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Introduzione

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Bibliografia

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Oltre duecentocinquant'anni di storia, dalla grande tradizione sabauda alle nuove frontiere del peacekeeping internazionale. La Scuola di Applicazione e Istituto di Studi Militari dell ' Esercito di Torino, oggi è l'unico Istituto di studi superiori militari della Forza Armata al quale competono la formazione e qualificazione di base e la qualificazione superiore di tutti gli Ufficiali dell'Esercito Italiano. Anche la formazione degli Ufficiali a Nomina Diretta, del Ruolo Speciale e della Riserva Selezionata, entra nelle competenze d eli 'Istituto. In tale ampiezza di offerta formativa, si pone come punto di riferimento di eccellenza accademica nel panorama nazionale e non solo. La recente rifonna delle Forze Annate italiane, in linea col mutamento degli scenari globali , ha posto come obiettivo primario la creazione di professionisti in grado di assicurare la pace nei luoghi più lontani e difficili. In questo la Scuola di Applicazione di Torino, grazie alla relazione sempre più stretta con le università e il mondo civile, da Istituto a carattere prevalentemente tecnico ha virato verso un approfondimento nel settore delle Scienze strategiche. Una serie di nuovi corsi specializzati mettono quindi a disposizione dei frequentatori le più moderne tecnologie, una visione geopolitica a largo raggio e al passo con i tempi, tenendo comunque ben presenti i valori morali , spirituali e patriottici su cui si basa lo stesso Esercito Italiano. La capacità e il prestigio dell ' Istituto affondano le loro radici in una solida tradizione ancorata alla nascita dello Stato Sabaudo e ad un rapporto di proficuo scambio con la città di Torino che trova nel Palazzo dell'Arsenale, voluto nel 1736 da Re Carlo Emanuele Ili , il suo imponente testimone: elegante opera architettonica e moderna fabbrica d ' artiglieria, scuola militare prima nel suo genere in Europa e laboratorio scientifico. Tutto nasceva dal rafforzarsi dell'indipendenza del neonato Stato Sabaudo che portava alla realizzazione di un primo arsenale nel XVl secolo e di due scuole militari: la Regia Accademia nel 1678 e le Regie Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazione nel 1739. Da queste basi ebbe sviluppo il progresso scientifico e tecnico della stessa città: l'Arsenale formava in egual misura operai specializzati nella manifattura dei metalli e rampolli delle più importanti casate europee attirati dall'eccellenza degli studi. Da una parte la sua fabbrica contribuiva in modo determinante allo sviluppo dell'industria metallurgica e meccanica torinese e, di conseguenza, italiana (una parte dei suoi operai specializzati transitarono nel 1899 nella neonata FIAT). Dall'altra Je sue scuole davano alle stampe manuali scientifici adottati neg l i istituti militari russ] , francesi , prussiani e portoghesi mentre il suo corpo insegnante costituiva il nucleo fondatore della Reale Accademia delle Scienze. Tanti i nomi di spicco che hanno contribuito alla fama dell'istituzione torinese, nelle sue molteplici fasi di vita. Tra i docenti, si distinguono scienziati e intellettuali come Lagrange, Saluzzo, Plana, Menabrea, Bertola, Cavalli , Burzio mentre tra i tanti allievi, ben 29 (tra cui Cavour) furono Ministri del Regno di Sardegna e altri 29 vennero nominati Ministri del Regno d ' Italia. Tra gli altri allievi de li 'Istituto figurano i grandi Generali delle due Guerre:

5- L a 'Sala del Plastico ' ospita un modellino in scala dell'edificio.

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Lamannora, Cadorna, Diaz, Badoglio, il beato Fàa di Bruno, il pioniere dell'aeronautica forlanini e lo scrittore Perrucchetti (ideatore degli alpini).

La Grande Storia passa quindi , in un viaggio affascinante e drammatico, attraverso le splendide mura del Palazzo, nelle vicende degli uomini che qui vennero educati ad alti ideali e a un generoso spirito di sacrificio. Uomini che diedero il loro contributo personale all ' Unità d'Italia, alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale, alla Resistenza (dai valorosi fatti della Scuola di Applicazione di Parma, alla silenziosa sofferenza degli internati militari), sino alla ricostruzione dello Stato italiano nel dopoguerra e all'affermazione della credibilità delle nostre Forze in missione all'estero per sostenere la ricostruzione dei paesi ed il ritorno della pace. Sono oltre 5000 i caduti della Scuola , dalle Guerre d'Indipendenza a oggi.

Pace è la parola chiave di questi tempi tormentati, la parola che non a caso l' indimenticato Papa

Giovanni Paolo II ha usato nel benedire i giovani Ufficiali in occasione della sua visita del 1988 alla Scuola di Applicazione: "Siate convinti di svolgere un compito di pace". Un invito che oggi più che mai è realtà.

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