“J’avais fait beaucoup pour eux, je leurs avais donné l’esprit militaire que leur manquait et l’esprit national.” Napoleone Bonaparte “Forti, terribili, e a libera morte devoti furono i nostri petti, benché pochi, ingnudi, e spregiati.” Ugo Foscolo Introduzione
A partire dal 1796 la penisola italiana viene coinvolta in maniera massiccia e irreversibile dagli sconvolgimenti storici e politici che sanciscono per l’Europa lo spartiacque tra la storia moderna e quella contemporanea1. Con la prima campagna d’Italia, la cui seconda e fondamentale parte è diretta dal giovane generale francese Napoleone Buonaparte, si riversa sugli antichi stati italiani tutto il peso della rivoluzione francese e del suo irreversibile apporto in campo politico, sociale, religioso ed economico. Lo sconvolgimento politico che segue alle conquiste francesi ed alla prima formulazione del nuovo assetto italiano con il trattato di Campoformio del 1797, la successiva caduta delle giovani e turbolente repubbliche giacobine sotto i colpi del movimento sanfedista al sud o delle armate austro-russe nella pianura padana, e la fulminea riconquista napoleonica, segnata dalla battaglia di Marengo, portano ad una nuova designazione territoriale italiana, destinata a mantenersi fino alla fine del dominio napoleonico della penisola nel 1814. Dalle ceneri delle repubbliche giacobine, espressesi in municipalità e governi locali più o meno provvisori e che avevano coperto vasta parte del territorio nazionale, nasce nel 1800, per volontà e sotto la stretta direzione dell’ormai Primo Console Napoleone, una nuova repubblica, la Cisalpina. Volta ad un reale e concreto consolidamento amministrativo e statale, e quindi ad un effettivo controllo del territorio, diventa chiaramente un sostegno economico e bellico dell’alleato-protettore francese. Il desiderio di riforma e consolidamento di uno stato italiano maggiormente organizzato e politicamente lontano dagli eccessi ideologici giacobini delle repubbliche del 1797-99, nettamente invisi al Napoleone, uomo d’ordine della Francia consolare, porta al Congresso di Lione, il cui compito è guidare la nascita e la redazione della Costituzione di una nuova 1
Rinviamo all’opera di C. Zaghi, L’Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno, ed. Utet, Torino, 1986 per uno sguardo generale sul periodo e sui diversi aspetti economici, sociali, demografici e culturali. Citiamo altresì l’opera di A. Fugier, Napoleone e l’Italia, ed. Biblioteca di storia patria, Roma, 1970. Come opera più recente e per i suoi particolari aspetti critici segnaliamo l’opera di A. Pillepich, Napoleone e gli italiani, ed. Il Mulino, Bologna, 2005.
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