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CAPITOLO v La storia della Scuola - Parte Prima

La Scuola di Applicazione e Istituto di Studi Militari dell'Esercito deriva dalle Scuole di Applicazione delle Armi di Fanteria, Cavalleria, Artiglieria e Genio che, ricostituite a Torino nel 1949 e riunite nel 1951, sono state dislocate nell'attuale Palazzo dell'Arsenale e poste sotto un unico comando con la comune denominazione di Scuole di Applicazione d'Arma. Fondate tra il XIX secolo e l'inizio del XX, traevano la loro origine da preesistenti Istituti di formazione sorti in Piemonte a partire dal XVHI secolo La Scuola attuale affonda quindi le sue radici in un passato ricco di sto ria e di cultura, si intreccia con le vicende dello Stato Sabaudo prima, e della nascente nazione italiana poi, e vanta con orgoglio l 'eredità dei grandi personaggi che l'hanno frequentata e resa celebre in tutta Ew·opa: illustri intellettuali e scienziati, da Lagrange a Cavalli e Burzio , grandi politici come Cavour e Menabrea, Generali che fecero la stmia d'Italia, da Lamarmora e Cadorna, a Diaz e Badoglio. Dalla fine del XV secolo l'introduzione delle artiglie1ie s ui campi di battaglia aveva completamente rivoluzionato il modo di intendere il combattimento e, di conseguenza, le tecniche difensive. Accanto al coraggio e al valore individuale andavano progressivamente crescendo d'importanza l'ingegno e la tecnica, cosicché il XV I secolo vide un fiorire di studi e spe rimentazione stù le nuovi armi. Dallo sviluppo e dal perfe z ionamento della tecnologia militare derivava , perciò, la necessità della formazione di nuovi militari professionisti , preparati scientificamente e tecnicamente. l moderni soldati dovevano essere in grado sia d'impiegare al meglio l e nuove armi , sia di realizzare efficaci opere di fortificazione, grazie a un ' approfondita conoscenza dei principi di balistica, topografia , metallurgia e meccanica, arte fortificatoria e tecniche di raffinazione della polvere da sparo

Ta le necessità, che porterà poi nel Settecento alla fondazione dei più importanti Istituti militari europei, fu avvertita già nella seconda metà del XVI secolo da Emanuele Filiberto di Savoia, il quale , nell'opera di 1icostruzione e rafforzamento del suo ducato divenuto indipendente nel 1559, gettò anche le basi dell'organizzazione dell'artiglieria mediante la creazione a Torino di una "schola et compagnia di bombardieri" e di un arsena le con annessa fonderia di cannoni. La riforma attuata nel 1726 dal Re Vittorio Amedeo II , in cui l'artiglieiia e gli ingegneri venivano militarizzati, sanciva l'innovativo principio secondo il quale l 'a mmissione ai posti di co mando dell 'Artiglieria e del Genio non dovesse avvenire soltanto per concessione regia , ma fosse subordinata a provate capacità intellettuali e scientifiche. Quindi alla prima scuola militare di Torino, la Reale Accademia cost ituita nel 1678 , si agg iun sero nel 1739 le Regie Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazione volute da Re Carlo Emanuele liJ di Savoia.

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Le Regie Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazione (1739-1815)

Istituite in Torino con regio viglictto del l 6 aprile 1739 , vennero poste sotto la vigilanza del Gran Mastro di Artiglieria e divise in Scuola di Teorica e Scuo la di Pratica. I:Istituto aveva lo scopo di garantire un alto livello qualitativo alla preparazione tecnico-scientifica di artiglieri ed ingegneri. Nella Scuola di Teorica, che pare avesse la sede in con trada dell'Accademia (oggi via Verdi), si insegnavano matematica, artiglieria e fortificazione, architettura , topografia e le va rie tecniche per adoperare l 'a rtiglieria La Scuola di Pratica, s ituata i n un poligono di artiglieria oltre il Po, prevedeva l ' insegnamento del tiro con il cannone, il getto di bombe ed altre attività pratiche. Le Scuole, in cooperaz ione con l'Arsenale che intanto era stato ampliato e potenziato con la costruzione nel l 736 del nuovo complesso, diventarono il centro propulsore intellettuale e industriale della Torino di allora. L'abate spagnolo Juan Andres, nel 1791 , riferendos i a Torino scriveva che alle Scuole di Artiglieria e Fortificazione ( nel frattempo trasferitesi all'Arsenale intorno al 1780) si devono "i meravigliosi progressi che a Torino hanno fatto le scienze naturali" e che esse sono "la cu lla della Reale Accademia delle Scienze. Per questo si vede a Torino. diversamente da qualunque altra città, essere militari la maggior part e dei membri del/ 'Accademia delle Scienze ". Le Scuole Teoriche e Pratiche costitu irono una grande novità n el panorama europeo proponendo un modello di educazione militare completa che formava nella stessa persona l'artigliere e l'ingegnere. La loro fama internazionale venne inoltre assicurata dall 'asso luto prestigio degli sc ienziati e degli intellettuali che vi insegnarono. A cominciare dal primo Direttore delle Scuole, Ignazio Bertola (figlio adottivo dell'ingegnere militare Antonio Bertola) , che si affermò quale geniale ideatore delle principali opere di difesa realizzate in Piemonte nella prima metà del XVTif secolo, oltreché come valoroso soldato in tutte le operazioni di assedio, in patiicolare quelle per la liberazione di Alessandria e Valenza.

Fra g li insegnanti di maggior prestigio della Scuola Teorica spicca la figura di Luigi Lagrange, affiancato da altri insignì studiosi come Angelo Saluzzo, fondatore insieme allo stesso Lagrange deli' Accademia delle Scienze e l'architetto idraulico Andrea Plana. Lagrange viene ricordato, oltre che come geniale studioso e teorico, anche come un grande maestro di matematica e fisica. Pur avendo ricevuto l'incarico giovanissimo, a soli 19 atmi, egli riuscì a infondere nel suo insegnamento uno spessore scientifico e una ricchezza umana tali da attirare intorno a sé quella piccola comunità di studiosi che avrebbe dato vita nel 1783 all ' Accademia delle Scienze , che ancor oggi dà prestigio all'Italia sia nel campo letterario sia in quello scientifico. Alla morte del Bertela, avvenuta nel 1755 , venne nominato direttore della Scuola di Teo1ica il Maggiore Alessandro Vittorio Papacino D ' Antony, che s i era distinto nelle Guerre di Success ione di Polo nia ( 1733-1738) e d'Austria (1740-1748), sia come artigliere, sia come ingegnere. Già dal 1743 si era dedicato a studi particolari sulla polvere da sparo , tanto da ottenere dal Bertela l'autorizzazione a istituire presso l ' Ars enale uno "stabilimento e laboratorio chimico e metallurgico". Come Direttore della Scuola si preoccupò di riorganizzare i libri di testo e scrisse diversi trattati scientifici sull'artiglieria e la fortificazione che gli diedero in breve fama europea: tradotti in francese, inglese e tedesco, ve1mero adottati dalle Accademie dei maggiori Paesi stranieri. L'attività delle Regie Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazione, durata circa ottant'anni , si concluse con la restaurazione post napoleonica. Infatti negli anni tra il 1816 ed il 1822 le loro fw1zioni erano state progressivamente devolute, parte alla Regia Accademia Militare (1816) e parte alla Scuola di Applicazione per gli Ufficiali del Corpo Reale del Genio (1819) e alla Scuola teorica di Applicazione ad uso degli Ufficiali del Corpo Reale di Artiglieria (1822).

La Regia Accademia Militare

La bufera napoleonica aveva fatto emergere la necessità di una completa riforma del! ' E sercito. Venne cos ì istituita nel 1816 da Re Vittorio Emanuele I, tornato sul trono dopo l'invasione francese, la Regia Accademia Militare che discendeva dall'Accademia Reale di Savoia, di cui ereditava la sede. Sorta nel 1678 per volontà della duchessa Maria Giovanna Battista di Nemours, quest'ultima per oltre un secolo aveva formato e addestrato i giovani appartenenti alle famiglie nobili piemontesi e straniere. Tra i suoi allievi più celebri si contano lo scrittore Vittorio Alfieri , il principe Federico Guglielmo di Brandeburgo - Shewedt, il principe ereditario Federico (poi Federico Ill) di Sassonia e suo fratello Guglielmo, il Gran Maresciallo di Svezia Conte Hans Axel de Fersen (noto per aver tentato di salvare dal patibolo la regina di Francia Maria Antonietta). La nuova accademia venne destinata alla fonnazione degli Ufficiali dell ' Armata Sarda, ma immediatamente si presentò il problema del diverso livello culturale dei militari in servizio. Difatti, dopo il 1815 , la provenienza degli Ufficiali nel ricostituito esercito sabaudo era la più disparata: accanto agli anziani già in servizio nel 1796, vi era la massa dei giovani che proveniva in maggioranza dalla disciolta armata napoleonica d'Italia e moJti di essi non possedevano una adeguata preparazione, poiché promossi solo per meriti di guerra.

82 - S corcio della celebre veduta di Torino eseguila da Gian Tommaso Borgonio tra il 1661 e i/1670. L'Arsenale nuovo sorge al termine della contrada omonima e si ajfàccia alla Spianata d'Artiglieria verso la Cilladella. (Dal "Theatrum Sabaudiae del 1862).

Manoscrilli

83 l 84 - L ihri dì tesro manoscritti. utilizzati per i Cadelfi delle Regie Scuole di Artiglieria e Fortificazione (sec. XVJIJ) e successivamente reali=zati a stampa.

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