da 74 e 4 fregate). Non potendo più reg gere il mare. fu data alle fiamme anche la vecchia fregata sarda. sostituita dalla fregata ex-francese A/ceste. Nella fretta di abbandonare la San Vittorio. Ross dimenticò a bordo la cas:-a reggimentale. rccuperata però dal granatiere di Saluuo Accomanno. che fu per tal fano decorato di medaglia d'oro. Ai borbonici toccò invece la gabarra Lmnpreda. Tra il divampare degli incendi, al mattino del 19 la flona alleata salpò. dimenticando a terra gli ultimi 400 soldati napoletani. P oco dopo la alle 9 del mattino. la formazione della squadra alleata fu sconvolta da una violenta libecciata che la cost rinse a rifugiarsi allargo delle Isole di Hyères. Qui si provvide a riordinare per nat ionalità le truppe confuse dal tumultuoso reimbarco.Mentre il Sannita faceva vela per Napoli (dove giunse il 17 gennaio) il resto della squadra borbonica. che imbarcava 400 notabili realisti e la fanteria italiana. raggiunse La Spetia per sbarcare i piemontesi. TI 2 febbraio sbarcò a Gaeta i napoletani e rientrò a Napoli nel marzo 1794
Revel fu promosso tenente colonnello. Oltre alle 6 medaglie al valore concesse alla truppa. il tenente colonnello Pamparato. i tenenti Paoletti c d'Aibion e i sottotencnti Valfré. Radicali e Toni n i ebbero la menzione onorevole. Per combattimenti e malattie. il contingente piemontese perse più di un terzo degli effettivi (250 morti e 50 prigionieri più 600 feriti e malati evacuati) e materiali per un valore di 213.000 lire. Le perdite napoletane furono inferiori a un decimo degli effettivi (200 morti e 400 prigionie ri ) ma il contingente lasciò a Tolone metà dei cannoni (15 su 30) nonchè tutti i cavalli e tutto il materiale logistico.
Quanto a Tolonc, Hood l'abbanò alla feroce vendetta rivoluzionaria. Su una popolazione di 20.000 abitanti vi furono in tutto 800 esecuzioni sommarie seguite più tardi da altre 300 condanne a morte. Secondo una fonte inglese. lo stesso Napoleone falciò a cannonate. nella piana grande di Tolone, alcune centinaia di cittadini realisti e galeoni liberati. Scamparono invece i \Oiontari evacuati dagli inglesi e dagli spagnoli. l 92 granatieri del Royai - Louis (capitano Boisgclin) furono poi impiegati come marines sull'HM$ Terrible e i 150 cacciatori come co rpo franco in Corsica. Nel giugno 1794 i 300 fucilieri furono incorporati nel nuovo reggimento di emigrati organizzato in In gh ilt eJTa dal conte d' Hcrvilly. che da loro fu nominato anch'esso RoyalLouis c che nel lu g lio 1795, dopo lo sbarco di Quiberon, finì quasi interamente massacrato dai repubblicani. Più fortunati furono gli emigrati al servizio spagnolo (RoyaiProvence), che nel giugno 1794 vennero aggregati con la Lcgion Catholique et Royale des Pyrénées a formare la nuova Legion de la Reine. a sua volta incorporata nel 1796 nel nuovo Reggimento Borbon. el gen naio 1794. sciolta l'Annata di To Ione. Dugornmicr fu ferito a comandare quella dci Pirenei c i reparti distaccati rientrarono alle Am1ate delle Alpi e del Varo. Ai primi di gennaio Bonaparte. promosso generale di brigata. ebbe il comando dell'artiglieria dell'Armata del Varo. avendo come aiutanti di campo Marmo nt ( 1774-1852) e .Junot ( 1771-1813) c con l'incarico di ispezionare e ammodernare la difesa costiera della Provenza, dalle Bocche del Rodano a Nizza, inclusa quella delle isole di Hyères.
L A Corsica
L inglese della Cor\ i ca ( 7 febbraio-l O Gf!.OSto 1794)
L'TnghilteJTa compensò la perdita di Tolone con l' occupa7io ne della Corsica. Nel gennaio 1794 la guarnigione francese finì assediata dagli insorti nelle piazze costiere c. per averne ragione. Pa oli offerse l'alta sovranità dell'l-;ola a re Giorgio
111. La squadra lasciò allora Livorno e il 7 febbraio sbarcò il generale Dundas con 5 reggimenti inglesi e le 2 compagnie cacciatori del Royal Loui s. S. Fiorenzo s i arrese il 17 febbraio. ma l'attacco contro Bastia si rivel ò più difficile del previsto. suscitando aspre divergenze fra il cauto Dundas c il Hood. complicato dall'imprecisa definizione delle rispettive competenze. Dundas finì per rinunciare al proprio comando quando Hood minacciò di chiedere al re di nominare un comandante supremo del l'operazione combinata contro lntanto , con 26 vascelli. Howe dava la caccia ad un convoglio francese di 130 mercantili salpato dagl i Stati Uniti in aprile nonchè alla sq uadra francese di YillaretJoyeu se che gli era andata incontro da Brest. Il ·'glorioso Primo giugno·'. allargo di Sant'Elena. How e affondava 7 vascelli nemici costringendo gli altri a tornare a Brest, ma il convoglio potè comunque ra ggi ungere incolume la Francia. Meglio andarono le cose nel Mediterraneo: la spedizione francese in Corsica fu annullata quando la sq uadra di H ood costri nse i pochi vascelli di Martin a chiudersi nel Golfc Juan. dove rima:-..ero bloccati per cinque mesi. Bastia cadde il 20 maggio e il IO agosto toccò a Calvi arrendersi a Horario Nelson ( 1758- 1805) comandante dell'Agamennon.
Un'Assemblea generale riunita a Corte e dominata da Paoli deci se di costituirsi in regno sotto sovranità inglese. Tuttavia. ostacolato dalle faLioni interne, Paoli non riuscì nell'intento di ottenere l'ufficio vicereale, allribuito invece ad Elliot, e nell'Ottobre 1795. cedendo alle pressioni inglesi, dovette ritirarsi a Londra. Il governo fu assunto dal segretario di stato Pozt o di Borgo. li succes ore di Hood ammiraglio Hotham. ebbe così a disposizione la base di San Fiorenzo. meno attrezzata di Livorno ma. a diffcrcrv.a di questa. posta sotto la diretta sovranità inglese c più vicina alla costa nemica.
Gli inglesi l'esperienza della breve campagna del 1794. I nfatti la solidità della vecchia totTc c ircolare di Mortella, difesa da 38 uomini con 3 cannoni e atTesasi il IO febbraio 1794 dopo due giorni di bombardamento, suggerì al War Office un nuovo modello di fortificazione costiera, denominato, storpiando il nome corso Martello tower. Fra il l 805 e il l 812 ne furono costruite ben l 03 lungo le coste del Susscx, Kent cd Essex. ma moltrc altre sorsero nelle Iso le del Canale. in Irlanda (baia di Dublino ). in Canada. nelle i ndie Occidentali e a Minorca.
La ri1•olw di Cagliari (aprile-giugno 1794) l in glesi in Corsica furono però wrbati dalle vicende della Sardegna. sguarnita dalle truppe impie gate a Tolone e destabilizzata dalla ribellione autonomista dalla rivalità tra Cagliari c Sassari c da una serie di w multi e massacri antibaronali innescati dalla gravissima crisi economica. Nel maggio 1793 gli Stamenti avevano cercato di ri sc uotere il credito ottenuto con la vittoriosa resistenza delle milizie sarde spedendo a Torino una delegazione con richieste autonomiste. L'accoglien1:a di Vittorio Amedeo fu però talmente deludente che nell'aprile 1794 i cagliaritani insorsero. Il 28 la folla invase il castello disarmando la guarnigione e puntando i cannoni contro la fregata Alces1e (San Viuorio). che stava rientrando in porto dopo una missione di pattugliamento. Balbiano. con tuui gli ufficiali e i funzionari fu imbarcato a forta sul convoglio mercantile veneziano in partenza per Livorno. Vi furono imbar cati anche i 2 squadroni di dragoni di Sardegna e le compagnie franche, mentre al Battaglione svizzero Schmidt. che non aveva contrastato il moto popolare. fu di riparare in Corsica sotto la protezione inglese.
Poco prima della parten1.a del convoglio des Gcncys riuscì. grazie a un travestimento. a prendere contatto con Balbiano. ma l'ex-\ iccré gli ordinò di evitare reazioni L. A/cesie salpò poco dopo col favore delle tenebre. scrua però poter raggiungere il convoglio. Respinta la proposta di des Geneys di raggiungere Chevillard alla Madd alena per riunire tutte le forze navali Ross proseguì comunque per Livorno, dove ricevette l'ordine di mettersi a di sposizione della flo tt a inglese e cooperare alle operazioni in Corsica. Infatti. ras sicura t a dalle profferte di fedeltà fatte dagli autonomisti. Torino decise saggiamente di ingoiare il rospo limitandosi a sostituire Balbiano col marchese Vi valda. Peraltro. non potendo né sostituire né reintegrare i vecchi ed esperti funtionari. il conte Grancri non poté ripristinare nelr l sola nessuno dci preesistenti serviLi amministrativi. Poté comunque recuperare i 400 dragoni c caccia t ori franchi sbarcati il 7 maggio a Livorno. seguit i più tardi da l ufficiale e 60 sv i zLc ri . Fu quella l'uni ca aliquota de l Battaglione Schmidt rc cuperata dal Piemonte. perchè il resto aveva già disertato durantc il in Corsica. invogliato dal maggior so ldo offerto dagli inglesi. i quali avevano bisogno di truppe per l'assedio di Calvi.
La carrura de//'Alceste (8 o IO giugno 1794)
L" A/ceste. giunta a Bastia proprio per recuperare il Battaglione sviucro. fu dunque rispedita vuota da Hood a portare ordini urgenti alla divisione dell'ammiraglio Hotham che. nelle acque di bloccava la squadra dell'ammiraglio franco-canadese Pierre Martin ( m. 1820). A mezzogiorno dell'8 (o del l 0?) giugno. a largo di Fréjus. la fregata sarda 14 vcle scambiandolc per inglesi. Riconosciuta da ll a forma la loro vecc hia fre gata catturata dai sa rdi, i coprirono le polene per nascondere i berretto fr ig io c lasciarono avvicinare la preda disponendosi lentame nte a semicerchio.
Giunta a 15 miglia dal capo dell' Isola del T itano. la vedetta Scoffier e l'aspirante Albini -,corsero le polcnc velate e la forn1a non britannica delle navi e avvertirono il barone des ordinò allora la' irata verso Capo Cor!>o. fidando nella maggior velocità della fregata. ma dai due la t i le fregate Junon c Boudeuse da 40 e 36 cannoni, soste nute dai vasce lli Scìpion e Tonnam da 80, innal1.arono il Tricolore rivolu7ionario e la Junon la prima bordata. La distanza ridu sse i danni ma per due ore l'A/cesie fu cannoneggiata dalla Junon che finalmente riuscì ad abbattere l'albero di trinchetto. mentre la Boudeuse (capitano Charbonnière) l'assaliva da prora sostenuta dal Tonnant. Prima di arrendersi. Ross si vendicò della Boudeu.\e e. con tiro più rapido e preciso di questa. le distrusse l'alberatura e la costrinse ad allontammi con 45 perdite.
Trasbordato su l Sancufolle. l' equ ipaggio sardo fu interrogato personalmente da Martin , poi sbarcato a Golfc Juan, tra percosse c minacce di morte quali "agenti di Pitt". Tsoli ufficiali furono liberati sulla parola 1795 potendo rimpatriare soltanto alla conclusione della pace. Recuperata dai il7 marzo 1795 I'Alcesle contribuì alla cattura. nelle acque dell'Elba. del vascello inglese 8e1wick. ma sei giorni dopo. alla battaglia di Alassio. fu nuovamente catturata dal nemico assieme ai vascelli ça Ira e Censeur.
Nota sulle truppe anglo -corse (oltobre 1794- giuRnO 1797)
Responsabile della difesa del Regno di Corsica rimase il tenente genera le Stuart, che aveva alle dipendenze il colonnello Green. Ispettore delle truppe levate in Corsica c il conte Colonna Cesari Rocca, comandante generale della milizia e della gendarmeria. La forza del nuovo esercito anglo-corso era prevista su circa 2.000 uomini. A partire dall" ottobre 1794 vennero costituiti i seguenti corpi:
3 BaltaRiùmi Anglo - Coni (l 0 Quenza. 2• Colonna di Lcca. 3° Giampietri) ciascuno di IO compagnie e 529 effettivi (tutti corsi inclusi gli ufficiali -.uperiori ) Completati il 15 marLO 1795. i battaglioni erano di guarnigione a Bonifacio, Aiaccio e Corte. con magazzini a Ba stia e distaccamenti a San Fiorenzo. Vi vario e Torre di Viaavona Benchè in vari distretti (Casinca. c Tavagna) si aperta propaganda per la e la forLa dci banaglioni si di oltre un terLo (329 il J• c 315 il 3° ). nel giugno 1795 venne deci:,a la di un 4° battaglione. attivato a settembre.
• 2 Plmnni di Dragoni Leggeri Corsi. cia!.cuno di 35 uomini più 4 ufficiali inglesi e 2 corsi. Il reparto non fu però mai completato e fu subito afflitto dalle diserzioni. che già nel luglio 1795 l'avevano ridotto ad appena 12 dragoni. obbligando gli inglesi a licen1iarlo. Gendarmeria Reale AnKin -Corsa. comandata dal tenente colonnello Colonna di Leca, che si avvaleva del rinfor1o di 32 compagnie franche di mili.da nonchè del prcesistcntc servi7io di custodia del litorale. Il 4 mano 1796 la gendarmeria conta\ a 4 compagnie di 50 uomint. La più auiva era quella di Aiaccio (capitano Casanova e tenente Banoli) ma nell'aprile 1796 due compagnie furono accerchiate e disarmate dai ribelli a Bocognano c gli ufficiali (capitano e tenente furono come traditori al inglese Nel luglio 1796 si decise di riordinare la gendarmeria su 12 compagnie. con 38 ufficiali e 600 uomini al comando del tenente colonnello Peraldi.
• Regg imento deii'Cnione (Cnnican Regiment o Smitll :,. Tlle Union Regimem of Foot ) reclutato nell'aprile 1795 al comando del colonnello Gcorge Smith e completato i l 16 settembre con la forza di 20 ufficiali (l l inglesi e 9 e 654 uo mini. di cui 54 i. c italiani. Dopo essere stato impiegato in compiti di polizia militare. nel marLo 1796 il battaglione prese guarnigione a Bonifacio. dove il24 giugno contava ancora 546 effettivi.
Per rinforzare il contingente inglese. ridotto al 18th Foot e ai 150 cacciatori francesi di Tolone French Chasseurs ) . nel febbraio 1795 un emigrato francese. il cavaliere De Corn, su offerse di reclutare 2 battaglioni di mal tesi. Tuttavia il reclutamento non fu autorizzato dall'Ordine per non violare la propria neutralità e si ai soli maltesi residenti in Corsica. con i quali si poté formare a stento una compagnia di artiglieria. In cambio nel l 'estate 1795 Edward Dillon e da altri due ufficiali della Brigata Irlandese dell"Armée Royale reclutarono in Alta Italia 1 battaglione di 750 uomini. Gli ufficiali erano quasi tutti emigrati e franco - irlandesi, ma questi ultimi formavano solo un quarto della truppa: il resto consi-;teva soprattut- todi italiani c tedeschi. con aliquote di croati e corsi. ;-.lell'iO\erno <>eguente fu reclutato un 2° battaglione. nel quale furono incorporati i tedeschi del Reggimento Jerningham. uno dei 5 corpi dell'Armata dci Principi francesi disciolti in Svevia nell'ottobre 1795.
112° Dillon giunse in Corsica il 22 aprile 1796 assieme a 1.238 svizzeri (e alemanni) reclutati nella primavera del 1795 dal barone dc Roll, già capitano delle Carde.\ Suisses e uno dei pochi sopravvissuti al massacro delle Tuileries. Il Re ggimento, reclutato per l'Armata dci Principi e inizialmente stanziato nel Wurttemberg. era stato infatti assoldato dagli per rinforzare la Corsica c, attraverso Costanza e il Tirolo. trasferito a Mantova. dove avrebbe dovuto proseguire per imbarcarsi a Trie'>te. Vene7ia. per non irritare i francesi. non volle però concedere il passo. e così sia gli svizzeri che il 2° Dillon dovettero attraversare il territorio pontificio per imbarcarsi a Civitavecchia. Una volta giunti in Corsica. i due battaglioni svizzeri furono -.tantiati il l o a Bastia c il 2° ad Aiaccio. Benchè meglio di sciplina to del Reggimento Dillon (i cui eccessi suscitarono varie proteste dell'arcivescovo) anche quello svizt.ero fu presto assai indebolito dalle diserzioni, compensate solo in parte dall'incorpora:t.ionc degli svizzeri del battagl ione Schmidt che due anni prima avevano disertato il servizio sardo per pa<>sarc a l soldo inglese.
È da notare che i 5 battaglioni ( 18th Foot. l o e 2° Dillon. l 0 e 2° de Roll) di guarnigione in Corsica costituivano. assieme ai 4 di presidio a Gibilterra. le uniche truppe inglesi nel Mediterraneo. pari ad un dodicesimo dell'intero esercito britannico. forte. nell'ottobre 1795. di 105 battaglioni e 50.000 uomini. poco più dell'Armata '>arda.
Il 6 giugno 1796 i 4 battaglioni anglo -corsi vennero concentrati a Corte per prendere parte alla spedizione dell'El ba e furono contratti su 2 !>O l i battaglioni e 2 compagnie 1.celte ("flank") al comando del tenente colonne ll o inglese Pringle. Numerosi ufficiali c sottufficiali corsi vennero licen ziati c sostituiti da personale britannico. Solo una parte del2° battaglione anglo-corso giunse però il 171uglio all'E lba , pasagli ordini del governatore inglese Montrésor. ln agosto il resto delle truppe corse ( 1.000-1.500) fu riordinato in compagnie franche, che in ottobre rifiutarono in massa di seguire il reimbarco del 18th Foot. come del resto fecero anche molti soldati dci Reggimenti Dillon c de Roll.
A parte alcune donine di ufficiali. l'unica unità organica anglo-corsa che si imbarcò per Portoferraio fu il Reggime nto Unione. Si pensò initialmente di ricoMituirlo versandovi le aliquote del 2° anglo-corso già trasferite nell' Isola a luglio. ma nel maggio 1797, quando l'Elba fu evacuata dagli inglesi in cambio dell'evacuazione francese da Livorno. si preferì sciog li ere anche quest'ultima unità versando la nel Reggimento Dill on. Il 26 giugno 1797 la compagnia di cannonieri maltesi, ridotta a 4 ufficiali e 71 uomini. venne con una analoga di 5 ufficiali e 58 cannonieri francesi. formata dai superstiti di Tolonc. Nuove unità furono poi costituite nel 1799.