L'ESERCITO DEL REGNO D'ITALIA 1805-1814

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invalidi e di altri due battaglioni forti ognuno di sei compagnie di veterani, portando in totale la forza del reggimento a oltre 2000 uomini. Alla fine del Regno il reggimento fu trasferito col nome di Italienisches Invaliden Battaillon al servizio del Lombardo-Veneto. VI. Le scuole

Parallelamente alla nomina degli ufficiali tramite il sistema delle promozioni sul campo o della loro formazione presso i corpi della Guardia Reale, Napoleone si preoccupò di creare anche in Italia delle strutture volte a fornire ufficiali per tutte le armi, dotati di tutte le nozioni necessarie sia al comando e governo delle truppe che alla tecnica militare dei corpi specifici. Ispirandosi all’Ecole spéciale militaire di Fontainebleau fondata nel 1803, poi trasferita a Saint Cyr (ancora oggi fucina di prestigio nell’esercito francese), nel 1805 si inizia a formulare una prima ipotesi di una scuola militare, su idee espresse da Napoleone durante il suo viaggio in Italia. Il decreto reale del 7 luglio 1805 sanciva la nascita della “Regia Scuola Militare di Pavia”105, cominciando con 72 posti e sovvenzionata dalle rette degli ex-collegi statali Ghislieri di Pavia. Inizialmente gestita e diretta dal Ministero dell’Istruzione pubblica, passò nel 1807 alle complete dipendenze del Ministero della Guerra. L’ammissione avveniva per nomina regia e poteva essere gratuita (cui erano riservati 60 posti), semi-gratuita (20 posti al costo di 600 Lire milanesi) o a costo completo per i restanti posti liberi (1200 L milanesi). Requisiti per l’ammissione erano la buona condotta, la sana e robusta costituzione, un’età compresa tra i 16 ed i 20 anni, un’altezza minima di 1,60 metri e la conoscenza della matematica e dei principi della geometria, oltre alla capacità di scrivere e parlare l’”italiano”. Le piazze divise per fascia di costo erano riservate le prime a figli di militari distintisi in servizio od ai più meritevoli di Licei ed Università, le seconde ai figli degli impiegati del governo distintisi, le terze a tutti i figli di cittadini italiani che rispondessero ai requisiti generici. Il problema di base dello scarso successo della Scuola di Pavia fu l’elevato costo della pensione e della mezza pensione, che rendeva il seguire la scuola più dispendioso di un arruolamento nelle Guardie d’Onore (il cui costo era pari alla mezzapensione) e senza l’obbligo di studio; nemmeno paragonabile al costo di un servizio nei Veliti Reali, i quali come sottufficiali potevano facilmente ambire alla carriera di ufficiali sotto le aquile napoleoniche. L’organizzazione interna della scuola si basava sul sistema della caserma e gli allievi erano alloggiati in camerate, addestrati all’uso delle armi da fuoco, alla scherma,

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Cfr. Crociani, Ilari e Paoletti, op. cit. , pp. 460-461

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