L'ESERCITO DEL REGNO D'ITALIA 1805-1814

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squadroni del 4°. Si noti come da questo elenco risulti che il 1° “Real Italiano” conti in tutto sei squadroni, e quindi come due di quelli in Germania fossero gli squadroni “bis” ricostituiti all’inizio del 1813. Il 2° “Principe Reale” rimase bloccato nell’assedio di Dresda ed alla capitolazione della piazza fu internato57 in Francia e vi rimase fino alla fine della guerra. Con la campagna del 1814 in difesa del Regno58, tutti i reggimenti subirono pesantissime perdite, ma nessun reparto venne cancellato dai ruoli fino all’incorporazione nelle truppe austriache. Per quanto concerne l’uniforme dei quattro reggimenti il discorso è molto complesso. Ciò è dovuto sia al desiderio dei primi reggimenti di distinguersi e di portare avanti la tradizionale ricercatezza degli ussari di cui si consideravano eredi, sia alle difficoltà economiche del Regno per equipaggiare e vestire gli ultimi due reggimenti o le rimonte del 1813. I colori distintivi dei quattro reggimenti furono giallo, scarlatto, arancio e cremisi. Il “Real Italiano” mantenne il vestiario alla ussara fino al 1807 con uniforme verde (dolman e pantaloni all’ungherese) colletto e polsi gialli. Nel 1806 fu decretata la nuova uniforme che consisteva in abito detto “alla kinski” verde su pantaloni verdi, con un'unica fila di bottoni e code corte, mantenendo distinzioni gialle su colletto, polsi e retroussis. Particolarità dell’uniforme erano i galloni (o brandeburghi) bianchi, sette sul petto ed uno sul colletto (particolarità che troviamo solo nelle truppe italiane e napoletane), e l’adozione della chapska polacca come copricapo. La medesima uniforme fu prescritta anche al 2° “Principe Reale”, mentre per il 3° e il 4° adottarono il più comune shako fin dalla costituzione.

III. Artiglieria e Genio

Ormai fondamentale nei moderni scontri bellici, l’artiglieria rivestì in epoca napoleonica un ruolo importante grazie alla sua efficienza, alla sua mobilità ed al suo impiego in simbiosi con le altre armi dell’esercito. Ne divenne il supporto diretto, grazie ad innovazioni tecniche (come il sistema francese Gribeauval59, che influenzò tutte le artiglierie europee) che la rendevano di più pronto e razionale uso e grazie ai nuovi impieghi tattici, elaborati anche da Bonaparte. L’artiglieria repubblicana italiana versava nella più totale confusione a causa della mancanza di formazione dei quadri e della difficoltà di riunire un parco di pezzi decente. Questi erano di 57

Era tradizione bellica dell’epoca interrompere la prigionia dei militari con il loro rimpatrio, a patto di particolari condizioni quali la non belligeranza fino alla fine della campagna, o per un periodo determinato, di solito un anno. Cfr. A. Pigeard, L’Armée de Napoléon, ed. Tallandier, Parigi, 2000 58 Perconte, Les Chasseurs, pag. 387 59 Jean Baptiste Vaquette de Gribeauval (1715-1789), ufficiale d’artiglieria francese, Ispettore d’artiglieria dal 1765 e Ispettore generale dell’artiglieria nel 1776. Riformò tutto il sistema dell’artiglieria francese innovando e migliorando la struttura degli affusti e dei trasporti delle artiglierie, dettò le norme per una migliore fusione e produzione dei pezzi, standardizzo ed unificò la scala dei calibri di cannoni, mortai ed obici. Cfr. A. Pigeard, L’artillerie napoléonienne et le genie, ed. Tradition Magazine, Parigi, 2002

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