L'ESERCITO DEL REGNO D'ITALIA 1805-1814

Page 18

volontari, o comunque soggetti a leva ma non ancora chiamati. Il battaglione, con decreto 5 aprile 1806, passò a nove compagnie di cui due d’élite (sono aggiunti i volteggiatori). Con decreto vicereale da Monza dell’8 luglio dello stesso anno è organizzato su due battaglioni e prende il nome di Reggimento Cacciatori Bresciani. Con decreto dell’8 luglio 1808 il Reggimento diventa il 3° reggimento di fanteria leggera del Regno d’Italia. A riguardo delle uniformi, il corpo, fin dalla sua costituzione, aveva adottato la divisa della fanteria leggera. Altri due reparti volontari, sebbene molto diversi sia per composizione che per natura, nacquero nel 1813. I due reggimenti presero le mosse da un decreto del Ministro della Guerra Fontanelli ch,e l’11 novembre 1813, bandì l’arruolamento per un corpo volontario con garanzia di congedo entro breve termine dalla fine delle ostilità e permettendo l’immissione nei nuovi reparti di renitenti e disertori. Grazie alle condizioni dell’ingaggio, notevolmente migliori di quelle di chi si era spontaneamente presentato alla chiamata di leva, l’attivazione di questi reparti causò notevole malumore tra i coscritti della leva del 1814 appena richiamati, molti dei quali disertarono per presentarsi nei due reparti volontari. Nonostante tutto i due reggimenti raggiunsero presto un elevato numero di uomini, organizzati su due depositi a Bologna e Milano e formati grazie ai quadri dei sesti battaglioni dei reggimenti di linea. I due reparti furono assimilati alla fanteria di linea e furono dichiarati attivi il 6 gennaio 1814 con i nomi di 1° e 2° reggimento volontari41. Impiegati nella difesa del Sempione e della Valtellina, i reggimenti restarono attivi fino all’incorporazione nell’esercito austriaco.

II. La Cavalleria

La cavalleria dell’epoca napoleonica ricopre ancora un ruolo notevole nello svolgersi degli eventi bellici e sullo scacchiere delle campagne militari. Ancora lontana dalla decadenza sancita dalle armi a retrocarica con alta cadenza di tiro, la cavalleria si distingueva nell’Armèè in diverse specialità, distinte dalle dimensioni di cavallo e cavaliere, dall’armamento e dai compiti: - corazzieri e carabinieri formavano la cavalleria pesante, equipaggiata con corazza42; - i dragoni costituivano la cavalleria di linea, armati di spada dritta come la pesante, ma senza corazza ed equipaggiati di fucile per servire anche appiedati43;

41

Cfr. Crociani, Ilari e Paoletti, op. cit. , pp. 626-628 Sia pettorale che dorsale, a differenza dei corazzieri austriaci che portavano solo la pettorale e della cavalleria pesante britannica che non portava corazza. Cfr. C. Bucquoy, Les Cuirassiers, ed. Grancher, Parigi, 1978 43 La specialità del dragone era appunto la sua ambivalenza, sia come cavaliere che come fante. In realtà i tentativi di utilizzare tali reparti come unità di formazione completamente appiedate dette sempre risultati insoddisfacenti, a causa del cattivo addestramento a piedi e del malumore della truppa che si riteneva declassata. Il modello di fucile 42

17


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.